3
«Se mi accorgo che qualcuno mi guarda con odio, non reagisco. Mi limito a fissarlo
negli occhi, avendo cura di non trasmettergli alcuna sensazione d'ira o di pericolo.
E il combattimento, prima ancora di cominciare è già finito. Il nemico da battere è
dentro di noi. Le arti marziali non significano violenza, ma conoscenza di sè stessi.»
(Wang Wei, Maestro di Kung Fu e Tai Chi; 1996 )
4
Introduzione
Quali motivazioni possono spiegare la stesura di una tesi di laurea in Scienze e tecniche
psicologiche per l’analisi dei processi cognitivi normali e patologici dedicata al Tai Chi Chuan?
Forse il rispondere ad una passione e ad un interesse personale, coltivato in cinque anni di pratica di
questa arte, vissuta, mio malgrado, senza aver potuto approfondire conoscenze teoriche? Il desiderio
di cercare risposta agli effetti attribuiti all’ esercizio del Tai Chi su cambiamenti psicofisici
personali? Il voler verificare “sul campo”, per così dire, le mie conoscenze psicologiche, maturate
durante il mio percorso di studio? O la curiosità intellettuale di esplorare vite ed esperienze di artisti
marziali, alla ricerca di ragioni per l’interesse, oggi così diffuso, riscosso da questa antica arte
marziale? Probabilmente per tutti questi motivi ed altri che mi sfuggono. Ma soprattutto, o così per
lo meno mi sembra, per stimolare un’attenzione mancante ed un interesse attivo da parte della
psicologia cognitiva verso un patrimonio immateriale di saperi e pratiche del corpo e della mente,
attraverso un’analisi riflessiva di storie e testimonianze di artisti marziali, maestri e praticanti, che si
raccontano nel setting etnografico e, forse per la prima volta, si sentono fatti oggetto di ascolto da
parte della scienza psicologica e dall’ambiente accademico. Probabilmente non è estranea a questa
scelta anche il progetto (futuro, possibile) di promuovere un approfondimento dello studio degli
effetti del Tai Chi sulla riabilitazione psicofisica e sulla qualità della vita dei suoi praticanti, ovvero
la possibilità di applicare la pratica del Tai Chi ad un’utenza più ampia. Credo infine che questo
lavoro- senza nulla togliere o aggiungere alle diverse teorie psicologiche o filosofiche che sono alla
base delle culture e delle scienze orientali ed occidentali- possa promuovere, come tanti autori
fanno da anni, ad esempio F. Capra nel “ Tao della fisica”
1
, un incontro e un’ analisi delle
conoscenze, in questo caso di tipo pratico, che mostrano i diversi punti di vista da cui si può
osservare la stessa realtà.
La personalità umana ha delle basi comuni nelle persone di qualsiasi provenienza culturale e
geografica, ma è vero che la cultura in cui si è immersi può favorirne lo sviluppo armonico o il
condizionamento secondo interpretazioni locali, o svilupparne alcuni aspetti rispetto ad altri, in
nome di un adeguamento sociale inevitabile per una vita personale e relazionale adeguata al
contesto in cui ci si trova.
Ci sono “ mali ” che definiamo del nostro tempo, ma probabilmente li chiamiamo mali perché
questo “tempo” in cui si dispiegano non corrisponde al nostro ritmo temporale interiore, come
rilevano molti dei maestri di Tai Chi Chuan intervistati. Non riusciamo ad adeguarci ai ritmi che ci
vengono richiesti dalla società per essere efficienti e produttivi ma anche colti e sereni e in stato di
buona salute e di buon umore. Forse chiediamo troppo a noi stessi? Per questo probabilmente
tendono a fiorire intorno a noi nuove proposte di vita “ lenta” , che vogliono sensibilizzarci a vivere
con più attenzione alcuni momenti fondamentali per la nostra esistenza, ad esempio durante i pasti,
la deambulazione, l’ espressione corporea o verbale, il riposo.
