Introduzione L’obiettivo dell’elaborato è quello di analizzare l’impatto e le ricadute che
la crisi economica globale, scoppiata negli Stati Uniti nel 2008 e che in
breve tempo si è diffusa ad altre economie globali, ha avuto su un settore
portante dell’economia dell’Emilia-Romagna quale l’industria
manifatturiera.
Nel capitolo 1 si analizzerà la natura sistemica dell’azienda, le
caratteristiche di questo sistema ed alcuni modelli di analisi dell’azienda.
Particolare attenzione sarà rivolta all’apertura dell’azienda verso l’esterno e
alla rete di relazioni che quest’ultima tesse con soggetti appartenenti
all’ambiente esterno e capaci di influenzare fortemente la vita aziendale.
Nel secondo capitolo si discuterà delle crisi economiche maggiormente
rilevanti vissute a partire dal ‘900: la grande crisi del 1929, la crisi degli
anni Settanta, le crisi degli anni Novanta e soprattutto la crisi economica
globale odierna. Con particolare riferimento alla crisi del ’29 ed alla crisi
attuale si analizzeranno puntualmente cause e conseguenze di questi
avvenimenti evidenziando alcuni elementi di comunanza. Si offrirà, infine,
un’analisi del quadro economico internazionale e nazionale degli ultimi
anni e si cercherà di capire se è possibile considerare concluso questo
periodo di crisi.
Per capire quale sia stato effettivamente l’impatto di questa crisi sul settore
manifatturiero della nostra regione si utilizzeranno gli strumenti dell’analisi
economico-finanziaria applica al settore nel periodo 2007-2010 (capitolo
4), tutto ciò dopo aver discusso il tipo di analisi effettuata (capitolo 3): gli
obiettivi dell’analisi, la metodologia utilizzata e le criticità di questo
strumento. In particolare si analizzerà la variazione subita dall’attività
industriale romagnola, sia in termini di fatturato che di valore della
produzione, per capire quali, e in che misura, sono stati i settori industriali
più colpiti. Il secondo obiettivo è capire come questa variazione
dell’attività aziendale abbia impattato sulla redditività operativa delle
aziende. L’ultimo, ma non meno importante, scopo dell’analisi è indagare
l’evoluzione della stabilità aziendale in termini finanziari e patrimoniali.
1
L’AZIENDA COME SISTEMA
1.1. COS’E’ L’AZIENDA
Per definire il concetto di azienda si può partire dalla definizione del
Codice Civile che all’articolo 2555 stabilisce che "l'azienda è il complesso
dei beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa". Questa
definizione è però molto restrittiva ed appare più utile analizzare le diverse
interpretazioni suggerite a riguardo dal Giannessi 1
, un Maestro
dell’Economia Aziendale:
- interpretazione statica (o strutturale): l’azienda è un complesso di
persone e beni disposti per il raggiungimento di un determinato
fine 2
;
- interpretazione dinamica: l’azienda è insieme di operazioni
coordinate in un sistema che enfatizzi il fare;
- interpretazione complessa (dinamico/strutturale): l’azienda viene
vista nella sua completezza dinamico-strutturale, si tratta della
definizione più attuale e più seguita.
L’interpretazione dinamica è stata introdotta per la prima volta nel 1922 da
Besta 3
che definiva l’azienda come “la somma di fenomeni o negozi o
rapporti da amministrare relativi ad un accumulo di capitali che formi un
tutto a sé” per essere poi rielaborata da altri Maestri dell’Economia
Aziendale quali Zappa 4
, che considera l’azienda una «coordinazione
economica in atto, istituita e retta per il soddisfacimento dei bisogni umani
mediante la produzione di beni e servizi» ed Amaduzzi 5
, secondo cui
l’azienda è “un sistema di forze economiche che si sviluppa, nell’ambiente
1
Le aziende di produzione originaria, I vol, Le aziende agricole, Egidio Giannessi, Cursi,
Pisa 1960
2
Istituzioni di ragioneria generale ,Vincenzo Vianello, Società ed. an.Dante Alighieri,
1935)
3
La ragioneria , Vol. I: Ragioneria Generale, II ediz., Fabio Besta 1922, Vallardi, Milano
1922
4
Tendenze nuove negli studi di ragioneria , Gino Zappa, Istituto Editoriale Scientifico,
Milano 1927
5
L'azienda nel suo sistema e nell'ordine delle sue rilevazioni,, Aldo Amaduzzi, Unione
tipografico-editrice torinese, Torino 1953
2
di cui è parte complementare, un processo di produzione o di consumo, o
di produzione e consumo insieme”.
