5
la depressione, lo stress, quindi si passa alle definizioni, alle tecniche di analisi e
diagnosi fino alle molteplici possibili terapie.
Al lavoro sono allegate un’ampia bibliografia ed un’aggiornata sitografia. Mi
auguro che questa esperienza mi consenta di recuperare il pieno controllo e la
corretta gestione delle mie energie.
In breve, mi regali il piacere di godere in libertà, secondo la mia natura e volontà,
quella che sarà, spero, una vita, la “mia vita”, semplice ed originale.
6
Cap. I
Per una definizione di ansia.
Per ansia generalmente si intende quella apprensione o spiacevole tensione data
dall’intimo presagio di un pericolo imminente e di origine in gran parte
sconosciuta; ne deriva che, quando si prova essa è sproporzionata a qualsiasi
stimolo noto, alla minaccia o al pericolo che ci sovrasta realmente. Le cause
dell’ansia sono intrapsichiche, cioè intime e difficilmente individuabili ma
sebbene essa ha indubbiamente una delle reazioni umane più diffuse, non esiste
ancora una definizione univoca. In letteratura troviamo spesso confusione tra i
termini ansia e paura, usati troppo spesso come se fossero intercambiabili; in
realtà la paura è alla base di tutte le risposte di ansia e l’ansia quindi, in un certo
senso, diventa molto più pericolosa della paura.
Il termine ansia viene dal latino anxius, la cui radice significa “soffocare” o
“strangolare”. L’ansia, quindi, viene connotata come una sensazione di stato di
allerta e di penosa attesa, l’aspettativa di un pericolo imminente associata ad una
spiacevole esperienza soggettiva. Essa viene considerata un’alterazione primaria,
una malattia matrice di altri disturbi.
Lo studioso Imperziali ci informa che l’ansia è “il sintomo che spinge ben 7
milioni e mezzo di italiani ad essere consumatori abituali di “ansiolitici”,
propriamente definiti i farmaci “antiansia”
1
. Freud è stato uno dei massimi
studiosi e interpreti della patologia ansiosa, fondando su di essa gran parte della
patologia psichiatrica e della dottrina psicoanalitica; “egli ha dato all’ansia un
significato particolare, considerandola un momento centrale di ogni patologia
psichiatrica e un fenomeno riferibile ad eventi critici come il trauma del parto e
della nascita, la separazione e la perdita dell’oggetto amato (ansia da separazione).
Infine ha interpretato l’ansia come sofferenza che sta all’origine dei sintomi
nevrotici che caratterizzano le psiconevrosi”
2
. Poiché “storicamente l’ansia è
sempre stata considerata un sintomo che anticipa o segue la comparsa di altri
1
: Imperziali Maurizio, Che ansia che angoscia, in
www.dica33.it\argomenti\psicologia\ansia\ansia1.asp.
2
: Costa Erminio, Ansia e fobie, Firenze, Giunti editore, 1987, p. 16.
7
sintomi più significativi”
3
, appare chiaro quindi che l’ansia non è solo un prodotto
dell’attuale società in quanto l’ansia è una fisiologica esperienza umana, quindi è
sempre esistita, essendo nata con l’uomo.
L’interpretazione psicologica dell’ansia è un tema dibattuto ormai da quasi un
secolo. Nel tempo si sono via via formate scuole psicologiche che si sono
differenziate fra loro proprio secondo i diversi pareri su questo disturbo.
La sindrome di adattamento “consta di tre fasi:
- la fase di allarme;
- la fase di resistenza: l’organismo cerca di resistere a quanto non può essere
evitato, e in ciò presenta una capacità di resistenza molto maggiore rispetto
a quella che avrebbe in condizioni normali;
- la fase di esaurimento: le risorse, mobilitate precedentemente vanno ad
esaurirsi e, se lo stimolo stressare persiste, l’organismo può andare in
contro ad ulteriori stimoli stressori”
4
.
L’ansia è un fenomeno molto diffuso ovunque, “come sintomo psicopatologico è
presente in tutta la patologia psichiatrica: nelle psiconevrosi, nella schizofrenia,
nelle sindromi psico-organiche”
5
.
