APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DI REVISIONE N 570
LA CONTINUITA’ AZIENDALE AL CASO EUROFLY
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L’importanza del cosiddetto “going concern” è sottolineata dal fatto che
nel framework
4
la condizione di impresa in funzionamento è considerata
un assunto fondamentale, ovvero i principi sopra citati non si applicano ad
imprese in liquidazione.
Il revisore verifica e valuta il corretto utilizzo di tale presupposto nella
redazione del bilancio da parte della direzione aziendale. Deve considerare
se vi siano incertezze significative che possano mettere in dubbio la
capacità dell’impresa di operare nei dodici mesi successivi alla data di
riferimento del bilancio.
Il focus del lavoro di ricerca qui di seguito svolto è una analisi del
problema della continuità aziendale, incentrata sull’importanza che essa
assume nel momento in cui emergono significativi dubbi.
Si è voluto inizialmente analizzare le problematiche che scaturiscono dal
venir meno del going concern e l’importanza di effettuarne una corretta
valutazione. Si cercherà di analizzare quali criteri e conseguentemente
quali valori sono maggiormente suscettibili di modifica proprio a causa del
risultato di questa valutazione.
In un contesto di crisi aziendale si vorrà sottolineare la rilevanza logica di
una visione prospettica del futuro dell’attività aziendale da parte di chi
amministra l’impresa. A tal scopo si descriverà il ruolo centrale svolto dal
Piano Industriale, del suo contenuto minimale e della valutazione circa la
realizzabilità.
Un approfondimento sarà dedicato al lavoro del revisore, tenuto a
verificare che la valutazione delle voci sia stata effettuata in base alla
continuità aziendale. Egli deve sempre accertare la ragionevolezza di tale
presupposto considerando le incertezze significative. Dovrà quindi
decidere se simili problematiche siano esposte in modo da favorire una
adeguata informativa in bilancio.
4
Il framework è il documento che definisce, per quanto riguarda i principi contabili internazionali, gli
elementi minimi del bilancio. Non è un vero e proprio Principio Contabile, ma descrive le regole base su
cui si sostiene tutta l’impalcatura teorica dei Principi Contabili Internazionali.
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Con la sua relazione finale il revisore non sottoscrive una garanzia assoluta
sulla capacità dell’impresa di esistere in futuro, né assicura che la stessa
sia amministrata con efficacia ed efficienza. Premettendo che nessuno è in
grado di dare certezza circa il futuro di una società e di garantire che non
fallisca, la denuncia di situazioni di non continuità e la loro formale
dichiarazione da parte del revisore può marcare l’attenzione sollecitando
azioni correttive.
Il revisore non è in grado di predire eventi futuri che possono comportare
il venir meno della continuità aziendale, il suo giudizio si baserà
sull’esistenza o meno di dubbi significativi sulla capacità dell’impresa di
operare a breve ancora come entità in funzionamento.
Nell’analisi svolta si è cercato di aiutare a far comprendere meglio le
responsabilità e far apprezzare la qualità del servizio reso dal revisore. Per
raggiungere questo scopo si cercherà di chiarire la funzione che svolge
all’interno dei controlli aziendali in merito alla continuità aziendale, le sue
responsabilità, le procedure e infine le possibili relazioni a conclusone del
proprio lavoro.
Per raggiungere lo scopo verrà successivamente preso in considerazione
un impresa specifica: la compagnia aerea Eurofly. Il motivo per cui si è
voluto analizzare un caso aziendale è ascrivibile al fatto che l’argomento
trattato ha necessariamente riflessi di tipo pratico. Le crisi aziendali,
seppur mantenendo costanti alcuni caratteristiche tipiche, presentano
elementi peculiari differenti da caso a caso.
Le ragioni di tanto interesse verso il settore aereo derivano innanzitutto
da un primo elemento contrastante; la continua crescita della domanda
nel settore. Infatti come si può desumere dai dati forniti dalla IATA
5
negli
ultimi anni si assiste, nonostante tutto, ad un sostanziale incremento del
numero di passeggeri.
5
International Air Transport Association comprende più di 280 maggiori compagnie aeree che generano
circa il 94% del trasporto programmato.
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Dalla tabella seguente si desume una maggiore propensione all’uso
dell’aereo come mezzo di trasporto da parte degli italiani.
