4
mutamenti del contesto economico in cui un’azienda opera, oppure nelle strategie di
business e negli assetti societari (in questi casi si andranno a rivedere le stime reddituali e
patrimoniali dell’azienda e stilare nuovi target price).
Non si deve andare molto indietro con gli anni per vede come l’Analisi Fondamentale sia
stata usata in modo sbagliato e negativo, dando un peso relativo ai suoi risultati e
preferendo che fosse il solo mercato a definire il valore di una società. Vi sono infatti casi
più o meno eclatanti in cui sulla spinta di quotazioni che oltrepassavano i target price
fissati con questa metodologia, gli uffici studi delle principali case d’investimento si
adoperavano per giustificare quelle quotazioni e addirittura alzare target price fissati
poco tempo prima. Rimarrà nella storia la bolla speculativa del 2000, quanto titoli come
Tiscali vedevano corretti i propri target price quasi tutte le settimane: oggi lo stesso titolo
vale circa il 3% dei massimi raggiunti nel 2000 a dimostrazione di quanto fossero sbagliate
quelle analisi e sovrastimate le prospettive di molti titoli considerati tecnologici solo
perché si erano affacciati ad internet. Altro celebre caso italiano è Seat Pagine Gialle,
arrivato a quotare oltre 7 euro quando ora, dopo lo scorporo delle attività media che
sono confluite in Telecom Italia Media, si registrano valori inferiori di oltre il 96%!
Dopo la bolla speculativa del 2000 oggi si fa sicuramente più attenzione ai report, e i
target price fissati sono spesso prudenti e soprattutto raggiungibili.1
L’ultima crisi del biennio 2008-09 ha invece portato in certi casi ad un abbassamento del
livello delle quotazioni dei titoli al di sotto del loro valore determinato dall’analisi
fondamentale stessa: alcuni titoli risultavano sottostimati rispetto al loro reale fair value,
pregiudicando quindi la società nello spazio reale e non solo in quello finanziario.
Per chi segue l’Analisi Fondamentale risulta altresì utile conoscere alcuni elementi che
riguardano le correlazioni intercorrenti tra le variabili macroeconomiche che influenzano i
mercati borsistici, per capire anche, per esempio, i motivi dei movimenti repentini
dell’indice successivi alla comunicazione di dati macroeconomici importanti quali PIL,
inflazione, produttività, salari, disoccupazione, indici di fiducia, tassi di interesse e via
dicendo. Una loro corretta interpretazione permette di andare sul mercato accodandosi
al movimento scaturito dalla diffusione dei dati, oppure nella direzione contraria qualora
si pensi che la notizia, dopo l’impatto iniziale, non sarà in grado di sostenere i livelli
raggiunti.
Benchè come visto l’Analisi Fondamentale presenti delle solide basi di tipo razionale, la
maggiore critica che viene mossa a questa metodologia è il fatto che sia basata su
informazioni di difficile reperibilità, specie per il piccolo e singolo investitore, o comunque
disponibili con un certo ritardo e quindi suscettibili di portare a conclusioni non sempre in
linea con l’attuale situazione di mercato. Basta pensare all’analisi di bilancio, la quale può
essere molto valida nel primo mese in cui viene pubblicato il bilancio della società, ma in
quanto il bilancio, per sua caratteristica natura, è espressione della situazione contabile,
patrimoniale, economica e finanziaria della società in una certa data, è molto improbabile
che tale situazione sia valida per tutto l’anno.
1
Borsi G., Guida al trading su opzioni, covered warrant e aumeni di capitale, Cinisello Balsamo (MI), Trading
Library Srl, 2005., pag. 184.
5
1.2 Analisi Tecnica
L’Analisi Tecnica è lo studio del movimento dei prezzi nel tempo allo scopo di prevederne
le tendenze future, attraverso l’utilizzo di metodi grafici e di metodi statistici, calcolando
indicatori e oscillatori.
Potendo conoscere in ogni momento quale sia stato il prezzo di un determinato
strumento finanziario in un determinato momento temporale, ciò ha consentito nel
tempo di catalogare alcune figure ricorrenti al verificarsi delle quali è possibile formulare
una buona previsione dei movimenti futuri. Questo significa poter prevedere l’andamento
del prezzo di un bene quotato, reale o finanziario esso sia, studiando la sua storia passata.
