Introduzione
Lo scopo della nostra ricerca e` quello di dimostrare come e quanto l’infor-
matica puo` essere d’aiuto al lavoro del linguista o del filologo.
Nel nostro specifico caso abbiamo svolto un lavoro di tipo lessicale cercan-
do di individuare nella maniera piu` precisa possibile la presenza di anglicismi
all’interno della lingua francese, e abbiamo utilizzato come specchio della re-
alta` della lingua il quotidiano Le Monde. Perche´ il giornale? Perche´ esso
e` chiaramente aperto a tutti gli influssi linguistici, e` luogo di scambio tra
lingua parlata e scritta dove tutte le varieta` della lingua sono (ri)elaborate.
La linguistica computazionale e` una materia “sperimentale”, si basa quin-
di su veri e propri esperimenti per ricercare nuovi metodi e nuove tecniche in
un dato campo (in questo caso della linguistica).
Nel primo capitolo tenteremo di restringere il campo della nostra ricerca
definendo il concetto di neologia, e piu` precisamente di neologia da prestito.
Verrano presentate classificazioni e problematiche rispetto al prestito. Si
procedera` in seguito alla descrizione della politica linguistica francese.
Il secondo capitolo presentera` i criteri di scelta del nostro corpus e passo
dopo passo le varie fasi informatiche esponendo il ruolo degli strumenti uti-
lizzati all’interno della nostra ricerca. Si partira` dall’analisi della tipologia
di file del nostro corpus giungendo all’estrazione di file di puro testo, pronto
quindi per l’ultima ma non meno importante fase.
Nel terzo capitolo si esporra` l’analisi ortografica che ci permettera` d’in-
dividuare gli anglicismi all’interno del nostro campione rappresentativo. In
questa fase si presenteranno come nel precedente capitolo gli strumenti imp-
iegati, fino ad arrivare al risultato quantitativo della nostra ricerca: la lista
di possibili anglicismi e le loro occorrenze. Si tratta quindi della parte piu`
importante che ci permettera` di raggiungere il nostro obbiettivo. Col fine di
rendere piu` schematica l’analisi saranno introdotte delle tabelle e dei grafici
(istogrammi e torte) presentando alcuni dati significativi relativi al prestito
(tipologia, contesto...).
Il quarto capitolo e` dedicato ad un’analisi di diverso tipo. Dopo aver
4
Introduzione
introdotto il concetto di lingue speciali, verra` scelto un campione tra gli
anglicismi individuati. Saranno presentate tutte le parole che fanno parte del
campo semantico dell’informatica assieme al loro contesto. Scopo di questo
capitolo e` dimostrare la capacita` dell’estrazione automatica del contesto e
ulteriori potenziali analisi linguistiche.
L’ultimo capitolo si concentra sulla redazione della nostra tesi presentan-
do gli strumenti tecnologici e il loro funzionamento.
Oltre alla bibliografia e` stato redatto l’indice analitico.
E’ stata inoltre aggiunta un’appendice informatica con al suo interno i
risultati della ricerca e i programmi utilizzati.
