Introduzione
La dinamicità attribuibile alla composizione del proprio piano di studi per il terzo
anno del corso di Scienze della Comunicazione mi convinse, fin dall’Anno Accade-
mico precedente, di poterla sfruttare al massimo includendo tra le varie materie di
studio un tirocinio formativo in azienda. Tale esperienza, pensavo, mi avrebbe porta-
to, seppur per un tempo limitato, all’interno di un ambiente lavorativo, rendendomi
partecipe di una realtà aziendale ben avviata, e non solo. Avrei sicuramente avuto la
possibilità di acquisire alcune conoscenze tecniche ed organizzative legate
all’ambiente in cui si mettevano davvero in pratica molte delle nozioni studiate fino a
quel momento. E in effetti, è stato proprio così.
Nel settembre del 2005 mi è stata offerta l’opportunità, in accordo col percorso
che avevo già deciso di intraprendere in precedenza, di svolgere uno stage presso Al-
fa Layer
1
, un’azienda di consulenza e sviluppo informatico con sede a Rivoli e de-
centrata in altre succursali in Torino. Il tirocinio si è svolto nello spazio di circa tre
mesi, fino alla fine di dicembre dello stesso anno, e mi ha visto coinvolto nel suppor-
to alla realizzazione di un progetto sviluppato in autonomia dall’azienda, “flashop-
ping.com”.
Si tratta di un sito web denominato di “shop-comparison”. La sua funzione consi-
ste nel raccogliere tutte le informazioni relative ai prodotti messi in vendita dai prin-
cipali siti di commercio elettronico - o di “e-commerce” -, proporli all’utente e facili-
tarne l’acquisto tramite funzionalità utili, come il confronto dei prezzi consigliati da
negozi diversi.
Il progetto di flashopping.com è legato alle speranze dell’azienda di ampliare la
propria popolarità ed il proprio ruolo all’interno dello scenario nazionale per quanto
riguarda questo settore già calcato con successo da altre aziende italiane ed estere.
L’idea è nata dall’osservazione delle principali realtà già esistenti ed attive in questo
campo, e dalla volontà della dirigenza di “mettersi in gioco” lanciandosi nel mercato
con una nuova sfida.
1
http://www.alfalayer.com
4
Per favorire ricerca e coinvolgimento attivo di studenti universitari, e unitamente
per contenere prudentemente i rischi legati all’investimento di fondi che potrebbero
non restituire un utile proporzionato alla spesa, Alfa Layer consente ogni anno agli
studenti universitari di svolgere presso le proprie sedi una serie di stage formativi le-
gati ad ognuno dei molti progetti autonomi seguiti al momento, tra i quali è presente
anche quello menzionato.
Nel corso del terzo anno di studi ho seguito alcuni corsi legati alla trattazione di
argomenti inerenti l’usabilità dei siti web, come Web Design e Tecnologia Web e
Comunicazione. A tal proposito scelsi, tra le varie alternative proposte dall’azienda,
di seguire il progetto legato allo studio di usabilità di un sito per lo shopping compa-
rato, allora provvisoriamente denominato “italiansite.com”, ma che presto avrebbe
cambiato nome in “flashopping.com”.
Uno studio di usabilità, tuttavia, presuppone che esista, se non il sito già realizza-
to, quantomeno un suo prototipo funzionante, che serva per svolgervi tutte le proce-
dure analitiche legate alla valutazione da un punto di vista critico e strutturato.
All’epoca, in realtà, il sito si presentava quasi totalmente incompleto. Si può dire
che l’unica pagina funzionante e relativamente integra fosse la sola Home Page, poi-
ché non era possibile avere accesso ad altre zone né funzionalità, che, di fatto, non
esistevano.
In azienda, infatti, si giunse in breve alla decisione unanime di rivedere comple-
tamente il progetto in ogni sua parte, e di ricostruirlo interamente partendo da zero.
Lo studio di usabilità lasciava dunque il posto ad una serie di mansioni relativa-
mente più complesse e circostanziate, che mi hanno permesso di acquisire numerose
competenze e una buona dose di spirito critico.
Il resoconto non solo delle mie attività, ma anche di tutte le riflessioni scaturite in
fase di realizzazione, ha dato forma ai contenuti confluiti in questo lavoro di Tesi,
che ho strutturato in modo da riprodurre le varie fasi dello studio legato allo sviluppo
progressivo del progetto.
