Introduzione
2
supporto fisico, dalle prime fibre multi modo si è passati a quelle
singolo modo. Per quanto riguarda i sistemi numerici, la gerarchia
numerica plesiocrona (PDH) è stata progressivamente sostituita dalla
gerarchia sincrona (SDH). I sistemi appartenenti a quest’ultima classe
permettono di realizzare particolari architetture di rete, basate su maglie
ed anelli, che costituiscono il punto di partenza per la definizione di una
rete di trasporto evoluta.
Figura 1.1 : Evoluzione dell’utilizzazione delle tecnologie ottiche nella rete di
trasporto.
In particolare, la gerarchia numerica plesiocrona è stata
progressivamente sostituita da quella sincrona, sia allo scopo di
espandere la capacità dei collegamenti (si passa da ritmi binari variabili
da 2 a 565 Mbit/s a ritmi binari SDH che vanno da 155.52 Mbit/s a circa
10 Gbit/s), sia soprattutto per introdurre nella rete di trasporto la
flessibilità offerta dall’SDH. Con quest’ultimo punto s’intende alludere
alle funzionalità di instradamento, permutazione, aggiunta/estrazione
(add/drop), controllo e gestione definite nello standard SDH e
adeguatamente supportate dall’overhead previsto nei vari moduli SDH.
Queste funzioni permettono di creare non solo un insieme di
collegamenti punto-punto che costituisca la rete di trasmissione, ma una
Introduzione
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vera e propria rete “gestibile”, ovvero controllabile e modificabile
secondo esigenze di traffico, di esercizio e di manutenzione.
L’introduzione degli amplificatori ottici ha costituito il primo passo
per la realizzazione di una rete di trasporto ottica che sfrutti a fondo la
trasparenza (il concetto di trasparenza ottica sara’ chiarito
successivamente). Tra le tecniche aperte al networking ottico quella che
ha già raggiunto uno stato di consolidata maturità commerciale è la ben
nota WDM, che e’ stata utilizzata inizialmente come alternativa alla
multiplazione elettronica per aumentare la capacita’ di trasporto in fibra.
Tuttavia essa, rendendo possibile l’instradamento su base lunghezza
d’onda (wavelength routing), ha aperto la strada alla realizzazione con
metodi ottici di funzionalità di rete ulteriori rispetto alla semplice
trasmissione punto-punto, come evidenziato in figura 1.2.
Figura 1.2: Evoluzione delle reti in tecnologia WDM: (a) WDM come upgrade dei
link ottici punto-punto; (b) rete WDM ad anello; (c) rete WDM
magliata.
Le attuali reti di trasporto ottiche (OTN - Optical Transport Network)
sono essenzialmente delle reti a commutazione di circuito, in cui le
Wavelength
mux/demux
Optical WDM
add/drop multiplexer
Optical WDM
cross-connect
(a)
(b)
(c)
Introduzione
4
funzioni di swtching sono effettuate ricorrendo a tradizionali dispositivi
elettronici che, richiedendo una doppia conversione (opto-elettrica ed
elettro-ottica) della natura fisica dei segnali, costituiscono un vero collo
di bottiglia ai nodi della rete.
Per questo motivo, negli ultimi anni, si e’ assistito ad una notevole
ricerca per la realizzazione di tecnologie all-optical in grado di superare
gli attuali limiti imposti dall’elettronica. Oltre al gia’ citato wavelength
routing, particolare interesse e’ stato posto sulle tecniche di
commutazione ottica di pacchetto e di burst (Optical Packet Switching e
Optical Burst Switching), anche in considerazione delle scelte fatte a
livello internazionale sull’adozione dell’ATM (Asynchronous Transfer
Mode) come standard trasmissivo per le reti larga banda e sullo sviluppo
futuro di Internet. Sulla base di questo scenario, l’obbiettivo di questa
tesi sarà quello di discutere alcuni dei problemi critici coinvolti nella
implementazione di reti completamente ottiche, prestando specifica
attenzione alle funzionalita’ di commutazione.
In particolare, ci occuperemo di un nuovo tipo di switch
completamente ottico denominato WRS (Wavelength Recognizing
Switch) [1,2]: tale dispositivo consente l’instradamento di pacchetti ottici
in maniera flessibile, mantenendo l’elaborazione degli headers nel
dominio ottico, e puo’ essere impiegato entro reti di interconnessione
multistadio (OMINs – Optical Multistage Interconnection Networks)
consentendo la costruzione di architetture di commutazione modulari.
Proporremo ed analizzeremo una struttura di interconnessione basata
su una topologia Omega, in cui gli stadi sono formati da moduli WRS,
focalizzando l’attenzione sia sulle procedure interne di routing, sia sulla
gestione delle lunghezze d’onda di controllo utilizzate dai WRS per
l’instradamento all’interno della rete di commutazione.