5
Indice
1 Preambolo metodologico e terminologico 8
1.1 Il concetto di neologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.1.1 Procedimenti di formazione . . . . . . . . . . . . . . . 9
1.2 Evoluzione del concetto di neologia . . . . . . . . . . . . . . . 10
1.3 Durata del sentimento neologico . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
1.3.1 L’istituzionalizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
1.3.1.1 Procedimento della banca neologica di Larousse 14
1.4 La neologia da prestito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
1.4.1 Verso una tipologia del prestito linguistico . . . . . . . 16
1.5 Classificazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
1.6 Anglicismi e grado d’integrazione . . . . . . . . . . . . . . . . 18
1.7 Il ruolo della pianificazione linguistica . . . . . . . . . . . . . . 21
1.7.1 De´le´gation e Conseil supe´rieur . . . . . . . . . . . . . 23
1.7.2 CRITER . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
1.7.3 Reazioni contrastanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
2 Analisi del corpus 28
2.1 La scelta del Corpus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
2.2 Snobol e codifica del corpus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
2.2.1 L’operazione di tagging . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37
2.3 Creazione dei file XML . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
2.3.1 Estrazione di dati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71
2.4 Uno sguardo allo standard TEI . . . . . . . . . . . . . . . . . 83
3 Dizionari elettronici e strumenti comparativi 85
3.1 I dizionari elettronici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86
3.1.1 Considerazioni sulla lessicografia informatizzata . . . . 89
3.1.2 Controllo ortografico delle liste . . . . . . . . . . . . . 90
3.2 Confronto tra file . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96
3.3 Anglicismi nei titoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102
3.3.1 Presenti nel Petit Robert 2002 . . . . . . . . . . . . . . 106
6
Preambolo metodologico e terminologico
3.3.2 Neologismi presenti nell’OED 2002 . . . . . . . . . . . 110
3.3.3 Ibridi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 115
3.3.4 Falsi anglicismi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 117
3.3.5 Rappresentazione quantitativa mediante grafici . . . . 120
3.4 Riconoscimento automatico dei caratteri . . . . . . . . . . . . 123
4 I linguaggi specialistici: il lessico dell’informatica 128
4.1 Presentazione dei termini informatici . . . . . . . . . . . . . . 131
4.2 Estrazione del contesto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 133
5 Strumenti di produzione dell’output 150
5.1 Soluzioni alternative: TEX e LATEX . . . . . . . . . . . . . . . 151
5.1.1 Usare LATEX con LYX . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 154
5.2 Gestione della bibliografia: BibTEX e BibDb . . . . . . . . . . 156
Bibliografia 159
7
Capitolo 1
Preambolo metodologico e
terminologico
1.1 Il concetto di neologia
L’insieme di studi che si concentra sulla neologia e piu` in particolare sui
prestiti e` vasto. Ci e` sembrato quindi doveroso appoggiarci su delle conoscen-
ze gia` classificate e su un insieme di lavori che abbiano gia` tracciato in modo
incontestabile le linee guida di un’analisi linguistica di questo tipo.
Una definizione semplice e contemporanea puo` limitarsi, secondo lo studio
di Jean Pruvost e Jean-Franc¸ois Sablayrolles,1 alla seguente:
...mot nouveau ou sens nouveau d’un mot existant de´ja` dans la
langue .2
Si tratta di una definizione corretta ma che non rivela la complessita` del pro-
cesso di formazione lessicale e le difficolta` incontrate nel tentativo di definire
un concetto cos`ı vasto.
Difficolta` che derivano dal fatto che la lingua e` uno strumento sociale
che possiede un ruolo di primo piano nella comunicazione e che quindi deve
provvedere a degli strumenti che permettino la creazione di parole nuove per
poter seguire le evoluzioni di una societa` moderna che mai come oggi ne
ha bisogno, visto la vera e propria rivoluzione tecnologica che e` in atto e
che sta trasformando la vita della maggior parte delle popolazioni dei paesi
industrializzati occidentali e non.
Andre´ Martinet distingue mots grammaticaux e mots lexicaux. La
prima serie e` una serie chiusa, in quanto e` impossibile creare per esempio delle
1Cfr. [Pruvost e Sablayrolles, 2003].
2Ovvero : “...parola nuova o senso nuovo di una parola esistente gia` nella lingua”.
8
Preambolo metodologico e terminologico
nuove congiunzioni di coordinazione senza valutare la lingua da un punto di
vista diacronico. La seconda serie e` aperta e permette di fatti di creare
secondo i bisogni di un locutore.
Ogni sistema linguistico e` articolato in maniera tale da poter permettere
la creativita` lessicale secondo dei diversi tipi di procedimenti. Presenteremo
qui una classificazione schematica che si basa sull’analisi incrociata degli studi
di John Humbley3 e Jean-Franc¸ois Sablayrolles.4
1.1.1 Procedimenti di formazione
-Formazione da matrice interna
1. formazione morfo-semantica
(a) costruzione
i. affissazione
A. prefissazione
B. suffisazione
ii. composizione
(b) imitazione e deformazione
i. onomatopea
ii. paronimia
2. formazione sintattico-semantica
(a) cambiamento di funzione
i. conversione
ii. costruzione differente
(b) cambiamento di senso
i. metafora
ii. metonimia
iii. altre figure, restrizione o estensione di senso
3. formazione morfologica
(a) riduzione della forma
3Cfr. [Humbley, 2000].
4Cfr. [Sablayrolles, 2000].
