IV
socio-ambientale, spingendo di fatto verso una forte standardizzazione di tali
strumenti.
Il secondo capitolo presenta la c.d. Triple bottom line teory quale elemento
portante della reportistica socio-ambientale. Dal pensiero di J.Helkington
deriva la canonica tripartizione del problema della sostenibilità nella sua
dimensione sociale, ambientale ed economica. Verranno in tal sede discussi i
principi da esso individuati, soprattutto in chiave applicativa, attraverso
riflessioni e considerazioni personali.
Nel terzo capitolo si effettua dunque un’analisi storica dei modelli sviluppati
nell’ambito della rendicontazione sociale ed ambientale, attraverso
l’individuazione di una serie di standard di processo e di contenuto. In
particolare si intende presentare due principali modelli: il G.R.I ( Global
Reporting Iniziative) introdotto a livello internazionale e il G.B.S. (Gruppo di
studio per la statuazione dei principi di redazione del Blancio Sociale)
sviluppato nella realtà italiana; viene dunque effettuata uno studio
approfondito rispetto alla struttura dei due modelli nonché un’analisi
comparata al fine di pervenire a specifiche valutazioni in merito alla loro
validità.
Il quarto capitolo infine è incentrato sulla presentazione di un caso pratico: Il
Bilancio di sostenibilità redatto dal Gruppo Telecom Italia. L’obiettivo
dell’analisi è quello di apprezzare l’effettivo grado di applicazione pratica dei
V
modelli presentati e di carpire la posizione e le prospettive di una grande
realtà imprenditoriale, quale è appunto Telecom Italia, rispetto al problema
dello sviluppo sostenibile.
Matteo Bartolini
6
CAPITOLO 1: IL BILANCIO SOCIO-AMBIENTALE
1.1) Introduzione: il concetto di sostenibilità
Negli ultimi anni è cresciuta la necessità, da parte dei paesi
industrializzati, di misurarsi con le nuove sfide che emergono nella
prospettiva dello Sviluppo Sostenibile. Questo concetto è stato definito
per la prima volta dal Rapporto Bruntland
1
come "lo sviluppo che soddisfa
i bisogni del presente senza compromettere la possibilità per le
generazioni future di soddisfare le proprie necessità". L'obiettivo è
dunque quello di realizzare sistemi di produzione e consumo di beni e
servizi in grado di coniugare le esigenze di sviluppo e crescita economica
con il rispetto dell'ambiente.
A livello europeo, l'impulso derivante dalle conferenze ONU, da quella di
Rio de Janeiro alla più recente di Kyoto, è stato accolto con grande
tempestività dalla Comunità Europea attraverso la predisposizione del
Quinto Programma
2
di azione ambientale che, nell'affrontare il tema
dello Sviluppo Sostenibile in termini di politica e strumenti attuativi, ha
introdotto per la prima volta un approccio basato sulla
1
Gro Harlem Brundtland, presidente della Commissione mondiale su Ambiente e Sviluppo (World
Commission on Environment and Development, WCED), 1987.
2
Cee, Quinto programma di azione ambientale “VERSO UNO SVILUPPO SOSTENIBILE”,
Bruxelles, 1992.
7
responsabilizzazione di tutte le parti cointeressate (autorità, cittadini,
imprese).
A questo proposito un riferimento obbligato è costituito dal cd. Libro
Verde
3
della Commissione Europea sul tema "Promuovere un quadro
europeo per la responsabilità sociale delle imprese”. In questo
documento viene fornita una prima definizione di responsabilità sociale
dell'impresa quale "integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed
ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro
rapporti con le parti interessate".
Le logiche fondamentali, sulle quali si fonda la responsabilità sociale,
definita a volte anche "cittadinanza sociale dell'impresa" sono tre, ed in
particolare:
ξ volontarietà delle iniziative: non esiste attualmente alcun vincolo
che impone alle imprese di impegnarsi in modo trasparente e
responsabile nell'adozione di iniziative comportamentali non
strettamente correlate a strategie di business o di marketing
interne;
ξ coinvolgimento di tutti gli stakeholders
4
: la responsabilità sociale è
3
Commissione Europea, Libro Verde, COM(2001) 366 definitivo, 2001. Nella comunicazione della
commissione sullo sviluppo sostenibile si legge: “l’azione dei pubblici poteri è inoltre essenziale per
incoraggiare le imprese a prendere ulteriormente coscienza della loro responsabilità sociale e per
creare un quadro che consenta di garantire che le imprese integrino gli aspetti ambientali e sociali
nella loro attività…Occorre incoraggiare le imprese ad integrare in modo attivo lo sviluppo sostenibile
nelle attività che esse realizzano all’interno dell’Unione Europea e nel mondo intero”.
