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giuridico quanto da quello tecnico-procedurale, nella seconda si è affrontato
un caso reale di nuova acquisizione di tecnologie biomediche nell’ambito del
quale sono state proposte modifiche agli strumenti di lavoro (in particolare al
capitolato d’appalto) coerenti con le differenze riscontrate nella prima fase.
Il primo capitolo definisce l’ambito stesso nel quale si è svolto l’intero lavoro:
il ruolo dell’ingegnere clinico all’interno della struttura sanitaria con particolare
riferimento all’attività di consulenza tecnica negli acquisti.
Il secondo capitolo costituisce la parte legislativa: vengono presentate la
legislazione in vigore per gli acquisti sia soprasoglia che sottosoglia, e la nuova
Direttiva 2004/18/CE. Le due legislazioni vengono poi confrontate
orientandosi in particolar modo alle modifiche intervenute sugli aspetti utili
agli ingegneri clinici nello svolgimento delle consulenze tecniche.
Nel terzo capitolo vengono descritti gli strumenti utilizzati dagli ingegneri che
svolgono attività di consulenza nelle gare d’appalto per l’acquisto di tecnologie
biomediche: capitolati e criteri di valutazione. Viene poi analizzato – e nel
quinto capitolo sarà utilizzato – un metodo interessante per la valutazione
delle proposte tecniche ai fini dell’aggiudicazione dell’appalto all’offerta
economicamente più vantaggiosa.
Il quarto capitolo offre una descrizione generale delle caratteristiche delle
Unità di Terapia Intensiva e del Nuovo Dipartimento di Emergenza e
Accettazione (DEA) dell’Ospedale di Imola, struttura presso la quale è stata
svolta la seconda fase del lavoro che ha avuto come oggetto proprio le Unità
di Terapia Intensiva.
Il quinto capitolo descrive la fase sperimentale del lavoro: l’impostazione di
una procedura di gara per l’acquisto di un sistema di monitoraggio
centralizzato e di gestione informatizzata degli ECG in un’Azienda Pubblica.
Dopo una descrizione dell’esperienza svolta presso l’U.O. di Ingegneria
Clinica dell’AUSL di Imola, viene proposto un capitolato d’appalto che può
considerarsi coerente con le modifiche introdotte alla legislazione vigente dalla
nuova Direttiva 2004/18/CE.
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Capitolo 1
Il ruolo dell’ingegnere clinico
nell’acquisizione delle tecnologie biomediche
Questo capitolo si occupa di descrivere il contributo che l’ingegnere clinico
può dare durante il processo di acquisizione delle tecnologie biomediche in
ambito ospedaliero. Egli infatti svolge un’attività di consulenza che ha il
compito di apportare un contributo tecnico-scientifico nelle diverse fasi del
processo di acquisizione: pianificazione aziendale degli acquisti, gestione delle
priorità assegnate in tale piano, predisposizione del parere di acquisto tecnico-
sanitario. L’ingegnere clinico gestisce solo una parte di questo complesso
processo ma l’attività di consulente tecnico deve caratterizzarne tutte le fasi. Il
ruolo dell’ingegnere clinico nel processo di acquisizione deve essere “forte”, a
volte infatti è impossibile gestire “bene” quanto si è acquistato “male”.
1.1 Ruoli tradizionali e ruoli innovativi
L’ingegnere clinico è un professionista che partecipa alla cura della salute
garantendo un uso sicuro, appropriato ed economico delle tecnologie nei
servizi sanitari e collaborando con il management sanitario nell’utilizzo di
metodologie ingegneristiche per la soluzione di problemi clinici e gestionali.
Questa definizione si traduce, nell’attività lavorativa quotidiana dell’ingegnere
clinico, in una serie di ruoli definiti tradizionali. Egli infatti tradizionalmente
sovrintende ad attività quali:
• codifica e inventariazione;
• collaudi di accettazione;
• gestione della manutenzione;
• qualità e sicurezza delle tecnologie biomediche;
• dismissione e trasferimento;
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• pianificazione, programmazione e valutazione di sostituzioni e nuovi
acquisti;
Sebbene non esista una legislazione vincolante le strutture sanitarie
all’istituzionalizzazione di questa figura professionale, numerosi sono gli
aspetti sia normativi che culturali e di mercato che portano all’individuazione
di una professionalità che contempli i ruoli sopra elencati. Dal punto di vista
Figura 1.1: Incidenza della spesa per tecnologie biomediche sul totale della spesa
sanitaria nazionale. (Fonte: EUCOMED 2001)
normativo infatti troviamo: linee guida ministeriali, normative regionali, D.