In questo contesto di esigenze e di bisogni della società attuale si inserisce bene la pratica del Tai
Chi in quanto risponde alla nostra richiesta implicita di seguire i ritmi vitali interiori, di coltivare le
1
F. Capra, Tao della fisica, Adelphi, 1982.
5
attività che favoriscono uno stato di benessere, inteso come il perseguire di un buon livello di
soddisfacimento e di qualità della vita. E nel dispiegarsi secondo il nostro tempo interiore, questa
pratica apporta benefici al nostro corpo fisico, sciogliendo le articolazioni che sono in continuo,
lento, rilassato e mai forzato movimento; potenziando la muscolatura che viene messa in gioco in
maniera totale, sempre in modo dolce e mai con eccesso di tensione; coltivando l’ equilibrio, perché
necessita di attenzione al gesto e alla postura mentre ci si muove nello spazio. Che poi la scienza
medica occidentale spieghi tali benefici con il fatto che la ripetizione dell’ esercizio motorio
favorisca la lubrificazione delle articolazioni, la coltivazione dell’ attenzione e della coordinazione
spazio-temporale, e il potenziamento muscolare, e invece la medicina cinese lo faccia parlando di
meridiani energetici che nell’ esercizio della pratica vengono stimolati e quindi “ ripuliti”,
consentendo un superamento dei blocchi energetici spesso causa di disturbi di salute e favorendo un
libero flusso dell’ energia vitale interna, questo non cambia la realtà dei fatti: le persone che
praticano Tai Chi riferiscono di aver acquisito nel tempo dei benefici psicofisici. Per questo motivo
sono state sperimentate applicazioni della pratica del Tai Chi Chuan a livello riabilitativo, e la
documentazione di talune di queste sperimentazioni sono state raccolte per la stesura di questa tesi.
Nella mia esperienza personale ricordo che nel periodo in cui ho iniziato a praticare il Tai Chi
lamentavo diversi problemi di origine psicosomatica, ed inizialmente lo stesso praticare della
“forma”, la tipica sequenza di posizioni fluttuanti nello spazio del Tai Chi Chuan, ossia i movimenti
lenti ed armonici svolti con respirazione lenta e sincronizzata, mi rimaneva estremamente
complicato da eseguire.
Non era un caso. Molte tensioni muscolari e stati di malessere si rivelano spesso l’ effetto di
tensioni psichiche. Il Tai Chi Chuan, con l’ inevitabile “allineamento“ psicofisico, porta alla luce le
difficoltà psicomotorie e di rilassamento, ad esempio riguardanti una parte del corpo o la sua
totalità, la gestione del movimento o la difficoltà di mantenerlo lento e continuo, e agisce su tali
difficoltà senza forzature ma con il semplice procedere dell’ esercizio, che porta con sè una
graduale consapevolezza cognitiva del proprio stato psicofisico attuale e dei reali bisogni per
poterlo migliorare.
La motivazione che mi ha spinto al confronto con le esperienze di maestri e praticanti di Tai Chi
Chuan e mi ha permesso di coglierne i significati inter-soggettivi (cioè le loro e le mie
interpretazioni sull’esperienza del Tai Chi) attraverso un lavoro di ricerca e di tesi, mi è stata
suggerita dall’interesse e dalla sensibilità dell’insegnamento di antropologia culturale, che da tempo
ha promosso questo ambito di ricerca ed ha attivamente sostenuto e stimolato questo lavoro. Una
prima e provvisoria, pur se impegnativa, esperienze di ricerca etnografica ha prodotto la raccolta di
significative interviste di maestri e praticanti, solo in parte utilizzata per il presente lavoro.
L’impegno è cominciato, con grande passione, fin dalla scelta degli intervistati, e mi ha spinto a
mettermi in contatto con alcuni dei maestri più esperti nel panorama italiano ed internazionale e con
alcuni dei praticanti più “ anziani” per periodo di pratica. Ho pensato che avrebbero potuto
raccontarmi delle belle storie, ricche di esperienza, di vita vissuta, di riflessioni ed emozioni anche
profonde e condivise. Così è stato. Ascoltandoli ho scoperto un mondo, inesplorato o quasi dalla
scienza psicologica, eppure così rilevante per la vita psichica e per la qualità della vita e della salute
di molte persone, che è interessante conoscere sia a livello psico-culturale che di approfondimento
scientifico.
