Capitolo 1
1.1 Il progetto di ricerca “Testa sulle Spalle”
Il presente lavoro nasce all’interno del progetto di ricerca “Testa sulle Spalle”, svolto
presso l’U.L.SS. 6 di Vicenza, Ospedale San Bortolo, in collaborazione tra l’Unità
Operativa di Medicina Fisica e Riabilitazione, Unità Spinale – Unità Gravi
Cerebrolesioni (Responsabile Scientifico: Prof. G. Bertagnoni) e il Dipartimento di
Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università di Padova
(Responsabile Scientifico: Prof. A. Simonelli).
In particolare la ricerca è nata dalle osservazioni di medici e ricercatori, secondo cui
molti dei pazienti ricoverati in seguito a una lesione spinale di origine traumatica
mostrano determinate caratteristiche relazionali, individuali e di personalità ricorrenti in
questa popolazione; per di più la letteratura sull’argomento conta pochi studi che
abbiano considerato i fattori protettivi e di rischio connessi alle mielolesioni di origine
traumatica.
Tra questi sono stati esaminati alcuni fattori, come la tendenza a ricercare sensazioni
forti (Zuckerman, 2007; Sliwa et al., 1992) e la mancanza di un legame affettivo stabile
(Cavanna, 2009; Ivan, Bereczkei, 2006) nell’ influenzare la messa in atto di condotte
rischiose; inoltre vari autori hanno messo in luce il ruolo svolto dalla rete di supporto
sociale nell’aiutare i pazienti con lesione midollare a superare le iniziali difficoltà di
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adattamento (Beauregard, Noreau, 2010; Beedie, Kennedy, 2002; Menarini, 2005) e
l’influenza esercitata dalle strategie di coping adottate dai pazienti nel processo di
adattamento post-traumatico (Pollard, Kennedy, 2007; Moore et al., 1994; Galvin,
Godfrey, 2001).
Obiettivo principale di tale progetto è dunque quello di indagare a livello longitudinale e
multi-fattoriale, attraverso un approccio multi-metodo, le caratteristiche individuali e di
personalità, affettivo-relazionali e contestuali che possono aver agito come fattori di
rischio e protezione prima dell’evento traumatico e il cui ruolo è fondamentale anche
nel corso del percorso riabilitativo e di reinserimento sociale, determinando il benessere
e la qualità della vita del paziente, sia a breve che a lungo termine.
Secondo il programma originale della ricerca, a un mese dall’evento traumatico viene
stabilito il primo contatto con i pazienti ricoverati presso l’Unità Spinale, a cui è
presentato lo studio e richiesto il consenso informato con relativo trattamento dei dati
personali secondo la normativa vigente (D. Lgs. N. 196 del 30 Giugno 2003).
Successivamente, ai pazienti che hanno accettato di partecipare allo studio, vengono
somministrati i questionari self-report al fine di indagare le tre aree sopramenzionate:
fattori individuali e di personalità (SCL-90 – Derogatis, 1994; COPE NVI – Carver,
Shaier, Weintraub, 1989; I-E – Rotter, 1966; SSS – Zuckerman, 1984); fattori relazionali
(ECR – Brennan, Clark, Shaver, 1998; DAS – Spanier, 1976; ASQ – Feeney, Noller,
Hanrahan, 1994); fattori contestuali (MSP – Nuovo, Rispoli, Genta, 2000; ISEL –
Cohen, Hoberman, 1985; IBC – Speltz, Gonzales, Sulzbacher, Quan, 1990).
È stato inoltre previsto un follow-up a 6 mesi dalle dimissioni per indagare la qualità
della vita e dell’adattamento dei durante il processo di reinserimento sociale.
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Un secondo obiettivo è quello di sviluppare un programma di prevenzione e di
intervento rivolto alle scuole, alle famiglie e alle associazioni di medullolesi, nonché la
realizzazione di programmi di intervento integrato che si occupino, in aggiunta alle cure
mediche e alla riabilitazione fisica, di accompagnare i pazienti e le loro famiglie durante
il percorso riabilitativo e di rientro in famiglia, entro un’ottica di sostegno psicologico.
1.2 Epidemiologia della lesione spinale
Si stima che in tutto il mondo 90 milioni di persone soffrano di lesione spinale, mentre
in Europa circa 330.000 persone sono colpite da paraplegia (cui ogni anno si
aggiungono 11.000 nuovi casi), causata per due terzi da incidenti stradali. (Council of
Europe Parliamentary Assembly, 2001).
A livello internazionale solo in Australia, Canada, Stati Uniti e Svizzera si ha esperienza
di registri nazionali con lo scopo di raccogliere informazioni relative all'epidemiologia,
all'eziologia e ai dati anagrafici relativi ai soggetti che riportano una lesioni spinale di
origine traumatica o non traumatica. (Fondazione ISTUD, 2009).
Recenti studi hanno hanno rilevato che l'incidenza della mielolesione di origine
traumatica negli Stati Uniti è di circa 28-55 persone per milione di abitanti con circa
10.000 nuovi casi all'anno. In particolare tali lesioni sono spesso legate ad eventi quali
incidenti automobilistici (36-48%), episodi di violenza contro la persona (5-29%) e
cadute (17-21%). L'età media al momento dell'incidente è di 31,7, con una netta
prevalenza tra i 15 e i 21 anni, mentre il rapporto tra maschi e femmine è di 4:1.
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(McDonald, Sadowsky, 2002).
