INTRODUZIONE
L'abuso all'infanzia è un fenomeno talmente vasto e complesso da sollecitare ampie
riflessioni in ambiti disciplinari diversi e non solo in chiave teorica e conoscitiva, ma
anche pratica. Con questa tesi mi propongo di esaminare il fenomeno da un punto di
vista psicologico.
In particolare, gli obiettivi che mi propongo di raggiungere sono i seguenti:
a) creare nel lettore un'idea sufficientemente chiara sulla realtà de] fenomeno; ciò
si realizzerà attraverso la trattazione delle definizioni di abuso e maltrattamento
più importanti, delle statistiche straniere e italiane e della storia dell'abuso;
b) analizzare le conseguenze negative a breve e' a lungo termine, non solo
elencandole e descrivendole ma anche spiegando il significato psicologico che
esse assumono in relazione all'abuso;
c) contestualizzare i maltrattamenti inserendoli nel quadri di funzionamento
familiare.
Per la mia ricerca mi servirò del contributo di numerosi autori, fra i quali i classici
Bowlby, Fairbairn, Sigmund Freud, Melanie Klein, Spitz, Stern, Winnicott e i più
recenti Cirillo, De Leo, De Zulueta, Di Blasio, Malacrea, Marinucci, Montecchi, ecc ..
Troverà spazio anche il contributo di alcuni articoli provenienti da famose riviste
straniere sul maltrattamento, quali "Child Abuse & Neglect" e "Comprehensive
Psychiatry" .
La tesi è strutturata in due capitoli.
Il primo avrà come unico scopo la presentazione del fenomeno. Verranno quindi
riportate le definizioni di abuso più importanti e si vedranno le principali forme in cui
esso si manifesta. Seguirà la trattazione delle statistiche sul fenomeno per cercare di
comprenderne l'entità. Infine, verrà fatto qualche cenno alla storia dell'abuso
all'infanzia e alla sua evoluzione nel corso dei secoli.
Il secondo capitolo affronterà dapprima il tema delle conseguenze psicologiche. Si
vedranno, quindi, innanzitutto, quali sono le variabili che ne determinano la gravità, poi
si passerà alla trattazione degli aspetti dello sviluppo compromessi e dei sentimenti
delle vittime e si vedrà come tutto ciò porti, sia direttamente che indirettamente, alla
perdita di fiducia in se stessi e nel prossimo. Nel paragrafo successivo si esamineranno
le principali conseguenze traumatiche ed emotive. In particolare, si farà riferimento al
disturbo post-traumatico da stress. Verranno anche analizzati i meccanismi di difesa
che le piccole vittime utilizzano per adattarsi all'ambiente familiare e i principali
disturbi di personalità che da essi derivano. Ci chiederemo, infine, per quanto riguarda
le conseguenze, come la perdita di fiducia in se stessi e nel prossimo influisca a livello
sociale sia nell'immediato che nella vita adulta. Di seguito, focalizzeremo brevemente
l'attenzione solo sugli abusi sessuali per esaminare in quali circostanze è possibile il
racconto del trauma da parte della vittima. In questo senso, ci chiederemo quali sono i
principali impedimenti al racconto e quali le sue principali caratteristiche, quando esso
awiene. Si vedrà anche l'utilità del gioco e del disegno come ulteriori mezzi per la
comunicazione del trauma. IOn particolare, a proposito del disegno ci chiederemo cosa e
come i bambini sessualmente abusati disegnino.
Infine, si esamineranno le caratteristiche di funzionamento delle famiglie maltrattanti e
le sue dinamiche relazionali.
2
INTRODUZIONE
L'abuso all'infanzia è un fenomeno talmente vasto e complesso da sollecitare ampie
riflessioni in ambiti disciplinari diversi e non solo in chiave teorica e conoscitiva, ma
anche pratica. Con questa tesi mi propongo di esaminare il fenomeno da un punto di
vista psicologico.
In particolare, gli obiettivi che mi propongo di raggiungere sono i seguenti:
a) creare nel lettore un'idea sufficientemente chiara sulla realtà de] fenomeno; ciò
si realizzerà attraverso la trattazione delle definizioni di abuso e maltrattamento
più importanti, delle statistiche straniere e italiane e della storia dell'abuso;
b) analizzare le conseguenze negative a breve e' a lungo termine, non solo
elencandole e descrivendole ma anche spiegando il significato psicologico che
esse assumono in relazione all'abuso;
c) contestualizzare i maltrattamenti inserendoli nel quadri di funzionamento
familiare.
