INTRODUZIONE
Sono innumerevoli le prescrizioni a scopo preventivo, tuttavia non Ł possibile
escludere al 100% il pericolo di insorgenza di un incendio, e le conseguenti minacce
all incolumit degli esseri viventi.
L’incendio provoca effetti di diversa natura: oltre al panico delle persone
eventualmente coinvolte, le temperature elevate possono causare fenomeni di ustione
o carbonizzazione oppure seri danni strutturali nel caso di elementi in cemento,
acciaio o legno strutturale (con la differenza che di quest’ultimo materiale Ł
scientificamente calcolabile la durata in esercizio e quindi il tempo di fuga
ammissibile); un altro rischio di particolare rilevanza deriva dall inalazione dei
fumi che, a seguito dell innesco di un incendio, si diffondono nei locali
determinando riduzione della visibilit e tossicit dell aria; infine molto danno Ł
causato dai gas nocivi: ad esempio la formazione di CO2 satura l’ambiente
impoverendo la presenza di ossigeno, mentre nel caso di combustioni non
"complete" si pu generare il monossido di carbonio o, in altri casi, Ł possibile la
presenza di gas inquinanti NOx (Fig.1).
Un incendio pu essere provocato da diverse cause s ia naturali (autocombustione,
fulmini, etc.) che per mano dell’uomo (incendi dolosi); alcuni esempi di causa:
fiamme libere (per esempio operazioni di saldatura), particelle incandescenti (brace),
provenienti da un focolaio preesistente (ad esempio braciere), scintille di origine
elettrica, scintille di origine elettrostatica, scintille provocate da un urto o
sfregamento, contatto con superfici e punti caldi, innalzamento della temperatura
dovuto alla compressione dei gas, reazioni chimiche in genere.
Negli ultimi anni tutte le nazioni sembrano concordare sulla pericolosit degli
incendi e sull importanza che quindi assume il discorso riguardante la prevenzione e
la sicurezza; lo studio di una materia cos delicata come il rischio incendi
arriva ad oltrepassare i confini terrestri ed approda nello spazio.
Quando si parla di osservazione della Terra da satellite vengono alla mente
quelle bellissime immagini panoramiche, ma in effetti il mondo delle osservazioni
satellitari del nostro pianeta Ł molto piø vasto; a bordo del solo satellite
Envisat, il piø grande per le osservazioni della Terra mai stato costruito,
troviamo ben 10 strumenti per guardare il nostro pianeta in modo diverso
l uno dall altro: mentre il MERIS Ł uno strumento ottico in grado di produrre
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bellissime panoramiche, nelle quali sono evidenti persino i pennacchi di fumo
derivanti dall incendio, l AATRS Ł un radiometro avanzato, cioŁ uno strumento
sensibile all emissione infrarossa della superficie terrestre; rilevare quel tipo di
radiazione infrarossa significa, in pratica, saper misurare la temperatura della
superficie terrestre stessa (Fig.2). Uno strumento simile si trova a bordo anche di
ERS-2, l altro satellite europeo per le osservazioni del pianeta.
Fig. 2 Le fiamme viste dal satellite
Attraverso i dati raccolti con questi strumenti Ł possibile realizzare la mappatura dei
possibili focolai del territorio, cosa ovviamente quasi mai possibile con ispezioni
sul campo; mettendoli insieme, si hanno informazioni sul territorio colpito
dall incendio, non ottenibili in altro modo, e ci consente una gestione dello
stesso molto piø consapevole. I dati dallo spazio presi al volo possono essere
importanti per identificare i confini dell incendio, mentre quelli di archivio
possono servire ad analizzare il tipo di vegetazione o il suo contenuto medio
di acqua (altri dati possono indicare statisticamente la mappa dei venti del
territorio). In definitiva, raggruppando tutti questi elementi si pu provare a
predire il modo con il quale un incendio si diffonde e il danno che pu provocare;
Ł cos possibile ottenere l atlante mondiale degli incendi (ATSR World Fire Atlas),
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che viene aggiornato in tempo quasi reale, e che Ł in grado di fornire dati circa sei
ore dopo l acquisizione.
