2
A tal proposito si è ritenuto opportuno analizzare quelle che
sono le variabili organizzative e considerare la struttura organizzativa
aziendale, al fine di poter meglio comprendere la crescita evolutiva ed
organizzativa. L’applicazione di questi concetti ad un caso reale
permetterà di evidenziare la criticità del processo di sviluppo.
Si è inteso, quindi, ricorrere all’analisi organizzativa e gestionale
di una società specializzata nella produzione di materassi dal 1989
quale la “FLOCK SPA”, che ha conosciuto notevoli cambiamenti
organizzativi in relazione alla crescita dei fatturati e della dimensione
aziendale. Lo studio si è strutturato dapprima considerando il quadro
di riferimento in cui la Flock opera ed in seconda analisi
approfondendo lo studio di quella che è la sua struttura organizzativa.
Inoltre, attraverso l’analisi del bilancio d’esercizio si sono ricavate le
caratteristiche economico-finanziarie dell’azienda in esame. Si è
posta, inoltre, particolare attenzione all’analisi dei principali indici di
bilancio.
In un’ottica di continuo mutamento sia interno che esterno
all’azienda, è parso opportuno presentare, in maniera più
approfondita, il settore del mobile imbottito dato che, nell’ultimo
quinquennio, il distretto industriale murgiano si è affermato come il
3
distretto di punta dell’intero mezzogiorno e, al tempo stesso, uno dei
sistemi economico-produttivi più interessanti e di maggior successo
nella scena internazionale. Al fine di rilevare le dinamiche di crescita
dell’azienda in esame, si è ritenuto valido focalizzare l’attenzione sui
suoi fattori chiave di successo e sui fattori strategici che hanno
consentito alla Flock di svilupparsi.
Lo studio condotto ha lo scopo di illustrare l’andamento
organizzativo di un’azienda che, oltre a un buon sviluppo, presenta
ottime prospettive future. Infatti la scoperta dei mercati internazionali
genera in modo diretto ed indiretto ricadute positive sull’intero tessuto
imprenditoriale murgiano. Nonostante ciò, è giusto considerare che il
settore del mobile imbottito vive un periodo di crisi; le imprese,
pertanto, arrivano a formulare richieste in un certo senso
contraddittorie: da un lato i segnali di crisi determinano l’esigenza di
imbastire un processo che porti a convinzioni e decisioni condivise
collettivamente, discusse intorno ad un “tavolo” di rappresentanza di
tutte le forze coinvolte, dall’altro l’esigenza, altrettanto sentita, di non
sovraccaricare i luoghi della progettualità collettiva, avendo piena
coscienza della loro fragilità di fronte a decisioni ed azioni individuali
che sfuggono ad ogni previsione.
CAPITOLO 1
L’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
5
1 - L’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Brusa definisce l’organizzazione d’impresa quale “l’insieme di
criteri decisionali e di specializzazione del lavoro tra le persone che ne
fanno parte, nonché le modalità di coordinamento delle loro attività al
fine di raggiungere gli obiettivi aziendali preposti”.
In tale direzione si può evincere come la stessa possa essere
definita come sistema di forze riconducibili all’elemento personale, ai
mezzi ed alla componente organizzativa. Tale sistema, in condizioni
fisiologiche, deve tendere al raggiungimento di finalità ed obiettivi
preordinati. Volendo porre maggiore attenzione in questa sede alla
componente organizzativa, essa assume maggior rilievo per quanto
riguarda:
- la definizione delle attività da svolgere, classificandole in base ad
una pluralità di parametri;
- la ripartizione dei compiti all’interno delle varie unità organizzative;
- l’attribuzione delle responsabilità e l’autorità alle unità
organizzative, stabilendo le relazioni necessarie per favorire il
coordinamento delle attività. I problemi organizzativi sono posti sia
nel momento in cui si crea l’azienda, sia durante lo svolgersi della vita
6
aziendale adeguando la struttura originaria alla dinamica in cui opera
l’impresa
1
.
Si può ben capire come il grado di adeguatezza dell’assetto
organizzativo abbia immediati riflessi sul livello di efficienza ed
efficacia che esprime un’azienda e che le scelte organizzative
condizionano i rendimenti delle risorse impiegate nell’azienda,
influenzando spesso in modo decisivo, il raggiungimento, il
mantenimento ed il miglioramento dell’equilibrio economico e
finanziario, ma anche il consolidamento di un rapporto di fiducia e di
cooperazione con la componente personale
2
.
