III
INTRODUZIONE
Inizio la mia Tesi di Laurea dal titolo: “ATTACCHI DI PANICO E FOBIE” raccontandovi il
motivo della mia scelta per questo argomento: Io soffro di DAP.
DAP,cosa significano questa tre lettere ?
Significano: DISTURBO DA ATTACCO DI PANICO.
Era una calda mattina afosa dell’estate dell’anno 2001 quando ad un tratto scendendo le scale di
casa mia che dalla mia stanza portano in cucina chiamavo disperatamente mia madre in preda ad
un malore improvviso e sconosciuto la cui vertigine, il senso di svenimento e la tachicardia mi
stavano inghiottendo in un vortice immaginario con tanta paura di morire che si era impadronita
di tutta me stessa. Per fortuna bastò la presenza amorevole di mia madre ed il susseguirsi di
qualche interminabile minuto per ritornare alla realtà ed al benessere. Sì, proprio alla realtà;
perché quando si ha un attacco di panico la realtà è soffocata dalla paura che si impadronisce di
tutto te stesso: mente e corpo.
Da quell’attacco di panico improvviso la mia vita cambiò.
Ma cosa mi portò a stare così male ? Una notizia per me scioccante il cui protagonista era il
cuore malato di una persona a cui volevo molto bene. Trasferì in modo psicosomatico la
malattia cardiaca in me stessa fino a soffrire di DAP.
Dopo quel primo attacco di panico ce ne furono tanti altri per un intero anno sedando il malore
sporadicamente con un ansiolitico quando era necessario.
Dopo quel periodo la mia vita ricominciò ad essere “normale” in quanto gli attacchi di panico si
erano allontanati, ma gestivo la mia vita non facendo attività in cui sapevo che il mio cuore
avrebbe accelerato il suo battito quindi non facendo più sport e spostandomi solamente con
mezzi di trasporto a motore anche per brevi tratti di distanza.
Vivevo la vita condizionata dal pensiero del cuore .
I miei genitori erano ignari di tutto ed io ne ero poco consapevole per me la cosa principale ed
più importante era non affaticare il mio cuore. Ero diventata cardiopatica nella mia mente
benché il mio organo cardiaco fosse in perfetta salute.
IV
Passarono gli anni vivendo in questo modo.
Una sera dei Mondiali di Calcio dell’anno 2006 ero in casa da sola ed avrei dovuto raggiungere
i mie genitori a casa di amici. Mi stavo preparando quando sentì il mio cuore battere più
velocemente, il respiro affannato, il tutto sfociando in tachicardia ed in un attacco di panico
improvviso. Riuscì a telefonare a mia madre che mi raggiunse in fretta e con amorevoli cure e
l’intervento tempestivo del mio medico di famiglia riuscì a stare bene.
La mia vita subì una trasformazione.
Per tre lunghi mesi mi vennero attacchi di panico ogni giorno e spesso mi costringevano a
recarmi al pronto soccorso.
Sono arrivata quasi ad uno stato vegetativo: avevo paura a camminare, mangiavo solo
imboccata da mia madre riuscendo ad inghiottire pochi bocconi di cibo, avevo paura ad uscire,
avevo paura a lavarmi, avevo paura degli specchi, avevo paura a ridere, avevo paura quasi a
parlare lo facevo sottovoce per non sforzarmi; la mia vita si svolgeva coricata a letto e dicendo
in continuo solo una cosa : HO PAURA.
I miei genitori erano disperati, ma nel frattempo non accettavano di portarmi da uno psichiatra
perché i disturbi mentali sono visti come un qualcosa di cui ci si deve vergognare e di cui si ha
paura ad affrontarli, ma poi vista la grave situazione l’hanno affrontata portandomi in ospedale
da uno bravo psichiatra.
Ero arrivata ad avere ventuno attacchi di panico nelle ore solari e durante le ore notturne era un
susseguirsi di attacchi di panico anche mentre dormivo ed ero dimagrita più di dieci Kg,
destando preoccupazione e molto timore ai miei genitori
Nel novembre dell’anno 2006 i miei genitori mi hanno messa in macchina e portata in ospedale
dal mio psichiatra di fiducia e dopo un colloquio e la visione di analisi cliniche e visite
cardiologiche perfette ha diagnosticato il: DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO.
Ho iniziato la cura farmacologica l’indomani del colloquio con lo psichiatra e da quel momento
la mia vita è stata in ascesa perché il mio corpo ha avuto una riposta positiva farmacoterapia,
invece alla psicoterapia non rispondevo in modo positivo ed ho dovuto abbandonare perché mi
sentivo nervosa ed angosciata dopo il colloquio con lo psicoterapeuta.
