Capitolo II. MONITORAGGIO DEI MOVIMENTI FRANOSI CON LA TECNICA
DEL TERRESTRIAL LASER SCANNING - TLS
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2. MONITORAGGIO DEI
MOVIMENTI FRANOSI CON LA
TECNICA DEL TERRESTRIAL
LASER SCANNING - TLS
La frana è uno dei disastri naturali più devastanti per i paesi di tutto il mondo, che porta
al pericolo di vita, di proprietà e danni infrastrutturali. Un monitoraggio accurato della
cinematica di una frana è un aspetto importante per la comprensione fisica dei
meccanismi di rottura e la quantificazione dei rischi associati (Travelletti et al., 2014).
Quindi, è necessaria una tecnica efficace per monitorarla, riducendo così l’impatto
causato da questo tipo di disastro (Lau et al., 2014).
Il Terrestrial Laser Scanning (TLS) è una delle tecniche di rilevamento più interessanti
per la caratterizzazione e il monitoraggio di versanti rocciosi. Movimenti franosi e crolli
rocciosi possono essere rilevati mediante il confronto di scansioni sequenziali che
opportunamente elaborate possono portare a una combinazione di previsione temporale
e spaziale delle frane (Abellán et al., 2009). Negli ultimi dieci anni l’efficacia del TLS
per monitorare lenti movimenti franosi è stata ampiamente dimostrata ma sono ancora
necessari metodi di elaborazione accurati per estrarre informazioni utili disponibili nelle
serie storiche delle nuvole di punti (Travelletti et al., 2014).
Fotogrammetria e scansione laser, grazie allo sviluppo significativo negli ultimi anni,
sono tecniche di rilevamento paragonabili nel generare, senza contatto con l’oggetto e
con una precisione commisurata alla scala dei Digital Terrain Model (DTM), uno
strumento fondamentale per individuare, classificare e monitorare le frane. Le indagini
realizzate su aree test hanno dimostrato che, in molti casi, il TLS può rappresentare un
efficace e rapida soluzione per produrre economici, accurati e precisi DTM ai fini di
indagine su pendii interessati da movimenti franosi (Bitelli et al., 2004). Anche se il
numero di pubblicazioni sull’uso del TLS nello studio dei versanti rocciosi è
rapidamente aumentato negli ultimi 5-10 anni, è stato però fatto poco per valutare i
principali sviluppi, stabilire la miglior procedura operativa e unificare gli approcci di
ricerche future.
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L’acquisizione di dense informazioni 3D del terreno ad alta precisione, alta velocità di
acquisizione dati e sempre più efficienti flussi di lavoro di post-processing sta aiutando
a quantificare meglio i parametri chiave di instabilità di versanti rocciosi a diverse scale
spaziali e temporali che vanno rispettivamente da decimetri cubi a milioni di metri cubi
e da tempi di ore a anni. Approfondimenti chiave per affrontare l’uso del TLS nelle
indagini dei versanti rocciosi includono la capacità di ottenere da remoto l’orientamento
delle discontinuità del versante, che costituisce un grande passo avanti nella meccanica
delle rocce, e la possibilità di monitorare pendii rocciosi, che permette la modellazione
spazio-temporale della deformazione del versante roccioso con un livello di dettaglio
senza precedenti (Abellán et al., 2013).
Studiare pendii rocciosi con il TLS presenta una serie di sfide, come l’importanza del
carattere frattale della superficie della roccia per rilevare la deformazione precursore
che può aiutare in futuro la previsione delle frane (Abellán et al., 2013). I Digital
Elevation Model (DEM) sono ampiamente utilizzati per determinare le caratteristiche
dei processi di movimento di massa, come l’accumulo e la deposizione di materiale, le
stime del volume o l’orientamento delle discontinuità. Per creare tali DEM la nuvola di
punti è generata dalla scansione con il TLS e quindi utilizzata per l’analisi dei
movimenti di massa (Prokop and Panholzer, 2009). Sono stati sviluppati e sperimentati
metodi per l’analisi delle deformazioni basati sull’impiego del TLS. Tale metodologia è
stata progettata con un livello di flessibilità tale che possa essere utilizzata sia per
superfici regolari che irregolari. Le pareti rocciose costituiscono un esempio
omnicomprensivo di queste caratteristiche: la loro complessa morfologia e la presenza
di molteplici fattori che ne cambiano la forma (accrescimenti, distacchi e deformazioni)
si sono dimostrati un caso ideale per validare la metodologia proposta (Alba)
1
.