Lgs. 626/94 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, Direttive Comunitarie sui
Dispositivi Medici, norme tecniche nazionali e internazionali. A livello
regionale è l’esigenza di rispettare i requisiti tecnologici minimi necessari per
l’accreditamento che spinge le strutture sanitarie a dotarsi di responsabili delle
risorse tecnologiche. Non meno importanti sono gli aspetti culturali e di
mercato:
• aumento dell’incidenza della spesa per l’acquisto di tecnologie
biomediche sul totale della spesa sanitaria (figura 1.1.);
• costante crescita a livello europeo del valore (figura 1.2) del mercato
delle tecnologie biomediche;
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• progressi della ricerca scientifica (tradotti nell’inarrestabile avanzamento
tecnologico e nel difficile controllo dell’aggressività dell’industria
biomedica);
• incremento della “domanda clinica” di tecnologia (esigenza direzionale
di “calmierare” le richieste dei medici e verificare l’appropriatezza della
tecnologia avviando processi multidisciplinari di Health Technology
Assessment);
• infortuni, incidenti, malpractice e premi/rimborsi assicurativi ;
• innovazione tecnologica come elemento di “marketing sanitario” sul
territorio;
• attivazione di UO di Safety and Clinical Risk Management;
• promozione dei Sistemi di Qualità Aziendali (produttori/fornitori di
TB, U.O. di rilevanti Ospedali, società di servizi e di consulenza, etc.);
• aspettative dei pazienti/utenti anche nelle forme associative (cfr.
Tribunale del Malato, Unione dei Consumatori, risonanza dei media,
etc.);
Figura 1.2: Il valore del mercato dei dispositivi medici in Europa (Fonte: Frost &
Sullivan)
Se tutto ciò ha portato all’individuazione dei sopraelencati ruoli tradizionali
dell’ingegnere clinico, negli ultimi anni si assiste a una evoluzione di questa
figura professionale in senso manageriale. L’ affermazione dell’informatica
medica come strumento dapprima gestionale, poi clinico, quindi di governo e
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di interfaccia tra il cittadino e l’Azienda, portano il responsabile delle
tecnologie biomediche a confrontarsi con un’attività che non è più meramente
tecnica e che da tattica diventa strategica. L’inarrestabile processo di
aziendalizzazione che dal 1992 interessa la sanità italiana fa evolvere
continuamente i processi decisionali: la componente tecnica diventa
fondamentale se non altro perché gestisce i sistemi clinici dipartimentali e
amministrativi (figura 1.3) che forniscono dati di governo ai decisori
(Direzione Aziendale, Regione ecc..).
Figura 1.3: Modello di riferimento per il progetto di informatizzazione del Sistema
Sanitario Regionale in Friuli Venezia-Giulia. (Fonte: Insiel)
Ecco quindi una panoramica di quelli che sono i ruoli innovativi dell’ingegnere
clinico all’interno dell’organizzazione sanitaria:
• coordinamento e/o supporto allo sviluppo di sistemi aziendali nel
settore strategico della telematica applicata ai servizi sanitari;
• progettazione di servizi aziendali interattivi per il Web;
• supporto all’implementazione e gestione di servizi integrati;
• supporto progettuale alla realizzazione di sistemi complessi;
• contributo al team multidisciplinare aziendale per la promozione della
“qualità” di tutte le attività ospedaliere (autorizzazione, accreditamento,
certificazione);
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• controllo di gestione (supporto alla contabilità analitica e allocazione dei
costi di gestione delle tecnologie alle UU. OO. che li hanno generati);
• sicurezza integrata (dall’analisi del rischio specifico alla sicurezza
sistemica );
• supporto ad Agenzie Sanitarie ed Assessorati per l’implementazione
delle politiche sanitarie di sviluppo omogeneo e controllato nelle
Regioni;
Relativamente a questo ultimo punto, è apparso interessante il caso della
Lombardia. Nel corso di tre progetti regionali si è avvalsa della collaborazione,
all’interno di teams multidisciplinari, di ingegneri clinici che si sono occupati
rispettivamente di: monitoraggio dei prezzi delle tecnologie biomediche,
valutazione di terapie innovative in cui era determinante il ruolo delle
tecnologie biomediche, Health Tecnology Assessment a livello regionale. In
particolare, il processo di HTA, è fondamentale per l’attività di consulenza
tecnica relativa alla valutazione e acquisto delle tecnologie biomediche.