Questo aspetto dell’organizzazione, orientato ad analizzare le
modalità più convenienti per valorizzare le potenzialità individuali,
assume una crescente rilevanza, considerando la maggiore complessità
degli attuali processi produttivi, basati sempre più sulle conoscenze,
sul sapere tecnologico incorporato nei prodotti o nei servizi. Il
vantaggio competitivo, allora nasce anche dalla capacità di creare un
clima organizzativo favorevole e coerente con le risorse umane
disponibili
3
.
1
F.Venturelli – Aspetti strutturali e di gestione di un’azienda di servizi:la Fiera, Cacucci ed.1983,
pag. 51
2
C.Turati – L’organizzaione semplice, Egea 1998, par. 1.2
3
Di Cagno– Adamo–Giaccari -Lezioni di Economia Aziendale, Cacucci 2003, pagg.163-164
7
1.1 – LE VARIABILI ORGANIZZATIVE
Le variabili organizzative constano di una pluralità di elementi,
così classificati:
a) struttura organizzativa;
b) meccanismi operativi;
c) stile direzionale.
La struttura è il primo e fondamentale elemento dell’organizzazione
aziendale, e riguarda:
ξ gli organi tra cui è suddiviso il lavoro (uffici, reparti, dipartimenti,
divisioni, ecc.);
ξ le funzioni (direttive, esecutive, consultive, ecc.) assegnate agli
organi;
ξ le relazioni (gerarchiche, funzionali, ecc.) tra gli organi che
compongono la struttura.
I meccanismi operativi si propongono di chiarire meglio ai
membri dell’organizzazione ciò che è loro richiesto, qual è la funzione
del loro lavoro ai fini del raggiungimento degli scopi che
l’organizzazione si prefigge, e, quando necessario, incoraggiarli a
migliorare la collaborazione.
8
I principali meccanismi operativi sono:
¾ il sistema di controllo di gestione;
¾ il sistema informativo;
¾ il sistema di gestione del personale.
Infine, può essere annoverato tra le variabili organizzative anche
lo stile di direzione o di leadership che l’azienda attende dai suoi
dirigenti e capi.
9
1.2 – LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
“La struttura organizzativa di un’azienda può essere definita
come la configurazione unitaria e coordinata degli organi aziendali e
degli insiemi di compiti e di responsabilità loro assegnati”
4
.
Essa assume le più diverse configurazioni, in relazione alla
dimensione aziendale, alla natura dell’attività svolta, all’ampiezza
della gamma di prodotti o servizi realizzati e all’ampiezza dei mercati
di sbocco. Tutto ciò viene formalizzato utilizzando strumenti che
diventano sempre più complessi in considerazione della complessità
dell’oggetto che si intende rappresentare.
La struttura aziendale può assumere varie configurazioni; è
perciò necessario che venga formalizzato, ovvero che si attui un
processo mediante il quale i criteri di divisione e coordinamento del
lavoro vengano esplicitati in forma scritta e portati a conoscenza dei
soggetti che operano all’interno dell’organizzazione, al fine di ridurre
la variabilità dei comportamenti.
4
Airoldi-Brunetti-Coda – Economia aziendale, il Mulino 1994, pag. 464
10
Il più importante strumento impiegato dalle aziende per
rappresentare la propria struttura organizzativa è l’organigramma;
mediante questo grafico emergono:
ξ le relazioni tra i vari organi;
ξ lo sviluppo verticale, ossia il numero dei livelli che formano la
struttura, lungo la scala gerarchica;
ξ lo sviluppo orizzontale, ossia l’ampiezza del controllo del
manager che guida una certa unità organizzativa.
Gli organigrammi non danno sufficienti indicazioni sui compiti
svolti da ciascun organo circa la distribuzione del lavoro, né su come
sono ripartiti i poteri decisionali tra i vari livelli della scala gerarchica
e quelle che sono le loro relazioni.
Esso dunque non viene utilizzato per esplicitare in modo
compiuto le mansioni, i compiti corrispondenti alle diverse posizioni,
né le modalità previste per l’esecuzione delle attività. Intervengono a
tale scopo i mansionari, documenti dettagliati con i quali sono
descritte le mansioni o i compiti attribuiti, le procedure ed i
regolamenti che stabiliscono la sequenza di svolgimento delle
operazioni, le procedure da attuare, i comportamenti da seguire e le
11
relazioni tra gli organi. Consistono, quindi, in una descrizione più o
meno particolareggiata dei compiti assegnati ai vari organi
5
.
