PARTE PRIMA
Le Filippine
Parte Prima Capitolo 1 – Le Filippine
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CAPITOLO 1
LE FILIPPINE
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“Our humanity rests upon a series of learned behaviors, woven together
into patterns that are infinitely fragile and never directly inherited.”
“La nostra umanità si appoggia su una serie di comportamenti acquisiti,
intrecciati in schemi infinitamente fragili mai direttamente ereditati.”
Margaret Mead
1.1 Nota introduttiva
Questo capitolo svolgerà un‟analisi dettagliata della storia, della politica,
dell‟economia e delle caratteristiche della popolazione delle Filippine. Tale
studio è ritenuto indispensabile per poter meglio capire e contestualizzare il
problema dei bambini di strada nell‟arcipelago. Per poter, infatti, comprendere,
studiare, arginare e potenzialmente risolvere problemi di natura sociale quale ad
esempio il fenomeno dei bambini di strada, è necessario individuare, almeno in
parte, le cause che stanno alla base di questi fenomeni. Il passato
storico/politico di un paese, la sua evoluzione economica, così come
l‟evoluzione culturale della sua popolazione sono generalmente le più
immediate chiavi di lettura delle realtà sociali, politiche, economiche e culturali
che questo presenta.
6
Sezione tratta da: CIA, The World Fact Book, The Philippines, 2005; e dal sito
www.gov.ph/aboutphil/general.asp.
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1.2 Posizione geografica
Le Filippine sono un arcipelago di 7.107 isole, situate nell‟oceano
Pacifico, e si estendono dal
sud della Cina fino alla punta
più settentrionale del Borneo.
Solo 2000 di queste isole
sono abitate. Luzon e
Mindanao sono le isole
maggiori e costituiscono
all'incirca il 66% del territorio
del paese.
Lo Stato è diviso in tre
aree geografiche: Luzon,
Visayas e Mindanao. E‟
composto da 17 regioni, 79
province, 116 città, 1.501
comuni e 41.974 barangay
7
.
1.3 Storia
Prima dell‟arrivo dei
conquistadores spagnoli, una
fiorente comunità prosperava
sulle rive del fiume Pasig
(nell‟odierna Manila).
Maynilad, così veniva
7
Il Barangay è la più piccola unità politica nella quale vengono divise le città ed i comuni nelle
Filippine. Si tratta dell‟unità base del sistema politico filippino ed è composto da meno di 1.000 abitanti
residenti entro il limite territoriale di una città o un comune ed amministrato da un gruppo di funzionari
elettivi capeggiati dal presidente del barangay (chairman o punong barangay).
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chiamata a causa della pianta nilad i cui fiori a forma di stella crescevano in
abbondanza a valle, lungo le sponde del fiume.
Nonostante i Portoghesi fossero stati i primi a sbarcare nel Mindanao,
seguendo una rotta da occidente, Magellano è considerato il primo e vero
scopritore delle Filippine , che vi giunse invece da oriente il 16 marzo 1521
durante il primo viaggio di circumnavigazione del globo. Le chiamò “isole di
San Lazzaro”.
Non appena raggiunte queste isole nel 1521 Magellano ne dichiarò la loro
appartenenza alla Spagna; ciò non fu gradito dai capi locali, che lo uccisero.
Nel 1543 Ruy Lopez de Villalobos raggiunse il territorio e lo battezzò Filipinas
dal nome di Filippo II di Spagna. La vera e propria occupazione spagnola ebbe
reale inizio nel 1565 e nel 1571 tutto il paese, fatta eccezione per l'arcipelago
islamico di Sulu, rientrava ormai sotto il controllo della Spagna.
