Scopo della tesi
I
SCOPO DELLA TESI
La valutazione dei livelli di concentrazione, dovuti alle emissioni degli inquinanti in
atmosfera generati dalle sorgenti che insistono su un determinato territorio, è un
parametro di primaria importanza ai fini della caratterizzazione della qualità dell’aria e
della tutela della salute pubblica come previsto dalla normativa vigente.
Gli ambienti urbani sono aree particolarmente soggette ai fenomeni di inquinamento
e, nella città di Lecce, i contributi che incidono in maniera prevalente sono due: le
sorgenti di riscaldamento domestico e il traffico veicolare. Nelle città il controllo della
qualità dell’aria viene effettuato attraverso l’utilizzo di centraline fisse di monitoraggio,
talvolta posizionate in aree non adeguate, il cui limite è quello di fornire informazioni di
tipo puntuale e, quindi, non rappresentative dell’area nel suo complesso. Nell’ottica di
una migliore caratterizzazione della qualità dell’aria diventa quindi necessario l’utilizzo
di modelli numerici di dispersione, opportunamente validati, in grado di predire le
concentrazioni degli inquinanti anche in quelle zone che non sono coperte dalla rete di
monitoraggio presente.
L’obiettivo del presente lavoro di Tesi è quello di valutare la qualità dell’aria nella
città di Lecce mediante l’analisi di dati misurati dalle centraline di monitoraggio e dati
simulati ottenuti dal modello di dispersione ADMS-Urban. Sono state realizzate diverse
mappe di concentrazione utili all’individuazione di alcune aree della città di Lecce
caratterizzate da livelli di inquinamento più elevati. Tali mappe costituiscono anche un
utile supporto ad una pianificazione del traffico ed ad una riconfigurazione della rete di
monitoraggio nell’ottica di una tutela più adeguata ed efficace della salute pubblica.
Introduzione
II
INTRODUZIONE
L’inquinamento dell’aria è uno dei maggiori problemi che interessano molte città
italiane. Ciò è testimoniato soprattutto dalle centraline fisse di monitoraggio, laddove
presenti, in grado di misurare in continuo e rendere disponibili le concentrazioni degli
inquinanti. In città due dei maggiori responsabili dell’inquinamento atmosferico sono il
traffico veicolare e il riscaldamento domestico. Il fattore traffico, ad oggi, rappresenta
uno dei problemi irrisolti nonostante il miglioramento delle tecnologie e la diminuzione
delle emissioni degli inquinanti dai singoli veicoli; tuttavia, non si è mai verificata una
drastica diminuzione delle loro concentrazioni al suolo. I benefici attesi dal progresso
tecnologico, dall’implementazione di misure di controllo più appropriate e da una più
corretta pianificazione del traffico sono risultati vani considerando che, nel tempo, sono
aumentati sia il numero dei veicoli circolanti all’interno delle città che il tempo
impiegato negli spostamenti.
Gli effetti degli inquinanti atmosferici sulla salute, sugli equilibri naturali, sul clima,
dipendono principalmente dalla loro concentrazione e dalla loro composizione chimica.
A sua volta, la concentrazione è influenzata dal numero e dall’intensità delle sorgenti
che insistono su un determinato territorio, dalla distanza dello stesso da tali sorgenti, dai
processi chimico-fisici a cui sono soggetti gli inquinanti e dalle condizioni
meteorologiche a livello locale o a grande scala. A scala locale la dispersione degli
inquinanti in atmosfera è dovuta all’intensità del vento, alle condizioni di turbolenza
(meccanica e termica) dei bassi strati dell’atmosfera ed agli effetti meteorologici locali
quali le brezze. A grande scala, invece, la dispersione è favorita dalle variazioni del
vento con la quota e dalla turbolenza determinata dalle zone cicloniche ed
anticicloniche.
