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1°capitolo - Dall'assistenza sociale ai servizi alla persona: profili che
mutano
1. 1. Il lavoro sociale: un pò di storia
La nascita del lavoro sociale nel contesto europeo possiamo porla nel 1869 a Londra,
attraverso la nascita del C. O. S. (Clarity Organization Societies), evoluzione dei friendly
reformers (volontariato di tipo religioso) e dei social reformers. Attraverso questa
organizzazione Ottavia Hill, volontaria nelle C. O. S., porrà le basi dei fondamenti
concettuali ed etici del servizio sociale; ciò ebbe una certa influenza nello sviluppo del
servizio sociale in territorio americano, dove il social work si sviluppò nelle C. O. S. locali
e già alla fine del XIX sec., grazie all'operato di Mary Richmond, si poterono creare i primi
corsi di formazione sia in Nord Europa, sia negli Stati Uniti.
In Italia,la prima scuola per assistenti sociali, destinata al lavoro nelle fabbriche, fu fondata
a Roma nel 1928, sotto l'egida del Partito Nazionale Fascista e con il finanziamento della
confederazione degli industriali, che ne controllava il funzionamento. I programmi erano
estremamente scarsi e la preparazione mediocre; lo sbocco professionale dell'operatore era
negli stabilimenti industriali, impegnato in un lavoro quasi esclusivamente burocratico.
Da un punto di vista giuridico e pratico, il lavoro sociale manifestava una identità ambigua,
oscillante fra una forma di servizio sociale individuale (gli assistenti sociali degli enti
svolgevano soprattutto attività di aiuto al singolo caso), ed una confinante con la militanza
politica ed ideologica, inseparabile dalle forme di immaginazione socio-politica affidata ai
partiti, alle parrocchie, all'associazionismo contiguo agli uni e alle altre.
Il servizio sociale, per come noi oggi lo concepiamo, è stato definito nel 1915 da Mary
Richmond, la quale ha affermato che esso “è un articolato e organico complesso di servizi
diversi compiuti da soggetti che cooperano con altri soggetti in situazione di bisogno, con
lo scopo di raggiungere il miglioramento della società, operando sulle situazioni
individuali o familiari di difficoltà, disagio, bisogno”. Nel 1928 durante la prima
Conferenza Internazionale di Servizio Sociale si delineano e si specificano i concetti di
fondo, le caratteristiche più salienti dell'attuale Servizio Sociale: “Il Servizio Sociale
comprende il complesso degli sforzi con cui la società tende ad alleviare le sofferenze
derivanti dalla miseria, a rimettere individui e famiglie in condizioni normali di esistenza, a
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prevenire le calamità sociali, a migliorare le condizioni sociali ed elevare il livello di vita
mediante servizi ed assistenza collettivi, il servizio sociale dei casi individuali, con l'azione
legislativa ed amministrativa della collettività e mediante ricerche ed inchieste sociali”.
Le definizioni di servizio sociale date alcuni anni dopo da studiosi ed esperti del Servizio
Sociale italiano fanno riscontrare la piena adesione a questo indirizzo manifestatosi a
livello internazionale, enunciato negli anni '20 e successivamente confermato ed elaborato.
Nel 1947, infatti, Grossman sostiene che il servizio sociale si propone di rendere efficaci
nel singolo individuo i mezzi ed i provvedimenti predisposti da istituzioni pubbliche e
private allo scopo di sanare o prevenire gli stati di bisogno, integrare tali mezzi con
iniziative ed accorgimenti vari, provocare le opportune modifiche o riforme nell'ambiente
sociale in collaborazione con enti e persone responsabili o interessate.
Con questa definizione è stato sicuramente superato il concetto di beneficenza caritativa
che aveva caratterizzato molte forme di impegno sociale ancora presenti all'inizio del XX
secolo e si è aperta la strada ad una concezione più ampia e moderna della nozione di
“cittadino” che può annoverare fra i suoi diritti quello ad avere garantita dalla collettività
una migliore qualità di vita.
In Italia, solo dopo la seconda guerra mondiale, durante il difficile periodo della
ricostruzione, il servizio sociale vide un deciso processo di rinnovamento, con la
ridefinizione della figura dell'assistente sociale, al quale competerà un ruolo importante
nel processo di democratizzazione delle istituzioni, di ristrutturazione dell'azione
assistenziale, di trattamento delle problematiche psicosociali dei singoli.
L'azione dei primi operatori sociali però non è semplice, a fronte di problematiche e
bisogni eterogenei ed urgenti: il clima del dopoguerra, la fame e la povertà, i problemi
legati alla ricostruzione civile ed economica del paese, sono alcuni degli aspetti da
affrontare.
Il Ministero dell'assistenza post-bellica fu istituito nel giugno 1945; si trattò di un tentativo
unico nella storia della Repubblica, di integrazione e di gestione unitaria delle
innumerevoli funzioni assistenziali. Anche se ebbe una vita breve (circa due anni), tale
Ministero ebbe una funzione molto importante per il servizio sociale: nel 1946 esso
organizzò, in collaborazione con l'associazione per gli aiuti internazionali, facente capo
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all'UNRRA
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, un convegno nazionale di studi sull'assistenza sociale (Convegno di
Tremezzo) al fine di razionalizzare e programmare gli interventi. Politici ed operatori
sociali italiani e stranieri discussero di un'ampia gamma di tematiche: fra queste
democrazia e politica, assistenza sociale pubblica, sviluppo legislativo, mondo del lavoro,
assistenza ai minori e ruolo del servizio sociale e degli operatori sociali, scuole di
formazione e riconoscimento giuridico del titolo di studio da queste rilasciato.