9
Preambolo metodologico e terminologico
i. troncazione
ii. creazione di sigle
A. acronimo
B. abbreviazione
iii. troncazione + composizione5
iv. frattolessema
-Formazione da matrice esterna
1. prestito
Come si puo` vedere la complessita` e` molto elevata. La qui presente classifi-
cazione si basa sullo studio di due dei piu` grandi linguisti dell’epoca contem-
poranea che hanno rintrodotto l’importanza della neologia come fenomeno
fine a se stesso analizzandone tutti i suoi aspetti e non un singolo aspetto
inserito in un diverso quadro teorico.6 Sablayrolles al riguardo si esprime
cos`ı:
...mais a` mettre la ne´ologie au centre de l’e´tude et a` examiner
les liens qu’elle entretient avec toutes les branches de la linguis-
tique : morphologie et lexicologie bien suˆr, mais aussi phonologie,
sintaxe, sociolinguistique, analyse de discours, pragmatique...
La neologia di fatto ha attirato solamente moderatamente l’attenzione dei lin-
guisti celando considerazioni di tipo ideologiche. Cio` dimostra la complessita`
della questione e il bisogno di approfondirla meglio.
1.2 Evoluzione del concetto di neologia
Franc¸ois Gaudin e Louis Guespin tracciano abilmente in [Gaudin e
Guespin, 2000] la storia della serie di parole formate da ne´os e logos. Esse
s’impiantano in francese a partire dal diciottesimo secolo.7
Ne´ologique appare per la prima volta nel 1726, ne´ologisme appare nel
1734, mentre ne´ologie nel 1758. La neologia viene considerata come l’arte di
formare parole nuove per delle idee nuove o male espresse. Il neologismo e`
5
In francese corrisponde al cosiddetto mot-valise, in italiano amalgama.
6Molteplici sono i lavori che analizzano la neologia solamente dal punto di vista
morfologico.
7Da notare che la linguistica greca ha trattato la questione in tempi molto piu` remoti.
10
Preambolo metodologico e terminologico
considerato come la mania d’usare delle parole nuove senza bisogno o sen-
za gusto.8 La neologia rispecchia lo spirito del tempo, che si contrappone al
secolo precedente quando i membri della Ple´iade cercavano di arricchire la lin-
gua francese. Ora il rapporto rispetto alla neologia e` dettato dall’ Acade´mie
Franc¸aise9 che impone un atteggiamento conservatore e purista considerando
le parole nuove come delle vere e proprie minacce per la sicurezza linguistica.
Sono i nuovi membri dell’ Acade´mie (il cui massimo esponente e` Vauge-
las)10 che cercano di fissare la lingua e restringere le capacita` neologiche del
francese con l’impiego di prescrizioni. Si riscontra un vero tentativo di stig-
matizzare i neologismi causando un effettivo rigetto verso di essi che non fara`
altro che impoverire la lingua francese e paradossalmente favorire il prestito
linguistico alla neologia:
Pourquoi paradoxal ? Parce que cette inse´curite´ linguistique que
provoque le purisme a pour conse´quence de faire pre´fe´rer des mots
anglais a` des mots franc¸ais nouveaux dont on n’ose pas faire usage,
car ils ne sont pas dans le dictionnaire.11
Nel diciannovesimo secolo la lingua rispecchia l’atteggiamento della Rivoluzione.
Le vie, le citta`, i mesi sono ribattezzati. E’ l’epoca delle riforme del sistema
di misurazione, il sistema metrico e le nomenclature chimiche sono adot-
tate, numerosi denominazioni entrano a far parte del linguaggio. Tuttavia, il
concetto di neologismo non perde la sua connotazione peggiorativa.
Solamente nella seconda parte del ventesimo secolo la neologia entra a far
parte del dominio della linguistica ed e` sempre in questo periodo che si reg-
istra un’attivita` di politica linguistica volta all’utilizzo della lingua francese
nei domini scientifici e tecnici (per contrastare il dominio anglo-americano).
A partire dalla fine della seconda guerra mondiale lo sviluppo delle scien-
ze e delle tecniche , il ruolo sempre piu` importante della comunicazione, la
facilita` di scambi e il passaggio ad una societa` consumistica hanno fatto sca-
turire il bisogno di brevita` e concisione che si riflette sulla lingua. Come gia`
accennato al paragrafo 1.1 a pagina 8 il vocabolario delle scienze e delle tec-
8Definizione all’interno del Journal de la langue Franc¸oise (1784).