Capitolo 2
5
2. RETI OTTICHE
Una rete di telecomunicazioni può essere definita come un sistema che
permette la trasmissione di informazioni da un capo all’altro della rete
stessa, consentendo un indirizzamento universale. Quindi una rete deve
implementare al proprio interno sia delle funzionalità per il trasporto
dell’informazione, sia delle funzionalità per l’indirizzamento e per la
commutazione (switching). A partite da tale modello concettuale, il
modello fisico per una rete di trasporto ottica è costituito da nodi di
commutazione, il cui compito è quello di riconoscere le richieste per
l’apertura di una connessione e fare in modo che i dati relativi a tale
connessione arrivino al nodo di destinazione, interconnessi tramite link
in fibra ottica (tipicamente punto-punto), che trasportano segnali WDM.
L’architettura della rete di trasporto comprende tre strati:
™ Strato di circuito (Circuit Layer)
™ Strato di cammino (Path Layer)
™ Strato dei mezzi trasmissivi (Transmission Media Layer)
Lo strato di circuito fornisce connessioni (circuiti) da estremo ad
estremo instaurati e rilasciati per mezzo di comandi inviati a sistemi di
commutazione. Le connessioni dello strato di circuito possono essere
usate per diversi tipi di trasferimento e di servizio.
La rete a livello dello strato dei mezzi trasmissivi costituisce la rete
fisica di interconnessione tra i nodi e tra nodi e postazione degli utenti.
Essa è realizzata secondo esigenze di interconnessione di lungo termine,
stabilite cioè su una scala temporale di ordini di grandezza più estesa di
quella tipica dello strato di circuito, e deve tenere conto della
dislocazione geografica dei nodi e degli utenti.
Lo strato di cammino crea un ponte tra i due strati estremi
dell’architettura di trasporto ed è caratterizzato da elementi nodali che
Capitolo 2
6
permettono di associare in modo variabile i cammini di rete. Esso gioca
un ruolo importante nel rendere flessibile ed affidabile la rete di
trasporto.
Un importante aspetto dello strato di cammino ottico e’ la cosiddetta
“trasparenza” al formato dei dati trasferiti; lo strato di cammino ottico
fornisce cioe’ una piattaforma sulla quale i diversi formati di
trasmissione (PDH, SDH, ATM, segnali analogici o altro) possono essere
contemporaneamente supportati. Questo significa che un’unica
infrastruttura di rete di trasporto basata sullo strato di cammino ottico
puo’ essere presa come piattaforma trasmissiva per una molteplicita’ di
reti coesistenti e indipendenti. Il problema cruciale per le reti di trasporto
ottiche risiede evidentemente nei nodi della rete dove devono essere
realizzate le funzioni di commutazione ed instradamento.
La maggior parte delle reti attuali impiegano una elaborazione
elettronica, ed usano la fibra ottica solo come mezzo trasmissivo. Le
operazioni di commutazione sono cioe’ effettuate convertendo un
segnale ottico alla sua forma elettronica “nativa”. Tali reti si basano su
commutatori elettronici che forniscono un alto grado di funzionalita’ e
flessibilita’ in termini di funzioni di commutazione ed instradamento;
tuttavia, la velocita’ dei dispositivi elettronici non e’ in grado di
competere con l’ampiezza di banda della fibra ottica. Inoltre, la
conversione elettro-ottica e viceversa in un nodo intermedio della rete
introduce un elemento di complessita’ e degrado prestazionale tanto
maggiore quanto maggiore e’ il rate del segnale ottico da trattare.
Questi fattori stanno quindi motivando lo studio e lo sviluppo di
apparati di commutazione che siano in grado di trattare i segnali senza
ricorrere ad alcuna conversione opto-elettronica. La disponibilità di
dispositivi affidabili e relativamente economici per realizzare sistemi
WDM ha oggi raggiunto un sufficiente livello di maturità per divenire il
Capitolo 2
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fattore abilitante decisivo per lo sviluppo di uno strato di cammino ottico
basato su questa tecnica. In un futuro a più lungo termine, lo strato di
cammino ottico potrebbe essere il supporto per l’adozione di modalità di
trasferimento a pacchetto, portando alla realizzazione di reti all-optical.
2.1 COMMUTAZIONE OTTICA
La commutazione e’, come gia’ detto, una funzione che ha sede nei
nodi della rete e le cui caratteristiche dipendono dal protocollo che si usa
per la trasmissione dell’informazione. Lo scopo della commutazione e’
quello di attuare il trasferimento dell’informazione tra il nodo sorgente
ed il nodo di destinazione. In ambito elettronico le due tecniche di
commutazione utilizzate sono il circuit switching ed il packet switching.
Nelle reti a commutazione di circuito la funzione di swtching e’
generalmente collocata ad un livello molto basso dell’architettura
protocollare (quasi sempre al livello fisico), in quanto in questo tipo di
reti le risorse vengono pre-allocate all’instaurazione della connessione
(in una fase detta di set-up del circuito) e quindi anche le risorse di
commutazione vengono fisicamente assegnate ad un circuito per tutta la
durata della comunicazione. In pratica, se la fase di set-up va a buon
fine, la rete “scompare”, nel senso che i nodi e’ come se fossero collegati
tramite un link (virtuale) esteso punto-punto tra sorgente e destinazione.
