2
Per quanto riguarda le relazioni industriali e la contrattazione collettiva, la rappresentanza
delle imprese operanti nel settore è affidata a Federmeccanica. Nel settore della
cantieristica navale, però, esistono anche altre associazioni datoriali, che hanno un ruolo di
rappresentanza politica e di tutela degli interessi delle imprese affiliate. L'Assonave è
l'associazione datoriale che rappresenta le imprese più grandi della cantieristica italiana ed
a cui aderiscono direttamente le imprese pubbliche, fra cui Fincantieri. Ad essa sono
associate, poi, anche le imprese private, attraverso l'Ancanap, l'Associazione Nazionale
Cantieri Navali Privati, e la Rinavi, l'Associazione Nazionale degli Industriali Riparatori
Navali. Una terza associazione di settore è l'Ucina, che rappresenta le imprese del
comparto della nautica da diporto, che si occupano non solo della produzione di natanti,
ma anche di accessori, motori e della fornitura di servizi. L'Assonave e l'Ucina sono
entrambe affiliate a Confindustria.
È importante sottolineare come anche nelle piccole e medie imprese si ripresenti la
caratteristica della terziarizzazione e della frammentazione della produzione, che coinvolge
molte imprese specializzate in singole fasi della costruzione navale. Tali imprese sono
spesso di piccole o piccolissime dimensioni, possono appartenere al settore artigiano e
rimangono per un tempo limitato all'interno del cantiere.
L'analisi delle relazioni industriali nel settore della cantieristica navale appare molto
complessa a causa della forte differenziazione e polarizzazione del settore: accanto a
Fincantieri ed a pochissimi altri costruttori privati di medio-grandi dimensioni, vi è una
moltitudine di imprese piccole e medie che si occupano della produzione di nautica da
diporto oppure di particolari fasi produttive che vengono esternalizzate dalle aziende
costruttrici.
In effetti, un possibile tema unificante per il settore nel suo complesso appare la questione
degli appalti e della terziarizzazione che, sotto la spinta delle richieste di flessibilità e di
riduzione dei costi da parte delle imprese, si sono sviluppati significativamente nel corso
degli ultimi anni.
Le aziende di costruzione presentano criticità gestionali storiche, per la mancanza di una
cultura di tipo industriale, amplificate dall’aumento della domanda e dalla complessità
crescente del mercato.
Il nuovo ruolo assegnato dai cantieri alle imprese di allestimenti navali, non più di
fornitori, bensì di partner implica per queste ultime un riesame complessivo dell’assetto
gestionale- organizzativo e produttivo.
La sfida in corso nel settore, con l’obbiettivo di ridurre i tempi di consegna (ed i costi),
innalzando il livello qualitativo, è quella di coniugare i punti di forza della produzione
artigianale con una gestione di tipo industriale.
3
La tesi ha come obbiettivo quello di creare un modello operativo-gestionale che risulti
innovativo rispetto ai modelli pre-esistenti e che permetta di ottenere un significativo
miglioramento delle prestazioni complessive delle aziende costruttrici di maxi yacht in
termini di:
• Ottimizzazione del processo costruttivo
• Snellimento della produzione;
• Riduzione dei costi;
• Mantenimento degli standard di consegna contrattuali;
• Innalzamento dei livelli qualitativi.
Lo sviluppo di questo lavoro parte con un’attenta e dettagliata analisi del mercato nautico
in generale e dei Maxi Yacht in particolare, sia a livello internazionale che nazionale.
Successivamente si sono affrontate problematiche di tipo gestionale-produttivo per le
aziende di allestimento navale e sviluppati diagrammi di Gantt e di flusso relativi alle varie
attività svolte.
L’analisi dello stato dell’arte relativo a commesse reali ha consentito di individuare dei
parametri di valutazione delle prestazioni aziendali. Particolarmente importante a questo
proposito si è dimostrata la disponibilità dei dati della società Azimut, leader nel settore
della costruzione di Maxi-yacht. Tali dati hanno consentito infatti di verificare per un caso
specifico le procedure effettivamente adottate, individuando inefficienze.
