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La musica e il linguaggio
La musica e il linguaggio sono due qualità sociali esclusive della specie
umana. La loro origine è databile a circa 200'000 anni fa, quando l’emergere
dell’Homo sapiens ha determinato l’evoluzione della primitiva forma di comunicazione
verbale utilizzata dagli esemplari di Homo neanderthalensis, una sorta di
“protolinguaggio musicale”, in due distinti e complementari sistemi di comunicazione: la
musica e il linguaggio.
1
2
3
3.1 Basi neurali
Nell’ultimo decennio, la possibile correlazione tra musica e linguaggio ha indotto
numerosi studiosi a indagarne le basi neurobiologiche. A questo riguardo dalla letteratura
si evince che le maggiori differenze tra i due sistemi configurano le tendenze di
lateralizzazione cerebrale, con la specializzazione dell’emisfero cerebrale sinistro
nell’elaborazione di informazioni linguistiche. Tuttavia, l’utilizzo di ciascun sistema
genera attivazioni bilaterali che comportano una significativa sovrapposizione dei circuiti
neurali sensoriali e motori. Tali considerazioni possono essere riassunte nel seguente
modello comparativo organizzato su tre livelli (Figura 2).
4
1
S. Mithen, The Music Instinct: The Evolutionary Basis of Musicality. In: S. Dalla Bella, J.S. Snyder, N.
Kraus, M. Tervaniemi, K. Overy, B. Tillmann, C. Pantev, G. Schlaug (a cura di), The Neurosciences and
Music III: Disorders and Plasticity, Ann N Y Acad Sci, 2009; 1169(1): 3-12.
2
C. Darwin. The descent of man, and selection in relation to sex. London: Murray, 1871. Trad. it. di M.
Migliucci, P. Fiorentini, L’origine dell’uomo e la selezione sessuale. Roma: Newton Compton, 2010.
3
N. Kraus, J. Slater, Music and language: relations and disconnections, Handb Clin Neurol, 2015; 129:
207-22.
4
S. Brown, M.J. Martinez, L.M. Parsons, Music and language side by side in the brain: A PET study of
the generations of melodies and sentences, European Journal of Neuroscience, 2006; 23: 2791-2803.
3
La musica e il linguaggio
61
Figura 2 – Modello illustrativo che specidica i tre livelli di interazione tra musica e linguaggio.
5
1. Condivisione: ascolto e produzione vocale
Questo primo livello configura le risorse cerebrali condivise dalla musica e dal
linguaggio, relative alla realizzazione delle stesse funzioni per entrambi i domini.
L’ascolto di frasi melodiche o di frasi linguistiche attiva bilateralmente la
corteccia uditiva primaria (area citoarchitettonica 41 e 42 della classificazione di
Brodmann)
6
: essa riceve le informazioni uditive dal sistema uditivo sottocorticale
e ne elabora una rappresentazione frequenziale che precede la loro
categorizzazione in fonemi (per il linguaggio) e note (per la musica). Un’ulteriore
condivisione di risorse cerebrali si realizza nei processi di controllo della
fonazione e dell’articolazione durante il parlato o il canto. Le principali strutture
coinvolte configurano la corteccia motoria primaria (BA 4), la corteccia motoria
supplementare (SMA) e presupplementare (pre-SMA), l’insula anteriore, la
corteccia somatosensoriale, alcune regioni sottocorticali tra cui il putamen, il
5
S. Brown, et al. Music and language side by side in the brain (cit.): 2791-2803.
6
Successivamente le aree citoarchitettoniche della classificazione di Brodmann saranno siglate con BA.
La musica e il linguaggio
62
globo pallido e il talamo, e infine il cervelletto posteriore.
7
8
9
Le stesse sono
implicate nei processi senso-motori sottostanti alla vocalizzazione umana
10
11
12
13
14
e nei processi di pianificazione di risposte adeguate al contesto.
15
Un’ultima
precisazione riguarda la corteccia motoria primaria, poiché l’elaborazione
linguistica ha un’attivazione prevalentemente lateralizzata, mentre quella
musicale appare bilaterale sebbene si sovrapponga notevolmente a quella
linguistica nell’emisfero cerebrale sinistro.
