Grazie all’introduzione delle aste a chiamata e dei controlli sulle variazioni dei
prezzi nel modello di simulazione, inoltre, è possibile studiare gli effetti di tali
integrazioni sull’andamento del mercato, i quali sono assolutamente rilevanti.
Sono rilevanti perché le aste, per la loro struttura, e i controlli sulle variazioni dei
prezzi, possibili grazie al prezzo di controllo che si ottiene dalle aste, riducono
nettamente gli effetti dei tentativi di falsare l’andamento del mercato.
Utilizzando SumWeb si sono svolti esperimenti con agenti umani e
artificiali. Gli esperimenti svolti sono due e differiscono per durata e per
popolazione di agenti, ma sono identici per altri aspetti. Il primo si è svolto nelle
aule informatiche della Facoltà di Economia, è durato mezz’ora ed ha visto la
partecipazione di 44 agenti umani. Il secondo è durato invece 14 giorni e vi
hanno partecipato 98 agenti umani.
Il mercato riprodotto in tali esperimenti è realistico, tuttavia non sono
mancati comportamenti scorretti da parte di alcuni partecipanti che hanno
permesso di studiare più a fondo i meccanismi del mercato e di analizzare i punti
deboli del modello.
La tesi si compone di quattro parti: la prima è una parte introduttiva
dedicata alla storia della borsa valori in Italia e nel mondo. Nel capitolo 1,
inoltre, è contenuta una breve panoramica dell’attuale situazione del mercato
borsistico italiano.
La seconda parte della tesi descrive gli aspetti tecnici e teorici del metodo
della simulazione. Nel capitolo 2 si analizza tale metodo, descrivendone vantaggi
e svantaggi; nel capitolo 3 si presenta la metodologia simulativa “ad agenti” e nel
capitolo 4, infine, si descrivono gli strumenti informatici utilizzati per realizzare
il modello Sum e l’interfaccia del modello SumWeb: due linguaggi di
programmazione, Objective C e Php, ed una libreria di funzioni apposite per le
simulazioni, Swarm.
7
Nella terza parte è contenuta la dettagliata descrizione del modello Sum e
della sua evoluzione SumWeb (capitolo 5): si analizzano la struttura del modello,
il funzionamento, le semplificazioni fatte, gli agenti artificiali e l’interfaccia per
gli agenti umani. Nel capitolo 6, invece, si descrive il funzionamento e
l’introduzione delle aste a chiamata e dei controlli sulle variazioni dei prezzi nel
mercato della Borsa Italiana e nel mercato simulato con Sum. Al fondo del
capitolo si analizzano i risultati prodotti dagli esperimenti realizzati con e senza
le aste a chiamata e i controlli sulle variazioni dei prezzi.
La quarta ed ultima parte di questa tesi è invece dedicata agli esperimenti
con agenti umani e artificiali. Nel capitolo 7 si descrivono le fasi di preparazione
degli esperimenti: le scelte fatte, le semplificazioni e le difficoltà riscontrate. Nel
capitolo 8 si analizza il primo esperimento, denominato “in aula” perché svoltosi
nelle aule informatiche. Nel capitolo 9 si analizza il secondo esperimento,
denominato “on line” perché svoltosi utilizzando l’internet.
8
Parte Prima
La borsa valori
9
Capitolo 1
Storia della borsa valori
La borsa è il mercato regolamentato dove si realizzano i contratti di
compravendita finanziaria, cioè il mercato organizzato per la negoziazione e lo
scambio degli strumenti finanziari (azioni, obbligazioni e derivati) ad un
determinato prezzo, che scaturisce dall’incontro effettivo tra domanda ed offerta.
In questo capitolo si descrivono brevemente le fasi storiche che hanno
portato la borsa valori verso la situazione attuale. Dalla nascita ad oggi, infatti,
sono state moltissime le modifiche apportate alla struttura e ai regolamenti delle
varie borse valori del mondo.
1.1 Nascita della borsa valori
Secondo la storia la prima vera e propria compravendita di titoli è
avvenuta intorno al 1500 nella città fiamminga di Bruges: i mercanti si davano
appuntamento tra i canali (la cittadina belga di Bruges era considerata all’epoca
la Venezia del nord) per vendere o acquistare titoli rappresentativi di un credito o
di merce in viaggio da paesi lontani e che non poteva materialmente essere
oggetto di scambio o di acquisto. Questa sorta di mercato organizzato avveniva
principalmente in una piazza, e più precisamente le contrattazioni si effettuavano
in un palazzo sulla cui facciata erano scolpite tre borse, stemma di famiglia dei
Van De Bourse, da cui deriva il nome attuale "borsa".
