2
prendere coscienza del modo in cui guardiamo le opere d arte, un modo
profondamente condizionato dagli strumenti che usiamo, dalle nostre preferenze e
gerarchie, dal nostro sistema di valori. Noi oggi non possiamo sfuggire dal nostro
tempo, non possiamo avvalerci di una percezione non condizionata, di quello che
potremmo chiamare uno sguardo ingenuo , non possia mo osservare un opera senza
essere influenzati o predisposti in qualche modo dalla nostra cultura, dalle categorie
che utilizziamo 5.
Per tracciare una storia dell arte regionale Ł possibile focalizzare la propria
attenzione su diversi punti di vista, ricreare un percorso puramente storico, con la
successione d eventi e persone, scrivere la biografia degli artisti (si rimanda alle
innumerevoli monografie), o delle opere d arte, analizzare la presenza di movimenti
e correnti, o la storia del collezionismo d arte privato e pubblico e delle fondazioni
museali. Il ruolo degli enti pubblici, in questo contesto, Ł fondamentale grazie al loro
contributo sulla nascita d istituzioni operanti nel territorio, come conservatori
d opere d interesse pubblico, nelle esposizioni per manenti e con una storia di recenti
acquisizioni, fino alla partecipazione in eventi esterni. Si tratta in primo luogo dei
Civici Musei [vedi n. 076] ma anche d altri istitut i secondari od indipendenti6, in cui
Ł da stimolo anche la voglia di riqualificare la propria posizione, sia rispetto ad altri
enti locali, sia a livello nazionale.
Il crescente interesse da parte del grande pubblico verso le manifestazioni artistiche,
consentito da cambiamenti economici e sociali, ha permesso che si sviluppasse un
processo di crescita dell attivit espositiva in cu i il pubblico pu entrare in diretto
contatto con le opere d arte. Questa attivit , a su a volta, rispecchia una tendenza
sociale e politica di pianificazione e promozione della cultura regionale7.
Lo studio dell attivit espositiva di un territorio permette, tenendo presente
l ambiente socio-economico, di valutare la consistenza dell effettiva attivit
promozionale degli enti pubblici, insieme al loro coinvolgimento nella divulgazione
dello studio dell arte e l attenzione rivolta verso il problema dalla
5
Enrico Castelnuovo, Di cosa parliamo quando parliamo di storia dell arte?, in Enrico Castelnuovo,
La cattedrale tascabile. Scritti di storia dell arte, Sillabe, Livorno 2000, p. 82.
6
Si veda la Galleria Regionale di Arte Contemporanea Luigi Spazzapan di Gradisca d sonzo,
Gorizia, il Centro Civico Tranquillo Marangoni di Monfalcone, Gorizia o il Centro Civico Culturale
Guido Tavagnacco di Moimacco, Udine.
7
Si fa riferimento alle molte L.R. a tutela delle minoranze linguistiche e di promozione turistico-
culturale.
3
rifunzionalizzazione dei palazzi storici adibiti a sedi espositive8. Indirettamente
fornisce, attraverso la consultazione della manifestazione tangibile del fatto
espositivo, il catalogo, un mezzo per valutare la presenza di movimenti sul territorio,
per studiare il lavoro degli artisti o anche gli apporti critici prodotti in un determinato
contesto geografico e temporale.