Tuttavia, i gas e le polveri delle città, oltre ad influenzare pesantemente il clima delle
città stesse, contribuiscono in modo sostanziale ai cambiamenti climatici a scala
regionale o globale a seguito di un aumento spesso incontrollato delle emissioni e della
diffusione di inquinanti attraverso l’atmosfera terrestre. Anche il rilascio di CO
2
nell’atmosfera, dovuto alla combustione di combustibili fossili, ha contribuito a
influenzare il riscaldamento globale e a determinare l’effetto serra. D’altra parte le
Introduzione
III
emissioni di polveri dall’ambiente urbano in atmosfera contribuiscono al processo che
tende ad intercettare la radiazione solare incidente e quindi a ridurre la temperatura
globale. Altre attività urbane, invece, hanno effetti sull’atmosfera su larga scala e lunga
distanza. Gli ossidi di azoto e gli ossidi di zolfo, rilasciati nell’atmosfera dalla
combustione dei combustibili fossili di origine domestica e industriale, combinati con
l’umidità atmosferica, danno luogo alle “piogge acide”, con effetti deleteri per gli
ecosistemi. Inoltre, nelle aree urbane a traffico elevato, in presenza di elevata attività di
irraggiamento solare, si assiste ad un particolare fenomeno di inquinamento,
denominato “smog fotochimico” perché la radiazione solare è in grado di dissociare
l’NO
2
e formare l’ozono troposferico.
Anche se in questo lavoro di Tesi non è stato esplicitamente trattata la problematica
relativa al riscaldamento globale, una considerazione importante deve comunque
riguardare i gas serra. Tra questi, la CO
2
è uno dei sottoprodotti più ricorrenti delle
reazioni chimiche che avvengono in atmosfera, anche se non si tratta di un importante
inqinante dell’aria nel senso più classico del termine, quindi non soggetto a limiti
imposti dalla normativa in vigore, in quanto non reagisce chimicamente per formare
ulteriori prodotti e, allo stesso tempo, non è nocivo per la salute. Tuttavia la CO
2
riveste
un ruolo di fondo nei problemi di deposizione perché è co-responsabile del fenomeno
delle pioggie acide, anche se non causa danni ambientali. Essa gioca un sottile ruolo
nella perdita di ozono stratosferico, in quanto il riscaldamento globale nelle vicinanze
della superficie della Terra, dovuto all’emissioni di anidride carbonica, intensifica il
raffreddamento globale della stratosfera che, a sua volta, influenza in maniera negativa
lo strato di ozono. Il controllo delle emissioni di CO
2
è tuttora oggetto di dibattito della
comunità internazionale ai fini di ridurre il riscaldamento globale (Jacobson, 2002).
Il presente lavoro di Tesi riguarda l’analisi e la modellistica della qualità dell’aria
nella città di Lecce. E’ noto che in ambiente urbano, il controllo dell’inquinamento è
attuato attraverso l’utilizzo di centraline fisse di monitoraggio, costituenti i cosiddetti
recettori puntuali in grado di documentare eventuali superamenti dei livelli critici di
concentrazione per diversi inquinanti, stabiliti dalla normativa in vigore, in particolari
zone delle aree considerate. Tuttavia, i dati forniti dalle centraline non risolvono il
problema del monitoraggio della qualità dell’aria se si considerano una serie di limiti
quali il monitoraggio di pochi parametri, i costi elevati (manutenzione e
Introduzione
IV
strumentazione) e, di conseguenza, riduzione del numero di elementi che costituiscono
la rete di monitoraggio con relativa inadeguatezza della stessa, la discontinuità di dati
sia spaziale che temporale nonché l’errata ubicazione delle stesse. Per tali motivi, una
rete di monitoraggio non discrimina le sorgenti che incidono maggiormente, in
particolari aree urbane, perché fornisce informazioni solo di tipo puntuale non essendo
in grado, quindi, di predire i livelli di concentrazione in zone non coperte dal
monitoraggio. Da qui, l’esigenza di utilizzare strumenti di simulazione modellistica al
fine di ottenere uno studio più completo sulla qualità dell’aria all’interno di una città, da
affiancare, ai sistemi di monitoraggio già esistenti. I modelli numerici di dispersione
ben si adattano all’esigenza di fornire risposte, in tempi rapidi, legate a fenomeni di
inquinamento locale e, attualmente, trovano ampio utilizzo presso le Agenzie di
Protezione dell’Ambiente sia di livello nazionale che internazionale. Nello studio della
dispersione di inquinanti alla scala spaziale della città risulta importante isolare due
aspetti fondamentali: la meteorologia locale e la diffusione. Questi due aspetti
contribuiscono in maniera determinante e, di conseguenza, è utile fornire agli
amministratori locali un supporto decisionale ai fini dell’adozione di determinati
progetti e piani di sviluppo che mirino principalmente alla tutela e protezione della
salute pubblica.
