6
I motivi che mi hanno portato ad affrontare ed approfondire
questa tematica sono stati molteplici. Il mio interesse e i miei
studi verso le popolazioni indigene hanno avuto modo di essere
approfonditi in un lungo viaggio che mi ha portato direttamente
in contatto con le popolazioni autoctone del Messico, e in
particolare del Chiapas. Nel mio soggiorno all’interno di una
comunità zapatista, ho potuto constatare come gli indigeni
dedichino ogni giorno della propria vita nella lotta ai propri
diritti. Questo è stato uno dei motivi principali che mi ha spinto
a lasciare una testimonianza diretta di questa mia esperienza.
Nel mio lavoro, analizzerò come l’identità di ogni singola
persona venga fortemente annullata nel tentativo di cancellarne
la cultura, opprimerne lo stile di vita ed eliminare l’utilizzo di
una lingua indigena che rappresenti la propria radice culturale.
Inizialmente verificherò come l’antica cultura maya sia tutt’ora
presente tra gli indigeni e come alcuni elementi, ad esempio
rituali e cerimonie, ma anche la religione, risultino essere ancora
una parte fondamentale di essa, e vengano rispettate come
veniva fatto un tempo. Successivamente spiegherò il concetto
d’identità e come esso si rifletta in tutti i campi della vita
indigena.
L’esperienza della comunità zapatista di Oventik mi ha portato
a seguire un corso di lingua maya, precisamente la lingua tzotzil,
7
e ad affrontare più concretamente il problema della lingua per gli
indigeni. Nel quarto capitolo analizzerò quindi il concetto di
lingua e di bilinguismo, una tendenza comune per gli indigeni
maya, e verificherò come essi siano riusciti a ristabilire la loro
identità etnica utilizzando parallelamente due lingue, la propria
e quella di dominazione coloniale, lo spagnolo.
Analizzerò poi il sistema educativo autonomo zapatista e il
metodo di apprendimento nato da un’educazione completamente
autonoma, quindi senza aiuti e sovvenzioni statali.
Per concludere dimostrerò come grazie ai racconti del
Subcomandante Marcos, il leader dell’Esercito Zapatista di
Liberazione Nazionale, gli indigeni del Chiapas siano riusciti a
portare in tutto il globo la loro lotta, utilizzando una
comunicazione che si differenzia dalle altre e che affonda le
proprie radici in tutti gli elementi di una lunga tradizione orale
passata che non dimentica l’identità culturale di ogni individuo.
8
1. Chiapas, Messico e Mesoamerica
1.1 Il Mesoamerica
Nel sud est del Messico, e più precisamente in Chiapas, si
sviluppò una delle più grandi civiltà dell’area definita
Mesoamericana, un’area che comprende alcuni stati della
federazione messicana, come Yucatán, Campeche e Quintana
Roo, ma anche alcuni dei paesi che formano il Centro America,
Belize, Guatemala, Honduras e El Salvador
1
.
In ognuno di essi si possono ritrovare le prove di una civiltà
passata con caratteristiche che variano da zona a zona.
Il concetto di Mesoamerica è stato a lungo studiato da molti
ricercatori e oggi identifica maggiormente un’area culturale e
non solo geografica. Già ai tempi di Bartolomé de las Casas le
società indigene di questo territorio formavano una sorta di
unità culturale e dopo di lui, all’inizio del XX secolo molti
ricercatori cercarono un termine che definisse questa grande
1
Tratto da http://www.ciesas.edu.mx
9
area
2
. Fu un grande e famoso antropologo, Kirchhoff, che iniziò
un lungo studio di questa zona e la definì appunto con il nome
di Mesoamerica. Egli stabilì che i popoli appartenenti a questo
territorio erano molto diversi dal punto di vista linguistico e li
divise in cinque gruppi, dove ognuno era a sua volta suddiviso in
altri sottogruppi che parlavano altre lingue e dialetti differenti
3
.
Per capire meglio come era strutturata questa grande area
culturale vediamo come Kirchhoff suddivise in 16 grandi famiglie
linguistiche la zona, soffermandoci in seguito sull’area Maya e
sul Chiapas. Le 16 famiglie linguistiche sono le seguenti:
- Hokano-coahuilteca (o chontal di Oaxaca).
- Chinanateca
- Otopame
- Oaxaqueña (zapoteco, mixteco, mazateco, chatino, papabuco,
cicateco, trique, amuzgo, popoloca e ixcateco).
