5
Questa è la chiave fondamentale di ogni efficace comunicazione
online.”.
1
G. Livraghi
“Internet è il filo conduttore dell’attuale processo di digitalizzazione
tecnologica” secondo Massimo Giordani. CEO di Time&mind.
La tesi analizza dal punto di vista teorico“ I quattro protagonisti
dell’evoluzione di internet centrata sull’utente finale: tecnologia, marketing,
comunicazione, e usabilità”, (Michele Visciola), riportando continui
riferimenti a casi di attualità in particolare connessi al settore della
formazione.
Inizia trattando la realtà internet con una panoramica generale
introducendo le problematiche che poi verranno analizzate e sviluppate nei
capitoli successivi per poi evidenziarne le caratteristiche strutturali fondanti:
l’ipertesto dal punto di vista logico e la tecnologia come presupposto
funzionale.
Il secondo capitolo continua con una trattazione sull’importanza del
marketing per l’impresa, con particolare riferimento alla potenzialità delle
nuove tecnologie come supporto allo sviluppo della sua capacità relazionale.
La gestione di relazioni è lo strumento principale per aumentare il capitale
relazionale per ogni tipo di attività.
Vengono poi analizzati due strumenti strategici di marketing con
l’obiettivo di aumentare il capitale relazionale. Il data base marketing e
l’internet marketing attraverso il sito web. Questi temi vengono trattati in
particolar modo da un punto di vista ergonomico mettendo in luce
l’importanza che ricopre la progettazione a misura d’uomo (utente) degli
strumenti comunicativi di marketing per essere utili alla competitività
aziendale.
La tesi termina con un caso pratico di comunicazione attraverso la rete
svolto in un istituto di formazione durante un tirocinio in cui vengono
presentati la progettazione e realizzazione di una campagna di data base
marketing e la progettazione di un sito finalizzato ad aumentare il capitale
relazionale.
1
Giancarlo Livraghi in"L'internet è una sfida, un problema o una risorsa?" Articolo in rete su
www.wmsociety.com
6
1 Panorama attuale della rete internet.
1.1 Come sono organizzate le informazioni la comunicazione e i
servizi sulla rete internet.
A seguito di numerose ricerche prodotte da molti istituti di ricerca
internet è un mezzo di comunicazione sempre più popolare che se ben
sfruttato per una comunicazione efficace
2
può dare ottimi risultati in termini
di marketing.
Ucla Asia Institute 9/2/2004
NEW YORK - Una vera e propria iniezione di fiducia, per molti addetti ai
lavori del comparto della new economy: secondo una ricerca condotta negli
Usa dalle società Arbitron ed Edison Media Research su un campione di 2500
persone, ben il 20% degli americani affermano che internet è il media "più
importante in assoluto" per la loro vita. Per il 34% del campione (solo un
2
Per poter iniziare a trattare le strategie della comunicazione, è indispensabile chiarire i concetti di: efficacia
efficienza e soddisfazione, per ciò che attiene ad un processo comunicativo.
Questo si esprime nella definizione di "usabilità del processo di comunicazione", quale integrazione delle
seguenti componenti:
- efficacia: precisione e completezza con la quale il messaggio raggiunge gli utenti;
- efficienza: quantità delle risorse impegnate in relazione alla precisione e alla completezza con la quale il
messaggio raggiunge gli utenti;
- soddisfazione: comfort e accettabilità nell'utilizzo di tale forma di comunicazione. tratto dal libro "Artigianato
& Comunicazione - le nuove competenze del giovane imprenditore" del prof. Franco Grossi
Italia, 25 milioni di
navigatori nel 2004
Saranno 25 milioni gli
utenti Internet del nostro
Paese entro la fine dell’anno
in corso, contro i 23 milioni
del 2003, in crescita del
14% rispetto al 2002.
E’ quanto emerge dal
secondo rapporto dell’
Osservatorio della società
dell’informazione,
realizzato congiuntamente
dal ministero per l’
Innovazione e le Tecnologie
e Federcomin, in base al
quale si prevede, sempre per
il 2004, una crescita del
settore ICT pari al 3%.
7
punto percentuale in meno rispetto allo stesso giudizio espresso per la
televisione), invece, la Rete è il mezzo di comunicazione più "favoloso ed
eccitante".
