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INTRODUZIONE
La problematica del contenimento dei consumi energetici di un edificio è legata sia alla
quantità di combustibile fossile che si deve fornire allo stesso per un suo ottimale utilizzo sia
all’andamento di numerosi parametri che coinvolgono l’intero sistema EDIFICIO-IMPIANTO.
Esiste infatti una profonda correlazione tra la domanda di energia e il comfort ambientale
interno, poiché i fattori che caratterizzano quest’ultimo incidono direttamente sui consumi
per riscaldamento, ventilazione, climatizzazione e illuminazione di un edificio.
Generalmente al crescere del livello di benessere si hanno, a parità di caratteristiche
costruttive del sistema “edificio-impianto” e di condizioni climatiche esterne, consumi
energetici maggiori.
I consumi energetici possono poi subire significative variazioni in relazione a molteplici
aspetti quali ad esempio:
- aspettative di comfort dell’utente (valori di set point per temperatura, umidità relativa,
qualità dell’aria, illuminamento ecc.);
- effettiva disponibilità di risorse naturali per il controllo del microclima (numero di ore di
luce naturale, numero di ore in estate in cui l’aria esterna è utilizzabile per raffrescare gli
ambienti ecc.);
- strategie che l’utente adotta per il controllo ambientale (programmazione temporale dei
valori di set-point, uso dell’illuminazione artificiale, apertura e chiusura delle finestre ecc.).
Queste considerazioni portano ad affermare che non ha senso occuparsi della qualità
energetica di un edificio senza contemporaneamente determinare il livello di qualità
dell’ambiente interno cui ci si riferisce, sia esso “di progetto” oppure “in esercizio” (Corgnati
2005).
A volte però la corsa alla riduzione dei consumi energetici degli edifici finisce per trascurare
proprio quel benessere degli occupanti che dovrebbe essere preservato sia per motivi
strettamente legati alla salute, sia per ragioni date dalla produttività degli stessi. Un esempio
lampante è quello della tendenza della diminuzione dei ricambi d’aria per ridurre i consumi
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energetici. Infatti l’aria esterna per essere immessa deve prima subire dei trattamenti
energivori, in quanto spesso si trova nelle condizioni di temperatura e/o umidità più lontane
da quelle di immissione. Al verificarsi di tale situazione la conseguenza diretta è una
presenza di CO
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all’interno delle aule superiore alla normativa; ciò ha effetti negativi
sull’apprendimento e le prestazioni degli scolari, come confermano numerosi articoli
scientifici (Pawel Wargocki 2012) (D. C.-C. Zs. Bakó-Biró 2011).
Il risparmio energetico rimane un obiettivo importante che non può però prescindere dal
raggiungimento di una buona qualità ambientale interna.
I fattori ambientali più importanti per garantire il benessere degli occupanti e il
contenimento dei consumi energetici sono il microclima interno, la concentrazione di
sostanze inquinanti disperse nell’aria e depositate sulle superfici, la qualità e l’intensità
luminosa e acustica.
Come ampiamente indicato all’interno della normativa UNI EN 15251:2008 – Criteri per la
progettazione dell’ambiente interno e per la ventilazione della prestazione energetica degli
edifici in relazione alla qualità dell’aria interna, all’ambiente termico, all’illuminazione e
all’acustica (Norma UNI EN 15251 2008), il consumo di energia degli edifici dipende in modo
significativo dai criteri utilizzati per la progettazione dell’ambiente interno (relativi a
temperatura, ventilazione e illuminazione), per il progetto dell’intero fabbricato (ivi inclusi gli
impianti) e per il suo utilizzo.
Attraverso i parametri fisico-ambientali, quali la temperatura, l’umidità relativa, l’acustica, la
qualità dell’aria, l’illuminazione e la ventilazione, viene determinata la sensazione di
benessere, come complessa risposta di un insieme di fattori ambientali, dell’ambiente fisico
e dei servizi ma anche delle condizioni fisiologiche individuali, come la salute e le relazioni
sociali.