L’ansia, o un qualsiasi stato emozionale, interagisce abitualmente con le funzioni
intellettive, quei processi cioè estremamente importanti che permettono di
valutare le situazioni, i pericoli e le proprie esperienze, modulando risposte e
comportamenti adeguati e positivi. Esse funzionano quindi come filtri nei
confronti degli stati emotivi, contenendoli entro limiti normali oppure favorendo
reazioni sbilanciate e nocive.
Troppa gente, oggi, al primo impatto con l’ansia la vive come malattia e si rivolge
al medico, allo psichiatra per ottenere un sicuro rimedio. Questo rientra in un
diffuso atteggiamento dell’uomo della civiltà industriale, che rifiuta la sofferenza
e la frustrazione.
Nella società odierna sono aumentati gli stress della vita sociale e l’uomo sembra
avere minore capacità di adattamento: di qui l’attivazione dell’ansia: l’uomo del
nostro tempo va più frequentemente incontro a questa esperienza per un
3
: Ibidem, p. 13.
4
: Asprea A.M, - Villone Batocchi, Ansia stress e coping nella prospettiva cognitiva, Napoli,
Gnocchi editore, 1998, p 39.
5
: Costa Erminio, Ansia e fobie, Firenze, Giunti editore, 1987, p. 13.
8
sentimento, oggi più diffuso, di non essere all’altezza della situazione, per la
sensazione cioè di essere sempre più in difficoltà nell’adattare le proprie
possibilità, i propri ritmi biologici ai ritmi meccanici sempre più accelerati
dell’epoca attuale, alle esigenze sempre più pressanti e diverse dell’ambiente e del
vivere quotidiano.
Non c’è dubbio che “la ricerca in questo ambito si è moltiplicata negli anni ’90,
tuttavia però i risultati non sono ancora soddisfacenti”
6
. L’interesse per questa
specifica emozione è testimoniato, inoltre, dal numero sempre molto elevato di
contributi scientifici che arricchiscono la letteratura internazionale, sia nell’ambito
della ricerca di base sia in quello della psicologia clinica. Contributi che, pur non
consentendo un vero e proprio accordo sulle definizioni teoriche, forniscono
comunque gli elementi necessari a comprendere non soltanto la natura dell’ansia
come processo, ma anche le dinamiche tra ansia, stima di sé, livello di
aspirazione, paura del fallimento, sensi di colpa e di vergogna.
D’altra parte, in quanto emozione universalmente condivisa, l’ansia non poteva
non costituire un oggetto di analisi di larghissimo interesse. “Burke e Richardsen
(1996) prevedono che nel prossimo decennio la ricerca su questo tema si amplierà
ulteriormente, dando sempre maggiore spazio agli studi interculturali e puntando,
oltre che alla maggiore conoscenza del fenomeno, anche alla possibilità di una
prevenzione totale o, almeno, parziale”
7
.
Tuttavia è innegabile che l’ansia sia un’emozione riconosciuta come parte
dell’esperienza quotidiana di ciascun individuo, molto al di là delle differenze
culturali e delle limitazioni semantiche in quanto essa generalmente viene vista
come il prodotto di una difficoltà a comprendere ciò che accade. Difficoltà che
può essere relativa a problemi fisiologici, conflitti intrapsichici e alle ambiguità
degli eventi. “Freud riteneva che l’ansia compare come risposta al pericolo di
essere sopraffatti dagli stimoli”
8
. “L’ansia, secondo gli studiosi Rost e Schermer,
può essere caratterizzata da una anticipazione o da un effettivo sentire, dal ricordo
6
: Asprea A.M, - Villone Batocchi, Ansia stress e coping nella prospettiva cognitiva, cit., p. 64.
7
: Ibidem, p. 63.
8
: Ibidem, p. 2.
9
di una qualche insicurezza effettiva o potenziale, o, ancora, dalla minaccia di
possibili evenienze: inadeguatezza, dolore, pericolo, ecc.”
9
.
Sostanzialmente la caratteristica fondamentale dell’ansia è costituita
dall’incertezza e a differenza della paura, o dello spavento, l’ansia implica sempre
la percezione di pericolo di natura esistenziale, percezione confusa, molto difficile
da esprimere.
