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Introduzione
Il mondo delle Web Tv in Italia è ancora poco conosciuto, almeno rispetto ai media
tradizionali. In realtà, grazie al boom avvenuto negli ultimi anni con le micro web tv,
queste realtà si stanno facendo conoscere. Si può affermare che, in ogni regione dello
nostro Paese, ci siano dei video maker, più o meno improvvisati, che ogni giorno
cercano nuovi spunti per parlare del loro territorio o delle loro passioni.
Uno degli aspetti che più colpisce di questa nuova realtà della comunicazione è che una
Web Tv può essere realizzata tanto da un ristretto gruppo di persone con capitali molto
esigui quanto da una grande multinazionale o da un ente pubblico.
Sono frutto del fenomeno del Web 2.0, che ha permesso, oltre alla convergenza dei
media, che gli utenti diventassero non più semplici spettatori, ma “spettautori”, o,
citando Toffler, “prosumer”, ovvero produttori – consumatori.
Oltre alle micro Web Tv, create da cittadini non professionisti, le tipologie delle
televisioni su internet sono molteplici: dalle business Tv aziendali dedicate
all‟informazione e formazione interna o alla promozione del brand alle tv tematiche, da
quelle basate esclusivamente sugli user generated content a quelle dotate di una
redazione per l‟informazione giornalistica locale.
Nel primo capitolo cercherò di spiegare cosa sono le Web Tv, lo scenario in cui sono
nate, il rapporto e i punti in comune con la televisione tradizionale e la distinzione con
le restanti tipologie di “nuove televisioni”, prima fra tutte l‟Iptv.
Nei successivi capitoli una panoramica della situazione in Italia e all‟estero. Infatti è il
mondo anglosassone ad aver dato origine a questo fenomeno, e qui si trovano esempi di
successo dello streaming e dell‟on demand.
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La tesi si basa sull‟esperienza che ho avuto presso DeAbyDay, la Web Tv della
DeAgostini che si occupa di tutorial in diversi ambiti della vita quotidiana.
Quindi ho innanzitutto introdotto l‟argomento dei tutorial, riferendomi ai portali
americani e inglesi che hanno fatto scuola in questo campo.
In seguito ho analizzato la struttura di DeAbyDay, per poi raccontare il progetto
sperimentale che ho seguito: la realizzazione di un video tutorial, dalla fase di ideazione
a quelle di riprese, montaggio e caricamento sul sito.
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1. Che cosa sono le Web Tv?
La prima delle domande da farsi sulle Web Tv, o Net Tv è: “Cos‟è una Web Tv? E‟ una
televisione che si vede sul web oppure è un sito internet con all‟interno un video?”
Andrea Maffini, nella prefazione di “Design per la Web Tv”, afferma che “una vera
Web Tv è prima di tutto un progetto auto-consistente, che utilizza la tecnologia e
l‟interfaccia Web per la distribuzione di contenuti interattivi prevalentemente video.
Possiamo sicuramente affermare che una Web Tv necessita di tecnologia software, di
una infrastruttura per la distribuzione e l‟archiviazione dei contenuti video e di una
interfaccia di fruizione.”
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L‟interfaccia rappresenta il punto di collegamento con i fruitori di contenuti, e necessita
quindi una progettazione tecnica a livello sia di design che di usabilità.
Sul piano editoriale e di produzione dei contenuti, le possibilità sono molteplici, anche
in funzione dell‟eventuale modello di business da perseguire. Esistono infatti Web Tv
aziendali dedicate all‟informazione e alla promozione del brand o alla video formazione
interna; Web Tv informative che utilizzano una redazione interna o distribuita per la
produzione dei contenuti; Web Tv partecipative principalmente alimentate da user
generated content; Web Tv tematiche orientate all‟infotainment di qualità che
propongono sia contenuti in chiaro che contenuti premium a pagamento.
Sempre Maffini continua: “Uno degli aspetti che più colpisce di questa nuova realtà
della comunicazione è che una Web Tv può essere realizzata tanto da un ristretto
gruppo di persone con capitali molto esigui quanto da una grande multinazionale o da
un ente pubblico. I risultati saranno ovviamente correlati al tipo di investimento, ma non
è affatto da sottovalutare il fatto che l‟audience sarà direttamente proporzionale non solo
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Marisa Galbiati, Francesca Piredda, Design per la WebTV. Teorie e tecniche per la televisione digitale,
Franco Angeli Edizioni, 2010, p. 9-10
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alla pubblicità e alla promozione dedicata al progetto, ma anche alla qualità e originalità
dei contenuti”.