Al contrario, nelle reti a commutazione di pacchetto le risorse fisiche
non vengono pre-assegnate ad una singola connessione, ma vengono
allocate nel momento in cui il pacchetto si presenta al nodo per la
commutazione. Ogni pacchetto viene cioe’ trattato in modo autonomo, in
base alle informazioni contenute nel suo header, e le risorse di
commutazione del nodo vengono utilizzate solo per il tempo necessario
al trasferimento del pacchetto. Entrambe queste due tecniche di
Capitolo 2
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commutazione trovano una corrispondente trasposizione nell’ambito del
networking ottico (si parla rispettivamente di wavelength routing e di
optical packet switching), anche se i problemi tecnologici posti sono
ancora, per certi versi, lontani dall’essere risolti. Il wavelength routing e’
sostanzialmente una forma di commutazione di circuito espletata nel
dominio della lunghezza d’onda e sembra essere attualmente la
tecnologia piu’ promettente per sfruttare le potenzialita’ offerte dalla
trasmissione WDM, non richiedendo infatti alcuna conversione opto-
elettronica ai nodi della rete.
Al contrario, l’optical packet switching resta invece ancora confinato
in una fase di ricerca sperimentale: il problema piu’ significativo in tal
senso e’ costituito dalla mancanza di tecnologie per l’implementazione
di memorie ottiche, necessarie nel contesto della commutazione a
pacchetto. Una interessante tecnologia alternativa alle due precedenti
sembra oggi essere l’optical burst switching: questa tecnica cerca di
combinare le migliori caratteristiche del circuit e del packet switching
superando al tempo stesso i limiti tecnologici da essi imposti. Nel corso
delle sezioni seguenti queste tre tecniche di commutazione verranno
discusse approfonditamente.
Capitolo 2
9
2.2 WAVELENGTH ROUTING
Il wavelength routing e’ una tecnica che consente di effettuare
l’instradamento su base lunghezza d’onda senza la necessita’ di
conversioni opto-elettroniche. In tale scenario, i nodi di commutazione
della rete di trasporto ottica sono costituiti da OXC (Optical Cross
Connect) la cui funzione e’ quella di fornire dei cammini (lightpaths) tra
i canali di ingresso ed uscita del nodo tramite operazioni eseguite
esclusivamente nel dominio ottico. Ciascun canale e’ identificato dalla
sua fibra di ingresso (uscita) e dalla sua lunghezza d’onda di ingresso
(uscita). L’instradamento di un segnale verso una certa porta di output (e
su una data lunghezza d’onda) viene determinato esclusivamente dalla
porta e dalla lunghezza d’onda di ingresso che trasporta il segnale.
I requisiti che un OXC deve soddisfare sono:
™ modularita� in fibra: corrisponde alla possibilità di variare il
numero di porte (aggiunta di fibre) di ingresso e di uscita senza
modificare la struttura interna del nodo.
™ modularita� in lunghezza d�onda: corrisponde alla possibilità di
variare il numero di lunghezze d’onda del segnale WDM senza
modificare la struttura interna del nodo.
™ flessibilita� di add-and-drop: il numero di canali terminati ed
inseriti da un OXC può variare in dipendenza dalla variazione del
traffico gestito dalla rete; un OXC deve poter supportare tale
variazione senza modifiche strutturali.
Nella maggior parte delle attuali implementazioni di OXC,
l’operazione di switching avviene tramite matrici di commutazione
spaziali: in pratica, ciascun segnale WDM in ingresso viene demultiplato
e ad ogni lunghezza d’onda viene assegnato un percorso fisico distinto.
A valle della matrice avviene poi la composizione del segnale WDM da
Capitolo 2
10
trasmettere sulle porte di uscita. In figura 2.2.1 viene illustrato un
possibile schema di optical cross connect.
Figura 2.2.1: Schema funzionale di un OXC. (TF: Tunable filters).
Come si puo’ osservare, l�OXC e’ costituito da N fibre di ingresso (e
di uscita) ciascuna delle quali e’ di supporto ad un canale WDM
composto da M lunghezze d’onda (λ
1
, λ
2
, ... λ
M
); lo schema prevede
inoltre la terminazione (drop) e l’inserimento (add) di M lunghezze
d’onda verso e da le interfacce locali. I segnali in ingresso sono
dapprima replicati M volte attraverso l’utilizzazione di splitter ottici;
successivamente ogni replica del segnale attraversa un filtro
sintonizzabile (TF) che provvede ad isolare il canale (in lunghezza
d’onda) desiderato. I canali così discriminati sono poi inviati verso un
banco di M matrici di commutazione, una per ogni lunghezza d’onda, di
dimensione (N+1) x (N+1). Si noti quindi che la i-esima matrice gestisce
canali entranti tutti della stessa lunghezza d’onda λ
i
.
Matrice
Spaziale
(N+1) x (N+1)
Matrice
Spaziale
(N+1) x (N+1)
Matrice
Spaziale
(N+1) x (N+1)
TF
1
2
N
Tx blocks Rx blocks
1
2
N
λ
1
λ
2
λ
M