- Mangueña (chiapaneco, chorotega, dirián, maribio, oritiña e
nagranda)
- Huave
- Tlapaneca
- Totonaca
- Mixe
2
Alfredo López Austin, Leonardo López Luján, Il passato indigeno, Jaca Book,
1998, Milano, p. 55
3
Ibidem, p. 56
10
- Maya (huasteco, cotoque, maya yucateco, lacandone, mopán,
chol, chontal, tzeltal, tzotzil, tojolabal, mam, chuj, kanjobal,
kekchí, pokonchí, ixil, quiché, cakchiquel, pokomam, rabinal,
tzutuhil, aguateca, chortí...)
- Utoazteca
- Tarasca
- Cuitlateca
- Lenca
- Xinca
- Misumalpa
4
Ognuna di esse rappresenta una storia e una cultura con
caratteristiche diverse l’una dall’altra, anche se tutte fondarono
la propria sulla coltivazione del mais
5
.
La grande civiltà maya nasce e si sviluppa prevalentemente in
tre zone del Mesoamerica, ovvero le zone del Sud, del Centro e
del Nord. Della zona Sud fanno parte il Guatemala, il Chiapas, i
due punti nevralgici per eccellenza, e una parte del Salvador. Del
Centro, la regione guatemalteca del Petén, Tabasco, Campeche e
alcune zone del Belize e dell’Honduras. Della zona Nord, lo
Yucatán e il golfo del Messico
6
.
4
Ibidem, p. 61
5
Ibidem, p. 61
6
Tratto da http://www.ciesas.edu.mx
11
Il Chiapas, come già detto, resta uno dei punti nevralgici della
formazione della civiltà Maya, e non solo di quella antica,
rimanendo tutt’ora la zona più importante di rivendicazione
culturale, dove gruppi indigeni di discendenza maya vivono e
lottano per la dignità e i diritti culturali. Il Chiapas è lo stato
indigeno per eccellenza del Messico, in cui, dopo 5000 anni, gli
indigeni attuali sono riusciti a mantenere una certa omogeneità
culturale, seppur con differenze tra esse, rivendicando la loro
lingua, le loro credenze, i loro diritti e dove all’interno delle
comunità a volte non sembra poi essere trascorso tutto questo
tempo.
12
1.2 Il Chiapas: lo stato indigeno del Messico e la
distribuzione delle etnie linguistiche sul territorio
Il Chiapas è l’ottavo stato per superficie e grandezza tra quelli
che compongono la federazione degli Stati uniti del Messico
7
.
Confina a ovest con gli stati di Oaxaca e di Veracruz, a nord
con lo stato di Tabasco, a est con il Guatemala ed a sud è
baganto dall’Oceano Pacifico
8
. Il Chiapas ha una grandissima
varietà di flora e fauna, una grande diversità geografica, ed è
formato da nove regioni distinte: Norte, Centro, Altos, Costa,
Fronteriza, Soncuso, Frailesca, Sierra y Selva. Ha un grande
numero di fiumi, in tutto 120, e la grande presenza di acqua
influisce sul clima tropicale
9
. Nella sierra Madre, che costituisce
il confine geografico e naturale con la zona chiamata
Depressione Centrale bagnata dal Río Grande, il quale nasce
sulle montagne di Los Cuchumatanes in Guatemala, si trovano
7
Tratto da http://www.ciesas.edu.mx
8
Carlos Montemayor, La rivoluzione indigena, Marco Tropea Editore, 1999,
Milano, p. 108
9
Tratto da http://www.ciesas.edu.mx
13
alcuni dei monti più alti di tutto il Messico, come Tres Picos o La
Gineta
10
.
La maestosità di questo stato, forse uno tra i più affascinanti
di tutto il Messico, assicura non solo luoghi naturali di bellezza
inspiegabile come le cascate del Chiflone e di Agua Azul, il
grande Cañon del Sumidero, una spettacolare spaccatura nella
roccia profonda fino ad un 1 km, e i 59 Laghi di Montebello,
ognuno di un colore diverso dall’altro, ma nasconde anche
luoghi che dimostrano la presenza di una antica civiltà. Città e
piramidi nel cuore della giungla raggiungibili solo attraversando
con una lancia uno dei tanti fiumi presenti in Chiapas, dove si
possono ammirare le magnifiche costruzioni di Yaxchilan e
Bonampak, situate proprio sul confine con il Guatemala, le città
di Palenque e Toniná e moltissimi altri luoghi di suggestiva
bellezza.