Per far comprendere gli intenti del mio lavoro vorrei attribuire particolare rilievo
alla “conversione” che ha interessato gli obiettivi legati all’attività del mio tirocinio.
5
Ad una prima lettura della proposta di stage
2
pensai, come ho già espresso, che
avrei dovuto compiere una sorta di analisi per la valutazione di un progetto già com-
pletato e funzionante, di cui fino a quel momento avevo ignorato l’esistenza, ma che
probabilmente funzionava già da tempo. Come anticipato, invece, non era così. Il sito
doveva essere totalmente ripensato e ricostruito dal principio, per cui non sarebbe
stato possibile sottoporlo ad un’analisi relativa all’usabilità, in quanto in realtà non
esisteva.
Parallelamente allo svolgimento delle attività che mi venivano affidate ed alla cre-
scita del sito, elaborai un’idea concreta che gravitava, in ogni modo, attorno al con-
cetto dell’usabilità di ciò che stavo realizzando.
Per la realizzazione di un sito Web di qualunque tipo, così come per la fabbrica-
zione di qualsiasi dispositivo di uso quotidiano, è necessario seguire una serie di ac-
corgimenti, il più delle volte standardizzati, volti al raggiungimento di un risultato
ottimale: la possibilità di utilizzarlo al meglio e con il minimo impegno cognitivo.
Un sito, o un qualunque oggetto di uso quotidiano, si definisce infatti usabile
quando è “facile da usare”. Un tale oggetto è realizzato in modo che non ci si debba
continuamente tormentare ponendoci la domanda “ma come funziona?”. In altre pa-
role, l’oggetto usabile per eccellenza, non ci deve costringere ad aumentare il nostro
sforzo cognitivo nel suo utilizzo: più semplicemente, non ci deve far pensare
3
.
Il modo migliore per raggiungere lo scopo è quello di adottare accorgimenti che
rendano ogni aspetto dell’oggetto autoevidente, o autoesplicativo
4
.
Come per la realizzazione di oggetti fisici è obbligatorio attenersi a discipline qua-
li l’ergonomia
5
, per la costruzione di artefatti cognitivi come i siti Web bisogna se-
guire le linee guida che nascono dall’impiego consapevole delle norme
dell’Architettura dell’Informazione e del Design.
Ciò che caratterizza il mio lavoro, dunque, non è la “valutazione finale” espressa
in merito ad un progetto completo e funzionante, ma l’analisi delle problematiche le-
gate alla progettazione e la descrizione delle procedure connesse alla lavorazione del
sito a partire dalla fase di ideazione.
2
Il testo della proposta di stage riportava esattamente: “Elaborazione dello studio di usability e
dell’interfaccia grafica di un sistema web based per lo shopping comparato. Il caso italiansite.com”.
3
L’espressione “Don’t make me think” è definita da Steve Krug come la prima e più importante legge
dell’usabilità. Ed è anche il titolo del suo più famoso libro.
4
Ogni sua parte deve dunque “spiegarsi da sola”
5
Studio della variabilità fisica degli esseri umani su base statistica.
6
L’usabilità di un sito web è un elemento che va “costruito” gradualmente con es-
so: a lavoro ultimato si possono effettuare analisi e misurazioni, individuare i pro-
blemi ed intervenire di conseguenza. Tuttavia l’attenersi alle regole dell’ Architettura
dell’Informazione e del Design consente di “preparare” concretamente il terreno
all’usabilità del sito ancor prima di mettersi al lavoro.
Ciò significa che, aderendo a necessarie disposizioni, è possibile prevenire gli er-
rori di progettazione procedendo fin da subito nella direzione giusta.
Alfa Layer è un’azienda ben avviata, ma ancora in fase di crescita; dispone di un
organico competente e attivo, ed è in grado di realizzare prodotti di altissima qualità
in tempi brevi. Tuttavia, in base a quanto ho potuto osservare, non è ancora totalmen-
te in grado di sviluppare in autonomia progetti non commissionati come flashop-
ping.com, e, come è comprensibile, la dirigenza preferisce dare la precedenza a com-
piti più incombenti, richiesti dalla propria clientela.
Un elemento di debolezza di flashopping.com è costituito proprio da questa sua
caratteristica, e per questo la sua realizzazione sta necessitando di tempi più lunghi
rispetto ad altri progetti.
L’esigua durata del tirocinio, infatti, non ha permesso di portare a termine il lavo-
ro nella sua interezza, ed il sito appare tuttora funzionante, ma visibilmente incom-
pleto.