V
La mia cura risolutiva è stato l’amore di mia madre che mi ha strappata con forza e volontà alle
mie fobie, la farmacoterapia che mi ha aiutata a non avere il malore degli attacchi di panico, la
mia voglia di vivere che non mi è mai mancata.
Adesso dopo molti anni sono qui a scrivere la mia testimonianza di vita, sto bene, ho ripreso la
mia vita e mi metto in gioco anche se ancora continuo a curarmi con la farmacoterapia con dosi
di mantenimento. Voglio puntualizzare per esperienza personale che per uscire dall’incubo del
DAP non bastano le terapie ma si deve volere, si devono accettare le cure, si deve accettare di
essere aiutati perché se non si è affiancati da tutto ciò è molto difficile uscirne si avranno
sempre delle ricadute come l’ho avuta nel 2006. Consiglio a tutti coloro che ne soffrono di farsi
aiutare da specialisti ed accettare le cure perché senza una cura è solo un cammino in discesa.
La mia tesi si apre con una piccola dedica, seguono il frontespizio, l’introduzione, una poesia
scritta da me dal titolo: “Attacco di Panico”, quindi i capitoli della tesi. I capitoli sono cinque,
all’interno di ciascuno di esso ci sono i vari paragrafi che sviluppano l’argomento trattato in
cadauno. Alla fine della tesi abbiamo la conclusione, l’indice e la bibliografia.
Dedico la mia tesi principalmente a San Giuseppe Moscati il Medico Santo di cui sono diventata
devota non appena l’ho incontrato nella cappella dell’ospedale dove lavora il mio psichiatra di
fiducia ed ai miei meravigliosi genitori che mi hanno dato la vita e sostenuta sempre e che mi
hanno dato la possibilità di studiare. Inoltre al mio amico che non c’è più di nome Davide ed al
mio carissimo psichiatra il Dott.Orazio Antonuccio primario del reparto di Psichiatria
all’Ospedale di Avola (SR). Ancora dedico la mia tesi in modo particolare alla Santissima
Trinità, la Madonna, San Pio da Pietrelcina,San Giovanni Bosco, San Corrado, Santa Lucia,
Santa Rosalia e Sant’Agata che ho pregato tanto ed invocato per aiutarmi negli studi
universitari.
Ringrazio tutti i miei professori del mio corso di Laurea in “Scienze dell’Educazione e
Formazione”, i segretari e tutti coloro che mi sono stati vicini in questo percorso di studi.
Ringrazio per ultimo, ma non per importanza, il mio relatore il Preside Professore Antonino
Pennisi che mi ha dato la possibilità di scrivere la tesi sull’argomento che io desideravo.
Concludo l’introduzione alla mia tesi con una poesia che ho scritto in cui descrivo uno dei mie
tanti attacchi di panico improvvisi augurandovi una buona lettura.
Corradina Triberio
VI
Poesia: ATTACCO DI PANICO
Inaspettatamente
sono dentro un vortice
mi gira la testa
sono fuori dalla realtà
sento solo vertigini nel mio corpo
la strada succhia
tutta me stessa.
Il mio sguardo è alienato
il sudore aumenta sempre più
il mio corpo non risponde
il mio cuore è impazzito.
AIUTO
mi tremano le mani
mi tremano le braccia
mi tremano le gambe
non riesco a reggermi in piedi
la mia voce è inesistente
mi manca l'aria
AIUTO
sto impazzendo
AIUTO
sto morendo.
I secondi sembrano lunghi anni
mi sento svenire
mi agito
non riesco a prendere le medicine
sono lì dentro la borsa che ho tra le mani
non riesco ad aprirla
AIUTO
nessuno mi aiuta mi sento svenire
cerco di camminare
il mio respiro è sempre più affannato
il mio cuore è troppo agitato
sto perdendo i sensi
AIUTO lo grido forte ci sono riuscita
ma,
tutti si allontanano
hanno paura del mostro che si è impossessato di me
a stenti riesco a camminare
mi trascino a passi lenti
ed arrivo alla soglia della porta amica
che mi salva per l'ennesima volta
dal pazzesco vortice
che mi stava inghiottendo
Corradina Triberio
1
CAPITOLO 1
Premessa
La salute della psiche è meno nota alle persone in quanto i mass media dedicano soprattutto
rubriche di medicina informando quasi unicamente sulla salute del corpo e quindi le persone
quasi ignorando l’universo dei disturbi mentali non comprendono l’importanza della salute
mentale.
