Introduzione
La Balanced Scorecard è sicuramente uno dei modelli di analisi e
controllo strategico più noti ed utilizzati nelle imprese in tutto il mondo.
Il termine può essere tradotto in italiano come “scheda di valutazione
bilanciata”. Infatti questo modello è caratterizzato da un bilanciamento
tra misure di performance di natura puramente finanziaria (lagging
indicators) e misure di performance di natura non finanziaria (leading
indicators), tra misure di risultato e misure che indirizzano le
performance future. Nata come strumento bilanciato per la misurazione
della performance dell’organizzazione e strumento di rendicontazione e
di controllo delle strategie aziendali, negli anni successivi la BSC si è
evoluta fino ad affermarsi come uno dei più efficaci sistemi di
management strategico per l’esecuzione della strategia e la sua
traduzione in azione, per l’allineamento delle risorse organizzative,
attraverso cui definire e tradurre vision e mission in azioni, pianificare e
fissare gli obiettivi in base alle strategie aziendali. Si tratta quindi di uno
strumento attraverso cui guidare ed impostare le strategie
dell’organizzazione in maniera efficiente.
Nel corso del lavoro vedremo come questo modello, nato in ambito
privato, si sia poi sviluppato anche nelle organizzazioni pubbliche e no
profit. Cercherò di valutare le differenze ed i punti in comune tra i
modelli implementati nei due diversi ambiti.
Lo sviluppo della Balanced Scorecard rappresenta un tema di grande
attualità nel contesto odierno. Le imprese, ma, come vedremo, anche le
organizzazioni non orientate al profitto, operano ora in un ambiente
caratterizzato da una concorrenza crescente, da maggiori aspettative di
un pubblico più esigente, da risorse scarse… In questa situazione un
modello, come la Balanced Scorecard, che, tra le altre cose, focalizza
l’attenzione sulle priorità strategiche dell’impresa e orienta l’intera
organizzazione verso queste priorità, risulta di notevole importanza.
Partendo da questo presupposto, i primi capitoli sono finalizzati a
delineare le caratteristiche principali del modello. Nel capitolo 1, dopo
una breve storia della Balanced Scorecard, ne vengono delineate le
principali modalità di impiego, la struttura, con particolare attenzione
alle quattro dimensioni classiche (economico finanziaria, clienti, processi
interni, apprendimento e crescita) e a quella alternative/sostitutive, i
principali vantaggi e svantaggi e l’importanza nell’attuale contesto. Il
capitolo 2 analizza le fasi che caratterizzano generalmente lo sviluppo di
una Balanced Scorecard: costruzione del consenso, revisione ed
aggiornamento, sviluppo della piattaforma informativa, integrazione con
i processi manageriali, progettazione logica e il processo di cambiamento
che essa porta. Infine il capitolo 3 analizza la diffusione del modello, nel
mondo ed in Italia, mentre il capitolo 4 esamina i principali modelli che
imitano la Balanced Scorecard e i principali modelli multidimensionali
di reporting ad essa alternativi, ovvero l’Intangible Asset Monitor, il
Business Navigator ed il Performance Prism.
Il capitolo 5 affronta la prima esperienza di Balanced Scorecard, quella
di Total Italia, per vedere applicati nella realtà i concetti espressi nei
primi cinque capitoli.
Negli altri capitoli si affronta il tema della Balanced Scorecard nel
settore pubblico e no profit. Nel capitolo 6 sono indicate le principali
caratteristiche dei modelli implementati in ambito pubblico e no profit
evidenziando i punti in comune e le differenza tra tali modelli e quelli
applicati in ambito privato. Le esperienze dei capitoli 8 e 9 oltre a
definire le prerogative della Balanced Scorecard rispettivamente in
ambito sanitario ed in un comune, riprendono alcuni dei concetti espressi
nel capitolo 6 applicati nella realtà.