I popoli indigeni vivono prevalentemente in quattro regioni del
Chiapas che sono la regione del Nord, Centro, Selva e Los Altos.
Vediamo come si distribuiscono le famiglie linguistiche sul
territorio.
La zona di Los Altos ospita due tra le più antiche etnie
appartenenti alla famiglia Maya, quella Tzotzil e quella Tzeltal, le
quali vivono appunto in questa zona, che è la più popolata, e
10
Carlos Montemayor, La rivoluzione indigena, Marco Tropea Editore, 1999,
Milano, p. 109
14
attorno alla città di San Cristóbal de las Casas
11
. Oltre a
quest’ultima le città più popolate sono Ocosingo, Simojovel,
Yajalón e Teopisca. Nella zona di Los Altos la presenza di
popolazione indigena è la più elevata di tutte le altre zone
12
.
Secondo Antonio García de León, le lingue Tzotzil e Tzeltal
costituirono il principale veicolo di comunicazione di una sola
etnia che occupava la regione degli Altos, Comitán e le valli del
fiume Grijalva. Infatti tutt’ora si è sviluppata una rete di dialetti
che sono facilmente comprensibili tra loro
13
.Nella zona Nord
vivono i gruppi indigeni appartenenti alle famiglie Zoque, Tzotzil,
Chol e Tzeltal e hanno come centro nevralgico alcune città del
nord e Palenque. Altre città importante di questa zona sono
Pichucalco Tapilula, Copainlá e San Fernando.
Ogni famiglia parla un dialetto differente e in questo caso solo
tzotzil e tzeltal si comprendono direttamente
14
.
Un altro gruppo Maya sono i Tojolabal, che vivono nelle
pianure di Comitán e Altimarano, nella zona sud occidentale di
San Cristóbal de las Casas
15
.
Nella zona della Selva vivono soprattutto gruppi indigeni come
i Lacandón, Tzotzil e Tzeltal e in minoranza Zoque, Mam e Chol.
11
Ibidem, p. 109
12
Tratto da http://www.ciesas.edu.mx
13
Antonio García de León, Resistencia y Utopía, Ediciones Era, 1985,
Messico, p. 32
14
Tratto da http://www.ciesas.edu.mx
15
Antonio García de León, op. cit., p. 32
15
Le città principali della zona sono Palenque, Ocosingo, Las
Margaritas e Altimarano
16
.
In Chiapas esistono anche altri gruppi indigeni che sono
arrivati direttamente dal Guatemala in momenti successivi con
migrazioni di massa e sono i Maya Quichè, Kanjobal, Mam, Ixil,
Cakchikel, Chuj e Kekchí
17
.
Nella regione Fronteriza predominano gli indigeni Kanjobales,
che trovano come centro nevralgico la città di Comitán.
Nella regione del Centro la maggior parte della popolazione
indigena è di etnia Tzoztil e le città più popolate sono Tuxtla
Gutiérrez e Cintalapa. Ritroviamo le etnie Tzoztil anche nella
regione della Frailesca, ovvero coloro che sono andati via dagli
Altos e hanno trovato nelle città di Villaflores e Angel Albino
Corzo un luogo per vivere e punti nevralgici della regione. Nella
Sierra predominano le etnie Mam, mentre nelle regioni della
Costa e del Soncuso la maggior parte della popolazione è nera o
meticcia, e bassissima è la percentuale indigena
18
.
È bene dire e sottilineare che i continui flussi migratori di
popoli indigeni hanno inevitabilmente portato a delle
modificazioni nella composizione sociale di ogni famiglia
indigena, e questo si riflette anche sulle località scelte per vivere.
16
Tratto da http://www. ciesas.edu.mx
17
Tratto da http://www.ciesas.edu.mx
18
Tratto da http://www.ciesas.edu.mx
16
Negli anni ’80, circa 50 mila guatemaltechi si rifugiarono in
Messico a causa delle violente repressioni di cui furono soggetti
nel loro paese. La maggioranza di queste persone arrivavano
dalle città di Hueheutenango e dallo stato di Quichè e andarono
a stabilirisi nello stato del Chiapas, anche perché la maggioranza
erano contadini che facevano parte dell’etnia Maya.