La qualità dell’ambiente interno (IEQ) viene quindi ormai intesa come l’insieme dei tre
comfort (termico, illuminotecnico e acustico) più la qualità dell’aria, e una corretta
progettazione degli edifici in cui l’uomo vive e lavora deve necessariamente prevedere un
approccio sinergico al benessere in tutte le sue componenti.
Il lavoro mira a sviluppare e validare una metodologia per la valutazione dell’IQE nella aule
universitarie basata sull’analisi tra i parametri IQE quantitativamente misurati e gli aspetti
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qualitativi del benessere degli occupanti. In particolare, l’attenzione verrà posta sulla
percezione della qualità dell’aria e della ventilazione indoor da parte degli occupanti in aule
con e senza ventilazione meccanica controllata, aspetto molto spesso trascurato.
La valutazione oggettiva della qualità dell’aria indoor viene effettuata attraverso la misura
della concentrazione di CO
2
. La concentrazione degli inquinanti indoor, infatti, può essere
più o meno correlato alla differenza tra le concentrazioni di CO
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interna ed esterna (Bluyssen
PM 1996). La concentrazione interna di CO
2
è ormai ampiamente utilizzata come indicatore
della qualità dell'aria interna e per ottimizzare la ventilazione in funzione del grado di
occupazione degli ambienti (Kusiak A 2009). Tuttavia gli inquinanti che possono essere
presenti negli ambienti confinati si possono distinguere in due categorie: quelli prodotti dalla
presenza di persone e quelli che ne sono indipendenti. Questi ultimi possono ad esempio
avere una fonte esterna inquinante o essere prodotti dai materiali costituenti l’edificio.
Quindi, dato che solo la prima categoria di inquinanti può essere correlata con la
concentrazione di CO
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, il controllo per avere una CO
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al di sotto di una determinata soglia
dettata dalla normativa è una condizione necessaria ma non sufficiente per definire la
qualità dell’aria interna (IAQ) in quanto non esclude la presenza degli altri inquinanti. Ciò
nonostante la concentrazione di CO
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può essere utilizzata per determinare il tasso di
ventilazione di un ambiente sfruttando la produzione delle persone come gas tracciante
(Persily 1996).
Nel presente studio si vuole analizzare la qualità dell’ambiente interno (IEQ) in aule
universitarie dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Le due aule analizzate, la T6
facente parte del complesso di Scienze fisiche e naturali e la A1 della facoltà di Ingegneria,
sono differenti per tipologia degli impianti tecnici presenti ma confrontabili per
caratteristiche architettoniche, dimensioni e grado di occupazione. I risultati sono stati
correlati in ogni caso alle condizioni climatiche esterne.
La scelta di queste aule è stata dettata da una differenza sostanziale dei tipi di impianti di
condizionamento presenti, mostrati in maniera riassuntiva nella tabella seguente. Questo
perché influisce in maniera determinante sia sui parametri ambientali interni che sul
benessere degli studenti.
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aula T6 aula A1
impianto di riscaldamento con ventilconvettori - √
impianto di riscaldamento con radiatori √ -
impianto di raffrescamento con ventilconvettori - √
ventilazione forzata (aria primaria) - √
ventilazione naturale √ -
L’obiettivo dello studio è stato il capire se al modificarsi delle condizioni ambientali interne vi
fosse una corrispondenza sul grado di percezione del benessere globale degli studenti,
trovando le differenze tra le valutazioni oggettive e quelle soggettive.
La metodologia di analisi utilizzata si sviluppa in tre fasi:
1) Misurazione dei parametri ambientali interni (temperatura di bulbo secco e umido,
temperatura media radiante, umidità relativa, velocità dell’aria, illuminamento,
concentrazione di CO
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) al fine di determinare gli indicatori ambientali di benessere
termoigrometrico, illuminotecnico e qualità dell’aria, in maniera oggettiva;
2) Osservazioni e registrazioni delle condizioni ambientali interne e degli occupanti;
3) Sondaggio effettuato attraverso dei questionari per la valutazione soggettiva della qualità
ambientale interna da parte degli occupanti.
Lo studio sperimentale effettuato è avvenuto in due step per le motivazioni sottoesposte.
