1. Introduzione
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1. Introduzione
Il problema della scarsità delle risorse energetiche ha portato nel tempo ad
adottare una politica di risparmio energetico.
Il condizionamento degli edifici al fine di mantenere al suo interno le condizioni termo
igrometriche ottimali è sicuramente uno di quei settori in cui la richiesta energetica risulta
essere significativa. Per avviare una politica di risparmio energetico nel suddetto settore,
si è intervenuti nel corso degli anni con la stesura di leggi e norme che regolassero
l’utilizzo degli impianto di condizionamento, sia in termini di efficienza energetica che in
termini di giorni l’anno di utilizzo.
Ad oggi si è giunti a classificare gli edifici con delle targhe energetiche, le quali
illustrano la quantità di energia richiesta dall’edificio nel corso dell’anno per mantenere al
suo interno determinate condizioni ambientali di confort.
Il fine ultimo della classificazione energetica è quello di favorire la costruzioni di edifici ad
elevata efficienza energetica, sfruttando le tecnologie disponibili.
Utilizzando un tipo di classificazione a classi, la qualità dell’ efficienza energetica di
un edificio è relativa, ovvero un edificio di classe B è migliore di tutti gli edifici di classe C e
peggiore di tutti quelli di classe A.
Di conseguenza i metodi per effettuare la classificazione energetica sono stati
standardizzati, al fine di garantire un procedimento comune che potesse permettere un
confronto tra i risultati ottenuti da diversi certificatori.
Il processo di calcolo dei carichi termici richiesti da un edificio viene effettuato utilizzando
dei programmi di calcolo, i quali elaborano i dati in maniera differente, in quanto i
parametri di cui tener conto sono molteplici. Come è stato precedentemente detto, i
valori ottenuti da un processo di classificazione energetica dovrebbero essere
confrontabili, di conseguenza il problema del confronto dei risultati diventa un problema
di confronto dei risultati ottenuti con i diversi software disponibili sul mercato.
La legislazione vigente suggerisce l’utilizzo del software Docet
Pro
2010 per la classificazione
energetica degli edifici.
1. Introduzione
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Questo software è stato quindi sviluppato in maniera tale da tener conto di tutti gli
aspetti che regolano il condizionamento degli edifici.
Lo scopo del lavoro è quello di illustrare le principali differenze di calcolo di tre
programmi di calcolo utilizzati per la valutazione dei carichi termici degli edifici, tra cui
Docet
Pro
2010, al fine di valutare eventuali carenze da parte della legislazione vigente ed
eventuali errori di calcolo del software di riferimento.
I tre software che sono stati presi in considerazione sono. TRNSYS, TAS e Docet
Pro
2010.
I primi due, TRNSYS e TAS, sono software che effettuano una simulazione dinamica delle
condizioni energetiche all’interno dell’edificio attraverso il calcolo del transitorio,
forniscono quindi dei risultati prossimi alla realtà; il Docet
Pro
2010 è invece un software
che effettua calcoli stazionari facendo riferimento alla normativa vigente. In particolar
modo TRNSYS e TAS considerano il valore della trasmittanza termica funzione della
temperatura, che a sua volta è funzione del tempo, mentre Docet
Pro
2010 la considera una
costante.
Parametri da confrontare
La classificazione energetica degli edifici viene effettuata utilizzando un indice di
riferimento, l’indice EP,
inv
, definito indice di prestazione energetica degli edifici per la
climatizzazione invernale.
L’EP,
inv
è definito come la quantità di calore che l’impianto di riscaldamento deve
fornire per mantenere le condizioni termo igrometriche ottimali, per compensare le
perdite dell’edificio verso l’esterno.
Per edifici non residenziali l’espressione analitica è
[1]
:
dove:
è il rendimento globale dell’impianto di condizionamento
è il volume lordo dell’edificio considerato
Q
H
è il fabbisogno di energia termica per il riscaldamento, espresso a sua volta come:
1. Introduzione
3
dove:
Q
H,tr
è lo scambio termico per trasmissione nel caso di riscaldamento
Q
H,ve
è lo scambio termico per ventilazione nel caso di riscaldamento
Q
int
sono gli apporti termici interni
Q
sol
sono gli apporti termici solari
η
H,gn
è il fattore di utilizzazione degli apporti termici
Volendo effettuare un confronto numerico sui valori ottenuti da diversi software,
si nota come dall’espressione generale dell’indice di prestazione energetica EP,
inv
, l’unico
termine che varia è il Q
H
. Infatti, definito l’edificio, il rendimento dell’impianto di
riscaldamento ed il volume lordo sono valori costanti.