Coloro che acquistavano offrivano danaro, mentre quelli che vendevano
offrivano la lettera, ossia il documento cartaceo, e da qui la diffusione dei due
termini danaro e lettera ancora oggi diffusi. Il danaro rappresenta ciò che
10
l’acquirente è disposto a pagare per acquistare titoli, la lettera è, invece, la
richiesta di danaro da parte del venditore.
La prima borsa valori fu istituita nel 1531 ad Anversa e il suo nome trae
origine dal palazzo di Bruges. Da allora le borse nel mondo si moltiplicarono: il
17 Maggio 1792 nasce il mercato azionario più importante del mondo: il NYSE
(New York Stock Exchange), il quale nacque grazie ad un prestito di otto milioni
di dollari contratto per finanziare la guerra di indipendenza contro la Gran
Bretagna.
Molte altre città seguirono l’esempio americano, tra cui anche Milano che
istituì, con decreto napoleonico, la sua Borsa il 16 Gennaio del 1808.
Originariamente nelle Borse erano scambiate sia merci che valute e titoli:
la separazione avvenne nei primi del Novecento ad opera di una legge organica
del 1913 che per oltre ottant’anni sarà l’unica legge che detterà le regole di
funzionamento.
1.2 La Borsa Italiana
La prima Borsa Valori Italiana fu istituita a Venezia nei primi mesi del
1600. In Italia, fino alla fine del 1996, hanno operato 10 Borse, in dieci città:
Milano, Torino, Roma, Genova, Venezia, Trieste, Bologna, Firenze, Napoli e
Palermo. La Borsa più importante è sempre stata quella di Milano nella quale si
concentrava il 90% circa di tutto il mercato mobiliare italiano. Le borse italiane e
quelle francesi furono istituite e controllate dalle autorità pubbliche. Nella
maggior parte degli altri Paesi europei le borse furono invece istituite da
istituzioni economiche private.
Tra le dieci borse esistenti in Italia, quella di Milano era di gran lunga la
più importante; in essa sia il comparto obbligazionario sia quello azionario hanno
sempre presentato, infatti, un numero di titoli quotati ampiamente superiore a
quello dei titoli iscritti al listino delle altre piazze. Solamente per i titoli di stato
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non vi erano grandi differenze, e questo perché la loro quotazione avveniva di
diritto sul mercato mobiliare.
Oltre al numero rilevante appariva anche l’effettiva contrattazione dei
titoli ammessi alla quotazione ufficiale. Già all’inizio degli anni Sessanta, il 72%
del totale delle negoziazioni di tutte le borse italiane si svolgevano a Milano.
Questa maggiore negoziabilità dei titoli quotati conferiva, tra l’altro, carattere di
stabilità alla posizione predominante della borsa valori di Milano, poiché le
oscillazioni che si registravano altrove divennero prevalentemente un riflesso
degli andamenti del mercato principale. Sull’affermazione di Milano nel
panorama finanziario nazionale hanno giocato un ruolo importante anche fattori
esterni alla borsa, connessi in primo luogo alla finanza della grande industria
milanese e lombarda. Questa circostanza ha contribuito ad accrescere la potenza
attrattiva della borsa milanese nei confronti del restante mercato finanziario e,
quindi, a consacrarla quale mercato mobiliare del sistema.