L’attuale disponibilità del TLS a lungo raggio rende possibile l’uso operativo di questo
strumento di rilevazione, che può fornire risultati che non possono essere ottenuti con
altri metodi topografici e fotogrammetrici, o comunque possono essere ottenuti più
facilmente e in minor tempo (Lichun et al., 2009). Tra i principali vantaggi del rilievo
laser applicato alla geologia, sono quindi l’acquisizione veloce dei dati grazie alla
raccolta di dati a distanza e la maggior completezza delle informazioni rispetto alle
indagini tradizionali usando acquisizioni di dati puntuali con una maggiore precisione di
1
http://www.autec-geomatica.it/wp-content/uploads/2012/06/Alba.pdf
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misura (Scaioni et al., 2004). I dati laser scanner devono essere trasformati in coordinate
terrestri usando i punti di controllo a terra (Ground Control Point - GCP) di solito
segnalizzati con prismi. Le coordinate del prisma sono misurate precisamente
utilizzando ricevitori satellitari e stazione totale. Tuttavia l’acquisizione di informazioni
accurate delle coordinate del prisma nei dati scanner laser è molto difficile.
Oggi perciò, la tecnologia TLS sta guadagnando popolarità nel monitoraggio e la
previsione del movimento del corpo di frana a causa dell’elevata capacità di
acquisizione dati ad alta velocità senza richiedere un contatto diretto con la superficie
monitorata. Pertanto, è una scelta adatta per il monitoraggio del territorio di pendii
instabili. È indiscutibile che è necessaria una corretta pianificazione del progetto prima
di effettuare la raccolta dei dati per il monitoraggio. Un aspetto importante che richiede
la ricerca è la risoluzione ottimale della scansione. Questa risoluzione dipende
principalmente dalla distanza tra lo scanner e la superficie e procede da cm a mm di
risoluzione. Oltre a ciò, il tipo di risoluzione dipende anche dalla caratteristica minima
della dimensione che deve essere raccolta e la maggior parte dei ricercatori stanno
usando un’alta risoluzione per questo tipo di applicazioni. La risoluzione del DTM che
può essere generato per analisi di deformazione e lo sforzo richiesto per la gestione dei
dati sono direttamente influenzati dalla densità della nuvola di punti (Lau et al., 2014).
Il rilevamento aereo in frana, tradizionalmente fatto con metodi fotogrammetrici,
richiede strumenti più costosi (telecamere aeree metriche, scanner fotogrammetrici,
workstation fotogrammetriche digitali o plotter analitici) e un’organizzazione più
complessa mentre la strumentazione TLS viene facilmente trasportata a mano e
utilizzata da un solo operatore. In effetti ci sono almeno sei passi per ottenere DTM
mediante tecniche fotogrammetriche e realizzare quindi studi multi-temporali:
pianificazione del rilievo aereo ed esecuzione; misurazione dei GCP; determinazione
dei parametri dell’orientamento rispetto ad un sistema di coordinate spazio oggetto;
controlli e editing dei DTM. Queste operazioni richiedono più tempo rispetto ad una
semplice indagine ed elaborazione di dati TLS. Inoltre, anche se la fotogrammetria
analitica viene gradualmente sostituita dalla fotogrammetria digitale, grazie al
miglioramento della potenza del computer e del software, il lavoro manuale di un
operatore esperto è generalmente indispensabile per generare un DTM in modalità semi
automatica o correggere errori provenienti da procedure image matching (Bitelli et al.,
2004).
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Il TLS, come già detto è una tecnica di telerilevamento senza contatto e attiva, e questo
sistema può fornire immagini a colori utilizzando un solo operatore. Questa
metodologia di lavoro è efficiente, e l’operatore non deve arrivare alla zona pericolosa
per impostare le stazioni GNSS o i prismi (Sui et al., 2009). D’altra parte, la
ricostruzione 3D del terreno con metodi di scansione laser terrestre è un altro modo
moderno per riprodurre la superficie naturale del suolo con elevata precisione ed elevata
automazione (Bitelli et al., 2004).
Il monitoraggio delle frane può essere effettuato utilizzando diversi tipi di strumenti
terrestri. I risultati più accurati sono dati da stazioni totali o ricevitori satellitari. In
questo modo si può rilevare la posizione di alcuni punti che devono essere comunque
accessibili e ben materializzati. Quando abbiamo bisogno di una descrizione dettagliata
del movimento di un pendio viene utilizzato il TLS che permette di ottenere una
precisione molto inferiore sui singoli punti, circa 1 - 2 cm sui vettori e 0.5º per le
rotazioni (Jaszczak, 2006), ma consente di ottenere una modellazione molto più
dettagliata dell’intera superficie della frana. L’enorme numero di punti rilevati in questo
caso richiede, tuttavia, molto più lavoro di elaborazione. È comunque importante
effettuare entrambi i tipi di indagini poiché i dati che possono essere acquisiti da
ciascuno strumento sono complementari (Barbarella and Fiani, 2013). Ogni tecnica di
acquisizione, cioè laser scanning, fotogrammetria o tecniche di rilevamento
convenzionali presentano ovviamente dei limiti, ma le attività sono anche molto
complementari e gli esperimenti condotti da Grussenmeyer et al., (2008) sul confronto
tra i vari metodi sopracitati conducono alla conclusione che non è raccomandabile
l’utilizzo di una sola tecnica (Grussenmeyer et al., 2008).
