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mentre i modelli di breve termine ho deciso di tralasciarli, in quanto ho preferito concentrarmi su
quelle formazioni grafiche con cui mi sento a mio agio data la mia esperienza personale sia didattica
che extrascolastica.
Infine, alcuni ringraziamenti. Il primo va ai miei genitori che mi hanno dato la possibilità di
proseguire gli studi e di intraprendere questa esperienza universitaria piena di soddisfazioni, senza
dovermi dedicare ad alcuna attività lavorativa e che mi hanno sempre consigliato e appoggiato
incondizionatamente. Un’altro ringraziamento va al mio amico nonchè collega universitario Carlo
Menozzi, che ha reso la mia esperienza più piacevole, il cui costante appoggio non è mai venuto a
meno sia nelle difficoltà sia nei momenti di gioia. Il terzo, ma non per ordine di importanza, va ad
Andrea Bigliardi mio concittadino e compagno di viaggio e di studi, di lui ricorderò sempre la sua
simpatia e capacità di rendere ogni attimo divertente e spensierato. Un grazie anche a tutti gli altri
colleghi che per la loro numerosità non sto a citare per nome e cognome, con i quali abbiamo
formato un buon team in fase di preparazione degli esami raggiungendo buoni risultati.
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La psicologia dei prezzi di borsa
Il legame tra il mondo della psicologia ed il mondo della Borsa è più stretto di quanto si possa
immaginare. Martin Pring, attualmente uno dei leader più autorevoli fra gli studiosi di analisi
tecnica, afferma: “più opero sui mercati e più mi appare evidente che i prezzi sono determinati da
una sola cosa, una soltanto: il mutare della disposizione degli investitori verso le evidenze fornite
dai fondamentali”. Per dirla altrimenti, ciò che realmente definisce i prezzi è la psicologia. Sulla
stessa onda di pensiero Garfield Drew, grande analista tecnico degli anni quaranta, disse: ”le azioni
non si vendono per quello che valgono, ma per quanto la gente creda che valgano”. Diventa quindi
indispensabile conoscere la psicologia degli investitori, in quanto gran parte delle operazioni che la
gente comune compie in borsa viene influenzata dallo stato d'animo, dalle sensazioni, dalla paura,
dalle emozioni, che sono soltanto individuali, e influenzate dalla situazione contingente, non che
dalla propria storia ed esperienza personale. Se poi alcuni di questi elementi sono comuni a molti e
quindi condivisi, ecco che un sentimento personale può diventare un "sentimento" di mercato, in
grado di influenzare i movimenti di una azione o di una intera Borsa. La Borsa è un fenomeno
molto complesso ma prima di ogni altro aspetto è un fenomeno sociale, in quanto messo in atto da
soggetti umani, e quindi va affrontato attraverso una metodologia psico-sociale, per cercare di trarre
conclusioni che possano essere utili a fini operativi. L’equilibrio dell’investitore può essere turbato
da fattori sia interni che esterni che producono un’oscillazione dello stato emotivo tra due estremi
altrettanto pericolosi. Da un lato la paura e dall’altro l’euforia, paura d’incorrere in perdite da una
parte ed eccessiva confidenza con i mercati dall’altra. Questi due fattori li si può vedere rispecchiati
nei listini di borsa e negli andamenti dei mercati, poiché le fluttuazioni dei prezzi sono fortemente
influenzate dalle speranze e dalle paure degli investitori. Nel concetto di paura sono compresi una
molteplicità di stati emotivi che frequentemente ci fanno agire come non vorremmo o non
dovremmo, la paura sui mercati finanziari si diffonde facilmente come del resto ogni condizione di
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panico ed è facile perdere la razionalità sopravalutando una situazione magari solo di allarme.
Quando il successo non è controllato comincia ad emergere l’euforia ed una certa sensazione di
invincibilità, rischi sempre più grandi e decisioni sempre meno accurate possono scaturire evidenti
danni. I prezzi risultano influenzati da tali sentimenti dei compratori e dei venditori. In particolare
se i compratori sono maggiormente motivati, allora offriranno prezzi più elevati. Al contrario se ad
essere più motivati saranno i venditori, i compratori più avveduti aspetteranno che siano i venditori
a venire in contro alle loro offerte, e così i prezzi scenderanno. Inoltre è cosa nota che prezzi
crescenti favoriscono sentimenti rialzisti, mentre prezzi decrescenti favoriscono sentimenti
ribassisti. Nella prima circostanza, ad un inizio di discesa dei prezzi la maggior parte degli
investitori, non si aspetta un crollo, questo perché l’umore del mercato resta molto positivo e si
tende a dimenticare il recente passato; solo in seguito quando i prezzi avranno cominciato a
scendere le cattive notizie troveranno ascolto. L’evidenza empirica mostra che la presenza di un
supporto o di un a resistenza, ovvero di due o più minimi o due o più massimi con valori pressoché
uguali, è riconducibile alla psicologia degli investitori, in quanto quest’ultimi fissano gli stop loss o
i take profit, vale a dire il livello di prezzo stabilito al momento dell’ingresso sul mercato che, se
raggiunto, determina rispettivamente la chiusura in perdita della posizione nel primo caso e la
chiusura in utile della posizione nella seconda circostanza, sulla base dei minimi o dei massimi fatti
registrare in precedenza dai mercati finanziari. Uno dei presupposti logici che costituiscono il punto
di partenza per l’analisi tecnica è la ripetizione dei movimenti di mercato nel tempo. Le reazioni
degli operatori sono identiche di fronte ad accadimenti analoghi. Tale considerazione è di tipo
psicologico, perché si ritiene che le risposte a stimoli identici rimangano immutate nel tempo. Ciò
comporta che lo studio dei minimi e dei massimi consenta di definire alcune particolari strutture al
fine di prevedere la direzione del mercato futuro. La ripetizione della storia rende i pattern di prezzo
riconoscibili, sarà poi opportuno osservare la loro affidabilità e comprendere come possono essere
utilizzati ai fini decisionali per il trading.
