tematiche che affronta ed angolazioni dalle quali può essere affrontato, stimola
all’indagine.
In sintonia con questo corso di Laurea ci siamo ripromessi pertanto l’obiettivo
di analizzarne un particolare aspetto – le caratteristiche psicologiche degli
aderenti alla Massoneria – utilizzando le metodiche ad esso appropriate.
Da qui la decisione di studiare un campione di Liberi Muratori adeguatamente
e propriamente selezionato.
L’indagine vera e propria è preceduta da un preliminare inquadramento
storiografico (Capitolo I – La Libera Muratoria: cenni storici, pag. 7) che
brevemente tratteggia il divenire della moderna Massoneria dal 1717 in
Inghilterra, costituzione della prima Gran Loggia nel mondo, il suo diffondersi
e consolidarsi anche in altre nazioni, tra le quali anche l’Italia.
Per quanto riguarda il nostro Paese sono stati esaminati sino ai giorni
nostri i suoi sviluppi, del tutto particolari. Occorre sottolineare come questi,
spesso apparentemente e spesso realmente intricati, e comunque di non
semplice analisi, assieme al concetto di “regolarità” massonica, ci hanno condotto
ad identificare il campione oggetto dello studio, selezionando i soggetti
5
nell’ambito esclusivo di una sola delle associazioni massoniche esistenti in
Italia, la Gran Loggia Regolare d’Italia.
Successivamente vengono presentate le metodiche utilizzate, il test
psicometrico 16 PF (1978) ed un questionario strutturato (Capitolo II – Ipotesi,
strumenti e soggetti della ricerca – pag.28)
Per mezzo di tali strumenti ci siamo proposti l’obiettivo di analizzare la
personalità dell’”Uomo Massone” ed avere anche nel contempo indicazioni
sulle motivazioni di vario genere che portino alla adesione alla Libera Muratoria,
sulle aspettative, giudizi ed apprezzamenti successivi.
Sono stati quindi discussi i risultati ottenuti (Capitolo III – Risultati – pag. 36
e Capitolo IV – Discussione – pag. 74) , che mettono in evidenza interessanti e
del tutto peculiari caratteristiche – sostanzialmente omogenee nel campione
esaminato – che offrono molteplici spunti di riflessione anche per ulteriori e
futuri approfondimenti sullo stesso tema.
Difatti l’analisi della struttura di personalità di quanti aderiscono alla Libera
Muratoria non ha sino ad oggi precedenti conosciuti.
Questo, se da un lato può penalizzare questa prima indagine, che non può
giovarsi di elementi diretti di confronto e comparazione, dall’altro può fornire
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appunto ulteriori stimoli e base per successivi studi.
Capitolo I
La Libera Muratoria: cenni storici
1.1 La Libera Muratoria: le origini fra leggenda e realtà
Una preliminare valutazione storiografica sulla Massoneria è opportuna al
fine di meglio precisare e circoscrivere l’oggetto del nostro studio, delinenado
le origini di tale associazione, e quindi, nel particolare, il suo sviluppo,
connotazione e situazione specifica nel nostro Paese.
Questo soprattutto in relazione al campione da noi studiato, oggetto di
questo studio, per precisarne le caratteristiche anche alla luce dei principali
fatti storici, seppure succintamente riportati.
La Massoneria ha due storie: la prima leggendaria e tradizionale, che la fa
risalire quasi agli albori della architettura, se non prima; la seconda, quella
autentica, che si estende per un periodo di pochi secoli.
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È solo dal secolo scorso che gli storici massonici britannici hanno cominciato
ad esaminare criticamente la storia tradizionale dell’Ordine massonico, cercando
documenti sulla esistenza di una Massoneria speculativa precedente il 1717,
anno cardine, spartiacque per la storiografia massonica, in relazione con la
nascita, che poi esamineremo più dettagliatamente, di una prima struttura
organizzata.
Si viene a definire pertanto, usando le definizioni di John Hamill, già Gran
Bibliotecario della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, quella che è detta la
storiografia massonica autentica o scientifica, basata su documenti certi, che si
contrappone a quella non autentica, mistica o romantica che pone la Massoneria
in un contesto di tradizioni misteriche, per mezzo di correlazioni di pensiero,
allegorie e simbolismi, che la mettono in relazione con altre e varie tradizioni
esoteriche (HAMILL, 1994).
