Premessa.
In questo elaborato sono considerate le nozioni della metodologia
dell’allenamento sia a livello tecnico sia a livello applicativo
attraverso la pianificazione diretta “sul campo” della preparazione
atletica precampionato di una squadra di calcio femminile di alto
livello.
La relativa breve storia del calcio “in rosa” ha portato molto spesso
tecnici e responsabili del settore a mettere a confronto il calcio
femminile con quello maschile, inducendo un’erronea riproposizione
(a minori carichi ed intensità) di ciò che veniva proposto nella
preparazione atletica degli uomini alle donne.
La diffusione ad un maggior bacino d’utenza di questo sport rivolto al
sesso femminile ha portato ad una specializzazione nel piano
d’allenamento delle calciatrici. In particolar modo, ai massimi livelli
del campionato italiano, la preparazione atletica ha raggiunto ottimi
livelli grazie alla competenza e ad una attualizzazione dei programmi
di lavoro. Questi ultimi non sono più degli adattamenti di programmi
di preparazione atletica maschili, ma sono peculiari del calcio rivolto
alla donna in relazione alle sue caratteristiche fisiche.
Il primo capitolo presenta una breve descrizione della storia del calcio
femminile, una pratica sportiva che si sta rapidamente evolvendo con
costante aumento delle praticanti e che acquista di anno in anno
sempre più competitività e professionalità sia da parte delle stesse
atlete sia di numerose società sportive.
L’attenzione è in seguito focalizzata sulle differenze esistenti tra uomo
e donna sia dal punto di vista fisiologico sia delle diverse componenti
delle capacità condizionali al fine di elaborare un piano d’allenamento
specifico per la donna con sostanziali differenze rispetto a quello
dell’uomo calciatore.
L’affinamento della tecnica e della tattica, nonostante la grande
importanza e nonostante la loro presenza nelle sedute d’allenamento
nel mesociclo di preparazione, non saranno trattate in modo
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approfondito poiché lo scopo è di descrivere la preparazione fisica
condizionale nelle componenti maggiormente stimolate nella fase
preparatoria della stagione.
L’intento di questo studio è di proporre un piano d’allenamento ad hoc
per il calcio femminile con particolare riferimento alla squadra
dell’ACF Brescia Calcio femminile che partecipa al campionato
italiano di serie A femminile.
Saranno delineate quindi le qualità fisiche della calciatrice e le
capacità condizionali con i relativi metodi d’allenamento.
In seguito verrà illustrata la durata del ciclo di lavoro evidenziando: i
metodi e i mezzi utilizzati per il miglioramento delle singole capacità
nella calciatrice.
Saranno definiti e programmati dei test per la valutazione della
condizione e delle capacità tecniche dell’atlete, alcuni dei quali
proposti all’inizio ed alla conclusione del ciclo di lavoro; infine,
previa descrizione del gruppo, saranno presi in dettaglio i lavori
proposti giorno per giorno ed i risultati dei test funzionali con le
relative considerazioni finali.
Cap. 1 La storia del calcio femminile.
Esiste un’ampia documentazione storica sui giochi con la palla. Infatti
erano praticati ovunque già prima dell’avvento di Cristo; l’Hepiskuros
e l’Harpastum diffusi tra i Greci e i Romani in Europa ed il calcio
Fiorentino in Italia sono le testimonianze a noi più vicine. In Cina, ben
2.500 anni fa, esisteva il “Tu Chu” ovvero “palla di cuoio sospinta con
il piede”, un gioco che veniva proposto nell’addestramento militare,
poiché basato su principi e schemi di attacco e difesa. Nell’antichità le
forme primitive di gioco con la palla erano spesso violente e basate
sulla forza fisica, escludendo di conseguenza la donna dalla pratica del
gioco oltre che per motivi fisici, anche per la considerazione che
l’uomo aveva del genere femminile come figura preposta unicamente
alla custodia delle tradizioni e alla crescita dei figli.