Il primo presidente della Borsa Valori fu Carlo Ciani, appartenente ad una
famiglia oriunda del Canton Ticino, con alle spalle una grande tradizione di
banchieri e uomini d'affari. La prima sede fu molto modesta, racchiusa in tre
stanze al pianterreno del Monte di Pietà. La sistemazione presso il Monte di Pietà
si rilevò ben presto molto scomoda e fu necessario chiedere alle autorità la
facoltà di portare la Borsa e la Camera di Commercio in un edificio in piazza dei
Tribunali. Il 29 Settembre 1808, venne inaugurata una nuova sede localizzata nel
Palazzo dei Giureconsulti, fatto costruire da un Papa milanese, Pio IV dei Medici
di Marignano e adattato alla nuova funzione da Pietro Gilardini. Il salone
principale al pianterreno, in cui era dislocata la Corte d'Appello, fu riadattato per
ospitare la sede della Borsa. Ulteriori interventi di adattamento della grande sala
della Borsa furono intrapresi, ma ben presto le autorità locali maturarono l'idea di
far sorgere una sede più ampia e più idonea, progettata secondo le esigenze
dell'attività borsistica. L'architetto Luigi Broggi, fu incaricato di elaborare un
progetto organico. Una società acquistò il terreno nei pressi di Piazza Cordusio e
costruì a proprie spese la sede della Borsa, la quale a sua volta si impegnò a
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pagare l'affitto per i successivi venti anni. La nuova sede fu inaugurata con
grande solennità alla presenza del Re, l'8 Ottobre 1901 in Piazza Cordusio.
La nuova Borsa inizialmente si dimostrò molto ampia e spaziosa, ma nel
giro di una generazione cominciò a mettere in mostra nuovi limiti di fronte ai più
intensi scambi, così nel 1928 si dovette nuovamente ricorrere ad un architetto,
Paolo Mezzanotte, per ideare una più capiente struttura. L’edificio che ne risultò
è la sede attuale della Borsa Italiana, in Piazza Affari a Milano.
Nell’edificio opera di Paolo Mezzanotte centinaia di agenti di cambio
svolgevano il loro lavoro: comprare e vendere azioni gridando e gesticolando per
poter far accettare le loro proposte d’affari. Queste attività erano regolamentate,
ma è con la legge del 7 giugno 1974, istitutiva della Consob (Commissione
Nazionale per le Società e la Borsa), e con successive disposizioni, che sono state
apportate numerose innovazioni all’istituto borsistico e al suo funzionamento a
garanzia di una maggiore efficienza, trasparenza e garanzia nelle contrattazioni.
Così, fino al 1991 le quotazioni in borsa avvenivano esclusivamente tramite la
contrattazione alle grida in particolari recinti (corbeilles) nelle quali avevano
luogo tutte le operazioni relative all’accertamento dei prezzi ufficiali e alla
redazione dei listini. I prezzi erano costantemente trasmessi ad un funzionario
della Camera di Commercio che si trovava al centro del recinto, il quale era
incaricato di raccogliere le notifiche. A fine giornata il comitato direttivo degli
agenti di cambio definiva il listino ufficiale da pubblicizzare nelle forme
prescritte. Il listino conteneva solo i prezzi definiti, quelli cioè per i quali l’offerta
aveva incontrato la domanda. Le contrattazioni erano organizzate in tre fasi:
l’apertura, la fase del durante, la chiusura o compilazione del listino. Il sistema di
negoziazione "alle grida" era un esempio paradigmatico di asta a chiamata.
A causa delle inefficienze di questo tipo di mercato si cercò fin dagli anni
Ottanta di porre rimedio attraverso il perfezionamento del sistema introducendo
dei sistemi computerizzati sempre più avanzati: era il primo passo verso la borsa
telematica. Le due cause principali erano la debole rappresentatività dei prezzi
che si formavano sul mercato ufficiale, poiché al di fuori degli orari di borsa gli
13
agenti comunque continuavano la loro negoziazione (borsa non ufficiale); e
l’inadeguato funzionamento delle strutture tecnico-organizzative di supporto alle
negoziazioni, poiché non permettevano un riscontro in tempo reale delle
quotazioni. Per queste ragioni si sentiva l’esigenza di introdurre nuove procedure
elettroniche anche per assicurare il puntuale svolgimento degli adempimenti
successivi alla conclusione delle contrattazioni. Gli sforzi di modernizzazione
hanno avuto concreta attuazione soprattutto nell’ultimo decennio del Novecento,
apportando nuovo vigore, trasparenza e competitività ai mercati finanziari. Le
procedure telematiche furono introdotte nel luogo fisico dove si svolgevano gli
scambi: computer, schermi televisivi e terminali interattivi offrono in tempo reale
informazioni, circolazione di ordini, esecuzioni delle volontà, archiviazione di
dati e valori.
