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CAPITOLO PRIMO.
STORIA DELL’EDITORIA D’ARTE PER RAGAZZI IN
ITALIA
In Italia non si può parlare di una vera e propria editoria d’arte per ragazzi.
Molte case editrici, soprattutto negli ultimi vent’anni, hanno inserito nel loro
catalogo libri che, in modo diverso, raccontano la storia dell’arte a bambini e
ragazzi così come libri che si prefissano l’obiettivo di spiegare ai giovani come
disegnare le figure, come usare i colori o come imparare le tecniche artistiche più
importanti, dall’affresco alla pennellata impressionista, ma non esistono case
editrici nate esclusivamente per affrontare questo tema. Si può solamente parlare
di una storia delle collane d’arte nate all’interno delle diverse case editrici, da
quelle più importanti alle minori, da quelle che pubblicano libri sia per adulti che
per ragazzi a quelle che si dedicano solo a libri per ragazzi fino alle case editrici
specializzate in libri d’arte.
Nel 1944, Luigi Veronesi realizza I numeri e I colori mentre nel 1945 l’editore
Mondadori pubblica il primo di quattro libri per l’infanzia di un autore allora
ancora sconosciuto, Bruno Munari, il quale, a partire dagli anni Trenta, diventa
l’interprete del gioco dell’arte con la realizzazione di libri di grande formato che,
sul ritmo di vecchie filastrocche o nuove storie attuali, propongono brevi vicende
con il supporto di disegni o figure in rilievo, costituendo un elemento di grande
novità. I libri di Munari, che sono ancora disponibili per le edizioni Corraini, sono
innovativi per l’epoca in cui appaiono perché si rivolgono alla prima infanzia e
perché propongono una grafica fuori da quella tradizionale, ancora basata
sull’equivoco che i bambini siano in grado di interessarsi e di capire solamente
immagini facili e banali.
Rimangono due casi isolati perché, per oltre vent’anni, fino alla fine degli anni
Sessanta, nessuna casa editrice dedica spazio all’arte e alla storia dell’arte per
ragazzi. Si può far ricominciare quest’interesse nel 1967, anno fervido di novità.
Proprio nel 1967, una casa editrice all’inizio della sua attività, la Emme di
Rossellina Archinto, pubblica Piccolo blu, piccolo giallo, scritto da Leo Lionni e
uscito negli Usa nel 1959, storia di un’amicizia tra due macchie di colore, un testo
che segna un radicale cambiamento nella produzione dei libri per i bambini più
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piccoli. Nello stesso anno e per la stessa casa editrice, Munari pubblica Nella
nebbia di Milano, una storia che si affida alle immagini su carte di tipo diverso.
Inoltre, nel 1967, in occasione della quarta fiera del libro per ragazzi di Bologna,
si apre la prima mostra degli illustratori per ragazzi curata dal Centro Didattico
Nazionale di Firenze che anticipa la Biennale della Illustrazione per ragazzi che si
svolge nel maggio 1968 a Firenze e vede la partecipazione di 53 illustratori
italiani, importante perché mette in evidenza la grande incidenza che ha il mondo
dell’illustrazione nel mondo dell’editoria per ragazzi.
L’anno successivo, nel 1968, esce Cion Cion blu, primo libro di Pinin Carpi che, a
partire dal 1973 inizia la pubblicazione della collana «L’arte per i bambini» per
l’editore Vallardi, una serie di racconti affascinanti scritti sull’ispirazione di
celebri pittori, tra cui Giotto, Paul Klee o Vincent Van Gogh. Tutta la collana è in
linea con le idee di Carpi che ritiene che il bambino si possa avvicinare all’arte e
ai quadri con l’aiuto di un racconto, di una storia che penetri nella sua fantasia e
faccia scattare in lui delle emozioni. Il primo titolo è Paul Klee. L’isola dei
quadrati magici ed è la storia del viaggio avventuroso di un marinaio che incontra
personaggi e creature strane, mentre si susseguono i quadri dell’artista. Tutti i
titoli della collana sono ora ripubblicati dalla casa editrice Piemme.