Sorvoliamo brevissimamente su tale ultimo aspetto, perché appunto non
basato su elementi scientificamente certi, ed anche per questo non oggetto di
questo studio, ma accennando come, sulla base di tali correlazioni, per esempio
Adamo viene ad essere considerato il primo uomo iniziato, che, fedele alle
istruzioni ricevute da Dio fonda una loggia con i suoi figli e con essi lavora
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all’espansione dell’Ordine. Ricordiamo come i più antichi documenti massonici
insistano, forse anche per dotarsi di una autorevole patente di nobiltà, sulle
lontane origini dell’Ordine, fin dall’antico Egitto. È da rimarcare come tali tesi
non siano state affatto prive di importanti suggestioni ed abbiano
prepotentemente influenzato molti aderenti: cito ad esempio il fratello
Wolfgang Amadeus Mozart che sulla base di esse compose l’opera il Flauto
Magico, racconto di un’iniziazione che appunto si svolgeva in Egitto. E così
possiamo continuare, passando attraverso l’antica Grecia (Misteri di Eleusi,
Pitagora), gli Esseni e varie comunità cristiane gnostiche, il Mithraismo
nell’impero romano (JACQ, 1998).
Abbiamo voluto riportare sommariamente questi aspetti per rendere
ragione di un certo aspetto leggendario e favolistico nella storiografia
massonica, che non ha aiutato ed aiuta la ricerca storica, e che è comunque a
tutt’oggi ancora presente e non privo di suggestione per gli affiliati.
Tornando alla seconda via di ricerca storiografica massonica, quella autentica
o scientifica, essa risale in parte alle antiche corporazioni e fratellanze di mestiere
che in Inghilterra principalmente conobbero la loro ascesa e declino nel periodo
9
gotico, periodo di notevole fervore per la sua attività costruttiva, durante il
quale vennero edificate in gran numero cattedrali, castelli, chiese.
Si ritiene che proprio in quel periodo vadano ricercate le principali radici
della muratoria mondiale, anche se per i più rigorosi tra i moderni studiosi
delle radici della moderna Massoneria, risulta controversa la continuità in
Inghilterra tra massoni operativi e speculativi. Non essendovi prove certe vi è
chi postula come la Massoneria speculativa in Inghilterra sia nata come
associazione a sé stante, senza particolari momenti di transizione (HAMILL,
1994).
Di fatto le radici della Massoneria, come corporazione di Muratori, risiedono
nei primi gruppi organizzati di muratori medioevali itineranti, che forse proprio
per il doversi trasferire per motivi legati al loro particolare lavoro, alla
edificazione di imponenti edifici, si spostavano da una città all’altra, di paese
in paese, rappresentando per ciò anche un idoneo mezzo di diffusione di
conoscenze e segreti costruttivi.
I muratori al lavoro disponevano di una loggia, sita sia nella cava che
presso il cantiere, che rappresentava un luogo dove riporre gli strumenti,
conservare gelosamente i progetti, discutere di aspetti propri della costruzione
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o anche amministrativi.
I muratori inglesi presero la parola “loggia” dal francese loge, a sua volta
di derivazione dall’italiano, parola nota a noi tutti come indicante un’arcata
aperta o galleria.
È presumibile che nella maggior parte dei casi la loggia fosse qualcosa di
improvvisato, probabilmente col tetto fatto di assi e paglia, ma dove ci si
aspettava che l’opera dovesse durare vari decenni veniva edificata in modo
stabile.
Queste elementari organizzazioni andarono poi evolvendo in vere e proprie
organizzazioni di mestiere, corporazioni aventi lo scopo di tutelare gli interessi
degli operai specializzati, ma anche, in considerazione dei tempi e dello spirito
religioso, di vera e propria fratellanza religiosa.
Queste condizioni favorirono in seguito lo sviluppo e la regolamentazione
delle consuetudini muratorie, divenute oggetto di atti regi e del Parlamento
inglese, che sarebbero state registrate e menzionate nei più antichi manoscritti
a noi noti come Old Charges (“Antichi Doveri”) (JONES, 1987).
In Londra esisteva una potente Compagnia di Liberi Muratori. Essa è
attestata prima del 1376, ma da quando esistesse non lo sappiamo.
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Nel XVII secolo, per le mutate condizioni economiche, entrò in un periodo
di progressivo declino. Le richieste di entrare come apprendisti erano scarse e
vi sono pertanto prove che già nel 1663 erano accettati dei muratori
non–operativi, nell’ambito di un circolo interno ristretto denominato Acception,
con tradizioni e metodi ben diversi dai muratori veri, operativi.