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La patria d’origine di quello che è diventato il gioco del calcio
moderno è universalmente riconosciuta nell’isola britannica: a
Londra, nel 1863, venne costituita la Football Association, qualche
anno dopo lì prese le mosse anche il calcio femminile per estendersi
rapidamente in Cecoslovacchia, Danimarca, Olanda e Germania
Ovest. Le britanniche e le loro seguaci hanno sempre cercato di dare
al gioco un’espressione atletica eccezionale. D’altra parte l’attività
calcistica delle donne pretende anche raffinatezza nell’impostazione
nell’esecuzione del gioco oltre che una certa fantasia, infatti ha trovato
terreno fertile in Francia, in Italia, in Spagna, in Austria, in Jugoslavia
ed anche in Turchia. Nel continente Americano, unica e quasi
clamorosa eccezione alla diffusione del calcio femminile, sono gli
Stati Uniti, dove anche il soccer maschile è sempre stato limitatamente
diffuso. Al contrario, nell’America del Sud la scuola calcistica
femminile ha raggiunto notevoli risultati soprattutto in Messico.
Alcune date della storia del calcio femminile:
23 Marzo 1895
A Londra si gioca la prima partita tra donne che si ricordi: Inghilterra
del Nord – Inghilterra del Sud 7- 1.
1919
In Francia viene organizzato un campionato nazionale della
Federation des Societes Feminines Sportives de France.
1921
In Inghilterra ci sono 150 squadre femminili.
1931
Il calcio femminile viene riconosciuto dalla FIFA (Fédération
Internationale de Football Association).
1955
Nascono in Olanda e nella Germania dell’Ovest le relative federazioni
nazionali. Analogamente a quanto accadde nel 1921 in Inghilterra, le
federazioni maschili olandese e tedesca invitano gli affiliati a non
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concedere i campi di gioco alle donne ritenendo il calcio inadeguato
alle donne ed invitando le società a rifiutare l’uso dei propri campi di
gioco alle squadre femminili.
1966
Nasce in Inghilterra una federazione di calcio femminile dopo
l’ostracismo che durava dal 1921.
1970
In Germania viene “riabilitato” il calcio femminile. Prima edizione
(non ufficiale) della Coppa del mondo.
1974
Primo torneo nordico.
1975
Prima edizione della Coppa Asia.
1981
L’Italia vince il “Mundialito” disputato in Giappone.
1984
Il calcio femminile viene riconosciuto dall’UEFA (Union of European
Football Associations) . Si gioca il primo campionato europeo
ufficiale (organizzato dall’Uefa) dove vince la Svezia ai rigori
sull’Inghilterra.
1988
Primo torneo globale in Cina: un vero e proprio campionato mondiale
che sarà vinto dalla Norvegia.
1989
A Seattle viene fondata la Women’s Soccer Foundation.
1991
In Cina si disputa il primo campionato del mondo ufficiale (ovvero
organizzato dalla FIFA) e vincono gli USA.
1995
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Seconda edizione del campionato del mondo ufficiale disputato in
Svezia e vinto dalla Norvegia.
1996
Il calcio femminile entra nel programma delle Olimpiadi disputate ad
Atlanta. Vincono gli USA.
1999
Terza edizione del campionato mondiale disputato negli USA e vinto
dalle padrone di casa.
2001
Nasce negli Stati Uniti la WUSA, il campionato professionistico
americano, con le migliori calciatrici del mondo. Inoltre, in Europa,
nasce la “UEFA Women’s Cup” ovvero la massima competizione
calcistica per club femminili.
2002
Prima edizione del campionato mondiale Under 19 (in seguito il limite
d’età verrà innalzato ai 20 anni) disputata in Canada e vincitrici le
statunitensi.
2003
Quarta edizione del campionato mondiale disputata sempre negli USA
vede vincitrice la Germania.
2005
Quinta edizione del campionato mondiale disputato in Cina vede
vincitrice il Brasile.
2008
Prima edizione del campionato mondiale Under 17 disputata in Nuova
Zelanda. Vince la Corea del Nord.
2009
Campionato europeo di calcio femminile.
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Cap. 1.1 La storia del calcio femminile in Italia.
In Italia il calcio femminile è molto più giovane rispetto al calcio
inglese. Infatti le prime testimonianze relative al calcio femminile
italiano risalgono al 1930. A Milano, in via Stoppani n. 12, venne
fondato il Gruppo Femminile Calcistico,
prima squadra femminile di cui si ha notizia
dove le calciatrici italiane utilizzavano le
gonne.