Forse non esiste altro argomento della psicologia clinica altrettanto importante e
controverso come l’ansia. “Gli stati d’ansia (nevrosi d’ansia) comprendono gli
attacchi di panico, l’ansia generalizzata, il disturbo ossessivo-compulsivo e il
disturbo post-traumatico da stress”
10
.
Una crisi d’ansia ha caratteristiche comuni in vari situazioni, pur provocando
modificazioni diverse: comportamentali (irrequietezza, aumento dell’attività
motoria e della gesticolazione, indecisione), somatiche (tachicardia, aumento
pressione arteriosa, sudorazione eccessiva, tremore), psichiche (ansietà,
apprensione, attesa di eventi spiacevoli). “Di solito gli attacchi giungono alla
massima intensità in 10 minuti, regrediscono nel giro di 20 o 30 minuti e spesso la
crisi lascia la persona in un profondo stato di spossatezza”
11
.
La sindrome ansiosa è un profondo disagio psicologico caratterizzato
dall’angoscia e spesso accompagnato da sintomi corporei variegati con diversi
livelli di intensità; in medicina si distinguono 3 sindromi principali: l’ansia acuta o
“disturbo di attacchi di panico”; l’ansia di tipo cronico e ansia “generalizzata”;
l’ansia causata da un evento traumatico o particolarmente stressante.
Come già detto “l’ansia è il sintomo che spinge ben sette milioni e mezzo di
italiani ad essere consumatori abituali di “ansiolitici”, cioè propriamente i farmaci
“antiansia”. Non solo! Pur non riuscendo ben chiaramente a quantificare il
numero, si ritiene che altri cinque milioni di individui soffrano d’ansia e utilizzino
farmaci composti da un ansiolitico associato ad altre molecole ad azione specifica
per un organo piuttosto che per un altro (ci si riferisce qui soprattutto ad organi
quali il cuore, lo stomaco, l’intestino, i muscoli del collo e della schiena)”
12
!
9
: Ibidem, p. 2.
10
: Costa Erminio, Ansia e fobie, cit., p. 21.
11
: Ansia, in www.Mybestlife.com, 09-11-2003.
12
: Ibidem.
10
Non tutto è così chiaro sull’ansia, sugli ansiosi e sugli ansiolitici. “Molti autori,
studiando le reazioni ansiose, hanno affermato che ogni momento di ansia si
manifesta con fenomeni che sono evidenti su tre fronti:
- fisiologico, con sintomi che interessano l’apparato cardiocircolatorio,
gastrointestinale, respiratorio, ed in generale neurovegetativo. Ad esempio
aumento della pressione, tensione dei muscoli, aumento del battito
cardiaco e della frequenza respiratoria, accelerazione dei processi di
memorizzazione e dell’ideazione, aumento dell’attività sensoriale;
- cognitivo, come la catastrofizzazione, la valutazione irrazionale della
realtà, il perfezionismo, l’astrazione selettiva, l’autosvalutazione, la
polarizzazionesulle cose che temiamo, ecc.;
- comportamentale, in questo caso l’ansia si manifesta con comportamenti
di evitamento o di fuga. Scappare di fronte alla realtà, però, non fa altro
che interagire con l’aspetto cognitivo contribuendo a cronicizzate le
paure”
13
.
L’ansia è un semplice evento emotivo comune e rappresenta uno stato psicologico
e corporeo dell’essere umano nei confronti delle vicissitudini della vita. Facciamo
un esempio: quando una persona deve affrontare una prova entra in genere in un
lieve stato ansioso. Il suo corpo e la sua psiche si “orientano” verso l’imminente
evento quasi per prepararsi a risolverlo nel miglior modo possibile. In questo caso
l’ansia “moderata” e di breve durata sembra essere un segno di adattamento
dell’individuo a situazioni ambientali che gli richiedono risposte soddisfacenti.
