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Italia e soprattutto sulla caccia come settore
economico e del peso che, anche se può non
sembrare, riveste nell’economia nazionale.
Successivamente analizziamo gli aspetti
organizzativi, gestionali ed amministrativi dell’impresa
agrituristica e le differenze necessarie attribuibili alle
aziende che esercitano anche l’attività venatoria.
Particolare attenzione è rivolta agli aspetti
economici, che forniscono tool rappresentativi per
analizzare l’incremento che può avere un agriturismo
che fa del settore caccia ed addestramento cani una
fonte complementare di reddito.
Inoltre focalizziamo lo studio sulla possibilità per
un agriturismo, assolutamente non trascurabile, di
distendere meglio nel corso dell’anno la ricettività, e
quindi come l’attività venatoria offre alcune possibilità
nel campo della destagionalizzazione delle presenze.
Infine è posta attenzione alle prospettive di
sviluppo delle aziende agrituristiche ed agrituristiche
venatorie in Italia ed in Puglia.
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Alcuni cenni sono rivolti al problema qualità in
agriturismo con riferimento alla gestione ed al
vantaggio competitivo che essa può offrire.
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Capitolo 1
Ambito di esercizio delle aziende
agrituristiche venatorie
1.1 Quadro generale
La vita frenetica e stressante condotta dall’uomo
nei centri urbani, ha promosso, negli ultimi anni, una
crescente riscoperta generale della natura, e ciò ha
comportato una radicale trasformazione del settore
agricolo nel corso degli anni ' 80, che è avvenuta con
l’affermarsi del fenomeno agrituristico.
L’agriturismo, oltre ad essere conseguenza
diretta della riscoperta dell’ambiente naturale, si pone
come nuova modalità di fruizione turistica, in grado di
rispondere al desiderio dell’uomo di avvicinarsi ad uno
stile di vita diverso da quello usuale, attraverso una
vacanza innovativa ed alternativa.
Il fenomeno agrituristico, partito in sordina fra la
diffidenza di molti, è poi esploso nel giro di pochi anni.
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In conseguenza della sempre crescente domanda
sono sorti grandi mutamenti sul modo di produrre ed
organizzare l’impresa agrituristica a cui hanno fatto
seguito cambiamenti sul piano istituzionale a livello
nazionale e regionale.
Tali leggi hanno posto dei limiti dimensionali alla
capacità economica delle aziende agrituristiche per
evitare che gli agricoltori diventassero solo albergatori.
L’agriturismo si presenta quindi come un’attività
economica integrativa rispetto a quella agricola, il cui
esito è legato alla qualità degli operatori, del
paesaggio e dell’ambiente circostante verso cui è
necessario riservare, nell’esercizio di tale attività, il
massimo rispetto, essendo questo anche fonte di
reddito. Il turismo rurale, ed in particolar modo
l'agriturismo, possono rappresentare un valido punto
di incontro tra le esigenze di apertura del settore
primario verso nuove forme di economia, diverse
dall'agricoltura tradizionale, e la crescita della
domanda turistica orientata verso la campagna.
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1.2 Turismo rurale
Nella politica nazionale torna di attualità la
centralità del turismo, prima ''industria" del Paese, per
alimentare la quale godiamo di una invidiabile
disponibilità di "materie prime" (patrimonio storico,
culturale, natura, paesaggio, prodotti artigianali, etc).
Mentre in altre direzioni (coste, alta montagna,
città d'arte) il problema dello sviluppo turistico
riguarda soprattutto la riqualificazione dell'esistente,
nello spazio rurale si pone in modo particolare un
problema di "primo impianto" che sia compatibile con
la preservazione delle risorse.
Lo spazio rurale é un contesto particolarmente
fragile, poco difeso da "barriere naturali" (mare,
monti, insediamenti preesistenti) ed è pertanto
soggetto a facile "cancellazione" in funzione di nuovi
orientamenti urbanistici; la preservazione dello spazio
rurale è affidata all'opera e alle regole dell'uomo.
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L'agricoltura ha fin qui rappresentato, anche in
sede di regolamentazione urbanistica, il principale
strumento di difesa della ruralità, sotto il profilo sia
della gestione del territorio, sia del consolidamento del
tessuto socioeconomico, sia della tutela e
valorizzazione di risorse specifiche e turisticamente
premianti.
