INTRODUZIONE
Andrea Segre, è un giovane sociologo/regista, si è laureato con il
massimo dei voti in Scienze della Comunicazione ed è dottore di ricerca in
“Sociologia: processi comunicativi delle politiche interculturali nella sfera
pubblica” presso il Dipartimento di Sociologia di Padova e di Bologna. Il tema
del progetto di ricerca è stato: “Il racconto video della sofferenza a distanza”.
Durante la sua carriera universitaria ha girato alcuni documentari, il primo
è datato 1997: Lo sterminio dei popoli zingari trasmesso da RAI3, descrive
l'olocausto dei popoli Rom durante il fascismo ed il nazismo, realizzato assieme
ad altri tre giovani documentaristi, tutti alla loro prima esperienza.
A partire dal 2001 si è avvicinato al documentario d'autore e al
movimento dei documentaristi italiani, inoltre ha sviluppato un percorso
specifico di applicazione del video-documentario in contesti di cooperazione
internazionale. Fino al 2006 è stato membro del Consiglio Nazionale di ICS –
Consorzio Italiano di Solidarietà, con il quale ha sviluppato progetti e
partecipato a missioni in Albania, Kosovo, Bosnia, Iraq, Moldova e Tunisia,
durante le quali è riuscito a realizzare vari documentari.
Il suo forte impegno sociale e culturale ha per oggetto la produzione
culturale indipendente, è uno dei soci-fondatori dell’associazione culturale
‘toniCorti’ di Padova (con la quale ha realizzato il suo primo documentario) e del
gruppo ZaLab con cui ha sviluppato in varie zone del Mediterraneo (Palestina,
Tunisia, Italia, Spagna) laboratori di video partecipativo: è una particolare
modalità di realizzazione video, prevede il coinvolgimento di un gruppo o una
comunità nella creazione di un'opera e sono loro stessi a decidere l'argomento
su cui si baserà. E' un'efficace strumento per coinvolgere e rendere attive le
persone emarginate o discriminate e farle uscire dalla marginalità/invisibilità. Lo
scopo di un laboratorio video partecipativo è spingere le persone ad analizzare i
propri problemi, a dare voce alle proprie preoccupazioni o semplicemente ad
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essere creativi e raccontare storie.
Tra carriera universitaria e cinematografica ha girato in media un
documentario all'anno, ma i più importanti e quelli che hanno ottenuto i maggiori
riconoscimenti sono quelli che ha girato dal 2003 in poi:
- Marghera canale nord del 2003: è la storia di otto marinai, quattro
egiziani e quattro indonesiani che da due anni vivono all'interno della motonave
KawKab senza riscaldamento, senza soldi e si nutrono alla mensa della
Caritas. Sono in attesa dei salari che non ricevono da più di un anno e se
tornassero a casa perderebbero il diritto a percepirli;
- Dio era un musicista del 2004: tratta della musica Africana, della sua
complessa spiritualità, dell’intreccio tra tradizione e modernità, dell’incontro tra
diverse culture. La vendita del DVD segue le regole del commercio equo e
solidale;
- A sud di Lampedusa del 2006: racconta il viaggio che i sub-sahariani
intraprendono per giungere sulle coste dell'isola di Lampedusa; scopriamo che
solo una piccola percentuale di loro vuole andare in Italia o in Europa, gli altri
cercano solamente d'andare in Libia; inoltre parla delle pratiche d'espulsione
che la Libia applica per combattere l'immigrazione clandestina e non;
- La mal'ombra del 2007: è tratto da un episodio del film Checosamanca,
è ambientato a San Pietro di Rosà in provincia di Vicenza. Mostra la lotta di
questo paese per impedire l'apertura della zincheria Valbrenta che, accusata di
abuso edilizio, ecomafia e violazione di un sito archeologico, ha ugualmente
ottenuto l'autorizzazione all'inizio della lavorazione;
- Come un uomo sulla terra del 2008: Dag il protagonista del
documentario nonché uno dei registi, tramite interviste ad altri immigrati, ci
racconta tutto quello che ha dovuto subire prima di sbarcare a Lampedusa; per
la prima volta in un film abbiamo le testimonianze dirette sulle modalità con cui
