Introduzione
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Questo lavoro di tesi si propone di valutare, attraverso un’attenta analisi
economica ed ambientale, la convenienza delle colture energetiche a breve turno
di rotazione, o SRF, esaminate in diversi scenari colturali possibili, dimostrando in
tal modo i vantaggi derivanti da una loro promozione ed incentivazione a livello
globale, secondo la politica dello sviluppo sostenibile, sia per l’uomo che per
l’ambiente.
Nel primo capitolo si affronta in generale il concetto di sviluppo sostenibile e la
possibilità di raggiungerlo mediante l’impiego delle fonti di energia rinnovabili o
RES; quindi ci si sofferma su di una particolare RES quale la biomassa,
analizzandone in dettaglio le tipologie, i processi di conversione energetica e i
vantaggi.
Nel secondo capitolo sono esaminate le coltivazioni energetiche dedicate a breve
turno di rotazione o SRF, dopo averne descritto le caratteristiche fisiologiche in
particolare di Pioppo, Robinia, Salice ed Eucalipto; è esposto inoltre il modello da
seguire al fine di effettuare prove sperimentali per le colture SRF. In modo
particolare sono riportate le esperienze sperimentali condotte su tali colture
concernenti vari aspetti quali quello economico, ambientale, energetico e
meteorologico a livello mondiale. Ci si sofferma inoltre sui due campi sperimentali,
messi a dimora e monitorati dal Centro di Ricerca sulle Biomasse (CRB),
analizzandone le caratteristiche ed in particolare le prove sperimentali effettuate
su di essi.
Nel terzo capitolo è descritto in dettaglio il protocollo di coltivazione delle colture
SRF in ogni sua fase, dalla preparazione del terreno che precede la
piantumazione fino alla fase di raccolta e stoccaggio. Inoltre sono analizzate in
dettaglio le principali variabili di decisione riguardanti questo tipo di coltivazioni
quali: il tipo di suolo adatto (marginale oppure fertile); la specie e i cloni da
coltivare; le cure colturali da effettuare e la relativa meccanizzazione; la densità di
impianto; il turno di taglio; l’orizzonte temporale; i fabbisogni idrici e il materiale di
propagazione.
Nel quarto capitolo sono esaminati i due campi sperimentali oggetto di studio dal
punto di vista delle lavorazioni agricole effettuate e degli LCA o cicli di vita degli
scenari colturali presenti in tali campi, realizzati tramite il software SimaPro; inoltre
sono valutati a tal proposito altri scenari colturali possibili, tra i quali sono
presentati alcuni concernenti colture standard quali mais, girasole e tabacco. E’
Introduzione
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quindi descritto il software SimaPro, le condizioni su cui si basa e il metodo
Econindicator 99.
Nel quinto capitolo è effettuato per ogni scenario colturale esaminato nel capitolo
4, sia il bilancio economico sia la valutazione di impatto ambientale in termini di
punteggio singolo, tramite Ecoindicator 99, condotta sia dal punto di vista
dell’intero scenario che processo agricolo. In questo modo è stato possibile
effettuare un raffronto tra le colture SRF e le colture standard considerate, sia dal
punto di vista economico che dal punto di vista dell’impatto ambientale e valutare
quale sia lo scenario colturale più conveniente da entrambi i punti di vista. Infine è
stata realizzata una classifica degli scenari colturali.
Capitolo 1- Energia da biomassa
4
CAPITOLO
1.
ENERGIA DA BIOMASSE
1.1 INTRODUZIONE
Il consumo di energia, fattore essenziale nello sviluppo economico, è direttamente
proporzionale al livello sociale ed economico di un paese; questo comporta che le
nazioni industrializzate consumino maggiore energia rispetto a quelle in via di
sviluppo o ancor di più del Terzo Mondo. E’ pertanto necessario seguire nella
gestione del settore energetico un differente approccio da quello fino ad ora
perseguito, e in questo ambito emerge il concetto di sviluppo sostenibile. La
ragione di questo cambiamento sta nel fatto che l’aumento dei consumi di
combustibili fossili, dovuto al crescente sviluppo della popolazione ed alla
crescente industrializzazione, genera gravi problemi a livello sociale, politico ed
ambientale, tra i quali l’effetto serra e l’inquinamento a livello locale e globale; si
deve inoltre considerare che le risorse naturali quali l’acqua, i terreni, le foreste ed
i minerali, così come i combustibili fossili, sottoforma di petrolio, carbone e gas,
non sono inesauribili e che il progressivo sviluppo porta ad un uso sproporzionato
di essi.