L Atlante mondiale degli incendi, che Ł un progetto del DUP (Data User
Programme) dell ESA, viene utilizzato per molte applicazioni, in prevalenza di tipo
scientifico, ma anche per la prevenzione e la gestione degli stessi: avere la mappatura
delle zone a rischio, nelle quali statisticamente si sviluppano i focolai, qualsiasi
origine abbiano, Ł uno strumento utile a stabilire lo stato di allerta. L aiuto che viene
dai dati scientifici e dagli scienziati capaci prontamente di applicarli, andrebbe
comunque completato dal senso civico comune di controllo del nostro territorio.
Di particolare interesse Ł quindi la Carta Internazionale, uno strumento che mira ad
offrire un sistema di acquisizione e trasmissione di dati satellitari, al fine di gestire
catastrofi di origine naturale o umana, attraverso una collaborazione internazionale
tra le agenzie che hanno aderito al trattato; la Carta, infatti, Ł il risultato di un
progetto iniziale messo in piedi da ESA, Agenzia Spaziale Francese (CNES) e
Agenzia Spaziale Canadese (ASC) nel 2000, attorno al quale, nel tempo, si Ł poi
formato un nucleo piø vasto comprendente le statunitensi NOAA e USGS, la JAXA
giapponese, l Agenzia Spaziale Indiana , quella argentina e recentemente anche la
CNSA, l Agenzia Spaziale della Cina . I membri della Carta sono chiamati a
collaborare in tutto il mondo per mettere rapidamente a disposizione degli enti
civili di protezione, di sicurezza e difesa, o per le vittime stesse di una catastrofe, le
tecniche di osservazione satellitare: alla richiesta di attivazione segue un lavoro di
esperti che redigono un piano di acquisizione di nuovi dati e di selezione di
archivi, utilizzando le informazioni di quei satelliti che al momento si trovano
nella posizione orbitale migliore per compiere le osservazioni sull area colpita.
Tutte le strumentazioni disponibili, spaziali e non, possono quindi in qualche
modo prevedere l innesco di un incendio dovuto a cause naturali ma
purtroppo non sono in grado di preannunciare un incidente provocato
dall uomo, dalla sua sbadataggine e dalla sua non curanza delle pericolosit
che si possono celare dietro l innesco di una semplice scintilla.
Gli incendi in galleria, ad esempio, rappresentano un grande rischio per la vita
umana e provocano danni di elevata entit alle infr astrutture; il considerevole
aumento del traffico stradale, oltre all’aumentata mobilit di merci pericolose e
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all’inadeguatezza delle strutture, hanno comportato nelle ultime tre decadi una
drammatica sequenza di incendi in gallerie con gravi perdite in termini di: vite
umane, strutture ed economia. La gravit di tali av venimenti Ł dovuta essenzialmente
a fattori quali ambiente confinato, ventilazione e ricambio d’aria ridotti,
danneggiamenti agli impianti di sicurezza, effetto panico; gli incendi in galleria
causano spesso conseguenze molto gravi, soprattutto per la frequente perdita di vite
umane; basta ricordare le recenti sciagure avvenute nel Traforo del Monte Bianco
(marzo 1999, 39 vittime), nel traforo di Tauern in Austria (maggio 1999, 12 vittime),
l’incendio nel tunnel sotto la Manica, quello scoppiato nella funicolare austriaca.
Fig. 3 Traforo del Monte Bianco:Uno dei camion coinvolti nell’incendio
Le statistiche, per fortuna, mostrano che gli incidenti nelle gallerie sono inferiori a
quelli che avvengono nelle altre strade e che quindi la probabilit che possano
accadere Ł molto contenuta; tuttavia essi avvengono in condizioni particolari che
amplificano notevolmente i danni, sia alle persone sia alle strutture ed agli impianti: i
fumi ed i gas tossici, sviluppati ad alte temperature, mantengono concentrazioni
pericolose anche a notevoli distanze creando gravi ricadute sia su chi rimane in
galleria sia per chi interviene per l’evacuazione delle persone coinvolte.
L’analisi degli incidenti avvenuti in passato nelle gallerie stradali ha reso evidente
come, quando si sviluppa un incendio, non sempre questo sia una diretta
conseguenza della collisione fra due veicoli, bens spesso la causa Ł da ricercarsi
nella rottura del circuito di alimentazione del carburante, in inconvenienti a circuiti
elettrici o in guasti meccanici.
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Uno dei maggiori disastri che la storia ricordi Ł l incidente avvenuto nella
Galleria del Monte Bianco del 24 marzo 1999, prodotto da un incendio della cabina
della motrice di un semirimorchio frigorifero e a causa della perdita di carburante e
del surriscaldamento del motore: il primo automezzo incendiato trasportava nove
tonnellate di margarina che si Ł fusa ed Ł bruciata come olio combustibile(Fig.3).