La Web Tv è un interessante territorio di innovazione che si pone a metà strada tra la
televisione, medium sociale attorno a cui si adunano valori socialmente condivisi, e il
computer, medium individuale che tende a escludere i soggetti tecnologicamente non
abilitati.
Sono mantenute alcune caratteristiche del processo televisivo, tra le quali: l‟esistenza di
un piano editoriale che garantisca una continuità di palinsesto, la presenza di una
redazione, la disponibilità di uno studio di produzione per la realizzazione dei contenuti,
la necessità di una dimensione narrativa che sappia coinvolgere l‟utente, un progetto
strategico all‟interno del quale la Web Tv assume un ruolo rispetto a obiettivi dati.
Quindi una Web Tv è diversa da un portale internet (che presenta contenuti discontinui,
non regolati da un progetto editoriale: Youtube, ad esempio, non è una Web Tv, ma un
aggregatore di contenuti audiovisivi disponibili on demand), o da una IpTv che tende a
replicare i contenuti già fruibili sulla televisione.
Andrea Terranova
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afferma che il sistema produttivo si dovrebbe basare su una
redazione paragonabile a quella di un canale Tv tradizionale. L‟obiettivo primario è
sviluppare e riempire il palinsesto realizzando format diversi (per linguaggio e profilo
comunicazionale) in funzione delle singole utenze di riferimento. L‟obiettivo secondario
è quello di realizzare contenitori multimediali in grado di rispondere alle richieste di
approfondimento dell‟utente finale. Il palinsesto serve a descrivere il contesto, ambienta
e racconta brevemente l‟azione che vi si svolge. L‟archivio contiene gli
approfondimenti.
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Marisa Galbiati, Francesca Piredda, Design per la WebTV. Teorie e tecniche per la televisione digitale,
Franco Angeli Edizioni, 2010, p. 176
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Sul Web i video devono essere adattati alle caratteristiche ipertestuali del mezzo e alle
abitudini dei navigatori, che preferiscono saltare da una pagina all‟altra piuttosto che
soffermarsi lungamente su documenti pesanti e di non immediata comprensione: è bene
che il taglio del clip generi sequenze chiare, di breve durata, che portano subito
all‟obiettivo del contenuto, cioè informare gli utenti su un prodotto o su un fatto tramite
un servizio in video.
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Le Web tv rivestono a pieno le aspettative della globalizzazione. Mentre le televisioni
terrestri tradizionali sono giocoforza legate alla realtà locale, in cui i limiti tecnici della
trasmissione dei segnali hanno portato la Tv a essere un elemento della cultura e del
costume fortemente regionale e nazionale, le Web tv, attraverso il web, sono un servizio
godibile in qualsiasi parte del mondo senza i limiti imposti dalle barriere montuose. La
figura seguente
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evidenzia come i servizi della Web Tv abbiano prevalentemente natura
globale, mentre solo il 20% dei siti ha un target locale. Nonostante le barriere
linguistiche, l'approccio condiviso dai broadcaster online è di sfruttare il mezzo per
rivolgersi a una comunità trasversale ai diversi contesti geografici.
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Enrico Pulcini, Click TV. Come Internet e il digitale cambieranno la televisione, Franco Angeli, 2006, p.
72
4
Sergio Liscia, Cinema, tv, next media, Apogeo, 2003, pag 143
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1.1 Lo scenario
Il 70% dei navigatori sul pianeta Terra consuma online video. Più del 50% lo fa dal
posto di lavoro, un dato fortemente influenzato dalle statistiche cinesi (51% dei web
viewers dall‟ufficio) e statunitensi (46%).
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Di seguito un‟infografica pubblicata sul blog Pixelonomics il 12 Ottobre 2010. L‟autore
è Himanshu Khanna, ovvero SparklinGuy su Twitter.
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http://www.next-tv.it/2010/10/20/come-il-mondo-consuma-online-video/
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Un sondaggio condotto da Next New Networks, YouTube e Frank N. Magid Associates
sugli spettatori di online video, con migliaia di interviste effettuate tra Maggio e Giugno
2010, rivela che:
• Il 75% dei Net-spettatori condivide con amici, parenti e colleghi le sue video
scoperte;
• il 37% lo fa inviando il link per e-mail;
• il 36% lo fa embeddando il video stesso su Facebook o MySpace;
• il 10% lo fa segnalando il link su Twitter.
1.1.1 Web 2.0 e Convergenza dei Media
Tim O‟Reilly nel 2004, dopo la storica crisi della new economy che colpì i mercati
all‟inizio del nuovo millennio, annunciò al mondo una novità che rappresenterà un
punto di svolta e un nuovo standard di fruizione del mondo internet: si tratta del Web
2.0, un‟evoluzione di internet che consente, grazie a nuovi applicativi e tecnologie di
programmazione online, una interazione con e tra gli utenti impensabile nelle epoche
precedenti.