Lo stretto legame tra storia dell arte e attivit e spositiva agevola chi si vuole
avvicinare allo studio dell arte, offrendo, da un lato la possibilit di osservare dal
vero le opere e, dall altro, un complesso di saggi e contributi che accompagnano la
realizzazione della mostra e che sono raccolti nei relativi cataloghi. Uno strumento
utile pu essere, quindi, un elenco delle manifesta zioni espositive realizzate nel
territorio e aventi come soggetto l opera degli art isti friulani del Novecento. Un tale
elenco Ł stato redatto nella qui presente ricerca, prevedendo una limitata
circoscrizione temporale affinchØ la ricerca non si perdesse in un mare sconfinato di
materiali e soggetti. A tale fine si Ł scelto di indicare come artisti friulani del
Novecento quanti, nati dopo il 1900, avessero svolto la propria attivit artistica verso
la met del secolo e autori di quel processo artist ico che ha portato alla definizione
d arte friulana e ad un relativo distacco da quella veneziana9 [vedi n. 076]. Le attivit
espositive che prendevano in oggetto tali artisti, si possono collocare sempre
all interno dello stesso secolo, ma con un distacco generazionale che permette di
cogliere il lavoro artistico secondo un inquadramento storico, prevedendo cos sia
mostre personali e collettive dell artista in vita e attivo, sia mostre postume. Lo
spoglio dei cataloghi ha cos interessato le mostre realizzate tra il 1986 e il 200610.
Tale periodo Ł caratterizzato inoltre dalla presenza sulla scena ufficiale di storici e
critici di quella vecchia generazione che ha accompagnato gli albori degli stessi
artisti trattati e la generazione appena successiva, spesso allievi dei primi e che
caratterizza l ambiente scientifico degli ultimi anni e quelli a venire.
8
Sul problema del riuso degli edifici storici si veda La normativa di tutela dal dopoguerra ad oggi, a
cura di Lisa Accurti, pp. 132 134, in Mario Dalla Costa, Lisa Accurti, Complementi di restauro
architettonico Celid, Torino 2001.
9
Per una delineazione della storia dell arte in Friuli e le dipendenze da Venezia si veda Isabella Reale,
La pittura a Trieste e in Friuli nel primo Novecento (1900 1945), cit.
Per la definizione di cosa si intende per arte friulana si veda Alessandro Del Puppo, Figure e paesaggi
del primo Novecento: il conflitto tra le intenzioni della forma e i sistemi dell arte, in Le arti a Udine
nel Novecento, a cura di Isabella Reale, Marsilio, Venezia 2000, pp. 61 74.
10
Per la scelta dei limiti cronologici si rimanda al capitolo Criteri di selezione.
4
Il regesto bibliografico si presenta come una bibliografia selezionata e di facile
consultazione essendo a sua volta fruibile come mezzo per una panoramica sulla
situazione artistica locale contemporanea.
5
Criteri di selezione
Definire i limiti di una ricerca Ł fondamentale sopratutto quando si tratta di valutare e
prendere in esame del materiale che ha per natura una sua ben definita datazione.
Durante la stesura di un inventario bibliografico di cataloghi espositivi ci si trova tra
le mani un testo che pu essere classificato second o tre categorie fondamentali: la
datazione della sua realizzazione, l oggetto dell e sposizione e degli studi apparsi nel
volume come saggi critici e la valutazione dell apporto storico economico che la
manifestazione stessa ha contribuito a rendere al mondo degli studi scientifici.
Per quanto riguarda i limiti cronologici, si sono prese in esame le esposizioni
realizzate tra il 1986 e il 2006, per mezzo dei cataloghi pubblicati in quell occasione.
La scelta di porre il 1986 come data d inizio dell elencazione dei volumi nasce da
diverse considerazioni. Da un lato permette di limitare la scelta del materiale ad un
periodo di tempo discretamente lungo e corrispondente a due decenni. Dall altro lato
si Ł valutato come proprio nel 1986 fossero rifioriti studi sull arte della met del XX
secolo e sugli artisti principali del periodo [vedi n. 002], come dichiarata
anticipazione alla rassegna Dino, Mirko, Afro Basaldella [vedi n. 006] del 1987 che
ha avuto una fondamentale importanza sul mondo culturale e artistico del Friuli. La
grande esposizione e il catalogo, curato da Enrico Crispolti, hanno visto la
collaborazione e il patrocinio delle istituzioni pubbliche, quali il Comune di Udine e i
Civici Musei, che per la prima volta dedicavano una mostra organizzata in ben tre
sedi espositive del comune, a tre artisti che rappresentano un caso familiare quasi
unico in tutta Italia. La manifestazione ha inoltre fatto incontrare la professionalit di
storici di primo livello in regione, come Crispolti, Luciano Perissinotto, Isabella
Reale e Licio Damiani. La mostra Ł stata rilevante non solo per l approfondita analisi
della produzione creativa dei tre artisti, ma anche per la presenza d opere custodite
all estero e per l imponente impegno di cui l ammin istrazione comunale si Ł presa
carico anche dal punto di vista finanziario1.