E’ per questo che si deve mirare ad uno sviluppo sostenibile, definito dalla World
Commission on Enviroment and Development come: uno sviluppo che risponda
alle necessità del presente senza compromettere la capacità delle generazioni
future di soddisfare le proprie esigenze. Il concetto di sviluppo sostenibile
comporta anche un miglioramento della qualità della vita per tutti i cittadini del
mondo [1]. Al fine di perseguire una nuova politica energetica sostenibile si deve
incrementare il risparmio energetico e promuovere l’impiego di fonti di energia
Capitolo 1- Energia da biomassa
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rinnovabili, in particolare della biomassa, sviluppando tecnologie di conversione
più efficienti.
1.2 LE FONTI RINNOVABILI DI ENERGIA
Per fonti rinnovabili di energia o RES (Renewable Energy Sources) si intende una
qualsiasi fonte energetica che si rigenera almeno alla stessa velocità con cui la si
usa [1], ovvero quelle fonti che, a differenza dei combustibili fossili e nucleari,
destinati ad esaurirsi in un periodo di tempo finito, possono essere considerate
virtualmente inesauribili, per lo meno su scala umana, in quanto hanno tempi
caratteristici di riproduzione paragonabili con quelli del loro consumo. Sono
definite tali: l’energia idraulica, solare, eolica, geotermica, delle onde, delle correnti
e la biomassa.
Il loro maggior vantaggio deriva dalla disponibilità ubiquitaria e dal minor impatto
ambientale rispetto alle fonti fossili, soprattutto per quanto riguarda le emissioni di
gas serra; infatti la combustione dei combustibili fossili produce emissioni di
inquinanti quali polveri, ossidi di zolfo, di azoto e di carbonio. Per quanto riguarda
le polveri, gli ossidi di azoto e di zolfo esistono tecnologie che ne limitano la
produzione, ciò invece non accade per l’anidride carbonica, principale
responsabile dell’effetto serra.
Nonostante i vantaggi che esse possiedono e il loro elevato potenziale, le RES
contribuiscono solo in piccola parte al panorama energetico e i combustibili fossili
continuano ad essere la fonte primaria di energia utilizzata a livello mondiale. Ciò
è dovuto principalmente al basso costo del petrolio e dei suoi derivati e alla
difficoltà di realizzare impianti per lo sfruttamento delle energie alternative. Si deve
quindi il più possibile promuovere l’uso delle fonti energetiche rinnovabili, le quali
possono realmente contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla
diplomazia mondiale tramite il protocollo di Kyoto (1997) [2] e il Libro Bianco
(1999) [3], in seguito alle numerose conferenze internazionali [4] note come COP
(Conference of the Parties), quali:
1992 Rio de Janeiro, Prima Conferenza mondiale sullo sviluppo
sostenibile, nasce la Convenzione quadro sui mutamenti climatici, la quale
pone come obiettivo la riduzione della concentrazione in atmosfera di CO
2
fino ad un valore pari a 550 ppm;
Capitolo 1- Energia da biomassa
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1995 Berlino, Prima conferenza delle Parti (COP 1) tra coloro che hanno
sottoscritto la Convenzione, ha lo scopo di fissare gli obiettivi da
raggiungere in termini di emissioni;
1996 Ginevra, Seconda conferenza delle Parti (COP 2) permette di
eliminare alcuni dei vincoli imposti dagli Stati Uniti e che hanno comportato
un esito poco soddisfacente della conferenza di Berlino;
1997 Kyoto, Terza conferenza delle Parti, viene adottato un Protocollo
secondo il quale i paesi industrializzati si impegnano a ridurre, per il periodo
2008-2012, il totale delle emissioni di gas ad effetto serra almeno del 5%
rispetto ai livelli del 1990. In particolare l’Europa deve ridurre le emissioni
dell’8% rispetto ai livelli del 1990;
2004 Buenos Aires si stabilisce che il Protocollo di Kyoto entrerà
legalmente in vigore il 16 febbraio 2005. Le questioni riguardanti la gestione
del Protocollo di Kyoto, così come le verifiche ed i controlli sulla sua
attuazione, saranno prese in carico dalla COP-MOP (l'organo supremo di
amministrazione e gestione del Protocollo), che si riunirà per la prima volta
dal 7 al 18 novembre 2005 in Canada.