6
Le fonti orali utilizzate, attraverso i resoconti di vita, le storie e le esperienze di maestri e praticanti,
permettono l’accesso, da parte del pubblico e delle discipline scientifiche interessati, alla pratica
viva, concreta, “vicina all’esperienza” del Tai Chi. L’interpretazione etnografica di queste
narrazioni ha cercato di restituire a questo patrimonio culturale (“tesoro cinese” come lo definisce Il
Maestro Xu), anche se parzialmente, qualcosa del valore e della profondità delle sue complesse e
variegate sfaccettature, nell’ aspetto marziale , terapeutico, meditativo, riabilitativo, di filosofia di
vita e di tecnica di benessere psicofisico.
7
Capitolo 1
La diffusione del Tai Chi Chuan tra le pratiche
del corpo contemporanee
1.1 La scoperta ed il successo del Tai Chi Chuan. L’esempio di Roma
Il fenomeno della diffusione del Tai Chi Chuan in Italia sembra nascere da un momento generale di
riscoperta, da parte del mondo occidentale, di discipline, filosofie, fonti di medicina alternativa, che
attingono al panorama culturale orientale.
Fruisce di questa pratica, che nasce come pratica marziale, un target di persone piuttosto vario, la
maggior parte delle quali riferisce di aver ottenuto benefici di tipo psicofisico dal suo esercizio
costante, ossia dal lavoro posturale, respiratorio e motorio, lento ed armonico, che caratterizza la
sequenza di movimenti prestabiliti chiamata“forma”, ossia la tipica espressione corporea della
disciplina.
Esistono vari stili di Tai Chi Chuan, che pur mantenendo apparentemente lo stesso andamento, per
alcuni sottolineano di più l’aspetto marziale, mentre per altri risaltano la lentezza e la circolarità dei
movimenti.
C’è un giorno particolare , in primavera, in cui tutti gli stili di Tai Chi Chuan si uniscono nel
mostrare le proprie“forme”e nell’offrire la possibilità di essere conosciuti e sperimentati da un
pubblico eterogeneo per età, sesso, cultura e luogo di appartenenza. In questo giorno speciale si
celebra l’anniversario della nascita di Zhang San Feng, considerato il fondatore della disciplina.
L’evento coinvolge tutti i continenti ed inizia con lo svolgimento di dimostrazioni dalle 10 di
mattina in Nuova Zelanda per poi diffondersi in Oceania, Asia, Europa, Nord America e Sud
America. In tutte queste regioni i partecipanti assistono, praticano e festeggiano in diverse centinaia
di città, terminando con gli ultimi eventi nei fusi orari delle Hawaii quasi un intero giorno dopo.
Nella stampa nazionale dei vari paesi compaiono vari articoli che ne raccontano gli avvenimenti,
assieme alle informazioni utili nel caso si desiderasse fruire della pratica durante il resto dell’ anno.
Anche a Roma lo scorso 25 Aprile è stata celebrata la Giornata Mondiale del Tai Chi e del Qi Gong
(un'altra pratica orientale improntata sulla respirazione e il flusso di energia interna). Dal 1999
questa ricorrenza si svolge ogni ultimo sabato di Aprile in più di 60 nazioni. La missione principale
di questo sforzo multi nazionale viene definita da Wikipedia (l’enciclopedia libera presente in
internet), quella di diffondere e far conoscere la disciplina ed anche la ricerca medica legata alla
medicina tradizionale cinese che ne è alla base, di promuoverla nel mondo degli affari,
dell’educazione, della riabilitazione, quello penale e in quello delle dipendenza da droghe , di
indirizzare gli interessati agli insegnanti delle loro città e di offrire una visione globale di
cooperazione internazionale per scopi salutari e benefici al di là dei confini geopolitici, e stimolare
le persone in tutto il mondo alla conoscenza della saggezza delle diverse culture mondiali.
La Giornata Mondiale del Tai Chi e del Qi Gong è riconosciuta dalla Organizzazione mondiale
della sanità delle Nazioni unite (UNWHO) per la partecipazione al'iniziativa "Move for Health" ed
è organizzata da Società e Associazioni sportive dedite a questa pratica.
8
L’evento primaverile richiama e coinvolge un crescente numero di appassionati, praticanti,
simpatizzanti ed atleti di questa arte marziale misteriosa e affascinante. Fra gli avvenimenti sono
incluse esibizioni e lezioni gratuite nella maggior parte delle città partecipanti.