La Compagnia quindi, nell’ultima parte del XVII secolo aveva una duplice
natura, comprendendo da una parte i membri operativi, cioè i muratori
specializzati, e dall’altra i non–operativi che si dividevano a loro volta in due
classi: coloro che avevano aderito per motivi sociali o di natura similare e
coloro che invece erano divenuti degli accettati, detti anche Massoni speculativi
o simbolici.
Di fatto la Compagnia Londinese dei Liberi Muratori è il legame apparente
fra i liberi muratori operativi di un tempo e la moderna Fratellanza dei Massoni
speculativi.
Quindi un certo numero di Logge operative in Londra è storicamente
attestato ed è probabile che una ulteriore diffusione si sia avuta a seguito del
Grande Fuoco del 1666, che distrusse i due terzi della città, ed alle relative
opere di ricostruzione.
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Secondo Anderson, il primo, seppure di parte, storico e mentore della
moderna Massoneria, autore del libro delle Costituzioni del 1723, vero e
proprio discendente degli Antichi Doveri del XIV secolo, ve ne erano almeno
8 nel 1693.
In ogni caso ve ne erano quattro nel 1717, il 24 Giugno, quando la prima
Gran Loggia del mondo venne fondata dall’adesione di 4 Logge (“L’Oca e la
Graticola”, “La Corona”, “Il Melo”, “Il Boccale e le Uve”).
1.2 La Costituzione della prima Gran Loggia
Inizialmente limitò la propria giurisdizione a Londra e Westiminster, come
per riprendere la tradizione della Compagnia Londinese, ma subito iniziò a
crescere, all’inizio quasi certamente per l’adesione di altre logge londinesi, ma
ben presto anche di quelle della campagna, passando nel 1725 a sessantaquattro
logge.
Senza alcun dubbio, la data del 24 Giugno 1717 ha non poca rilevanza nella
storia del secolo XVIII e in quella della Massoneria in particolare. È ben vero
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che agli inizi i poteri della Gran Loggia d’Inghilterra furono alquanto limitati,
ma è altrettanto indubitabile che essa assunse in breve tempo una crescente
importanza ed ancora oggi essa è l’istituzione centrale in grado di riconoscere
o non riconoscere le obbedienze di questa o quella nazione.
Ma tale prima Grande Loggia non riuscì ad imporre la propria autorità su
tutte le logge inglesi esistenti. Alcune si sottrassero ad essa e ne disconobbero
l’autorità ed i metodi.
Nel 1751 venne fondata una Gran Loggia rivale, detta degli Antichi, in
quanto gli iscritti ad essa ritenevano di praticare una forma più antica e più
pura di massoneria, identificando provocatoriamente con il termine Moderni
gli aderenti alla prima Gran Loggia d’Inghilterra.
In linea generale due furono i motivi principali del conflitto. Il primo
erano l’apatia e la negligenza della prima Gran Loggia e la sua incapacità a
governare l’Istituzione. L’altro era rappresentato dalle differenze di pratiche e
rituali e cerimoniali.
Nel giro di venti anni la Gran Loggia degli Antichi fu presieduta da un
gran numero di personaggi influenti e le allora costituitesi Grandi Logge di
Irlanda e Scozia mantenevano con essa stretti rapporti.
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Fra Antichi e Moderni cominciò in seguito a manifestarsi un crescente spirito
di tolleranza ed un desiderio di approdare ad una comune organizzazione,
che ponesse fine a decenni di talora anche aspre diatribe e reciproche accuse.
Nell’Ottobre 1809 i Moderni costituirono la Loggia di Promulgazione per
adeguare le proprie cerimonie a quelle degli Antichi, che, a loro volta, nel
1811 espressero parere favorevole ad una possibile intesa ed unificazione.
La vera e propria unione ebbe luogo nella Casa dei Liberi Muratori il 27
dicembre 1813: nasce la Gran Loggia Unita d’Inghilterra.
Dall’Inghilterra si diffonde, come moderna Massoneria organizzata, prima
nei paesi vicini e quindi in tutto il mondo.
1.3 La Libera Muratoria in Italia
1.3.1 Le origini
In Italia approda ad opera di Fratelli inglesi a Firenze.
