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trattato di Maastricht ha inoltre introdotto il concetto delle reti trans europee,
permettendo di sviluppare uno schema di riferimento delle infrastrutture di trasporto a
livello europeo oggetto di finanziamenti comunitari.
È stato così pubblicato, il primo Libro bianco della Commissione dal titolo
"Lo sviluppo futuro della politica comune dei trasporti ." Concetto chiave
del documento in parole è l'apertura del mercato dei trasporti.
In una decina d'anni, con la sola eccezione del settore ferroviario, tale
obiettivo è stato praticamente raggiunto.
Nonostante l'apertura del mercato dei trasporti e della logistica abbia nel
corso dell'ultimo decennio registrato notevoli successi, non va dimenticato
che la realtà del mercato interno rende difficile accettare distorsioni di
concorrenza, dovute alla mancanza di armonizzazione in campo fiscale e
sociale.
La politica comune dei trasporti non si è purtroppo sviluppata in modo
armonioso ed il sistema dei trasporti europeo si trova oggi a dover far
fronte ad una serie di gravi difficoltà. Sarebbe necessario mettere ordine tra
una crescita squilibrata dei diversi modi di trasporto, congestione di
determinati grandi assi stradali e ferroviarie, dei centri città e degli
aeroporti ;problemi ambientali e ripercussioni sulla salute dei cittadini.
Infine sarebbe necessario che nel decisore politico cessi un contrasto
infinito che porta a una continua negazione di uno strumento di
pianificazione unico ed efficace nel suo genere.
Il presente documento è svolto con l’obiettivo di evidenziare quanta importanza
hanno i trasporti nello sviluppo economico e sociale e quali siano le attuali strategie
per rendere più efficienti le reti di trasporto, al fine di fare fronte alle crescenti
3
esigenze di mobilità nazionale, con particolare riguardo al caso dell’ Italia (la
quale beneficia di una posizione geografica di rinnovata importanza strategica, per
cui prioritarie appaiono le politiche sul trasporto e sulla mobilità a scala
sovranazionale verso modalità di trasporto che privilegino le vie aerea e marittima).
Il lavoro è strutturato in una prima parte nella quale, dopo una breve introduzione
sulla storia dei trasporti e della logistica italiana, si mettono in evidenza i Piani
attuati dagli anni 80 fino ai nostri giorni; con particolare riferimento al fallimento
dello Stato. Nella seconda parte si evidenziano tutte quelle basi riutilizzabili per il
recupero dei migliori contenuti delle precedenti esperienze di pianificazione, con
l’auspicio di affermare anche in Italia, attraverso scelte coerenti, una cultura e
coscienza logistica e per allineare l’Italia, definita naturale piattaforma logistica, agli
altri paesi europei ed extra1.
Nel primo capitolo si effettua un breve cenno alla storia della pianificazione della
logistica e dei trasporti in Italia; con riferimento in particolare dagli anni ’80 ad oggi.
Nel secondo capitolo si effettua un’analisi sulla base per il recupero dei migliori
contenuti delle precedenti pianificazioni e ciò che si potrebbe utilizzare sulla visione
europea.
Quindi si evidenziano gli indirizzi di pianificazione recuperabili e ci si focalizza sui
corridoi transeuropei (reti TEN Transport network).
Una breve conclusione è dedicata, infine, alle possibili prospettive di pianificazione
in Italia.
1
Forte Ennio “Trasporti logistica Economia” Cedam 2008 XVII Introduzione
4
Capitolo I
Storia della pianificazione della logistica e dei trasporti Italiana
Il termine "logistica" deriva dal greco lógos2 che significa parola o ordine, per i greci
infatti i due concetti erano strettamente collegati ed espressi con lo
stesso grafema ovvero segno grafico. Da lógos deriva anche logica cioè lo studio
delle argomentazioni ed il modo in cui risultano corrette, tale termine come si vede, si
rifà allo stesso concetto di ordine.
Le origini della logistica si trovano già nell'antichità ed hanno una connotazione
prettamente militare. Essa infatti veniva considerata una branca dell'arte militare che
trattava tutte quelle attività volte ad assicurare agli eserciti quanto si rendesse
necessario per vivere, muovere e combattere nelle migliori condizioni di efficienza.
Solo nel dopoguerra il concetto comincia ad essere ampliato e viene esteso anche al
settore economico ed industriale. Oltre alla accezione militare, che resta tuttavia
valida ancora oggi, la Society of Logistics Engineers (Sole) ha formulato una
classificazione in grado di fornire un quadro chiaro ed esauriente delle aree specifiche
normalmente individuate sotto la comune dizione di Logistica:
a)La Logistica industriale (o Business logistics), che in un'azienda industriale ha
come obiettivo la gestione fisica, informativa ed organizzativa del flusso dei prodotti
dalle fonti di approvvigionamento ai clienti finali;
b)La Logistica dei grandi volumi (o Bulk logistics), che riguarda la gestione e la
movimentazione di grandi quantità di materiali sfusi, generalmente materie prime
(quali petrolio, carbone, cereali, ecc.);
2
http://www.wikipedia.it
5
c)La Logistica di progetto (o Project logistics), che riguarda la gestione ed il
coordinamento delle operazioni di progettazione e realizzazione dei sistemi complessi
(quali grandi opere e infrastrutture, centrali elettriche, ecc.)