Si definiscono e si illustrano, negli articoli che propone la stampa ed il web sull’evento, i benefici
della pratica del Tai Chi Chuan, la loro influenza positiva per la salute e per il raggiungimento di
stati di benessere psicofisico; si attribuisce ad essi anche una funzione di recupero individuale e
sociale nei casi di problemi della condotta e di dipendenza da droghe; e si arriva ad attribuire a tale
pratica una funzione di interculturalità e di promozione di un interscambio di conoscenza a livello
mondiale.
Gli elementi di tipo terapeutico che vengono attribuiti a queste pratiche marziali orientali tendono a
trovare giustificazione nelle conoscenze mediche tradizionali cinesi che sembrano essere alla base
della loro struttura , sia teorica che pratica.
L’ articolo “L' arte marziale dello spirito” pubblicato da Repubblica il 25 aprile 2004 a pagina 30 in
sezione cronaca , parlando del Tai Chi Day, definisce il Tai Chi Chuan “ antichissima arte marziale,
una tecnica di lunga vita e una forma di meditazione in movimento.(…) è come se un' immensa
onda di energia positiva si fosse propagata attraverso il pianeta, dal Brasile alla Svezia, dal
Camerun al Tibet, dalla Romania al Canada, dal Cile alla Cina. Con raduni, incontri, dimostrazioni
collettive in parchi, prati, giardini coordinati fra loro via internet (www. worldtaichiday. org). Sono,
si stima, ben ottanta milioni le persone che oggi praticano il Tai Chi in 140 paesi diversi.”
Dice inoltre che: “Nel Tai Chi Chuan, che vuol dire boxe della suprema polarità, ogni posizione ha
il suo antico e suggestivo nome orientale: il candido airone stende le ali, la ragazza di giada lavora
al telaio, il serpente bianco mostra la lingua. O anche: pescare l' ago in fondo al mare, accarezzare la
criniera del cavallo, portare la tigre in montagna. Questa disciplina si è consolidata e ha messo
radici stabili in molti paesi occidentali fra cui l' Italia, abbraccia e condiziona tutta la vita nel volere
unificare corpo e mente, è una vera pratica di crescita interiore.. non è solo un elisir di salute, una
ginnastica riequilibrante, un antistress, ma anche uno strumento per gestire i rapporti umani, e
ancora di più i rapporti di lavoro. Un insegnante di quest' arte marziale, Leonardo Castelli,
ispirandosi ad analoghe iniziative già sperimentate negli Stati Uniti e in Svizzera, ha creato in
provincia di Grosseto dei "pacchetti di formazione aziendale". Il progetto, messo a punto con una
psicologa del lavoro, è riservato a manager, imprenditori, venditori, responsabili di risorse umane
cui sarà insegnato, attraverso il Tai Chi, a mettere a frutto in azienda, armonizzando mente e corpo,
l' energia vitale (Chi) che scorre in tutti gli esseri viventi. Del resto negli Stati Uniti il Tai Chi è
stato adottato anche dall' Esercito in un ospedale militare, il Walter Reed Army Hospital di
Bethesda, nel Maryland.”
Il fatto di tendere all’ unificazione di corpo e mente e ad una progressiva crescita interiore sembra,
secondo questo articolo, predisporre anche ad una migliore capacità di intraprendere e gestire le
relazioni interpersonali, di improntare rapporti di lavoro più soddisfacenti e, di conseguenza, più
produttivi. Probabilmente perchè da una base di serena chiarezza interiore, è più facile raggiungere
uno stato in cui le emozioni sono in accordo con le motivazioni razionali che inducono ad esse. E
nello stesso tempo il pensiero razionale sa riconoscere e spiegare, in un contesto di accettazione di
sé, le emozioni che scaturiscono dal vissuto interiore delle vicende della vita. Anche il corpo può
muoversi, in conseguenza di tale armonia, producendo azioni coerenti sia emotivamente che
razionalmente, e in questo modo appare più facile chiarire con se stessi i propri intenti e
comunicarli ad altri, riuscendo a farlo con maggiore chiarezza e serenità. Ciò può essere un buon
presupposto per intraprendere relazioni interpersonali di vario tipo basate su una spontanea
9
espressione di sé e liberate da impedimenti sovrastrutturali e difese personali, che spesso
ostacolano, rendono aggressive, o limitano, le interazioni tra le persone.
