La moglie di Andrew Bogle Paterson era Rose, figlia di Emily e Robert
Johnstone Barton della Boree station, vicino a Molong, dove sisposarono l'otto aprile
del 1863.
Siccome a quel tempo i coniugi Paterson possedevano solamente la grezza casa
della fattoria Buckenbah, Rose decise di far nascere il primo figlio a Narrambla, dove
era sicura di poter trovare una buona assistenza sanitaria e dove si trovava il rettore
della chiesa della Santa Trinità, colui che sposò i genitori della signora Paterson e che
battezzerà poi il suo primogenito,Andrew Barton.
Sfortunatamente la Buckenbah station
3
dovette essere venduta; le cause furono
molteplici: le inondazioni, la siccità, la morte del bestiame e di conseguenza una
situazione economica non certo atta a sostenerele onerose spese di gestione di una
fattoria come quella dei Paterson. In questo periodo Banjo vide molto poco suo padre,
in quanto le avventure finanziarie della Buckenbah lo portarono ad intraprendere la
strada della migrazione del bestiame, uno spostamento verso nord che si rivelò
purtroppo disastroso a causa delle pessime condizioni meteorologiche che
accompagnarono il viaggio dello sfortunato drover.
4
Buckenbah e le località limitrofe furono comunque di basilare importanza per
l'iniziazione del giovane Paterson a quello che poi diventerà il suo ambiente naturale
d'ispirazione poetica: il bush
5
. Molong, ad esempio, ai tempi della sua infanzia, era
ancora un'area rurale allo stato brado e poche erano le abitazioni presenti, cosicché
poteva benissimo venire definita outback.
6
3
La station è la tipica fattoria australiana, immersa nella campagna, con grossi allevamenti di bovini e ovini. Data la
particolare connotazione dei termini prettamente australiani come station, bush, drover, outback, selector,
squatter,ballad, larrikin, ecc.; si è ritenuto opportuno riportarli quasi sempre in lingua originale, cercando di limitare le
traduzioni che ne potrebbero pregiudicare il peculiare significato locale.
4
La figura del drover, il mandriano che porta le sue bestie a cercare pascoli migliori, è un elemento portante nella
letteratura australiana del periodo: ne ha offerto splendide rappresentazioni Henry Lawson nei suoi racconti, e
l'hamiticizzata Paterson con le ballate sui bullokies, quei giovani che tenevano a badale mandrie e che tanto lo avevano
affascinato da bambino.
5
Questo è il concetto centrale di tutta l'analisi dell'opera patersoniana. La parola in sé stessa indica i cespugli, la
macchia, la vegetazione che si trova lontano dai grossi centri urbani. Ma nello stile di vita di Paterson e degli altri
abitanti dell'Australia, il bush ha un'accezione molto più ampia. Tutto ciò che non è città è bush. La dicotomia non è
solo di carattere geografico-spaziale, ma comprende tutti i parametri che fanno parte di quello stile di vita che solo è di
chi affronta quotidianamente le difficoltà, ma anche le meraviglie, di questo ambiente. Tutto il secondo capitolo della
presente dissertazione è incentrato nell'analisi del rapporto tra il poeta e il bush, si rimanda quindi al suddetto per una
trattazione più completa dell'argomento.
6
Entroterra australiano, può essere considerato sinonimo di bush.
Una zona totalmente aperta al solo dominio della natura e conosciuta perfettamente
solo da chi ci era nato e vissuto sin da bambino; come la guida aborigena
Yuringah,che accompagnò l'esploratore Sir Thomas Mitchell nella sua spedizione
nell'entroterra australiano del 1846.
L'amore per il bush era già nel sangue di Banjo e con esso anche la voglia di
comunicare e tramandare quell'eredità fatta di sentimenti puri e di affetti naturali
propria del popolo australiano.
Andrew Barton visse a Buckenbah fino all'età di sei anni; il ricordo
dell'invasione dei dingoes nella fattoria ormai allo sfascio impressionò molto quel
bambino che prima ancora di camminare sapeva già come prendere la giusta
confidenza con quei luoghi impervie quella vita selvaggia. Ascoltava i rumori del
bush ed imparò ad amare la gloria e la bellezza di ogni suo aspetto. Conosceva la
reale libertà di un mondo nel quale ancora molto doveva esser fatto, ma dove la
confusione era un concetto del tutto sconosciuto; dove una persona aveva il tempo
per stare tranquilla e godersi lo splendore e la sontuosità di un magnifico tramonto;
dove ci si poteva svegliare talmente presto per potersi rendere perfettamente conto
che quello splendore e realmente esistito.