la Libia sta operando sui flussi migratori;
- Magari le cose cambiano del 2009: è una sorta d'inchiesta svolta da
Sara una ragazza di diciott’anni e da Neda una donna di mezza età che si
ritrovano a vivere a Ponte di Nona in provincia di Roma, un quartiere senza
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servizi, senza collegamenti viari e senza manutenzione. Il progetto iniziale lo
faceva apparire come un quartiere all'avanguardia ma il risultato finale non si è
rivelato all’altezza causa le pesanti pressioni ed interferenze di interessi
personali da parte di costruttori, architetti e amministratori locali;
- Il sangue verde del 2010: parla della rivolta dei lavoratori di Rosarno
(Reggio Calabria) avvenuta nel gennaio dello stesso anno. Vengono intervistati
alcuni africani e raccontano delle ingiustizie subite dai proprietari dei terreni (la
'ndrangheta) in cui lavoravano e vengono fatti vedere i luoghi in cui vivevano in
condizioni disumane.
Io sono Li, prima e unica opera di finzione di Andrea Segre, racconta la
storia di una donna cinese Shun Li (Zhao Tao). Inizialmente lavora in una
maglieria a Roma ma viene trasferita in un bar a Chioggia; lavora e aspetta 'la
notizia' ovvero attende che la mafia cinese le comunichi che ha finito di pagare
il suo debito e che il figlio di otto anni rimasto in Cina con il nonno possa venire
in Italia.
Nel frattempo fa amicizia con Bepi (Rade Sherbedgia), un pescatore di origine
slava soprannominato 'Il poeta' perché abile nel creare rime, ma l’amicizia tra i
due turba le rispettive comunità; quella veneta crede che il vecchio pescatore si
stia facendo ingannare dalla 'cinese arrivista' e quella cinese non vuole che i
rapporti con gli italiani vadano oltre quelli di lavoro.
Nel presente elaborato si intendono cercare analogie e differenze tra i
documentari ed il film. Il primo capitolo presenterà brevemente le esperienze
scolastiche e lavorative – escluse quelle cinematografiche - del regista, il suo
impegno sociale e culturale attraverso la produzione culturale indipendente, il
video partecipativo e la cooperazione internazionale che hanno segnato tutto il
suo percorso registico dal punto di vista delle tematiche.
Nel secondo si analizzeranno i documentari, in particolare quelli dal
2003 in poi, oltre ad essere i più premiati sono gli unici ad essere in commercio
e che è stato possibile visualizzare dato che le opere realizzate prima di tale
data, nemmeno il regista le ha più.
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Nell'ultimo capitolo invece verrà trattato il suo primo e unico film di
finzione Io sono Li e, a partire da questo, si verificherà se determinate
caratteristiche sono presenti o meno nei suoi documentari. La mia tesi è che le
analogie tra il film e i documentari siano maggiori rispetto alle differenze.
Essendo giovane, conosciuto solo in ambito cinematografico, totalmente
sconosciuto al grande pubblico dato che le tematiche sull'immigrazione e
identità culturale sono, purtroppo, di nicchia anche se molto attuali, non esiste
materiale bibliografico e tutte le informazioni sono state reperite nel web o per
conoscenza personale per il fatto di essere cresciuta nella stessa città del
regista.
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CAPITOLO 1
ANDREA SEGRE
Andrea Segre è nato il 6 settembre 1976 a Dolo
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, un comune nella
provincia di Venezia. É cresciuto tra Padova, Chioggia e Bologna, ora vive a
Roma. E' nato dunque in Veneto, una terra di transumanza, di passaggio di
popoli, di emigrazione coatta, di vecchia povertà e di nuova ricchezza, un
popolo 'misto' viste tutte le genti che sono passate. Questa collocazione
geografica ha abituato Segre al 'diverso' e lo ha reso attento ai problemi dei
migranti, dei più deboli. I luoghi in cui ha vissuto sono posti importanti per lui, i
documentari che ha girato in Italia sono tutti riconducibili a queste città.