3
Non soltanto internet è diventato un mezzo di comunicazione sempre
più utilizzato, ma ha raggiunto e in alcuni casi addirittura superando
l’utilizzo dei media tradizionali. Infatti, secondo i dati di una ricerca
realizzata in 85 città americane da The Media Audit, società americana che
produce statistiche ed indagini di mercato sui gusti e i comportamenti del
pubblico di ogni mezzo di comunicazione, dalla televisione alla radio, dai
giornali ad Internet, il numero degli adulti che trascorre almeno un'ora al
giorno a leggere un giornale on line è notevolmente maggiore rispetto al
numero dei lettori del giornale cartaceo. Lo stesso dato è confermato anche da
un altro questionario online sottoposto da AdnKronos a circa 4.400 utenti
secondo cui Il 51,1% preferisce Internet per tenersi informato, il 28,2% legge
i quotidiani, il 14,5% si affida ai telegiornali, il 5,6% alla radio, mentre solo
lo 0,6% alle news via telefonino. Per quanto riguarda l’Italia in particolare,
l'ISPO, istituto di rilevazione di Renato Mannheimer, ha raccolto per il
rapporto AIE altri dati significativi: il 17% degli italiani, soprattutto giovani
e studenti, sceglie le nuove tecnologie per accedere a contenuti editoriali.
Sempre secondo la stessa ricerca si osserva che la penetrazione del web
in Europa sta diventando omogenea: infatti, Francia, Spagna e Italia stanno
raggiungendo i livelli di Gran Bretagna e Germania.
Cresce inoltre il numero dei navigatori quotidiani che sono diventati in
Europa uno su tre. Per la metà degli utenti interpellati Internet è considerato
un mezzo fantastico da utilizzare in modo attivo, mentre circa il 60% ritiene
rilassante guardare la televisione. Quasi il 90% degli utenti però dichiara che
la pubblicità televisiva è troppa, mentre diventa la metà la percentuale che
pensa la stessa cosa per quanto riguarda la pubblicità online.
3 da “Internet è il media numero uno per il 20% degli americani” di Redazione Il sole 24 ore - 17/09/2002
8
Internet non è una rivoluzione nel mondo informatico come si pensava ai suoi
esordi, ma è un “medium”
4
, mezzo di comunicazione a disposizione degli
utenti.
Sebbene il popolo più entusiastico della rete si trovi negli Stati Uniti, le
ricerche confermano che anche a livello europeo il numero d’utenti è in
continua crescita come rileva un’indagine della Forrester Research
5
la
popolazione online d’Italia, Francia e Spagna sta recuperando posizioni nei
confronti dei navigatori del Nord Europa, anche se l’età rimane però bassa.
6
Ecco anche i risultati di un’altra indagine
7
condotta a livello europeo
dall’istituto di ricerca Millward Brown che ha quantificato il tempo che gli
europei dedicano ai diversi media facendo una comparazione tra diversi
mercati attraverso un'unica metodologia universalmente riconosciuta, secondo
cui “Internet costituisce il 10% del consumo dei media in Europa, i
quotidiani, il 13% e le riviste, 8%. In testa rimane la televisione con il 41%
di percentuale, ma il 45% degli utenti guarda meno la tv perché utilizza
Internet.”
Se da un lato ci sono sempre più utenti, dall’altro si assiste ad un
continuo incremento di nuovi documenti sulla rete. Le informazioni
disponibili crescono a dismisura, molti spinti dall’entusiastica speranza di
sfondare nell’e-business o passivamente coinvolti nell’impellente necessità di
“2essere presenti” hanno prodotto pagine internet.
La natura comunicativa della rete internet si è sviluppata
spontaneamente, ma è cresciuta incolta, priva di strutture, e per questo
motivo la necessità di una logica razionale è subentrata in un secondo
4
Il vocabolo "media" (da latino medium: che significa stare nel mezzo, quindi tra colui che trasmette e colui che
riceve) sta ad indicare i cosiddetti mass-media, termine che deriva dall'inglese media of mass communication,
mezzi di comunicazione di massa, con cui si denomina l'insieme dei canali di comunicazione (stampa, radio,
televisione, ecc.), mediante i quali le informazioni e le comunicazioni vengono diffuse alle grandi masse umane.
