Introduzione
2
A tale somma vanno poi aggiunti i contributi erogati da promotori e sponsor
per la promozione delle iniziative e per le spese non coperte dalle quote di
iscrizione.
Un giro d'affari dunque non indifferente, che ha contribuito ad accrescere il
fatturato dell'indotto del turismo congressuale. Questi dati confermano
come Torino si sia ormai affermata definitivamente in questo comparto,
infatti, l'Osservatorio Congressuale Italiano (ultimi dati disponibili anno
2000) colloca Torino al quarto posto tra le città italiane per numero di
partecipanti ai convegni, dopo Roma, Milano e Firenze.
Il quadro che emerge presenta un mercato caratterizzato da un'offerta molto
articolata (45.000 posti nelle strutture censite dall'Osservatorio),
proveniente, oltre che dai centri congressi (3) e dagli alberghi (38), anche
da dimore storiche (16), musei (12), teatri e cinema (14) e da altre tipologie
di strutture che offrono sale attrezzate per ospitare incontri (22).
L'85,1 % (665.750 persone) delle presenze di convegnisti nel 2001 a Torino
è dato da eventi con 50 o più partecipanti,
2
che sono, però, nella gran parte
dei casi, di breve durata, a carattere occasionale e di dimensione locale,
essendo promossi da imprese cittadine o piemontesi. Si tratta di dati in linea
con la tendenza nazionale, che confermano come il nostro paese abbia
ancora grandissime potenzialità di crescita nel settore dei convegni di
grandi dimensione e di quelli a carattere internazionale, che hanno le
maggiori ricadute sull'indotto.
Una crescita favorita, da un lato dal naturale trend che il mercato sta
evidenziando, e dall'altro dall'attività di strutture specializzate come i
Convention Bureau.
Le strutture che hanno ospitato il più elevato numero di eventi sono gli
alberghi, presso i quali si è svolto il 53,6% dei convegni del 2001.
2
Dati del Cesdi
Introduzione
3
Seguono, a distanza, i centri congressi (16,9%), le altre strutture (12,1 %), i
musei (11,6%), le dimore storiche, i teatri e i cinema (il 5,8% residuale).
Per quanto riguarda invece il numero dei partecipanti, un peso
preponderante lo hanno avuto i centri congressi, che hanno ospitato il
26,5% delle presenze complessive ed il 29,6% dei partecipanti a convegni
con oltre 50 iscritti. Seguono gli alberghi, che hanno accolto il 25,6% dei
partecipanti (il 16,2% dei convegni con oltre 50 presenze) ed i musei con
una quota sul totale pari al 21,0% di tutti gli eventi (ed al 24,5% per i
convegni più grandi).
Le imprese promuovono nel secondo semestre del 2000 24.846 incontri, il
49% del totale degli incontri; i sindacati e i partiti politici si trovano al
secondo posto organizzando il 14% degli eventi, seguiti dagli enti pubblici
(10%). Crescono, in misura rilevante nell’ultimo semestre, le associazioni
medico-scientifiche, che organizzano complessivamente 12.060 eventi, il
46% in più rispetto al secondo semestre del 1999.
3
Il mercato congressuale medico è un comparto particolare, che sta vivendo
una profonda trasformazione. Un’opera di moralizzazione iniziata da
Farmindustria, l’associazione alla quale aderiscono le aziende
farmaceutiche, che ha regolamentato la scelta della destinazione dei
congressi medici, escludendo le località esclusivamente turistiche.
Operazione perseguita anche dal Consiglio dei Ministri, che, nella riunione
dell’11 Aprile 2002, approva il decreto “taglia-spesa”, il quale dimezza,
rispetto al 2001, le autorizzazioni all’organizzazione e alla realizzazione di
congressi medici in Italia e all’estero, anche con finanziamenti indiretti.
Un emendamento convertito in legge dal Senato a metà giugno salvaguarda
lo spirito del decreto, ma evita di penalizzare il comparto congressuale.
Incoraggia anzi a preferire le mete italiane, e rilancia il congresso quale
mezzo di formazione continua.