Nel sec. XIX, mentre proseguiva il progresso sul piano economico, il
diffondersi delle idee liberali ed indipendentiste provocava repressioni sempre
più dure da parte dei generali spagnoli (Oraa, Primo de Rivera e Izquierdo) che
fecero fucilare vari patrioti, fra cui, nel 1896, José Rizal, considerato a buon
diritto il padre dell'indipendenza nazionale. Ciò provocò una grande sommossa
dei Tagali, capitanata da Emilio Aguinaldo e appoggiata dagli Stati Uniti
(USA), che scoppiò in concomitanza con la guerra fra questi ultimi e la Spagna
stessa. Sconfitta per mare a Cavite (1898), la Spagna dovette cedere le Filippine
agli Stati Uniti, in virtù del trattato di pace firmato a Parigi il 10 dicembre 1898.
Mentre al Senato di Washington si svolgeva il dibattito che doveva concludersi
il 6 febbraio 1899 con la ratifica del trattato medesimo, nelle isole la situazione
precipitava rapidamente. I patrioti filippini, insorti per ottenere la piena
indipendenza, si trovavano infatti di fronte al pericolo di annessione, di fatto,
agli Stati Uniti. Così, dopo la proclamazione di indipendenza dalla Spagna,
l'assemblea rivoluzionaria redigeva una Costituzione che veniva promulgata il
23 gennaio 1899, mentre Aguinaldo era eletto presidente della Repubblica.
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Ma gli Stati Uniti nutrivano altri progetti e acquistarono le isole dalla
Spagna per il prezzo di 20 milioni di dollari. Nel 1902 iniziò dunque l‟era
Americana, un‟epoca caratterizzata da progressi nel campo educativo ed
igienico-sanitario e l‟introduzione di un governo democratico. In seguito,
infatti, gli USA riconobbero il desiderio di indipendenza dei filippini e nel 1935
Manuel L. Quezon prestò giuramento nelle vesti di presidente del
Commonwealth filippino in quella che avrebbe dovuto essere una fase di
transizione verso la piena autonomia. Lo scoppio della guerra nel Pacifico nel
1941 tuttavia interruppe bruscamente questo processo. Manila venne dichiarata
città aperta e gli americani si ritirarono. Per tre anni Manila venne occupata
dall‟armata imperiale giapponese. La vita in quel periodo era resa dura dal
rigido comando militare giapponese. Quando le truppe americane entrarono a
Manila per liberarla dovettero prima bombardarla per scacciare i tenaci
giapponesi. Manila era devastata. Il 4 luglio 1946, un anno dopo la fine della
Guerra, la bandiera delle Filippine venne innalzata a simboleggiare il
riconoscimento dell‟indipendenza del Paese.
Washington dunque mantenne l'impegno di concedere l'indipendenza e M.
Roxas fu il primo presidente della Repubblica. Il governo di Manila entrò
nell'orbita americana (Patto di assistenza militare del 1947, Trattato di reciproca
difesa del 1951, rinnovato e modificato nel 1958, partecipazione, nel 1954, alla
Southeast Asia Treaty Organisation (SEATO), invio di un contingente nel
Vietnam) e si mantenne su posizioni rigidamente anticomuniste.
Ad inasprire inizialmente la situazione contribuì la guerriglia condotta dal
movimento detto degli hukbalahap, dalla fine del 1949. Questo movimento
aveva prima combattuto contro il Giappone, quale potenza occupante, ed ora
tentava di ottenere con la forza quelle riforme sociali indispensabili ma
impossibili da conseguire per via legale.
Gli hukbalahap, di orientamento comunista, furono sopraffatti verso la
metà degli anni Cinquanta. Il malessere sociale non venne però meno e il
presidente F. Marcos (in carica dal 1965), di fronte alla ripresa della guerriglia,
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comunista al nord e musulmana al sud, proclamò nel 1972 la legge marziale.
Né il varo di una nuova Costituzione (1973), la successiva abolizione della
legge marziale (1981) né le elezioni presidenziali dello stesso anno (che
riconfermarono in carica Marcos), mutarono il carattere dittatoriale del regime.