Sono tre i presupposti su cui l’Analisi Tecnica fonda le sue previsioni:
1 Il mercato sconta tutto cioè si parte dalla convenzione che nei prezzi
borsa, o di un contratto di merci, siano già
incorporati tutti quei fattori di tipo fondamentale,
politico, psicologico, monetario ed economico, che
ne hanno e ne determineranno l’andamento;
2 La storia si ripete ovvero nel tempo si sono già verificate più volte le
medesime situazioni e, dato un certo evento, i prezzi si
sono modificati nella maggior parte delle volte sempre
nello stesso modo. Questa convenzione permette di
applicare anche nel futuro gli stessi comportamenti.
3 Validità dei trend la conseguenza di questa premessa è che è più facile
che un trend abbia un andamento continuo piuttosto
che una brusca inversione, e si può quindi affermare
che un trend è destinato a proseguire finché non
mostra chiari segni di inversione.
Compito principale dell’Analisi Tecnica risulta quindi quello di identificare la direzione di
un trend, di segnalare tempestivamente quando è prossima una sua variazione, e di
determinare così segnali di acquisto o di vendita, che permetto di entrare o uscire dalle
posizioni con anticipo sulla variazione in atto. Un’operatività attenta basata su questo tipo
di analisi è ben diversa da quella che si avrebbe con la più comune tecnica buy & hold,
ovvero del “cassettista”, che consiste invece nell’acquistare e immobilizzare la posizione
per lungo tempo. Questo risulta particolarmente evidente nei periodi in cui i mercati non
fanno registrate alcun progresso netto, evidenziando comunque notevoli fluttuazioni.
L’Analisi Tecnica permette quindi di cogliere ciò che i metodi di Analisi Fondamentale non
colgono, cioè le tendenze nei prezzi delle attività quotate, e lo fa fornendo indicazioni
immediate e utilizzabili nella quotidianità. Inoltre risulta essere un insieme di metodi di
analisi immediatamente applicabile da parte di chiunque, anche non in possesso di
nozioni economiche o statistiche, in quanto di tipo essenzialmente grafico. Le
6
metodologie tecniche hanno l’ulteriore vantaggio di esere applicabili su qualunque
mercato e su qualunque attività, e non è richiesto quindi una determinata
specializzazione in settori, prezzi o mercati come invece per l’Analisi Fondamentale.
L’Analisi Tecnica risulta essere, in conclusione, uno strumento che, pur non dicendo tutta
la verità, viene utilizzato dalla stragrande maggioranza dei trader. Il punto focale è che
essa consente di entrare nel mercato su alcune basi invece di farlo a caso.2
La principale obiezione dei detrattori dell’Analisi Tecnica, ma anche da parte di coloro che
le riconoscono una certa utilità, è il fatto che quasi sempre essa sia in grado di spiegare
perfettamente ex-post ciò che è avvenuto, mentre non è così efficace ex-ante. Altro
interrogativo mosso contro questa metodologia riguarda la validità dell’uso dei prezzi del
passato per predire quelli futuri. C’è da dire a risposta come nelle previsioni dei prezzi
futuri vi siano alla base solidi concetti di origine statistica, e che si parla sempre di
previsioni affiancate da probabilità di avvenimento, e non di certezze.