Le borse valori di tutto il mondo si erano evolute in questo modo e sempre
più si cercò di adeguare i mercati alle nuove invenzioni della tecnologia
informatica fino a raggiungere il moderno sistema di contrattazione che è la
borsa telematica. Essa non è più un luogo fisico dove gli agenti gridano o sono
seduti davanti al computer l’uno al fianco dell’altro, bensì consiste in un grande
sistema elettronico che elabora gli ordini di vendita o di acquisto pervenuti da
ogni parte del mondo attraverso la rete. Ogni Paese ha una borsa telematica: gli
Stati Uniti hanno la borsa di New York, l’Italia ha la borsa di Milano.
Dal 18 aprile del 1994 il mercato borsistico italiano "alle grida" non esiste
più. L'ormai generalizzato ricorso alle nuove tecnologie telematiche ha portato
nel mercato mobiliare un cambiamento radicale non soltanto delle procedure ma
anche dei luoghi della comunicazione: se un tempo la Borsa, con le sue strutture
fisiche, i suoi recinti e la concentrazione degli operatori, rappresentava anche
tangibilmente il mercato quale centro delle negoziazioni, oggi sono i mercati
telematici a consentire l'incrocio di domanda e offerta nel parterre virtuale delle
reti. L'introduzione del sistema di negoziazione elettronica ha inizialmente
interessato una prima rosa ristretta di titoli con caratteristiche di bassa liquidità e
ridotto volume di ordini. Il successo riscontrato nei primi mesi di operatività ha
14
consentito di estendere per tappe successive la negoziazione telematica ad altri
titoli sino a giungere, il 18 Aprile del 1994, al completo trasferimento alla
trattazione "continua" dei titoli azionari, dei warrant, dei diritti di opzione e delle
obbligazioni convertibili, soppiantando definitivamente il vecchio sistema alle
grida. Le nuove procedure hanno poi portato a modificare il sistema delle
garanzie, al fine di offrire una sempre maggiore tutela al mercato. Accanto al
Fondo di garanzia per la liquidazione mensile, istituito nel settembre del 1992,
con l'introduzione della liquidazione a contante, nasceva, nel Gennaio '94, il
Fondo di garanzia per la liquidazione giornaliera (Lcg, o Liquidazione a contante
garantita), la cui gestione è affidata alla Cassa di compensazione e garanzia,
alimentata dai margini versati dagli operatori aderenti.
La breve ma assai densa storia delle applicazioni telematiche al mercato
mobiliare si è arricchita, nei mesi successivi, di ulteriori elementi di novità che
hanno consolidato il ricorso all'information technology nelle più svariate forme di
negoziazione. Lo sviluppo del Sistema telematico semplificato per la
negoziazione dei titoli a reddito fisso ha dato luogo alla realizzazione del Mot, il
Mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di Stato, che sin dal suo avvio,
il 18 Luglio 1994, ha registrato il crescente interesse degli operatori. Nella stessa
data si è proceduto anche al passaggio alla negoziazione telematica dei titoli del
mercato ristretto, mentre il successivo 17 Ottobre ha preso avvio il Mercato delle
spezzature (Msp). Nasce direttamente telematico l'Idem, il Mercato italiano dei
derivati, cioè il circuito sul quale, dal Novembre del '94, hanno avuto inizio le
negoziazioni del contratto future Fib30 sull'indice di Borsa Mib30. L'interesse
degli operatori, che si preannunciava elevato, è stato confermato dall'andamento
costantemente crescente degli scambi, che hanno ormai stabilmente superato in
controvalore le negoziazioni sui titoli sottostanti. Sul medesimo circuito,
attuando un progressivo allargamento della gamma degli strumenti derivati,
hanno poi preso avvio con successo le negoziazioni dei contratti di opzione
sull'indice di Borsa, e quindi sui singoli titoli azionari.
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Dunque ormai da tempo tutti i mercati, compresi quello all'ingrosso dei
titoli di Stato (Mts) e quello dei relativi derivati (Mif e Mto), dispongono di un
circuito telematico di negoziazione; tra le più recenti applicazioni "in rete" vanno
infine ricordate la “telematizzazione” del mercato dei premi e la quotazione dei
Bot sul circuito Mot, destinato anche a ospitare le negoziazioni dei "mercati di
valori mobiliari non quotati in Borsa e non negoziati sul ristretto", meglio noti
come "mercati locali".