In un altro articolo della Repubblica: “ Il benessere dal Tai Chi” pubblicato il 22 aprile 2008 pagina
1 sezione: Roma , il Tai Chi Day viene definito “ Un solo respiro una sola energia .., un' immensa
onda risanatrice che regalerà calma e benessere al mondo", con esibizioni di gruppo, lezioni
gratuite, dimostrazioni della “forma” a mani nude e con la spada che si terranno anche a Roma, a
Villa Celimontana, a Casalpalocco, a Piazza Vittorio. Nello stesso articolo si dice che “ Secondo
uno studio pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Science, bastano cinque giorni di
meditazioni ed esercizi per abbassare lo stress, rinforzare le difese immunitarie e combattere la
depressione. E altre ricerche dimostrano che questa disciplina, considerata un' antica tecnica di
longevità, abbassa il livello di zucchero nel sangue, placa l' ansia, guarisce l' insonnia. Certo è che il
numero di persone che hanno scelto il Tai Chi continua a lievitare. Una «tecnica di risveglio
interiore e di protezione psico-fisica», oltre che «una ginnastica terapeutica, un metodo di difesa
personale e una forma di meditazione in movimento»,così lo definisce Adalberto Maviglia, uno dei
primi maestri di Tai Chi ad aprire un corso a Roma, oltre vent' anni fa.”
Grande enfasi quindi per l’effetto terapeutico della disciplina del Tai chi, che sembra promettere
risultati sensazionali nel raggiungimento di uno stato di benessere con un tempo di pratica anche
piuttosto breve. Ed anche in questo articolo si evidenzia l’ ondata benefica di calma e benessere che
si propaga nel mondo con il propagarsi degli incontri di pratica collettivi.
La pratica del Tai Chi viene definita nell’ articolo una pratica di risveglio interiore e di protezione
psicofisica. Risveglio interiore forse inteso come risveglio del proprio vero sé, con il
riconoscimento e l’accettazione dei propri reali desideri e pensieri, con l’abbandono delle
sovrastrutture costituite dalle voci parentali, dei condizionamenti dell’educazione ambientale
ricevuta; una scoperta di sé stessi vissuta come una rinascita, un risveglio dallo stato limbico dato
da una sorta di indifferenziazione psichico-sociale. E protezione psicofisica forse perché questo
stato di benessere con sé stessi, e di serena espressione di sé, può essere fonte di sicurezza interiore
e garanzia che permette di non entrare in meccanismi di condizionamento, scatenanti situazioni
conflittuali, e di restare chiari con sé stessi e con gli altri. Ciò potrebbe essere una naturale difesa e
protezione anche da meccanismi di tipo psicosomatico. Inoltre la pratica del Tai Chi è basata su un
attività fisica che permette al corpo , senza compiere alcuno sforzo eccessivo, di mantenersi in
allenamento costante sia muscolare e articolare che respiratorio.
Un aspetto che colpisce particolarmente rispetto all’ avvenimento del Tai Chi Day è l’ iniziativa dei
promotori di favorire la genesi di un movimento capace di attrarre l’attenzione e l’ azione degli
individui di tutto il mondo nello stesso momento, cosa di per sé piuttosto complessa, che solo eventi
politici o religiosi importanti in genere riescono a realizzare; per poi convogliare tali interventi
personali in una sorta di “preghiera-meditazione in movimento” collettiva, da rivolgere all’ interno
di se stessi nell’ esercizio della pratica, ed esplicare contemporaneamente all’esterno, verso l’
umanità, permettendo e favorendo che la calma e la tranquillità sopraggiunte praticando si
propaghino, nel raggiungimento di uno stato di benessere personale e collettivo, a livello mondiale.
I vari articoli definiscono il Tai Chi come una tecnica favorevole per la risoluzione di varie
problematiche, sia fisiche che psicologiche, dalla promozione della longevità a quella della
sicurezza personale nella difesa, dall’effetto antistress alla capacità di placare l’ansia o l’insonnia,
dalla promozione dell’ unificazione e armonizzazione mente-corpo a quella della gestione dei
rapporti umani e di lavoro, il tutto attraverso la pratica della sequenza lenta ed armonica di
movimenti e posizioni della “forma”.