Tabella intro.1 Traffico commerciale totale Italiano: serie storica dal 1997
al 2006
Anno
Movimenti
(numero)
Variazione
anno
precedente
(%)
Passeggeri
(numero)
Variazione
anno
precedente
(%)
Cargo
(tonnellate)
Variazione
a nno
precedente
(%)
1997 930.974 8,16 72.465.744 11,90 681.300 3,93
1998 1.012.549 8,76 76.539.726 5,62
695.904
2,14
1999 1.144.454 13,03
82.013.810
7,15
673.952
-3,15
2000 1.247.419 9,00
91.454.127
11,51
748.821
11,11
2001 1.238.179
-0,74
90.209.768
-1,36
723.003
-3,45
2002 1.216.750
-1,73
90.609.737
0,44
736.707
1,90
2003 1.301.868 7,00
100.107.925
10,48
778.265
5,64
2004 1.312.445 0,81
106.989.798
6,87
820.167
5,38
2005 1.348.715 2,76
112.931.916
5,55
868.553
5,60
2006 1.419.875 5,28
122.889.091
8,82
915.906
5,45
Fonte dati ENAC, annuario statistico 2006, pag. 160.
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Gli ultimi dati pubblicati dalla IATA relativi e comprensivi del mese di
marzo 2008 fanno registrare però un rallentamento. La crescita si attesta
al 5,80% per quanto riguarda la domanda di passeggeri e al 3,20% (contro
il 4,30% del 2007) relativo alla crescita del traffico merci mondiale.
Si assiste a una domanda in forte crescita mitigata da elementi di rigidità
del sistema, come ad esempio lo stato di crisi del maggior vettore
nazionale. La decelerazione è comunque dovuta soprattutto alla
congiuntura internazionale e all’elevato prezzo del petrolio. In ogni caso
non modifica il trend positivo che ogni anno fa registrare, seppur in misura
minore, un sostanziale incremento di viaggiatori.
Il processo di deregulation, le politiche di liberalizzazione di più ampio
spettro hanno caratterizzato negli ultimi anni l’evoluzione delle compagnie
aeree. Esempi come la nascita e all’ascesa delle compagnie low cost, la
rivalutazione di aeroporti secondari e l’influenza dei Tour Operator sugli
operatori charter sono tutti elementi che palesano una certa vitalità del
settore. Eurofly è stata scelta per l’analisi perché la sua attività è soggetta
a molte delle problematiche sopra descritte.
Eurofly era la compagnia charter di Alitalia. Attualmente gli sforzi sono tesi
ad attuare una riconversione industriale, un cambiamento di rotta che
porti Eurofly a diventare una compagnia di linea o quantomeno “misto
charter”. Oltre a fattori concernenti il cambio di business molti sono i
rischi esogeni all’azienda, elementi in parte o del tutto non controllabili da
essa che incidono fortemente sull’andamento e sui risultati della società.
Essa infatti subisce l’influenza del clima politico nazionale ed
internazionale, degli eventi naturali, terroristici e così via. La redditività
dell’attività di trasporto aereo viene quindi fortemente intaccata da
variabili quali il prezzo del carburante, la variazione dei tassi di cambio, e
altri fenomeni ingovernabili dalla società stessa che negli ultimi periodi
hanno messo a dura prova diverse realtà aziendali.
Certamente questa ricerca ha il limite di non poter considerare in
profondità tutte le dinamiche sopra citate. Non è nostro intento analizzare
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e comprendere in modo esaustivo il settore del trasporto aereo. La
conoscenza dell’attività svolta dalla società sottoposta a revisione è però
condizione necessaria per lo svolgimento del servizio. Al professionista che
effettua la revisione contabile viene appunto richiesta questa capacità.
In un quadro così variegato è interessante analizzare le performance degli
ultimi esercizi, comprendere quali possono essere i punti di debolezza e i
rischi che possono far venir meno il presupposto della continuità,
partendo da analisi sul passato e spostandosi man mano verso il futuro.
Con questo caso si cercherà di descrivere il lavoro del revisore in merito
alla continuità aziendale durante l’incarico svolto. Per questo motivo si
rende necessario definire prima il quadro normativo, le problematiche
classiche e il servizio svolto dal revisore esposto nel principio di revisione
numero 570, per poi passare successivamente a un’analisi maggiormente
approfondita della compagnia aerea Eurofly.
Per introdurre il contesto del caso in esame sarà necessario un breve
excursus sulla società sia per i cenni storici, per gli avvenimenti più
importanti e per l’azionariato di riferimento.
Si passerà quindi all’analisi, in un ottica dinamica e su più esercizi, degli
indicatori che possono far ritenere esistente la presenza di incertezze
significative. Non si pretenderà certo di voler presentare un elenco
esaustivo poiché non è lo scopo di questo lavoro, e d’altronde da lettori
esterni dei fatti non si hanno tutte le informazioni a disposizione;
l’intenzione sarà comunque quella di identificare alcune problematiche
evidenziate e analizzarne le peculiarità.