Sono stati condotti diversi esperimenti per verificare se l’errore strumentale del TLS è
sufficientemente piccolo da consentire il rilevamento di spostamenti precursori di
grandezza millimetrica.
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Uno di questi è stato condotto all’aperto da Abellán et al., (2009) con laser scanner
Optech ILRIS-3D e consiste nel rilevamento di uno spostamento noto di tre oggetti di
forma diversa rispetto ad una superficie stabile.
Figura 2.1. (a) Descrizione generale del setup sperimentale (range = 50 m). (b) Zoom dell’area di scansione che
mostra i 3 oggetti in movimento sulla parte fissa. (c) Viste prospettiche della nuvola di punti TLS.
(Da Abellán et al., 2009)
I risultati mostrano che i cambiamenti millimetrici non possono essere individuati dalle
analisi dei seti di dati non processati. Le misure degli spostamenti sono migliorate
notevolmente, applicando la media del punto più vicino - Nearest Neighbours, NN -
(Lindenbergh and Pfeifer, 2005), che riduce l’errore (1ơ) fino a un fattore 6. La
deviazione standard dell’errore strumentale è stata calcolata in 7,2 mm ad una distanza
di 50 m (Abellán et al., 2009).
Tabella 2.2. (a) Misurazioni TLS (mm). (b) Misure di calibrazione (mm). (Da Abellán et al., 2009)
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Questo valore è dello stesso ordine di grandezza dell’errore nei confronti dei dati grezzi
per il piano, l’emisfero e la forma irregolare (rispettivamente 7,4, 10,1 e 11,2 mm). I
confronti dei dati grezzi mostrano che gli errori aumentano con la complessità della
forma (rispettivamente 1,0, 1,4 e 1,5 volte la deviazione standard dell’errore
strumentale). Questo potrebbe essere dovuto a: bassa riflettività, un elevato angolo di
incidenza e/o a un diverso carattere della superficie. Da un lato, alcuni autori
(Soudarissanane et al., 2008; Voegtle et al., 2008) hanno dimostrato l’influenza dei
bassi valori di riflettività e grandi angoli di incidenza nel ridurre l’accuratezza. Prove di
questi effetti si trovano nell’emisfero: bassi valori di riflettività e precisione sono stati
trovati intorno alla parte esterna dell’oggetto (Abellán et al., 2009).
Figura 2.3. Dati grezzi degli spostamenti misurati (7,4 mm < ơ < 11,2 mm) per differenti spostamenti indotti: (a) 5
mm, (b) 10 mm, (c) 15 mm, (d) 20 mm, (e) 25 mm. La scala di colori (in mm) indica spostamenti fino a 30 mm.
(Da Abellán et al., 2009)
Filtrando questi punti, la qualità della misura globale può essere migliorata.
Nello studio sopra descritto, è stata trascurata l’influenza del materiale dell’oggetto,
suggerita invece da Voegtle et al., (2008). Per il test eseguito da Voegtle et al., (2008)
sono stati scannerizzati (o digitalizzati) fogli colorati e a scala di grigi, diverse tipologie
di legno, una piastra metallica, gessi di diverse dimensioni particellari, ed oggetti in
diverse condizioni di umidità. La scelta si è basata su materiali comunemente usati nella
costruzione di facciate (di palazzi). L’analisi dei risultati porta ad alcune conclusioni
generali. Innanzitutto sono state verificate le specifiche del produttore riguardo al range
di accuratezza (precisione) di un piano (livello) estratto. Un aspetto interessante è
l’aumento dell’accuratezza di misurazione di notte e su materiali chiari. L’influenza
della tipologia di legno e dell’umidità sembra essere marginale, mentre placche
metalliche e materiali foto-trasmittenti inducono valori MSE enormi, molto più alti del
range di accuratezza generale del laser scanner (Voegtle et al., 2008).
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Figura 2.4. Range di precisione di giorno e di notte per differenti fogli colorati. (Da Voegtle et al., 2008)
Spostamenti precursori inferiori a 2ơ non possono essere rilevati con certezza usando il
set di dati grezzi, nel setup sperimentale, o nel caso reale di studio. Al contrario, le serie
di dati mediati da un NN ha permesso una misurazione più precisa di questi spostamenti
millimetrici (Abellán et al., 2009).
