Capitolo 1
Introduzione
1.1 Il suolo
Il suolo è un complesso ambiente naturale costituito da particelle
minerali e organiche che si forma dallʼalterazione fisica e chimico-
fisica della roccia e dalla trasformazione biologica e biochimica dei
residui organici (Soil Conservation Society of America, 1986).
Queste trasformazioni generano un sistema poroso, contenente
acqua e aria, rendendo il suolo un ambiente favorevole alla vita. Il
suolo è da considerarsi un sistema aperto che scambia materia ed
energia con i comparti ambientali limitrofi come atmosfera, litosfera,
idrosfera e biosfera. I fattori di formazione del suolo sono stati
riassunti da Jenny H.(1941) con la formula:
s = f(cl, o, r, p, t)
il suolo(s) che si forma è in funzione del clima(cl), organismi(o),
orografia(r), roccia madre(p) e tempo(t).
Il sistema che ne deriva, è ben diverso dal materiale di partenza
ed è caratterizzato da una serie di stratificazioni dette orizzonti.
Questi sono distinguibili per il colore, composizione, tessitura e
organizzazione strutturale.
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Il suolo è costituito da quattro componenti principali:
minerali (40-60%), sostanza organica (0,1-10%), acqua
(20-50%), aria (10-25%). Tale sistema risulta complesso e in
continua evoluzione e comprende materiale organico e
inorganico di neo-sintesi, con circolazione di aria e di acqua nei
pori, in grado di sostenere la vita vegetale ed ospita una
straordinaria biodiversità microbica (Sequi, 2005).
1.2! La componente inorganica del suolo
I costituenti inorganici del suolo sono rappresentati nel loro insieme
dai minerali e rocce che sotto lʼazione di fattori esogeni vanno
incontro a processi demolitivi, dai quali si formano prodotti più stabili.
La sabbia, il limo e lʼargilla sono le tre componenti solide del suolo e
sono costituiti da minerali primari e secondari con struttura cristallina
o amorfa. I minerali primari sono presenti soprattutto nella frazione
grossolana (ciottoli, sabbie) e sono residui della roccia madre
disgregata. I minerali secondari o di neoformazione si formano in
seguito a processi di pedogenesi dei minerali primari e sono di
dimensioni più piccole. Con il termine pedogenesi si considera tutti i
fenomeni e i processi che sono alla base della formazione
dellʼevoluzione di un suolo con le sue caratteristiche morfologiche e
proprietà mineralogiche, chimiche, fisiche e biologiche che lo
rendono un habitat per una specifica associazione vegetale (Sequi
P., 2005).
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I minerali primari o secondari presentano sia strutture ordinate e
ripetute, definiti per tale motivo minerali cristallini, e minerali privi di
strutture ordinate, definiti amorfi.
Le classi di minerali presenti nel suolo sono: silicati, ossidi, idrossidi
e ossidiidrossidi, carbonati, solfati, alogenuri, fosfati. Tali minerali
sono classificati in base allʼanione dominante nel minerale .
Lo strato superiore della litosfera è costituito per il 92% da silicati e il
restante 8% da minerali diversi. La tipologia dei minerali determina
alcune delle caratteristiche del suolo come il pH, la capacità di
scambio ionico, la ritenzione idrica e la reazioni con la sostanza
organica.
I silicati sono la classe più comune di minerali e sono costituiti da Si
e O. Questi elementi sono disposti in un tetraedro (al centro l'atomo
di silicio, ai quattro vertici gli atomi di ossigeno, SiO4). Essendo il
numero di ossidazione del silicio pari a +4, e quello dell'ossigeno a
-2, ne risulta che complessivamente ogni tetraedro presenterà un
eccesso di carica negativa (precisamente una carica di -4) che tende
a distribuirsi sui quattro atomi di ossigeno, questo comporta
lʼassociazione di cationi metallici, attratti dallʼanione tetraedrico, nella
composizione di questi minerali. Questi metalli sono solitamente il
sodio, potassio, magnesio, ferro e calcio, e hanno una funzione
fondamentale nel legare tra loro le diverse strutture complesse
formate dai tetraedri.