Oggi, nella ruralità, l'agricoltura, che pesava fino
a non molti anni fa per l'80%, pesa appena per il 15%
in termini di reddito e di occupazione. Ma la sua
funzione resta molto importante ed anzi diviene più
qualificata che nel passato, nel garantire i fragili
equilibri fra le risorse della ruralità.
Si avvertono allora due necessita’:
1) mantenere una sufficiente e qualificata presenza
dell'agricoltura nello spazio rurale, quale garanzia di
continuazione delle risorse produttive tradizionali,
ambientali, paesaggistiche, culturali, nell'interesse
complessivo dello sviluppo rurale in generale e
turistico in particolare; 2) per mantenere l'agricoltura,
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offrire agli agricoltori nuove opportunità di reddito,
attraverso una più completa utilizzazione del
patrimonio aziendale e attraverso il recupero di
ulteriori quote di valore aggiunto lungo l'intero ciclo
produttivo agrario.
Della ricerca e della costituzione di queste
opportunità si fanno interpreti sia la normativa
sull'agriturismo (collegata anche a programmi di
sviluppo turistico rurale dell'Unione Europea) sia le
politiche agrarie a sostegno della polifunzionalità (o
multifuzionalità) agricola.
In sostanza si vuole orientare l'azienda agricola
verso due possibili, ed eventualmente concomitanti,
soluzioni: diversificare e qualificare la propria
produzione nel senso della tipicità, della genuinità e
della tradizionalità enogastronomica, al fine di ritrarre
dalla vendita diretta, dalla vendita locale, dalla vendita
attraverso canali specializzati, dalla vendita a
ristoranti, dall'impiego nella ristorazione agrituristica
propria, un reddito agricolo più elevato; svolgere
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attività di servizio quali l'ospitalità, l'organizzazione del
tempo libero, la cura dell'ambiente, che consentano di
ulteriormente valorizzare, oltre le produzioni agricole,
anche edifici, natura, cultura, lavoro, creatività,
presenti nell'azienda agricola e in coloro che vi
operano.
Tutto ciò premesso, occorre chiarire (rispetto a
ricorrenti indicazioni confuse e contraddittorie) che lo
sviluppo turistico rurale (in breve, detto "turismo
rurale") ha certamente per protagonista di primo piano
l'agriturismo, in quanto offerta turistica che assomma
in sé, per definizione, il maggior numero e la più alta
qualità di elementi caratteristici della ruralità e delle
peculiari attrattive turistiche che la ruralità può offrire:
natura, terreni coltivati, edifici tradizionali, prodotti
della terra, ospitalità di dimensioni limitate, gestita da
chi abita sul posto di cui porta anche i valori culturali e
tradizionali.
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Pertanto è profondamente errato sostenere che
"agriturismo' sia qualcosa di differente da "turismo
rurale". E' invece corretto affermare che nel quadro
generale del "turismo rurale", l’agriturismo
rappresenta un settore particolarmente caratterizzato
ed incisivo. E che tutto il turismo rurale deve fondare il
proprio sviluppo sulla affermazione di risorse che in
gran parte fanno capo all'agriturismo.
Chiarire che l'agriturismo è parte del turismo
rurale (affermazione ovvia visto che l'agriturismo è
una forma di ospitalità che si svolge certamente nello
spazio rurale), porta con sé anche l'indicazione
(peraltro già chiaramente presente nei documenti
dell'Unione Europea) che le politiche di incentivo del
turismo rurale comprendono in sé il sostegno
all'agriturismo; e a tale sostegno dovrebbero anzi dare
priorità visto il già spiegato effetto trainante
dell'agriturismo sulla conservazione e sulla
valorizzazione delle risorse rurali utili allo sviluppo
turistico complessivo.
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Da questo deriva una ulteriore fondamentale
considerazione, che tiene conto anche della particolare
fragilità delle risorse rurali: la definizione di turismo
rurale non può limitarsi alla verifica di un requisito di
localizzazione (cioè che la struttura e l'impresa
turistica operino al di fuori di aree urbanizzate), ma
deve anche tenere conto della relazione che la
struttura e l'impresa turistica stabiliscono col contesto
circostante e con le peculiari risorse in esso esistenti.