Il presente lavoro si pone nel contesto delle problematiche di inquinamento collegate
al traffico e agli impianti di riscaldamento domestico nella città di Lecce. In particolare,
l’analisi delle misure di concentrazione derivanti dalla rete di monitoraggio
dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Puglia (Arpa Puglia) e delle
simulazioni numeriche effettuate col modello operativo di dispersione ADMS-Urban ha
permesso di effettuare uno studio dettagliato del territorio da un punto di vista della
qualità dell’aria, mediante la realizzazione di mappe di concentrazione dei maggiori
inquinanti e la predisposizione di tabelle utili ai confronti con la normativa vigente.
Il presente lavoro è articolato come segue:
nel Capitolo 1 si introduce il problema relativo alla qualità dell’aria, attraverso una
breve descrizione dei maggiori inquinanti e dei limiti imposti dalla normativa
vigente;
nel Capitolo 2 vengono introdotti i concetti teorici che governano la dispersione
degli inquinanti in atmosfera con particolare riferimento al Planetary Boundary
Introduzione
V
Layer (PBL), alla stabilità atmosferica, all’equazione di avvezione-diffusione e una
breve introduzione alle tipologie di modelli di dispersione;
nel Capitolo 3 si introduce il problema delle emissioni, da un punto di vista della
modellistica. In questo capitolo vengono introdotti in maniera dettagliata,
descrivendone le caratteristiche, sia il modello di dispersione utilizzato nel presente
lavoro, ADMS-Urban, sia il software utilizzato per la creazione degli inventari di
emissione, EMIT;
nel Capitolo 4, viene riportata l’analisi dei dati di monitoraggio rilevati dalle
centraline presenti nella città di Lecce, nel periodo 2008-2010, attualmente gestite
da Arpa Puglia. I dati in possesso sono poi messi in correlazione con i dati
meteorologici al fine di evidenziare eventuali criticità;
nel Capitolo 5 sono riportate le simulazioni effettuate mediante l’utilizzo di ADMS-
Urban, ponendo l’attenzione sulle due sorgenti che hanno un impatto maggiore:
sorgenti di tipo domestico e sorgenti di traffico. Le simulazioni hanno permesso di
interpretare le concentrazioni misurate dalle centraline di monitoraggio e di
caratterizzare in maniera più dettagliata la qualità dell’aria nella città di Lecce.
Capitolo 1 - Qualità dell’aria e normativa di riferimento
1
CAPITOLO 1 - Qualità dell’aria e normativa di riferimento
Nel presente Capitolo viene effettuata una caratterizzazione della problematica relativa
alla qualità dell’aria attraverso la definizione dell’inquinamento atmosferico, le cause
dello stesso, le emissioni in atmosfera degli inquinanti più comuni e i conseguenti effetti
sulla salute pubblica. Vengono riportati, inoltre, i riferimenti e gli aspetti normativi sia
a livello nazionale che a livello europeo.
1.1 L’inquinamento atmosferico
La conversione dei materiali in una città e la crescita della stessa producono non solo
flussi diretti di rifiuti, ma anche una serie di effetti sull’atmosfera, sulla biosfera e
sull’idrosfera, considerati in maniera distinta come inquinamento dell’aria, degli
ecosistemi e dell’acqua. In questo contesto, l’inquinamento dell’aria è considerato
essere uno dei requisiti base per la tutela della salute umana e per il benessere.