Partendo dalle suddette analisi le tesi ha quindi cercato di individuare degli strumenti per
un miglior controllo del processo produttivo. In particolare è stato sviluppato un modello
operativo gestionale di tipo innovativo, del quale sono stati studiati i fondamenti teorici ed
evidenziate le caratteristiche, i punti di forza rispetto al modello tradizionale.
Infine sono stati analizzati i vantaggi, in termini di tempo e costi di produzione, ottenuti
dall’applicazione di tale modello innovativo attraverso confronti numerici e prestazionali
considerando quale test case il processo organizzativo attualmente adottato presso la
Azimut S.p.A.
.
4
2. Metodologia
La metodologia adottata per realizzare questo lavoro si è basata sull’integrazione delle
informazioni ottenute in diverse fasi.
In particolare sono stati inizialmente raccolti dati attraverso ricerche in rete, interviste a
responsabili della produzione ecc. per poi passare ad una fase di verifica ed elaborazione
delle informazioni ottenute attraverso l’applicazione combinata di strumenti e tecniche
gestionali.
Le fasi principali sono quindi:
1. Fase desk di ricerca ed approvvigionamento dati
2. Fase field di raccolta dati sul campo
3. Fase di elaborazione del modello operativo-gestionale
4. Fase di verifica del modello proposto.
Le principali fonti documentali utilizzate nella fase desk sono state:
• Riviste specializzate nel settore della nautica da diporto
• Pubblicazioni tecniche sugli allestimenti navali
• Normative di riferimento
• Manuali tecnici di settore
• Dati statistici pubblicati da fonti ufficiali di categoria
• Ricerche in internet di siti specializzati sulle tematiche della costruzione navale
Grazie ai dati ottenuti è stato possibile elaborare la prima parte della tesi volta a definire il
settore della nautica da diporto ed in particolare del segmento dei Maxi Yacht in termini di:
fatturato, produzione, numero cantieri, ecc. a livello sia internazionale che italiano.
Per quanto riguarda invece la seconda fase, quella denominata “field” essa è stata
sviluppata grazie alla collaborazione di diversi responsabili della produzione che hanno
reso possibile effettuare visite ed interviste alle seguenti società/associazioni:
• Cantieri Navali (Intermarine-Sarzana, Perini-Viareggio, Fincantieri-Genova);
• Società di consulenza;
• Società di allestimenti navali;
• RINA-Registro Navale Italiano (Genova);
• UCINA- Unione Nazionale Cantieri Italiani ed Industrie Nautiche ed Affini
(Genova).
Durante tali visite, al fine di ottimizzare i tempi di analisi, sono state effettuate interviste
sulla base di questionari mirati e strutturati mediante check list di domande, volte a
focalizzare gli argomenti e le tematiche critiche per la tesi.
5
Il criterio adottato nella raccolta dei dati provenienti dalle interviste e dalle successive
elaborazioni si è basato sulla convergenza/divergenza delle risposte ottenute e sulle
successive iterazioni a chiarimento e conferma di quanto emerso.
Nella elaborazione del modello innovativo sono state utilizzate, in forma combinata,
tecniche e strumenti di:
Business Process Reengineering (BPR);
Pianificazione e controllo dei progetti (project management);
I softwares utilizzati per l’elaborazione di tabelle, grafici e diagrammi temporali sono stati:
• MS Project 2003;
• MS Excel 2003;
• MS Visio 2003.
6
3. Il mercato della nautica da diporto
3.1 L’industria nautica italiana e la sua distribuzione sul territorio
L’elaborazione dei dati delle aziende che hanno fatto domanda per partecipare al Salone
Nautico di Genova permette di inquadrare l'universo di riferimento del campione costituito
esclusivamente dalle aziende rispondenti al questionario. Tale elaborazione è stata
condotta in modo da individuare la distribuzione sul territorio delle aziende in ciascuno dei
tre comparti (produttori e importatori di unità da diporto, accessori e motori marini) e la
distribuzione nelle regioni degli addetti che trovano occupazione in tale industria. La realtà
delle aziende del settore nautico è costituita per la stragrande maggioranza di aziende
piccole e medie: gli operatori della nautica da diporto che hanno una dimensione
industriale sono in numero limitato.