L influenza che la mostra e il catalogo ebbero sull ambito culturale regionale, Ł stata
talmente vasta da creare non una scia di studi posteriori.
1
Cfr. Diana Barillari, Basaldella... [recensione], in Sot la nape, a. 39, n. 4 (dicembre 1987), pp. 93,
94.
6
Il limite di conclusione della ricerca Ł il 2006. Questo, da un lato, per evidenti
forzature materiali (l ultimo anno conclusosi). Ci Ł coinciso d altra parte con
un ampia esposizione Afro & Italia America. Incontri e Confronti [vedi n. 159] che
costituisce l unica grande esposizione dedicata ad Afro dopo altre mostre tematiche
[vedi n. 002, 009, 059, 132, 150] e rappresenta il sunto degli studi realizzati in
precedenza. La distanza tra le due esposizioni racchiude un intervallo di un ventennio
esatto, periodo abbastanza lungo da permettere un analisi su un medio periodo, che
raccoglie la presenza di due generazioni di critici, nel loro passaggio di staffetta e che
li vede spesso collaborare insieme. Venti anni appaiono abbastanza da valutare un
sistema economico com Ł anche il programma espositivo e valutarne gli sviluppi e
l efficienza.
Un altro limite cronologico, importante per la circoscrizione del materiale della
ricerca, Ł la definizione d artista del Novecento. Tale vincolo di datazione si somma
con i criteri di selezione degli artisti che rientravano a pieno titolo quali soggetti
d analisi. Gli artisti sono stati selezionati per caratteristiche anagrafiche. Cos ,
all interno di questa ricerca, s intende per artist a del Novecento, persona nata dopo il
1900 e pertanto attiva, durante la maturit artisti ca, alla met del secolo. Tale
identificazione cronologica Ł per soggetta a molte variabili e non potendo escludere
alcuni artisti solo per pochi anni di nascita precedente alla datazione data come
riferimento, si Ł provveduto ad inserire anche quanti, nati attorno al 1900 si possono
inserire in quella ricerca artistica che caratterizza la generazione del Novecento. Si
tratta di artisti quali Marco Davanzo, Giovanni Napoleone Pellis, Max Piccini, nati a
fine Ottocento, le cui personalit sono inscindibil i dal rapporto con gli artisti di poco
piø giovani.
La selezione degli artisti non prevedeva solamente la selezione per data di nascita ma
anche per luogo di nascita. I soggetti trattati, infatti, sono artisti friulani del
Novecento dove, la stessa definizione di ci che Ł friulano merita delle precisazioni.
Fondamentale per trattare questa problematica, che ha valenza sia storica che
culturale, Ł la consultazione del volume di storia d Italia dedicato alla regione Friuli
Venezia Giulia e edito da Einaudi2.
2
Per il riferimento storico al concetto di «friulanit » si veda Storia d Italia. Le Regioni dall Unit a
oggi. Il Friuli Venezia Giulia, a cura di Roberto Finzi, Claudio Magris e Giovanni Miccoli, Einaudi,
7
L identit friulana trova uno dei suoi fondamenti p rincipali nella lingua ma altri
fattori culturali e tradizionali concorrono a definire lo stereotipo del friulano ...