L’inquinamento atmosferico è la situazione per cui in atmosfera sono presenti sostanze
(gas di vario genere, aerosol e particelle di svariate dimensioni) a concentrazioni tali da
essere superiori a quelle naturalmente presenti in aria e tali da poter produrre potenziali
effetti nocivi sulla salute umana, sulla qualità della vita, sulla flora, sulla fauna, sul
paesaggio. Negli ambienti urbani vari composti chimici vengono rilasciati in aria in
quantità pari a centinaia di tonnellate all’anno e possono derivare sia da sorgenti naturali
che da sorgenti antropiche, compartecipando ad una serie di complesse reazioni
chimiche e fotochimiche in grado talvolta di sviluppare inquinanti secondari, come
l’ozono (Gisotti, 2007).
L’inquinamento di tipo naturale può derivare da sorgenti biotiche ed abiotiche quali
piante, fenomeni di decomposizione, incendi delle foreste, sorgenti vulcaniche o
geotermali nonché emissioni da suolo e acqua, mentre quello di tipo antropico è dovuto
all’utilizzo sempre più diffuso di combustibili fossili e carburanti, alla crescita della
produzione industriale, all’estrazione dei minerali, all’incenerimento dei rifiuti e
all’attività agricola. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms, 1997) gli
Capitolo 1 - Qualità dell’aria e normativa di riferimento
2
inquinanti che possono causare gli effetti più rilevanti sulla salute dell’uomo sono
l’anidride solforosa (SO
2
), il biossido di azoto (NO
2
), l’ozono (O
3
) e il particolato
sospeso (PST).
(Sozzi, 2004) Le sostanze emesse dall’uomo sono le più varie. I processi di
combustione che hanno luogo nelle industrie e nei mezzi di trasporto sono i principali
responsabili delle emissioni di ossidi di zolfo, di carbonio e di azoto. Le attività
industriali sono le principali responsabili del rilascio in atmosfera di una schiera
numerosa di sostanze inorganiche ed organiche. Nella tabella seguente vengono
identificati i maggiori inquinanti atmosferici e le loro ripercussioni sugli esseri umani,
sulle piante e sull’atmosfera (Tab. 1.1).
Questi agenti sono i responsabili dei maggiori fenomeni di inquinamento
atmosferico comunemente osservati e identificati come:
episodi di smog di tipo invernale, caratterizzati da un aumento dei livelli di anidride
solforosa e di particolato sospeso;
episodi di smog di tipo estivo, caratterizzati da un aumento dei livelli di ozono e di
ossidi di azoto (“smog fotochimico”);
esposizioni a lungo termine nelle aree urbane (anidride solforosa, ossido di azoto e
particolato sospeso) (Gisotti, 2007).
L’impatto dell’inquinamento dell’aria è ampio. Nell’uomo, la deposizione e
l’assorbimento nei polmoni di composti chimici inalati può avere dirette conseguenze
sulla salute. Inoltre, la salute pubblica può essere anche indirettamente interessata dalla
deposizione di inquinanti dell’aria nelle varie matrici ambientali in quanto il loro
accumulo nelle piante e negli animali potrebbe comportare l’ingresso di composti
chimici nelle catene trofiche nonché influenzare la struttura e la funzione degli
ecosistemi interessando la loro capacità di autoregolarsi (WHO, 2006).
Capitolo 1 - Qualità dell’aria e normativa di riferimento
3
EFFETTI SUGLI
ESSERI UMANI
EFFETTI SULLE
PIANTE
EFFETTI SU
ATMOSFERA/CLIMA
Ossidi di zolfo
(SO
2
– SO
3
)
Aggravamento di bronchiti e
altre malattie dell’apparato
respiratorio. Aumento della
mortalità fra le persone con
precedenti problemi
respiratori e cardiovascolari
Le piante più sensibili a
tali inquinanti sono
quelle con foglia a
elevata attività
fisiologica, come erba
medica, orzo, uva,
invidia, melo, pini
La SO
2
combinata con l’acqua
atmosferica produce una
miscela che riduce la visibilità
e corrosiva di goccioline di
acido solforico, le “piogge
acide”
Polveri sottili o
particelle sospese
(PM)
Le polveri più fini, inalate,
possono penetrare in
profondità e depositarsi nei
polmoni, fino agli alveoli,
accentuando malattie
dell’apparato respiratorio.