Riprendendo il titolo di questo lavoro, ovvero per quanto riguarda l’analisi tecnica
applicata al trading con le opzioni, è fondamentale comprendere che l’analisi tecnica non
deve mai essere applicata direttamente all’opzione, il cui andamento non è influenzato
solamente dalla direzionalità del sottostante, bensì anche da altre variabili, alle quali si
rimanda al capito sulle opzioni. L’analisi tecnica copre solamente una delle variabili
principali, ovvero l’analisi del sottostante, e per tale ragione potrebbe rivelarsi fuorviante
e fornire indicazioni di acquisto e di vendita scorrette, a meno che non ci si limiti ad
applicarla esclusivamente al sottostante, considerando i segnali di acquisto e di vendita
ad esso relativi e che si tradurranno poi in acquisto o vendita di opzioni call o put, o
nell’applicazione di determinate strategie preventivamente selezionate.3
E’ da sottolineare come, sebbene l’Analisi Tecnica offra una moltitudine di strumenti per
svolgere le analisi, la scelta di pochi ma adatti indicatori e grafici sia migliore di una
moltitudine di grafici incomprensibili. La maggior parte delle persone, alla ricerca del
metodo vincente in assoluto, magari con lo scopo di trasformarlo in un trading system che
faccia tutto da solo, opera su grafici spesso attraversati da migliaia di linee e sovrapposti a
decine di indicatori e oscillatori. Si crede, a torto che più un metodo è complicato e
meglio funziona, oppure che esistono formule magiche o segnali segreti che i trader
vincenti non riveleranno mai. Niente di più falso. Il primo passo è invece riconoscere che
non c’è niente di definitivo in alcuna situazione di mercato. D’altronde non è l’analisi
tecnica a complicare le cose, quanto piuttosto chi la usa.4
Accertati quindi pregi e difetti dell’una e dell’altra metodologia, rimane quanto oggi
accade operativamente per i trader. Nella realtà operativa vengono usati entrambi gli
approcci, integrando opportunamente i risultati generati dai diversi tipi di analisi,
assegnando all’Analisi Fondamentale il compito di selezionare le attività sopra e
2
Baldi C., Oltre il money management, Cinisello Balsamo (MI), Trading Library Srl, 2007, pag 7.
3
Borsi G., Guida al trading su opzioni, covered warrant e aumeni di capitale, Cinisello Balsamo (MI), Trading
Library Srl, 2005., pag. 195.
4
Baldi C., Oltre il money management, Cinisello Balsamo (MI), Trading Library Srl, 2007, pag 7.
7
sottovalutate, quindi di scelta del titolo, mentre l’Analisi Tecnica dovrebbe occuparsi del
timing, ovvero di selezionare il momento in cui intraprendere le operazioni, e quale tipo
di operazione effettuare data la situazione che verrà a crearsi.
9
2 – ANALISI GRAFICA TRADIZIONALE
Le configurazioni grafiche appartengono alla cosiddetta analisi tecnica tradizionale.
Questo tipo di analisi si basa su studi empirici che hanno portato ad individuare tendenze,
supporti, resistenze e configurazioni grafiche. L’osservazione del comportamento nel
tempo di diversi titoli ha manifestato come al verificarsi di condizioni simili sul grafico si
creino le medesime figure. L’interpretazione di queste figure sta alla base dell’analisi
grafica in quanto la loro conoscenza è un mezzo per prevedere la direzione che potrebbe
prendere nel futuro la curva dei prezzi.
I prezzi di un titolo generalmente seguono un trend ben definito. Tale tendenza, tuttavia,
prima o poi cambia o viene interrotta e i corsi attraversano una fase di cambiamento
durante la quale il loro movimento può determinare la formazione di particolari
configurazioni. Se al periodo di transizione in cui entra il titolo segue un’inversione di
trend, i modelli che si sono formati prendono il nome di figure di inversione. All’opposto
le figure di continuazione rappresentano che il titolo sta semplicemente consolidando una
condizione di ipercomprato o di ipervenduto, per poi riprendere il precedente trend.1
Il limite tra le figure di inversione e le figure di continuazione non è così chiaro come
sembrerebbe apparire. Per alcuni modelli grafici, come i triangoli, a volte si comportano
da figure di continuazione e a volte come figure di inversione a seconda del lato in cui
avviene l’uscita. Basta esaminare delle situazioni reali per accertare che determinate
formazioni grafiche, per definizione di continuazione, hanno dato origine ad una
inversione del trend.2
Come detto, le configurazioni grafiche vengono suddivise in due categorie: figure di
inversione e figure di continuazione. Verranno di seguito analizzate le due tipologie e le
principali figure appartenenti ad esse.
2.1 Figure di inversione
Le figure di inversione presentano, seppur ogni tipo si differenzia per le proprie
caratteristiche, alcuni aspetti comuni: si formano alla fine del trend primario in atto, e
portano alla rotture di una importante linea di tendenza, evento che costituisce il primo
segnale di una variazione nel trend. Preannunciano quindi una inversione del trend in
atto.
Data la loro caratteristica di reversal pattern, queste figure si formano in prossimità di
livelli di massimo di un trend rialzista o, viceversa, in corrispondenza di valori di minimo in
un trend ribassista. Nel primo caso si è in presenza di zone di distribuzione, nel secondo
caso invece di zone di accumulazione.