La definizione dell’azienda secondo l’interpretazione dinamico/strutturale
più completa è sicuramente quella elaborata da Giannessi (1960) :
“L’azienda può essere intesa come una unità elementare dell’ordine
economico-generale, dotata di vita propria e riflessa, costituita da un
sistema di operazioni, promanante dalla combinazione di particolari fattori
e dalla composizione delle forze interne ed esterne, nel quale i fenomeni
della produzione, della distribuzione e del consumo vengono predisposti
per il conseguimento di un determinato equilibrio economico, a valere nel
tempo, suscettibile di offrire una remunerazione adeguata ai fattori
utilizzati e un compenso, proporzionale ai risultati raggiunti, al soggetto
economico per conto del quale l’attività si svolge”.
In queste differenti interpretazioni sulla definizione di azienda è comunque
possibile riconoscere un importante elemento di comunanza: la
coordinazione di operazioni poste in essere per raggiungere un determinato
fine, ovvero la remunerazione dei fattori produttivi e del soggetto
economico che sopporta il rischio d’impresa, perciò può essere corretto
definire l’azienda come un sistema.
1.2. LA TEORIA SISTEMICA APPLICATA
ALL’AZIENDA
Questa “nuova” concezione di azienda come sistema è stata fortemente
influenzata dal diffondersi, intorno agli anni Quaranta, della “teoria
generale dei sistemi”, dovuta principalmente alle ricerche del biologo
americano Ludvig von Bertalanffy che partendo dalla definizione di
sistema come “complesso di elementi (materiali e immateriali) in
iterazione, ossia che dipendono reciprocamente gli uni dagli altri, così da
formare un tutto organizzato e finalizzato verso un obiettivo
predeterminato” arriva ad una nuova definizione ancora più generica,
ovvero di sistema come “combinazione di parti o elementi riuniti in un
tutto” 6
. L’ampiezza di questa definizione è fortemente voluta in quanto egli
sostiene che essa possa essere applicata ad ogni disciplina o materia: ogni
campo scientifico presenta problemi generali e punti di vista comuni.
6
Problems of general system theory , Ludwig von Bertalanffy in General system theory: a
new approach to unity of science, Human Biology, dicembre 1951
3
Questa teoria oltre che sul concetto di “sistema” si fonda, sempre secondo
von Bertalanffy, sull’ “Equilibrio dinamico”: qualsiasi tipo di sistema
(sociale, biologico, economico) è fondato su diverse parti ed elementi
riuniti in un tutto funzionale e vitale, quindi in continua trasformazione:
ecco quindi il concetto di dinamicità.
Questi concetti sono stati fatti propri anche dalle discipline economiche, e
dall’economia aziendale in particolare, dove l’approccio sistemico ha
riscosso molto successo. Secondo la visione sistemica l’azienda è vista,
rappresentata e studiata, come un insieme di elementi interrelati e
coordinati verso il raggiungimento di un medesimo risultato e si può quindi
parlare di azienda come sistema. Le varie parti, infatti, formano un tutto
organico perché, ad una specializzazione delle funzioni, si accompagna una
stretta coordinazione delle attività nel suo complesso, secondo un disegno
unitariamente rivolto al fine economico da conseguire.
In contrapposizione a questo approccio appare la visione organicistica
dell’azienda: essa è vista e studiata come essere vivente, aperto all’esterno,
a crescita programmata (azienda come sistema organico). Vi è poi
l’approccio meccanicistico secondo cui l’azienda è rappresentata come un
insieme di schemi a funzionamento determinato, meccanismi di un sistema
chiuso di cui è necessario scoprire gli algoritmi di riferimento (azienda
come sistema meccanico) ed infine quella contrattualistica: l’azienda è
rappresentata come un insieme di contratti (azienda come sistema di
contratti).
Nonostante le varie sfumature si può concludere che tutta la dottrina
economico – aziendale italiana, con particolare riferimento a Zappa e alla
sua scuola, concorda nell’affermare che l’azienda è una realtà sistemica,
composta da elementi e componenti distinti, ma che trovano nell’unità e
nella coordinazione del sistema stesso la loro funzionalità e il loro
contributo al perseguimento dei fini aziendali.