4
R.Freeman, Strategic Management: A Stakeholders Approach, Pitman, Boston 1984.
8
concepita con un complesso di politiche, prassi e programmi che
vengono integrati in tutte le operazioni economiche e nei processi
decisionali. Ciò comporta che i soggetti che a vario titolo sono
coinvolti nell'attività dell'impresa possono diventare i destinatari, a
volte anche in via indiretta, delle attività intraprese dall'azienda.
ξ orientamento alla trasparenza e all'autovalutazione: al fine di
dimostrare con risultati documentabili la concretezza del loro
impegno in ambito socio-ambientale.
1.2) La comunicazione ambientale all'interno della
comunicazione sociale
Nell'ultimo decennio, l'attenzione da parte delle imprese nei confronti
della comunicazione ambientale, è cresciuta costantemente. Volendo
evidenziare un percorso storico, in una prima fase di evoluzione si
sviluppa la comunicazione sociale, senza che siano significativamente
presenti contenuti ambientali: l'attenzione sociale si sviluppa negli Stati
Uniti alla fine degli anni '60 con la diffusione delle multinazionali
americane e la conquista, da parte di queste ultime, di un ruolo
predominante all'interno dell'economia mondiale. Tale situazione fa
lentamente emergere da diversi ambiti sociali la richiesta di informazioni
rispetto ai comportamenti assunti da queste imprese: nascono dunque i
codici di condotta quale prime forme di risposta alla pressione informativa
9
esterna, con lo scopo di esplicitare la propria politica "sociale" e di
definire una serie di regole per le relazioni interne ed esterne.
Alla fine degli anni '70 l'interesse per la comunicazione sociale si riduce
5
ed emerge progressivamente il filone della comunicazione ambientale.
Anche in questo caso il fattore di attivazione ha origini puramente esterne
ed è legato a particolari criticità che hanno investito alcune imprese o
settori e che hanno generato una forte attenzione da parte degli
stakeholders. Ci stiamo ovviamente riferendo ad alcune tra le più note
catastrofi ambientali che hanno sconvolto il pianeta nel suddetto periodo
(i casi Seveso, Bhopal e Exxon Valdez) e che hanno di fatto contribuito ad
accrescere la sensibilità dell'opinione pubblica nei confronti del rischio
ambientale, con un conseguente incremento del volume di informazioni
richiesto alle imprese.
In relazione a questa forte presa di coscienza, gli anni '80 sono
caratterizzati da un forte sviluppo dell'informazione ambientale indotto
dalle autorità che, avendo in esse l'unico destinatario, mantiene un
elevato livello di caratterizzazione tecnica. A.L. White
6
definisce le
informazioni richieste dallo stato come lagging indicators, cioè misure di
5
Una delle motivazioni addotte è la recessione economica di quegli anni, ma le cause sono
probabilmente da ricercare più in profondità. Un’ipotesi è che la responsabilità sociale venga vista
come una necessita di secondo ordine destinata ad essere accantonata destinata ad essere accantonata
nel momento in cui emergono bisogni di importanza maggiore, quali ad esempio quelli ambientali.
Secondo Gray, il dibattito sorto intorno a questo tema negli anni ’70 non è stato incisivo nei confronti
delle imprese e dei governi, ne ha saputo penetrare la psicologia delle persone le vi operano, non
occupandosi degli aspetti strutturali e fallendo nella mancata produzione di una definizione di
responsabilità sociale, rimasta di fatto un concetto astratto.
6
A.L. White “Sustainability and Accountable Corporation”, Environmnet, Oct. 1999.
10
qualcosa che esiste già, in contrapposizione ai ledging indicators quali
elementi determinanti per il giudizio di performance delle imprese.