1
www.performancetrading.it
2
idem
10
L’importanza delle figure dipende dalla dimensione e dalla durata della stessa: più tempo
una figura impiega per completarsi, maggiore sarà la capacità previsionale, ovvero la sua
affidabilità. E’ inoltre da tenere in considerazione il fatto che formazioni top, ovvero
quelle che si trovano alla fine di un trend rialzista, e formazioni bottom, ovvero quelle si
trovano alla fine di un trend ribassista, differiscono per durata e volatilità.
Per ultimo, soprattutto su fasi rialziste, l’analisi delle condizioni volumetriche delle
operazioni di scambio risultano essere fondamentali per dare conferma o meno alle varie
figure formatesi graficamente.
Tra le figure di inversione si fa riferimento alle principali formazioni quali:
• il Testa e Spalle (Head & Shoulder)
• il Testa e Spalle rovesciato
• il Doppio Massimo
• il Doppio Minimo
• il Triplo Massimo
• il Triplo Minimo
• il Diamante
• le V-Formations
Testa e spalle
Il “testa e spalle” è tra le configurazioni grafiche la formazione grafica più comune e
affidabile di tutte le figure di inversione. E’ dunque caratterizzata da un alto livello
previsionale e di una elevata affidabilità. Generalmente si presenta alla fine di un trend al
rialzo e al suo compimento segue la discesa dei prezzi.
Si caratterizza per tre rialzi consecutivi (rallies) separati da due inversioni: dei tre massimi,
il secondo è il maggiore. Mentre il secondo rialzo è il più robusto e rappresenta la testa, il
primo e il terzo rappresentano le spalle e sono meno accentuati della testa e quasi mai
hanno la stessa estensione. La linea tracciata tra i minimi delle spalle viene chiamata neck
- line, la sua inclinazione determina il bilanciamento delle forze rialziste/ribassiste, e il suo
superamento (rottura della linea del collo) identifica la situazione di inversione del trend.
Questo perforamento deve avvenire con un cospicuo incremento dei volumi di scambio.
In genere, dopo la perforazione della neck-line si ha un ritorno delle quotazioni (pull –
back) verso la testa concludendo con il proseguimento del trend nella stessa direzione
della rottura.
11
Fig. 2.1 : configurazione grafica “Testa e Spalle”
[FONTE: www.performancetrading.it]
Dall’analisi grafica possono essere individuati almeno due importanti segnali: in primo
luogo la perforazione avvenuta durante il ribasso che ha formato la testa della linea di
tendenza al rialzo e, in seconda istanza, la conferma con la seconda spalla dell’incapacità
del trend di raggiungere nuovi massimi. Il movimento al rialzo può essere considerato
virtualmente esaurito e le posizioni rialziste dovrebbero essere chiuse.
Ritornando all’analisi congiunta dei volumi, si deve dire che il punto massimo che
individua la testa deve riportare un volume maggiore di quelli corrispondenti alle spalle,
mentre i quantitativi della spalla destra dovrebbero essere minori sia a quelli della testa
che a quelli della spalla sinistra. Infine la rottura della neck - line sarà accompagnata da
una esplosione dei volumi di scambio, decrescenti durante il pull – back, nuovamente in
crescita nella discesa dei prezzi.
Fig. 2.2 : target price del “Testa e Spalle”
[FONTE: www.performancetrading.it]
12
Una peculiarità molto importante del “testa e spalle” è la possibilità di determinare
prezzo obiettivo (target – price) del movimento ribassista. Un primo obiettivo è la
distanza tra il punto più alto della testa e la neck
neck – line stessa: questo è un obiettivo minimo.
Spesso il movimento continua, e raggiunto il target
per un’estensione uguale all’ampiezza creatasi tra la neck
2)
Può accadere infine che i prezzi formino una figura di testa e spalle senza che avven
però la rottura della neck – line. In tal caso si è in presenza di un testa e spalle fallito che
avviene quando i prezzi superano al rialzo la retta che unisce i massimi relativi che hanno
dato origine alle due spalle. Un testa e spalle fallito ha la st
figura non fallisse.