d)La Logistica di supporto (o RAM logistics), che riguarda la gestione di prodotti ad
alta tecnologia (linee aeree con aerei ed elicotteri o altri sistemi complessi) per i quali
siano essenziali affidabilità, disponibilità e manutenibilità.
e)la Logistica di ritorno o Logistica inversa, che è il processo di pianificazione,
implementazione e controllo dell’efficienza delle materie prime, dei semilavorati, dei
prodotti finiti e dei correlati flussi informativi dal punto di recupero (o consumo), al
punto di origine, con lo scopo di riguadagnare valore da prodotti che hanno esaurito il
loro ciclo di vita,
f) la Logistica Economica, che si occupa in primis della mobilità; ma un concetto
fondamentale è la cosiddetta trasversalità, cioè lo studio della fattibilità economico-
sociale di itinerari alternativi che in genere sostituiscono al tutto -strada una sequenza
multimodale/intermodale di trasporto.3
Secondo la definizione data dall'Associazione Italiana di Logistica4 (AILOG), essa è
"l'insieme delle attività organizzative, gestionali e strategiche che governano
nell'azienda i flussi di materiali e delle relative informazioni dalle origini presso i
fornitori fino alla consegna dei prodotti finiti ai clienti e al servizio post-vendita".
La rete dei trasporti in Italia comprende le seguenti infrastrutture: 156 porti, una rete
ferroviaria di 19.472 km, una rete stradale di 837.493 km, una rete autostradale di
6.532 km e 98 aeroporti. Gli ultimi5 due secoli hanno visto profondi cambiamenti nel
modo di viaggiare: nella prima metà dell'Ottocento il treno e il battello a vapore
3
Italia Mondo “Riflessioni sui fondamenti della logistica economica” Logistica e intermodalità
4
http://www.dellitrasporti.it/logistica/storia-della-logistica
5
Maggi Stefano “Storia dei trasporti in Italia” Il Mulino, 2009 pag. 10
6
inauguravano l'applicazione dell'energia meccanica ai mezzi in movimento,
consentendo di vincere le incertezze atmosferiche e garantendo così la sicurezza e la
regolarità del viaggio; con il Novecento veniva poi esaltata la velocità, grazie
all'aereo e alla "vettura automobile". Simbolo della libertà di spostarsi, l'auto sarebbe
diventata anche il più vistoso prodotto di consumo, imprimendo un segno indelebile
sulla società, sugli stili di vita e sulla cultura del nostro paese.
Gli ultimi sviluppi, relativi all'alta velocità e all'evoluzione dei trasporti italiani, sono
stati possibili grazie alla costruzione di politiche condotte dai governi e dallo
sviluppo di tecnologie sofisticate e know-how. Sviluppo dei singoli mezzi, delle
ferrovie, dell'auto, della navigazione, dell'aeronautica civile, e della "mobilità" nella
modernizzazione dell'Italia contemporanea.I livelli di pianificazione dei trasporti6
urbani sono diversi. Il livello più basso si attiva attraverso il Piano Urbano della
Mobilità che fissa obiettivi e strumenti per la soluzione di problemi di scala urbana e
metropolitana.
A livello locale vi è anche il Piano del Traffico e della Circolazione, unitamente al
piano parcheggi, purtroppo allo stato poco attuato. Il piano del traffico si occupa
dell’organizzazione della circolazione dei mezzi nelle reti e di tutto ciò che fa parte
del coordinamento dei flussi (come i semafori sincronizzati).
Il Piano Urbano della Mobilità invece si occupa del lungo periodo e degli interventi
infrastrutturali in materia de trasporti. I due piani devono essere in ogni caso coerenti
fra loro in un’ottica urbana e metropolitana. Esso in genere deve contenere un piano
delle reti,uno delle linee pesanti,uno delle linee leggere e uno dei parcheggi. Ad un
livello più elevato si pone il Piano di Bacino7. I bacini sono una serie di ambiti con
“omogeneità territoriale” nei quali è suddiviso il territorio regionale; ognuno di essi, a
volte, corrisponde pressappoco al territorio provinciale. Ogni bacino avrà una propria
6
Forte Ennio “Trasporti Logistica Economia” Cedam 2008 pag. 206
7
Forte Ennio “Trasporti Logistica Economia” Cedam 2008 pag. 207
7
peculiarità; inoltre appronta servizi di trasporto specifici: trasporto scolastico
pendolare ecc.
Il terzo livello è dato dal Piano Regionale dei Trasporti8 ( strumento con il quale
l’Amministrazione regionale mira a realizzare l'integrazione fra i sistemi di trasporto
su sede fissa compreso quello ferroviario, su gomma, aerei e lacuali,
nonché delle relative infrastrutture).
L’ente regione ha avuto dallo Stato poteri di delega in materia di trasporti, e quindi
assegna contributi e gestisce i fondi dello stato,a livello locale. Il Piano deve
necessariamente trarre spunto dalle esigenze organizzative del territorio e della
mobilità regionale e orientarsi verso un sistema dei trasporti coordinato, nonché
armonizzato con i principi e le scelte del Piano Urbanistico Territoriale e degli atti di
programmazione della Regione.
A livello ancora più elevato si trova il Piano Nazionale9 dei trasporti, strumento
nazionale di politica dei trasporti e della logistica. Questo piano, tra l’altro, prevede
investimenti e quindi obiettivi e strumenti della pianificazione.
8
Legge regionale 37/98 e succ. modificazioni ed integrazioni
9
Forte Ennio “Trasporti Logistica Economia” Cedam 2008 pag. 207