Scopo del lavoro sarà quindi dimostrare, anche attraverso queste due
esperienze, come il modello di Kaplan e Norton sia applicabile nella
realtà della pubblica amministrazione e nel no profit. Quindi, all’analisi
della letteratura esistente sulla Balanced Scorecard, ho affiancato
esperienza dirette nel contesto italiano grazie alla collaborazione offerta
dai responsabili delle organizzazione contattate: il responsabile qualità di
Total Italia, Dott. Bielli, il direttore del Controllo di gestione
dell’Azienda Ospedaliera San Martino, Dott. Copello e la responsabile
dell’ufficio Controllo di Gestione del comune di Cardano al campo,
Dott.sa Passerotti che mi hanno fornito preziose indicazioni per la
stesura di questa tesi.
Al termine del lavoro dovrebbe risultare chiaro come la BSC possa
adattarsi a contesti diversi da quello privato in cui è nata e in cui
continua ad essere adottata con successo.
Tenuto conto di queste premesse si potrà ragionevolmente credere che
uno sviluppo futuro in tali contesti sia auspicabile e possibile. Tutto ciò
nonostante in Italia, come vedremo nel capitolo 3, non solo non sia
molto diffuso ma spesso neanche conosciuto.
1 La Balanced Scorecard
1.1 L’origine del modello
L’origine della Balanced Scorecard viene fatta risalire agli inizi degli
anni 90’. In quel periodo Robert Kaplan, professore dell’Università di
Harvard, e David Norton, presidente della Nolan Norton, conclusero un
progetto di ricerca dal titolo “Measuring Performance in the
Organization of the future” che aveva l’obiettivo di analizzare
l’esperienza di dodici grandi aziende particolarmente sensibili agli
inconvenienti derivanti dall’impiego di sistemi di misurazione di tipo
tradizionale e, proprio per questo motivo, disponibili a sperimentare
nuovi approcci al problema.
L’intento era quello di verificare se i metodi classici di misurazione dei
risultati di tipo economico-finanziario potessero essere ancora ritenuti
validi od occorresse sperimentarne di nuovi.
Tutto questo alla luce di alcune principali considerazioni:
ξ i metodi economico-finanziari fino a quel momento utilizzati
erano di tipo ex post e quindi valutavano i risultati di azioni già
compiute su cui non era possibile attuare azioni correttive
ξ la crescente complessità e dinamicità dei mercati imponevano alle
aziende di attuare strategie efficaci e controllarne i risultati con
metodi di valutazione efficienti
1
ξ le dinamiche del lavoro stavano mutando rapidamente: fattori
quali la globalizzazione, la conoscenza del cliente, la progressiva
1
http://www.sqm.it/Documenti/Balanced_Scorecard_Nascita.asp
crescita delle “risorse intangibili” stavano tutti rapidamente
convergendo verso un cambiamento di durata stabile influenzando
il modo in cui il lavoro stesso veniva condotto
ξ la strategia veniva considerata uno strumento di protezione
efficace in questo scenario in continuo mutamento ma circa il 90%
delle organizzazioni erano incapaci di convalidare le proprie
strategie
2
.
I risultati di questo studio, pubblicati nel primo articolo dedicato alla
Balanced Scorecard
3
, confermavano che certe aziende “pioniere”
stavano definitivamente abbandonando i propri sistemi, basati
esclusivamente su indicatori economico-finanziari, a favore di strumenti
in grado di ricostruire (attraverso l’impiego bilanciato di differenti
misure) una visione più organica ed esaustiva. Kaplan e Norton
riuscirono a identificare alcuni importanti elementi di omogeneità in
queste prime sperimentazioni e proposero un nuovo sistema di
misurazione delle performance articolato su quattro prospettive di analisi
(financial, customer, internal process, innovation and growth). Era
ufficialmente nata la Balanced Scorecard.