Per new-media si intendono tutti i nuovi canali di comunicazione, che vengono realizzati ed utilizzati man mano
che avanza il progresso tecnologico. tratto dal libro "Artigianato & Comunicazione - le nuove competenze del
giovane imprenditore" del prof. Franco Grossi
5
Dati confermati anche dalla ricerca Millward Brown pubblicata su Artigiani.net
6 In Francia e Spagna c 'è un internauta sotto i trentaquattro ogni cinque anziani rispetto agli uno contro due del
Regno Unito.In Spagna solo un anziano su dieci naviga.Sempre secondo Forrester, in Italia circa 21,9 milioni di
persone,o il 45%della popolazione italiana adulta,accede al web dal lavoro o da casa almento una volta al
mese.In Francia gli internauti adulti sono il 41%(17,9 milioni)e in Spagna il 29%(9,2 milioni) contro il 60%della
Gran Bretagna e il 59%della Germania.
7
da “ Fra i media europei avanza Internet” di Redazione Artigiani.net - 27/01/2004
9
momento. Progettandola in anticipo “ad hoc” tutti o molti dei suoi aspetti
problematici sarebbero stati risoluzionati a priori e in tempo.
Per l’analisi sui problemi comunicativi che si riscontrano sulla rete
internet sia dal punto di vista di chi emette informazione e da chi la riceve si
può fare riferimento al modello classico della comunicazione di Shannon e
Weaver, esperti di sistemi telegrafici e telefonici, ampliato in seguito da Paul
Watzlawick con l’introduzione del feed back, ( ovvero il ritorno
d’informazione dal destinatario all’emittente influenzandolo).
SORGENTE che produce un
MESSAGGIO che viene convertito da un
CODIFICATORE in
SEGNALE e trasmesso attraverso
CANALE per giungere ad un
DECODIFICATORE che lo riconverte in
MESSAGGIO che arriva in fine al
DESTINATARIO
Messaggio segnale segnale messaggio
FONTEÎCODIFICATOREÎCANALEÎDECODIFICATOREÎDESTINATARIO
Rumore
FEED BACK
I problemi principali riscontrabili sulla rete a livello del messaggio
sono essenzialmente riassumibili in due tipologie: uno di carattere funzionale
e l’altro di carattere informativo del messaggio. Uno è formale, riguarda il
contenitore e la struttura del messaggio ossia come dalla fonte viene
codificato.
10
L’altro è più sottile e riguarda la rilevanza, l’approfondimento e la
veridicità delle informazioni disponibili ( il contenuto), in pratica il materiale
informativo che la fonte ha e decide di mettere a disposizione.
Per il primo Livraghi utilizza la metafora “di “architettura” di un sito.
Perché è una struttura che qualcuno deve poter percorrere. E se la
segnaletica non è a posto, gli accessi non funzionano come le persone si
aspettano, il percorso non è facile, gradevole, fluido e interessante... nessun
giocherello decorativo può rimediare al disastro.”
L’altro aspetto problematico dal punto di vista del ricevente è
sottolineato da Pierre Lèvy come il problema del diluvio informazionale: “Ho
un amico, Royan Scott, che dice: stiamo vivendo il secondo diluvio. Il primo
diluvio è stato di acqua, il secondo è il diluvio dell'informazione. Dunque il
problema è di sapere che cosa si deve salvare, che cosa si deve mettere
nell'arca, come dovremo navigare. Il problema della navigazione nel cyber-
spazio si presenta come navigazione dell'arca nel diluvio informazionale. E'
bene esserne coscienti.
Paradossalmente le origini dell’ipertesto si trovano nella progettazione
del Memex (memory extension) di Vannevar Bush
8
nato con la funzione di un
“magazzino” ordinato del sapere, una sorta di protesi mnemonica i cui
principi base sono l’uso individuale/personale e le connessioni associative tra
i documenti secondo quindi il modello del funzionamento del cervello.
L’ideatore già era consapevole del problema della moltiplicazione dei dati e
conoscenze e la loro sempre minore accessibilità e gestibilità.