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Si renderà quindi necessario per molti pattern fornire una spiegazione psicologica, in virtù del fatto
che i prezzi sono determinati dall’atteggiamento dei partecipanti al mercato nei confronti dei dati
fondamentali di volta in volta emergenti, e comprendere la logica sottostante per una migliore
interpretazione, più accurata, utile e proficua.
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L’analisi tecnica
L’analisi tecnica è una particolare disciplina, che con l’ausilio di svariati strumenti, dalle
interpretazioni grafiche alle rielaborazioni matematiche e quantitative dei valori di prezzo e volume
trasmessi da Borsa Valori, analizza il comportamento dei mercati finanziari con l’obbiettivo di
prevederne l’evoluzione futura. Essa rappresenta un utile metodo per l’investitore non tanto per
comprare ai minimi e vendere ai massimi, ma per cercare di cogliere al meglio le tendenze del
mercato e gli eventuali utili segnali operativi. Va distinta l’analisi tecnica dall’analisi fondamentale,
la prima non deve essere vista in antitesi con la seconda, bensì adottata come uno strumento e un
metodo a completamento delle strategie operative sulla gestione dei titoli. L’analisi fondamentale si
occupa dell’analisi dei bilanci, del mercato e delle informazioni societarie con l’obbiettivo di
arrivare alla determinazione della stima dei profitti ottenibili, dei dividendi e in particolar modo del
valore dell’azienda e quindi dell’azione. Il fine di tale analisi è l’individuazione dei titoli con
migliori prospettive di crescita e quindi con maggiore capacità futura di produrre utili oppure titoli
il cui prezzo sul mercato risulta più basso e quindi sottovalutati dal mercato. L’analisi fondamentale
può dare suggerimenti circa le posizioni da assumere su particolari titoli finanziari, ma il momento
migliore (timing) per entrare o uscire dal mercato può essere suggerito dall’analisi tecnica.
L’operatore può servirsi in un primo momento dell’analisi fondamentale per decidere l’attività da
acquistare (oppure da vendere) e stabilire in seguito il momento temporale dell’operazione
attraverso l’analisi tecnica. L’analisi tecnica a differenza dell’analisi fondamentale, può essere
considerata come un procedimento di auto-correzione (selfcorrecting), secondo il quale il mercato
"ha sempre ragione"; se la metodologia tecnica induce proiezioni errate, lo stesso strumento
analitico che le ha originate porterà ad una conclusione opposta, in quanto l'operatore riconosce i
propri errori e impara da essi, utilizzandoli per affinare la capacità previsiva dei propri strumenti. I
sistemi di analisi tecnica sono infatti, in continua evoluzione e sottoposti ad un sistematico
collaudo; ove l'evoluzione dei prezzi sia in contrasto con le segnalazioni tecniche, sarà compito
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dell'analista prenderne atto e farne tesoro per perfezionare la propria abilità. Al contrario l'analista
fondamentale agisce in modo molto più pericoloso: se ritiene che il valore intrinseco di un'azione
venga sottostimato dal mercato, egli si spinge verso una posizione sempre più rialzista quanto è
maggiore l’entità della sottostima. Così facendo egli si troverà in una posizione fortemente
squilibrata, che in caso di un errore di valutazione, lo porta a perdite tanto maggiori quanto più
rigida è la sua opinione. Questa caratteristica del comportamento degli analisti fondamentali mostra
l'alto grado di specializzazione che questo approccio necessita: l'operatore deve avere una
competenza settoriale molto approfondita, nonché una notevole disponibilità di informazioni da
elaborare. Tutto ciò limita la flessibilità e l’adattabilità dell'analisi: non si possono applicare gli
stessi strumenti ad ogni tipo di mercato. Punto di forza dell'analisi tecnica è invece, la sua estrema
duttilità: gli stessi strumenti possono essere usati per analizzare mercati anche molto diversi tra loro,
quali il mercato azionario, obbligazionario, dei futures, dell'oro, delle valute, con costi
conseguentemente minori rispetto all'analisi fondamentale. L’attendibilità dell’analisi tecnica è
oggetto di un’estesa discussione, poiché l’impiego della strumentazione matematico-quantitativa è
ampiamente sorretta da valutazioni soggettive dell’operatore. Essa sfugge, infatti, ad ogni
formalizzazione scientifica che consenta di verificare la validità dei concetti impiegati e
l’affidabilità delle informazioni prodotte. Data la forte componente personale spesso si qualifica
l’analisi tecnica come un’arte. Lo stesso Martin Pring è concorde con questa concezione: “è l’arte di
identificare un’inversione del trend ad uno stadio relativamente precoce e di cavalcarla fino a che
l’evidenza dei fatti mostri o dimostri che il trend ha cambiato direzione”. L’espressione “evidenza
dei fatti” sta ad indicare i quattro o cinque indicatori con cui ci si sente a proprio agio e si ritiene
che siano in grado di avvalorare i risultati conseguiti attraverso i pattern di prezzo, in quanto data la
numerosità degli indicatori diventa impossibile tenerli presenti tutti. Sarà l’operatore ad effettuare la
scelta da adottare per il trading in modo del tutto soggettivo, sulla base dell’esperienza empirica e
del proprio modo di ragionare, ed è per questo che l’indicatore che per qualcuno è considerato
ottimo, potrebbe essere scartato da qualcun altro perché ritenuto inutile. Tale definizione di analisi