Quindi il confronto del comportamento dei diversi software è stato effettuato
solo sul termine Q
H
e dove necessario sui diversi termini che lo compongono.
E’ fondamentale dire che tutti e tre i programmi di calcolo fanno riferimento alle norme
tecniche per il calcolo dei termini appena visti. In particolare, fanno riferimento alle
norme UNI 11300 parte 1 per il calcolo del Q
H
ed alle norme UNI 11300 parte 2 per il
calcolo dei due termini che compongono il denominatore.
Di conseguenza è corretto effettuare un confronto numerico, proprio per il fatto che
vengono prese come riferimento le stesse norme tecniche.
Termine variabile
Termini costanti
1. Introduzione
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Procedimento
Il lavoro è stato svolto secondo il seguente procedimento.
Inizialmente è stato scelto un edificio, realmente esistente, per il quale calcolare i
carichi termici invernali in tre diverse località italiane, una al Nord, una al Centro ed una al
Sud Italia, in maniera tale da avere una visione generale del comportamento termico
dell’edificio in tre località molto diverse dal punto di vista climatico.
Il calcolo dei carichi termici è stato quindi effettuato configurando i tre software
nominati in precedenza.
In seguito sono stati analizzati i singoli risultati ed effettuati gli opportuni
confronti, per trarre infine le conclusioni.
Suddivisione del territorio nazionale in zone climatiche
In Italia la suddivisione del territorio in zone climatiche è effettuata in funzione dei
Gradi Giorno, GG. Il valore numerico dei GG rappresenta la somma, estesa a tutti i giorni
dell’anno, delle sole differenze positive giornaliere tra la temperatura convenzionale,
fissata in Italia a 19 °C, e la temperatura media esterna giornaliera
[2]
.
Analiticamente il calcolo dei Gradi Giorno viene effettuato valutando giorno per
giorno, per ciascuna località, la differenza (t
ir
- t
mg
) e procedendo alla somma di queste
differenze su tutta la stagione
dove:
N sono i giorno di riscaldamento;
t
ir
è la temperatura interna di riferimento, fissata dalla normativa italiana pari
a 19°C t
mg
è la temperatura media giornaliera che in base alla normativa italiana,
viene calcolata sulla media di quattro valori di temperatura: la massima,
la minima, quella riferita alle ore 8.00 e quella riferita alle ore 19.00.
1. Introduzione
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La sommatoria è estesa per legge a tutta la stagione in cui la temperatura media
esterna di riferimento, T
er
, è inferiore a 12°C. Questa temperatura definisce anche i limiti
della stagione di riscaldamento (A B).
La temperatura interna di riferimento è inferiore alla temperatura interna
effettiva, di norma posta a 20°C, poiché in questo modo si tiene conto anche degli apporti
gratuiti di energia, dovuti a sorgenti interne o alla radiazione solare. Con questo
accorgimento si identificano correttamente i periodi di accensione e spegnimento degli
impianti di riscaldamento, rispettando la politica del risparmio energetico. Infatti qualora
si utilizzasse come temperatura interna di riferimento il valore reale di 20°C, si otterrebbe
un valore superiore dei gradi giorno che sovrastimerebbe il reale fabbisogno energetico
degli edifici.
Un valore di Gradi Giorno basso indica un breve periodo di riscaldamento e
temperature medie giornaliere prossime alla temperatura fissata per l'ambiente. Al
contrario, valori di Gradi Giorno elevati, indicano periodi di riscaldamento prolungati e
temperature medie giornaliere nettamente inferiori rispetto alla temperatura
convenzionale di riferimento.
Attraverso l’utilizzo dei Gradi Giorno, si ottengono sei zone climatiche definite
come in tabella 1.
Figura 1 - Calcolo dei Gradi Giorno
1. Introduzione
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Zona climatica Numero GG
A ≤600
B Da 601 a 900
C Da 901 a 1400
D Da 1401 a 2100
E Da 2101 a 3000
F >3000
Tabella 1 - Suddivisione del territorio nazionale in zone climatiche in funzione dei Gradi Giorno
2. L’energetica nell’edilizia
7
2. L’energetica nell’edilizia
Un edificio, qualunque esso sia, necessita di fonti energetiche per la propria
gestione, affinché gli occupanti possano vivere al suo interno in condizioni di benessere
termo igrometrico.
Queste fonti energetiche vengono utilizzate negli edifici per il riscaldamento invernale e
per il raffreddamento estivo, oltre che per l’illuminazione, l’uso di elettrodomestici e di
altre apparecchiature elettriche ed elettroniche
Questi consumi possono essere ridotti ad un quinto con il miglioramento dell'efficienza
energetica degli edifici
[3]
. Naturalmente questo miglioramento ha un costo aggiuntivo,
che però viene ammortizzato in breve tempo grazie al risparmio energetico che ne deriva,
che in alcuni casi risulta essere significativo .
