INTRODUZIONE
Per la mia tesi di laurea ho deciso di occuparmi di un
paese che considero, in base alla mia esperienza personale,
abbastanza trascurato dagli studi che di esso si fanno in
Italia, o almeno non è studiato quanto ci si aspetterebbe: la
Libia.
E’ uno Stato che viene analizzato nel contesto
generale del mondo arabo, in base alle caratteristiche
comuni con gli altri paesi arabi, ma la sua storia, così
particolare, non viene approfondita molto. Cosa che
invece ritengo si dovrebbe fare maggiormente, in
particolar modo in un paese come l’Italia che è stata la
potenza che l’ha colonizzato per oltre trent’anni, co n
metodi così brutali, crudeli e violenti che non ritengo
possibile lasciare ancora all’oscuro la popolazione
colpevole. Infatti nel nostro Paese si sa molto poco, troppo
poco, su quello che accadde nelle colonie italiane sotto il
regime fascista. Il leader libico, Muammar Gheddafi, che
la governa da più di quarant’anni, è stato descritto dai
media in tutti i modi, dall’uomo rivoluzionario e ambiguo,
a una persona affetta da gravi problemi psichici, e di
conseguenza inadatta a ricoprire il ruolo che ancora oggi
detiene. Come molti autori che hanno scritto
sull’argomento, la mia curiosità fondamentale è stata
quella di scoprire quanto c’è di vero in alcune notizie che
ci sono state fornite a proposito della Libia
contemporanea. Per fare questo mi sono basata su tre
2
opere: una riguardante il colonialismo italiano in Libia, di
Angelo Del Boca, Gli italiani in Libia. Dal fascismo a
Gheddafi, che tratta la storia della Libia prima sotto la
dominazione italiana, poi sotto quella inglese e francese
negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra
mondiale, fino a diventare una monarchia per volere delle
principali potenze occidentali. Gheddafi. Una sfida dal
deserto, dello stesso autore, è una biografia del leader
libico, logicamente un’opera non completa dal momento
che il soggetto trattato è ancora in vita, e che ripercorre la
storia della Libia dal colpo di Stato militare del 1969 fino
alla fine del secolo scorso; infine Storia della Libia
contemporanea, di Dirk Vandewalle, un testo che
ripercorrendo la vita del paese dalla fine dell’Ottocento ai
nostri giorni, offre una chiara esposizione del passato del
paese e corregge alcuni malintesi che riguardano il
presente.
Attraverso una comparazione tra questi tre testi, ho
fatto una ricostruzione della storia del paese, tramite il
pensiero dei due autori analizzati, soffermandomi sulla
figura del suo strano leader, sui vari tipi di politica da lui
praticati e sulle relazioni con gli altri paesi arabi e
occidentali.
La caratteristica principale che contraddistingue la
Libia è che si tratta di una Jamahiriyya
1
, di uno ‘stato delle
masse’, in cui il potere è nelle mani del popolo, che quindi
si governa da sé, una sorta di “autogestione” dello stato. In
questo senso è l’unico paese arabo ad essere diverso, non
1
Cfr. p. 44.
3
essendo né una monarchia né una repubblica vera e
propria; è una repubblica ma basata su una forma di
democrazia diretta. E’ stato lo stesso Gheddafi a creare
questo tipo di Stato, attraverso la sua Terza Teoria
Universale e il suo Libro Verde, opera che racchiude il suo
pensiero politico, come pure il termine che lo rappresenta.
Dopo una breve presentazione degli autori dei testi
analizzati, Angelo Del Boca e Dirk Vandewalle (cap. 1),
c’è un’introduzione al contenuto dei testi da analizzare
(cap. 2), per passare poi a un riassunto dettagliato dei
contenuti presenti in tutti e tre i libri, facendo riferimento
anche alle informazioni, ai documenti e al vario materiale
utilizzato per portare a compimento le opere, oltre a una
valutazione comparativa dei contenuti (cap. 3). Essendo il
mio lavoro una relazione critica, si trova poi un
inquadramento critico dei testi analizzati, sia riguardo
l’interpretazione generale dell’argomento, sia rispetto alle
conoscenze che già avevo di esso (cap. 4). Nell’ultima
parte ho fatto una rassegna della letteratura
sull’argomento, ossia un resoconto della ricerca
bibliografica tramite fonti a stampa e fonti on-line, in
italiano, arabo e nelle principali lingue occidentali, in
modo da poter dare una collocazione sia all’argomento sia
alle opere analizzate, e fare infine una valutazione sullo
stato attuale degli studi sulla Libia contemporanea
(cap. 5).