7
Oggi la linea ferroviaria Dubbo-Molong attraversala proprietà Buckenbah, un
treno rompendo il silenzio passa accanto alle rovine della vecchia casa che fu nido
d'infanzia del poeta.
Il padre di Banjo, dopo l'infausto tentativo di portare il bestiame a pascoli
migliori, fu costretto a vendere Buckenbah e, dopo aver chiesto un cospicuo prestito
bancario, intraprese una non meno sfortunata avventura mettendosi in proprio per
acquistare un'altra station chiamata Il lalong, situata più a sud nel distretto di Yass, un
territorio considerato più fertile non lontano dalle miniere di Lambing Flat.
Purtroppo, come si è accennato poco prima, la sfortuna non cessò di accanirsi sul
povero Andrew Bogle che oltre alla siccità, venne questa volta tartassato anche da
turbe di free selectors che scendevano per occupare le terre dopo la recente
7
Cfr. Ibidem, p.17
approvazione del Free Selection Act.
8
La Illalong dovette così essere ipotecata; fortunatamente il nuovo proprietario
della station, Mr.Henry Browne della vicina Bendenine, assunse il padre di Banjo
come fattore di entrambe le proprietà.
La casa colonica della Illalong fu costruita in una insenatura nella parrocchia di
Binalong all'interno della contea di Harden, a più di duecento miglia da Sydney.
Binalong è la distorsione della parola Benelong, che era il nome di un aborigeno capo
di una tribù appartenente però ad un'altra parte dello stato.
Come per Buckenbah anche alla Illalong Banjo passò momenti di
indimenticabile entusiasmo, specialmente durante le vacanze scolastiche che
venivano sempre anticipate per poter passare più tempo con i propri fratelli e sorelle,
ma soprattutto per poter entrare sempre più in contatto con il mondo della station ed i
suoi personaggi; gli uomini, gli eroi, gli animali che popolavano la fattoria e che la
facevano vivere con la loro opera quotidiana.
Gli scavi per le ricerche dell'oro a Lambing Flat erano una meta di
pellegrinaggio quotidiano per il ragazzo; in quel luogo l'ammirazione più intensa
andava ai soldati armati a cavallo, che scortavano il prezioso metallo giallo in uscita
dalle miniere. Nei suoi ultimi anni di vita, le esperienze vissute in quei luoghi si
rivelarono per Banjo un'inesauribile fonte di ispirazione per i suoi versi e la sua prosa.
Nonostante ci fossero sette bambini in casa Paterson: Andrew Barton, Hamilton,
Florence, Jessie, Edith, Grace e Gwen; Barty, così come veniva chiamato in famiglia,
era un bambino molto solo. Dovette quindi cercare da sé i suoi divertimenti
adolescenziali, e come gli altri bambini solitari del bush, imparare a convivere con
quel particolare ambiente naturale, abbandonandosi all'illimitato flusso di sensazioni
visive e uditive che l'entroterra gli offriva.
8
Al contrario delle terre assegnate agli abitanti della colonia dal governo britannico, quelle prese per free selection
venivano accaparrate semplicemente occupando l'appezzamento di terreno desiderato.
Dopo aver imparato a leggere e a scrivere con un'istitutrice personale, ma
soprattutto dopo aver imparato ad andare a cavallo, il giovane Paterson, all'età di otto
anni, iniziò a frequentare la piccola scuola pubblica di Binalong distante ben quattro
miglia che era costretto a percorrere ogni giorno con il suo pony.
In classe le maniere dell'insegnante non erano delle più gentili, ed era infatti
quasi sempre a suon di bacchettate sulle mani che gli alunni imparavano a rispondere
alle domande, ad essere puntuali e a non dire le bugie. I suoi compagni di banco
erano i nipoti dei bushrangers,
9
i figli dei manovali e delle"braccia" che lavoravano
nelle stations; fu attraverso queste amicizie che ebbe la possibilità di immagazzinare
importanti aneddoti circa i riti
9
Classici fuorilegge del bush, diventati archetipi nella letteratura australiana e le tradizioni del bush, e storie su
quei personaggi che costituirono poi gli argomenti delle sue più famose ballate.