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L'unico elemento che può prendere il posto del silicio è lʼalluminio,
formando gli alluminosilicati. Questo meccanismo di sostituzione
dellʼatomo centrale è detto sostituzione isomorfa. La sostituzione può
avvenire solo con un catione che presenta dimensioni e numero di
coordinazione simili al catione da sostituire.
I singoli tetraedri (SiO4
-4
) sono legati tra loro condividendo da uno a 4
ioni O2
-2
e formano unità strutturali più complesse la cui tipologia
fornisce la base della loro classificazione. Questi tetraedri possono
associarsi in maniera diversa dando origine a ciclosilicati, se
disposti ad anello, sorosilicati se disposti a coppie, fillosilicati se
disposti in fogli, inosilicati se la loro struttura è singola oppure
doppia, tectosilicati se disposti in strutture tridimensionali e infine in
nesosilicati se il tetraedro rimane singolo. I fillosilicati sono i più
abbondanti e svolgono un ruolo primario nel determinare alcune
proprietà fisiche e chimiche del suolo. La struttura dei fillosilicati è
data dallʼunione dei tetraedri attraverso la condivisione di tre dei
quattro anioni O
-2,
formando strutture planari dette foglietti tetraedrici
caratterizzati da un sistema di cavità esagonali. I tre anioni
dʼossigeno condivisi giacciono sullo stesso piano, ossigeni basali,
mentre il quarto è libero di legarsi ad altre strutture. Nei fillosilicati lʼAl
+3
può sostituire il 50% del silicio presente nella struttura. I fillosilicati
possono essere formati da strutture ottaedriche quando i cationi
centrali sono Al
+3
, Fe
+3
, Fe
+2
, Mg
+2
che coordinano 6 anioni di O
-2
e/o
OH
-
. I cationi bivalenti formano fogli di-ottaedrici mentre i cationi
trivalenti formano fogli tri-ottadrici. La combinazione di questi fogli,
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tetraedrici e ottaedrici, costituiscono la struttura dei fillosilicati, che
vengono classificati in tipo 1:1, 2:1 e 2:1:1.
1.2.1 Fillosilicati di tipo 1:1
Questo tipo di fillosilicati sono costituiti da pacchetti o strati di un
foglio tetraedrico e uno ottadrico. Di questi fanno parte le caoliniti e
halloysite. La caolinite (Fig.1.1a), argilla oggetto del mio progetto
sperimentale, ha formula chimica Al2Si2O5(OH)4, una carica di strato
pari a 0, una capacità di scambio cationico (CSC, cmol kg
.1
) tra 1,0 e
10, una superficie specifica (m
2
kg
-1
) tra 10-20, non è dilatabile o
contraibile. La caolinite si forma per alterazione in ambiente acido di
feldspati. Si presenta in aggregati terrosi di colore variabile fra il
grigio-giallo e il grigio-bruno.
1.2.2 Fillosilicati di tipo 2:1
I fillosilicati 2:1 sono costituiti da pacchetti formati da uno strato
tetraedrico, uno ottedrico e uno tetraedrico. Questi fillosilicati sono le
pirofillite o talco, le smectiti, vermiculiti e miche. Di questo gruppo fa
parte la montmorillonite(Fig.1.1b) altro tipo di argilla presa in esame
nel presente studio. Questa fa parte delle smectiti e presenta come
anione centrale Mg
+2
sostituto alla maggior parte dallʼAl
+3
nei foglietti
diottaedrici. La formula chimica della montmorillonite è (Na, Ca)0.33
(Al, Mg)2Si4O10(OH)2·nH2O, la sua capacità di scambio cationico
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(CSC, cmol kg.1) oscilla fra 80-120, ha una carica di strato fra
0,25-0,6, una superficie specifica (m2kg-1) di 600-800 è dilatabile e
contraibile e la sua carica variabile, dipendete dal pH, è molto bassa.
La montmorillonite è minerale argilloso di colore bianco e grigio-
bianco se in aggregati, che si forma per alterazione di feldspati in
rocce a basso contenuto di silice.