L’aumento dell’attenzione, della concentrazione, della memoria, della tensione
muscolare e di altre funzioni psicofisiche è considerato come una sorta di “carica
energetica” finalizzata al superamento della prova. Tuttavia quando in altre
situazioni questo stato è continuo oppure diviene troppo intenso provoca al
contrario, la “caduta” delle funzioni sopra descritte. In altre parola la persona può
perdere memoria, concentrazione, essere disattenta, sentirsi troppo stanca e
improvvisamente “vuota” dal punto di vista mentale tanto da essere incapace di
adeguarsi normalmente alla vita di tutti i giorni. Questo caso rientra nel campo dei
13
: Ansia e paura, in www.Ansiasociale.it, 09-11-2003.
11
lievi disturbi ansiosi superabili in breve tempo con farmaci utilizzati limitatamente
e a bassi dosaggi o, come vedremo, con rimedi omeopatici o erboristici.
Quando si parla dell’influenza dell’ambiente sull’ansia si pensa al susseguirsi dei
piccoli eventi stressanti della vita: un costante surplus di informazioni, in sé non
traumatiche, comporterebbe un’incapacità di dominarle e superarle. Esiste,
dunque, un’ansia normale, tipica del soggetto sano, compatibile con la salute
fisica e psichica: così come il dolore o la febbre, essa informa l’individuo rispetto
ai pericoli che può incontrare, quali pezzi di vetro appuntiti o virus, e ai limiti che
deve imporsi. In questo caso l’ansia rappresenta uno stimolo, una fonte d’azione,
e indirizza tutte le energie del soggetto verso la ricerca di una soluzione che possa
permettergli di affrontare la nuova situazione. Nel corso dei secoli il termine
“personalità” ha indicato sempre più l’interiorità dell’individuo, ciò che gli
permette di considerarsi un Io unico e permanente. Questa interiorità, tuttavia, non
è assolutamente altrettanto stabile nei soggetti di cui parliamo qui. L’ansia li
spinge ad esagerare, ad essere eccessivi in tutti i comportamenti della vita, in
particolare quando sono esposti allo sguardo altrui.
L’ansioso apparentemente è riflessivo e calmo, ma sotto sotto, che tensione per i
suoi figli, il suo partner, i suoi amici e i suoi colleghi!
L’ansia è anche una reazione psicobiologica a una valutazione di pericolo. Molto
spesso, ingigantire l’importanza di certe circostanze o di eventi attiva
eccessivamente il sistema implicato nel fronteggiare le minacce e il pericolo. Ciò
a sua volta travalica il funzionamento normale di questi sistemi ed essi si
scatenano contro di noi. Bang! Attacchi di panico e di ansia. E’ indubbio che
avete sperimentato cosa sia l’ansia. Succede a tutti. “Beethoven: un ansioso
creativo. E’ l’emblema del creatore alla ricerca della perfezione, mai soddisfatto.
Benché la sua vita sia stata segnata dalla sofferenza – la solitudine, le difficoltà
finanziarie, la malattia, – benché sia vissuto come un orso, senza mai condurre
una vita molto mondana, Beethoven aveva un temperamento timoroso che
contrasta con l’immagine tetra che la leggenda ha cercato di creare, la sordità era
per lui terribile in quanto lo separava dagli altri. Tuttavia non si lamentò mai dal
12
punto di vista professionale: non aveva bisogno delle orecchie per ascoltare la
musica che componeva”
14
.
L’ansioso “preoccupato” e riflessivo è colui che utilizza maggiormente questa
capacità di analisi e anticipazioni e, fra tutte le possibili alternative, considera
soprattutto le più nefaste. Il dubbio lo travolgerà e la sua riflessione non avrà fine.
12 sono le domande chiave sul carattere ansioso: (“le domande proposte di seguito
aiuteranno ad effettuare un’autodiagnosi o la diagnosi di una persona vicina);
maggiore sarà il numero di risposte affermative, più sarà confermata la diagnosi di
carattere ansioso:
- Siete “sicuri” o “insicuri”?
- Avete un’immaginazione troppo fervida?
- Il nemico è dentro di noi?
- Fantasmi e demoni sempre presenti?
- “Salite” spesso sulla grande ruota dell’angoscia?
- Siete sicuri?
- Siete spesso alla ricerca di una rotta da seguire?
- Fate fatica a finire quello che iniziate?
- Avete la tendenza a rimuginare?
- Pensate spesso a cose negative?
- Pensate spesso a ciò che vi fa soffrire?