Altro documento di fondamentale importanza concernente la valorizzazione
energetica delle fonti rinnovabili è rappresentato dal Libro Bianco [3], il quale è
stato approvato in Italia il 6 agosto del 1999 dal Comitato Interministeriale per la
Programmazione Economica (CIPE). E’ un documento di indirizzo del governo in
materia di politica energetica del Paese nel settore delle fonti energetiche
rinnovabili, anche in relazione alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla
progressiva introduzione delle fonti rinnovabili nel mercato, e individua obiettivi,
strategie e progetti necessari per ottenere le riduzioni di emissioni di gas serra
previste dalla delibera CIPE sugli impegni del post-Kyoto. La realizzazione degli
obiettivi del Libro Bianco è demandata alla Commissione del CIPE per lo sviluppo
sostenibile. Il documento prevede, al 2008-2012, incrementi di produzione di
energia elettrica da fonti rinnovabili pari a circa 6,5 Mtep (milioni di tonnellate
equivalenti di petrolio) ed incrementi di produzione di energia termica pari a circa 2
Mtep. Il totale delle emissioni di CO
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risparmiata è valutato complessivamente in
circa 24 milioni di tonnellate; è necessario inoltre tener presente che lo
Capitolo 1- Energia da biomassa
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sfruttamento delle RES contribuisce a ridurre la dipendenza dalle importazioni di
energia (i paesi dell’UE importano attualmente il 50% dell’energia) e a creare posti
di lavoro. Tra le RES analizziamo in particolare la biomassa e il suo ruolo
nell’ambito energetico.
1.3 LA BIOMASSA
La biomassa consiste in materia organica vegetale o animale, principalmente
ottenuta dalla raccolta e dalla lavorazione delle colture agricole e forestali.
Potatura, paglia, tagli forestali, residui delle produzioni alimentari, rifiuti del verde
urbano e residui dell’industria del legno ne sono alcuni esempi; tutti questi prodotti
organici sono principalmente derivanti da attività agro-forestali ed il loro potere
calorifico è pari a circa un terzo di quello del petrolio, ma la loro disponibilità è
maggiore in natura di quella dei combustibili fossili [5]. La biomassa è in grado di
accumulare l’energia solare, in quanto le piante convertono la CO
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atmosferica in
materia organica tramite il processo di fotosintesi, che consiste nella
trasformazione di acqua, anidride carbonica ed energia solare in carboidrati ed
ossigeno. In tale processo circa il 20% dell’energia si perde per fenomeni di
riflessione o cattivo assorbimento dovuto alla densità del fogliame.
1.3.1 TIPOLOGIE DI BIOMASSE
Le principali tipologie di biomasse [4] comunemente impiegate a fini energetici
sono:
le colture energetiche (dedicate) sia arboree, come il Pioppo e la Robinia,
che erbacee, come la canna comune;
i residui agricoli, agroindustriali, artigianali, industriali, costituiti ad esempio
da sanse, vinacce, noccioli, lolla di riso provenienti dall’industria alimentare
e da scarti dell’industria del legno come corteccia e truciolato;
i residui forestali e altri prodotti ligneo-cellulosici puri.