Importante sarà l’esame nel tempo delle relazioni emesse dalla società di
revisione per far comprendere l’evolversi della situazione.
Il lavoro svolto non ha come obiettivo quello di dare un opinione
sull’operato della dirigenza e nel modo più assoluto si vuole proporre la
soluzione ai problemi della società in questione. Lo scopo è di evidenziare
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il lavoro che svolge il revisore nel valutare la continuità aziendale,
definirne le responsabilità, i limiti e la qualità del servizio da esso reso.
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CAPITOLO I
PROBLEMATICHE RELATIVE ALLA
CONTINUITA’ AZIENDALE
1.1 L’importanza della valutazione della continuità aziendale e gli effetti
del venir meno del “going concern”
1.2 Il piano industriale quando è in dubbio la continuità aziendale
1.3 Le caratteristiche di un piano industriale
1.4 Gli obiettivi di un piano industriale
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1.1 L’importanza della valutazione della continuità aziendale e gli
effetti del venir meno del “going concern”
Nel quadro normativo formato dai principi contabili nazionali e da quelli
internazionali redatti dallo IASB – International Accounting Standard
Board le regole contabili dettate sono date per l’impresa vista come entità
in funzionamento. I criteri di redazione dei bilanci, ovvero i principi alla
base delle valutazioni delle attività, delle passività e di determinazione del
risultato di esercizio, sono decisamente diversi nel caso in cui non sussiste
il cosiddetto going concern, ci si riferisce infatti ai principi di liquidazione.
Una novità che oggigiorno si presenta è la possibilità, prevista dall’articolo
2490 del codice civile, di utilizzare il criterio di miglior realizzo per alcune
poste (ad esempio un ramo aziendale) nell’ipotesi in cui un’azienda
applichi principi diversi da quelli utilizzati per le restanti poste. Nell’ipotesi
descritta il redattore del bilancio deve indicare le motivazioni e i criteri di
valutazione separando ed evidenziando le poste patrimoniali ed
economiche soggette a criteri di valutazione differenti da quelli previsti di
norma nel caso di funzionamento.
La dovuta chiarezza di esposizione che rende obbligatoria la separazione
dei valori che seguono principi di “liquidazione” è dovuta anche solo nel
caso in cui un ramo dell’impresa sia destinato al funzionamento e alla
prosecuzione dell’attività.
I principi contabili IAS/IFRS
6
non prevedono norme riguardanti i bilanci in
liquidazione. Ponendo come assunto fondamentale il principio della
continuità aziendale non si applicano ad imprese in cui tale presupposto
non è verificato.
Di fondamentale importanza per definire i criteri da utilizzare in fase di
redazione del bilancio è la comprensione dell’istante in cui avviene il
6
Con il termine di IAS/IFRS si intendono gli International Financial Reporting Standards (IFRS) e gli
International Accounting Standards (IAS), integrati dalle interpretazioni emesse dall’IFRIC,
precedentemente denominate SIC.
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cambiamento di destinazione del patrimonio aziendale. Il momento in cui
il presupposto del “going concern” non è più valido si verifica con certezza
all’atto di nomina dei liquidatori da parte degli amministratori. In questo
istante avviene il passaggio della gestione ai liquidatori ed a meno che
l’assemblea dei soci non disponga la continuazione dell’attività (esercizio
provvisorio d’impresa) funzionale alla vendita in blocco del complesso
aziendale, vi è l’abbandono dei criteri di funzionamento e l’applicazione di
“criteri di liquidazione”. Avviene dunque la trasformazione dal punto di
vista economico del capitale investito. Esso muta passando da strumento
produttivo di reddito a mero insieme di beni destinati alla monetizzazione,
al pagamento dei creditori ed infine alla ripartizione dell’attivo residuo ai
soci.
Per comprendere ciò che avviene in caso di assenza di validità del principio
di continuità aziendale bisogna considerare innanzitutto le conseguenze ai
criteri di valutazione in fase di liquidazione.
Il primo effetto è che non è più determinabile un utile distribuibile,
venendo a meno il principio di continuazione dell’attività fondamentale
per la redazione del bilancio
7
.
In secondo luogo non esiste più una distinzione tra attivo circolante ed
immobilizzazioni poiché tutti i beni sono ora destinati al realizzo tramite la
vendita diretta sul mercato.
Un altro impatto significativo riguarda i criteri di rilevazione e correlazione
costi ricavi i quali si modificano radicalmente (in particolare cessa il calcolo
degli ammortamenti di immobilizzazioni materiali ed immateriali).
7
Principi contenuti nel Codice Civile Art. 2423 bis.