Nella prima parte entrambe le aule, la T6 e la A1, e i relativi studenti sono stati oggetto di
studio nella stagione primaverile-estiva nei mesi di Maggio e Giugno 2015. Durante i giorni di
analisi nell’aula A1 era in funzione l’impianto di condizionamento dell’aria in assetto estivo
(ad esclusione del primo giorno di misure in cui a causa di un malfunzionamento non era
attivo) ed è stato in funzione l’impianto di ventilazione forzata; mentre nell’aula T6 non
essendo presenti impianti di raffrescamento né tantomeno di ventilazione forzata, i
parametri ambientali sono stati dipesi dalla sola ventilazione naturale.
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La scelta di questa stagione è stata effettuata in considerazione del fatto che in questo
periodo si verifica la maggiore differenza dei parametri ambientali interni (soprattutto per
quanto riguarda la temperatura) tra l’aula A1 in cui è in funzione l’impianto di
condizionamento e l’aula T6 priva di controlli ambientali. Inoltre, dato che uno degli obiettivi
è stato il mettere in relazione il benessere percepito dagli studenti e i consumi energetici
stimati, è stato interessante fare questa analisi nel periodo in cui, generalmente, i maggiori
consumi energetici annuali di un edificio sito a Roma, legati al fabbisogno di energia termica
primaria, si verificano proprio nei mesi estivi, in relazione al fatto che sono prevedibili più
gradi giorno
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estivi che invernali.
Durante questo periodo di analisi non si è voluto intervenire attivamente intraprendo azioni
che potessero modificare i parametri ambientali. Grazie questa azione non invasiva si è
potuto studiare quello che normalmente si verifica all’interno delle due aule.
A seguito delle prime considerazioni a cui si è giunti dopo questa parte di analisi, ovvero
avendo verificato che le sensazioni espresse dagli studenti sulla qualità dell’aria sono
fortemente influenzate dal benessere termico e sono correlate in maniera positiva tra loro
(quando viene espressa una buona sensazione termica vengono date buone valutazioni
anche sulla qualità dell’aria e viceversa in condizioni di discomfort) anche quando i parametri
ambientali oggettivi suggerirebbero una previsione di un risultato differente, si è deciso di
intraprendere un secondo studio effettuando una analisi più mirata. Questa apparente “non
obiettività” delle valutazioni personali sulla qualità dell’aria ha fatto sì di voler approfondire
questo fenomeno. In questo secondo studio si è intervenuto in modo invasivo sui parametri
ambientali cercando, in maniera mirata, di capire se le persone percepiscono il
cambiamento. In particolare sono stati alternati giorni di misura in cui è stato spento
l’impianto di ventilazione meccanica con giorni in cui ha funzionato normalmente, cercando
di lasciare invariati tutti gli altri parametri ambientali (con particolare attenzione alla
temperatura). In questo modo è stato possibile capire se gli studenti percepiscono o meno
un disagio causato dall’annullamento del numero di ricambi d’aria e conseguentemente un
aumento consistente e crescente della concentrazione di CO
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all’interno dell’aula. A causa di
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I gradi giorno rappresentano la somma delle differenze giornaliere tra la temperatura dell’ambiente,
convenzionalmente fissata a 20 °C, e la temperatura media giornaliera esterna. La somma delle differenze
giornaliere, tra le due temperature, viene eseguita per tutti i giorni del periodo annuale convenzionale.
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questo particolare intervento l’aula e gli studenti oggetto di studio sono stati quelli della A1
in cui essendo presente sia l’impianto di condizionamento che quello di ventilazione forzata
si è potuto modificare con più facilità i parametri di interesse. L’aula T6 e i relativi studenti
non sono stati oggetto di studio in questa seconda parte. Il periodo di analisi è stato Marzo
2016 durante il quale era in funzione l’impianto di condizionamento dell’aria in assetto
invernale. La scelta di questo periodo è stata dettata sia dal completamento della
precedente analisi sul benessere globale avendo a disposizione sia dati estivi che invernali,
sia da una più facile modulazione dei parametri ambientali attraverso l’impianto di
riscaldamento e ventilazione.