3
Dati dell’Osservatorio Congressuale Italiano
Introduzione
4
L’obiettivo centrale di questo lavoro è quello di analizzare le normative
che regolamentano le scelte in ambito medico congressuale, esaminare i
cambiamenti che ne derivano per comprendere i risvolti economici e le
nuove potenziali scelte di mercato applicate da un’azienda leader nel settore
organizzativo. Ma, principalmente, la finalità del seguente studio è l’analisi
della città della Mole dal punto di vista dell’attività congressuale, in pieno
rilancio sull’orizzonte delle Olimpiadi invernali 2006.
Il capoluogo sta, infatti, potenziando tutta l’offerta, concentrando gli
interventi più importanti sul potenziamento dei collegamenti,
incrementando i servizi d’accoglienza, integrando l’offerta turistica;
impostando, dunque, nuove strategie di promozione della Torino
convegnistica.
Il congresso medico, un volto diverso
5
CAPITOLO I:
IL CONGRESSO MEDICO,
UN VOLTO DIVERSO
1.1 – Il comparto sanitario
Il comparto sanitario si conferma terreno di confronto-scontro politico per
eccellenza. Dal 1992 ad oggi le regolamentazioni del settore sono andate
sempre più irrigidendosi, fino a raggiungere, in questa Finanziaria 2003, un
clima di forte conflittualità.
La seconda componente per peso della spesa sociale è, infatti, la spesa
sanitaria pubblica. Nel periodo 1960-1992 la quota della spesa per la sanità
rispetto al Pil è costantemente aumentata salendo dal 2.5% nel 1960 al 6.4%
nel 1992.
Le principali determinanti dell’aumento della spesa sanitaria sono state e
saranno in futuro:
• il costo crescente del progresso tecnologico della medicina
• l’elevato contenuto di servizi delle prestazioni, che consente un
limitato aumento della produttività
• l’invecchiamento della popolazione
• la caratteristica di essere un “bene superiore”
La sponsorizzazione d’eventi medici e scientifici è, per le aziende
farmaceutiche e paramedicali, uno degli investimenti migliori allo scopo di
promuovere prodotti, tecnologie e nuove attrezzature.
Le società possono, in questo modo, incontrare molti degli esponenti di una
particolare specializzazione medica, stabilire nuovi contatti e distribuire
materiale informativo o, direttamente, organizzare un intero evento a
proposito dell’analisi di un nuovo farmaco, o inedita attrezzatura,
discutendone, insieme alla specializzazione interessata, i vantaggi e gli
svantaggi.
Il congresso medico, un volto diverso
6
Questa politica aziendale porta a due conseguenze fondamentali:
• il cospicuo budget destinato agli eventi medici si ripercuote su un
proporzionale aumento del prezzo dei prodotti della società,
accrescendo, conseguentemente, la spesa sanitaria;
• le somme impiegate per la sponsorizzazione sono, alla fine
dell’anno, dedotte dalla base imponibile ai fini dell’imposte sul
reddito. In questo modo, si ha un crescente ammontare di spesa
pubblica (data dall’aumento del costo dei farmaci o attrezzature a
carico dello Stato), incremento non proporzionale alle entrate del
fisco (poiché parte dell’utile viene reinvestito dall’azienda in
promozione, e quindi esentato dal corrispondente tributo).
Per questi presupposti, appunto, lo stato italiano ha dovuto prendere serie
contromisure in un settore in cui tutto era troppo poco burocratico e
permetteva una crescente elusione fiscale, vale a dire, un crescente utilizzo
di metodi legali diretti a ridurre l’onere della tassazione mediante lo
sfruttamento di lacune della legislazione fiscale italiana.
A causa di questo fenomeno, appunto, il legislatore è stato condotto ad un
continuo sforzo al fine di chiudere le scappatoie legali, al pagamento del
tributo, trovate dal contribuente; con la giustificazione ufficiale che si
trattasse di decreti emanati a difesa della deontologia, penalizzando però, in
questo modo, l’intero comparto e la sua programmazione.