1.2 Il periodo dell'adolescenza in città
Emily Barton, nonna materna di Banjo e punto di riferimento centrale per la sua
istruzione accademica, si era trasferita nel 1860 in un sobborgo di Sydney chiamato
Gladesville dove il nipote la raggiunse nel 1874, quando all'età di undici anni iniziò a
frequentare la prestigiosa Sydney Grammar School. La signora Barton era una donna
molto colta,aveva studiato il francese a Parigi, conosceva molto bene i classici e la
storia, e aveva fatto della sua casa di Gladesville una sorta di salotto culturale che
attraeva non poco tutti gli abitanti della zona, essendo frequentato in particolar modo
da alcune delle famiglie della Sydney"bene" come ad esempio i Betts, i Blaxlands e i
Fitzgerald.
L'effetto che questo colto ed intellettuale ambiente ebbe sul ragazzo fu di
incommensurabile importanza; gli insegnamenti della nonna non si limitavano
solamente ad un'istruzione di carattere generale, ma erano concentrati su specifici
argomenti come la lingua francese, l'amore per grandi scrittori come Carlyle, Ruskin
e Swinburne. Ma ciò che più affascinava Banjo erano le infinite storie sul periodo dei
pionieri del bush che la signora Barton gli raccontava con sincero calore,
contribuendo in questo modo a radicare dentro di lui quel particolare amore per
l'Australia, elemento dominante nei suoi scritti futuri.
10
La città agì, almeno per i primi tempi, in modo positivo su Paterson; da ragazzo
timido ed impacciato quale era acquistò gradualmente fiducia in sé stesso ed imparò a
comportarsi nella maniera più consona a quell'ambiente decisamente aristocratico. Le
eleganti maniere, il comportamento atletico e la raffinata arguzia,diventarono le sue
armi segrete per la giusta affermazione in società.
Simbolicamente, assieme a tutti gli altri cambiamenti, mutò anche il mezzo di
trasporto per raggiungere quotidianamente la scuola; dal pony che accompagnava il
Paterson bambino alla piccola scuola di Binalong, passò al ben più urbano battello a
vapore, mezzo veloce e affidabile per arrivare in perfetto orario alle austere lezioni
10
Cfr. CLEMENT SEMMLER, The Banjo Of the Bush, St. Lucia:U.Q.P.,1984, p.45.
della Sydney Grammar School. Questo liceo, come già accennato sopra tra i migliori
della zona, poteva vantare l'istituzione del Junior and Senior Knox Prize, premio
fondato nel 1863 da una donazione di Edward Knox della Colonial Sugar Refining
Company. Veniva assegnato ogni anno ai due studenti, rispettivamente appartenenti
alla Middle e Upper School, che si erano distinti in base al loro profitto generale.
Banjo Paterson fu tra i vincitori della categoria Junior ma dovette dividere il premio
con l'exequo Goerge Rich, che diventò poi il sostituto procuratore di giustizia della
corte suprema d'Australia.
Proprio durante il periodo di studio alla Sydney Grammar School di attiva vita
sociale in città, il 24 febbraio del 1893, la madre di Banjo cessò di vivere; il ragazzo,
alquanto solo, consolidò così una grande amicizia con il giovane zio Frank Barton,
personaggio in vista come notaio ed amico degli esponenti letterari del tempo. Il
rapporto con lo zio si rivelò fruttuoso soprattutto sul piano delle acquisizioni
linguistiche e dialettiche, nonché culturali, grazie anche alla continua presenza di
Paterson alle conversazioni di salotto tenute nella casa della nonna.
Un aneddoto sulla signora Emily Barton racconta che sarebbe stata disposta
anche a prendere il posto dell'istitutrice di turno, se quella non avesse avuto cura
nell'insegnare il latino; e quando ciò accadde realmente, il quadro che si presentò era
quello di tutti i bambini riuniti attorno al tavolo della cucina, seduti a coniugare verbi
e a fare analisi grammaticali mentre lei li correggeva sbrigando contemporaneamente
le faccende di casa.
Per un ragazzo fondamentalmente di campagna come Banjo Paterson, vivere la
propria adolescenza in una grande città quale era Sydney si rivelò un'esperienza del
tutto nuova, molto stimolante dal punto di vista delle impressioni e delle emozioni
scaturite dal contatto con una realtà caleidoscopica, pullulante di vita e
completamente al di fuori del concetto di Australia per il quale il poeta viene
ricordato.