- Soprattutto il vostro bisogno di essere amati resta sempre
insoddisfatto?”
15
.
Se siete particolarmente ansiosi “potrebbe semplicemente essere colpa di un
gene”
16
. “L’Università di Oxford però ha fatto una scoperta incoraggiante: ne ha
individuato il meccanismo, aprendo la possibilità di produrre farmaci più mirati ed
efficaci”
17
. “Un gruppo di ricercatori britannici coordinati da Marcus Munafo,
psichiatra presso l’Università di Oxford, in gran Bretagna, ha recentemente isolato
il gene 5-Httlpr che regola il trasporto della serotonina, il principale
neurotrasmettitore associato alle sensazioni di benessere: il gene, quando presente
14
: Braconnier Alain, Piccoli o grandi ansiosi?, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2003, p. 52.
15
: Ibidem, p. 12.
16
: Calderoni Alessandro, Fuori dall’ansia grazie a un gene, in “La Macchina del Tempo”,
novembre 2003, n.11, p. 24.
17
: Ibidem, p. 24.
13
nella sua versione “corta”, cioè mutata, può aumentare addirittura del 10% il
rischio dell’insorgenza di disturbi d’ansia. La speranza è che con l’aiuto del
profilo genetico di questo disturbo, si possano presto mettere a punto farmaci più
efficaci e con meno effetti collaterali”
18
. “”Giovanni Cassano, medico psichiatra e
responsabile del dipartimento di Psichiatria e neurobiologia dell’Università di
Pisa, sostiene che <<l’obiettivo della ricerca è ridurre lo spettro dei geni coinvolti,
ma la verità è che l’ansia, come la depressione e le altre patologie psichiche, è
determinata da molti geni insieme, che lavorano tutti come la combinazione di
una grande cassaforte. Oltre poi al coinvolgimento dei geni, che controllano
enzimi e sistemi funzionali concatenati tra loro, ci sono fattori organici ed
ambientali. <<Non tutti i membri di una stessa famiglia geneticamente predisposta
all’ansia risultano effettivamente ansiosi>> osserva Cassano <<perché le
influenze dell’ambiente sono diverse, per esempio mangiano cose diverse e
vivono vite diverse>>”
19
. “Il problema dell’ansia non è solo il fatto che ci siano
coinvolti, osserva Xavier Estivill, direttore del centro di ricerca medica di
Barcellona, in Spagna, è quello a livello neurologico ci sono più meccanismi che
attivandosi danno effetti analoghi”
20
.
Negli ansiosi, dietro la sensazione dilagante di incertezza sul domani, si cela una
ricerca ansiosa di sicurezza, e dunque di amore; si nota spesso nei grandi ansiosi,
una curiosità insaziabile, anche riguardo a se stessi. “L’ansia, questa vera e
propria bomba a scoppio ritardato che viene programmata durante l’infanzia e
forse anche prima, può perturbare in modo duraturo l’esistenza”
21
. L’ansioso
capta l’angoscia più facilmente di altri e, allo stesso modo, avrà più facilmente
paura; dunque, il carattere ansioso, pur non essendo una malattia, può diventare
una sofferenza.
La timidezza, l’irritabilità, la gelosia e il pessimismo eccessivo, sono alcune tra le
manifestazioni più evidenti del carattere ansioso. “Gli eventi della vita possono
essere paragonati ad un film, le cui immagini passano ininterrottamente dinanzi ai
mostri occhi. I soggetti cosiddetti “sicuri”, cioè calmi e tranquilli, li osservano con
interesse, come uno spettatore al cinema fedele alle regole del gioco, che piange
18
: Ibidem, p. 24.
19
: Ibidem, p. 24.
20
: Ibidem, p. 32.
21
: Braconnier Alain, Piccoli o grandi ansiosi?, cit., p. XII.
14
nei momenti più drammatici e ride liberamente di fronte alle scene comiche. Essi
si rattristano dinanzi ad un evento triste e si divertono l’istante successivo, per un
avvenimento buffo. Al contrario, il soggetto con carattere ansioso o “insicuro”,
mentre assiste allo svolgersi delle vicissitudini quotidiane, ne seleziona alcune.