Nella Tab. 3.1 sono riportati i dati sulla distribuzione geografica dell’industria nautica nella
sua interezza. I risultati, in linea con quelli dei singoli comparti, evidenziano che la
Lombardia è al primo posto sia per numero di aziende che per numero di addetti.
Seguono la Liguria e la Toscana e l'Emilia Romagna che è quarta per aziende nel territorio
ma seconda per numero di occupati nel settore nautico. Tra le regioni centro meridionali
Campania e Lazio ospitano la percentuale più alta di aziende e occupati.
La percentuale degli occupati del Piemonte è sensibilmente superiore a quella delle aziende
ospitate nel territorio a dimostrazione che in tale regione sono presenti aziende con una
connotazione industriale.
3.1.2 Il comparto delle unità da diporto
Nel comparto delle unità da diporto la Lombardia ospita il maggior numero di aziende che
impiegano anche la percentuale maggiore di addetti. Facendo riferimento alla presenza sul
territorio di produttori e importatori di imbarcazioni da diporto la Lombardia è seguita
dalla Toscana e dalla Liguria che, considerate insieme, assommano una quota percentuale
del numero di aziende che si avvicina a quella della Lombardia ma considerando la sola
quota di addetti assommano un valore che supera di poco la metà di quello delle aziende
lombarde.
Il disequilibrio aumenta se valutiamo i dati della Liguria: la percentuale del numero di
addetti di tale regione risulta essere quasi doppia rispetto a quella degli addetti lombardi.
Questo dimostra la minor diffusione di imprese a carattere industriale sul territorio
lombardo. Situazione inversa si riscontra invece in Emilia Romagna: per tale regione la
quota percentuale del numero di addetti è doppia rispetto a quella del numero di aziende
presenti. Considerazione analoga può essere fatta per il dato riguardante il Piemonte.
7
REGIONE AZIENDE ADDETTI
LOMBARDIA 25,87% 26,97%
LIGURIA 18,15% 12,11%
TOSCANA 11,80% 7,65%
EMILIA ROMAGNA 7,41% 12,78%
CAMPANIA 6,51% 5,97%
LAZIO 6,35% 6,97%
PIEMONTE 6,35% 9,37%
SICILIA 4,54% 4,33%
VENETO 4,08% 2,77%
MARCHE 2,42% 5,51%
FRIULI VENEZIA GIULIA 1,82% 1,10%
CALABRIA 1,36% 1,67%
PUGLIA 1,36% 0,91%
SARDEGNA 1,21% 0,86%
UMBRIA 0,45% 0,41%
ABRUZZO 0,15% 0,43%
TRENTINO ALTO ADIGE 0,15% 0,18%
Tab. 3.1 L’industria nautica nel suo complesso. Distribuzione percentuale del numero di
aziende e di addetti per regione
3.2 Il mercato nautico
3.2.1 La dimensione delle aziende sulla base del numero degli addetti
Per affinare l'analisi relativa alla valutazione delle aziende nautiche che costituiscono
l'universo di riferimento del campione in base al numero di dipendenti sono state
individuate cinque classi: esse sono articolate secondo il numero di addetti (da uno a
cinque, da sei a quindici, da sedici a cinquanta, da cinquantuno a cento e oltre cento).
Nella Tab. 3.2 sono riportati i risultati dell’elaborazione. Dall’analisi, emerge con
chiarezza come le aziende del settore nautico siano prevalentemente di piccole dimensioni.