In Italia risulta difficile definire con precisione il numero di persone affette da lesione
spinale, a causa della mancanza di un registro nazionale delle lesioni midollari che
comprenda misure epidemiologiche di incidenza e prevalenza. A livello locale le uniche
due regioni che si sono impegnate nello sviluppo di un Registro Regionale delle
mielolesioni, seppur tuttora in fase di sperimentazione, sono Liguria ed Emilia-
Romagna.
Gli unici dati a livello nazionale relativi a questa specifica popolazione di pazienti si
limitano a delle stime ricavate da studi epidemiologici effettuati negli ultimi anni.
Nel nostro Paese le persone con lesione midollare sono circa 60-70.000, con
un'incidenza di circa 20-25 nuovi casi all'anno per milione di abitanti. Il 67% di queste
lesioni risulta essere di origine traumatica, le cui principali cause sono incidenti stradali
(53,8%), cadute accidentali (22%) e incidenti sul lavoro (10%). (Fondazione ISTUD,
2009).
Secondo una recente ricerca della Fondazione ISTUD (2009), nel corso del 2009 in
Italia si sono registrati 1531 nuovi casi di mielolesione (906 nuovi casi relativi a
paraplegia e 625 relativi a tetraplegia), di cui 861 di origine traumatica, evidenziando
quindi una maggior incidenza delle lesioni paraplegiche rispetto alle tetraplegie, e una
maggior frequenza di lesioni derivate da traumi.
Il rapporto tra pazienti maschi e femmine è di 4:1 in favore dei primi; l'età al momento
della lesione mostra due picchi di frequenza a 20 e 59 anni tra le persone medullolese.
(La conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regione e le Province
Autonome di Trento e Bolzano, 2004; Fondazione ISTUD, 2009).
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Uno studio del 2003 che si era posto l'obiettivo di studiare l'epidemiologia e l'eziologia
di un gruppo di 684 pazienti (528 M, 136 F) con mielolesione di origine traumatica al
primo ricovero (56.6% paraplegia, 39,9% tetraplegia, 3,5% tipo di lesione non nota)
indica che il 38.5% dei pazienti coinvolti nella ricerca si colloca all'interno di un range
di età che va dai 25 ai 44 anni, mentre il rapporto tra maschi e femmine è sempre di 4:1.
Il 53% del campione ha subito un trauma spinale in seguito a incidente stradale, il 22%
in seguito a una caduta, il 15,2% dovuto a un incidente sul lavoro, il 7,9% a causa di un
trauma di origine sportiva, il 4,3% a causa di tentato suicidio e l'1,9% a causa di ferite
d'arma da fuoco. (Pagliacci et al., 2003).
1.3 Cenni di neuroanatomia
1.3.1 Il sistema nervoso centrale
Il sistema nervoso centrale (SNC) è costituito dall'encefalo e dal midollo spinale,
rispettivamente inclusi all'interno della scatola cranica e del canale vertebrale.
Mentre l'encefalo è la sede delle funzioni cognitive superiori (intelligenza, memoria,
linguaggio, pianificazione, …), un altro compito del SNC, di particolare interesse
quando si considerano il midollo spinale e i traumi associati, risulta essere quelli di
integrare le percezioni sensoriali provenienti dal corpo e di elaborare risposte motorie
che vadano ad agire sull'attività di specifici organi come muscoli o ghiandole.
Il sistema nervoso periferico (SNP) è invece costituito da tutte quelle cellule nervose
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(neuroni) e di sostegno (glia) che non fanno parte del sistema nervoso centrale; scopo
del SNP è quello di trasmettere le percezioni di senso verso il sistema nervoso centrale e
portare da quest’ultimo verso la periferia informazioni di tipo motorio.
Tutti questi segnali sensoriali e motori si propagano lungo fasci di assoni che vanno a
costituire i nervi: quelli che collegano il midollo spinale alla periferia (nervi spinali) e
quelli che collegano l'encefalo alla periferia (nervi cranici).
Sulla base della loro funzione i neuroni si possono classificare in:
- sensitivi: il corpo cellulare si trova sempre all'esterno del sistema nervoso
centrale, in strutture dette gangli (un insieme di corpi di neuroni) e vengono a loro volta
suddivisi in somatici (recepiscono e trasportano informazioni sensitive relative alla cute
e alla muscolature delle pareti corporee, della testa, degli arti, del collo e del tronco) e
viscerali (quando veicolano le informazioni raccolte da enterocettori presenti all'interno
degli organi della cavità toracica, addominale e pelvica).
- motori (o effettori): trasportano informazioni dal SNC alla periferia e inducono
risposte motorie nei muscoli scheletrici (neurone somatomotore), nei muscoli lisci e
nelle ghiandole (neuroni visceroeffettori).
- associativi (o interneuroni): sono tutti quei neuroni che mediano tra i neuroni
sensitivi e quelli motori. Costituiscono oltre il 90% della popolazione neuronale.
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1.3.2 Il midollo spinale
Il midollo spinale può essere suddiviso in 31 segmenti (Fig. 1). – 8 cervicali (C), 12
toracici (T), 5 lombari (L), 5 sacrali (S) e 1 coccigeo – ai lati dei quali si trovano due
gangli spinali (uno a destra e uno a sinistra) contenenti il soma dei neuroni di senso
(pseudounipolari o a T), mentre all'esterno si sviluppano i due rami assonici.
Fig. 1. Midollo spinale (a sx). Sostanza
bianca e sostanza grigia (in alto a dx).
(immagine tratta da: Martini, 2005)
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