Dal 1945 al 1970 vennero prodotti circa 300 provvedimenti in materia di legislazione
sociale, la maggior parte dei quali prevedevano l'impiego dell'assistente sociale nelle
specifiche sedi di attuazione degli interventi. Tali provvedimenti attribuirono impliciti
riconoscimenti pubblici alla professione, anche se non vi era, da parte dello Stato, un
ufficiale riconoscimento giuridico del titolo. Gli assistenti sociali svolgevano l'attività in
quella miriade di importanti enti di assistenza e beneficenza sorti durante il fascismo e
sopravvissuti sino agli anni settanta (ONMI
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, ECA
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, ENAOLI
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).
Nel nostro Paese il decreto del 24 luglio 1977 n. 616, ha trasferito alle Regioni le funzioni
relative alla materia “beneficenza pubblica”. Con esso al servizio sociale vengono
attribuite “tutte le attività che attengono, nel quadro della sicurezza sociale, alla
predisposizione ed erogazione di servizi gratuiti o a pagamento, o di prestazioni
economiche sia in denaro che in natura, a favore dei singoli o di gruppi, qualunque sia il
titolo di base al quale sono individuati i destinatari, anche quando si tratti di forma di
assistenza a categorie determinate escluse soltanto le funzioni relative alle prestazioni
economiche di natura previdenziale”.
La completa gamma delle funzioni assistenziali, compresa quella a favore di famiglie di
detenuti e vittime del delitto, di ex detenuti, di minorenni soggetti a provvedimento delle
autorità giudiziarie, di donne avviate alla prostituzione, ecc. rientra in questa fondamentale
e relativamente recente definizione. L'unica esclusione riguarda attività volte a realizzare il
pieno diritto dei lavoratori e dei loro familiari, a determinate prestazioni. Queste ultime
sono sostenute da fondi che gli stessi lavoratori provvedono ad alimentare.
1 United Nations relief and rehabilitation Administration – un'organizzazione delle nazioni
Unite per il soccorso ai territori europei danneggiati dalla guerra.
2 Opera Nazionale Maternità Infanzia istituita nel 1925.
3 Enti di carità e di assistenza nato nel 1937.
4 Ente Nazionale Assistenza Orfani Lavoratori Italiani nato nel 1941.
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Attualmente il servizio sociale si è affrancato dal filantropismo e dalla militanza per
divenire una attività tecnico professionale, che si attua in modo prevalente nelle strutture
pubbliche di tipo territoriale (AUSL: Aziende Sanitarie Locali), al fine di contribuire, in
stretta collaborazione con tutti gli altri operatori sociali, alla programmazione,
organizzazione e gestione dei servizi socio-sanitari, intesi come risposte istituzionali alle
esigenze di una determinata comunità locale.
La professionalizzazione comporta anche il rischio che si verifichi una sua subordinazione
ad una ideologia tecnocratico-manageriale. La pratica professionale non deve far
dimenticare che l'utenza dei servizi sociali è costituita da persone, che in quanto tali sono
portatrici di diritti e di valori.
Obiettivo fondamentale del servizio sociale è dunque contribuire a far sì che le istituzioni,
preposte a dare risposte adeguate alla domanda sociale che nasce dalle esigenze globali di
un determinato territorio, sappiano far fronte a questo loro compito in modo qualificato,
professionalmente idoneo a rispondere alle esigenze reali della popolazione. È importante
questo rapporto che viene a instaurarsi fra persone, rete sociale ed istituzioni a proposito
dei Servizi. In quest'ambito va considerata pure la funzione ed il ruolo dell'assistente
sociale.
La figura professionale dell'assistente sociale si manifesta allora come trait d'union fra
questi tre momenti dell'insieme sociale.
Allo stesso tempo lo svolgimento della funzione ponte deve superare il pericolo
dell'esercizio della mediazione, della politicizzazione, o quello opposto della tecnocrazia
asettica, per entrare a pieno titolo nel “mondo della vita”.
Con la Legge n. 833 del 23 dicembre 1978 (istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale), si
apre infine il periodo decisivo per l'avvio di un processo di riforma globale del settore su
vari piani:
sul piano socio – culturale, intervenendo su atteggiamenti, valori e concezioni,
nonché sulle condizioni reali, per innalzare lo stato generale di salute della
popolazione, in accordo con quanto raccomandato dall'Organizzazione mondiale
della Sanità (fondata nel 1946) definendo i principi e gli obiettivi cui è teso il
sistema di azioni e di prestazioni rivolto alla popolazione e all'ambiente di vita.
Sul piano istituzionale, la legge ha l'obiettivo di ridefinire i soggetti istituzionali
gestori delle strutture e della rete di servizi socio – sanitari previsti, introducendo
modifiche nelle competenze, nelle attribuzioni e stabilendo il ruolo delle nuove