L'assassinio nel 1983 del senatore Benigno Aquino, capo dell'opposizione
democratica al regime che rientrava in patria dopo tre anni di esilio, innescò
una massiccia serie di proteste contro il governo e in occasione delle elezioni
del 1986 i partiti di opposizione si schierarono con la vedova di Aquino, Cory.
Sebbene tanto il partito di governo quanto quello dell'opposizione sostenessero
di aver vinto, gli osservatori internazionali attribuirono la maggioranza dei voti
a Cory Aquino, la quale diede inizio a un programma di rivolta civile non
violenta che determinò la fuga di Marcos dal paese.
Cory Aquino riportò in vita le istituzioni democratiche, ma non riuscì a
risolvere le difficoltà economiche né ad avere la meglio sull'esercito e sulla
potente élite filippina. L'influenza strategica degli Stati Uniti diminuì dopo
l'eruzione del Pinatubo del 1991, che distrusse la base navale americana Clark,
e dopo che il senato filippino rifiutò di rinnovare gli accordi per la stazione
navale di Subic Bay. Cory Aquino sopravvisse a sette colpi di stato in sei anni e
nel 1992 le succedette, con il suo appoggio, il ministro della difesa Fidel
Ramos, il quale cercò di dare nuova linfa vitale all'economia, di attirare gli
investimenti stranieri, di combattere la corruzione e di ampliare i servizi
pubblici.
Nel settembre del 1996 il governo delle Filippine ed il Moro National
Liberation Front (MNLF)
8
firmarono un accordo di pace che mise fine, almeno
formalmente, alla lotta armata combattuta per 24 anni dai militanti del MNLF al
fine di ottenere l'autonomia di Mindanao. L'accordo prevedeva la concessione
al MNLF di una notevole autonomia in molte province dell'isola, tuttavia la
situazione in questa zona è tuttora instabile a causa dell'attività di un'ala
8
Fronte di Liberazione Nazionale Moro.
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scissionista, il Moro Islamic Liberation Front (MILF)
9
, contrario all'accordo,
che costringe il governo a condurre operazioni militari nelle zone di Basilan e
Sulu.
Nel 1998 il presidente Ramos fu sostituito da Joseph Estrada. Ex star del
cinema, fu votato più per la sua popolarità di personaggio dello spettacolo che
per le sue esperienze e qualità politiche; fece molte promesse di natura
economica, non tanto in favore della popolazione, quanto per le proprie tasche.
Fu messo sotto accusa per aver intascato tangenti dai sindacati. Quando Estrada
e i suoi alleati politici cercarono di inquinare le prove ostacolando l'accesso dei
procuratori ai conti finanziari, la popolazione diede vita a dimostrazioni di
massa per le strade di Manila. Estrada infine gettò la spugna il 19 gennaio 2001
e il giorno successivo il suo ex vice presidente, Gloria Arroyo, prestò
giuramento come nuovo presidente delle Filippine, tuttora in carica.
1.3.1 Le Filippine negli ultimi anni
Nel 2002, per sei mesi, truppe americane affiancarono l'esercito filippino
in azioni contro Abu Sayyaf
10
, uccidendone il capo, Abu Sabaya.
Il 18 ottobre 2002 un attentato su un autobus a Manila provocò tre morti e
decine di feriti. Era il quarto attentato nelle Filippine dall'inizio del mese. Le
autorità filippine ne attribuirono la responsabilità ad Abu Sayyaf, che si sarebbe
vendicato così dell'offensiva delle truppe governative, assistite dagli USA,
contro i guerriglieri. Zamboanga, una città a maggioranza cristiana nel sud del
paese, fu colpita da tre attentati il 2, il 17 e il 20 ottobre, mentre il 10 ottobre fu
presa di mira una stazione di autobus a Kidapawan, nella provincia di Cotobato.
La provincia di Zamboanga del Norte era stata già teatro di scontri a fuoco tra
le truppe governative ed i ribelli. Una bomba esplose provocando tredici
9
Fronte di Liberazione Islamica Moro.