La loggia di Firenze fu fondata da un gruppo di inglesi residenti in questa
città in un periodo di tempo che possiamo collocare fra il 1731 ed il 1732 e
quindi si caratterizzava evidentemente per tendenze ideologiche tipiche della
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massoneria inglese a tre gradi, di carattere protestante e repubblicana: carattere
razionalista, con tendenze al deismo ed al materialismo (FRANCOVICH, 1989).
A decorrere dal 1732 in Napoli, Verona, Roma, Firenze, Livorno etc, l’Ordine
raccoglieva consensi entusiastici e fedeli, propagandosi con stupefacente
rapidità.
Forse anche per questo la Massoneria in Italia venne subito colpita dalle
scomuniche del papa Clemente XII (28 Aprile 1738 – In eminenti Apostolatus
specula).
I motivi addotti erano proprio quei principi che formavano i capisaldi
fondamentali della libera muratoria: la tolleranza religiosa e la segretezza. Si
biasimava infatti che in quelle associazioni venissero accolte persone d’ogni
religione.
Tali accuse vennero riprese successivamente dal Pontefice Benedetto XIV
(1751) e da sovrani quali Ferdinando IV di Napoli e Vittorio Amedeo III di
Sardegna, per cui la Massoneria soggiacque alla restaurazione, che a carico dei
suoi affiliati nel 1814 ripristinò scomunica, pena di morte e confisca dei beni.
Pertanto è in tali motivi che il Francovich individua le motivazioni che
hanno portato la Massoneria in Italia ad avere delle connotazioni del tutto
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particolari e non autonome, in quanto come fenomeno di importazione, essa
assunse un aspetto o l’altro, a seconda che cadesse sotto l’influenza inglese,
francese od austriaca, dato che le logge servivano ad un certo tipo di
penetrazione politica operante dall’esterno.
Ed inoltre, ancora riprendendo l’analisi dello stesso studioso, soprattutto,
se un fatto sembra avere caratterizzato la libera muratoria italiana nella prima
metà del XVIII secolo e si è pericolosamente ripercosso nei secoli successivi,
questo è stato la sua forzata clandestinità, imposta dalla influenza che la Santa
Sede esercitò nei vari Stati della penisola. Questo fece sì che le logge diventassero
un centro di raccolta per gli anticonformisti di ogni tendenza.
Dopo questi primi temerari esordi, l’8 ottobre 1859 a Torino si raccolsero
sette Fratelli massoni per costituire una nuova Loggia “Ausonia”, embrione
del futuro Grande Oriente Italiano (ARRIGO, 1998).
Inizia la storia della moderna massoneria italiana.
Il Grande Oriente, la massoneria di Palazzo Giustiniani, prende
effettivamente vita alcuni anni dopo, quando nel dicembre 1861 una prima
Assemblea Costituente Massonica ne delibera la creazione, ne definisce il ruolo
e conferisce a Giuseppe Garibaldi il titolo di primo massone d’Italia,
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successivamente eletto a Gran Maestro nel 1864.
Sin dalla primavera del 1860 fra le colonne dei nuovi Templi convennero
esponenti dell’area democratica, e non pochi dei promotori dell’impresa dei
Mille, guidata dallo stesso Garibaldi.
Però, purtroppo, dopo la delusione dell’Aspromonte, come riporta il Mola
nel suo corposo trattato Storia della Massoneria italiana, si accentua la
politicizzazione delle Logge e dell’Ordine con contenuti francamente ateistici,
che « rendevano la Massoneria italiana andersonianamente irriconoscibile ».
Addirittura una nuova Costituente massonica, tenutasi a Firenze nel 1867,
non ricusò i principi dell’ateismo, fino ad arrivare a mettere in discussione il
principio del Grande Architetto dell’Universo (MOLA, 1997)
Tale situazione di spinta politicizzazione delle logge, ed allontanamento dai
canoni della classica massoneria inglese andò quindi nel tempo accentuandosi
sino a divenire l’aspetto caratterizzante della massoneria italiana.
Esempio di ciò è rappresentato dalla Maestranza di Adriano Lemmi, Gran
Maestro dal 1885, in carica per undici anni, che si ripromise di trasformare il
Grande Oriente in una organizzazione più consona alla borghesia italiana,
dotata di mezzi finanziari adeguati contribuendo in tale modo in maniera
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definitiva al processo di degenerazione dell’Ordine.