2. Parallelismo: elaborazione combinatoria di strutture sonore complesse
Il secondo livello indica i processi paralleli che coinvolgono alcune aree corticali
dell’emisfero sinistro per il linguaggio e le corrispondenti omologhe dell’emisfero
destro per la musica. A questo riguardo, il processo identificato come punto
cardine del parallelismo cognitivo tra i due domini è l’elaborazione fonologica,
ovvero la capacità di combinare opportunamente in sequenza un’insieme di suoni
e viceversa di decodificare una sequenza udita. Tale processo, sia per la musica
che per il linguaggio, comporta l’attivazione delle BA 22 e 44-45. La prima,
considerata una regione associativa uditiva unimodale, è coinvolta
nell’elaborazione sensoriale e percettiva di strutture sonore complesse, che
includono sia i suoni linguistici che musicali. Nel particolare, la BA 22
dell’emisfero sinistro, definita anche area di Wernicke, è interessata
nell’elaborazione fonologica del linguaggio
16
e nella trasmissione di quanto
7
R. Ivry, Cerebellar timing systems. In: J.D. Schmahmann, J.D (a cura di), The Cerebellum and
Cognition. New York: Academic Press, 1997: 556-573.
8
J.C. Dreher, J. Grafman, Roles of cerebellum and basal ganglia in timing and error prediction, Eur J
Neurosci, 2002; 16: 1609-1619.
9
J.M. Bower, L.M. Parsons, Rethinking the lesser brain, Sci Am, 2003; 289: 50-57.
10
P.E. Turkeltaub, G.F. Eden, K.M. Jones, T.A. Zeffiro, Meta-analysis of the functional neuroanatomy of
single-word reading: Method and validation, Neuroimage, 2002; 16: 765-780.
11
U. Jurgens, Neural pathways underlying vocal control, Neurosci Biobehav Rev, 2002; 26: 235-258.
12
P. Indefrey, W.J.M. Levelt, The spatial and temporal signatures of word production, Cognition, 2004;
92: 101-144.
13
A. Schirmer, Timing speech: A review of lesion and neuroimagin findings, Cogn Brain Res, 2004; 21:
269-287.
14
S. Brown, R.J. Ingham, J.C. Ingham, A. Laird, P.T. Fox, Stuttered and fluent speech production: An
ALE meta-analysis of functional neuroimaging studies, Hum Brain Mapp, 2005; 25: 105-117.
15
N. Picard, P.L. Strick, Motor areas of the medial wall: A review of their location and functional
activation, Cereb Cortex, 1996; 6: 342-353.
16
Cfr. S.K. Scott, R.J.S. Wise, The functional neuroanatomy of prelexical processing in speech
perception, Cognition, 2004; 92: 13-45.
La musica e il linguaggio
63
elaborato alle regioni corticali relative alla semantica delle parole e delle frasi. Il
ruolo che essa riveste la rende una possibile area di interfaccia fonologico-
semantica. Invece, la BA 22 dell’emisfero destro è deputata all’elaborazione
fonologica della musica e permette di definirne la tonalità, l’intervallo e
probabilmente la struttura della scala. La seconda regione corticale interessata, la
BA 44-45, è coinvolta negli aspetti motori dell’elaborazione fonologica connessi
alla produzione vocale di frasi sia melodiche sia linguistiche.
17
18
Inoltre, essa
appare interessata nelle operazioni sintattiche di entrambi i domini, motivo per cui
è considerata un’area di interfaccia fonologico-sintattica. Verosimilmente agli
aspetti senso-percettivi, la BA 44-45 dell’emisfero sinistro, definita anche area di
Broca, si attiva per le operazioni fonologiche e sintattiche relative al linguaggio,
mentre quella dell’emisfero destro è responsabile della corretta applicazione delle
regole armoniche della musica, una sorta di sintassi musicale.
Un’ulteriore elemento di parallelismo cognitivo è rilevabile per la BA 47,
implicata nell’elaborazione della coerenza temporale all’interno e tra le frasi sia
melodiche sia linguistiche, oltreché nell’elaborazione affettiva per entrambi i
domini.
19
20
Infine, le diverse regioni corticali sopramenzionate rivestono un ruolo
di rilievo nella comprensione e nella produzione della prosodia, sia linguistica che
affettiva.
21
Nel particolare, le funzioni prosodiche linguistiche, che riguardano il
ritmo, l’accento e l’intonazione,
22
sarebbero elaborate nell’emisfero cerebrale
sinistro, mentre le funzioni prosodiche emotive e affettive, che configurano gli
aspetti melodici, sarebbero controllate dall’emisfero controlaterale destro.
23
24
17
D. Poeppel, A critical review of PET studies of phonological processing, Brain Lang, 1996; 55: 317-
351.