A parte questo piccolo inconveniente, mi è stato possibile stilare una sorta di rap-
porto di tutte le attività svolte durante il mio stage, e non solo. Ad ogni attività effet-
tivamente svolta è affiancato uno studio legato ai diversi settori del Design e
dell’Architettura dell’Informazione, e per ciò che non è stato ancora realizzato, si
possono trarre molte considerazioni importanti. In breve, proprio perché trattasi di un
lavoro ancora in fase di costruzione, è possibile correggere in tempo gli errori. In
questa sede proverò dunque a descrivere ciò che è stato fatto finora per la realizza-
zione del sito e, laddove non sia ancora stato fatto nulla, esporrò alcune delle solu-
zioni che si potrebbero tradurre in azione per il completamento del progetto, compa-
tibilmente con le risorse ed i mezzi a disposizione. Il tutto per descrivere ciò che pre-
cede l’usabilità, ovvero che contribuisce alla sua concretizzazione.
7
Cosa è flashopping.com
Tra le numerose tipologie di siti Web esistenti, si è distinta da circa una decina
d’anni quella dedicata al commercio elettronico – o “e-commerce” – , per questo le-
gata ad un tipo di transazioni economiche totalmente nuovo, impostato per funziona-
re esclusivamente attraverso il Web.
Come sostengono Fabio Ciotti e Gino Roncaglia, «[…] la rete Internet è la miglio-
re concretizzazione dell’idea di mercato globale»
6
. Cosa significa questo? Che nel
terreno virtuale del Web si annullano letteralmente tempi e distanze, fenomeno che
consente all’utenza di compiere facilmente e velocemente molte delle operazioni che
normalmente richiedono, nel “mondo reale”, un notevole dispendio di tempo e di de-
naro.
Nel caso del commercio elettronico, se si escludono le residue diffidenze di alcuni
utenti legate alla diffusione di dati personali quali il numero di carta di credito, e le
resistenze connesse all’attrazione ancor forte per lo shopping “tradizionale
7
”, è fuor
di dubbio che, con i rinomati “pochi click”, è possibile scegliere, acquistare ed ordi-
nare via Web praticamente di tutto.
Sono infatti sorti, negli ultimi anni, numerosissimi “negozi virtuali”, molto simili,
in quanto a servizi e prodotti, a quelli “reali”, che rendono possibile tutto ciò. Essi
fanno riferimento a due differenti modelli: distribuzione diretta da parte dell’azienda
produttrice, e delegazione della transazione a distributori qualificati.
Nella prima ipotesi è la stessa ditta produttrice a svolgere anche la funzione di
commerciante, ed apre un suo spazio virtuale sul Web; nella seconda, la commercia-
lizzazione dei prodotti è affidata ai cosiddetti “centri commerciali virtuali” – o
“cyber mall
8
” – , che espongono sul proprio sito interi cataloghi e vetrine di prodotti
acquistabili direttamente tramite registrazione e dichiarazione dei propri dati. Questi
sistemi evidenziano quella che può essere descritta come “rimediazione
9
” delle realtà
6
F. CIOTTI - G. RONCAGLIA, Il mondo digitale. Introduzione ai nuovi media, Bari, Laterza 2001
3
, p.
402.
7
Ovviamente non si auspica ad una totale sparizione dello shopping per negozi, quanto piuttosto si
intende descrivere un rilevante mutamento di costume avvenuto nella società italiana, come in quella
d’altri paesi, soprattutto nell’ultimo decennio.
8
F. CIOTTI - G. RONCAGLIA, op. cit., p. 403.
9
J. D. BOLTER - R. GRUSIN, Remediation, London, MIT Press 1999; ed. It., Remediation. Competizio-
ne e integrazione tra media vecchi e nuovi, Milano, Guerini Studio 2003
2
.
8
esistenti: esse vengono infatti “reinventate”, presentate sotto forme nuove ed arric-
chite in funzioni ed efficienza.
Con l’aumento dei siti di commercio elettronico, e quindi delle difficoltà che gli
utenti possono incontrare nel destreggiarsi tra le numerose realtà esistenti, sono stati
inventati sistemi che facilitano il reperimento delle informazioni relative ai prodotti,
e che consentono di usufruire di molti altri vantaggi: i siti di “shop-comparison”, o
“shopbot”.