A quei tempi Sydney sembrava scoppiare dal caotico traffico che ne
sommergeva le strette strade; colpirono particolarmente gli occhi del nostro poeta
novità come i tram a vapore che, introdotti da poco tempo,resero il trasporto pubblico
più celere e confortevole sostituendo gli ormai antiquati omnibus trainati da cavalli.
La Sydney del sabato sera assumeva un aspetto nuovo, quasi magico per
Paterson che si ritrovava a passeggiare tra la folla di cittadini completamente dedicati
ad accalcarsi sui banchi dei mercati all'aperto, o ad entrare ed uscire dai tanti negozi
illuminati dalle lampade a gas.
I personaggi che incontrava lungo le strade principali del centro erano delle più
disparate estrazioni sociali e formavano quel microcosmo tipico della città di un
paese coloniale immerso ancora in una continua crescita demografica. C'erano
venditori ambulanti che gridavano le loro merci per invitare all'acquisto, suonatori di
organetto ed altri musicisti di strada, baldi larrikins,
11
ragazzine riunite in piccoli
gruppi che gettavano ogni tanto furtive occhiate ai loro spasimanti, casalinghe con
cesti colmi di frutti e grassi borghesi con le loro famiglie.
12
Paterson poteva comunque considerarsi fortunato in quanto appartenente ad un
tipo di ambiente intellettuale, come quello proposto dalla nonna Emily Barton,
decisamente privilegiato nella Sydney del tempo.
Era infatti luogo comune, forse un po' troppo esagerato,considerare l'abitante
medio della metropoli australiana come una persona molto attiva e pratica, privo
perciò di quel tempo e quella disposizione necessari per dedicarsi pienamente ad
attività artistiche o culturali di qualsiasi genere.
La vita all'interno di un circolo familiare elitario in fatto di cultura,non trasformò
però Banjo in un freddo intellettuale immerso tutto il giorno in pesanti letture
accademiche. Egli, come tanti altri giovani australiani, amava vivere all'aperto, stare a
contatto con quella natura che gli aveva fatto da madrina quando da bambino giocava
nel verde della station Buckenbah o Illalong.
A Sydney non era certo possibile ritrovare quel paesaggio incantato, ma il fiume
11
Giovani teppisti.
12
Cfr. Ibidem, p.46.
Parramatta e le sue rive diventavano rifugio del ragazzo, per dividere la propria
nostalgia con quella degli abitanti della colonia che avevano denominato i loro
insediamenti lungo il corso d'acqua con i nomi dei paesi d'origine. Il fiume era
diventato il suo paese dei balocchi, nascondeva tra le acque trasparenti segreti di
avventure pionieristiche che facevano lavorare la fantasia del poeta ancora
adolescente. Ogni giorno all'uscita da scuola,contemplava attentamente le tante
chiatte cariche di legname e di frutta,silenziose nei loro passaggi lungo quel fiume
che lo portò a scrivere uno dei più toccanti pezzi della sua produzione in prosa: On
the River.
Non appena sedicenne, dopo essersi iscritto all'università ed aver fallito il
tentativo di ottenere una borsa di studio che gli avrebbe permesso di coprire le spese
necessarie per la facoltà di giurisprudenza,Paterson cominciò a lavorare come
apprendista presso uno studio notarile. Questa attività, sebbene utile per imparare a
districarsi tra i cavilli più insidiosi della burocrazia, non lo soddisfava pienamente e
contribuiva, assieme al frenetico ritmo urbano, a farlo sentire a disagio bramando le
annuali vacanze estive per fuggire a rilassarsi e giocare nel bush con gli amici del
posto.
Pur non amando totalmente la professione legale, dimostrò grandi capacità
intuitive che unite alla costanza nel lavoro, gli diedero la possibilità di far carriera in
questo campo; tant'è vero che, dopo aver conseguito la laurea, venne ammesso
all'albo dei notai e più tardi diventò coordinatore di una società amministratrice degli
atti notarili di molte banche della zona. Purtroppo il mondo notarile e burocratico
ingenerale, si rivelò essere per Paterson una grande industria per impoverire
ulteriormente coloro che non godevano di una buona situazione socio-economica. Era
stanco di spillare denaro a chi già nonne possedeva
13
; decise così di agire, di fare
qualcosa per mutare questo status, visto che almeno lui si trovava in una posizione
privilegiata nella quale cancellare un'ingiustizia era cosa potenzialmente realizzabile.
