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Introduzione
La ricerca geografica è solita seguire determinati approcci, differenti a seconda di parametri quali
l’oggetto della ricerca, il periodo storico (quello da studiare e quello in cui ci si trova), gli obiettivi
da raggiungere e gli strumenti da utilizzare. Così, nella storia della geografia si è passati per diverse
scuole di pensiero e diversi metodi annessi, da quello esplorativo di von Humboldt, a quello
storicista di Vidal de la Blache, da quello sistematico a quello puramente descrittivo, a quello
comportamentale.
Per poter dare un indirizzo al nostro modo di procedere, quindi, è necessario determinare i
parametri sopra esposti.
- Metodologia di ricerca
L’oggetto di questa tesi è il sistema costituito dai comuni italiani di Legnano, Busto Arsizio e
Gallarate, in termini di analisi delle sue caratteristiche urbanistico-geografiche. ¨ opportuno fin da
subito dare una definizione precisa a tale sistema: dal punto di vista terminologico si tratta di una
conurbazione, in quanto per definizione coinvolge un insieme di città (in questo caso tre), che
hanno influenzano e hanno la preminenza su altri centri minori
1
. Va però precisato che lo stesso
sistema è compreso in uno piø grande, ovvero l’ area metropolitana che fa capo a Milano, ma è pur
vero che questo aspetto è relativo rispetto ai fini della nostra indagine.
Il nostro campo di ricerca e il periodo storico saranno entrambi, nello specifico, relativamente
ristretti, anche se non disdegneranno di travalicare i propri limiti almeno temporaneamente; in
particolare, l’analisi interesserà la Conurbazione Legnano-Busto Arsizio-Gallarate negli ultimi 50
/60 anni, ma va da sØ che saranno ritenuti opportuni riferimenti riguardanti i territori adiacenti a
quest’area e relativi agli anni antecedenti il periodo appena delineato.
Per quanto riguarda i territori limitrofi, questi fanno parte di un sistema o di vari sistemi che
influenzano o sono influenzati piø o meno direttamente dall’area urbana in questione; detti sistemi
fanno tutti parte di una porzione della Lombardia occidentale e, nella ricerca, saranno specificati in
gruppi definiti come Centri della Valle Olona, Centri del Legnanese, Centri della brughiera di
Busto Arsizio e Gallarate, Centri della Valle Arno e Centri marginali sul Canale Villoresi,
1
Francesco Indovina, Governare la città con l’urbanistica, Maggioli, Rimini, 2005, p. 31.
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comprendenti in tutto una quarantina di piccoli Comuni, al fianco dei quali avrà un ruolo peculiare e
a parte Milano, ovviamente.
Riguardo l’asse temporale, la parte che interessa piø da vicino è quella che grosso modo va dallo
spartiacque fra boom economico e prima de-industrializzazione al primo decennio del terzo
millennio, dunque all’epoca del terziario e del quaternario; è evidente, però, che il punto di partenza
deve essere chiarito da eventi e situazioni che hanno preso forma un po’ prima, ossia tra la metà del
XIX secolo e la metà di quello successivo, durante il processo di industrializzazione italiana.
Un altro parametro è quello relativo agli obiettivi da raggiungere. L’area urbana di questo lavoro
è stata scelta perchØ portatrice di peculiarità uniche non solo nel panorama italiano (che è già
testimone di processi molto particolari), ma anche in quello europeo e quindi mondiale; trattasi
primariamente degli aspetti urbanistici, i quali sono ovviamente collegati all’evoluzione economica
e quindi sociale del territorio. ¨ da precisare fin da subito che la genuinità della ricerca geografica è
garantita dalla focalizzazione principale sul paesaggio (sia esso industriale o terziarizzato), piuttosto
che sull’industria stessa o su un qualsiasi altro settore economico, in quanto gli studi sulla
distribuzione e sulla localizzazione possono rappresentare casomai un’utile propedeutica alla
geografia in senso stretto
2
. Dunque, l’obiettivo principale è quello di evidenziare tali aspetti,
interpretarli e spiegare perchØ essi si sono sviluppati proprio in questo modo e in questo spazio e
non in un altro.
Da ultimo, vanno definiti gli strumenti di ricerca: oltre all’interpretazione qualitativa dei
fenomeni geografici, grande attenzione verrà data agli aspetti anche quantitativi, che sono
strettamente connessi ai primi; pertanto, ci si avvarrà spesso di strumenti statistici, quali la gestione
dei dati numerici tramite grafici e tabelle. Inoltre, risulterà frequente paragonare i suddetti dati sia
nel medesimo contesto, sia fra situazioni diverse e anche lontane in termini spaziali.
Alla luce di tutto ciò, si potrebbe definire l’approccio metodologico alla nostra ricerca di stampo
regionale, con un forte contributo di tipo comparativo.
2
Mario Ortolani, Lombardia e Lancashire. Saggio di geografia industriale comparata, Istituto di Geografia
dell’Università di Napoli, 1963, p. 15.
