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strumenti di calcolo ad elementi finiti risulta oltremodo vantaggioso, ma pone anche una
serie di difficoltà prettamente legate alla corretta schematizzazione della giunzione
stessa. In altri termini, la realizzazione di un modello molto accurato della zona rivettata
se da un lato permette di cogliere bene la natura fisica del problema, dall’altro diviene
oltremodo onerosa in termini computazionali, richiedendo un tempo eccessivo per la
relativa elaborazione. D’altra parte è altresì vero che un modello eccessivamente
semplice della giunzione — ad esempio attraverso la schematizzazione del rivetto con
una trave mono–assiale rigida — per quanto abbatta drasticamente i tempi di
elaborazione numerica computazionale, non è in grado di cogliere aspetti importanti del
fenomeno fisico in analisi1.
Da tale quadro generale si deduce la necessità della messa a punto di un modello
teorico della giunzione che caratterizzi analiticamente l’esatto comportamento della
zona in esame attraverso la sua risoluzione in forma chiusa; esso costituisce, poi, la base
per lo sviluppo di una corretta “descrizione agli elementi finiti”, basata su di un nuovo
elemento, di relativamente facile implementazione e versatilità nei confronti dei codici
di calcolo F.E.A.2 di utilizzo commerciale.
Esplorando più in dettaglio ciò che nel seguito del presente lavoro verrà
ampiamente illustrato, il modello teorico della giunzione rivettata viene pensato come
piastra3 con lente rigida centrale. Tale ultima considerazione discende dal fatto che
l’effetto irrigidente dovuto alla presenza del rivetto e alla tecnologia di rivettatura è
decisamente non trascurabile. La discontinuità materiale e strutturale tra lamiera4 e
rivetto5 viene risolta con l’imposizione di un opportuno sistema di vincolo in grado di
permettere le rotazioni relative — in direzione tangenziale — tra i suddetti elementi
strutturali. La piastra risulterà, inoltre, incastrata al bordo esterno per simulare la
presenza della restante struttura cui è collegata, la quale determina un inevitabile stato di
coazione. La soluzione analitica viene ottenuta dall’integrazione delle complesse
equazioni ellittiche caratterizzanti il problema delle piastre inflesse, caricate
1
Si perde l’informazione relativa all’effetto irrigidente dovuto alla tecnologia di produzione e alla
presenza stessa del rivetto.
2
Finite Element Analysis.
3
Le tecniche di rivettatura vengono per lo più eseguite per la giunzione di lamierati sottili nelle
quali lo spessore ha dimensioni trascurabili rispetto alle grandezze geometriche caratteristiche.
4
Ovvero elemento piastra del modello teorico
5
Ovvero elemento lente rigida centrale alla piastra
6
trasversalmente. Il modello teorico viene analizzato applicando sulla lente rigida
centrale ogni tipologia di carico elementare ingegneristicamente significativo.
La conoscenza della soluzione analitica esatta nella regione in esame è alla base
della definizione di un elemento rivetto, mediante il quale è possibile valutare con
estrema semplicità il comportamento strutturale di complesse giunzioni multi–rivettate,
ottenendo contemporaneamente una corretta valutazione dello stato tensionale efficace
presente nella regione di ogni singola giunzione rivettata.
La completa definizione del problema richiederebbe l’analisi degli effetti provocati
da sollecitazioni imposte a bordo piastra, ma la complessa trattazione teorica impedisce
il raggiungimento di una soluzione specifica. La necessità di mantenere una descrizione
semplice dal punto di vista computazionale impone l’esigenza di mantenere
opportunamente limitato il numero dei nodi ed elementi. Va da sé che a tal fine è
necessario trascurare tali effetti che sono, in ogni modo, secondari rispetto a quelli
transitanti per il rivetto.
Nel seguito del presente lavoro, dopo una disamina generale delle tecniche di
rivettatura attualmente in uso nell’industria meccanica — con relativi approcci
numerico–sperimentali della comunità scientifica internazionale —, la definizione del
modello teorico di riferimento nonché un’esplorazione sperimentale dei rivetti
commerciali economici, si concentrerà l’attenzione su un particolare tipo di rivetto
avente caratteristiche di forma geometrica e funzionamento tali da non richiedere
complesse apparecchiature per realizzarne il montaggio. Tale rivetto è, altresì, dotato di
caratteristiche strutturali ottimali6 per il confronto numerico–sperimentale dei risultati
ottenuti nelle numerose prove effettuate.
6
Il rivetto scelto presenta un’anima interna rigida che lo rende perfetto per assolvere il compito di
lente rigida centrale nel modello teorico proposto.