Per la mia ricerca mi servirò del contributo di numerosi autori, fra i quali i classici
Bowlby, Fairbairn, Sigmund Freud, Melanie Klein, Spitz, Stern, Winnicott e i più
recenti Cirillo, De Leo, De Zulueta, Di Blasio, Malacrea, Marinucci, Montecchi, ecc ..
Troverà spazio anche il contributo di alcuni articoli provenienti da famose riviste
straniere sul maltrattamento, quali "Child Abuse & Neglect" e "Comprehensive
Psychiatry" .
La tesi è strutturata in due capitoli.
Il primo avrà come unico scopo la presentazione del fenomeno. Verranno quindi
riportate le definizioni di abuso più importanti e si vedranno le principali forme in cui
esso si manifesta. Seguirà la trattazione delle statistiche sul fenomeno per cercare di
comprenderne l'entità. Infine, verrà fatto qualche cenno alla storia dell'abuso
all'infanzia e alla sua evoluzione nel corso dei secoli.
Il secondo capitolo affronterà dapprima il tema delle conseguenze psicologiche. Si
vedranno, quindi, innanzitutto, quali sono le variabili che ne determinano la gravità, poi
si passerà alla trattazione degli aspetti dello sviluppo compromessi e dei sentimenti
delle vittime e si vedrà come tutto ciò porti, sia direttamente che indirettamente, alla
perdita di fiducia in se stessi e nel prossimo. Nel paragrafo successivo si esamineranno
le principali conseguenze traumatiche ed emotive. In particolare, si farà riferimento al
disturbo post-traumatico da stress. Verranno anche analizzati i meccanismi di difesa
che le piccole vittime utilizzano per adattarsi all'ambiente familiare e i principali
disturbi di personalità che da essi derivano. Ci chiederemo, infine, per quanto riguarda
le conseguenze, come la perdita di fiducia in se stessi e nel prossimo influisca a livello
sociale sia nell'immediato che nella vita adulta. Di seguito, focalizzeremo brevemente
l'attenzione solo sugli abusi sessuali per esaminare in quali circostanze è possibile il
racconto del trauma da parte della vittima. In questo senso, ci chiederemo quali sono i
principali impedimenti al racconto e quali le sue principali caratteristiche, quando esso
awiene. Si vedrà anche l'utilità del gioco e del disegno come ulteriori mezzi per la
comunicazione del trauma. IOn particolare, a proposito del disegno ci chiederemo cosa e
come i bambini sessualmente abusati disegnino.
Infine, si esamineranno le caratteristiche di funzionamento delle famiglie maltrattanti e
le sue dinamiche relazionali.
2
I CAPITOLO: PRESENTAZIONE DEL FENOMENO:
DEFINIZIONI, STATISTICHE E STORIA
DELL' ABUSO ALL'INFANZIA
1. Principali definizioni
Dall'analisi della letteratura sul maltrattamento e abuso all'infanzia è emersa la
mancanza di una definizione univoca relativa al fenomeno. Sono, infatti, molte le
definizioni riportate dai vari autori. Vediamo le principali, a partire da quella di Kempe
e Silverman che, nel 1962, per primi, parlarono di "sindrome del bambino battuto"
descrivendone gli aspetti medici:
"il termine è stato da noi utilizzato per indicare un quadro clinico in cui il soggetto in
età pediatrica presenta lesioni riconducibili a una violenza fisica perpetrata solitamente
da un genitore o da un sostituto.
La sindrome dovrebbe essere presa in considerazione per ogni bambino che presenti
segni di fratture ossee, ematomi subdurali, deficit di accrescimento, ematomi dei tessuti
molli e cutanei, in ogni caso di morte improvvisa o quando il tipo e il grado delle
lesioni siano in contrasto con i dati anamnestici relativi all'occorrenza del trauma"
(Kempe et al., 1962).
In seguito (1976) lo stesso Kempe abbandonò il termine "battered child" , OSSIa
"bambino battuto", per sostituirlo con "child abuse", ossia "abuso all'infanzia", in
quanto descrivente meglio gli aspetti del maltrattamento in tutta la loro estensione.