Con Web 2.0 non si intende un fatto puramente tecnologico, ma si allude a un nuovo
approccio mentale e progettuale, a un vero e proprio nuovo paradigma, qualcosa che va
trasformando i modelli della comunicazione che fino a quel momento avevano
rappresentato il tessuto connettivo della società.
Ne sono un esempio significativo tutti gli spazi della rete che si raccolgono sotto il
nome di Social Network: i blog, i forum, le chat, teatri virtuali che funzionano come
luoghi di incontro, di scambio di informazioni, a cui si affiancano sistemi più complessi
di tipo enciclopedico, come Wikipedia, o giganteschi contenitori di video amatoriali e
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non solo, come Youtube, vetrine e piazze informatiche come Facebook, Myspace,
Twitter, Gmail, Second Life, a cui si è aggiunto, recentemente, il fenomeno delle Web
Tv.
La caratteristica principale di Web 2.0, asserisce Marisa Galbiati in Design per la Web
Tv
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, consiste nel fatto che la totalità delle informazioni libera contenuti che vengono
spezzettati in piccole unità di micro contenuti, resi indipendenti e linkabili. Tali
contenuti vengono ridistribuiti dando origine a nuovi collegamenti generati da logiche e
criteri ogni volta diversi, inattesi, non prevedibili, dando luogo a un rimescolamento
degli stessi grazie a piattaforme più performanti, in una logica open source, secondo la
quale ogni utente può, in ogni momento, modificarne i contenuti. Ne deriva che internet
assume le vesti di una piattaforma globale la cui evoluzione è direttamente
proporzionale al numero di utenti che la utilizzano.
Uno dei cambiamenti più importanti che ha prodotto l‟avvento del Web 2.0 è
sicuramente il mutamento del ruolo dell‟utente nel consumo della rete. Ancora O‟Reilly
scrive, in un articolo apparso in internet, la differenza tra il cosiddetto Web 1.0 (ovvero
quello composto da siti web statici, con un livello di interazione minimo con l‟utente,
costituito solamente dai link, dalla posta elettronica e dai motori di ricerca) e il Web 2.0,
sottolineando come il principio centrale che sta dietro al suo successo sia il fatto di
essere riusciti ad abbracciare la potenza del web per sfruttare l‟intelligenza collettiva. Il
“sapere diffuso”, di tipo spontaneo e gratuito, è alla base di questo sistema, che ha
trasformato l‟utente passivo in un interlocutore attivo, un autore che produce contenuti,
che da un lato può essere visto come “sfruttato” nel momento in cui entra a far parte del
gioco economico della rete, ma dall‟altro è sicuramente un utente “gratificato”, poiché
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Marisa Galbiati, Francesca Piredda, Design per la WebTV. Teorie e tecniche per la televisione digitale,
Franco Angeli Edizioni, 2010, p. 18
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la sua voce può arrivare a milioni di altri utenti del globo. In questo modo ha termine la
comunicazione unidirezionale, e si attesta così uno strumento che sembra riportare in
superficie il concetto di democrazia che era andato perduto nei mass media di tipo
broadcast.
L‟utente acquista nuova identità e nuova veste poiché è al contempo fruitore e
generatore di contenuti (User Generated Content).
Anche per quanto riguarda il mondo del business, l‟utente sta modificando la relazione
con i media e il Web 2.0 sembra corrispondere a questa esigenza poiché gli utenti
possono partecipare attivamente e interagire creando una connessione più stretta con il
mondo della marca. “In questo modo si rovescia la piramide di influenza (one to many)
ed è l‟utente a configurarsi come nodo della rete, in grado di influenzare le politiche di
marca (one to one)”
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.
La fruizione non lineare consentita dal Web moltiplica le opportunità dell‟utente che
può accedere a cataloghi resi disponibili nella rete, e al contempo genera nuovi
comportamenti di fruizione spaziale e temporale dell‟informazione: se con la televisione
tradizionale la fruizione avviene tramite un palinsesto lineare, la Web Tv permette l‟on
demand, dando all‟utente la possibilità di fruire i contenuti quando lo desidera. La
convergenza dei media è così finalmente in atto.
Marshall McLuhan, nel 1967, in Understanding Media, affronta la questione
dell‟ibridazione tra i media: “i media in quanto estensione dei nostri sensi, quando
agiscono l‟un sull‟altro, istituiscono nuovi rapporti non soltanto tra i nostri sensi, ma tra
di loro”.
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Marisa Galbiati, Francesca Piredda, Design per la WebTV. Teorie e tecniche per la televisione digitale,
Franco Angeli Edizioni, 2010, p. 36