Per la traslitterazione dei toponimi ho adottato la
grafia utilizzata nella voce “Libia” del Calendario Atlante
De Agostini 2006; per i nomi entrati nell’uso comune ho
4
usato la grafia corrente, perché più conosciuta e più
familiare al lettore italiano, ad esempio, per scrivere il
nome del leader libico ho preferito la forma “Gheddafi”,
anziché quella araba ‘ al-Qaḏḏafi’. A proposito delle
traslitterazioni dall’arabo il sistema di trascrizione
utilizzato è stato quello di Pareja
2
.
Inoltre, i titoli dei tre testi utilizzati per il lavoro,
quando vengono riportate citazioni da essi tratte, sono stati
abbreviati come segue: Angelo Del Boca, Gli italiani in
Libia. Dal fascismo a Gheddafi, Bari, Laterza, 2001 si
troverà come [Del Boca 1]; dello stesso autore, Gheddafi.
Una sfida dal deserto, Bari, Laterza, 2001 sarà [Del Boca
2] e Dirk Vandewalle, Storia della Libia contemporanea,
Roma, Salerno editrice, 2007 [Vandewalle]. All’interno di
ogni parentesi quadra verrà indicata la/le pagina/e di
riferimento del rispettivo testo.
2
F. M. Pareja, Islamologia, Orbis Catholicus, Roma, 1951, p. 8.
Sistema di trascrizione presentato al XIX Congresso Internazionale degli
Orientalisti, tenutosi a Roma nel 1935.
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1. GLI AUTORI DEI TESTI
1.1 Angelo Del Boca
Angelo Del Boca, nato a Novara il 23 maggio 1925, è uno
scrittore, partigiano e storico del colonialismo italiano.
Nel 1942 si iscrive alla facoltà di Lettere
dell’università di Torino. Dal 1944 -45 prende parte alla
guerra di liberazione nel piacentino. Collabora poi al
Politecnico di E. Vittorini, alla Rassegna d’Italia e alla
Gazzetta del popolo, scrivendo racconti che in parte
riunirà nel libro Dentro mi è nato l’uomo. Nel 1950 viene
assunto come inviato speciale della Gazzetta del popolo di
Torino con il compito di seguire gli avvenimenti in Africa
e in Medio Oriente. Così assiste al processo di
decolonizzazione e, tra il 1950-60, scrive un centinaio di
articoli sull’argomento e vari libri. Dal 1960 è stato inviato
speciale del Giorno in Africa e Medio Oriente. Dal 1985 è
presidente dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’età
contemporanea di Piacenza e direttore della rivista di
storia contemporanea Studi Piacentini. Ha insegnato
Storia contemporanea nella facoltà di Scienze politiche
presso l’università di Torino. Fu il primo a denunciare le
atrocità compiute dalle truppe italiane in Libia, Etiopia,
Eritrea e Somalia durante il periodo del colonialismo,
6
come l’uso di armi chimiche (iprite, fosgene e arsina), la
creazione di veri e propri campi di concentramento, le
deportazioni e uccisioni di massa.