COMPARTO 1-5 6-14 15-50 51-100 >100
ACCESSORI 40,33% 34,60% 20,71% 3,54% 0,82%
IMBARCAZIONI 36,50% 36,88% 19,01% 3,42% 4,18%
MOTORI 8,82% 29,41% 44,12% 8,82% 8,82%
TOTALE 37,20% 35,24% 21,23% 3,77% 2,56%
Tab. 3.2 Distribuzione percentuale delle aziende nautiche per classi di numero addetti.Poco
più di un quarto delle aziende impiega più di 15 dipendenti e tra queste poco più deloccupa
oltre cinquanta dipendenti. Tre quarti delle aziende impiegano al massimo 15 dipendenti.
8
0,00%
5,00%
10,00%
15,00%
20,00%
25,00%
30,00%
35,00%
40,00%
45,00%
50,00%
1-5 6-14 15-50 51-100 >100
ACCESSORI
IMBARCAZIONI
MOTORI
Fig. 3.3 Distribuzione percentuale delle aziende dei differenti comparti per classi di addetti
3.2.2 La dimensione delle aziende sulla base del fatturato
Per affinare l'analisi relativa alla valutazione delle aziende nautiche che costituiscono
l'universo di riferimento del campione in base al fatturato si sino individuate nove classi,
articolate secondo il valore del fatturato espresso in milioni di euro. Anche in termini di
fatturato prevalgono le aziende di piccole dimensioni, dal momento che oltre il 50% delle
aziende dichiara fatturati inferiori al milione e mezzo di euro, e poco più del 20% delle
aziende dichiara valori superiori ai 5 milioni di euro.
Aggregando tali dati per i tre comparti, si arriva alle conclusioni illustrate nel Graf 3.4.
0,00%
5,00%
10,00%
15,00%
20,00%
25,00%
30,00%
35,00%
<
0,
52
0,
52
1
,5
5
1,
55
3
,1
0
3,
10
5
,1
6
5,
16
7
,7
5
7,
75
1
2,
91
12
,91
2
5,
82
25
,82
5
1,
65
>5
1,
65
ACCESSORI
IMBARCAZIONI
MOTORI
Graf 3.4 Distribuzione percentuale delle aziende dei comparti per dipendenti
Numero di
dipendenti
Distr.
percentuale
aziende per
comparto
9
3.2.3 Andamento generale del mercato nautico
L'andamento fortemente positivo degli ultimi cinque anni trova ancora una volta conferma
nei dati di tendenza del 2002, che mostrano in crescita gli indicatori di tutti i settori del
comparto. Il mercato nazionale, sebbene ancora molto contenuto nel valore assoluto, ha
confermato lo sviluppo già mostrato nel 2001, con un aumento del 10,7% alimentato in
parte dalla quota di produzione nazionale destinata al mercato interno (+ 8,5%), in parte
dalle importazioni (+13,5%). Le importazioni confermano l' andamento altalenante già
rilevato negli ultimi esercizi, mentre il mercato interno prosegue nella sua lenta ma
progressiva ripresa. L’andamento delle esportazioni, con un aumento nel 2002 pari al
13,5% porta il totale dell’export a 939 milioni di euro. La combinazione ormai riconosciuta
di design, tecnologia, qualità e affidabilità del prodotto nautico italiano lo rendono uno dei
più affermati al mondo, specialmente nel settore delle imbarcazioni medio-grandi. La
percentuale di prodotto nautico italiano esportata rimane su valori molto alti (circa l'80% in
valore della produzione), in linea con quella degli anni precedenti. In valore assoluto
l’aumento nel 2002 di esportazioni è risultato di quasi 112 milioni di euro, portando un
ulteriore contributo alla bilancia dei pagamenti con l’estero registrando un surplus di circa
756 milioni di euro. L'andamento dell'import segna un rialzo, a livello di tasso di crescita,
rispetto all'anno precedente (+13,5% nel 2002 rispetto al +11,1% del 2001) con un
incremento in valore assoluto di quasi 22 milioni di euro. La produzione nazionale di unità
da diporto fa riscontrare nel 2002 un valore totale di quasi 1170 milioni di euro, pari al
12,5 punti di aumento percentuale. Il fatturato totale del comparto, comprensivo del
contributo fornito dalle importazioni, supera i 1352 milioni di euro, evidenziando una
crescita del 12,6%.