Il congresso medico, un volto diverso
7
1.2 – Leggi e norme che regolano i congressi medici
• La legge 541 del 30/12/1992 emanata dal Ministro della Salute
riguarda solo i congressi farmaceutici, in altre parole quelli in cui si discute
l’uso di farmaci registrati. Si impone ai PCO (Professional Congress
Organizer) di raccogliere la documentazione delle aziende farmaceutiche
interessate a aderire alle iniziative e inviarla (con un unico invio) al
Ministero della Salute 60 giorni prima dell’evento, insieme con una tabella
riassuntiva e alle informazioni sul congresso. Ciascuna azienda ha l’obbligo
di dichiarare una correlazione tra la tematica del congresso e il farmaco.
In tale richiesta l’azienda deve anche specificare la modalità con cui intende
aderire alla manifestazione, ad esempio se con l’inserimento della scheda
tecnica di un farmaco in cartella congressuale o con l’affitto di uno spazio
espositivo.
Per un budget fino a 25.000 euro vige la politica del “tacito assenso”; per
budget superiori a tale importo è sempre necessaria l’autorizzazione del
Ministero. Il tacito assenso crea notevoli disguidi legati ai tempi di
realizzazione, poiché la negazione del permesso di sponsorizzazione può
giungere fino a 45 giorni antecedenti la manifestazione, data in cui non è
più possibile annullare l’evento, ma soltanto presentare un ricorso alla
pratica ministeriale.
Questa legge produce molteplici problemi per quanto concerne il
reperimento di fondi alla pianificazione dei congressi, che non è più libero,
come prima del 1992, ma, nel caso in cui gli eventi richiedano budget
elevati, regolamentata. La richiesta di sponsorizzazione è accettata solo nel
caso in cui l’azienda farmaceutica, che decide la sovvenzione del
congresso, sia realmente collegata ad esso, abbia quindi in produzione, o in
studio, farmaci inerenti alla specializzazione in oggetto.
• Il Codice Deontologico di Farmindustria, entrato in vigore nel
settembre 2000, regola la partecipazione delle aziende farmaceutiche ai
Il congresso medico, un volto diverso
8
congressi medici e ne regola la sponsorizzazione per quanto riguarda data e
luogo.
Sussiste divieto di organizzare eventi: dal 1° giugno al 30 settembre in
località turistiche marine, dal 1° luglio al 31 agosto e dal 1° dicembre al 31
marzo in località turistiche montane, eccezion fatta per capoluoghi di
provincia e sedi universitarie. Stabilisce inoltre il divieto di
sponsorizzazione di medici di base e farmacisti ospedalieri.
E’ fondamentale quindi che il contenuto dell’evento sia di natura
prettamente scientifica. In realtà, il provvedimento sarebbe da interpretare
in modo razionale: se il contenuto tecnico fosse elevato, il congresso
potrebbe tenersi anche in località amene (a maggior ragione che, l’attrattiva
della località, contribuirebbe a motivare la partecipazione dei medici).
Purtroppo, però, sono le aziende farmaceutiche che si assumono il rischio
delle loro sponsorizzazioni, e, a questo proposito, nel 2000, molti congressi
già confermati (collocati in località per le quali è sorto il dubbio che
rientrassero tra quelle del divieto), sono stati cancellati, al fine di non
cadere nel mirino di Farmindustria. I disagi più ingenti sono stati subiti da
quelle destinazioni in balia delle stagionalità turistiche (ad esempio Rimini,
Riccione, Jesolo e Taormina), che, in qualche modo, cercavano di
diversificare, puntando su un settore diverso, individuando altri turismi,
costruendo Palazzi congressuali capaci di ospitare grandi numeri e di offrire
alte tecnologie.