Due anni prima, nel 1974, un decreto statunitense definiva il maltrattamento infantile
come:
il danno fisico o mentale, l'abuso sessuale, il trattamento negligente o il maltrattamento
di un soggetto d'età inferiore ai 18 anni, o all'età specificata dalla normativa sulla
protezione dell'infanzia del paese in questione, da parte della persona responsabile per
il benessere del bambino, in circostanze tali da indicare che la salute o il benessere del
bambino sono compromessi o minacciati (Child Abuse Prevention and Treatment Act,
U. S. Senate, Jan. 31, 1974).
Si tratta di una delle due definizioni maggiormente riportate nella letteratura. L'altra è
quella fornita nel 1978 dal IV Colloquio Criminologico di Strasburgo del Consiglio
d'Europa che ha definito l'abuso come:
quell'insieme di atti e carenze che turbano gravemente il bambino attentando alla sua
integrità corporea e al suo sviluppo fisico, affettivo, intellettivo e morale, le cui
manifestazioni sono: la trascuratezza e/o lesioni di ordine fisico e/o psichico e/o
sessuale da parte di un familiare o di altri che hanno cura del bambino.
Degna di nota è anche l'ampia definizione a cui è ispirata la Convenzione dei diritti dei
minori, frutto del contributo di 43 paesi e di enti come l'UNICEF, l'OMS, l'UNESCO e
la Croce Rossa, approvata dall' Assemblea generale dell'ONU e ratificata anche
dall'Italia nel 1991. In essa si fa riferimento al
3
I CAPITOLO: PRESENTAZIONE DEL FENOMENO:
DEFINIZIONI, STATISTICHE E STORIA
DELL' ABUSO ALL'INFANZIA
1. Principali definizioni
Dall'analisi della letteratura sul maltrattamento e abuso all'infanzia è emersa la
mancanza di una definizione univoca relativa al fenomeno. Sono, infatti, molte le
definizioni riportate dai vari autori. Vediamo le principali, a partire da quella di Kempe
e Silverman che, nel 1962, per primi, parlarono di "sindrome del bambino battuto"
descrivendone gli aspetti medici:
"il termine è stato da noi utilizzato per indicare un quadro clinico in cui il soggetto in
età pediatrica presenta lesioni riconducibili a una violenza fisica perpetrata solitamente
da un genitore o da un sostituto.
La sindrome dovrebbe essere presa in considerazione per ogni bambino che presenti
segni di fratture ossee, ematomi subdurali, deficit di accrescimento, ematomi dei tessuti
molli e cutanei, in ogni caso di morte improvvisa o quando il tipo e il grado delle
lesioni siano in contrasto con i dati anamnestici relativi all'occorrenza del trauma"
(Kempe et al., 1962).
In seguito (1976) lo stesso Kempe abbandonò il termine "battered child" , OSSIa
"bambino battuto", per sostituirlo con "child abuse", ossia "abuso all'infanzia", in
quanto descrivente meglio gli aspetti del maltrattamento in tutta la loro estensione.
Due anni prima, nel 1974, un decreto statunitense definiva il maltrattamento infantile
come:
il danno fisico o mentale, l'abuso sessuale, il trattamento negligente o il maltrattamento
di un soggetto d'età inferiore ai 18 anni, o all'età specificata dalla normativa sulla
protezione dell'infanzia del paese in questione, da parte della persona responsabile per
il benessere del bambino, in circostanze tali da indicare che la salute o il benessere del
bambino sono compromessi o minacciati (Child Abuse Prevention and Treatment Act,
U. S. Senate, Jan. 31, 1974).
Si tratta di una delle due definizioni maggiormente riportate nella letteratura. L'altra è
quella fornita nel 1978 dal IV Colloquio Criminologico di Strasburgo del Consiglio
d'Europa che ha definito l'abuso come:
quell'insieme di atti e carenze che turbano gravemente il bambino attentando alla sua
integrità corporea e al suo sviluppo fisico, affettivo, intellettivo e morale, le cui
manifestazioni sono: la trascuratezza e/o lesioni di ordine fisico e/o psichico e/o
sessuale da parte di un familiare o di altri che hanno cura del bambino.
Degna di nota è anche l'ampia definizione a cui è ispirata la Convenzione dei diritti dei
minori, frutto del contributo di 43 paesi e di enti come l'UNICEF, l'OMS, l'UNESCO e
la Croce Rossa, approvata dall' Assemblea generale dell'ONU e ratificata anche
dall'Italia nel 1991. In essa si fa riferimento al
3
t
danno o abuso fisico o· mentale, trascuratezza o trattamento negligente, al
maltrattamento, alle diverse fOlme di sfruttamento e abuso sessuale intese come
induzione e coercizione di un/a bambino/a in attività sessuale illegale, lo sfruttamento
nella prostituzione o in altre pratiche sessuali illegali, lo sfruttamento in spettacoli e
materiali pornografici, torture o ad altre forme di trattamento o punizione crudeli,
inumane o degradanti, allo sfruttamento economico e al coinvolgimento in lavori
rischiosi.