Egli blocca il suo film interno, sospende la vita per catturare un evento doloroso e
rimuginarvi sopra. Tuttavia, avendo interrotto lo svolgimento del presente, non
può comprenderlo e perde la capacità di adattarvisi”
22
.
Nel corso di una conversazione, una parola che abbia offeso la sensibilità
dell’ansioso diventa oggetto di un interminabile rimuginio. Similmente, gli amici
di un nosofobo cercheranno invano di fargli dimenticare la paura del cancro: il
suo pensiero vi ritornerà incessantemente. L’ansioso subisce la perenne tirannia
dell’idea angosciante; inoltre, l’ansioso possiede spesso una fervida
immaginazione.
Nell’ ansioso, contrariamente a quanto accade in un soggetto che abbia
comprensibilmente paura di fronte ad una situazione realmente inquietante o che
sia costretto ad affrontare uno stress, i motivi di preoccupazione provengono
dall’interno, dall’immaginario e non dall’esterno, anche se gli eventi della vita
possono costituirne i punti di riferimento. Per esempio se la televisione mostra
l’incendio accidentale di un caseggiato, l’ansioso pensa subito che il caseggiato in
cui abita non è sufficientemente sicuro da questo punto di vista: se il fuoco
divampasse nel suo appartamento, riuscirebbe a salvare ciò a cui tiene di più?
L’incendio non potrebbe forse sopraggiungere di notte? Lui se ne accorgerebbe?
Gli ansiosi, ancor più degli altri soggetti, catturano degli eventi reali per
trasformarli in oggetti immaginari fonti di domande, interrogativi, imprevisti e
preoccupazioni. Un amico divorzia: questo non significa forse che le coppie
d’oggi sono tutte in pericolo? Il proprio coniuge non starà progettando la stessa
cosa? I più ansiosi immaginano un copione catastrofico.
L’ansioso è inorridito da ciò che lo preoccupa, che lo turba, ma una forza interna
lo spinge verso quelle stesse fonti di paura. L’immaginazione avviata dall’ansia
aumenta e amplifica enormemente i ricordi e le immagini fonti di paura.
22
: Ibidem, p. 12.
15
L’ansioso ha una spiccata tendenza a parlare da solo in quanto ha sviluppato da
lungo tempo un dialogo interno, che può trasformarsi di tanto in tanto in vere e
proprie idee fisse. Egli ha allora la spiacevole sensazione di “rimuginare” in
continuazione.
Il connaturato pessimismo dell’ansioso, più o meno nascosto agli occhi degli altri
e ai suoi, emerge sempre, prima o poi, e si ripercuote sulla visione del mondo e
sul suo comportamento.
L’ansioso si conosce bene, e lui stesso è consapevole delle conseguenze di questo
pessimismo, di questa ipervigilanza, di questa preoccupazione eccessiva, di questa
mancanza di fiducia in sé. Il profondo pessimismo dell’ansioso è direttamente
connesso all’ipervigilanza nei confronti di ciò che accade intorno a lui e alla paura
del futuro prossimo e remoto. Tutto ciò si manifesta attraverso una costante
preoccupazione di essere previdenti e una serie di precauzioni efficaci, ma
eccessive rispetto all’obiettivo da conseguire, all’azione da intraprendere, alla
relazione da instaurare.
L’ansioso è solitamente, quindi, una sottile combinazione di persona preoccupata,
persona inquieta, persona timorosa, in proporzioni diverse. Spesso, a seconda del
tipo di ansioso che siamo, uno di essi prevale. L’ansioso è continuamente in piena
“ebolizzione”: tutto ribolle nella sua testa, tutto gli piomba in mente
contemporaneamente; i minimi dettagli e i punti importanti si accavallano e si
confondono. L’immaginazione lavora assiduamente: la mente va a fuoco,
ovunque si accendono delle micce. Nella mente dell’ansioso, fin dal risveglio,
sfilano gli eventi della giornata futura: avrà abbastanza tempo? Ci saranno degli
imprevisti? Il suo appuntamento andrà bene? Non si è scordato di annotare
qualcosa da fare?