18
P. Janata, S.T. Grafton, Swinging in the brain: Shared neural substrates for behaviors related to
sequencing and music, Nature Neurosci, 2003; 6: 682-687.
19
D.J. Levitin, V. Menon, Musical structure is processed in ‘language’ areas of the brain: A possible role
for Brodmann Area 47 in temporal coherence, Neuroimage, 2003; 20: 2142-2152.
20
V. Menon, D.J. Levitin, The rewards of music listening: Response and physiological connectivity of
the mesolimbic system, Neuroimage, 2005; 28: 175-184.
21
M. Belyk, S. Brown, Perception of affective and linguistic prosody: an ALE meta-analysis of
neuroimaging studies, Soc Cogn Affect Neurosci, 2014; 9(9): 1395-1403.
22
Prosodia, Dizionario di medicina, 2010; pubblicato su <www.treccani.it>, consultato il 12/03/2020.
23
A. Schirmer, K. Alter, S.A. Kotz, A.D. Friederici, Lateralization of prosody during language
production: A lesion study, Brain and Language, 2001; 76: 1-17.
24
G. Marotta, Aspetti fonologici e prosodici nell’afasia di Broca, 2009: 34; pubblicato su
<www.humnet.unipi.it>, consultato il 12/03/2020.
La musica e il linguaggio
64
3. Distinzione: semantica
Le attivazioni distinte e dunque specifiche per il dominio della musica e del
linguaggio risiedono nelle aree temporali extrasilviane. Esse sono dovute alle
differenze qualitative e quantitative del contenuto semantico delle produzioni
melodiche e linguistiche. Dal punto di vista del linguaggio, la semantica è
responsabile del processo di attribuzione di significato agli enunciati linguistici.
Le aree deputate a quest’ultimo configurano la porzione mediale e inferiore del
giro temporale (BA 20-21), il polo temporale ventrale bilaterale (BA 38), la
corteccia parietale inferiore sinistra (BA 39-40) e la porzione inferiore del giro
frontale (BA 47). Nella prospettiva della musica, la semantica si occupa di
processare i motivi musicali, dove per motivo si intende il nucleo dell’idea che si
svolge all’interno di una frase melodica.
25
L’esatta localizzazione di questi
processi è a oggi incerta,
26
tuttavia l’area che con maggiore probabilità riveste
questo ruolo è il polo temporale superiore (BA 22 e BA 28).
27
Infine, nella
maggior parte delle aree corticali sopradescritte, soprattutto per quanto riguarda
il linguaggio, sono stati osservati processi di tipo sintattico che supportano l’idea
di un’area di interfaccia semantico-sintattica.
In sintesi, la musica e il linguaggio presentano delle similitudini per quanto riguarda gli
aspetti sensoriali e percettivi delle informazioni sonore, gli aspetti dell’espressione
prosodica e le informazioni emozionali e affettive che ne derivano, oltreché
l’organizzazione sintattica. Invece, il contenuto semantico è ciò che maggiormente
distingue i due domini trattati. A ogni modo, le varie analogie sopradescritte consentono
di ipotizzare un facile trasferimento dell’apprendimento tra la musica e il linguaggio.
28
25
G. Rossi-Doria, Motivo, Enciclopedia Italiana, 1934; pubblicato in pubblicato su <www.treccani.it>,
consultato il 12/03/2020.
26
I. Peretz, R.J. Zatorre, Brain organization for music processing, Annu Rev Psychol, 2005; 56: 89-114.
27
S. Brown, M.J. Martinez, L.M. Parsons, Passive music listening spontaneously engages limbic and
paralimbic areas, Neuroreport, 2004; 15: 2033-2037.
28
P. Tallal, N. Gaab, Dynamic auditory processing, musical experience and language development,
Trends Neurosci, 2006; 26: 382-390.
La musica e il linguaggio
65
3.2 Prospettiva delle neuroscienze sulla musica
L’esperienza musicale è complessa e rappresenta un potente stimolo per la neuroplasticità
di numerose strutture cerebrali coinvolte in processi cognitivi, senso-motori ed emotivi.
29
30
Nel particolare, ci si riferisce a:
• Le aree corticali primarie e secondarie, fondamentali per la percezione di
informazioni sensoriali uditive, visive e somato-sensoriali;
• Il lobo frontale e i lobi parietali, coinvolti nell’orientamento dell’attenzione, nella
pianificazione e programmazione motoria, nell’integrazione di informazioni
uditive e motorie,
31
nell’imitazione e nell’empatia
32
;
• Il lobo parietale e temporo-occipitale, interessati nell’integrazione multisensoriale
di informazioni uditive, visive e somato-sensoriali;
• Il cervelletto, che si occupa del coordinamento dei vari compiti cognitivi;
• L’estesa rete neurale emotiva, cruciale per i processi emotivi e motivazionali.