Non bisogna trascurare, infine, che se nei paesi occidentali le definizioni si focalizzano
prevalentemente sulle forme di violenza intrafamiliare, in quelli in via dì sviluppo, dove
emergono rilevanti problematiche sociali e culturali, l'attenzione viene rivolta
soprattutto all'abuso extrafamiliare. A conferma di ciò l'ISPCAN (Intemational Society
for Prevention of Chi Id Abuse and Neglect) ha dedicato attenzione alle forme di
sfruttamento lavorativo, al traffico e alla vendita di minori, alla prostituzione infantile e
all'abuso istituzionale.
Obiettivamente, non è semplice definire un fenomeno che per sua natura presenta dei
confini molto sfumati, tuttavia i vari studiosi e ricercatori devono comunque riuscire a
concordare su una definizione generale e standardizzata. Proprio questa mancanza
costituisce, infatti, uno dei fattori che più ha contribuito e contribuisce a rallentare il
progresso scientifico in questo campo. Se oggi possediamo delle conoscenze
contraddittorie e frammentarie circa i vari aspetti del maltrattamento e le modalità di
prevenzione e di intervento, lo dobbiamo, soprattutto, proprio alla mancanza di una
definizione univoca, che non permette di mettere a confronto i dati ricavati da ricerche
diverse. Gli studiosi, come è emerso dall'analisi della letteratura, sono consapevoli di
questo problema e si presume quindi che stiano lavorando per ovviarlo.
4
t
danno o abuso fisico o· mentale, trascuratezza o trattamento negligente, al
maltrattamento, alle diverse fOlme di sfruttamento e abuso sessuale intese come
induzione e coercizione di un/a bambino/a in attività sessuale illegale, lo sfruttamento
nella prostituzione o in altre pratiche sessuali illegali, lo sfruttamento in spettacoli e
materiali pornografici, torture o ad altre forme di trattamento o punizione crudeli,
inumane o degradanti, allo sfruttamento economico e al coinvolgimento in lavori
rischiosi.
Non bisogna trascurare, infine, che se nei paesi occidentali le definizioni si focalizzano
prevalentemente sulle forme di violenza intrafamiliare, in quelli in via dì sviluppo, dove
emergono rilevanti problematiche sociali e culturali, l'attenzione viene rivolta
soprattutto all'abuso extrafamiliare. A conferma di ciò l'ISPCAN (Intemational Society
for Prevention of Chi Id Abuse and Neglect) ha dedicato attenzione alle forme di
sfruttamento lavorativo, al traffico e alla vendita di minori, alla prostituzione infantile e
all'abuso istituzionale.
Obiettivamente, non è semplice definire un fenomeno che per sua natura presenta dei
confini molto sfumati, tuttavia i vari studiosi e ricercatori devono comunque riuscire a
concordare su una definizione generale e standardizzata. Proprio questa mancanza
costituisce, infatti, uno dei fattori che più ha contribuito e contribuisce a rallentare il
progresso scientifico in questo campo. Se oggi possediamo delle conoscenze
contraddittorie e frammentarie circa i vari aspetti del maltrattamento e le modalità di
prevenzione e di intervento, lo dobbiamo, soprattutto, proprio alla mancanza di una
definizione univoca, che non permette di mettere a confronto i dati ricavati da ricerche
diverse. Gli studiosi, come è emerso dall'analisi della letteratura, sono consapevoli di
questo problema e si presume quindi che stiano lavorando per ovviarlo.
4
2. Classificazione degli abusi
E' possibile suddividere i maltrattamenti e gli abusi all'infanzia nelle seguenti
categorie:
li Maltrattamento fisico
li Maltrattamento psicologico
li Patologia della fornitura di cure
o Incuria
o Discuria
o Ipercura
III Sindrome di Miinchausen per procura
III Doctor shopping per procura
III Help seekers
III Abuso chimico
III Sindrome da indennizzo per procura
li Abusi sessuali
o Abusi sessuali intrafamiliari
III Manifesti
III Mascherati
III Pseudo-abusi
o Abusi sessuali extrafamiliari
o Sfruttamento sessuale
Questa classificazione è molto simile a quella fornita da Montecchi (1994), che è
considerata dagli esperti come la più completa ed esaustiva. Merito di quest'autore è di
aver sostituito la categoria "trascuratezza" con la più ampia "patologia della fornitura di
cure", in cui vengono comprese, oltre alla stessa trascuratezza ( o incuria), la discuria e
l'ipercura.