Testa e spalle rovesciato
Questa figura di inversione è esattamente speculare al testa e spalle,
distinti bottom il secondo dei quali, la testa, è a un livello inferiore rispetto agli
differenza della figura precedente, questa
ribassista e presuppone, perciò, la conclusione del trend ribassista precedente e l’inizio di
un trend rialzista.
Fig. 2.3 : configurazione grafica “
– line, tracciato dal punto di rottura della
– price, il ribasso potrebbe proseguire
– line e la spalla sinistra (target
essa violenza che avrebbe se la
composta da tre
la si può trovare al termine di una tendenza
Testa e Spalle rovesciato”
[FONTE: www.performancetrading.it]
il
ga
altri due. A
Anche il completamento di questo modello avviene solo con la netta rottura della neck
line accompagnata da un forte aumento dei volumi. Le tecniche di rilevamento d
di prezzo rialzisti della figura sono le medesime a quelle analizzate nel testa e spalle.
Fig. 2.4 : target price del “Testa e Spalle rovesciato”
Doppio Massimo
Il doppio massimo si forma alla
ripiegamento, un seguente rimbalzo a livello del precedente picco e, infine, un ultimo
ribasso al di sotto del supporto che passa per l’avvallamento formatosi tra i due picchi.
L’attraversamento di tale supporto è la conferma dell’avvenuta inversione di tendenza.
Tuttavia è frequente osservare un ritorno dei prezzi a livello del precedente supporto (pull
– back) accompagnato da volumi scarsi, prima dell’avvio conclusivo del nuovo trend
ribassista. Inoltre non è necessario che il titolo si fermi esattamente sul prezzo del primo
massimo, può superarlo leggermente o fermarsi leggermente al di sotto.
Fig. 2.5 : configurazione grafica ”Moppio Massimo”
[FONTE: www.performancetrading.it]
fine di una tendenza rialzista con l’apparizione di un primo
[FONTE: www.finanzaonline.com]
13
–
ei target
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Il doppio massimo, chiamata anche formazione a M per la sua struttura, è una delle figure
più frequenti e la sua percentuale di attendibilità è abbastanza elevata e aumenta con
l’aumentare della distanza tra i due massimi.
Analizzando i volumi, si può osservare come questi segua
durante il secondo rialzo, mantenendosi però meno elevati che nella fase trascorsa, per
poi aumentare in modo cospicuo al momento della perforazione della linea tracciabile a
partire dal minimo di reazione. La misurazione del target minimo di ribasso si realizza
calcolando la distanza tra la linea congiungente i due massimi ed il primo minimo e
proiettando tale valore dal punto di perforazione verso il basso.
Fig. 2.
L’analisi volumetrica permette di distinguere eventuali false figure di doppio massimo che
potrebbero generare falsi segnali di inversione.
Doppio Minimo
Al doppio minimo (bottom), chiamata anche
dalla linea del prezzo target, è possibile applicare quanto detto a proposito del doppio
top, chiaramente ribaltando tutto.
Fig. 2.
no l’andamento delle quotazioni
6 : target price del ”Doppio Massimo”
[FONTE: www.finanzaonline.com]
formazione a W per la figura grafica definita
7 : target price del ”Doppio Minimo”
[FONTE: www.finanzaonline.com]
L’unica differenza tra i due modelli è riconoscibile nell’andamento dei volumi di scambio.
Nel doppio minimo i quantitativi ingrossano durante la formazione del primo minimo,
diminuiscono nel rally e nella reazione seguente, per poi aumentare nuovamente du
il rialzo finale, che completa la figura superando la linea tracciata a partire dal precedente
massimo.
Triplo Massimo
Il “triplo massimo” è una variante del “testa e spalle” dove il secondo massimo è allo
stesso livello degli altri due.
Durante la formazione della figura i volumi tendono a scendere dopo il primo picco.
Anche in questo caso la rottura della linea che congiunge i minimi relativi rappresenta la
conclusione della figura.
L’obiettivo ribassista del triplo massimo si calcola proietta
l’altezza massima della figura.
Triplo Minimo
Il triplo minimo è una variante del “t
allo stesso livello degli altri due.
Durante la formazione della figura i volumi tendono a scendere dopo il primo picco.
ndo dal punto di rottura
Fig. 2.8 : target price del ”Triplo Massimo”
[FONTE: www.finanzaonline.com]
esta e spalle rovesciato” dove il secondo minimo è
15
rante