Un’ulteriore interpretazione dell’azienda in chiave sistemica viene più
recentemente fornita da Bertini 7
, che ne sottolinea l’elemento sociale:
“l’azienda costituisce l’espressione più elevata del comportamento umano
sul piano economico. Essa è una istituzione sociale in quanto creata dagli
uomini per il raggiungimento di finalità umane nel contesto della
collettività organizzata…nel complesso delle sue manifestazioni, l’azienda
costituisce un sistema che non ha riscontro degli altri campi delle scienze,
né può essere paragonata ad altre istituzioni sociali”.
7
Il sistema d’azienda. Schemi di analisi , Umberto Bertini, Giappichelli Editore 1990
4
In definitiva il sistema azienda è caratterizzato da tre elementi
imprescindibili:
1. un insieme di parti o elementi differenti (che possiamo identificare
come i fattori produttivi);
2. l’esistenza di una correlazione ed interdipendenza tra questi elementi;
3. uno scopo comune da conseguire, ovvero il fine economico.
1.3. LE CARATTERISTICHE DEL SISTEMA
AZIENDA
8
Si definiranno ora i caratteri del sistema azienda. Innanzitutto gli elementi
fondamentali del sistema d’azienda sono le persone e i beni, anche se
appare più corretto considerare come elementi tutte le risorse dell’azienda,
intese come fattori produttivi in un’accezione ampia, non solo quelli
onerosi. Il complesso formato da tutti gli elementi dell’azienda forma la
struttura aziendale. Le relazioni che legano gli elementi tra loro sono
innumerevoli e permettono alla struttura stessa il suo funzionamento, ma
ancor più complessa è la loro identificazione e la completa comprensione
degli effetti che determinano sul sistema.
I caratteri del sistema d’azienda sono, seguendo il tracciato dettato dalla
teoria generale dei sistemi:
1. aperto;
2. dinamico;
3. complesso;
4. finalizzato;
5. probabilistico.
Un sistema si definisce aperto se ha scambi con l’esterno. Con riferimento
ai sistemi meccanici, in essi non c’è interscambio di materia o energia con
l’esterno mentre, invece, esiste nei sistemi organici, dove anche grazie agli
input esterni si assiste ad un’interazione dinamica tra i vari elementi che
compongono il sistema. Questa caratteristica può, per analogia, essere
estesa anche ai sistemi sociali e quindi all’azienda dove effettivamente le
8
Gran parte di questo paragrafo fa riferimento a Introduzione all’economia aziendale , a
cura di Luciano Marchi, Giappichelli Editore, 2003
5
influenze reciproche avvengono sia tra elementi endogeni che esogeni.
L’azienda come sistema aperto, infatti, si procura gli input necessari
all’espletamento dei propri processi dall’esterno e, dopo aver sviluppato
all’interno la fase produttiva, si rivolge all’esterno per collocare l’output,
ovvero i propri prodotti. Analizzando questa importante caratteristica
dell’impresa secondo l’approccio organico, che accosta l’impresa ad un
sistema organico, si nota che questi sistemi realizzano al proprio interno
un’entropia di tipo negativo (il sistema assorbe energia dall’esterno in
misura maggiore rispetto a quella che utilizza) e dunque l’impresa riesce ad
opporsi, se non a ribaltare, il processo che porterebbe alla sua
disaggregazione (entropia di tipo positivo) fino al suo termine naturale.
L’azienda, essendo un sistema sociale ed aperto, contrasta i processi di
entropia di tipo positivo ed ha la possibilità di realizzare un’entropia
negativa che, a differenza di quella dei sistemi organici, potrebbe essere
duratura: le aziende avrebbero la capacità di reggere indefinitamente nel
tempo al contrario dei sistemi organici. I processi di entropia positiva
possono presentare posizioni diverse dell’azienda rispetto all’ambiente,
ovvero una posizione passiva: sfruttare le forze favorevoli e contrastare
quelle sfavorevoli (l’azienda si adatta al cambiamento); oppure una
posizione attiva: attraverso provvedimenti appropriati influenza il
dinamismo delle forze esterne (l’azienda provoca e anticipa i mutamenti).