Pertanto, essi rivestono un estremo interesse per tutti i
protagonisti della vita aziendale: per chi si trova al vertice della
piramide, in quanto può rendersi conto della bontà o meno delle
impostazioni date; per chi non lo è, poiché è messo nella condizione di
conoscere le direttive vigenti e i rispettivi campi di azione. Sotto
questo punto di vista, i mansionari costituiscono un valido strumento
per la programmazione e lo sviluppo del sistema organizzativo: infatti,
se da un lato permettono una più razionale identificazione e
ripartizione dei compiti, dall’altro possono mostrare, in prospettiva,
l’andamento evolutivo che dovrà caratterizzare la dinamica in
discorso.
5
L. Brusa, strutture organizzative d’impresa., pagg. 54-55
12
1.3– MODELLI DI STRUTTURE ORGANIZZATIVE
Esistono diversi tipi di strutture organizzative, in ognuna delle
quali i suddetti criteri trovano larga applicazione
6
.
Il primo modello proposto è la struttura elementare tipica delle
piccole aziende, in cui tutte le attività fanno riferimento
all’imprenditore, coadiuvato da dipendenti con posizioni intermedie
ma con scarsa autonomia, in quanto prevale uno stretto rapporto
gerarchico. Il vantaggio della struttura elementare risiede nella
possibilità di formare rapporti diretti tra l’imprenditore ed i
dipendenti, per cui i costi di coordinamento sono ridotti
7
.
Una fra le strutture che più delle altre riveste notevole
importanza è quella funzionale, nella quale dal vertice aziendale
dipendono direttamente le funzioni più importanti e successivamente
da queste le varie unità operative pertinenti alla funzione stessa.
Quindi generalmente si hanno tre livelli:
- la direzione generale, che è il vertice aziendale;
- le funzioni, con i loro organi di rappresentanza;
- le unità operative, che svolgono materialmente gli ordini.
6
A. Bandettini. opera cit. pagg. 79-80
7
Di Cagno-Adamo-Giaccari , opera cit., pag.171
13
La crescita della dimensione aziendale originata
dall’ampliamento della gamma dei prodotti o dei servizi offerti,
dall’introduzione di nuove tecnologie o dall’inserimento in nuovi
mercati, spinge all’adozione di una struttura organizzativa coerente
con la pluralità di scenari nei quali l’azienda agisce. Le aziende che
diversificano la produzione o che operano simultaneamente su più
mercati, infatti, entrano in relazione con ambienti competitivi
caratterizzati da condizioni e opportunità specifiche
8
.
8
Di Cagno-Adamo-Giaccari, opera cit., pag. 172
DIREZIONE
GENERALE
RICERCA &
SVILUPPO
PRODUZIONE
MARKETING
14
Un modello organizzativo che si assume in queste situazioni può
essere quello a “line and staff”, elaborato dal Fayol con l’intento di
ovviare gli inconvenienti palesati dal sistema gerarchico e da quello
funzionale. La caratteristica principale di questa struttura consiste
nell’affiancare ad un dirigente (organo di “line”), per lo svolgimento
delle sue mansioni, un corpo di assistenti e specialisti (organo di
“staff”), incaricati di formulare suggerimenti, proposte e
raccomandazioni nell’ambito di determinati settori di attività.
Graficamente il modello “line and staff” è così raffigurato:
DIREZIONE
GENERALE
RICERCA &
SVILUPPO
PRODUZIONE
MARKETING
CONSULENTI
ESTERNI
15
L’organizzazione a “line and staff” concorre ad attenuare
l’eccessivo peso attribuito dal modello funzionale al lavoro esecutivo
e pertanto rappresenterebbe una rivalutazione dell’attività intellettuale
e del sistema delle decisioni. Del resto, tramite essa si vuole anche
ovviare al principale difetto della struttura gerarchica, vale a dire
superare i limiti che la natura stessa pone alle capacità intellettive e
operative dell’uomo.
Il modello organizzativo “line and staff” si rivela valido soltanto
se viene realizzato con un certo equilibrio specialmente per quanto
concerne i rapporti tra organi di “line” e di “staff”
9
.
Un perfezionamento del modello “line and staff” è rappresentato
dal modello multidivisionale, generalmente così raffigurato
(supponiamo tre prodotti realizzati e tre funzioni principali):
9
A. Bandettini, opera cit., pagg. 93 e ss.