Parallelamente all'introduzione del sistema di contrattazione telematica si
è attuata la riforma delle procedure di compensazione e garanzia,
contestualmente all'adozione, anch'essa avviata progressivamente, del
meccanismo della liquidazione a contante delle transazioni in valori mobiliari. Il
17 Gennaio del 1994, altra data storica nel processo di innovazione destinato a
portare sempre maggiore sicurezza ed efficienza nei mercati mobiliari, prendeva
dunque avvio il passaggio dal sistema di account settlement a quello del rolling
settlement, definitivamente perfezionato nello scorso febbraio con l'estensione
della "contante" all'intero listino. Anche a fronte di un evento così determinante
nel processo di allineamento delle procedure di regolamento degli scambi a
quelle in atto su tutti i principali mercati, si deve sottolineare come il sistema
telematico abbia costituito l'essenziale premessa operativa: una sorta di
prerequisito tecnologico per la gestione di un regime che assicura alle
negoziazioni efficienza, certezza e trasparenza, contribuendo a contenere i rischi
di controparte e di sistema legati al ciclo mensile. Il supporto telematico ha infatti
consentito anche la realizzazione di un sistema automatico di riscontro e di
rettifica giornalieri (Rrg) dei contratti conclusi, attraverso il quale si determina il
saldo in titoli e euro da avviare quotidianamente alle stanze di compensazione,
rendendo sempre più funzionali i sistemi di liquidazione delle operazioni
concluse.
Grazie alla tecnologia telematica, inoltre, un numero sempre maggiore di
operatori e investitori partecipa in tempo reale alle transazioni, avendo costante
informazione delle fluttuazioni dei titoli e degli orientamenti del mercato: si
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pensi, in proposito, all'attivazione del servizio Ddb (Diffusione dati Borsa) e alla
crescente disponibilità di servizi di informazione finanziaria in rete distribuiti da
operatori specializzati. Si può dunque in generale affermare che il nuovo sistema
telematico, se per un verso costituisce la struttura portante delle modalità di
contrattazione mediante asta continua, per altro verso consente, tramite il
collegamento in rete, di disporre di un'informazione tempestiva e diffusa su tutti i
dati di mercato e sulla dinamica delle proposte.
1.3 Evoluzione normativa e situazione attuale
Fino al 1991 la Borsa Valori è stato un mercato organizzato,
regolamentato e pubblico, in cui le regole operative erano fissate dalla legge e
dagli organi di controllo; da quell’anno scattarono le direttive della Comunità
Europea sull’intermediazione mobiliare e i servizi di investimento, ponendo le
premesse per la "privatizzazione" dei mercati finanziari.
Attraverso la legge n.1 del 2 Gennaio 1991 è stato istituito il Consiglio di
Borsa (divenuto operativo nel Febbraio 1993) con il compito di gestire il mercato
mobiliare nel suo complesso; tutte le competenze organizzative, tecniche e
consultive dei precedenti organi locali sono state accentrate nell’unico organo di
autogoverno pubblicistico creato, mentre l’attività di vigilanza, gestione e
organizzazione dei mercati è rimasta in capo alla CONSOB.
Con il Decreto Legislativo EUROSIM, n.415 del 23 luglio 1996, l’attività
di organizzazione e gestione dei mercati regolamentati è passata dal controllo di
organismi pubblici, ad attività d’impresa privata esercitata da società per azioni:
questo è stato il segnale della trasformazione dei mercati regolamentati da
pubblici a privati. La gestione dei mercati regolamentati già esistenti (Borsa
Valori, il Mercato Ristretto, l’IDEM, l’MTS, e il MIF) è stata affidata a due
società di gestione opportunamente costituite e controllate da intermediari
finanziari: BORSA ITALIANA S.p.A., MTS S.p.A.
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Il 7 febbraio 1997 il Consiglio di Borsa ha costituito, dopo approvazione
della CONSOB, una società per azioni denominata BORSA ITALIANA S.p.A. il
cui azionariato è composto da Banche, SIM, associazioni di emittenti ed altri
attori del mercato, e contemporaneamente sono state chiuse le preesistenti Borse
valori sul territorio nazionale italiano e tutti gli scambi sono stati concentrati
presso la sede di Milano, diventata Borsa valori italiana.
A partire dal 1° gennaio 1998 la Borsa Italiana S.p.A. è divenuta una
società di gestione dei mercati operativa a tutti gli effetti dal 1° settembre 1998 e
retta da uno specifico regolamento (Regolamento dei mercati organizzati e gestiti
dalla Borsa Italiana S.p.A.).