Ora tutto viene rimesso in discussione: si è venuta a creare una situazione di
concorrenza sleale, che porta le scelte del cliente ad orientarsi, non verso le
situazioni più professionali, ma verso le destinazioni non prese in oggetto
da regolamenti e divieti. Il progetto di educazione continua in medicina
4
(E.C.M.) istituito dal Ministro della Salute nel 2000, può essere, in questo
frangente, una soluzione. Le aziende farmaceutiche valuteranno se un
evento fornisce i crediti formativi e, in caso affermativo, sponsorizzeranno
4
Si veda Capitolo due
Il congresso medico, un volto diverso
9
il congresso: l’E.C.M. diventerà un parametro di riferimento, un criterio di
valore inoppugnabile verso qualsiasi contestazione da parte di
Farmindustria.
• L’articolo 3 del decreto legge n.63/2002 è apparso per la prima volta
il 17 aprile, data della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
L’articolo, che rientrava in un complesso piano finanziario per contenere le
spese della sanità, prevedeva una riduzione del 5%, a tempo indeterminato,
dei prezzi di vendita dei farmaci al pubblico. Nei comma 3 e 4 si riduceva
inoltre per il 2002 gli investimenti delle aziende farmaceutiche nell’ambito
della sponsorizzazione e organizzazione dei congressi medici, in Italia e
all’estero, del 50%, rispetto alla spesa sostenuta nel 2001. Il provvedimento,
che riguardava un settore già molto regolamentato, era, inoltre, a effetto
retroattivo. La maggior parte delle aziende stabilisce con mesi di anticipo le
partecipazioni ai congressi e, l’applicazione di questo decreto, avrebbe
causato, secondo le previsioni delle associazioni di categoria,
l’annullamento di circa 9.000 congressi nazionali, implicando e
travolgendo tutto il comparto.
Il danno sarebbe stato incommensurabile, per affrontare il quale, le più
importanti associazioni degli operatori del comparto, hanno presentato
richiesta di emendamento. In sintesi, non potendo ottenere una totale
soppressione del decreto, si è presentato una modificazione al fine di
contenere il danno economico e occupazionale, mirando a limitare
l’intervento alle manifestazioni estere e ad introdurre l’applicabilità al 1°
gennaio 2003. Quest’ultima ipotesi avrebbe dato la possibilità agli addetti al
settore di riorganizzare le proprie strutture senza bloccare le attività già
pianificate.
Sicuramente la coralità e la fermezza con cui è stata presentata la richiesta
hanno influito, tra il 15 maggio e il 13 giugno 2002, al buon esito del
dibattito tra Camera e Senato: accogliendo le due modifiche sostanziali il
Il congresso medico, un volto diverso
10
decreto è stato approvato a larga maggioranza, è divenuto legge ed è stato
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.139 del 15 giugno 2002.
Le conseguenze del settore sembrano dunque arginate, ma questo
provvedimento appare comunque come una turbativa della concorrenza in
riferimento agli altri paesi europei, interviene, infatti, sulle quote di mercato
attraverso una norma di legge anziché attraverso una dinamica di mercato e
mette in atto un condizionamento molto forte. E’ prevedibile che i
provvedimenti amministrativi legati a questo decreto vengano impugnati
dai soggetti interessati (agenzie organizzatrici che operano con l’estero),
dando il via a numerose controversie. Da aprile, infatti, hanno iniziato ad
arrivare le prime disdette alle partecipazioni in congressi solitamente molto
richiesti (per esempio: il congresso della American Society of Hematology
o il congresso della Chemioterapy Foundation). Le società farmaceutiche
annullano per impossibilità giuridica, cioè per non superare il limite
imposto dal decreto, già raggiunto a causa di investimenti precedenti, e
rifiutano qualsiasi obbligo rifacendosi agli articoli 1.256 e 1.463 del codice
civile, cioè alla sopravvenuta causa non imputabile al debitore.
La nuova formula della regolamentazione favorisce la scelta della
destinazione degli eventi verso le località italiane, a tutto vantaggio del
comparto e dell’indotto, anche se, nel caso in cui si volessero portare eventi
di società scientifiche internazionali (o mondiali) in Italia, la nostra
normativa risulterebbe troppo restrittiva per le case farmaceutiche
sponsorizzatrici.