I disturbi mentali evocano ancora tutt’oggi un senso di imbarazzo e di vergogna sia in chi ne
soffre, sia nei familiari che nel contesto sociale in genere.
La medicina si occupa del visibile e dell’oggettivo in quanto cura il corpo, ma l’invisibile cioè
la psiche la cui parola deriva dal greco Psiche che significa “anima” viene curata dalla
psicologia.
Diceva Aristole: “ L’anima è ciò che un corpo può fare di un corpo naturale dotato di organi,
essa costituisce l’attività primaria ed intenzionale”.
La nozione di anima però non coincide con quella di mente. La mente è paragonata al
software del computer cioè il programma ossia le giuste informazioni formate da una lista
di istruzioni emanate dalla nostra rete neurale ed è stato scoperto che il corpo umano trasmette
in codice binario; il cervello invece è paragonato all’hardware del computer cioè la parte
organica del nostro corpo.
La psicologia sfocia nella psicologia contemporanea o delle scienze cognitive in generale agli
odierni orientamenti di studio e di comprensione delle malattie mentali cioè alla psicopatologia
ed alla psichiatria. La psicopatologia si apre essenzialmente alla filosofia esistenziale di dare
una interpretazione del malato e della malattia mentale quindi della comprensione e descrizione
fenomenologica della modalità di esistenza e dei vissuti dei soggetti malati a svelarne le
strutture ontologiche legate all’impossibilità di essere o sentirsi diversi. La psichiatria indaga i
disturbi mentali seguendo un approccio clinico-nosologico con l’obiettivo della diagnosi e
quindi l’attuazione dei protocolli per il trattamento.
Il funzionamento mentale (la memoria, l’intelligenza, il linguaggio, il pensiero, la ragione, la
creatività) si spiega facendo riferimento all’attività dei sistemi di connessione cioè le reti
neurali ovvero all’attività del sistema nervoso centrale (SNC) e del sistema nervoso periferico
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(SNP) . Il cervello ed il midollo spinale costituiscono il sistema nervoso centrale, dai gangli del
midollo spinale si originano le fibre nervose che innervano tutti i tessuti degli organi e degli
apparati. Questa fitta rete di nervi costituisce il sistema nervoso periferico (SNP) . Quindi
abbiamo due porzioni si sistema nervoso quello centrale e quello periferico.
Gli orientamenti della psicologia contemporanea o delle scienze cognitive in generale agli
odierni orientamenti di studio e di comprensione delle malattie mentali cioè alla psicopatologia
e alla psichiatria troviamo indizi interessanti a carico dei comportamenti.
Si notano che nelle malattie mentali soprattutto quelle più gravi abbiamo evidenti riferimenti ai
processi informazionali che riflettono nell’anomalia comunicativa dei fenomeni psicopatologici.
Le psicopatologie sembrano oltre che disturbi delle comunicazioni anche disturbi delle relazioni
intesi in duplice dimensione di personale ed interpersonale.
L’aspetto personale è testimoniato dalla difficoltà dei soggetti ad individuarsi ed a riconoscersi
come persone dotate di prerogative personali proprie oppure dall’eccessiva considerazione e
focalizzazione su di sé.
L’aspetto interpersonale si riflette nell’autoisolamento dei malati di mente e nella conseguente
chiusura in sé ed all’alterità.
Quindi le psicopatologie si caratterizzano come disturbi delle comunicazioni e delle relazioni .
Nella neurobiologia del cervello il rapporto causale tra gli stati cerebrali e gli stati mentali e tra
gli stati cerebrali e i disturbi mentali basta una minima perturbazione come stress,traumi, lesioni
ecc… per determinare un cambiamento sia degli stati mentali che della personalità nel suo
complesso.
Negli ultimi 30 anni è stata apprezzata anche l’attività delle cellule della glia la cosiddetta
materia bianca ritenuta per lungo tempo un tessuto di supporto alla materia grigia, ma adesso
se ne apprezza la loro funzione di ausilio negli scambi sinaptici.
Tutti gli eventi patologici che interessano il sistema nervoso prendono il nome di neuropatie e
fondano l’oggetto della neurologia. Codeste come tutte le altre patologie organiche sono
caratterizzate dalla presenza di una lesione accertata ed accertabile. Le neuropatie sono
patologie del cervello.
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Abbiamo tesi innatiste sull’eziologia delle malattie mentali per quanto riguarda l’ereditarietà
genotipica che l’ereditarietà ambientale, ma queste indagini al massimo possono dimostrare la
familiarità o predisposizione allo sviluppo in determinate circostanze della malattia mentale.