Per rilevare la percentuale del contributo economico, derivante da ogni settore produttivo
specifico della nautica, l’ edizione annuale “ la Nautica in Cifre “ , ad opera di UCINA,
suddivide le singole voci del fatturato nautico annuo complessivo nel seguente modo:
• 81,5% unità con motore entrobordo o entrofuoribordo
• 7,5% da unità con motore fuoribordo
• 4,2% da quelle con propulsione ad idrogetto
• 6,8% dalle unità da diporto a vela.
La categoria delle unità entrobordo ed entrofuoribordo conferma il proprio ruolo di settore
produttivo prevalente: essa rappresenta da sola l’89,8% di tutte le esportazioni, il 78,6%
delle importazioni, l'81,9% della produzione nazionale ed il 49,7% del fatturato interno.
Il mercato nazionale delle unità da diporto, allo stesso modo, risulta essere formato
prevalentemente dalle unità più grandi con una percentuale pari al 62,5% del valore. Le
unità fuoribordo rappresentano il 14,3% del valore totale del mercato nazionale, seguite
dalla vela con il 13,4% e da quelle ad idrogetto con il 9,8%.
La produzione nazionale in termini di valore è, come visto, concentrata sulle unità
maggiori, con una suddivisione percentuale pari 81,9 % per entrobordo ed entrofuoribordo,
7,5% per le unità fuoribordo, 6,1% per le unità a vela e 4,5 % per quelle ad idrogetto.
10
ANNO FATTURATO INTERNO EXPORT IMPORT
€
variazione su
anno
precedente
€
variazione su
anno
precedente
€
variazione su
anno
precedente
1998 121.315.209 455.381.223 87.523.951
1999 140.396.742 15,7% 531.375.273 16,7% 122.035.667 39,4%
2000 170.947.234 21,8% 640.923.012 20,6% 145.147.629 18,9%
2001 212.120.211 24,1% 827.630.444 29,1% 161.292.588 11,1%
2002 230.186.953 8,5% 939.391.868 13,5% 183.060.956 13,5%
Tab.3.5 Totale delle unità da diporto: composizione del fatturato nautico.
ANNO PRODUZIONE NAZIONALE
MERCATO
NAZIONALE
€
variazione
su anno
precedente
€
variazione
su anno
precedente
1998 576.696.432 208.839.160
1999 671.772.015 16,5% 262.432.409 25,7%
2000 811.870.245 20,9% 316.094.863 20,4%
2001 1.039.750.655 28,1% 373.412.799 18,1%
2002 1.169.578.821 12,5% 413.247.909 10,7%
Tab.3.6 Totale delle unità da diporto Produzione e mercato nazionale.
Le importazioni vedono una maggiore influenza della vela, che si piazza la secondo posto
con 11,6% del valore dell'import, dopo le unità a motore entrobordo ed entrofuoribordo
che detengono, anche qui il valore più alto con 78,6%.
La restante parte è suddivisa tra il 7,5% delle unità con motore fuoribordo e il 2,3% delle
unità pneumatiche. Positivo il dato sul numero di addetti che cresce del 1,1% nel 2002
raggiungendo in questo settore le 5950 unità, a fronte di un aumento complessivo del
fatturato nautico del 12,6%, che raggiunge un valore complessivo di 1352 milioni di euro.
11
664,2
793,9
957
1201
1352,6
576,7
671,9
811,9
1039,8
1169,6
87,5 122
145,1 161,3 183,1
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
'98 '99 '00 '01 '02
FATTURATO
NAUTICO
PRODUZIONE
NAZIONALE
IMPORT
Graf.3.7 Andamento del fatturato del settore nautico dal 1998 al 2002.
La curva del valore del fatturato nautico dimostra come esso sia principalmente dovuto
all'apporto della produzione nazionale. L'apporto dell'import influisce poco
sia sul valore del fatturato sia sulla sua tendenza all'aumento.