33
Il coinvolgimento di queste strutture corticali permette alla musica di indurre numerevoli
effetti positivi per l’individuo che ne fa esperienza, sebbene i meccanismi sottostanti siano
attualmente poco definiti.
34
In merito a quest’ultimo punto, Hillecke e colleghi
35
hanno
individuato cinque domini nell’ambito dei quali la musica esercita i propri benefici.
36
29
E. Altenmüller, G. Schlaug, Neurologic music therapy: The beneficial effects of music making on
neurorehabilitation, Acousti Sci & Tech, 2013; 34(1): 5-12.
30
S. Koelsch, A neuroscientific perspecive on music therapy. In: S. Dalla Bella, J.S. Snyder, N. Kraus,
M. Tervaniemi, K. Overy, B. Tillmann, C. Pantev, G. Schlaug (a cura di), The Neurosciences and Music
III: Disorders and Plasticity, Ann N Y Acad Sci, 2009; 1169(1): 3-12.
31
Cfr. Funzioni Esecutive. In: Capitolo 2: Sezione 2.2.
32
Cfr. Deficit del Sistema Specchio. In: Capitolo 1: Sezione 1.3.1.
33
E. Altenmüller, G. Schlaug, Neurologic music therapy (cit.): 5-12.
34
S. Koelsch, A neuroscientific perspecive on music therapy (cit.): 3-12.
35
T. Hillecke, A. Nickel e H.V. Bolay, Scientific perspectives on music therapy, Ann N Y Acad Sci, 2005;
1060: 271-282.
36
S. Koelsch, A neuroscientific perspecive on music therapy (cit.): 3-12.
La musica e il linguaggio
66
1. Modulazione attentiva: la musica ha la capacità si indurre spontaneamente un
soggetto a orientare la propria attenzione;
37
38
2. Modulazione emozionale: la musica modula l’attività delle principali strutture
limbiche e paralimbiche, coinvolte nell’evocazione e nella modulazione delle
emozioni. Inoltre, influenza indirettamente il sistema nervoso autonomo, il
sistema endocrino e quello immunitario;
3. Modulazione cognitiva: la musica stimola i processi mnemonici, sintattici e
semantici;
4. Modulazione comportamentale: la musica offre la possibilità di evocare e
condizionare certi comportamenti, anche senza il controllo cosciente;
5. Modulazione comunicativa: la musica, in quanto strumento comunicativo, è in
grado di promuovere le competenze interattive con le altre persone. Questo fattore
è connesso alla cognizione sociale poiché l’ascolto della musica impegna i
processi cognitivi interenti alla Teoria della Mente;
6. Modulazione percettiva: l’esperienza musicale ha effetti sui processi percettivi
coinvolti dal linguaggio. Tale considerazione è rilevante perché i bambini con
compromissioni linguistiche spesso presentano difficoltà percettive,
39
40
quindi è
ipotizzabile che un’approccio terapeutico musicale possa contribuire alla
riabilitazione linguistica.
Alla luce di quanto esposto, appare evidente quanto l’esperienza musicale possa essere
funzionale allo sviluppo di numerosi processi cognitivi, nonché di pattern di azione
rendendoli più coodinati e integrati tra loro.
41
37
E.S. Sussman, A new view on the MMN and attention debate: The role of context in processing
auditory events, J Psychophysiol, 2007; 21: 164-170.
38
S. Koelsch, Music-syntactic processing and auditory memory: Similarities and differences between
ERAN and MMN, Psychophysiology, 2009; 46: 179-190.
39
N. Gaab, J.D. Gabrieli, G.K. Deutsch, et al. Neural correlates of rapid auditory processing are
disrupted in children with developmental dyslexia and ameliorated with training: An fMRI study, Restor
Neurol Neurosci, 2007; 25: 295-310.
40
P. Tallal, N. Gaab, Dynamic auditory processing, musical experience and language development (cit.):
382-390.
41
A. Merciaro, Musica e disturbi del linguaggio: Prospettive e tecniche d’intervento, Psicologia24, 2017;
pubblicato su <www.psicologia24.it>, consultato il 14/03/2020.