Generalmente egli conserva una serie di oggetti che gli ricordano le emozioni
passate, felici e infelici. Per il bisogno di tranquillizzarsi, usa mezzi innumerevoli:
amuleti, feticci, ricordi d’infanzia accuratamente conservati, medaglioni o altri
gioielli. Sono fondamentalmente superstiziosi, si affidano quindi ad una serie di
scongiuri per placare l’ansia: le formule magiche, il toccare determinati oggetti,
ecc.. Adorano le sfide, i successi: “se il semaforo non diventa rosso, sarò
fortunato!”. Indossano solo cravatte o abiti di un particolare colore: ogni cosa,
quindi, diviene un segno, acquista un significato.
16
Un altro modo di esprimersi dell’ansioso all’interno della famiglia sarà
rappresentato dall’eccessiva preoccupazione per la salute e il benessere di tutti; in
famiglia l’ansioso esprime spesso le sue angosce sotto forma di una suscettibilità
o di una gelosia eccessiva; anche le gaffe sono all’ordine del giorno dell’ansioso.
Se l’essere ansiosi nei limiti della norma, non costituisce un handicap nella vita
personale e sociale in quanto tutti abbiamo sperimentato l’ansia, il vero malato si
abbandona, spesso, liberamente all’alcool o alla droga, che lo disinibisce e gli
regala un’euforia artificiale tanto è vero che spesso si arriva all’alcolismo o alla
tossicomania attraverso la strada dell’ansia eccessiva.
Poiché gli ansiosi sentono spesso una sorta di voce interna che dice “no” ad ogni
gioia e ad ogni speranza, tre sono le conseguenze negative sul piano psicologico:
- lo sguardo altrui lo turba,
- si sente spesso criticato,
- si sente inadeguato e sovente inefficiente.
Essi cercano di costruire un ponte, un’interfaccia, un interspazio tra il mondo
interno inquietante, minacciato da mostri invisibili, e il mondo esterno
rassicurante o, quantomeno, controllabile. Gli ansiosi cercano costantemente
qualcosa di meglio, se non il meglio; la loro mente è creativa, poiché l’angoscia li
spinge a rifugiarsi nell’immaginario e nell’ideale. L’ansioso percepisce il mondo
che lo circonda come instabile e pericoloso, pieno di attrattive, ma anche di
insidie immaginarie che lui deve prevenire. Nei più ansiosi quest’“arma”
costituita dalla seduzione si sviluppa enormemente e, in un certo senso, prende il
potere. Il loro bisogno di attirare lo sguardo altrui può condurli perfino a
comportarsi in modo paradossale; possono, con il loro atteggiamento, suscitare
sguardi di disapprovazione. Sono facilmente suggestionabili e dipendenti dagli
altri.
L’ansia può manifestarsi attraverso il desiderio di una vita intensa, e indurre il
soggetto a una perenne ricerca di attività e sensazioni.
Tutti gli ansiosi sono potenzialmente pessimisti: l’ansioso profondamente
pessimista ha la percezione costante di un avvenire sempre nefasto; è quindi un
potenziale depresso; l’anticipazione sistematica negativa riguardo al futuro,
caratteristica di molti ansiosi, assume sia per l’ambiente sia per il soggetto la
forma di un “pessimismo” cronico. Il pessimismo è uno stato d’animo che il
17
soggetto non può dominare: è il motivo per cui, quando l’ansioso sembra travolto
dai suoi pensieri negativi, sommerso da nubi nere, è meglio rinunciare e prendere
le distanze, per evitare il rischio di diventare anche noi depressi per via del
discorso eccessivamente negativo del pessimista.
Il soggetto ansioso mobilita costantemente tutte le sue energie fisiche e psichiche,
vive perennemente in uno stato di allarme così che la risposta ansiosa è il risultato
di un disequilibrio tra le esigenze esterne così come valutate dalla persona
(“bisogna prendere rapidamente una decisione”), e le esigenze interne (“devo
prendere la decisione migliore”).