Questa separazione costituisce di fatto le due anime della comunicazione
ambientale e si pone alla base del mutamento avvenuto a partire dagli
anni '90, quando le imprese cominciano a produrre spontaneamente
rapporti ambientali concepiti per il largo pubblico: i primi Corporate
Environmental reports (CERs) appartengono a grandi multinazionali quali
Polaroid, Monsanto, Norsk Hydro ed hanno l'obiettivo primario di
recuperare immagine a fronte di critiche ricevute dalla stampa dalle
associazioni ambientalistiche rispetto alle proprie prestazioni ambientali. I
primi report si presentano dunque con l'imprinting caratteristico delle
pubbliche relazioni; gradualmente emerge però la necessità di creare
fondamenta di una comunicazione ambientale più accurata, in merito a
problemi quali identificazione del target, tipologia e profondità dei
contenuti trattati, standardizzazione degli indicatori utilizzati e
certificazione da parte di terzi soggetti indipendenti.
1.3) Il bilancio sociale
Differenti, come abbiamo visto, sono le finalità che portano
allarealizzazione del bilancio sociale, prima tra tutte quella di
11
accountability
7
che ha l'obiettivo di rendicontare in modo trasparente ed
esaustivo gli sforzi compiuti dall'impresa rispetto alla tematica socio-
ambientale. L'impresa è in primo luogo un' azienda di produzione a
rischio di mercato e fonda la propria sopravvivenza e il proprio sviluppo
sul successo competitivo. Appare dunque chiaro che, in prima
approssimazione, il dovere sociale dell'impresa è ottenere profitti stabili
ed elevati nel lungo periodo, nel rispetto delle leggi e della morale
corrente. Occorre però osservare che lo stesso successo competitivo, nel
lungo periodo, non può essere ottenuto senza tener conto dei vari
interlocutori sociali e che, nei confronti di questi ultimi, l’attività
dell’impresa può generare economie e diseconomie esterne, cioè costi e
benefici per l'intera comunità, che spesso non trovano corrispondenza
nelle sole scritture di bilancio. In tal senso negli anni '70 negli Stati Uniti
la Security Exchange Commission
8
, interpellata sul possibile inserimento
nel bilancio d'esercizio di informazioni riguardanti l'ambiente, affermò
l'esigenza di un documento specifico, separato, in grado di illustrare non
7
Il termine investe tutte le operazioni dell’azienda, anche se è nato specificamente con riferimento
alle informazioni economico-finanziarie e patrimoniali consuntive. Esso richiama almeno due
accezioni o componenti fondamentali: da un lato il dar conto all’esterno e in particolare al complesso
degli stakeholder, in modo esaustivo e comprensibile, del corretto utilizzo delle risorse e della
produzione di risultati in linea con gli scopi istituzionali; dall’altro, l’esigenza di introdurre logiche e
meccanismi di maggiore responsabilizzazione interna alle aziende e alle reti di aziende relativamente
all’impiego di tali risorse e alla produzione dei correlati risultati.
8
Securities and Exchange Commission (S.E.C.), è l'ente governativo preposto alla vigilanza del
mercato borsistico statunitense, in analogia con la Consob italiana. L’'agenzia fu fondata nel 1934,
all'indomani della crisi del 1929, e i suoi poteri sono stati diverse volte ridefiniti: in tempi recenti,
questo è avvenuto nel 2002, a seguito degli scandali Enron eTyco International, WorldCome altri, con
il Sarbanes-Qxley Act.
12
solo nell'ottica costi-ricavi, ma anche attraverso il ricorso a valutazioni
contabili ed extracontabili, le modalità con cui l'impresa si muove nei
confronti del problema socio-ambientale. Bilancio sociale e Bilancio
d'esercizio sono dunque due documenti del tutto indipendenti ma
caratterizzati da una forte complementarietà.
1.3.1) Finalita' di redazione del bilancio sociale
Il bilancio sociale d'impresa è, nella maggior parte dei casi, un
documento redatto volontariamente dalle aziende e rivolto agli
stakeholders, definiti come tutti coloro hanno un interesse, una posta
("stake") nell'attività d'impresa. Questo documento è riconducibile allo
stakeholders approach
9
sviluppato negli anni '80, ed è il principale
strumento attraverso cui l'impresa rendiconta ai propri stakeholders
l'attività svolta, in relazione ai loro diritti e alle loro aspettative. Tornando
agli scopi di redazione, è possibile individuare un "vettore di obiettivi"
riassumibili nei seguenti otto punti
10
:
ξ pubbliche relazioni;
ξ strategia sociale verso gli stakeholders;
ξ difesa documentata;
9
Friedman e Reed (1983), Friedman Mc Vae (2002).
10
Rusconi (1988a) pp. 44-55.