1 - Esperienze universitarie/lavorative
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E' cresciuto a Padova dove ha fatto studi classici presso il Liceo Classico
“C.Marchesi”, si è iscritto al corso di laurea in Scienze della Comunicazione
all'Università di Bologna e nel 2000 si è laureato con una tesi in Sociologia della
Comunicazione, La comunicazione sociale negli organismi di solidarietà
internazionale: il caso del Consorzio Italiano di Solidarietà – ICS e alcuni anni
dopo vi è entrato a farne parte fino a quando questa non ha cessato d'esistere
a causa di problemi economici e divergenze politiche.
Dopo la laurea, nel 2001, si reca in Kosovo per realizzare un video di
ricerca sull'etnia della forza lavoro di due fabbriche situate rispettivamente a
Pristina e Mitrovica; questa ricerca rientrava nel progetto MIUR
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Nuove guerre,
migrazioni e media, unità coordinata dal prof. Ferruccio Gambino del
dipartimento di Sociologia dell'Università di Padova.
Finalizzato alla tesi di dottorato, ha girato Marghera canale nord (di cui si
1 http://www.padovando.com/y18_attualita/y18_speciali.asp?inde=38478 Silvia Pasti, Andrea
Segre. A tu per tu con il docu-regista padovano, consultato il 18/01/2012
2 http://andreasegre.blogspot.com/ consultato il 18/01/2012
3 Ministero Istruzione Università Ricerca
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tratterà più ampiamente nel paragrafo 2,1) documentario girato all'interno della
motonave egiziana KawKab abbandonata nel Porto di Marghera. Da giugno a
settembre 2003 ha passato un periodo di osservazione in Moldova presso
l'ufficio di Chisinau di ICS (all'interno del programma TACIS della Commissione
Europea). Come ultimo impegno derivante dalla ricerca per la tesi di dottorato,
ha passato cinque mesi a Roma presso la redazione di RAI3 C'era una volta
finché nel 2005 è diventato Dottore di Ricerca in Sociologia: processi
comunicativi delle politiche interculturali nella sfera pubblica, il tema del
progetto di ricerca è stato: Il racconto video della sofferenza a distanza.
Nel 2002 ha iniziato a lavorare all'interno dell'Università, ha ottenuto il
suo primo contratto come assistente fino a diventare Professore a contratto di
Sociologia della Comunicazione presso il CdL in Scienze della Comunicazione
a Bologna. Cerca sempre di migliorarsi, e non solo per la carriera universitaria
anche a livello cinematografico, non gli è bastato girare solo documentari, ha
voluto sperimentare anche il cinema di finzione e dato che i premi vinti per le
sue opere sono in quantità sempre maggiori, si può dire che anche la sua
carriera cinematografica sta assumendo prestigio.
2 - Impegno sociale e culturale
L'impegno sociale e culturale nella sua vita è sempre stato molto
importante, ha partecipato e continua a partecipare ad azioni, eventi e progetti
legati alla produzione culturale indipendente, il video partecipativo e la
cooperazione internazionale.
Per quanto riguarda il primo, riporto alcune sue parole scritte nel 2007:
«Quando dieci anni fa ci inventammo nella chiesetta sconsacrata
delle Maddalene la prima rassegna padovana del cortometraggio
indipendente, lo facemmo essenzialmente per un motivo: volevamo
inventare uno spazio per le storie e le immagini che televisione e
cinema italiani non avrebbero mai mostrato. Provare a rompere
l’omologazione dei gusti dettati dalle regole del commercio e dalle
censure del monopolio comunicativo che iniziava prepotente a
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