L’ansia in se stessa “non deriva né dall’ambiente, né dall’individuo, ma da una
interazione tra ambiente ed individuo”
23
; in effetti l’ansioso si sente spesso solo di
fronte alla propria angoscia; avere un carattere ansioso significa, in realtà non
disporre di una sufficiente libertà di pensare e agire in base al contesto. Il soggetto
eccessivamente ansioso è caratterizzato da un profondo senso di inferiorità; si
agita per motivi futili e il minimo allarme accresce il suo stato di tensione, gli fa
battere il cuore e lo stringe alla gola. I “veri” ansiosi sono caratterizzati da
un’ipersensibilità alle emozioni nettamente superiori alla media; il loro animo si
agita troppo, e il loro corpo lo segue. Si lascia autosuggestionare dalla sua cattiva
angoscia; in età adulta l’ansioso teme che la sfortuna incomba su di lui.
Il carattere ansioso è direttamente connesso ad un bisogno intenso, più intenso che
chiunque altro, di sentirsi amati. “L’ansia conferì a Goethe un’insaziabile curiosità
intellettuale. Oltre alla letteratura, attività per la quale è noto, egli si dedicò ad una
serie di lavori di natura scientifica – mineralogia, osteologia, paleontologia”
24
.
L’ansia rappresenta anche una modalità attiva di adattamento, una reazione di
difesa perché induce il soggetto non solo a presagire il pericolo, ma anche a
compiere uno sforzo per affrontarlo e opporvi resistenza; pertanto, la causa del
problema non è costituita tanto dal fatto di essere ansiosi, quanto dal modo in cui
si gestiscono le proprie angosce.
Essere ansiosi, un fatto naturale e indispensabile per la sopravivenza allorché
insorge una minaccia interna o esterna, diventa un problema quando la reazione di
allarme è eccessiva e, soprattutto, quando le misure difensive risultano inadatte.
23
: Ibidem, p. 237.
24
: Ibidem, p. 147.
18
L’incertezza rappresenta l’elemento cognitivo dell’ansia, costituisce l’equivalente,
sul piano del pensiero, di ciò che l’insicurezza è sul piano affettivo; in realtà
questi due stati psichici si attraggono reciprocamente.
L’ansia è un’emozione attiva e complessa. Alcuni autori hanno distinto l’ansia,
fenomeno psicologico, dall’angoscia, fenomeno psichico. Questi due termini,
ansia e angoscia, sono stati quasi sempre associati. L’ansia comporta però
soprattutto incertezza ed, unitamente l’angoscia attiva le due funzioni di allarme e
di difesa, che perseguono uno scopo molto utile, nella misura in cui attirano
l’attenzione su un problema irrisolto e forniscono all’individuo le risorse per
valutare le proprie possibilità e gestire la minaccia nel modo migliore. Il
sentimento di insicurezza presente in ogni essere umano rappresenta la
componente emotiva dell’ansia, l’insicurezza costituisce l’elemento specifico e
fondamentale dell’ansia. Nell’ansia, l’angoscia non sarebbe dunque né costante né
necessaria; tuttavia essa è così frequente e così importante da meritare di figurare
nella definizione di ansia.
Essere ansiosi può costituire tanto una qualità quanto un difetto; infatti l’ansia è
positiva quando fa nascere in noi quelle preoccupazioni giuste che ci permettono
di raggiungere dei buoni risultati, invece è negativa quando ci rende eccessivi in
tutto.
L’identità, compresa quella rappresentata dall’essere ansiosi, si compone come un
mosaico, che fa in modo che il nostro destino sia unico, e dovrebbe indirizzarci
verso un Io attivo ed indipendente; in adolescenza l’ansia è un fenomeno emotivo
frequente e complesso, in quanto risposta necessaria agli eventi stressanti tipici di
questa età (esami, appuntamenti, primi rapporti sessuali, ecc.), è considerata
indice di un funzionamento normale. L’assenza di ansia in alcuni adolescenti
appare perfino patologica. L’ansia non si manifesta sempre nelle classiche forme
del timore, della paura o dell’inquietudine; soprattutto nel bambino, ma anche in
alcuni adulti, una particolare modalità di espressione del carattere ansioso consiste
in una eccessiva irritabilità. Così concepita, l’ansia è comune alla maggior parte
degli uomini e delle donne che lavorano assiduamente per migliorare il proprio
destino, ma essa diventa sinonimo di ambizione eccessiva per chi persegue, in una
lotta continua, una meta irraggiungibile.