Nello studio di Kaplan e Norton emergeva inoltre come i sistemi di
misurazione delle performance fino ad allora utilizzati dalla maggior
parte delle imprese non erano in grado di fornire le informazioni
necessarie per rendere le medesime competitive nel contesto di una
economia della conoscenza. Molte misure in questione rimanevano
2
http://www.caosmanagement.it/n5/mana_art6.html
3
Robert KAPLAN, David NORTON, The balanced scorecard – measures that drive
performance, in “Harvard Business Review”, Boston, January-February, p. VIII,
1992
sostanzialmente immutate rispetto a quelle messe a punto dai primi
giganti industriali alle soglie del ventesimo secolo. Tali sistemi,
caratterizzati dal fatto di riporre una pressoché esclusiva fiducia
nell’applicabilità delle misure finanziarie, risultavano mal predisposti
alle sfide affrontate dalle moderne organizzazioni. Kaplan e Norton
arrivarono alla conclusione che le organizzazioni dovessero tentare
l’introduzione del concetto di “equilibrio” nell’ambito dei loro sistemi di
misurazione. Nello specifico la precisione storica e l’esaustività delle
misure finanziarie della performance dovevano essere bilanciate con altri
elementi, nell’intento di considerare una gamma più vasta di
performance e possibilità di operazioni strategiche.
Negli anni immediatamente successici numerose aziende adottarono il
modello, dimostrando come non solo fosse applicabile, ma, nella
maggior parte dei casi desse risultati sorprendenti. Si scoprì, infatti, che
il modello si rivelava una risposta particolarmente efficace per risolvere
il problema dell’integrazione tra indicatori economico finanziari e non.
La Balanced Scorecard riusciva, in effetti, ad offrire, una visione
equilibrata ed organica delle performance aziendali, in grado di
interiorizzare il principio di multidimensionalità e di trovare il giusto
legame tra indicatori indifferenti.
Il loro approccio radicale ma estremamente semplice mise in risalto
l’applicabilità di misure nelle quattro aree, distinte e tuttavia correlate, a
cui ho accennato prima
4
: economico-finanziaria (economic), cliente
(customer), processi interni (internal process), apprendimento e crescita
(learning & growth).
4
E che saranno trattate più dettagliatamente nel capitolo 1.2
Il termine Balanced Scorecard (d’ora in avanti BSC) viene fatto risalire
ai classici tabelloni utilizzati nelle gare di baseball e/o di basket negli
Stati Uniti a completamento del semplice punteggio della partita che si
sta giocando
5
. Può essere tradotto in italiano come scheda di valutazione
bilanciata. Bilanciata, per l’appunto, tra misure di performance di natura
puramente finanziaria (lagging indicators) e misure di performance di
natura non finanziaria (leading indicators), tra misure di risultato e
misure che indirizzano le performance future. Il termine scorecard pone
l’accento sulla sua natura di sistema di valutazione delle performance
6
.
1.2 Le modalità di impiego
In origine la BSC era stata pensata come strumento bilanciato per la
misurazione della performance dell’organizzazione (tramite le quattro
prospettive bilanciate già citate) e strumento di rendicontazione e di
controllo delle strategie aziendali.
Negli anni successivi si è evoluta fino ad affermarsi come uno dei più
efficaci sistemi di management strategico per l’esecuzione della strategia
e la sua traduzione in azione, per l’allineamento delle risorse
organizzative, attraverso cui definire e tradurre visione e missione in
azioni, pianificare e fissare gli obiettivi in base alle strategie aziendali.
Diventa perciò uno strumento attraverso cui guidare ed impostare le
strategie dell’organizzazione in maniera efficiente
La BSC permette inoltre di identificare fra le tante variabili quelle che
concretamente concorrono alla creazione di valore e che quindi
5
http://www.miranet.it/dossier/balanced1.html
6
http://www.geminieuropa.com/generic_c_BSC_art9.html
influiscono sul risultato finale, contribuendo a mantenere o incrementare
un vantaggio competitivo (nell’ambito privato) o un’utilità sociale
(nell’ambito pubblico).