Nel 1972, Bruno Munari e Oreste Molina progettano per Einaudi la collana
«Tantibambini», con l’obiettivo di stimolare l’immaginazione e aprire le menti dei
giovani ai nuovi mezzi di conoscenza e di espressione. Come tutti i libri di
Munari, anche questi sono, per l’epoca, rivoluzionari: originali per il formato
quadrato, senza cartonatura e rilegati con un punto metallico, originali per le
tecniche utilizzate, dai pastelli ai collage alla fotografia ma anche per le tematiche
etico- sociali. La collana ha vita breve, solo sei anni, dal 1972 al 1978, ma è molto
prolifera di titoli, sessantasei, e di grande fortuna editoriale. Nel 1981 Einaudi
pubblica in un volume unico Cappuccetto rosso, verde, giallo, blu e bianco, serie
di racconti già usciti per questa collana, un libro importante perché permette ai
bambini di uscire dagli schemi e dagli stereotipi tradizionali della favola per
guardarla con occhi diversi.
Nel 1976, Bruno Munari realizza i suoi famosi laboratori «Giocare con l’arte» alla
Pinacoteca di Brera, che diventano, l’anno successivo, una collana editoriale edita
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da Zanichelli, che propone volumi facili, chiari e precisi, che suggeriscono come
impostare un atelier dove i bambini possono sperimentare tecniche artistiche,
colori e modalità di disegno e di pittura..
Negli anni Ottanta si ha una svolta, un cambiamento nel modo di scrivere i libri di
ragazzi, in particolare quelli illustrati. Rosellina Archinto pubblica per la sua casa
editrice, Emme, i libri della collana «Art for children», editi da Ernest Raboff per
la casa editrice Doubleday di New York. Nel 1980, Munari propone i suoi
Prelibri, dodici libri per bambini molto piccoli, tutti in vari materiali, come carta,
stoffa, legno e altro, dedicati ai bambini che ancora non sanno leggere e che,
attraverso questi volumi, possono leggere con le mani e sperimentare nuove
percezioni tattili. Anche questi ora sono editi da Corraini.
Nel 1983, Piero Ventura pubblica la collana «I grandi pittori», edita da
Mondadori, che racconta la storia dell’arte ai ragazzi, contestualizzandola nel
momento storico e nel luogo geografico. In titoli come I pittori e la guerra, Nelle
Fiandre si dipinge con l’olio, Firenze e i Medici, intorno al quadro riprodotto
fotograficamente, viene ricreata una scena adatta, che può essere la corte di un
nobile oppure il pittore che riflette sulla sua opera o, ancora, l’incontro del pittore
con il committente. Da Giotto a Picasso, Ventura popola il mondo dell’arte di
minuscoli personaggi e di tanti dettagli riprodotti dopo meticolose ricerche
storiche. Nello stesso anno, a Bologna, viene fondata la Cooperativa Giannino
Stoppani, circolo culturale e libreria per ragazzi, specializzata in editoria per
ragazzi, tra cui libri d’arte nelle collane «La biblioteca dell’arte» e «Il giardino dei
pittori».
Nel 1986 la casa editrice Emme chiude e Rosellina Archinto fonda la Babalibri, in
collaborazione con la casa editrice francese Ecole des Loisirs, che inizia la sua
attività pubblicando i primi dieci titoli già pubblicati dalla Emme, tra cui Piccolo
blu, piccolo giallo, oltre a numerosi altri titoli di illustratori come Leo Lionni e
Maurice Sendak.
Nel 1994, l’editore Mazzotta comincia a pubblicare cataloghi d’arte per ragazzi in
occasione delle mostre realizzate alla Fondazione Mazzotta, volumi che invitano a
conoscere e a usufruire del patrimonio artistico esposto.
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Nel 1995 comincia la sua avventura la rivista Arteragazzi, un trimestrale molto
amato da chi cercava spunti per combinare arte e ragazzi, edita dalla casa editrice
Art’e, nella quale confluiscono i pensieri e le competenze di pedagogisti e esperti
di arte, coordinati da Marco Dallari, Dopo tre anni di vita, la rivista termina il suo
percorso cartaceo per diventare un sito internet. Sempre nel 1995 appare «La
collana di perle» della casa editrice Arka che, nel 1998, inizia a pubblicare le
«Perle d’Arte». Fino ad oggi ha dato alle stampe sette titoli che, sotto forma di
narrazione, raccontano le vicende di alcuni importanti artisti di tutti i secoli.