8
Vannevar Bush era docente al MIT e consulente scientifico di Roosvelt e presidente del Carnegie Institute di
New York ed è considerato l’ideatore del concetto di ipertesto in quanto ha progettato Memex, uno strumento
per l’organizzazione reticolare della conoscenza. Una sua prima testimonianza appare in un articolo del 1933
sulla Tecnology Review del MIT. La macchina anche se non è mai stata fisicamente realizzata si basava su un
sistema multimediale interattivo di leve, bottoni e schermi per visualizzare microfilm documenti e foto
archiviati. Nell’articolo As we may think del 1945 Bush parla di associative indexing, ossia un sistema di
connessione dei dati attraverso legami (link) trasversali, associativi.sottolineando l’importanza per il futuro del
problema per la comunità scientifica della consultazione agevole dell’informazione. Ad egli fu affidato il
compito di trovare un sistema di archiviazione efficiente dei dati e perciò ipotizzò un sistema più efficiente della
classica metodologia di classificazione gerarchica o ad albero e pensò ad un sistema che si avvicinasse al
procedimento della mente umana nella conoscenza attraverso associazioni di idee. L’utente poteva creare legami
tra i documenti in modo da consentire una consultazione libera di tutto l’archivio di informazioni. Il problema
consisteva che all’epoca non si disponeva delle tecnologie sufficienti per realizzarlo, ma l’idea si sarebbe
concretizzata a breve .
11
E’ in ogni caso con Theodor Holm Nelson
9
che viene coniato il termine
“ipertesto” nel 1965, che con la progettazione di Xanadu, un
software/biblioteca universale, cerca di assolvere non solo la funzione
d’archiviazione intelligente dell’informazione, ma anche quella della
distribuzione attraverso collegamenti tra unità modulari.
Infine il problema della conoscenza e dell’aumento delle capacità cognitive e
d’apprendimento attraverso la strutturazione ipertestuale dei dati viene
affrontata da Douglas Engelbart
10
con il software On line System nel 1963.
9
Ted Nelson sulla scia di Bush conia nel 1965 il sistema “ipertesto” definendo una scrittura non lineare e non
sequenziale di documenti che potevano essere lestti senza alcuna sucessione predeterminata, ma a partire dai
legami associativi che istituisce l’autore tra vari documenti.Egli per una ricerca presso la Brown University
partecipò alla creazione di un prototipo dell’ipertesto: Lhypertext Editino System che egli portò avanti con
ricerche proprie realizzando XANADU. Il termine si riferisce a una regione presente in un libro del poeta inglese
Coleridge che aveva l’abitudine di annotare alcuni passi delle sue letture preferite, basi poi delle sue poesie.Egli
essenzialmente voleva creare una banca dati universale che potesse raccogliere tutta la letteratura prodotta oltre
che le note e aggiornamenti. In pratica XANADU beneficia della tecnologia: è un software digitale e non più
basato sul sistema analogico di Memex, trova realizzazione vent’anni dopo l’ideazione ossia nel 1987 e si basa
sull’articolazione di una rete di utenti collegati tra loro e a terminali centrali per lo scambio dei documenti
(organizzati in forma modulare e collegati ), quindi esula dall’interesse prettamente scientifico e dalla
dimensione individuale.
10
Douglas Engelbart, ricercatore presso lo Standford Research Institute di Menlo Park in California realizza il
primo software ipertestuale :NLS On Line System di cui tratta nel saggio del 1962 “ Augmenting Human
Intellect: a Conceptual Framework. Vide la possibilità di usare il computer per aumentare la produttività
dell’intelletto umano implementando con la tecnologia dello schermo, el’elaborazione grafica il Memex. Egli
apportò all’informatica importanti innovazioni: un database di testi non lineari, il mouse come sistema di input
oltre la tastiera, la divisione dello schermo in finestre e la posta elettronica per la comunicazione in tempi reali
tra i vari utenti.
Sostanzialmente l’NLS permetteva di collocare in memoria documenti organizzati in modo gerarchico dagli
utenti e ciascun documento poteva essere collegato ad altri oltre che avere dei collegamenti interni (statement,
link).
12
1.2 Relazione e riflessioni tra la rete e l’ipertesto: un modo
diverso di organizzare le informazioni.