9Fondata nel 1629 da un gruppo di giovani letterati tra cui Chapelaine, Godeau,
Malleville... si riunisce una volta alla settimana. Il primo ministro Richelieu, che ama
l’arte e soprattutto l’ordine, viene informato e gli impone il suo patrocinio e un’organiz-
zazione. Nasce nel 1634 l’Acade´mie Franc¸aise la cui funzione e` quella di dare regole certe
alla lingua francese, renderla pura, eloquente e capace di trattare le scienze e le arti. Cfr.
[Brunel et al., 1976].
10Si veda a proposito [Brunel et al., 1976].
11Cfr. [Gaudin e Guespin, 2000]. Ovvero : “Perche´ paradossale ? Perche´ questa insi-
curezza linguistica che provoca il purismo fa conseguentemente preferire parole inglesi a
parole francesi nuove di cui non si osa fare uso, poiche` non sono nel dizionario.”
11
Preambolo metodologico e terminologico
niche e` diventato accessibile a una porzione di popolazione sempre maggiore
provocando la volgarizzazione di questi termini e di conseguenza una sempre
maggiore attenzione verso queste nuove parole da parte dei lessicografi.12 Il
concetto di neolgia e neologismo sono diventati polisemici. Neologia e` associ-
ato al concetto di parola nuova ma anche al termine formato da un malato.13
Neologismo e` sinonimo di creazione di parole nuove ma anche di creativita`
lessicale.
Sempre relativamente a questo periodo prende campo un’ulteriore artico-
lazione: la distinzione tra neologia ufficiale, cioe` frutto della politica linguis-
tica che mira a rispondere al bisogno di denominativi nuovi e crescenti evitan-
do un’influenza troppo grande dell’anglo-americano, e la neologia spontanea,
nata appunto dall’uso spontaneo della lingua.
1.3 Durata del sentimento neologico
Per poter identificare i neologismi di una lingua si deve effettuare un’oper-
azione di esclusione: saranno unita` neologiche tutte le parole che non sono
recensite all’interno delle opere lessicografiche esistenti, dizionari, lessici e
liste di parole.
Cio` comporta il problema di definire quando quest’unita` perdera` il suo
valore neologico e potra` entrare a far parte della lingua. Un punto cruciale
concerne la durata della vita dei neologismi in quanto tali. I neologismi
s’inseriscono in una sorte di purgatorio: entreranno a far parte della lingua
o spariranno?
Il problema della durata della novita` si pone con i lessemi che si diffon-
dono e s’integrano nel lessico convenzionale fino a costituire delle entrate nei
dizionari. La durata neologica varia da neologismo a neologismo e chiama in
causa molti fattori. Esistono tuttavia dei criteri che permettono d’identifi-
care il sentimento neologico.14 Il primo criterio e` l’esistenza di oscillazioni,
ovvero la presenza di una forma in concorrenza con delle altre.15 Il secondo
e il terzo riguardano per lo piu` la realta` scritta della lingua. Uno di questi
implica la presenza di un sinonimo o di una spiegazione che accompagna
un lessema nuovo. L’altro e` la presenza di stumenti metalinguistici, criterio
12Questa parte sara` maggiormente approfondita nei seguenti paragrafi.
13Si veda a proposito [Sablayrolles, 2000, p. 67].
14Definizione utilizzata da Jean-Franc¸ois Sablayrolles in [Sablayrolles, 2000].
15Uno dei casi tipici e` l’utilizzo di tre parole concorrenti per denominare le fotografie
scattate da satellite: image-satellite, image satellitaire e image satellitale.