Una delle prime apparizioni del calcio
femminile in Italia, si ebbe nel 1946, subito
dopo la guerra, quando furono istituite due
squadre triestine, la Triestina e le ragazze di
San Giusto, che attraversarono il Paese per
svolgere propaganda politica a favore di
Trieste, ma dopo due mesi la tournèe dovette fermarsi per il fallimento
economico, tecnico e politico dell’operazione.
Il secondo tentativo, sempre di origine politica, partì nel 1950 da
Napoli, dove la Baronessa Angela Altini di Torralbo, appassionata di
calcio, intuì che questo poteva essere sfruttato per fini di propaganda
politica per il partito Nazionale Monarchico. Propose allora di
costituire delle squadre di calcio femminile, ma incontrò molte
resistenze poiché, secondo i suoi oppositori, le ragazze si sarebbero
coperte di ridicolo e la campagna elettorale non ne avrebbe tratto
alcun vantaggio. La sua tenacia, però, portò alla creazione di tre
squadre, la Vomerese, il Napoli e il Secondigliano, che dettero vita
alla prima organizzazione federale: “L’Associazione Nazionale Calcio
Femminile”.
Nel suo lavoro la Baronessa era coadiuvata dal Ragionier Vittorio
Smedile ma, per profondi dissensi tra loro, nel 1959 l’associazione si
scisse: le squadre esistenti seguirono Smedile sancendo, di fatto, la
fine dell’AICF della Baronessa Altini di Torralbo. Il Ragionier
Smedile tentò di reclutare il maggior numero possibile di calciatrici
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con lo scopo di costruire più squadre in tutta Italia e compì il primo
tentativo di creare un connubio tra industria e squadre femminili.
La “terza età” del calcio femminile va collocata nel 1965, a Milano.
La signora Valeria Rocchi, che era stata una validissima saltatrice in
lungo, costituì due compagini che chiamò
Bologna e Inter assumendo il ruolo di
presidentessa, allenatrice e dirigente. Le
atlete erano ragazzine tra i quattordici e i
diciassette anni.
La prima partita fu disputata all’arena di
Milano ma, l’esperimento si rivelò un
mezzo fallimento tra le risate degli
spettatori. La Rocchi, però, non si arrese e
la sua perseveranza ebbe il sopravvento e, grazie ai finanziamenti che
giunsero dagli industriali e dai commercianti e alle numerose
domande di partecipazione inoltrate dalle giovani calciatrici, il futuro
di questo sport scorgeva prospettive più ottimistiche. A questo punto il
calcio in rosa stava raggiungendo quell’affermazione pubblica che
non era riuscito a trovare nei due precedenti tentativi.
Da Milano l’interesse si diffuse in Liguria, dove la signora Alba
Mignone, nel 1965, fece pubblicare sulla rivista “Amica” un annuncio
per cercare ragazze appassionate di calcio e fu sommersa di richieste e
servendosi di queste risorse umane poté fondare il Genova. Nello
stesso anno, il signor Mazzetti, dirigente organizzatore del Torneo
Giovanile di Viareggio, diede vita alla Giovani Viola a Firenze.
L’11 aprile 1968, a Viareggio, fu costituita la “Federazione Italiana
Calcio Femminile” il cui presidente era il signor Giovanni Mazzoni.
Non tutti i club, però, accettarono lo statuto della Federazione ed
alcuni si dissociarono per aderire all’Unione Italiana Sport Popolari
(UISP).
Si crearono così due campionati diversi. Al terzo anno di attività
ufficiale la neo federazione aprì le porte alle calciatrici straniere.
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Nel 1970 la Federazione Italiana Gioco Calcio presieduta dal dott.
Leandro Franchi prese il sopravvento sull’UISP e riuscì a organizzare
un campionato di Serie A con quattordici squadre, un campionato di
Serie B con dieci squadre, campionati regionali e la Coppa Italia.
La prima svolta vera e propria avvenne nel 1980, anno in cui il calcio
femminile entrò a far parte del CONI come federazione affiliata alla
FIGC.
Nel 1983 la FIGC sarà riconosciuta come
aderente al CONI ed iniziano a delinearsi così,
le strutture dei comitati regionali e provinciali
ai quali verrà affidata l’attività promozionale.