Per fare informazione che sia vera comunicazione vale a dire che possa
essere come dice il senso letterale essere messa in comune tra utente e
destinatario al fine di tornare utile ad entrambi bisogna riflettere sul
significato di “ informazione”. Quindi fare informazione significa mettere in
forma dati, progettare strutture di comunicazione che trasmettano conoscenza,
che siano capaci di comunicare. La comunicazione è tanto più efficace quanto
più la forma della struttura dei dati è simile alla forma della struttura della
conoscenza.
11
Ma come funziona la conoscenza umana? La nostra mente conosce per
via associativa. Le idee non nascono mai in forma definita, sono frutto
d’elaborazioni progressive, cioè di selezione e di collegamenti d’idee diverse,
ed ecco che lo studio delle strutture e funzionamento dell’ipertesto torna utile
al fine di produrre informazione efficace nella rete internet. Infatti, la rete
internet si basa sulla struttura ipertestuale e l’ipertesto e uno strumento che
ha delle caratteristiche molto simili all’organizzazione delle informazioni
nella mente umana.
La rete telematicamente parlando è il collegamento tra più computer
con un’estensione locale (LAN) o internazionale (WAN). Dal punto di vista
strutturale, è la proiezione di un ipertesto. In pratica un insieme di legami tra
nodi (le postazioni). Anche la sua architettura segue il modello ipertestuale
poiché funziona come un ipertesto di dimensioni macroscopiche, dove ogni
nodo a sua volta può essere un ipertesto. Inversamente ogni ipertesto ha una
dimensione reticolare, cioè interpretabile come schema astratto di
connessione fra parti
12
.
Proprio per questo aspetto internet è chiamato amichevolmente Web, da www,
World Wide Web, ragnatela attorno al mondo: quindi la rete ha un valore
descrittivo rispetto all’infrastruttura tecnologica, ma è anche la forma
d’organizzazione dei contenuti.
11
Alfredo Ronchetta “ Architettura della conoscenza”
12
Il rapporto specifico tra rete e ipertesto definisce due tipologie di testi elettronici: quelli on line e quelli off line
. da Gli spazi dell’ipertesto.G Bettetini, B Gasparini, Nicoletta Cittadini.
13
Dall’analisi semiotica dell’ipertesto inteso come modello comunicativo
strutturale, tipologia testuale soggiacente a tutte le realizzazioni tecnologiche
che consentono l’interconnessione tra nodi multimediali, si possano
individuare strumenti comunicativi propri. Per sfruttare al massimo le
potenzialità comunicative d’internet è necessario capire la struttura del
modello comunicativo utilizzato.
L’Ipertesto in origine è un testo scritto, strutturato e accessibile con
modalità non lineari, cioè per nodi (unità concettuali di significato) e legami,
link ( connessioni di senso che consentono di transitare tra i nodi).
13
Ora
grazie alla multimedialità il testo non è più necessariamente solo scritto, ma
si arricchisce di suoni video elementi grafici ecc. tanto che sarebbe più
corretto parlare di testo “ipermediale“ per distinguerlo dalle forme
esclusivamente testuali.
14
L’ipertesto è un macrotesto composto di microtesti, ( e perciò è giustificata la
sua essenza di tipologia testuale), la connessione tra i microtesti dà origine
ad una struttura spaziale dei nodi informativi, tanto che alcuni studiosi
parlano di dimensione comunicativa dell’ipertesto. Questa dimensione
comunicativa a sua volta si divide in altri tre livelli.
1. Organizzazione dei contenuti
2. Prefigurazione delle ragioni d’utilizzo.
3. Visibilità di entrambi.
Altrettanti sono gli spazi lungo i quali si articolano le dimensioni.
1. Spazio logico
2. Spazio visivo
3. Spazio agito
13
Iper significa secondo Renè Berger “aprire tutte le grandi dimensioni di uno spazio nuovo”,”sopra il testo” e
testo significa “luogo spaziale in cui si struttura e rende visibile un significato e che si predispone per l’incontro
con il lettore G Bettetini
14
Ipermediale deriva dal’incontro tra le parole ipertesto e multimediale, dove multimediale significa
integrazione informatica di più mezzi o codici espressivi all’interno dello stesso documento.