10
Un piccolo gruppo di guerriglie, che ha combattuto fin dagli anni ‟70 per uno stato islamico
indipendente e che ha raggiunto la notorietà internazionale tra il 2000 ed il 2001 a seguito dei
molteplici rapimenti ed omicidi.
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vittime, il 24 dicembre, nella casa del sindaco della cittadina di Datu Piang, nel
sud delle Filippine. Nei primi tre mesi del 2003 vi furono duri scontri tra
l'esercito ed il MNLF, sospettato di essere stato l'esecutore dell'attentato che il 4
marzo 2003 distrusse la sala d'aspetto dell'aeroporto di Davao, nell'isola di
Mindanao, provocando la morte di 21 persone e il ferimento di altre 148.
Il 27 luglio 2003 circa duecento militari tentarono un colpo di stato per
chiedere le dimissioni della presidente Arroyo; la vicenda si concluse in modo
pacifico. Le elezioni del 10 maggio scorso hanno riconfermato alla presidenza
del paese Gloria Macapagal Arroyo. Tuttavia, se la nuova amministrazione
Arroyo non prenderà provvedimenti concreti, la crisi economica delle Filippine
rischia di assumere proporzioni catastrofiche. Tra i problemi da risolvere, il
deterioramento dei conti pubblici, l'aggravarsi del debito, la svalutazione della
moneta locale, la corruzione dilagante, la crescita demografica e la diffusa
povertà. Senza dimenticare, infine, i gravi problemi dovuti al terrorismo di
matrice islamica.
La Presidente Gloria Macapagal Arroyo ha attraversato una crisi politica
nell‟estate 2005, dopo aver ammesso di aver chiamato un membro del consiglio
elettorale durante la campagna elettorale del 2004. La registrazione di una
conversazione telefonica tra la presidente Arroyo ed il membro del consiglio
elettorale in questione, sembra suggerire che la presidente abbia tentato di
utilizzare il suo potere per influenzare i risultati delle elezioni. Un portavoce del
governo ha in seguito dichiarato che la registrazione era stata alterata. Alcuni
ministri del governo della presidente Gloria Arroyo hanno presentato le
dimissioni e si sono uniti all‟opposizione ed a decine di migliaia di manifestanti
nel chiedere le sue dimissioni. In una dichiarazione televisiva, la Arroyo si è
scusata per l‟errore di valutazione e ha enunciato, “ero ansiosa di proteggere i
miei voti ed in quel periodo ho parlato con molte persone, incluso un
funzionario della Commission on elections (Comelec)
11
, il mio intento non era
quello di influenzare i risultati delle elezioni e così non è stato”. A luglio
11
Commissione elettorale.
Parte Prima Capitolo 1 – Le Filippine
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l‟opposizione ha proposto una mozione di impeachment dando un segnale
evidente della crisi politica che il paese sta attraversando.
1.4 Situazione politica
La nuova Costituzione delle Filippine è stata ratificata nel 1987 ad
indicare il ripristino della democrazia nel paese.
Le Filippine sono oggi una Repubblica democratica con un presidente
eletto dal popolo, un parlamento bicamerale elettivo, ed un sistema
multipartitico efficiente sebbene molto frazionato. Nonostante tradizionalmente
sia il potere esecutivo a delineare l‟agenda politica, il potere legislativo ha un
ruolo fondamentale nel decidere la linea politica da seguire. Il 10 maggio,
approssimativamente il 74% dei filippini iscritti, ha votato alle elezioni
nazionali per il presidente, per entrambe le camere del Congresso e per i
funzionari delle province e locali. La presidente Gloria Macapagal Arroyo ha
vinto le elezioni presidenziali ed i suoi alleati hanno ottenuto la maggioranza
dei seggi al Congresso. Le elezioni si sono svolte in un clima di violenza con
numerose accuse di aver comprato i voti. Il lento conteggio dei voti ha inoltre
contribuito ed incrementato il sospetto di frode elettorale.