Si tratta di motori di ricerca specializzati per lo shopping on line, tramite i quali
gli utenti possono trovare tutte le offerte commerciali proposte dai negozi in rete,
confrontarne i prezzi ed eventualmente procedere con le operazioni di acquisto.
I prodotti indicizzati sono raggruppati per categorie merceologiche; oltre a questo
catalogo ordinato esiste la possibilità di effettuare ricerche mirate, anche piuttosto
approfondite, tramite l’ormai classico form.
In aggiunta, bisogna segnalare il fatto che questi siti veicolano numerose informa-
zioni commerciali, grazie all’adozione di sistemi pubblicitari come banner, “vetrine”
– ossia tabelle – contenenti offerte speciali, link sponsorizzati, e così via.
I siti di shop-comparison non vendono nulla in maniera diretta, ma svolgono la
funzione di mediatori tra il negozio on line e l’utente, o meglio, rappresentano per
l’utente un supporto alla scelta ed all’acquisto dei prodotti. Essi dispongono infatti di
strumenti di navigazione e di ricerca che rendono fruibili le informazioni.
Una delle funzioni predominanti di tali sistemi è inoltre quella di permettere, co-
me dice il nome stesso
10
, di comparare i prezzi.
In uno shopbot vengono raccolte offerte commerciali per prodotti provenienti da
negozi on line diversi: in questo modo, è possibile scegliere liberamente l’offerta più
conveniente in termini di prezzo, condizioni, spese e tempi di spedizione.
I gestori di uno shopbot controllano il traffico che intercorre tra la scelta effettuata
dal sito di loro competenza e l’eventuale acquisto, che invece avviene sempre a par-
tire dal sito di e-commerce. Il guadagno emerge da questa attività di mediazione: se-
condo il principio denominato “cost per click”, tra il gestore dello shop-comparison e
quello del sito e-commerce, vengono stipulati accordi economici per cui il primo ri-
ceve dal secondo una percentuale sugli acquisti effettuati e avviati dal proprio porta-
10
In “shopbot”, “bot” designa la funzione di motore di ricerca; in “shop-comparison”, “comparison”
indica proprio la possibilità di una comparazione dei prezzi.
9
le. Altre fonti utili di monetizzazione sono rappresentate dalla vendita di spazi pub-
blicitari.
Le realtà già esistenti in Rete, sono, per esempio, Kelkoo
11
, nato nel 2004, e fa-
cente parte del gruppo Yahoo!; Trovaprezzi
12
e Shoppydoo
13
, nati rispettivamente
nel 2002 e nel 2005, e gestiti da 7pixel s.r.l.; Costameno
14
, ideato e realizzato da
Display.
Seguendo la scia di queste realtà giovani e redditizie, Alfa Layer, ha deciso da al-
cuni mesi di proporre una valida alternativa a questi siti, progettando, appunto, fla-
shopping.com.
L’intento dell’azienda è di realizzare un prodotto che risulti competitivo sul terri-
torio regionale e nazionale, che sappia offrire un servizio utile ed efficiente, e che
proponga soluzioni nuove atte a migliorare l’attività dell’utente in visita e ad alimen-
tare la fiducia verso il sito.
Per la realizzazione di questo sito Web, come di qualunque altro, è doveroso “fare
il possibile” perché alla fine risulti veramente usabile. E questo obiettivo si raggiunge
soltanto con un corretto uso degli accorgimenti standardizzati, riassunti nelle disci-
pline dell’Architettura dell’Informazione e del Design.
Il mio lavoro mi vedrà coinvolto nei diversi ambiti del settore, e descriverà il per-
corso necessario al raggiungimento di un prodotto funzionale e di qualità.
In particolare mi soffermerò su una serie di punti fondamentali utili allo scopo.
Partirò dalle considerazioni fattibili circa le componenti fondamentali
dell’Architettura dell’Informazione, ovvero Contesto, Utenti, Contenuti. Successi-
vamente passerò a considerare le modalità più corrette per l’organizzazione e
l’“etichettatura” di tali contenuti.
In seguito analizzerò i vari aspetti legati all’implementazione di adeguati sistemi
di navigazione e ricerca dei prodotti, per poi terminare con ciò che normalmente co-
stituisce la parte finale di uno studio di questo tipo, ovvero l’interfaccia grafica del
sito.
11
http://it.kelkoo.com
12
http://www.trovaprezzi.it
13
http://www.shoppydoo.it
14
http://www.costameno.it
10