Occorre dunque che le politiche di sviluppo del
turismo rurale, oltre a comprendere e privilegiare lo
sviluppo dell'agriturismo, si impegnino coerentemente
nella direzione della tutela paesaggistica ed
ambientale, nella affermazione dei valori tradizionali
del luogo, nella difesa delle peculiarità e delle
specificità locali che è premessa essenziale del
gradimento turistico. Ed è anche molto importante che
il "fattore umano" nel turismo rurale (e quindi anche
nell'agriturismo) esprima la cultura e la specificità del
luogo, interpretando correttamente il principio secondo
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cui in Francia si identifica complessivamente il turismo
rurale come ospitalità presso l'abitante, nelle fattorie,
in campagna, nei borghi.
Chiarito questo, si tratta di individuare una linea
concettuale, e se necessario convenzionale, di
demarcazione fra agriturismo (inteso come attività
turistica che, contemporaneamente a se stessa,
promuove e qualifica anche l'agricoltura) e altre forme
di turismo rurale che siano organizzate nell'ambito di
aziende agricole. Infatti non tutta l'ospitalità in
azienda agricola può essere considerata agriturismo. A
questo riguardo la Legge dello Stato, 5 dicembre
1985 n. 730 ("disciplina dell'agriturismo") e le
leggi regionali di recepimento, danno un quadro già
consolidato ma ancora in via di evoluzione delle
soluzioni applicative possibili e delle questioni ancora
aperte che attendono soluzione.
1
1
www.agriturist.it
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1.3 Finalità di un turismo rurale
L'agricoltura, in armonia con gli indirizzi di
politica agricola della Comunità Europea e con il piano
agricolo nazionale, con i piani agricoli regionali e con i
piani di sviluppo regionali, viene sostenuta anche
mediante la promozione di forme idonee di turismo
nelle campagne, volte a favorire lo sviluppo ed il
riequilibrio del territorio agricolo, ad agevolare la
permanenza dei produttori agricoli nelle zone rurali
attraverso l'integrazione dei redditi aziendali ed il
miglioramento delle condizioni di vita, a meglio
utilizzare il patrimonio rurale naturale ed edilizio, a
favorire la conservazione e la tutela dell'ambiente, a
valorizzare i prodotti tipici, a tutelare e promuovere le
tradizioni e le iniziative culturali del mondo rurale, a
sviluppare il turismo sociale e giovanile, a favorire i
rapporti tra la città e la campagna.
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1.4 Definizione di attività agrituristiche
Per attività agrituristiche si intendono
esclusivamente le attività di ricezione ed ospitalità
esercitate dagli imprenditori agricoli di cui all'art.2135
del Codice Civile (nell'art.2135 del codice civile è
definita la nozione di imprenditore agricolo inteso
come colui che <<esercita un'attività diretta alla
coltivazione del fondo, alla silvicoltura, all'allevamento
del bestiame e attività connesse. Si reputano connesse
le attività dirette alla trasformazione o alla alienazione
dei prodotti agricoli, quando rientrano nell'esercizio
normale dell'agricoltura>>), singoli od associati, e da
loro familiari di cui all'art.230-bis del Codice Civile
(l'art.230-bis al terzo comma, individua i familiari
partecipanti all'impresa recitando: <<Si intende come
familiare il coniuge, i parenti entro il terzo grado, gli
affini entro il secondo; per impresa familiare quella cui
collaborano i coniugi, i parenti entro il terzo grado, gli
affini entro il secondo>>), attraverso l'utilizzazione
della propria azienda, in rapporto di connessione e
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complementarità rispetto alle attività di coltivazione
del fondo, silvicoltura, allevamento del bestiame, che
devono comunque rimanere principali. Rientrano fra
tali attività: a) dare stagionalmente ospitalità, anche
in spazi aperti destinati alla sosta di campeggiatori; b)
somministrare per la consumazione sul posto pasti e
bevande costituiti prevalentemente da prodotti propri,
ivi compresi quelli a carattere alcolico e superalcolico;
c) organizzare attività ricreative o culturali nell'ambito
dell'azienda. Sono considerati di propria produzione le
bevande e i cibi prodotti e lavorati nell'azienda agricola
nonché quelli ricavati da materie prime dell'azienda
agricola anche attraverso lavorazioni esterne.