Inoltre bisogna considerare che il valore economico degli edifici classificati come “edifici
ad alta efficienza energetica” è maggiore di un edificio tradizionale.
2.1. Il costo energetico di un edificio
Da un punto di vista economico, il costo energetico di un edificio può essere inteso
come la somma dei costi di costruzione, che sono pari a circa il 20% del totale, e quelli di
gestione, che sono il restante 80%
[4]
.
I costi di gestione riguardano la manutenzione e l’esercizio; la progettazione di un edificio
deve tendere alla riduzione di questi costi gestionali.
I costi di manutenzione si possono ridurre utilizzando materiali durevoli nel tempo, i costi
di esercizio possono essere ridotti adottando materiali e soluzioni tecnologiche con
migliori prestazioni energetiche.
Prima di definire il concetto di prestazione energetica, è bene analizzare a cosa siano
dovuti i costi di esercizio.
Prendendo in considerazione un’ abitazione italiana, i consumi medi in termini
percentuali possono essere schematizzati nella seguente maniera
[3]
:
2. L’energetica nell’edilizia
8
Riscaldamento 68,0 %
Acqua calda 12,0 %
Cucina 6,0 %
Illuminazione ed altro 14,0 %
In termini di energia consumata, per un edificio tradizionale il valore medio annuale è di
circa 160 kWh/m
2
a.
Come si può facilmente notare, la voce che determina il maggior consumo
energetico è quella del riscaldamento. Questo risultato è dovuto al fatto che tra l’interno
dell’edificio e l’esterno si verificano inevitabili dispersioni termiche che determinano un
utilizzo maggiore dell’impianto di riscaldamento, rispetto ai minimi valori necessari per
scaldare l’ambiente interno.
Figura 2 - Suddivisione del costo energetico di un edificio.
Figura 3 – Esempio delle modalità di dispersione del calore attraverso l’involucro dell’edificio.
2. L’energetica nell’edilizia
9
Queste dispersioni si hanno attraverso tutti i componenti dell’edificio, ed in termini
percentuali si può fare la seguente classificazione
[4]
:
-20% attraverso le coperture;
-30% attraverso le aperture (porte e finestre)
-40% attraverso le pareti verticali
-10% attraverso le chiusure di base
Tutte queste dispersioni sono dovute alla trasmissione di calore attraverso pareti di
confine, ovvero attraverso pareti che separano due o più ambienti a temperature
differenti.
Quando si presenta una situazione di questo tipo, si verifica sempre una trasmissione di
calore dall’ambiente più caldo a quello più freddo, fino a raggiungere una temperatura di
equilibrio.
2.2. La trasmissione del calore
Per trasmissione di calore si intende il passaggio di energia termica in un sistema dove
sussiste uno squilibrio termico interno, o quando tale squilibrio sussiste tra sistema e
contorno.
Le modalità di trasmissione dell’energia termica sono tre:
Conduzione
Convezione
Irraggiamento
2.2.1. Scambio termico per conduzione
La conduzione è la forma di trasmissione di calore tipica dei solidi o dei fluidi in
quiete; i gas, se sono in quiete, sono dei cattivi conduttori e quindi degli ottimi isolanti.
Questa caratteristica viene sfruttata per la realizzazione dei componenti isolanti che
racchiudono al loro interno tante cellette chiuse con aria in quiete come ad esempio la
lana di roccia o di vetro, poliuretani espansi. Ciò è spiegabile con il fatto che la conduzione
2. L’energetica nell’edilizia
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è una trasmissione di energia tra atomi, mediante collisione tra gli stessi, a causa del
diverso stato di vibrazione molecolare che si verifica tra zone a più alta temperatura
rispetto a quelle a temperatura inferiore, sia in uno stesso mezzo sia attraverso mezzi
diversi posti a contatto.
Facendo le ipotesi di mezzo continuo, isotropo ed omogeneo, la quantità di calore
che, in condizioni di regime stazionario, passa nell’unità di tempo tra le facce piane e
parallele (interna ed esterna) di una parete è data dall’espressione:
Q = λ /s • (T
i
-T
e
) • S
dove:
Q = flusso di calore attraverso la parete per la sola conduzione [W]
λ = conduttività del materiale costituente la parete [W/m K]
s = spessore della parete [m]
T
i
= temperatura della faccia interna della parete (più calda) [K]
T
e
= temperatura della faccia esterna della parete (più fredda) [K]
S = superficie della parete [m
2
]
La conduttività λ è una caratteristica intrinseca di un materiale, esprime la
quantità di calore che, in regime stazionario, si trasmette nell’unità di tempo attraverso 1
m
2
di superficie di uno strato di materiale di spessore pari ad 1 m ,quando la temperatura
tra le due superfici opposte piane e parallele dello strato differisca di 1° C.