Nonostante la Costituzione garantisca l‟indipendenza del potere
giudiziario, questo è spesso caratterizzato da corruzione ed inefficienza.
Il presidente è anche il comandante in capo delle Forze Armate delle
Filippine (AFP). Il Dipartimento Nazionale di Difesa dirige l‟AFP, mentre il
Dipartimento degli Affari Interni e del governo locale è a capo della Polizia
Nazionale delle Filippine (PNP). L‟AFP, la cui responsabilità principale
riguarda operazioni di controllo delle attività di rivolta, ha anche il compito di
essere di supporto alle forze dell‟ordine tradizionali, incluso per la cattura di
rapitori, le cui azioni continuano ad essere un problema cronico di criminalità.
Le milizie civili locali aiutano a garantire la sicurezza in alcune aree di
conflitto. Generalmente le autorità civili mantengono il controllo effettivo dei
Parte Prima Capitolo 1 – Le Filippine
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contingenti di sicurezza; ciò nonostante, alcuni elementi delle forze armate,
inclusi la polizia, i soldati e le milizie civili locali violano costantemente i diritti
umani.
Dalla caduta del regime dittatoriale di Marcos nel 1986, alcuni elementi
delle forze armate hanno commesso azioni considerate anticostituzionali,
inclusi colpi di stato, temuti tutt‟oggi dall‟attuale governo.
1.5 Situazione economica
L‟economia filippina è caratterizzata da un misto di agricoltura, industria
leggera e servizi di supporto. Il settore terziario costituisce il 47%, circa, del
PIL, l‟industria il 33% mentre l‟agricoltura il 20%. Quest‟ultima assorbe il 37%
dell‟occupazione totale.
Il sostegno economico derivante dai lavoratori all‟estero, più di $7.6
miliardi l‟anno, ed il turismo rappresentano fonti importanti di
scambio/rapporto con l‟estero.
I problemi ambientali del paese includono la rapida deforestazione, danni
alla barriera corallina ed alle riserve ittiche, ed inquinamento significativo
dell‟acqua e dell‟aria.
Nel 1998 l‟economia filippina ha subito un deterioramento a causa della
crisi finanziaria asiatica e delle difficili condizioni atmosferiche. La crescita
annua del paese passò dal 5% del 1997 allo 0,6% del 1998, ma si ristabilì al
2,4% nel 1999 ed al 4,4% nel 2000. A seguito di un rallentamento globale della
crescita economica, del crollo delle esportazioni e delle forti preoccupazioni
legate alla sicurezza, scese nel 2001 al 3,2%. A partire dal 2002 la crescita del
PIL subì un‟accelerazione fino a toccare il 6% nel 2004. Il governo ha
promesso di continuare le proprie riforme economiche per consentire alle
Filippine di raggiungere il livello e la rapidità di sviluppo dei paesi di recente
industrializzazione dell‟est asiatico. La strategia adottata dovrebbe includere un
miglioramento delle infrastrutture, il risanamento del sistema fiscale in modo
Parte Prima Capitolo 1 – Le Filippine
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da aumentarne il gettito, un‟ulteriore deregolamentazione e privatizzazione
dell‟economia, e l‟aumento degli scambi interregionali.
Ciò nonostante ci sarà bisogno di una crescita economica costante in grado
di creare dei cambiamenti sostanziali nel paese, così da permettere l‟attuazione
di strategie volte alla riduzione della povertà, poiché le Filippine continuano ad
avere un tasso di crescita demografica alto ed un‟ineguale distribuzione del
reddito. Secondo un recente sondaggio sulle entrate e le spese delle famiglie
filippine, il 30% delle famiglie più ricche guadagna il 66.3% del reddito
nazionale, mentre il 30% delle famiglie più povere ne riceve
approssimativamente l‟8%. Il 40% circa della popolazione vive sotto la soglia
di povertà con un guadagno annuo di $255. Il livello di povertà è più alto nelle
aree rurali dove si stima che il 49% della popolazione sia incapace di far fronte
ai bisogni primari di sussistenza.