14
Lo spazio logico: ha un valore semantico, viene definito da Ted Nelson
come “spazio virtuale” ossia una struttura concettuale soggiacente alla forma
di manifestazione visibile di ciascun testo. La connettività ipertestuale si
presenta come un reticolo di possibilità di modo che le configurazioni dei
nodi possibili danno origine ad un ulteriore senso rispetto alla somma delle
singole parti.
Non esiste una connettività totale, ma essa è determinata da processi di
selezione e gerarchizzazione, vi è una rete di relazioni possibili, ma solo
alcune saranno attivate nel corso della fruizione del testo. In base alla
configurazione della connettività s’individuano tre diversi tipi, forme spaziali
d’ambienti: parallela, che divide lo spazio in ambienti senza connessioni tra
loro a galassie, che da un nucleo centrale si dipanano ambienti subordinati,
ma con una struttura tra loro equivalente e a rete, l’unica che non suggerisce
gerarchie di strutturazione del contenuto, consentendo una navigazione libera.
Lo spazio visibile è lo spazio logico disponibile all’utente, dato dalla
relazione tra le parti che compongono e sono visualizzate sul monitor. E’ uno
spazio sintattico che attribuisce ad elementi eterogenei una funzione allo
stesso modo in cui ciò avviene per il testo lineare.
Si individuano poi due sintassi: una interna come relazione con la rete degli
altri componenti della pagina data dagli elementi visualizzati sul monitor, ed
una esterna, relazione della pagina ad altre pagine data soprattutto da mappe,
menù, ecc.
In questo spazio si rende visibile un modulo comunicativo alla volta
costituito da elementi multimediali eterogenei, ma soprattutto visivi e
testuali, tanto che si origina una nuova forma di pagina, con nuovi criteri
d’impaginazione, con delle costanti e funzioni degli elementi che la
compongono.
15
La fruizione non è più sequenziale, ma segue più le modalità di
significazione del testo iconico.
15
Ecco che nell’immagine essendoci due livelli di significazione secondo
le riflessioni della scuola greimasiana di Parigi, uno figurativo ( rappresenta
qualcosa) e l’altro plastico, la lettura viene guidata dalla messa in scena
soggetti, spazi e tempi e dalla presenza d’elementi plastici opposti (contrari e
contraddittori) in grado di simbolizzare dei valori.
Ecco un esempio d’opposizioni plastiche sulla base degli studi della
psicologia della Gestalt:
Considerando queste categorie oppositive la
pagina è come un‘immagine in cui differenti
parti di schermo (forme) si dispongono l’una
rispetto l’altra assumendo valori secondo una
traduzione linguistica di concetti come
percezione e spazialità.
Lo spazio agito: riguarda la pragmatica, ossia quello inerente alla fruizione
interattiva dell’utente. Le modalità di fruizione vengono generalmente
esplicitate negli spazi metatestuali, dove l’autore dialoga attraverso indici,
menù strumenti di navigazione, briciole di pane.
15
Carlini in “Lo stile Web” tratta il rapporto tra testo ed immagine dell’ipertesto: egli sostiene che non c’è una
innovazione comunicativa, ma vengono trasferite in rete attività preesistenti che devono adeguarsi al nuovo
mezzo trasmissivo e perciò influiscono nelle modifiche dei linguaggi e formati di relazioni con i clientii. Le
parole diventano simili id immagini, non devono più rispondere al principio della trasparenza, ma spesso sono
proprio dei marcatori che devono essere visti e ciccati, il testo deve attirare lo sguardo come un’inserzione
pubblicitaria. L’aspetto innovativo rispetto a questa iconicità della parola già sfruttata in campo pubblicitario sta
nella circolazione enorma di queste variazioni tanto da creare una nuova sintassi e retorica. D’altro canto ci sono
le immagini che si fanno parrole. Infatti le immagini hanno una funzione non di abbellimento, ma dicono
precisamente qualcosa con una funzione simbolica. Ecco l’esempio del simbolo cestino, allarga, la mano ecc,
Nasce un linguaggio di gesti intuitivo partendo dalla base che nello spazio virtuale è più facile muoversi
pensando per oggetti e relazioni tra oggetti.