Opere principali:
Dentro mi è nato l’uomo, Torino, Einaudi, 1947;
L’anno del giubileo, Torino, Einaudi, 1948;
La guerra d’Abissinia 1935-1941, Feltrinelli,
1965;
Gli italiani in Africa orientale. Vol. 1, 1976;
Gli italiani in Africa orientale. Vol. 2, Laterza,
1980;
Gli italiani in Africa orientale. Vol. 3, Laterza,
1986;
Gli italiani in Africa orientale. Vol. 4, Laterza,
1987;
L’Africa nella coscienza degli italiani. Miti,
memorie, errori, sconfitte, Laterza, 1992;
Una sconfitta dell’intelligenza. Italia e Somalia,
Laterza, 1993;
Il negus. Vita e morte dell’ultimo re dei re,
Laterza, 1995;
I gas di Mussolini. Il fascismo e la guerra
d'Etiopia, Editori Riuniti, Roma, 1996;
Gli italiani in Libia. Vol. 1: Tripoli bel suol
d’Amore (1860-1922), Mondadori, 1997;
Gli italiani in Libia. Vol. 2: Dal fascismo a
Gheddafi, Mondadori, 1997;
Un testimone scomodo, Grossi, 2000;
7
Gheddafi. Una sfida dal deserto, Laterza, 2001;
La nostra Africa. Nel racconto di cinquanta
italiani che l’hanno percorsa, esplorata e amata,
Neri Pozza, 2003;
La disfatta di Gasr Bu Hàdi. 1915: il colonnello
Miani e il più grande disastro dell’Italia coloniale,
Mondadori, 2004;
Italiani, brava gente? , Neri Pozza, Vicenza, 2005;
La scelta, Neri Pozza, Vicenza, 2006;
A un passo dalla forca, Baldini Castoldi Dalai,
Milano, 2007;
Il mio Novecento, collana: Il camello battriano,
Neri Pozza, 2008;
La storia negata. Il revisionismo e il suo uso
politico, collana: Bloom, editore Neri Pozza, 2009.
1.2 Dirk Vandewalle
Dirk Vandewalle è un docente di Dottrina dello Stato
presso il Dartmouth College; esperto di politica economica
del Nord Africa e di strategie di liberalizzazione politica
ed economica nel Medio Oriente e presidente fondatore
dell’ “ Asian and Middle Eastern Studies Program”.
Tra le sue opere:
Libya since Independence: Oil and Statebuilding,
Ithaca 1998;
Storia della Libia contemporanea, Roma, Salerno
editrice, 2006.
8
E’ curatore del libro Qadhafi’s Libya, 1969-1994
(New York 1995).
Dirk Vandewalle è uno dei pochissimi studiosi
occidentali ad aver visitato la Libia negli ultimi anni, nella
sua opera fa luce sulla storia politica, sociale ed
economica della Libia contemporanea. A differenza di Del
Boca, non si hanno attualmente molte notizie su di lui.
9
2. INTRODUZIONE AL CONTENUTO DEI TESTI
DA ANALIZZARE
2.1 Argomento, tesi, obiettivi dichiarati e struttura del
testo
Gli italiani in Libia. Dal fascismo a Gheddafi ricostruisce
gli avvenimenti e i rapporti fra l’Italia e la Libia dal 1922,
anno in cui in Italia sale al potere Mussolini, al 1987, anno
delle pretese di Gheddafi sulle isole Tremiti. Partendo
dalla conquista fascista della Libia, analizza gli operati dei
vari governatori delle province libiche: Giuseppe Volpi,
dal 1921 al 1925, Emilio De Bono dal 1925 al 1928, come
governatori della Tripolitania; Luigi Pintor (1921-22),
Luigi Dongiovanni (1922-24), Ernesto Bombelli (1924-
26), Attilio Teruzzi (1926-28) come governatori della
Cirenaica. Governatori della Libia, dopo la riunificazione
delle due province, furono: Pietro Badoglio (1928-34);
Italo Balbo (1934-40), Rodolfo Graziani (1940-41), Italo
Gariboldi (marzo 1941-luglio 1941), Ettore Bastico (1941-
43), Giovanni Messe (febbraio 1943-maggio 1943).
Si passa poi ad analizzare gli eventi che portano
alla sconfitta dell’I talia e alla sua sostituzione con la Gran
Bretagna come potenza coloniale in Libia, descrivendo sia
la situazione degli italiani sia quella dei libici sotto
occupazione inglese (1943-1951), fino alla decisione
inglese di rimettere la questione alle Nazioni Unite. Con la
risoluzione Onu 289 del 13 dicembre 1949 si decide che la
Libia sarà uno Stato indipendente e sovrano dal 24
dicembre 1951. Il paese diventa così il Regno Unito di
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