Fu in tale contesto che vide la luce quella che viene considerata la prima opera
13
Cfr. Ibidem, p.51.
in prosa di Paterson: il pamphlet Australia for the Australians, sottotitolato a Political
Pamphlet Showing the Necessity for Land Reform Combined with Protection,
pubblicato dagli editori Gordon e Gotch nel 1889.
L'opera, costituita da cinque capitoli, era il risultato di un attento studio della
storia e dell'economia del paese, ma soprattutto del desiderio profondo di aiutare chi
ne aveva veramente bisogno. Degno di grande ammirazione fu lo sforzo di questo
ragazzo poco più che ventenne, autore di un tale libello, in un clima politico
decisamente conservatore. Il coraggio e la fermezza delle sue parole nel trattare temi
quali la disoccupazione e l'esodo verso le città dalle campagne, non furono soltanto
slogan gridati al vento; ma uniti ad altri argomenti come la decentralizzazione, il
ritorno alla terra, l'abolizione del sistema di assegnazione delle terre in proprietà
assoluta, fecero di Australia for the Australians un concentrato di pura rabbia, e allo
stesso tempo di sincero amore per il proprio paese.
Paterson considerava però questa sua prima produzione letteraria di contenuti
piuttosto duri, e in seguito maturò la convinzione di aver dato solo della vaghe
soluzioni a problemi purtroppo realmente tangibili. Sembra sia stata questa una della
cause principali che gli fece abbandonare la prosa per abbracciare quello che diventò
il suo principale interesse: la poesia.
Lorna Ollif nella sua biografia sul poeta Andrew Barton Paterson,racconta di
aver analizzato Australia for the Australians, conservato alla Mitchell Library di
Sydney, e di averlo trovato "una chiara,semplice e leggibile esposizione di un
soggetto che, a quel tempo, deve aver fatto lavorare molto i migliori cervelli della
colonia
14
".
Anche Clement Semmler
15
si è chiesto perché Paterson abbia quasi ripudiato le
tesi sostenute nel pamphlet, pur tenendo conto che lui e la sua famiglia vennero
palesemente danneggiati da quei sistemi di assegnazione delle terre; e che inoltre
molte persone, compresi noti letterati del periodo come Henry Lawson, Morant,
Boake e Ogilvie, appoggiavano le teorie patersoniane in maniera molto chiara.
14
L. OLLIF, Andrew Barton Paterson, p.24.
15
Cfr. C. SEMMLER, The Banjo of the Bush, p.53.
Il poeta aveva comunque intenzioni abbastanza lucide sul percorso da seguire
nella trattazione dei suoi argomenti. Aveva già specificato, nella prefazione del breve
trattato, che era impresa presso ché impossibile prendere in esame approfonditamente
ogni aspetto del problema nello spazio di poche pagine, riproponendosi di ritornare
sugli stessi temi a lui cari, dopo averli ulteriormente ponderati,in un'altra
pubblicazione di carattere più ampio. Sfortunatamente, non solo non accennò più ai
suddetti problemi, ma come già detto prima,cambiò anche radicalmente la posizione
delle sue idee in fatto di problematiche relative ai territori.
Questo passo falso di Paterson gli fece guadagnare l'epiteto di portavoce della
squattocracy,
16
ingiusta eredità che portò con sé e che i suoi avversari sfruttavano
quando le critiche volevano essere particolarmente pungenti. In realtà Banjo Paterson
seppe sempre tenere alta la bandiera di poeta del bush,quando negli anni a venire creò
ballate e sketches che avevano come soggetti principali situazioni e individui
appartenenti alle classi meno agiate del continente.
La difficile esistenza dei derelitti abitanti del bush, lo squallore delle baracche
circostanti le grandi città e tutti i problemi che il grande afflusso verso i grossi centri
urbani portava,erano tematiche spesso presenti nelle ballate o nelle opere in prosa del
poeta definito dai suoi nemici, un mero sostenitore della classe dominante dei ricchi
possidenti: gli squatters.
16
La collettività degli squatter, ovvero gli appartenenti a quell'aristocrazia coloniale che prendeva domicilio nel bush e
viveva alle spalle dei più poveri