«salt, onest, lavorad r», essenzialmente modellato sulla figura archetipa del felix
agricola, del buon contadino , con in piø un enfasi sul ru olo di queste terre di
bastione della civilt romana contro il mondo tedes co e slavo che preme dai
confini. 3 Questa figura di uomo contadino, legato alla terra, alla natura, a salde
strutture familiari, tradizionalista, credente, lavoratore e dai caratteri forti e duri
dell uomo nordico e di frontiera, Ł una definizione sentita come vera sopratutto tra la
met degli anni Ottanta del XIX secolo e gli anni S ettanta del Novecento4.
L inquadramento geografico dell area friulana Ł forse piø complesso della
definizione culturale. I limiti dell area sono caratterizzati in parte da confini
geologici, il bacino del Tagliamento e quello del Gail a nord, incluso un angolo del
bacino danubiano da Camporosso a Coccau, il mar Adriatico a sud, qui le stesse citt
di Grado e Marano hanno per vissuto con un legame economico e culturale piø
stretto con Venezia che con il Friuli. A nord-ovest il confine Ł tracciato con il Cadore
e lungo il Livenza5. La fascia orientale Ł un confine piø labile. Dal punto di vista
geografico vi Ł una continuazione di rilievi bassi a carattere carsico, dal punto di
vista etnico gi in epoca longobarda ci furono inte nse infiltrazioni di popolazioni
slave fino all Isonzo. Dal punto di vista economico, anche con la fondazione del polo
urbano ed economico di Gorizia le relazioni erano maggiormente intense con la
pianura friulana. Nonostante il nome d origine slava pertanto la provincia di Gorizia,
che dal 1002 al 1918 ha fatto parte del mondo austriaco, Ł costituita da territori
propriamente friulani. Il nome Venezia Giulia, utilizzato nel 1948, doveva definire
Trieste e il territorio di sua competenza in prossimit di Gorizia e Monfalcone 6.
Torino 2002 e in particolar modo l introduzione di Roberto Finzi, Claudio Magris e Giovanni Miccoli
Una tormentata regione «artificiale», vol. I, p. XXI.
3
Raimondo Strassoldo, Friuli: storia e cultura, p. 67, in Friulano lingua viva. La comunit linguistica
friulana, a cura di William Cisilino, Provincia di Udine, Udine 2006.
Per la definizione di friulano vedi anche Tito M. Maniacco, I Friulani, pp. 745, 746, in Enciclopedia
monografica del Friuli Venezia Giulia, Istituto per l Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, Udine
1971, vol. 1 parte II.
4
Idem pp. 39 73.
5
Il confine sul Livenza Ł stabilizzato in epoca basso-medievale per disringuere i possedimenti del
Patriarca di Aquileia con i possedimenti trevisani e veneziani. Vedi testo in nota precedente.
6
Per l inquadramento geografico, le origini etniche e di fondazioni si veda il testo in nota precedente.
Per un confronto storico dei confini italiani e regionali si veda G.G. Corbanese, Il Friuli, Trieste e
l Istria. Grande Atlante Storico Cronologico Comp arato, voll. 1, 4, 5, Del Bianco editore, Bologna
8
Tale definizione era funzionale alla sua unione col territorio propriamente friulano
per raggiungere il riconoscimento dell autonomia po litica e l inserimento di
quest area nell annovero delle Regioni, e specialme nte in quelle a statuto autonomo,
nel testo della Costituzione della Repubblica Italiana (1948)7. Oggigiorno,
nonostante le motivazioni storiche che giustificano il riconoscimento di Gorizia e
Monfalcone all interno dell area friulana, si Ł maggiormente propensi a pensare al
Friuli con dei confini piø stretti, a circondare la sola provincia di Udine e Pordenone.
Questa tendenza trova riscontro nell area friulanofona che, se fino alla met del XIX
secolo comprendeva tutto il territorio fino a Trieste, ad oggi trova il suo confine
orientale nel basso corso dell Isonzo, dividendo la provincia goriziana. Il confine
occidentale coincide con un altro corso d acqua, il Livenza, includendo il vecchio
mandamento di Portogruaro (provincia di Venezia) ma escludendo Pordenone
stessa
8
. Per ragioni pratiche e di riconoscimento delle istituzioni pubbliche e degli
altri enti attivi sul territorio, si Ł pertanto provveduto ad un riconoscimento sommario
e generalizzato del Friuli con le province di Udine e Pordenone.