La presenza in proporzioni variabili di vari silicati è importante per le
proprietà fisiche, ma anche per lʼattività biochimica del suolo. Macura
& Stotzky (1980) hanno riportato che lʼaddizione di montmorillonite in
un suolo che ne era privo ha migliorato il tasso di nitrificazione
eterotrofa, mentre lʼaggiunta di caolinite non ha portato a nessun
cambiamento.
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Fig.1.1 Rappresentazione schematica della struttura della a) caolinite
(fillosilicato 1:1). b) montmorillonite (filloslicato 2:1)
A
B
1.3! La componente organica del suolo
La sostanza organica (S.O.) nel suolo è composta da una miscela
eterogenea e complessa di tutti i materiali organici, viventi e non
viventi, presenti nel suolo in qualsiasi forma.
La S.O. è una componente tipica del suolo, e presenta una notevole
variabilità in percentuale in peso in funzione del tipo di suolo, del suo
grado di sviluppo e della gestione del suolo. I suoli che presentano
meno sostanza organica (1%) sono quelli sabbiosi, mentre suoli più
evoluti come foreste e praterie possono avere un contenuto di S.O
tra il 10% e il 100%(Sequi, 2005).
Dal punto di vista chimico la sostanza organica è caratterizzata da
elevata capacità di scambio cationico grazie allʼelevato contenuto
strutturale di gruppi funzionali, acidi e fenolici, con carica negativa.
Questa proprietà le permette di regolare la disponibilità e
lʼassorbimento degli elementi nutritivi, può infatti ritenere i sali
riducendo il loro effetto dannoso, può aumentare lʼadsorbimento di
nutrienti cationici (H+, NH4+, Ca2+, K+), ed è in grado di conservare
e rendere più solubili i microelementi del terreno chelandoli; ecc.
La sostanza organica nel suolo è costituita da residui di piante,
animali e microrganismi in vari stadi di decomposizione, sostanze
prodotte dal metabolismo degli organismi viventi e sostanze umiche.
Due principali gruppi di composti che caratterizzano la sostanza
organica sono: sostanze non umiche e sostanze umiche
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Le sostanze non umiche sono costituite da composti organici non
umici del suolo ma appartenenti a classi della chimica organica,
costituiscono la componente più labile, e sono dʼ immediata
metabolizzazione; le sostanze umiche propriamente dette sono più
stabili e maggiormente resistenti alla degradazione chimica e
biologica (Tate, 1987).
1.3.1 Sostanze umiche
Le sostanze umiche rappresentano la componente principale della
S.O. (fino allʼ80%) e anche la parte chimicamente e biologicamente
più attiva. Lʼidentificazione delle sostanze umiche, humus, è molto
complessa a causa dellʼ eterogeneità della sua composizione.
Tuttavia presenta delle proprietà fisiche e chimiche costanti che ne
rendono possibile una caratterizzazione distinguendolo nettamente
dagli altri composti organici del suolo. Lʼ humus può essere
considerato come un eteropolimero, composto da macromolecole di
composizione indefinita, di elevato peso molecolare, con proprietà
colloidali e di un colore tra il giallo, bruno e nero (Stevenson, 1982;
Aiken, 1985). Come la componente organica non umica anche
lʼhumus si trova nel suolo legato a minerali, cationi metallici
polivalenti e altri composti organici.
Per identificare le varie componenti dellʼhumus è necessario estrarli
dal suolo. Il metodo di estrazione si basa sulla solubilizzazione delle
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sostanze umiche in ambiente alcalino e acido.Le sostanze umiche
sono state quindi suddivise in:
• acidi fulvici; frazione solubile in acqua a qualsiasi pH
• acidi umici; frazione solubile solo in ambiente alcalino
• umina; non estraibile dal suolo
Per gli acidi umici e fulvici è stata proposta una struttura polimerica
con pesi molecolari variabili tra 500 e oltre 100.000 Dalton (Swift and
Postner, 1971)(Fig.1.2).
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Fig.1.2 Esempio di struttura di acidi umici. presentano un’elevata serie di
composti come chinone, fenolo, catecolo (F.J. Stevenson, 1994). In rosso è
cerchiato un possibile sito di legame per le proteine.