Spesso però il simbolo non è così evidente così colti web designer ricorrono ad un trucco: al passaggio del
mouse appare una scritta
Contenimento Î dentro-fuori
Percorso Î verso-da
Verticalità Î su-giù
Frontalità Î davanti-dietro
Lateralità Î destra-sinistra
16
La metainformazione
Facendo per esempio riferimento ad un qualunque oggetto informativo: un testo,
un documento, una pagina web, un’immagine, un file sonoro... ciascuno di questi oggetti
contiene informazione, è fatto d’informazione. Ma a quest’informazione 'di primo
livello', al contenuto del testo o del documento con il quale abbiamo a che fare,
possiamo aggiungere dell'altra informazione, informazione 'di secondo livello', che
descrive e organizza l'informazione di primo livello. Così, si può per esempio pensare ad
un libro come all'informazione di primo livello, mentre la relativa scheda del catalogo di
una biblioteca (che descrive il libro e ci dice dove trovarlo) offre metainformazioni
relative al libro stesso (il nome dell'autore, il titolo, la casa editrice, la collocazione
negli scaffali...).
Altre due caratteristiche importanti della metainformazione sono: in primo luogo,
proprio come la scheda di una biblioteca, la metainformazione è assai spesso organizzata
in una forma regolare e standardizzata, in modo da semplificarne l'uso come strumento
per il reperimento e l'accesso all'informazione primaria. In secondo luogo, le
metainformazioni non sono tutte uguali: alcune riguardano l'apparenza fisica del
documento, altre la sua strutturazione logica, altre ancora la sua gestione...
I linguaggi di marcatura (e in particolare quelli costruiti sulla base di XML)
sono lo strumento più adatto per organizzare i contenuti del Web in maniera da
rispondere ad una carenza di metainformazione al fine di raggiungere l'obiettivo di un
Web più fruibile perché dotato di un'architettura informativa semanticamente più
completa e coerente. Occorre sì un forte lavoro di formazione e sensibilizzazione
dell'utenza, assieme alla disponibilità di strumenti sofisticati ma di semplice uso per
l'aggiunta e la gestione della metainformazione. Infatti, non meno importante è la
capacità di associare all'informazione direttamente presente all'interno delle pagine Web
anche della metainformazione che permetta di descrivere e strutturare in maniera
adeguata il contenuto delle pagine stesse. Questo discorso supporta in particolar modo il
tema della ricerca in internet a proposito dei database, poiché vi sono - come sarà
trattato più avanti - due tipologie d’informazioni disponibili attraverso la rete: quelle
organizzate nelle banche dati specializzate che si ricercano attraverso la generazione di
pagine “al volo” e quelle non organizzate che si ricercano con i motori di ricerca che
riportano pagine web fisse indicizzate.
Singolare è il rapporto tra autore e utente nell’ipertesto, l l’autore
presuppone uno spazio per il lettore per poter strutturare il testo, dandogli
delle indicazioni su come navigare, poi sta all’utente adeguarvisi o non
diventando fruitore attivo costruendosi il proprio testo. Viene quindi meno la
storica distinzione tra autore produttore e lettore fruitore, i due ruoli si
mescolano. Il produttore deve in ogni caso però progettare e prevedere i
percorsi possibili riconoscendo la molteplicità dei percorsi possibili non del
tutto prevedibili.
La dimensione interattiva che rende possibile l’utilizzo dell’ipertesto
come strumento didattico e comunicativo, si manifesta nella possibilità
d’archiviazione dei dati, divisione di materiale didattico informativo in
moduli, apertura interdisciplinare, possibilità di personalizzare il materiale
informativo per ciascun target, possibilità di arricchire e personalizzare il
17
modulo attraverso i propri contributi e connessioni, il tutto ovviando al
problema spazio temporale per lo scambio.
Vi sono, infatti, diverse modalità di lettura secondo il grado
d’interazione richiesto all’utente: Una lettura di default molto simile alla
lettura di un libro in cui il percorso scelto avviene in modo quasi automatico,
una lettura che richiede un certo grado di libertà di scelta tra diverse opzioni
attivando diversi link che rispondono ad aree tematiche diverse, fino a
giungere alla lettura scrittura, ovvero l’intervento richiesto si traduce in una
domanda di scrittura. Questa è la caratteristica della comunicazione in
rete(come avviene per esempio nei newsgroup).
L’interazione raggiunge anche dei livelli molto simili all’azione della
vita reale come avviene nelle comunità virtuali
16
, siti caratterizzati dalla
comunanza d’interessi dei partecipanti.