Attualmente la Borsa Italiana S.p.A. gestisce i mercati mobiliari italiani,
svolgendo attività organizzative, produttive, commerciali e promozionali per
assicurare la competitività e lo sviluppo dei mercati da essa gestiti, con
l’obiettivo di massimizzare nel tempo la possibilità per i vari soggetti di
negoziare alle migliori condizioni di liquidità, trasparenza e competitività e di
sviluppare servizi per la comunità finanziaria, perseguendo la massima efficienza
e redditività. In particolare, svolge le seguenti funzioni:
Definizione dell’organizzazione e del funzionamento dei mercati, delle
modalità di accesso degli intermediari, nonché attività di vigilanza e di gestione
delle situazioni di crisi;
Definizione della disciplina dei requisiti per l’ammissione a quotazione, della
sospensione degli operatori e degli strumenti finanziari e revoca della stessa;
Gestione delle procedure e dei rapporti con gli emittenti per i contratti di
quotazione;
Definizione dei profili organizzativi e stesura del codice di comportamento dei
soggetti operanti sui mercati.
Fino al 1991 l’attività di negoziazione è stata esercitata esclusivamente
dagli agenti di cambio, anno in cui sono state istituite le Società di
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Intermediazione Immobiliare (SIM). Oggi, in base all’articolo 3.1.1 del
Regolamento dei mercati organizzati e gestiti dalla Borsa Italiana S.p.A.
"possono partecipare alle negoziazioni nei mercati organizzati e gestiti dalla
Borsa italiana:
gli agenti di cambio;
le banche nazionali, comunitarie ed extracomunitarie autorizzate allo
svolgimento dell’attività di negoziazione per conto proprio e/o di terzi ai sensi
del Testo Unico della finanza;
le imprese di investimento nazionali, comunitarie ed extracomunitarie
autorizzate allo svolgimento dell’attività di negoziazione per conto proprio e/o
per conto di terzi ai sensi del Testo Unico della Finanza;
i locals (soggetti che svolgono esclusivamente attività di negoziazione per
conto proprio e che aderiscono indirettamente agli organismi di compensazione
e di liquidazione, nonché di compensazione e garanzia) con sede legale in uno
stato comunitario ed autorizzati a negoziare su un mercato comunitario".
Sempre nel 1991 (il 25 novembre) è stato creato il sistema di
contrattazione telematico, esteso, nel Febbraio 1996, a tutti gli strumenti
finanziari quotati. In tale data è stato definitivamente abbandonato il tradizionale
meccanismo di contrattazione "alle grida".
Il mercato di Borsa italiano utilizza un sistema elettronico di negoziazione
che sfrutta tre diverse architetture a seconda dei differenti segmenti di mercato: la
prima supporta il mercato azionario di Borsa e il Mercato Ristretto, la seconda il
mercato degli strumenti derivati (Idem), la terza il mercato delle obbligazioni
(Mot), quello delle spezzature (Spe) e il mercato dei premi (Pre).
La competenza tecnica riguardo il funzionamento del sistema telematico è
affidata al Ced Borsa.
Alla Borsa Valori e al Mercato Ristretto sono negoziate le:
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Azioni Ordinarie, Azioni Privilegiate Azioni di Risparmio, Obbligazioni
convertibili, Diritti di Opzione e Warrant.
Sul mercato Idem sono scambiati i:
Futures, Opzione sull’indice Mib30, Fib30, Opzioni sui singoli titoli.
Sul Mot sono negoziati i:
Titoli di Stato (Bot,Cct,Btp,Ctz,Cte,Cto), Obbligazioni emesse da società private.
Sul mercato Spe sono scambiati i:
Quantitativi di azioni, quotati sia alla Borsa Valori sia al Mercato ristretto, per
quantitativi inferiori al lotto minimo.
Sul mercato Pre sono trattati gli: Omonimi strumenti finanziari.
In Italia il sistema accentrato della gestione dei titoli è gestito dalla Monte
Titoli Spa e dalla Banca d’Italia, il Monte Titoli è competente, in particolare, per
quanto riguarda la gestione accentrata dei titoli azionari e di quelli obbligazionari
emessi da società private. Alla Banca d’Italia compete invece la gestione
centralizzata dei titoli di stato.
L'esercizio del controllo e della vigilanza è affidato al Ministero del
Tesoro, alla Consob e alla Banca d'Italia.
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