Il congresso medico, un volto diverso
11
1.3 – Le associazioni medico-scientifiche
Il comparto medico è formato da numerosi soggetti attivi, quali: le aziende
farmaceutiche, le strutture ospedaliere, le unità sanitarie locali (ASL) e,
infine, le associazioni medico-scientifiche.
Un’associazione è un ente privato, senza finalità di lucro, che utilizza le
proprie risorse finanziarie per scopi educativi, religiosi, culturali, sociali o
altre finalità di pubblica utilità e può essere costituita, da due o più persone,
tramite atto pubblico o scrittura privata.
Coloro che costituiscono l’associazione per perseguire uno scopo
socialmente utile stabiliscono il corretto funzionamento della società nello
statuto, allegato all’atto costitutivo.
Il patrimonio che permette la realizzazione delle finalità statutarie deriva
essenzialmente dai contributi degli associati o da donazioni di terzi.
La denominazione dell’ente è libera, ma deve contenere il termine
“associazione”; alla redazione dell’atto di costituzione necessita
l’individuazione di un luogo fisico, quale sede legale, per motivi fiscali e
civili.
Le associazioni medico-scientifiche riuniscono operatori di settore di una
determinata ripartizione scientifica. Nel comparto medico lo scopo
fondamentale dell’ente è la valorizzazione dell’attività della
specializzazione cui si riferiscono, nonché la difesa degli interessi morali,
culturali, normativi ed economici della categoria.
Nel proprio statuto esse raccolgono, nell’ambito dell’oggetto associativo,
molteplici finalità, quali ed esempio:
• contribuire ad elevare il livello assistenziale nel settore di riferimento
con ogni più opportuna iniziativa nei confronti degli Enti Responsabili che
operano nel Servizio Sanitario Nazionale;
• promuovere attività intese al costante aggiornamento della
professionalità degli associati con iniziative culturali, politiche, di
informazione, di coordinamento, di difesa delle posizioni giuridiche ed
Il congresso medico, un volto diverso
12
economiche, comunque connesse e conseguenti con attività lavorativa
svolta da ciascuno;
• elaborare linee associative di comune interesse intraprendendone i
contenuti nei rapporti sindacali e nei confronti dei livelli legislativi
regionali e statali, nonché nei riguardi degli organismi della pubblica
amministrazione;
• tutelare ed assistere in sede stragiudiziale i singoli associati in
relazione a problemi concernenti attività professionale con il soccorso di
attività consultive organizzate dall'Associazione;
• promuovere ed organizzare convegni, congressi, corsi di
perfezionamento, pubblicazioni per dibattere argomenti di interesse
professionale, culturale e politico dell'Associazione;
• promuovere e favorire la partecipazione degli associati a soggiorni di
studio e di perfezionamento in Italia e all'estero;
• svolgere attività di studio e di consulenza a favore del settore
farmaceutico e dei settori merceologici sulla validità dei prodotti che
comunque possano interessare la salute e gli aspetti della prevenzione;
• favorire attività didattiche nella disciplina in esame, sia all'interno
dei presidi ospedalieri, sia sul territorio, anche attraverso attribuzione di
borse di studio o di altre forme di incentivazione economica;
• promuovere iniziative di collaborazione tra gli associati,
migliorando i processi di osmosi per quanto attiene le esperienze
professionali di ciascuno;
• realizzare iniziative di stampa e di informazione attraverso altri
mezzi audiovisivi, ecc. nell'interesse degli associati, degli operatori di
settore;
• promuovere rapporti e scambi con associazioni analoghe, con enti e
federazioni nazionali e internazionali aventi finalità affini.
Il congresso medico, un volto diverso
13
Le finalità di organizzare e promuovere congressi ed eventi medici può non
essere contenuta all’interno dello Statuto costitutivo, ciò in ragione del fatto
che questa attività rappresenta un onere non indifferente per l’ente, il quale
potrebbe non reperire i fondi sufficienti a sostenere i costi.