La musica e il linguaggio
67
3.4 Musica e Autismo
L’ASD, come descritto in precedenza, è una complessa condizione del neurosviluppo
caratterizzata da una compromissione persistente della comunicazione e interazione
sociale, con pattern di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi.
42
43
Spesso
è caratterizzata anche da anomalie senso-percettive, in particolare uditive.
44
45
46
Nonostate queste difficoltà, i soggetti con ASD spesso presentano abilità musicali in
norma e tavolta superiori,
47
48
suggerendo che le aticipità nell’elaborazione uditiva
possano essere definite al di fuori delle capacità specifiche di percezione musicale.
49
Inoltre, osservando la natura multisistemica dell’ASD, è plausibile ipotizzare che
l’esperienza musicale, considerata piacevole e in grado di evocare effetti multisistemici,
50
possa rappresentare un’efficace strumento durante il trattamento riabilitativo.
51
A
questo proposito, focalizzando l’attenzione sulla compromissione specifica dell’Autismo,
la comunicazione e interazione sociale, numerosi studi presenti in letteratura hanno
osservato che l’utilizzo di un’approccio terapeutico musicale può influenzare
positivamente questa compromissione e gli elementi a essa connessi, tra cui gli aspetti
linguistici, senso-percettivi, motori, socio-emotivi e comportamentali (Figura 3).
52 53
Questi elementi, oltretutto, configurano i domini cognitivi del neurosviluppo,
frequentemente deficitari in toto o in parte nei Disturbi dello Spettro dell’Autismo.
42
American Psychological Association – APA. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders –
DSM-5 (5ed.), 2014: 57-58.
43
Cfr. Definizione del disturbo. In: Capitolo 1: Sezione 1.1.
44
K. Jamey, N.E.V. Foster, M. Sharda, C. Tuerk, A. Nadig, K. Hyde, Music perception is intact in
children with Autism Spectrum Disorder. In: The Neurosciences and Music VI: Music, Sound and Health.
Boston: Martin Conference Center at Harvard Medical School, 2017.
45
Cfr. Deficit del Sistema Specchio. In: Capitolo 1: Sezione 1.3.1.
46
Cfr. Aspetti sensoriali e percettivi. In: Capitolo 2: Sezione 2.1.2.
47
I. Molnar-Szakacs, et al. Autism, emotion recognition and the Mirror Neuron System: The case of
music, MJM Focus, 2009; 12(2): 87-98.
48
K. Jamey, at al. Music perception is intact in children with Autism Spectrum Disorder (cit.).
49
Ibidem.
50
Cfr. Sezione 3.2.
51
S.M. Srinivasan, A.N. Bhat, A review of “music and movement” therapies for children with autism:
Embodied interventions for multisystem development, Frontiers in Integrative Neuroscience, 2013;
7(22): 1-15.
52
M. Sharda, C. Tuerk, R. Chowdhury, K. Jamey, N. Foster, M. Custo-Blanch, M. Tan, A Nadig, K.
Hyde, Music improves social communication and autitory-motor connectivity in children with autism,
Translational Psychiatry, 2018; 8: 231.
53
S.M. Srinivasan, et al. A review of “music and movement” therapies for children with autism (cit.): 1-
15.
La musica e il linguaggio
68
Figura 3 – Influenze dirette e indirette della musica nei diversi domini del neurosviluppo.
54
Dunque, l’esperienza musicale, sia passiva (ascolto) che attiva (ascolto e produzione),
può costituire un’opportunità per facilitare l’apprendimento dei soggetti con ASD,
sebbene sia sempre opportuno tenere in conto le possibili differenze individuali.
55
In conclusione, è bene precisare che le considerazioni riportate in questo paragrafo
necessitano di una conferma da parte di ricerche scientifiche su gruppi di partecipanti più
consistenti e con monitoraggi nel lungo termine, poiché molti degli studi a cui si
riferiscono queste tematiche sono effettuati su campioni ristretti e valutano gli effetti
sull’apprendimento a breve termine. Inoltre, l’esistenza di numerose tipologie di
approccio terapeutico musicale, la frequente mancanza di setting generalizzati e di scale
standardizzate non permette di correlare questi risultati né tra loro né con quelli ottenuti
attraverso l’uso di approcci riabilitativi non musicali.
56
54
S.M. Srinivasan, et al. A review of “music and movement” therapies for children with autism (cit.): 1-
15.
55
Ibidem.
56
M. Geretsegger, C. Elefant, K.A. Mossler, C. Gold, Music therapy for people with autism spectrum
disorder, Cochrane Database Syst Rev, 2014; (6): CD004381.