Facilita, inoltre, la comunicazione e la comprensione degli obiettivi e
delle scelte strategiche a tutti i livelli dell’organizzazione, incrementa la
capacità d’apprendimento da parte dell’organizzazione (si parla, non a
caso di Learning Organization)
7
ed il dialogo sia interno che esterno.
Per quanto riguarda il dialogo esterno, la crescente e generalizzata
apertura al mercato impone l’assunzione di comportamenti improntati
alla trasparenza come condizione necessaria per l’acquisizione di
capitali: quest’esigenza, comune a tutte le organizzazioni, assume
rilevanza maggiore in settori, quale quel no profit, che strumentalmente
fanno dipendere il proprio equilibrio economico dalla capacità di attrarre
capitali la quale, a sua volta, si basa sulla presenza e sul mantenimento di
un rapporto di fiducia tra l’organizzazione e la comunità d’appartenenza.
Una chiara specificazione degli obiettivi e dei parametri di riferimento
ad essi associati può contribuire a rafforzare il legame fiduciario,
migliorando la comprensione da parte dell’esterno delle azioni
strategiche poste in essere dall’organizzazione e la possibilità di verifica
del grado d’attuazione delle stesse.
Sotto il profilo dei rapporti interni all’azienda, la BSC può costituire un
sistema per comunicare il processo strategico all’intera struttura e
“calarlo” nei suoi tessuti (si parla di cascading
8
): definire gli obiettivi
strategici e dettagliarli a tutti i livelli organizzativi, collegandoli a quelli
individuali, può portare ad orientare gli sforzi delle varie componenti
7
http://www.datamanager.it/itconsult.php?idricercato=7590
8
Cfr. per maggiore chiarezza il capitolo 2.3
aziendali al raggiungimento di risultati comuni. Di qui la possibilità di
giungere ad un’attenuazione delle barriere tecnico-funzionali che spesso
si incontrano all’interno delle organizzazioni e che, come conseguenza,
determinano una carenza di consenso sull’individuazione delle strategie
e sull’importanza attribuita alle stesse. Inoltre la valenza interna della
BSC si può manifestare nella possibilità di confronto tra performance di
filiali della stessa organizzazione che svolgono la medesima attività in
diversi contesti per stimolarle a incrementare i propri risultati rispetto
alle altre filiali
9
.
La BSC fornisce ai manager la strumentazione di cui hanno bisogno per
dirigere la rotta verso il futuro successo competitivo poiché aiuta a
valutare, gestire e migliorare le prestazioni di business dell’azienda,
attraverso la misurazione delle quattro prospettive.
La BSC risulta un utile metodo per “mettere ordine” tra i dati e gli
indicatori, con l’obiettivo di integrarli e bilanciarli, ossia di definire le
connessioni logiche esistenti tra di essi in modo da conoscere in anticipo
quali riflessi avrà una determinata azione sull’intera gestione aziendale.
In tale modo si garantisce anche la conoscenza della strategia scelta da
parte di tutte le funzioni aziendali.