Queste categorie possiedono dei pro e dei contro. Da una parte (i pro) chiariscono
ulterionnente il concetto di abuso definendone gli aspetti e la loro estensione; sono utili
per la raccolta dei dati e le statistiche; come scrive Montecchi, "pennettono di
discriminare e riconoscere il fenomeno per poterlo prevenire e curare, nonché
promuovere e difendere la nuova cultura dell'infanzia".
Tuttavia, dall' altra (i contro) una così rigida classificazione trova poco o nullo riscontro
nella realtà, dove, solitamente, i maltrattamenti si presentano variamente interconnessi
in riferimento ad un singolo individuo. Come, infatti, scrive Di Blasio (2000),
"sappiamo che la violenza psicologica, nelle fonne di manipolazione affettiva,
imbroglio, confusione delle emozioni, è sempre presente nell' abuso sessuale, ma anche
nel maltrattamento fisico e nella trascuratezza [ ... ]. Spesso, inoltre, la trascuratezza si
associa al maltrattamento fisico, oppure evolve in fonne di violenza verbale o fisica.
[ ... ] Sappiamo anche che condizioni di trascuratezza sono frequentemente presenti nei
casi di abuso sessuale". Una tale categorizzazione non è utile quindi per differenziare
gli effetti a breve e a lungo tennine dei maltrattamenti, ma è esclusivamente finalizzata
all'elaborazione di un modello teorico di riferimento, il cui scopo principale va
individuato in esigenze esplicative ed espositive.
5
2. Classificazione degli abusi
E' possibile suddividere i maltrattamenti e gli abusi all'infanzia nelle seguenti
categorie:
li Maltrattamento fisico
li Maltrattamento psicologico
li Patologia della fornitura di cure
o Incuria
o Discuria
o Ipercura
III Sindrome di Miinchausen per procura
III Doctor shopping per procura
III Help seekers
III Abuso chimico
III Sindrome da indennizzo per procura
li Abusi sessuali
o Abusi sessuali intrafamiliari
III Manifesti
III Mascherati
III Pseudo-abusi
o Abusi sessuali extrafamiliari
o Sfruttamento sessuale
Questa classificazione è molto simile a quella fornita da Montecchi (1994), che è
considerata dagli esperti come la più completa ed esaustiva. Merito di quest'autore è di
aver sostituito la categoria "trascuratezza" con la più ampia "patologia della fornitura di
cure", in cui vengono comprese, oltre alla stessa trascuratezza ( o incuria), la discuria e
l'ipercura.
Queste categorie possiedono dei pro e dei contro. Da una parte (i pro) chiariscono
ulterionnente il concetto di abuso definendone gli aspetti e la loro estensione; sono utili
per la raccolta dei dati e le statistiche; come scrive Montecchi, "pennettono di
discriminare e riconoscere il fenomeno per poterlo prevenire e curare, nonché
promuovere e difendere la nuova cultura dell'infanzia".
Tuttavia, dall' altra (i contro) una così rigida classificazione trova poco o nullo riscontro
nella realtà, dove, solitamente, i maltrattamenti si presentano variamente interconnessi
in riferimento ad un singolo individuo. Come, infatti, scrive Di Blasio (2000),
"sappiamo che la violenza psicologica, nelle fonne di manipolazione affettiva,
imbroglio, confusione delle emozioni, è sempre presente nell' abuso sessuale, ma anche
nel maltrattamento fisico e nella trascuratezza [ ... ]. Spesso, inoltre, la trascuratezza si
associa al maltrattamento fisico, oppure evolve in fonne di violenza verbale o fisica.
[ ... ] Sappiamo anche che condizioni di trascuratezza sono frequentemente presenti nei
casi di abuso sessuale". Una tale categorizzazione non è utile quindi per differenziare
gli effetti a breve e a lungo tennine dei maltrattamenti, ma è esclusivamente finalizzata
all'elaborazione di un modello teorico di riferimento, il cui scopo principale va
individuato in esigenze esplicative ed espositive.
5