7
2. Tecniche di giunzione non smontabili: attuali sviluppi
2.1 Introduzione
Come già anticipato nella precedente sezione, le tecniche di giunzione meccanica
vengono da tempo ampiamente e positivamente utilizzate nell’industria aeronautica, per
l’elevato utilizzo di leghe leggere, le quali risultano spesso difficilmente saldabili con
tecniche tali da garantire elevati volumi di produzione. Nell’ambito autoveicolistico si è
da tempo affermata la tecnologia della saldatura in relazione all’utilizzo di materiali
acciaiosi. In particolar modo ci si riferisce in questa sede alla tecnica della saldatura per
punti, la quale risulta certamente vantaggiosa in ambito industriale perché si presta ad
una piena automatizzazione di processo.
L’intento degli studi di settore, relativi alle tecniche di giunzione non smontabili,
applicabili con successo all’industria autoveicolistica in presenza di materiali leggeri
come le leghe d’alluminio, è quello del raggiungimento di una o più metodologie di
collegamento che presentino caratteristiche di velocità, alta automatizzazione e
versatilità. In altri termini si persegue la messa a punto di tecniche vantaggiose in forma
di collegamenti non smontabili — alternative alla saldatura per punti — per la corretta
giunzione di lamierati in leghe d’alluminio.
L’impiego di giunzioni meccaniche offre i seguenti vantaggi:
• Possibilità d’assemblaggio di materiali diversi fra loro e/o non saldabili
• Processi a basso impatto ambientale
• Vita operativa degli utensili notevole
• Manutenzione minima
• Danneggiamento dei materiali coinvolti minimo o del tutto assente
• Lieve o trascurabile distorsione del pezzo
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• Immediato controllo visivo della qualità della giunzione
• Estese possibilità di prove non distruttive
D’altra parte vi sono anche alcuni svantaggi e precisamente:
• Elevato ingombro degli utensili
• Realizzazione della giunzione complessa in prossimità di raccordi ed
imbutiture
• Forze richieste di notevole entità
• Accesso da entrambi i lati della giunzione.
Certamente, si è ritenuto opportuno in sede di comunità scientifica internazionale
l’approfondimento di tali processi sotto ogni aspetto per il raggiungimento di una
maggior comprensione della fisica dei fenomeni in essere da un lato, e l’ottenimento di
un globale miglioramento delle prestazioni in senso generale in vista di una sempre più
proficua applicazione nella produzione industriale di grande serie.
Nelle seguenti pagine verrà illustrato il funzionamento di alcune di queste
metodologie di collegamento strutturale.
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2.2 Self–piercing riveting
Tale tecnica7 realizza il collegamento strutturale di due componenti tramite un
processo di deformazione plastica. In altri termini il rivetto viene premuto, sotto
l’azione di un carico di notevole entità (40kN), contro gli elementi da collegare,
perforando in tal modo il materiale della lamiera superiore che finisce con il deformarsi
all’interno di quella inferiore tenuta ferma dall’azione di uno stampo (figg. 2.1, 2.2).
Nella pagina seguente possiamo notare un insieme di 4 immagini (fig.2.3) che
mostra, in maniera più estesa, come avviene il processo di realizzazione della giunzione
trattata.
7
Self–piercing riveting, brevemente detta S.P.R.
Fig. 2.1 – Giunzione mediante rivetto autoperforante
Fig. 2.2 – Tecnica di rivettatura self piercing
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L’apparecchiatura che permette di effettuare la lavorazione è mossa da un apposito
meccanismo idraulico, mentre l’alimentazione dei rivetti avviene tramite uno specifico
dispositivo in grado di garantire alta velocità di realizzazione del giunto e,
conseguentemente, elevati volumi di produzione. (circa 1s ad operazione).
La realizzazione di un giunto di qualità deve soddisfare alcune condizioni
fondamentali e precisamente:
• la superficie della testa del rivetto deve presentarsi parallela alla superficie
della lamiera
• devono essere garantite alcune condizioni geometriche tra testa del rivetto e
lamiera
• lo spessore della lamiera dopo il processo di collegamento non può essere
inferiore a 0.2 mm
• lo stampo non deve generare cricche sulla lamiera
• non si deve avere la fuoriuscita del rivetto in qualche parte della lamiera.
Vi sono anche alcuni svantaggi correlati all’uso di questa tecnica di giunzione
strutturale, oltre a quelli già illustrati precedentemente, e precisamente:
• Possibilità di corrosione galvanica tra lamierati di differente materiale
metallico e tra rivetto e lamiera
• Sensibilità delle fessure alla corrosione interstiziale
• Incremento di peso dovuto alla presenza del rivetto stesso.
Fig. 2.3 – Processo di realizzazione del giunto S.P.R.