In sintesi, si determina un interscambio continuo tra l’azienda e il proprio
ambiente senza che sia perciò possibile distinguere i mutamenti propri dei
processi originari da quelli indotti 9
. L’azienda è, infatti, un sistema aperto
che all’interno del sistema economico, e dell’ecosistema in generale, ne
rappresenta un sottosistema che interagisce al suo interno collegandosi con
le altre istituzioni sociali e con tutti gli individui esterni ad essa. L’azienda
instaura numerose relazioni tra i suoi elementi e l’ambiente esterno che può
essere distinto tra l’ambiente economico, l’ambiente politico-legislativo,
quello sociale ed infine la sfera culturale ed etica. L’ambiente economico
all’interno del quale interagisce assume notevole importanza nella vita
aziendale, infatti l’azienda si deve confrontare con il settore, il mercato di
appartenenza e sempre più spesso con i sistemi o le reti di aziende di cui fa
parte. Sull’impresa possono influire, in modo diretto od indiretto, le
recessioni economiche o le particolari crisi di settore, i fenomeni
economici su scala globale (come si vedrà nel successivo capitolo) ed i
comportamenti e le reazioni degli altri attori economici ( ad esempio dei
9
Il sistema d’azienda. Schemi di analisi , Umberto Bertini, Giappichelli Editore 1990
6
finanziatori e delle banche). L’azienda può essere fortemente influenzata
dall’ambiente esterno e perciò deve essere pronta ad intercettare ed
interpretare i segnali di cambiamento adottando un atteggiamento reattivo.
La seconda caratteristica del sistema azienda è la dinamicità. Un sistema
viene definito dinamico se esiste in quanto funzionante; questa
caratteristica di dinamicità è propria dei sistemi organici in quanto
“funzionali e vitali” e spesso, per esprimere il perseguimento
dell’equilibrio, si può parlare di omeostasi, cioè dell’attitudine del sistema
a mantenere le condizioni di equilibrio dinamico. È necessario considerare
il sistema d’azienda originariamente in base alla sua struttura (aspetto
statico), ma allo stesso tempo occorre analizzare i processi che permettono
il funzionamento di questa struttura (aspetto dinamico). La struttura
dell’azienda, infatti, deve essere “dinamica”, cioè in grado di sostenere
delle modifiche nel corso tempo e nello spazio. Lo studio della struttura è
fondamentale per capire la distribuzione non casuale degli elementi e dei
rapporti/relazioni (meccanismi) tra gli elementi stessi.
Nell’analisi della dinamicità del sistema azienda si possono evidenziare
delle differenze tra sistemi organici e sistemi sociali. Nei sistemi organici
esistono vincoli di carattere genetico che limitano la capacità di
adattamento degli elementi nel formare una struttura piuttosto che un’altra
(anche se la teoria dell’evoluzione della specie ha dimostrato la dinamicità
delle strutture ai condizionamenti esterni). Nei sistemi sociali, invece, la
situazione è maggiormente flessibile: gli individui possono scegliere
liberamente la struttura da formare e se modificarne le caratteristiche; per
quanto riguarda la capacità delle aziende di attivare una struttura che risulti
funzionale ai propri obiettivi e alle proprie strategie ciò è dibattuto, anche a
livello operativo da un filone aziendale specifico.
Un sistema si dice complesso quando è molto alta la pluralità degli
elementi e la varietà delle relazioni che intercorrono tra di essi.
Generalmente un sistema complesso è scomponibile in più sub-sistemi
distinti, dove ognuno di essi è a sua volta aperto e funzionante in modo
complesso. L’azienda è perciò un sistema complesso in quanto è costituita
da una pluralità di elementi in interazione tra loro legati da relazioni di
causa-effetto e di concausa. Per gestire questo tipo di sistemi un elemento
critico è rappresentato dalla possibilità di avere quante più informazioni
possibili a disposizione per poterle elaborare e interpretare in funzione dei
processi produttivi instaurati nell’azienda.
7
Nei sistemi organici la complessità del sistema viene in parte mitigata in
quanto si assiste ad una cooperazione, una convergenza di tutti gli elementi
per il raggiungimento del fine comune, ovvero della sopravvivenza del
sistema, mentre nei sistemi sociali la complessità del sistema tiene in
considerazione anche la divergenza, o meglio la molteplicità degli
obiettivi, dei vari elementi che compongono il sistema. Quest’ultimo
aspetto è particolarmente osservabile per i sistemi aziendali dove, infatti,
l’azienda vive una situazione di continua instabilità che cerca di superare
attraverso la ricerca di un equilibrio durevole che gli consenta la
sopravvivenza.