Figura 2.5. Misurazioni degli spostamenti dopo la media 5×5 del punto più vicino per diversi spostamenti indotti
(ơ
plane
= 1,3 mm): (a) 5 mm, (b) 10 mm, (c) 15 mm, (d) 20 mm, (e) 25 mm. La scala di colori (in mm) indica
spostamenti fino a 30 mm. (Da Abellán et al., 2009)
È incoraggiante che lo spostamento precursore sia stato chiaramente individuato
applicando il metodo della media NN. Questi risultati mostrano che usando il TLS
possono essere rilevati spostamenti millimetrici prima della frattura. La tecnica NN
richiede la convalida in più casi per verificare l’applicabilità in condizioni reali che
coinvolgono materiali di superficie diversi e diversi tipi di fratture e sulla rilevazione
degli spostamenti precursori a diversi intervalli (cioè da 100 fino a 500 m) e per
variabili direzioni di movimento (Abellán et al., 2009).
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Un altro studio sviluppato da Lau et al., (2014) con l’obiettivo di determinare il livello
ottimale di risoluzione al suolo per lo scopo di monitoraggio delle deformazioni franose
è stato condotto su un sito all’interno dell’Università Malaysia Teknologi utilizzando
uno scanner Leica Scan Station C10. Cinque punti di controllo ben distribuiti sono stati
stabiliti intorno alla zona di interesse allo scopo di registrazione delle nuvole di punti.
Figura 2.6. (a) Il Leica Scan Station C10 viene utilizzato per eseguire la scansione della superficie della scarpata e (b)
la stazione totale Topcon ES-105 retroriflettente è utilizzato per la convalida. (Da Lau et al., 2014)
Figura 2.7. La distribuzione dei punti di controllo e la verifica dei punti sulla scarpata. (Da Lau et al., 2014)
Figura 2.8. Tipi di target utilizzati per (a) la verifica dei punti e (b) i punti di controllo. (Da Lau et al., 2014)
Due stazioni di scansione sono state usate per coprire l’intera superficie del pendio.
Sono stati utilizzati tre tipi di risoluzione in ciascuna stazione di scansione, bassa, media
e alta. Dopo aver completato la raccolta dei dati, le nuvole di punti sono state sottoposte
al processo di registrazione e filtraggio della vegetazione utilizzando il software Leica
Cyclone. Dopo di che i dati delle nuvole di punti sono stati analizzati utilizzando il
software Cloud Compare. Questo studio dimostra che la risoluzione di scansione
influisce sulla mappa degli spostamenti generata, soprattutto il campione a bassa
risoluzione (Lau et al., 2014).
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Figura 2.9. La mappa degli spostamento generati e il valore medio per lo spostamento rispetto a tre diverse
risoluzioni di scansione a 130 m di distanza. (Da Lau et al., 2014)
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Figura 2.10. Rappresentazione della media della distribuzione dello spostamento in funzione della distanza di
scansione per tre diverse risoluzioni di scansione. (Da Lau et al., 2014)
In conclusione, questo studio dimostra che il TLS può essere utilizzato per monitorare
le condizioni di tutta la superficie del pendio in frana con la precisione tra mm e il cm
ma è necessaria un’alta risoluzione di scansione. Indubbiamente, un risultato migliore
potrebbe essere ottenuto se il filtraggio della vegetazione potesse essere applicato prima
dell’analisi del calcolo della deformazione (Lau et al., 2014).
Un altro interessante studio è stato eseguito da Monserrat and Crosetto, (2008) dove il
nocciolo della procedura è la least squares 3D surface matching proposta da Gruen and
Akca, (2005). Questo documento descrive le tre fasi principali del procedimento, cioè
l’acquisizione dei dati TLS, l’allineamento globale delle nuvole di punti e la stima dei
parametri di deformazione usando un matching locale di superficie. Il documento
delinea brevemente i vantaggi chiave dell’approccio proposto, come ad esempio la
possibilità di sfruttare l’alta ridondanza dei dati disponibili utilizzando strumenti di
analisi avanzati, la flessibilità della soluzione proposta, e la capacità di fornire misure di
deformazione completamente in 3D, compresi i vettori di spostamento e di rotazione.
Inoltre, illustra le prestazioni della procedura proposta con un esperimento di
validazione dove è stato simulato uno scenario di misura della deformazione e sono stati
acquisiti i dati TLS e i dati topografici (Monserrat and Crosetto, 2008). Sono stati
distribuiti 10 target e la loro posizione è stata misurata con il TLS Optech ILRIS-3D e
una stazione totale Trimble 3601 DR, acquisendo i dati da due differenti posizioni, 134
e 225 m. Successivamente i 10 target sono stati spostati, imponendo spostamenti con
differenti grandezze e direzioni (approssimativamente tra 20 e 60 cm).