Nel 1996, Beatrice Merz e Lisa Parola realizzano «La favola dell’arte» per la casa
editrice Hopefulmonster, storie narrate su misura per introdurre i ragazzi all’arte
contemporanea, dalle opere di Kounnelis a quelle di Merz, Pistoletto o De Maria.
Nel 1998 la casa editrice Fabbri pubblica la collana «Arte per bambini», quattro
volumi illustrati da Andrea Duè che hanno come tema le facce, la natura, le figure
e gli animali e si pongono l’obiettivo di proporre ai ragazzi materiali visivi con lo
scopo di sviluppare in loro una nuova sensibilità artistica.
Nel 1992, a Lione, appare “ la première rivue d’Art pour enfants de 6 à 106 ans”,
come si legge sulla copertina, che nel 2000 arriva anche in Italia grazie alle
Edizioni Artebambini che, oltre alla rivista, pubblica anche libri d’arte dedicati ai
ragazzi.
La casa editrice Lapis pubblica libri- gioco per avvicinare i bambini all’arte
contemporanea grazie alla collana «L’arte tra le mani», adatta a bambini dai 7
anni in su e la collana «Staccalarte», libri con adesivi per comporre i quadri di
grandi artisti, dedicata ai bambini di 5 anni.
Altre case editrici hanno realizzato collane di storia dell’arte per bambini, dalla
Feltrinelli Kids a Umberto Allemandi, Giunti e Salani, fino a case editrici più
piccole, come Kite edizioni e La Biblioteca, che realizza due collane, «Arte per
bambini» e «Impara l’Arte». Una certa rilevanza ha l’esperienza della casa
editrice Corraini, che pubblica libri d’artista, dai Prelibri di Bruno Munari alle
Carte da disegno di Enzo Mari, da I colori e I numeri di Luigi Veronesi,
pubblicati per la prima volta nel 1944, ripresi e modificati successivamente da
Rosellina Archinto e ora pubblicati di nuovo in forma originale, a Il santo
coccodrillo, albo illustrato con i fumetti di Lorenzo Mattotti.
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CAPITOLO SECONDO.
L’ITALIA.
2.1 Pinin Carpi e “L’arte per i bambini”
2.1.1 Pinin Carpi. Nel 1973, l’editore Vallardi comincia a stampare la collana
“L’arte per i bambini”, pensata e diretta da Pinin Carpi, grande scrittore e
illustratore di libri per l’infanzia.
Nato a Milano l’11 luglio 1920, nome d’anagrafe Giuseppe, figlio di Aldo Carpi,
pittore famoso e direttore dell’Accademia di Brera, secondo di sei fratelli, Pinin
fin da bambino vuole scrivere per bambini, tanto che inizia a collezionare libri per
l’infanzia. Grande amante dell’arte, in giovane età realizza molti acquerelli,
smette di farli nel dopoguerra per poi riprendere, e non smettere più, negli anni
Settanta. Si iscrive alla facoltà di architettura al Politecnico di Milano, che deve
abbandonare a causa dello scoppio della guerra. È partigiano e prigioniero a San
Vittore nel 1945, la tragedia nazista lo tocca da vicino: il fratello Paolo, viene
deportato e muore nel campo di sterminio di Gross Rosen, il padre, invece,
sopravvive alla deportazione nel campo di lavoro e di eliminazione di Gusen,
vicino a Mauthausen. Dalla prigionia del padre, nasce “Diario di Gusen”, una
raccolta di lettere senza risposta, sotto forma di diario, accompagnati da disegni di
una grande forza documentaria, scritti dal padre su piccoli fogli di carta e
pubblicato per volere di Pinin. Nel dopoguerra, inizia la faticosa attività di
giornalista e scrittore per adulti, fino al 1968 quando, grazie alla spinta della
seconda moglie, insegnante di educazione artistica, comincia a scrivere per
bambini: il suo primo racconto, “Cion Cion Blu”, pubblicato da Vallardi, è ancora
oggi uno dei libri più letti dai bambini tra i 6 e i 9 anni. In questi anni riprende in
mano il pennello e ricomincia a realizzare acquerelli.