Nel 1986 nell’ambito della Lega Nazionale
Dilettanti, fu istituito il “Comitato Nazionale
Calcio Femminile” aderente alla Lega
Nazionale Dilettanti che due anni dopo
prenderà il nome di “Divisione Calcio
Femminile” la quale entrerà a far parte a pieno titolo della FIGC.
Cap. 2 Il calcio femminile oggi.
Cogliendo l’occasione della quinta edizione del campionato del
mondo femminile nel settembre
2007 disputata in Cina, la FIFA
(Fédération Internationale de
Football Association) ha
organizzato il quarto Simposio
sul calcio femminile al quale
hanno partecipato circa 500
rappresentanti delle Nazioni di tutto il mondo. Questa è stata
un’occasione per prendere visione della situazione e della diffusione
del calcio in rosa a livello mondiale.
Tra le considerazioni emerse è stata espressa notevole soddisfazione
per la diffusione che sta riscuotendo il calcio “in rosa” tanto da poter
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affermare che “il futuro del calcio è donna”. Com’è possibile che ciò
avvenga? La risposta è composta dai seguenti diversi aspetti che, di
anno in anno, registrano un incremento:
• Numero delle partecipanti.
• Possibilità di competere (soprattutto ad alto livello).
• Numero degli spettatori.
• Interesse dei Media e in particolare dalla televisione.
• Numero delle donne che s’interessano al calcio.
Oggi, su 265 milioni di calciatori, 26 milioni sono calciatrici, una
giocatrice ogni 10 giocatori.
Ci sono 23 milioni di giocatori (maschi e femmine) in più rispetto al
2000 e su 5 bambini che iniziano a praticare il calcio, 1 è una
bambina.
Nel 2006 sono state disputate 448 partite internazionali ufficiali (il
20% in più rispetto al 2003) in 134 paesi diversi.
Il calcio femminile ogni anno continua la sua espansione, non solo in
termini assoluti, ma anche nelle Nazioni in cui la tradizione calcistica
non è così forte. La FIFA si sta impegnando in un progetto globale
che punti ad un’ulteriore diffusione del gioco del calcio per donne,
oltre per il progetto in sé, anche per il crescente interesse che esso
suscita nei mass media; tale interesse, infatti, ha seguito uno sviluppo
incredibile dal 1999 ad oggi con un costante incremento della
domanda da parte del pubblico televisivo.
Figura: alcuni dati riguardanti il pubblico del calcio femminile.
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La diffusione del calcio “in gonnella” è un processo in atto da qualche
decennio, ma è solo negli ultimi anni ha subito una forte accelerazione
fino al 40% di incremento. Un numero sempre maggiore di paesi ha
deciso di investire nell’organizzazione delle relative squadre
Nazionali. Sempre più donne, anche nei paesi economicamente meno
sviluppati, superano le barriere culturali ed i pregiudizi per avvicinarsi
a questo sport.
La FIFA punta a supportarne la diffusione attraverso alcuni “punti
chiave” ovvero la costruzione di strutture adeguate e l’organizzazione
sempre più accurata delle competizioni. Risulta di fondamentale
importanza stabilire un ruolo di primo piano, per le scuole, i club e le
comunità per quanto riguarda la formazione delle calciatrici.
Altra questione trattata durante il Simposio riguarda l’apertura del
mondo del calcio, non solo per le partecipanti al gioco, ma anche per
le allenatrici, gli arbitri e i team manager. Questi ruoli, che risultano a
tutt’oggi rivestiti per la maggioranza da uomini, secondo il progetto,
potranno aumentare la loro composizione femminile nei prossimi
anni.
Ultima questione considerata, ma sicuramente d’importanza
fondamentale per il mantenimento di un’organizzazione mondiale,
riguarda l’ambito del marketing, della pubblicità e delle campagne
pubblicitarie per mezzo delle quali si cerca di sviluppare dei processi
attraverso i quali si possa aumentare ulteriormente l’interesse del
grande pubblico verso questo sport.
Cap.2.1 Il calcio femminile oggi in Italia.
Il numero di atlete che praticano il gioco del calcio in Italia è attestato
ad una cifra che si aggira intorno alle 23.000 tesserate FIGC,
considerando nell’insieme le atlete tesserate con la LND, il Settore
giovanile scolastico e le giocatrici che partecipano a tornei organizzati
da Enti di Promozione sportiva riconosciuti dal Coni.
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