Il carattere innovativo del modello risiede nella visione d’insieme:
l’eccellenza nel raggiungimento di singoli risultati viene valorizzata solo
qualora risulti funzionale al conseguimento dell’intero set di obiettivi
posti all’organizzazione. L’obiettivo ultimo del modello è, infatti,
attraverso l’integrazione di differenti dimensioni di valutazione, quello di
verificare la capacità dell’azienda di soddisfare le diverse categorie di
portatori d’interesse che in essa convergono. Ciò presuppone il
9
E’ questo uno degli utilizzi della BSC in Total Italia (Cfr. Cap. 5.2)
ridimensionamento delle prospettive di valutazione economico-
finanziarie, espressione delle categorie tradizionalmente dominanti della
proprietà e del management. E’ stato proprio questo, come visto, il punto
di partenza per la nascita del modello che ha portato ad un superamento
della logica basata sugli indicatori classici di valutazione, direttamente
derivati dal bilancio, ovvero del Controllo di Gestione nel senso
tradizionalmente inteso
10
e l’apertura verso altre classi di stakeholder
(clienti, lavoratori, comunità d’appartenenza, ecc…) la cui soddisfazione
diventa un risultato rilevante di per sé e non solo strumentale al
conseguimento degli obiettivi di natura economica. L’interesse per la
BSC nasce da questo ampliamento delle prospettive di valutazione, che a
sua volta, costituisce premessa per l’assunzione di scelte di
posizionamento più equilibrate che contemperino obiettivi sia a breve
che a lungo termine, finalità economiche che di tipo diverso, attinenti i
rapporti con la società d’appartenenza.
L’ambito di applicazione della BSC è veramente ampio, essendo
applicabile non solo alle imprese, ma anche ad Istituzioni Finanziarie,
Amministrazioni Pubbliche ed Enti no profit
11
. Abbiamo già visto alcune
utilità per questi due ultimi settori. Abbiamo sottolineato, infatti, che la
BSC permette di identificare le variabili, critiche per la creazione di
valore, in grado di mantenere o incrementare un’utilità sociale, se quello
è il fine di un’organizzazione; ed è questo il fine in un’organizzazione
pubblica o no profit. Inoltre, con riferimento all’importanza della BSC
nel dialogo esterno, si è visto come questo aspetto sia fondamentale per
enti no profit che basano la propria sopravvivenza sulla capacità di
10
http://www.geminieuropa.com/generic_c_BSC_art9.html
11
Alle organizzazioni pubbliche e no profit è dedicato il capitolo 6
attrarre capitali la quale, a sua volta, si basa sulla presenza e sul
mantenimento di un rapporto di fiducia tra l’organizzazione e la
comunità d’appartenenza. Quindi questo modello, nato in ambito privato,
ha saputo adattarsi anche a contesti diversi, dimostrando una grande
flessibilità ed adattabilità mediante la sostituzione o l’aggiunta di
dimensioni diverse da quelle originarie che, comunque, nella maggior
parte dei casi sono risultate adatte. In particolare le amministrazioni
pubbliche e le organizzazioni no profit hanno incominciato ad utilizzarla
negli ultimi anni e ne stanno traendo benefici, come vedremo più avanti,
nel capitolo 6 in generale e nei capitoli 7 e 8 in casi concreti.
Tenuto conto di tutte queste possibili modalità di impiego della BSC,
esiste uno studio empirico in cui queste sono state raggruppate da
Speckbacher, Bischof e Pfeiffer
12
in tre differenti classi che enfatizzano
il ruolo della BSC, nello specifico contesto organizzativo, nel:
ξ misurare le performance aziendali, adottando un approccio
multidimensionale e realizzando così un’efficace integrazione tra
indicatori di specie economico-finanziaria e non (type I BSC)
ξ legare il processo di misurazione alle strategie aziendali,
utilizzando un set di indicatori evocativi della visione strategica
del management e identificando le relazioni di causa-effetto che
legano i fenomeni oggetto di misurazione (type II BSC)
ξ realizzare le strategie aziendali, influenzando e orientando i
processi manageriali all’interno dell’organizzazione (type III BSC)
12
Gerhard SPECKBACHER, Juergen BISCHOF, Thomas PFEIFFER, A descriptive
analysis on the implementation of Balanced Scorecards in German-speaking
countries, in “Management Accounting Research”, Vienna, Volume 14, 2003
Prima di vedere nel dettaglio le tre differenti modalità di utilizzo viene
prima presentato un grafico che indica come la prima sia la modalità più
diffusa tra le aziende
Figura 1: le modalità d’uso della BSC più ricorrenti
Fonte: Speckbacher, Pfeiffer, Bischof, 2003
Se si utilizza la BSC come strumento di misurazione multidimensionale
il modello risulta essere un sofisticato sistema di misurazione per
coniugare efficacemente indicatori di varia natura e offrire una visione
multidimensionale delle performance aziendali. Vari riscontri empirici
13
13
Ad esempio:
ξ SPECKBACHER, BISCHOF, PFEIFFER, A descriptive analysis on the
implementation of Balanced Scorecards in German-speaking countries, op.
cit.