Montemayor ci spiega come la convivenza di diverse etnie
linguistiche sul territorio abbia portato a dei cambiamenti
culturali e abbia influito in modo decisivo sulla conformazione
dell’identità indigena. Vederemo di seguito i processi principali
identitari, e in che modo ogni popolo o etnia indigena abbia
deciso o meno di rivendicare la propria cultura e identità.
17
2. La cultura indigena
2.1 La natura e le credenze
La cultura di un popolo è formata da moltissimi fattori tra cui
la lingua, la religione, lo stile di vita e molti altri. Parlando di
cultura indigena vediamo come essa sia composta da molti
elementi che sono un’importante cornice culturale per tutte le
popolazioni indigene. La rivendicazione culturale di un popolo si
situa ad un livello particolare della cultura e si riflette
maggiormente su fattori quali appunto la lingua, i diritti di ogni
persona ma anche su tutto il panorama culturale. Di seguito
vedremo come ancora oggi le credenze, i riti, la religione e tutti
gli elementi che fanno parte della cultura indigena risultino
essere presenti e vivi tra i popoli e le comunità Maya. Questo è
un fattore molto importante, poiché pur con il passare del tempo
gli indigeni sono riusciti a mantenere vivi tutti questi elementi
che facevano parte della cultura, e grazie a loro, ancora oggi
riescono ad arricchire quella odierna. Tutto ciò non riguarda solo
18
gli indigeni, ma sostanzialmente si riflette su molti popoli che
vivono in paesi come Messico, Guatemala e come tutti i paesi
che fanno parte dell’area mesoamericana. Per fare un esempio
iniziale, ancora oggi sotto le pendici del Popocatepetl, il vulcano
che si trova vicino alla città di Puebla, si narra come egli si
arrabbi nel mese di dicembre iniziando a far fuoriuscire gas e
lava. Questo dimostra la viva tradizione orale e la voglia di
continuare a mantenere vitale e sempre rigogliosa la cultura
antica.
Il rapporto che gli indigeni hanno con la natura è molto
particolare. Essa infatti è considerata importante come un essere
umano e deve essere rispettata nel modo più totale. Anche
all’interno di testi, canti, storie e poemi la natura è sempre
personificata
1
. Nel mio soggiorno nella comunità indigena di
Oventik, di cui tratterò più specificatamente in seguito, ho
potuto osservare questo legame profondo esistente tra i Maya e
la natura. Gli insegnanti della Escuela Secundaria Rebelde
Zapatista e tutti i bambini della comunità, erano in grado di
capire i movimenti degli uccelli e ad ognuno di loro davano un
significato. Sapevano bene che quando un uccello cantava
dall’alto di un albero, voleva dire che presto sarebbe andato a
rubare negli orti, come capivano molto bene il soffio del vento
1
Comunicazione personale di Michela Craveri, in Appunti di Letteratura
Ispano Americana, anno accademico 2003-2004
19
che presto avrebbe portato delle piogge molto forti. Non per
niente essi si definiscono “gli uomini di mais”, l’elemento della
terra che li ha generati. Ciò ci può far capire quanto sia forte il
loro legame con la natura, e come l’uomo si possa sentire parte
integrante di essa che lo ha generato, non come un padrone che
deve combatterne la forza. Gli elementi della natura sono spesso
utilizzati anche nella cura di malattie, si adoperano a questo
proposito sostanze naturali a livello medico, come alcune radici
che servono per calmare i dolori, o i funghi, come il peyote, che
permettono la comunicazione con il mondo ultraterreno e
assicurano in questo modo una pronta guarigione
2
.
La natura è molto importante per gli indigeni perché permette
di capire il mondo e tutto ciò che sta intorno all’uomo. Guillermo
Bonfil Batalla spiega la differenza di pensiero tra la concezione
indigena e quella occidentale. Nel pensiero indigeno:
El ombre es parte integrante e indisoluble del cosmos y su realización
plena consiste en ajustarse armónicamente al orden universal de la
naturaleza
3
.
Mentre nella concezione occidentale l’uomo è il padrone della
natura:
El ombre es el amo, el maestro, quien domina a la naturaleza
4
2
Karl Taube, Miti aztechi e Maya, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1994,
p. 80
3
Arturo Argueta, Pueblos indios y recursos naturales, in “Nuevos enfoques
para el estudio de las etnias indígenas en México” di Arturo Warman e Arturo
Argueta, Porrúa, Messico, 1991, p. 30
4
Ibidem, p. 30