Le teorie organicistiche sull’eziologia delle malattie mentali più accreditate in ambito clinico
individuano il danno nelle alterazioni biochimiche a carico di alcune proteine e aminoacidi nei
neurotrasmettitori quali dopamina,serotonina,acido glutammico, gaba e negli altri di cui non
sono ancora noti gli effetti, oltre che nei recettori sinaptici. I neurotrasmettitori e i recettori
consentono il passaggio degli impulsi nervosi elettrochimici nel SNC con la funzione di eccitare
o di inibire l’ attività dei neuroni , la presunta sede della lesione si configurerebbe nel difetto
della modulazione biochimica dei neurotrasmettitori e dunque nella costituzione di nuove
connessioni sinaptiche neurali da cui deriverebbero i disturbi psicopatologici.
Le psicopatologie non rispondono a tutt’oggi a una eziopatogenesi palese e condivisa cioè
manca la presenza di una lesione accertata ed accertabile.
Gran parte delle malattie sono diagnosticabili con l’ausilio di indagini strumentali che mettono
in evidenza la localizzazione precisa e l’entità del danno come negli organi, negli apparati e
nelle neuropatie.
Le lesioni del cervello sono riscontrabili attraverso una serie di tecniche che prevedono le
misurazioni elettriche o le misurazioni elettromagnetiche.
Le misurazioni elettriche sono quelle ottenute attraverso esami come l’ElettroMioGrafia (EMG)
o l’ElettroEncefaloGramma (EEG) ; esse rilevano e registrano la differenza di potenziale
muscolo-tendineo o delle aree cerebrali e consentono di valutare l’attività elettrica di base ossia
quella degli impulsi nervosi espressa in millivolt (mV) per millisecondi (ms).
Le misure elettromagnetiche forniscono immagini elettroniche e digitali delle strutture
anatomiche superficiali e profonde del cervello e sono la MagnetoEncefaloGrafia (MEG), la
TomoGrafiaAssialeComputerizzata (TAC) , la Risonanza Magnetica Nucleare (MRI),
Risonanza Magnetica Nucleare Funzionale (fMRI).
I disturbi della mente in assenza di lesioni certe ed accertabili rendono vano l’ausilio di
stumenti diagnostici l’unica soluzione è la metodica diagnostica del colloquio clinico strutturato
con il DSM-IV.
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Il DSM è il Diagnostic and Statistical Manual for Mental Disorders (DSM), cioè il manuale
diagnostico e statistico dei disturbi mentali che viene prodotto dall’APA (Associazione degli
Psichiatri Americani) dal 1952 è attualmente alla sua sesta versione. Il DSM è quindi il manuale
ufficiale che viene usato negli Stati Uniti dagli psichiatri e da più di 400 mila operatori della
salute mentale per effettuare diagnosi psichiatriche, ma che è largamente in uso anche altrove,
Italia compresa. Il suo sistema di classificazione fornisce la tassonomia psichiatrica standard
sulla base della quale possono essere diagnosticati, e di conseguenza curati, i disordini mentali.
Il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali è stato più volte modificato, includendo
ed eliminando malattie. Consiste in una classificazione "nosografica ateorica assiale" dei
disturbi mentali. I disturbi mentali vengono definiti in base a quadri sintomatologici e questi
ultimi sono raggruppati su basi statistiche.[1]
Il DSM-IV è la quarta revisione di un lavoro di ricerca di mezzo secolo da parte dell'American
Psychiatric Association. Parte della popolarità del DSM-IV è dovuta al fatto che esso si basa su
una vasta base empirica ed è ateoretico cioè si è limitato a identificare le tipologie più frequenti
di disturbo psichico e a fotografarne gli elementi associati.
Il manuale, secondo gli intendimenti degli autori e dell'APA, dovrebbe essere:
nosografico: i quadri sintomatologici sono descritti a prescindere dal vissuto del singolo, e sono
valutati in base a casistiche frequenziali.
ateorico: non si basa su nessun tipo di approccio teorico, né comportamentista, né cognitivista,
né psicoanalitico, né gestaltico, etc.
assiale: raggruppa i disturbi su 5 assi, al fine di semplificare e indicare una diagnosi
standardizzata.
su basi statistiche: si rivolge ad esse in quanto il sintomo acquista valore come dato
frequenziale; i concetti statistici di media, frequenza, moda, mediana, varianza, correlazione,
ecc. giungono ad essere essi stessi il "solco" mediante il quale si valuta la presenza o meno di un
disturbo mentale.