Il progetto piø innovativo per evitare catastrofi di queste dimensioni parte da
uno studio per la protezione delle gallerie in caso di incendio dell’APT Engineering.
Il pericolo piø immediato, quando si verificano tali eventi, Ł il generarsi di un
incendio con conseguente sviluppo di fumi, gas tossici e calore che rendono
difficoltosa e a volte impossibile la fuga delle persone presenti; l’APT Engineering
Srl ha quindi progettato e realizzato un impianto che ha lo scopo di:
salvaguardare le vite umane, rendere possibile l’intervento dei vigili del fuoco
e di tutti gli enti preposti al soccorso, e salvaguardare le infrastrutture
riducendo i costi ed i tempi di ripristino del tunnel. Il sistema (commercialmente
definito in Italia a "Muri ad Acqua" e all’estero come "Water Shield Mitigation
Sistem"), si basa sull’individuazione del focolaio ed il suo isolamento mediante
muri ad acqua facenti parte di un sistema distribuito a distanza predefinita
lungo tutta la galleria. La rilevazione dell’evento Ł affidata a rilevatori termici
lineari, collegati ad una centrale di gestione eventi, che Ł in grado di azionare
il sistema nell’area interessata dall’incendio.
Il risultato finale Ł che il propagarsi dei fumi, dei gas tossici, del calore e di
eventuali fiamme trasportate da versamenti di carburante liquido, Ł rallentato e
circoscritto ad un’ unica zona predefinita consentendo alle persone presenti in
galleria di allontanarsi agevolmente e permettendo l’attivit dei soccorsi che
necessitano di avvicinarsi per operare sul focolaio e sui mezzi incidentati.
Il sistema brevettato appare quindi molto efficace poichØ opera in questo
modo:
- Circoscrive l’area pericolosa interessata dall’incendio impedendo il propagarsi
delle fiamme;
- Trattiene e/o rallenta il cammino dei fumi e dei gas tossici lungo tutto il
tunnel;
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- Trattiene le alte temperature all’interno dell’area interessata dall’incendio,
impedendo l’irraggiamento alle aree esterne ai muri ad acqua;
- Raffredda i fumi caldi prodotti dall’incendio abbassando le temperature anche
all’interno dell’area incidentata;
- Schiarisce e abbatte le sostanze nocive presenti nell’aria e nei fumi generati
dalla combustione.
Grazie all utilizzo di tale metodo Ł possibile raggiungere gli obiettivi
principali che garantiscono la sicurezza non solo nelle gallerie, ma in tutti gli
ambienti chiusi soggetti al rischio di innesco di un incendio; gli obiettivi
raggiunti sono:
- salvaguardare le vite umane agevolando la fuoriuscita dal tunnel;
- agevolare l’avvicinamento e l’intervento dei vigili del fuoco e degli enti
preposti alla sicurezza sul luogo dell’incidente;
- ridurre e circoscrivere i danni provocati dal calore alle infrastrutture
riducendo i costi di sistemazione e ripristino del tunnel dopo l’evento.
Risulta evidente quindi che negli ultimi anni, in Italia come all estero, si stanno
sviluppando approcci di tipo ingegneristico alla prevenzione di catastrofi legate
allo sviluppo dei focolai, capaci di correlare i parametri caratteristici di ambienti,
strutture e materiali presenti nei luoghi a rischio incendio, con gli effetti da esso
causati; come supporto a tale pratica il progettista dispone di strumenti che gli
permettono di simulare con elevato realismo lo scenario di incendio rilevando,
numericamente e visivamente, tutti i parametri-chiave che concorrono alla nascita e
all evoluzione del fenomeno in esame, col vantaggio di poter adottare, gi in fase
progettuale, ogni tipo di cautela ai fini della salvaguardia della salute umana.
La consistente quantit delle informazioni rac colte riguardo gli incendi e la
loro pericolosit , sottolinea l importanza che p u assumere l analisi e lo sviluppo
di tali eventi per mezzo di software quanto piø semplici ma, allo stesso
tempo, precisi e realistici; a tale proposito il presente lavoro si basa sullo studio
di uno dei migliori programmi utilizzati per la simulazione delle diverse
situazioni di incendio nei piø svariati ambienti.