Alcuni valori tipici sono riportati nella tabella 2.
MATERIALE λ *w/mK]
Gas a p=p
atm
0,007 – 0,5
Materiali termoisolanti 0,02 – 0,25
Liquidi (non metallici) 0,05 – 0,7
Solidi (non metallici) 0,3 – 2,3
Metalli liquidi 8 - 80
Metalli e leghe metalliche 14 - 420
Tabella 2 – Valori tipici della conduttività di alcuni materiali
2. L’energetica nell’edilizia
11
Il rapporto λ/S è definito Conduttanza, esso esprime la quantità di calore che si
trasmette, per sola conduzione, nell’unità di tempo, attraverso 1 m
2
di superficie, per una
differenza di temperatura di 1°C, tra le facce opposte piane e parallele di una parete di
materiale omogeneo con spessore S e conducibilità λ.
2.2.2. Scambio termico per convezione
Si ha trasmissione di energia termica per convezione quando tale trasferimento di
energia avviene tra un fluido (liquido o gas) ed un solido in moto relativo uno rispetto
all’altro: pertanto al fenomeno della conduzione si sovrappone il trasporto di energia
operato dalle particelle in moto.
In base alla natura delle forze che causano il moto del fluido in esame si
distinguono due tipi di convezione:
- convezione naturale
- convezione forzata
Nel caso di convezione naturale il moto delle particelle è determinato essenzialmente
dalle forze di galleggiamento innescate dalle variazioni di densità dentro al fluido
conseguenti alle differenze di temperatura, lo scambio termico convettivo nel fluido ha
inizio per cause naturali quando l’equilibrio tra forze di galleggiamento e forze di gravità è
turbato dalla disomogeneità della distribuzione della temperatura nel fluido. Un esempio
di convezione naturale è quello che si verifica tra una parete e l’aria adiacente a causa
della diversa temperatura; oppure tra un corpo scaldante e l’aria circostante. Le particelle
meno dense e quindi più leggere vengono spinte in alto, mentre altre particelle più
fredde, e quindi più dense e pesanti, prendono il posto di queste.
Viceversa, nel caso di convezione forzata il moto delle particelle è dovuto a forze esterne
al fluido, ovvero il moto del fluido è forzato dall’azione di meccanismi, quali pompe o
ventilatori, in tal caso le forze di galleggiamento risultano generalmente trascurabili a
fronte di quelle inerziali.
Dal punto di vista analitico, il calcolo della potenza termica, Q, scambiata per
convezione tra una parete e l’aria adiacente può essere valutata come:
2. L’energetica nell’edilizia
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Q = h
c
(T
s
- T
f
) S [W]
dove:
T
f
= T
∞
= temperatura del fluido [K]
T
s
= temperatura della superficie di scambio termico [K]
h
c
= coefficiente di scambio termico convettivo [W/m²K]
S = superficie interessata dallo scambio termico [m²]
Bisogna osservare che la temperatura del fluido è indicata con il termine T
∞
perché si
prende in considerazione la zona del fluido che non risente del fenomeno convettivo e di
conseguenza la temperatura di questa zona rimane invariata.
Il valore del coefficiente di scambio termico convettivo h
c
non è di facile valutazione,
in quanto non dipende soltanto dalle caratteristiche del fluido, ma è funzione anche di
altri fattori quali la forma geometrica del solido a contatto con il fluido e la direzione e
velocità di movimento dell’aria.
Per calcolarne il valore in maniera corretta, si ricorre ad un procedimento che
prevede l’utilizzo dei seguenti numeri adimensionali:
Numero di Reynolds Re:
Re = wLρ /µ
dove:
w = velocità media nella sezione del condotto [m/s]
ρ = densità del fluido *kg/m³+
L = dimensione caratteristica [m]; nel caso di condotti circolari L = diametro
µ = viscosità dinamica [kg/ms]
Il numero di Reynolds serve per valutare se il moto in esame sia un moto laminare o
un moto turbolento.
Numero di Grashof Gr
Gr = g β L
3
(T
s
- T
f
) /ν²
dove:
g = accelerazione di gravità [m/s
2
]
β = 1/(Ts - T∞)/2 = 1/Tm [K
-1
]