12
Preambolo metodologico e terminologico
molto interessante quando si analizzano corpora giornalistici. Gli strumenti
metalinguistici piu` impiegati sono gli apici, le virgolette e il corsivo.16
1.3.1 L’istituzionalizzazione
Sono i dizionari e le istituzioni pubbliche che garantiscono l’istituzionaliz-
zazione dei neologismi, ovvero la loro entrata all’interno di dizionari, liste di
parole o lessici ufficiali. Quando una certa parola considerata come “nuova”
inizia a diffondersi, e ad essere sempre piu` utilizzata, allora essa potra` es-
sere presa in considerazione e i lessicografi potranno valutare la sua entrata
o meno all’interno del dizionario. Ma quant’e` il tempo giusto da aspettare
prima di poter passare a questa valutazione? Innanzitutto, ogni parola e` a se´,
ma ancora piu` rilevante ogni lessicografo e` a se´. Esistono infatti moltissimi
pareri a riguardo. Louis Guilbert in [Guilbert, 1975] sostiene che 10 anni
e` la durata giusta, Jean-Franc¸ois Sablayrolles in [Sablayrolles, 2000]
ritiene che la scelta di un paio di anni e` plausible, ma sottolinea il fatto che lo
studio di Guilbert risale al 1975, periodo in cui la facilita` di comunicazione
non era pari a quella odierna, dove nuovi strumenti come Internet e telefonia
mobile l’hanno radicalmente cambiata. Sablayrolles effettua un lavoro
comparativo per misurare il rinnovamento lessicale, confermando la validita`
di questa scala temporale. La durata neologica viene misurata attraverso una
sottrazione, essa e` di fatti pari all’intervallo compreso tra il momento della
sua creazione e quello dell’inserimento all’interno del dizionario.
L’attestazione o la non-attestazione all’interno di un dizionario viene pre-
sa come test per la novita`: se la parola e` presente allora non e` neologica,
se non e` presente allora lo e`. Questo tipo di approccio e` stato oggetto di
frequenti dibattiti; anche se lodato per la sua semplicita`, esso va incontro
a delle difficolta` insormontabili. La prima difficolta` riguarda il numero di
dizionari presenti in Francia e alla loro diversita`. Quale scegliere? Qual’e` il
criterio di selezione? Il problema non e` semplice. Esistono di fatti all’incir-
ca 30000 dizionari.17 Effettuando una prima selezione, si possono scegliere
solo i dizionari generali, monolingua e contemporanei. Altre contraddizioni
possono presentarsi. Anche i dizionari monolingua sono differenti, ognuno
ha il proprio criterio di scelta per quanto riguarda i neologismi. Una pri-
ma superficiale distinzione tra due dei piu` importanti dizionari, Le Nouveau
Petit Robert e Lexis di Larousse, propone il primo come piu` completo dal
16Le considerazioni appena espresse sono altamente rilevanti per l’analisi linguistica dei
prestiti che verra` effettuata.
17Cfr. [Sablayrolles, 2000].
13
Preambolo metodologico e terminologico
punto di vista del lessico contemporaneo, mentre il secondo piu` completo sul
vocabolario classico e letterale.18
Si propone qui una breve parentesi sulla creazione della banca neologica
di Larousse per poter esemplificare il processo.
1.3.1.1 Procedimento della banca neologica di Larousse19
Dal 1988 esiste una banca neologica creata da Larousse, costituita da parole
nuove selezionate da quotidiani, riviste e settiminali. I lessicografi di Larousse
procedono allo spoglio del materiale cercando di individuare i neologismi con
il segmento di frase nel quale appare in contesto. Esistono diverse fasi par
identificare i neologismi.
Il lessicografo si basa innanzitutto sulla sua conoscenza ed estrae le parole
che gli appaiono come dei neologismi, aiutato anche da artifici tipografici.20
Dopo aver operato questa selezione, si passa alla fase di verifica. Il lessicografo
ricerca manualmente o informaticamente all’interno di diversi dizionari. Se la
parola non e` presente, allora si tratta di un neologismo reale. Se e` presente,
o si crea un’attestazione supplementare, o si abbandona la parola. Qualo-
ra il lessicografo si trovasse dinnanzi ad un neologismo egli procedera` alla
creazione di una fiche21 contenente la grafia, la categoria grammaticale, la
data in cui appare, il dominio di definizione, il livello di lingua, la frequenza
d’impiego e il supporto dalla quale e` estratta.
1.4 La neologia da prestito
La neologia da prestito rappresenta il cuore di questa ricerca. L’obbiettivo
che ci siamo prefissati e` quello di identificare grazie a strumenti informatici
i prestiti dall’inglese all’interno di un corpus giornalistico redatto in lingua
francese. Saranno analizzati solo quei prestiti che, come sopra abbiamo defini-
to, sono neologismi, escludendo tutti quegli anglicismi che sono entrati nella
lingua francese e ne sono parte integrante, fatto dimostrato dalla loro pre-
senza nei dizionari monolingua.22
18Distinzione presente in [Sablayrolles, 2000].