Da questo momento in poi, Carpi scrive solo per bambini e tutte le sue storie sono
illustrate da lui stesso. Diversi e variegati sono i temi che entrano nelle sue storie,
scrive favole, libri d’arte e enciclopedie, come “Il mondo dei bambini”,
l’enciclopedia in otto volumi pubblicata da UTET tra il 1978 e il 1980, che ha
rivoluzionato il modo di fare cultura per bambini.
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I cinque figli sono le sue cavie preferite, a loro legge le storie che scrive, provando
su di loro la forza e la riuscita del racconto, così come è a loro che pensa quando
scrive, ai loro desideri e alle loro paure. Una caratteristica che contraddistingue i
suoi racconti è l’uso di un linguaggio che è più simile a quello parlato che a quello
scritto, l’uso di parole dialettali e di una parola che non segue alla precisione le
regole grammaticali, una lingua vivace e adatta ad incantare sia i bambini, che si
sentono a loro agio con un linguaggio semplice, ma anche gli adulti, stanchi di
sfarzosità e artifici. È stato proprio il suo modo particolare di esprimersi ad avergli
causato un po’ di litigi con gli editori, che si prendevano la libertà di correggere le
sue parole.
2.1.2 “L’arte per i bambini”. La collana “L’arte per i bambini” è stata una collana
azzardata ma anche molto fortunata, che ha goduto di dieci- dodici edizioni per
singolo volume e tutto grazie al coraggio di Antonio Vallardi, che all’epoca
faceva parte del gruppo Garzanti, alla sua volontà di portare avanti un’idea
editoriale impegnativa, costosa a causa della riproduzione di opere d’arte,
spericolata e controcorrente. L’opera piace molto sia ai bambini che agli adulti, ai
genitori e agli insegnanti che in quel periodo stanno cercando nuovi strumenti e
nuovi metodi di insegnamento, capaci di allontanarsi dalla tradizionale didattica
per far amare la lettura e la cultura ai propri studenti.
La collana è innovativa perché propone un modo diverso di raccontare l’arte ai
bambini, non attraverso date e nozioni, bensì attraverso racconti le cui
illustrazioni sono i quadri stessi dell’artista di cui si sta parlando, che creano un
itinerario narrativo e visivo che, in modo semplice e divertente, porta i lettori ad
entrare in contatto con l’arte e i pittori. Alla base della collana c’è una forte
intuizione: i bambini non esitano davanti alle immagini e alle illustrazioni, non si
chiedono di chi è l’opera che vedono, non gli importa che sia di un grande artista
o di un illustratore sconosciuto, la cosa più importante per loro è poter guardare le
immagini, accostarsi a quelle che più li interessa o li emoziona per farsi raccontare
delle storie.
Proprio sull’idea di racconto si basano i libri di Pinin Carpi, capace di creare
storie accostando e facendo parlare le immagini dei grandi artisti. I suoi libri non
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partono da intenzioni didattiche, anzi, per primo vuole allontanarsene perché il
suo scopo non è quello di analizzare le opere o fare storia dell’arte, nonostante sia
un grande conoscitore dell’arte e un bravo critico, ma vuole raccontare storie ed
infatti è un grande narratore. Grazie alla sua personalità multiforme, riesce a far
parlare l’immaginazione, intrecciando storie piacevoli alle opere degli artisti,
utilizzate come illustrazioni. È questo che piace ai bambini che, attraverso il
piacere del racconto, si accostano a opere di artisti che hanno fatto l’arte di tutti i
secoli, anche a quelle considerate troppo difficili.
Tutti i volumi hanno un modello comune: iniziano con una breve biografia
dell’autore, nelle ultime pagine è presente un elenco delle opere inserire nel libro
e tutte le illustrazioni sono date dai quadri stessi degli artisti.