Lo Statuto, rappresentando un insieme di obblighi da espletare, non
contiene incarichi a cui l’associazione non è certa di poter far fronte. In
ogni caso, al fine di assolvere ad altri impegni fondamentali all’attività
associativa (quali l’aggiornamento, il confronto e l’informazione), il mezzo
che risulta essere più immediato ed efficace è indubbiamente
l’organizzazione di eventi e manifestazioni scientifiche, ed è per questa
ragione che le associazioni medico-scientifiche risultano essere le maggiori
promotrici di eventi e manifestazioni di questo comparto.
Per il raggiungimento dei propri scopi le società dispongono di:
• quote associative la cui entità viene determinata anno per anno
dall'Assemblea dei soci, con riferimento ai soci ordinari ed aggregati;
• sovvenzioni, contributi ed oblazioni da parte di persone fisiche e di
persone giuridiche, pubbliche o private;
• proventi derivanti da iniziative promosse dalle associazioni e
corrispondenti alle finalità dello Statuto;
• lasciti e donazioni.
Le associazioni, non avendo scopo di lucro, impegnano le risorse del
patrimonio in funzione strumentale rispetto agli obiettivi che si prefiggono,
potendo erogare in via eccezionale, contributi anche a favore di associati
che vengano a trovarsi in contingenze particolari.
Gli enti possono essere organizzati in forma decentrata, rispetto alla sede
nazionale, su sezioni regionali (ogni sezione è retta da un segretario con
compiti prestabiliti dalla sezione nazionale); in forma regionale autonoma,
senza sede nazionale o comunque senza diretto controllo da parte della
stessa; o possono essere realtà locali di modeste dimensioni, che non fanno
capo ad alcuna organizzazione principale.
L’E.C.M.: educazione continua in medicina
14
CAPITOLO II:
L’ECM: EDUCAZIONE
CONTINUA IN MEDICINA
2.1 – Il nuovo progetto E.C.M.
La professionalità di un operatore della Sanità può essere definita da tre
caratteristiche fondamentali:
• Il possesso di conoscenze teoriche aggiornate (il sapere);
• Il possesso d’abilità tecniche o manuali (il fare);
• Il possesso di capacità comunicative e relazionali (l'essere).
Il rapido e continuo sviluppo della medicina e, in generale, delle
conoscenze biomediche, nonché l'accrescersi continuo delle innovazioni sia
tecnologiche sia organizzative, rendono sempre più difficile per il singolo
operatore della sanità mantenere queste tre caratteristiche al massimo
livello: in altre parole mantenersi "aggiornato e competente".
E' per questo scopo che, in tutti i Paesi del mondo, sono nati i programmi di
Educazione Continua in Medicina (E.C.M.); essi comprendono l'insieme
organizzato e controllato di tutte quelle attività formative, sia teoriche che
pratiche, promosse da chiunque lo desideri (si tratti di una Società
Scientifica o di una Società professionale, di un’Azienda Ospedaliera, o di
una Struttura specificamente dedicata alla Formazione in campo sanitario,
ecc.), con lo scopo di mantenere elevata ed al passo con i tempi la
professionalità degli operatori della Sanità.
Naturalmente, ogni operatore della Sanità provvederà, in piena autonomia,
al proprio aggiornamento; dovrà privilegiare, in ogni caso, gli obiettivi
formativi d'interesse nazionale e regionale. L’E.C.M. è finalizzata alla
valutazione degli eventi formativi, in maniera tale che il singolo medico,
infermiere, o altro professionista sanitario possa essere garantito della
qualità ed utilità degli stessi, ai fini della tutela della propria professionalità.
L’E.C.M.: educazione continua in medicina
15
L’E.C.M., inoltre, è lo strumento per ricordare ad ogni professionista il suo
dovere di svolgere un adeguato numero d’attività d’aggiornamento e di
riqualificazione professionale.
Partecipare ai programmi di E.C.M è un dovere degli operatori della Sanità,
richiamato anche dal Codice Deontologico, ma è anche, naturalmente, un
diritto dei cittadini, che giustamente richiedono operatori attenti, aggiornati
e sensibili.