Gli elementi componenti il sistema d’azienda possono essere raggruppati in
3 principali categorie: personale, beni tangibili e beni intangibili che a loro
volta possono essere sottoposti ad ulteriori articolazioni, tenendo pur
sempre presente che esistono molteplici vincoli di complementarità tra di
essi. L’azienda oggetto d’analisi (che a sua volta può far parte di sistemi
“ultra-complessi” quali holding, gruppi aziendali o reti di imprese), può
essere analizzata e scomposta sulla base di diversi criteri quali, ad esempio,
la gerarchia (articolazione di ruoli, persone, responsabilità, obiettivi e
vincoli) oppure la divisione in reparti all’interno di uno stabilimento o la
localizzazione per zone e aree geografiche.
Un sistema si dice probabilistico se il suo funzionamento è aleatorio. Il
sistema d’azienda, pur seguendo nei propri processi certi algoritmi, regole
di funzionamento e di controllo, è costantemente sottoposto a rischi, sia
specifici che generali, che minacciano il raggiungimento dei suoi obiettivi
e la sua stessa esistenza. L’incertezza che pervade il sistema è rilevabile a
diversi livelli e con intensità diversa: mentre per quanto riguarda gli input
del sistema si può raggiungere un buon grado di definizione (si pensi alle
definizione delle quantità di materie da immettere nel processo produttivo)
questo è più difficoltoso relativamente agli output del sistema,
caratterizzati da un elevato grado di indeterminazione quali-quantitativa: ad
esempio le previsioni sulle vendite sono influenzate da moltissime variabili
complesse e scarsamente controllabili (ad esempio il reddito disponibile,
l’offerta dei concorrenti, ecc.). Le caratteristiche dell’impresa appena
descritte, complessità e probabilismo, sono coloro che condizionano il
coordinamento e le interrelazioni tra i vari elementi del sistema e che
permettono al sistema azienda nel suo complesso di avere un valore
superiore rispetto alla somma dei suoi singoli elementi (olismo).
8
In generale un sistema si definisce finalizzato se ha la capacità di arrivare
ad un risultato. I sistemi organici, tornando alle analogie, nel loro
funzionamento mirano verso obiettivi unici, anche per la mancanza della
conflittualità tra gli elementi del sistema stesso che, invece, è una
caratteristica peculiare dei sistemi aziendali. È comunque possibile anche
per i sistemi sociali raggiungere il medesimo risultato, infatti, pur partendo
da situazioni differenti e seguendo cammini differenti può essere raggiunto
un unico fine. È difficile identificare un unico fine per tutte le tipologie di
azienda ed infatti all’interno del sistema azienda è possibile individuare
due fini tra loro interdipendenti: un equilibrio economico dinamico e
durevole (proiezione interna) ed un rapporto tra attività aziendale e
soddisfazione dei bisogni umani (proiezione esterna). In funzione della
natura pubblica o privata del soggetto economico si potranno, quindi,
giudicare diversamente e subordinare gerarchicamente queste due finalità
del sistema aziendale.
Inoltre, ad integrazione delle caratteristiche appena discusse ed ormai
universalmente riconosciute, alcuni studiosi 10
, tra cui Bertini 11
, definiscono
l’azienda come sistema cibernetico. U n sistema viene definito cibernetico
se il sistema controllore è un organo del sistema stesso, per cui il controllo
è automatico. In questo tipo di struttura il sistema produce un output
attraverso il proprio programma operativo, in questo frangente entra in
funzione il sistema di controllo che rileva eventuali deviazioni
dall'obiettivo ed agisce di conseguenza sugli organi del sistema su cui è
possibile intervenire (leve di controllo) originando input detti azioni di
controllo. Per analogia possiamo quindi definire anche l’impresa come
sistema cibernetico in quanto l’impresa è una “macchina intelligente” nella
quale sono insiti meccanismi di controllo, attraverso p rocessi di feedback,
di autoregolazione e capacità di adattamento automatico. Attraverso la
propria struttura, spesso articolata per funzioni, l’attività dell’impresa è
soggetta al controllo basandosi su meccanismi di re tro-azione che
permettono di mantenere la rotta dell’azione di governo.
Infine l’azienda è un sistema instabile perché non tende autonomamente a
ripristinare un preesistente stato di equilibrio: è necessario l’intervento
dell’uomo perché il sistema nel suo sviluppo tenda all’equilibrio, non nella
posizione originaria, ma in una nuova posizione (equilibrio eterostatico).
10
L’azienda come sistema cibernetico , Stafford Beer, Isedi, Milano, 1973
11
L’azienda come sistema cibernetico, Studi di ragioneria e tecnica economica, Umberto
Bertini , Cursi, Pisa 1964
9