Il primo libro uscito è L’isola dei quadrati magici, scritto da Pinin Carpi nel 1973
e che prende ispirazione dai quadri di Paul Klee. È la storia di un marinaio, che,
durante un viaggio incontra “uno strano pesce: era rosso, ma talmente luminoso
che sembrava d’oro. Anche gli occhi erano rossi e lucenti, e fissavano il
marinaio”
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che, felice per quell’incontro, chiede al pesce di indicargli un paese da
vistare. Il pesce lo conduce fino ad un’isola strana, poi scompare, e per il marinaio
comincia l’avventura. Osservando gli alberi sulla riva del fiume, si accorge che i
frutti sugli alberi non sono tondi bensì quadrati, somiglianti a dei dadi, così come
quadrate sono le onde del fiume in cui si è trovato a navigare. All’improvviso
Apparve alta nel cielo una strana ombra, una figura dal
viso crudele, con lunghe dita volteggianti e i capelli e la
veste agitati dal vento, che cominciò a gridare con voce
ululante:
«Sono lo spirito della tempesta! Marinaio, torna nel mare
se non vuoi morire nella mia furia! Torna nel mare, torna
nel mare … »!
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Ma il marinaio, che nella sua vita aveva affrontato tempeste ben peggiori, non si
fa intimorire da quel mostro e continua ad avvicinarsi all’isola. Il mostro,
arrabbiato per la sconfitta, fa soffiare un vento così forte da staccare tutti i frutti
dagli alberi, che, come proiettili, cadono addosso al marinaio e spinge la barca
verso una cascata, ma l’uomo, riconoscendo il rumore, si butta in acqua e si salva.
1
P. Carpi, L’isola dei quadrati magici, Milano, Vallardi, 1973, pag. 3
2
,P. Carpi, Op. cit., pag. 6
8
Qui deve lottare con “tre enormi pesci ferocissimi, tutti quadrettati, con denti
aguzzi e occhi crudeli, lucenti come fiammelle”
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ma ce la fa e raggiunge l’isola,
dove si accorge che tutto è di forma quadrata, i fiori, il cielo, persino le persone.
Qui incontra una famiglia che, quando scopre che è straniero, si rallegra, annuncia
il suo arrivo a tutto il resto della popolazione, che lo accoglie come il loro
salvatore. In quell’isola, infatti, un cattivo re, “ un gigante tutto nero, che doveva
pesare come due buoi messi insieme”
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, con “due occhi rotondi”
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e “un naso giallo
a uncino e due labbra dritte, cattive”
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governa e pretende che gli abitanti siano
tristi e cupi come lui, è bandita la danza e la musica e ogni divertimento, tutto
deve essere quadrato e di nessun’altra forma e ha instaurato una vera e propria
dittatura. Una leggenda dell’isola, però, racconta che l’arrivo di uno straniero
avrebbe liberato gli abitanti da quel perfido re, che, ovviamente non ci sta a farsi
spodestare, e ordina che tutta la popolazione venga incarcerata. Il marinaio,
dispiaciuto che quelle persone così buone vengano incarcerate, sale su un
cavalcavia, incita la folla a ribellarsi. La popolazione segue il suo consiglio e
comincia a picchiare i poliziotti, fino a fare scappare loro e il cattivo sovrano.
Anche il marinaio abbandona l’isola, per tornare a vivere nel suo villaggio di
pescatori.
Il libro racconta una storia paurosa, triste nonostante il lieto fine, che sembra
prendere spunto dalle dittature appena sconfitte come da quelle che, negli anni in
cui è stato scritto il libro, sono ancora presenti. In un’intervista, Pinin Carpi
afferma l’importanza di scrivere storie spaventose anche per i bambini perché, in
questo modo, si trovano messi davanti alle loro paure più profonde e possono,
così, esorcizzarle, sfidarle e vincerle grazie alla lettura e all’uso delle parole. Il re,
tiranno e tutto nero, rappresenta uno dei timori di tutti i bambini e la sua sconfitta
finale, è un incoraggiamento per i bambini a fare altrettanto con tutto ciò che li
spaventa.
Nel 1973, Carpi scrive anche La notte stellata, ispirata ai quadri di Van Gogh, una
storia semplice raccontata da una mamma ad una bambina, che ha come
3
P. Carpi, Op. cit., pag. 19
4
P. Carpi, Op. cit, pag. 22
5
P. Carpi, Op. cit, pag. 23
6
P. Carpi, Op. cit, pag. 30