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- Struttura della tesi
Specificati i parametri e la metodologia della nostra ricerca, è necessario fissare la struttura della
ricerca. Il lavoro sarà diviso in due parti, ognuna delle quali sarà correlata a un determinato periodo
storico.
La prima parte abbraccerà il ventennio relativo agli anni ’50 e ’60 del ‘900, momento in cui la
conurbazione Legnano-Busto Arsizio-Gallarate è sorretta per lo piø dal settore secondario, il quale
comporta le epocali modifiche sociali che erano iniziate nella seconda metà dell’800. La stesura di
questa prima parte deve molto al testo di Piero Dagradi Il complesso industriale Legnano-Busto
Arsizio-Gallarate, che rappresenta in pratica l’unico lavoro che tratta nello specifico di questa zona
in questo particolare momento storico e, tra l’altro, lo fa in maniera molto precisa ed accurata.
Inoltre, il contributo di questo testo è fondamentale in quanto, essendone stata stampata l’ultima
edizione nel 1971, porta con sè il punto di vista e la metodologia di studio di quegli anni, insieme a
considerazioni e previsioni riguardanti il futuro che oggi è possibile confermare o eventualmente
smentire.
La seconda parte coinvolge il lasso di tempo che, grosso modo, va dagli anni ’70 del ‘900
all’attualità: essa comprende a sua volta due fasi, ognuna lunga circa vent’anni.
Nella prima , si tratterà di analizzare quel periodo di transizione dovuto ai cambiamenti
economici e culturali causati dall’apice del periodo industriale e in continua evoluzione a partire
dalla de-industrializzazione cominciata all’inizio degli anni ’70. ¨ indubbio che detti cambiamenti
influenzino in maniera relativa l’assetto urbanistico delle città di media grandezza come quelle
oggetto della nostra ricerca o comunque lo facciano di riflesso soprattutto in relazione a Milano, che
porta i segni piø visibili di questo momento: gli “Anni di Piombo” negli anni ’70 e la “Milano da
bere” degli anni ‘80 (situazioni emblematiche di questo periodo) sono fenomeni che interessano
solo la metropoli lombarda. Ciò nonostante, queste evoluzioni non devono essere trascurate neanche
nel nostro caso, se non altro per meglio
La seconda fase, invece, è relativa al periodo a noi piø vicino, ossia a quello che va da fine anni
’80 ai giorni nostri e che vede mutazioni spaziali sempre piø repentine, in diretta proporzionalità
con l’innovazione tecnologica e soprattutto con il passaggio definitivo ad un’economia sostenuta
quasi per intero dal terziario e, piø recentemente, da quello avanzato.
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- Il paesaggio dell’Alto Milanese
La Conurbazione Legnano-Busto Arsizio-Gallarate costituisce il nucleo centrale del territorio
lombardo fra le Province di Milano, di Varese e, in diversa misura, di Como conosciuto come Alto
Milanese [vedi Fig. 1].
L’Alto Milanese è una zona non circoscritta dal punto di vista amministrativo, che si estende su
una superficie di circa 600 km
2
; convenzionalmente si possono fissare i suoi confini a ovest con il
corso del Ticino, a nord con le Prealpi Varesine, a nord-est con la Provincia di Como, a sud-est con
la bassa Brianza e a sud con il territorio dell’hinterland milanese occidentale.
L’Alto Milanese è attraversato dal fiume Olona, che nasce nel Comune di Varese e sfocia in parte
a Rho in un canale scolmatore del Seveso e in parte a Milano nel Lambro meridionale, e che
rappresenta il fulcro dello sviluppo insediativo della zona. I corsi d’acqua svolgono un ruolo
fondamentale nell’Alto Milanese; Olona e Ticino a parte, i restanti sono tutti affluenti del primo e
se ne contano una decina, il piø importante dei quali è il torrente Arno, seguito dal Lura; sono anche
da nominare il Canale Villoresi e il Naviglio Grande, che però sono di costruzione artificiale e
originano entrambi dal Ticino.
I corsi d’acqua appena citati fanno da riferimento in una possibile divisione del territorio in due
parti: un’area settentrionale collinosa, con altitudini comprese fra 150 e 430 metri sul livello del
mare, caratterizzata da vallate, come la Valle Olona e la Valle Arno, e una meridionale, in cui si
estende l’alta Pianura Padana, dove trovano spazio come bacini di irrigazione il Villoresi e il
Naviglio Grande. Quest’ultima zona è a sua volta distinguibile in due parti: una, di origine antica, di
pianura asciutta, nel Bustese e a occidente dell’Olona, caratterizzata dalla brughiera e da boschi di
robinie ed eriche, e una di pianura irrigua, proprio nello spazio fra i due canali artificiali, che in
origine era geologicamente identica a quella asciutta, ma è stata modificata grazie all’irrigazione,
appunto.