Figura 1.4: Il processo di Health Tecnology Assessment
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I principi che lo guidano (figura 1.4) vanno sempre presi in considerazione
non solo laddove si valuti l’acquisto di una tecnologia completamente nuova
ma anche, opportunamente scalati, quando si sostituisce un’apparecchiatura
obsoleta con una più moderna. Con Health Tecnology Assessment si intende
una sequenza logica di attività e decisioni che trasformano un bisogno clinico
in una descrizione dei parametri performanti di un sistema ed in una soluzione
tecnologica preferenziale.
Approfondire l’argomento del HTA esula dagli scopi di questo elaborato ma è
fondamentale conoscere le fasi che lo compongono e le modalità di attuazione
di tale processo. Questo anche per evitare che si realizzi quel “bypass delle
tecnologie” che pone direttamente in ingresso al sistema sanitario tecnologie
estremamente innovative senza alcun controllo la cui adozione precipitosa,
basata spesso su miti e credenze (a volte incoraggiate da azioni di marketing
spregiudicate da parte dei fornitori), porta a risultati inferiori alle aspettative
quando non provoca ulteriori danni. L’innovazione in sanità va invece gestita
in maniera da permettere una valutazione fatta con metodologie oggettive,
basate sull’evidenza. Il processo di HTA si configura in tal senso come una
scienza utile al processo decisionale basata su una attività multidisciplinare che
si esplica attraverso le fasi di descritte in figura 1.4. E’ chiaro che
l’interpretazione operativa di questi passaggi è diversa se operiamo in ambito
regionale, piuttosto che di area vasta o di presidio ospedaliero ma il fine da
raggiungere sarà sempre lo stesso: essere di supporto a coloro che hanno
poteri decisionali influendo sulla qualità delle decisioni di costoro nell’ambito
di competenza dell’indagine.
1.2 La consulenza tecnica per l’acquisizione delle
apparecchiature biomediche
1.2.1 Definizione dell’ambito di attività
Le attività previste nell’ambito della consulenza tecnica per l’acquisizione di
apparecchiature biomediche sono: contributo alla pianificazione aziendale
degli acquisti, gestione delle priorità assegnate a tale piano, predisposizione dei
capitolati tecnici delle gare di appalto, analisi tecnica delle offerte di gara e
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predisposizione del parere di acquisto tecnico-sanitario. Tale consulenza
tecnica si fonda sulle conoscenze acquisite dalla gestione complessiva durante
l’intero arco di vita delle apparecchiature da sostituire o di apparecchiature
analoghe già in uso presso l’Azienda, sulla conoscenza del mercato delle
apparecchiature biomediche, sulla conoscenza dello stato dell’arte della
tipologia di apparecchiature da acquisire, sulla conoscenza delle procedure
sanitarie e del loro possibile sviluppo futuro. Nell’ambito della pianificazione
ogni titolare di un centro di costo a destinazione sanitaria (primario, capo
U.O., responsabile di servizio) formula richieste di aggiornamento o
modifiche del patrimonio di attrezzature inventariate sotto il centro di costo di
cui è responsabile diretto. Le richieste possono essere periodiche con cadenza
annuale, programmata oppure occasionali e immediate a seconda delle
urgenze. Il vaglio delle richieste è svolto nella maggior parte dei casi dalla
direzione sanitaria che si avvale della collaborazione dell’ingegneria clinica per
valutare l’opportunità di quell’acquisto o sostituzione sulla base di:
• risultati dell’analisi del rischio;
• obsolescenza tecnica, clinica, economica;
• analisi e comparazione tra costi cessanti e costi emergenti;
• rendiconti della gestione di quell’apparecchiatura (uptime, costi
manutenzione ecc..).