19Cfr. [Sommant, 2003].
20Si veda a proposito 1.3 nella pagina precedente.
21
In italiano scheda.
22Per esempio non saranno calcolate parole come week-end , la cui data d’apparizione
risale al 1906 [Pet, 1994]. (Anche se verranno segnalate le parole che il dizionario elettronico
da noi usato riconosce come inglesi benche´ presenti come integrate in altri dizionari).
14
Preambolo metodologico e terminologico
Cercheremo qui di definire il concetto di prestito presentando alcune
definizioni date da autorevoli autori che hanno scritto in materia.
Louis Guilbert definisce il prestito in questa maniera:
L’emprunt consiste dans l’introduction, a` l’inte´rieur du syste`me,
de segments linguistiques d’une structure phonologique, syntaxique
et se´mantique conforme a` un autre syste`me...23
Roberto Gusmani dopo diversi ragionamenti arriva alla seguente definizione:
Il prestito e` quindi il punto d’arrivo di un processo non lin-
eare, anzi particolarmente complesso, in cui s’intrecciano in varia
misura fattori differenti: influssi stranieri, spinte assimilatrici del
sistema linguistico interessato dall’interferenza, scelte operate dal
parlante...24
Giovanni Gobber da` la seguente interpretazione:
...la parola di una lingua costituisce, e per il significante e per uno
dei suoi usi possibili, il modello per la costituzione di una parola
in un altro codice, che ad essa impone naturalmente le proprie
leggi e per il significante25 (aspetto fonetico-fonologico) e per il
significato (aspetto semantico).26
Maurice Grevisse all’interno della sua grammatica francese definisce cos`ı
il prestito:
On appelle emprunts les e´le´ments qu’une langue, au cours de son
histoire a pris d’autres langues.27
23Cfr. [Guilbert, 1975]. Ovvero : “Il prestito consiste nell’introduzione all’interno del
sistema, di segmenti linguistici di una struttura fonologica, sintattica e semantica conforme
ad un altro sistema...”
24Cfr. [Gusmani, 1981].
25Questo e` uno degli aspetti piu` importanti della linguistica contemporanea, concetto
introdotto da Ferdinand de Saussure in [Saussure, 1986] secondo il quale “ogni segno
linguistico unisce non una cosa e un nome, ma un concetto ed un’immagine acustica”.
Piu` avanti: “... noi proponiamo di conservare la parola segno per designare il totale, e di
rimpiazzare concetto e immagine acustica rispettivamente con significato e significante...”.
26Cfr. [Gobber, 1998].
27Cfr. [Grevisse, 1997]. Ovvero : “Si chiamano prestiti gli elementi che una lingua, nel
corso della sua storia ha preso da altre lingue.”
15
Preambolo metodologico e terminologico
Queste sono solo alcune delle possibili definizioni che si possono trovare al-
l’interno del vasto panorama linguistico relativo ai prestiti. Esso e` infatti un
concetto molto importante che occupa un posto di primo piano all’interno
degli studi sulla lingua.
Il prestito e` un fenomeno linguistico il cui studio va di pari passo con la
storia della formazione di una lingua. Secondo Guilbert28 nessun popolo
ha potuto sviluppare una cultura interamente autoctona, al riparo da ogni
contatto con altri popoli, che si tratti di guerre o di relazioni economiche, una
lingua si e` trovata in relazione ad altre, e ne ha ricevuto un’influenza qual-
siasi. Oggigiorno, l’evoluzione del mondo moderno scaturita dallo sviluppo
accellerato di scienze e tecniche, ha reso vano il tentativo di poter rispon-
dere ai bisogni terminologici con le sole risorse di fondo della lingua francese,
rivelando una pura utopia o un’ideologia purista. Ma perche´ si prendono
in prestito degli elementi stranieri? Guilbert29 a proposito distingue tra
prestiti denotativi e connotativi .30 I primi sono le designazioni di prodotti,
di concetti che sono stati creati in un paese straniero. L’introduzione della
parola accompagna la “cosa”. Oggigiorno si ha un’entrata massiccia di nuove
“cose” e concetti nei domini delle scienze e delle tecniche, la loro entrata al-
l’interno della Francia e` seguita da tutto il suo vocabolario. Questo tipo di
prestito proviene dalla lingua di un paese che domina dal punto di vista eco-
nomico e scientifico.31 Il secondo tipo invece non risponde alla necessita` di
un nuovo concetto, ma il suo impulso e` dettato dall’influenza di una societa`
e dal suo stila di vita considerata come prestigiosa e attraente. Il suo fascino
si ripercuote sulla lingua che subisce la pressione culturale ed economica del
paese dominante.