Per la definizione d artista friulano non si Ł guardato esclusivamente al luogo di
nascita, ma si Ł fatta cura ad inserire quegli artisti che, nati in territori differenti,
abbiano vissuto o svolto un importante fase artistica nel territorio friulano. Si veda ad
esempio Albino Lucatello, Dora Bassi, Aldo Col , Ma rio Baldan e altri ancora.
Come Ł accaduto per gli artisti oggetto di ricerca, anche le mostre che qui
interessano, sono realizzate in territorio friulano (nel senso di Provincia di Udine e
Pordenone), ad eccezione di alcune realizzate nel territorio goriziano, inserite perchŁ
costituiscono un integrazione ad altre esposizioni avvenute in terra di competenza
della ricerca [vedi n. 049] o perchŁ rappresentano un importante apporto allo studio
degli artisti trattati.
Come ultimo dato d analisi dei cataloghi espositivi, Ł la valutazione della loro
importanza e apporto critico, meno soggetto a criteri di controllo oggettivo. Sono
1983 e anche Storia d Italia. Le Regioni dall Unit a oggi. Il F riuli Venezia Giulia, a cura di
Roberto Finzi, Claudio Magris e Giovanni Miccoli, Einaudi, Torino 2002.
7
Raimondo Strassoldo, Aspetti socio-economici della dinamica linguistico-culturale in Friuli, pp. 67
74 in Lingue minoritarie e identit locali come risorse e conomiche e fattori di sviluppo, [a cura di
Walter Cisilino]. Atti del convegno internazionale, Udine 8 9 novembre 2002, Forum, Udine 2004.
8
Per i confini dell area friulanofona e le altre presenze linguistiche sul territorio regionale si veda
Lezioni di lingua e cultura friulana, a cura di Federico Vicario, Societ Filologica Friu lana, Udine
2005.
9
stati esclusi dall elencazione tutte le mostre di gallerie private, soggette spesso ad
interessi commerciali piø che critici, mostre realizzate da piccoli enti spesso non
attivi nell ambito artistico, ad eccezione di quelle per cui ci sia stato un rilevante
apporto d altre istituzioni9, o quelle che per motivi particolari si Ł ritenuto
interessante l inserimento10. Inversamente, nonostante l importanza che possono
assumere nella politica di promozione artistica e gemellaggio culturale, sono state
escluse tutte quelle manifestazioni artistiche collettive dalle numerose presenze, sia
italiane sia straniere, quali Intart, Mostra di pittura regionale di Venzone, Intergraf
Alpe Adria, Incontro Centro Europeo. Tali rassegne costituiscono una mole di
materiale non controllabile in questa sede e avente il carattere di mostre
esclusivamente d apparizione di giovani artisti esordienti (tra i quali molti ormai
noti). Si Ł ritenuto invece di inserire la rassegna Triennale Europea dell Incisione in
quanto, essendo una manifestazione dai contenuti tematici e degli espositori piø
limitati, ha permesso il riconoscimento della presenza d importanti artisti friulani
affermati, sia come semplici partecipanti [vedi n. 008], sia come presenze a cui Ł
stata dedicata una sezione particolare come omaggio [vedi n. 049 e 039].
9
Vedi le mostre realizzate nella Galleria del Girasole o Galleria del Centro dal Centro Friulano Arti
Plastiche.
10
Vedi scheda n. 007 inserita perchŁ l unico caso in cui Ł trattata la produzione a mosaico di Afro.
Vedi schede n. 112, 113, 115 che, pur essendo mostre di gallerie provate si integrano alla grande
esposizione sul Neorealismo Friulano [vedi n. 110].