Tutte queste e altre notizie, in particolare raccolte dal confronto con gli
utilizzatori, devono concorrere a una valutazione dell’utilità e delle
conseguenze della nuova acquisizione. Ci si aspetta cioè che il servizio di
consulenza per gli acquisti non si limiti a fornire un semplice elenco di
apparecchiature da sostituire perché andate fuori uso o perché obsolete, ma
sia una valido supporto alla redazione di un piano di gestione-rinnovo
attrezzature che può essere anche pluriennale o seguire una logica articolata in
più fasi tipo Health Tecnology Assessment.
L’acquisizione delle apparecchiature biomediche, oltre ovviamente a tenere
conto delle normative e disposizioni di leggi vigenti per l’espletazione delle
gare, deve essere un momento di verifica della situazione di mercato e di
confronto tra le varie proposte di offerta. E’ indispensabile che già nella
predisposizione della gara venga richiesto quanto necessario a individuare non
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solo l’apparecchiatura soddisfacente le richieste definite sia da un punto di
vista clinico che da un punto di vista tecnico, ma anche le potenzialità del
servizio di assistenza post vendita della ditta fornitrice, le problematiche
infrastrutturali di installazione dell’apparecchiatura, le certificazioni inerenti la
qualità e rispetto della normativa vigente.
1.2.2 Consulenza tecnica acquisti e indici di controllo
Viene descritta di seguito una possibile procedura di consulenza tecnica per gli
acquisti di tecnologie biomediche. Cercando di riportare quanto visto fino ad
ora in termini generali, ad una dimensione professionale coerente con le
situazioni che più frequentemente possono capitare in un’Azienda Sanitaria
Pubblica, è possibile individuare per la procedura di consulenza tecnica sugli
acquisti le seguenti fasi:
1. definizione delle priorità di acquisto a partire da: segnalazioni del
responsabile della sicurezza (obsolescenza, risultati analisi del rischio
ecc…), definizione dei livelli di utilizzo delle apparecchiature esistenti,
richieste dei reparti.
2. pianificazione annuale degli acquisti (budget): contribuire alla
realizzazione della stessa (di competenza solitamente della Direzione
Sanitaria) partendo dalle priorità individuate;
3. definizione di un referente dell’ingegneria clinica relativo a una specifica
gara d’acquisto: l’U. O. interessata dall’acquisto deve avere sempre un
interlocutore ben preciso con cui rapportarsi al fine di stabilire una
fattiva collaborazione durante le diverse fasi dell’acquisizione;
4. verifica prima di procedere all’acquisto che: l’acquisto sia previsto nel
documento di budget (pianificazione aziendale degli acquisti) e che non
esitano apparecchiature analoghe a quella da acquisire che siano
sottoutilizzate o che possano essere condivise dalle UU. OO. presso cui
si trovano;
5. analisi delle esigenze e dei risultati attesi: all’atto dell’acquisizione
analizzare le esigenze del reparto, i problemi relativi all’introduzione
della nuova tecnologia (anche con visite presso altre strutture o visione
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delle apparecchiature), comprendere i risultati che si vogliono ottenere
con quell’acquisizione;
6. verifica della disponibilità di risorse infrastrutturali adeguate a ricevere
le nuove apparecchiature: attività da svolgersi in collaborazione con le
altre componenti tecniche, riguarda in particolare problemi strutturali
e/o impiantistici legati all’introduzione della nuova tecnologia
(adeguamento delle strutture, predisposizione di scarichi, attacchi
ecc...);
7. valutazione della sistemazione logistica: tale fase deve prevedere la
collaborazione anche di altri servizi aziendali come SPP, Fisica
Sanitaria, Attività tecniche ecc…
8. verifica della necessità di formazione del personale: in collaborazione
con i capi delle UU. OO. interessate;
9. valutazione della necessità di materiale di consumo: modalità e costi;
10. definizione delle specifiche tecniche: il capitolato tecnico viene
preparato in collaborazione con i capi delle U.O. interessate;
11. definizione del criterio di valutazione delle offerte: definire sempre con
la collaborazione dei clinici il peso da attribuire ai diversi aspetti
caratterizzanti di una tecnologia (funzionalità, affidabilità, ergonomicità
ecc..);
L’esperienza in questo ambito ha permesso di individuare alcuni indici che
possono servire a valutare le prestazione del servizio di consulenza tecnica, in
termini di efficienza e produttività:
• tipologie di apparecchiature su cui si è data la consulenza;
• numero di capitolati redatti;
• volume di consulenza acquisti in milioni/anno;
• numero di acquisti effettuati/anno.