ξ Ingmar GEHRKE, Péter HORVATH, Implementation of Performance
Measurement: a Comparative Study of French and German Organization, in
“Studies in Financial and Management Accounting”, Elsevier Press, 2002
21%
29%
50%
Type III BSC
Type II BSC
Type I BSC
hanno dimostrato come le aziende tendano a privilegiare le quattro
prospettive tradizionali aggiungendo solo in caso di necessità una o più
prospettive ritenute utili ad interpretare le proprie performance (risorse
umane, responsabilità sociale e ambientale, qualità, rischio ad
esempio
14
). Per alimentare la BSC e diffondere le informazioni in essa
contenute si osservano invece soluzioni diverse. Essa infatti viene
solitamente gestita attraverso normali strumenti di office automation ma
non mancano casi aziendali che fanno affidamento su sistemi più
sofisticati (ERP soprattutto).
In base allo studio sopraccitato il 29% delle aziende utilizza la BSC non
solo come strumento di misurazione multidimensionale, ma anche per
supportare il processo di formulazione e revisione delle strategie, in
particolare identificando le relazioni causa-effetto tra le variabili inserite
nel modello e verificandone la reale consistenza analizzando
periodicamente le performance realizzate rispetto ad esse.
Le imprese che utilizzano la BSC come strategic management system
tentano di sfruttare il potenziale della BSC, utilizzandola come punto di
riferimento obbligato per i propri processi manageriali, al fine di
allineare i comportamenti individuali verso le priorità definite a livello
strategico. Tali imprese si avvalgono in maniere estensiva del modello
per sostenere processi di definizione delle aree di responsabilità, per
orientare il processo di budgeting verso la definizione dei più opportuni
piani di azioni da intraprendere e legare i meccanismi di incentivazione
alle performance misurate. La BSC può diventare così uno come
strumento per comunicare non solo con i dipendenti, ma anche con il
14
Cfr. cap 2.3.2
consiglio di amministrazione, gli azionisti e tutto il resto della comunità
degli stakeholder.
1.3 Le quattro dimensioni della BSC
Come affermato da Kaplan e Norton, “la BSC conserva le tradizionali
misure finanziarie ma le misure finanziarie raccontano gli eventi passati,
potevano essere utili per le imprese dell’età industriale per le quali gli
investimenti in capacità a lungo termine e le relazioni con i clienti non
erano fattori critici di successo. Queste misure finanziarie sono
inadeguate, in ogni caso, per guidare e valutare il percorso che le
imprese dell’età dell’informazione devono compiere per creare valore
attraverso investimenti in consumatori, fornitori, dipendenti, processi,
tecnologia e innovazione”
15
.
Partendo da tale constatazione, i due autori
hanno identificato le quattro differenti ottiche/prospettive/dimensioni del
loro modello attraverso cui è possibile valutare in modo integrato i
risultati aziendali, rispondendo a domande fondamentali. Tali
dimensioni, con le domande a cui devono rispondere sono:
ξ Prospettiva economico - finanziaria
(come si è visti da azionisti e conferenti di capitale?)
ξ Prospettiva del cliente
(come si è percepiti dai clienti?)
ξ Prospettiva dei processi
(quali sono i processi in cui si deve eccellere per creare
differenziali competitivi?)
ξ Prospettiva dell’apprendimento e della crescita
15
http://www.balancedscorecard.org/basics/BSC1.html