9,8%
13,4%
14,3%62,5%
UNITA'
PNEUMATICHE
UNITA' VELA
UNITA' FUORI
BORDO
UNITA' ENTRO
BORDO-EFB
Graf. 3.8 Unità da diporto: mercato nazionale 2002.
Suddivisione percentuale tra i quattro settori principali della nautica sulla base della
produzione annua. Nel mercato nazionale prevalgono in valore le unità fuoribordo e
entrofuoribordo che da sole valgono il 62,5% del mercato. Questo dato è influenzato
dall'alto valore unitario di questo tipo di imbarcazione e dal fatto che prevalentemente
sfuggono al campione statistico proprio i cantieri produttori di unità minori. Rispetto al
2001 la suddivisione vede un aumento della quota per le unità a vela a scapito degli altri
due settori.
12
3.3 Analisi andamento dei singoli settori del mercato nautico
3.3.1 Le unità a motore entrobordo
Si conferma la progressione della tendenza alla crescita del settore delle unità entrobordo
ed entro-fuoribordo, che continua ad apparire sempre in larga parte orientato ai mercati
esteri. Nel 2002 il fatturato generato dalla produzione e importazione di tali unità è
cresciuto del 12,7%, confermando gli aumenti percentuali a doppia cifra degli ultimi anni e
raggiungendo il valore di 1.101,9 milioni di euro. L’export delle unità da diporto medio-
grandi, che compongono il settore delle unità entrobordo, corrisponde all'88% del valore
della produzione nazionale di tali unità, con un valore complessivo dell'export pari a 843,5
milioni di euro e un valore della produzione nazionale che raggiunge nel 2002 i 958,1
milioni di euro. Il tasso di crescita della produzione nazionale rallenta rispetto alla crescita
dell'anno scorso e segna comunque un valore di +12,9%.
Questo dato conferma ulteriormente il successo della capacità organizzativa e produttiva
dei cantieri italiani, lo sforzo commerciale sviluppato sia in Italia che all'estero grazie alla
validità del prodotto e la vincente strategia di marketing attuata dai produttori italiani. Il
tasso di crescita delle importazioni e’ leggermente più lento rispetto a quello della
produzione nazionale. Le importazioni hanno fatto registrare nel 2002 una crescita del
11,4%: tale tasso di crescita risulta essere più contenuto rispetto quelli registrati per agli
scorsi esercizi (+13,6% nel 2001 a fronte del +20% registrato nel 2000). Nel 2002 le
importazioni hanno raggiunto il valore assoluto di 143,8 milioni di euro. Continua la
crescita del mercato nazionale ma con un tasso di crescita leggermente inferiore rispetto a
quello dello scorso anno (+10,1% nel 2002 rispetto al +20,1 del 2001) raggiunge i 258,3
milioni di euro.
Alla crescita del mercato nazionale corrisponde la crescita del mercato interno, ovvero ciò
che viene prodotto e venduto in Italia. Il tasso di crescita del mercato interno appare
rallentato rispetto agli anni precedenti con una crescita dell'8,7% contro il 29,1% del 2001.
Il costante tasso di crescita del mercato interno è incoraggiante anche se il divario tra il
volume di vendita dell'export e il fatturato interno appare enorme: il fatturato delle barche
prodotte in e vendute in Italia è, nel 2002, 114,5 milioni di euro.
La bilancia dei pagamenti con l’estero di questo settore è storicamente sempre positiva
essendo l'Italia il paese leader nella costruzione di unità da diporto medio grandi: nel 2002
sfiora i 700 milioni di euro con una crescita del +13,9%, rispetto al valore del 2001. Gli
interscambi con l’estero riflettono in pratica quelli del comparto delle unità da diporto nel
suo complesso, data la netta prevalenza del valore delle unità entrobordo sul totale. A tal
proposito si vedano anche i grafici mostrati nelle figure 2.22 e 2.23.