1.4.1 Verso una tipologia del prestito linguistico32
John Humbley all’interno del suo importante articolo del 1974, cerca di
mettere ordine tra i molteplici studi linguistici sulla neologia, prestiti e tutte
le varie branchie della linguistica a proposito. Egli attribuisce un grande de-
merito ai linguisti che fino alla meta` del ventesimo secolo si sono occupati di
tale argomento. Lo studio dei prestiti si era limitato ai dettagli filologici, le
parole erano semplici testimoni di storia e civilta`. Quando nel 1967 durante
28Cfr. [Guilbert, 1975].
29Si veda [Guilbert, 1975, p. 91].
30La stessa distinzione e` stata denominata: emprunt de ne´cessite´ e emprunt de luxe.
31
In questo caso gli Stati Uniti.
32
Il titolo di questo paragrafo e` la traduzione del titolo dell’articolo di Humbley in
[Humbley, 1974].
16
Preambolo metodologico e terminologico
un congresso33 Roman Jakobson, Andre´ Martinet e Max Nieder-
gang si chiedono fino a che punto una lingua puo` essere influenzata da
un’altra, la comunita` linguistica ne rimane sconvolta. Ma e` proprio questo
il nuovo orizzonte che verra` seguito dai linguisti fino ai giorni nostri. Non
si trascura l’importanza della sociolinguistica34 ma viene delineato un nuovo
approccio che si concentra su tre punti:
1. Identificazione: separare l’approccio descrittivo (classificazioni e tipolo-
gie) da una tappa diacronica35 (per quale via e intermediari sono entrati
i prestiti).
2. Modificazione: cosa succede quando una parola e` incorporata in un’al-
tra lingua rispetto alla lingua d’arrivo e alla lingua di partenza?36
3. Cause: esistono ragioni interne (predisposizione di una lingua ad adottare
tale elemento)? Esistono ragioni esterne (designazione di un nuovo
concetto)?
Il prestito s’inserisce quindi obbligatoriamente all’ interno della lessicografia.
I primi pioneri di questo nuovo approccio sono: Haugen, Matore´, Dubois
e Deroy. Sono loro che introducono il primo rigore descrittivo nello studio
dei prestiti, stabilendo categorie logiche e chiare, inglobando i prestiti all’in-
terno del vocabolario totale e permettendo una stima piu` esatta della loro
penetrazione.
Come gia` detto nell’introduzione, la nostra ricerca di anglicismi-neologismi
si basa sullo studio della linguista Maria Teresa Zanola37 che attraver-
so l’analisi comparata di diversi corpora giornalistici in due fasce temporali
identifica un percorso evolutivo all’interno della lingua francese. Il suo stu-
dio, come il nostro, si basa sulla classificazione dei prestiti secondo l’indagine
di Louis Deroy “ L’Emprunt Linguistique”.38
33X Congresso Internazionale di linguistica a Bucarest.
34Ovvero quel ramo della linguistica che studia i rapporti tra le condizioni sociali e gli
usi linguistici dei parlanti.
35Secondo Saussure la linguistica puo` essere diacronica e sincronica, e` sincronico tutto
cio` che che si riferisce all’aspetto statico della lingua, e` diacronico tutto cio` che ha rapporti
con le evoluzioni. Per un’introduzione alla dualita` tra linguistica sincronica e linguistica
diacronica si rinvia a [Saussure, 1986, Cap.3 Parte prima pp. 98-118].
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In Francese i termini lingua d’arrivo e lingua di partenza sono tradotti da langue source
e langue emprunteuse.
37Cfr. [Zanola, 1991].
38Cfr. [Deroy, 1956].
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