Carlini tratta il rapporto tra testo ed immagine dell’ipertesto sostenendo
che non c’è un’innovazione comunicativa con internet, ma sono trasferite in
rete attività preesistenti che devono adeguarsi al nuovo mezzo trasmissivo e
perciò influiscono nelle modifiche dei linguaggi e formati di relazioni con i
clienti. Le parole diventano simili ed immagini, non devono più rispondere al
principio della trasparenza, ma spesso sono proprio dei marcatori che devono
essere visti e cliccati, il testo deve attirare lo sguardo come un’inserzione
pubblicitaria. L’aspetto innovativo rispetto a quest’iconicità della parola già
sfruttata in campo pubblicitario sta nella circolazione enorme di queste
variazioni tanto da creare una nuova sintassi e retorica
17
. D’altro canto ci
sono le immagini che si fanno parole. Infatti, le immagini hanno una
funzione non d’abbellimento, ma dicono precisamente qualcosa con una
funzione simbolica. Ecco l’esempio del simbolo cestino, allarga, la mano
ecc, Nasce un linguaggio di gesti intuitivo partendo dalla base che nello
spazio virtuale è più facile muoversi pensando per oggetti e relazioni tra
16
Virtuale per Pierre Lèvy non è sinonimo di possibile e nemmeno assenza di realtà, ma deriva da virtus: forza,
potenza. E’ ciò che ha in se la forza per passare all’atto, è un momento dinamico dell’attuale l’uso di tale termine
indica la tendenza a risolvere i problemi evitando lo stabilizzarsi di soluzioni specifiche, in contrapposizione alla
tendenza nel passato di attualizzare, ossia trovare soluzioni definitive ai problemi (passaggio da un approccio
sostanzialistico ad uno relazionistico. D “Il concetto comunità virtuale” Roberto Diodati-Paolo Ferri.l
17
La Know economy: Da economia basata sul web, propria dell’atteggiamento iniziale del mercato verso la new
economy, si è passati successivamente al concetto di know economy, vale a dire un’economia basata sulla
fruizione della conoscenza simultaneamente in ogni luogo. Da “marketing e New Media” F. Grossi
18
oggetti. Dal punto di vista “linguistico” allora l’ipertesto si avvale di due
strumenti grammaticali: i nodi e i link.
Il nodo è un’unità di informazione, a senso compiuto e proveniente
anche da media diversi. Questo viene archiviato in un database.
I nodi sono gerarchicamente organizzati, e secondo il livello di definizione
dell’informazione si possono dividere in vari livelli.
ξ Basi dati e informativa generali: sono nodi che non rispondono alla
gerarchia, i primi sono dati comuni a tutto l’ipertesto e a cui ogni nodo
può fare riferimento (bibliografie, glossario, indici…) i secondi sono
crediti sponsor, editore.
ξ Terminali: nodi che sono concetti definiti e completi.
ξ Intermedi: nodi che raggruppano costellazioni di nodi generalmente
terminali.
ξ Primo Livello: è uno solo e generalmente è solo un teso – titolo come
per esempio la home page.
Tutti tranne i primi fanno parte di un territorio d’informazioni, di un tema che
viene sviluppato fino ad un determinato livello di profondità. Il grado di
profondità è la definizione della risoluzione dei nodi terminali che si effettua
per evitare lo smarrimento nella lettura. Ecco che per eventuali
approfondimenti si utilizza un puntatore esterno verso nodi non appartenenti
al medesimo ipertesto, per evitare il “fuori testo” data la proprietà frattale
dell’ipertesto.
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Il link dall’inglese “legame” è un operatore logico in quanto somma
due parti. L’operazione booleana “and” che pone in relazione due nodi genera
conoscenza, poiché produce valore aggiunto a seguito di un’associazione tra
più concetti separati.
Il link viene evidenziato da una “hot word” (o “ancora”) ed attraverso esso ci
si muove nello spazio virtuale della rete.
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Ogni nodo può essere oggetto di ulteriore approfondimento e il meccanismo puù continuare indefinitamente
frammentando sempre di più l’informazione.Lèvy parla appunto di “molteplicità e inscatolamento delle scale”