A questi dati preoccupanti va inoltre aggiunto che il prezzo del petrolio è
aumentato, così come gli interessi sul prestito dei dollari e l‟inflazione. Le
restrizioni fiscali limitano la capacità del governo di Manila di finanziare le
infrastrutture e la spesa pubblica. Il consistente deficit della bilancia
commerciale del paese ha prodotto un aumento del debito pubblico ed ha
costretto Manila ad utilizzare un‟ampia porzione del budget nazionale per il suo
risanamento.
Grandi imprese pubbliche non redditizie, specialmente nel settore
energetico, contribuiscono all‟aumento del debito a causa del loro lento
passaggio alla privatizzazione. Cresce pertanto tra gli istituti finanziari, la
preoccupazione che le filippine non possano far fronte al debito.
Parte Prima Capitolo 1 – Le Filippine
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1.6 Popolazione
La popolazione delle Filippine è di 87.857.473 milioni di abitanti con un
tasso di crescita annua del 1.84%
12
.
I filippini sono essenzialmente di origine malese con delle influenze
cinesi, americane, spagnole ed arabe.
È difficile distinguere esattamente le linee di separazione tra i diversi
gruppi etnici. Il lungo periodo di governo coloniale occidentale e la moltitudine
di mercanti che ha visitato il paese hanno dato vita ad un popolo unico, a metà
tra occidente e oriente sia per l‟aspetto che per la cultura.
I filippini hanno assorbito un po‟ di ogni cultura. Si dice che essi debbano
il bayanihan o spirito di socievolezza e cameratismo, per il quale sono noti, agli
antenati malesi. Il legame molto stretto con la famiglia lo avrebbero invece
ereditato dai cinesi. Il sentimento di carità verrebbe dagli spagnoli che nel
sedicesimo secolo introdussero nel paese il cristianesimo. L‟ospitalità invece è
una delle caratteristiche proprie e più comuni dei filippini e ciò che li
contraddistingue maggiormente.
I filippini sono divisi geograficamente e culturalmente in regioni ed ogni
gruppo regionale è riconoscibile da tratti e dialetti ben distinti – i robusti e
parsimoniosi Llocanos del nord, i laboriosi Tagalogs delle pianure centrali, gli
spensierati Visayans delle isole centrali, le variopinte comunità tribali sparse
lungo tutto l‟arcipelago ed i religiosi mussulmani del Mindanao. Nelle filippine
si parlano più di 111 dialetti, a causa della suddivisione di questi gruppi
regionali e culturali. I dialetti principali sono otto: Tagalog, Cebuano, Ilocano,
Hiligaynon o Ilonggo, Bicol, Waray, Pampango, ed il Pangasinan.
Oggi i filippini sono tra i pochi, se non gli unici orientali, a parlare
l‟inglese diffusamente sul territorio. Sono due, in effetti, le lingue ufficiali: il
Pilipino
13
e, grazie all‟occupazione americana, anche l‟inglese, ampiamente
12
CIA, The World fact Book, The Philippines. Stima del luglio 2005.
13
Lingua che trae origine in larga misura dal dialetto Tagalog.
Parte Prima Capitolo 1 – Le Filippine
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utilizzato in particolar modo per quel che riguarda l‟istruzione superiore.
L‟80% circa della popolazione è cattolica (eredità spagnola). All‟incirca il 15%
della popolazione è musulmana e generalmente residente nel Mindanao. Il resto
della popolazione è composto prevalentemente da cristiani di più piccola
denominazione e buddisti. Vi sono inoltre due chiese indipendenti istituite
all‟inizio del secolo ed oggi predominanti. Queste sono l‟ Aglipay (Chiesa
Indipendente delle Filippine) e l‟Iglesia Ni Kristo (Chiesa di Cristo) fondate
rispettivamente nel 1902 e 1914.