Alcuni tipi di particelle, come
quelle di amianto, risultano
cancerogene
Le polveri imbrattano le
piante
Le polveri rendono l’atmosfera
meno trasparente alla
radiazione solare e di
conseguenza potrebbero ridurre
la temperatura della superficie
terrestre, almeno localmente.
Anidride carbonica
(CO
2
)
L’incremento di CO
2
è il primo
responsabile dello “effetto
serra” e quindi dell’aumento
della temperatura terrestre
Monossido di
carbonio (CO)
Effetti su funzioni
psicomotorie. Effetti su
sistema cardiovascolare. Il
legame CO-emoglobina del
sangue forma
carbossiemoglobina che, se
supera il 2/5%, provoca i
primi disturbi patologici
Ossidanti
fotochimici (ozono
O
3
e nitrati di
perossiacetile
PAN
S
)
Nella bassa atmosfera
l’eccesso di ozono e di PAN
S
produce effetti negativi
sull’apparato respiratorio
nonché irritazione degli occhi,
del naso e della gola. Nella
stratosfera la diminuzione di
ozono, quindi l’aumento della
radiazione UV sulla
superficie terrestre, può
provocare effetti negativi
rilevanti sulla salute umana,
come il cancro cutaneo
Gli ossidanti fotochimici
in eccesso causano
lesioni alle foglie delle
piante. Si verifica un
calo della produzione
vegetale. I PAN
S
sono
tossici per parecchie
specie. L’aumento della
radiazione UV provoca
effetti negativi rilevanti
anche sulle piante
La diminuzione dell’ozono
nella stratosfera, causata dal
rilascio dei CFC da parte delle
attività umane, provoca il
“buco” di ozono e quindi
l’aumento della radiazione UV
sulla superficie terrestre
Ossidi di azoto
(NO
X
)
Gli NO
X
penetrano
nell’apparato respiratorio e
possono arrivare fino ai
polmoni. Determinano
irritazioni degli occhi e del
naso e, in dosi elevate,
possono causare bronchiti,
edema polmonare e morte
Rallentano la crescita e
causano danni simili a
quelli provocati dalla
SO
2
NO
2
riduce la visibilità. Gli
NO
X
, come la SO
2
, causano le
piogge acide, inoltre sono
precursori, insieme agli
idrocarburi, degli ossidanti
fotochimici
Piombo Effetti sul metabolismo, sul
sangue e sui reni. Il piombo si
accumula nel corpo più
rapidamente di quanto non ne
venga escreto
Si accumula sulle piante,
nei pressi delle fonti di
emissione, per esempio
nei giardini lungo le
strade principali e le
autostrade
Fluoruri Irritazione degli occhi, perdita
di sangue dal naso,
infiammazione delle vie
respiratorie.
A dosi elevate causano
necrosi e clorosi e, in
generale, riduzione nella
crescita.
Tab. 1.1. Maggiori inquinanti e loro effetti (Gisotti, 2007).
Capitolo 1 - Qualità dell’aria e normativa di riferimento
4
L’obiettivo di ridurre i livelli di esposizione agli inquinanti è, tuttavia, complesso.
Esso ha inizio con un’analisi che permette di rilevare i composti chimici presenti
nell’aria, i loro livelli e la determinazione della probabilità che tali livelli di esposizione
possano avere delle ripercussioni per la salute umana e per l’ambiente per poi
sviluppare e implementare valide strategie di mitigazione al fine di prevenire rischi
eccessivi per la salute pubblica (WHO, 2000). La necessità di tutelare l’ambiente ed in
particolare quella di attuare una corretta gestione della qualità dell’aria, è una
problematica che ha riscosso nel tempo un interesse sempre più crescente coinvolgendo
l’opinione pubblica, le autorità competenti e gli operatori. La corretta gestione di tali
problematiche ha richiesto la predisposizione di adeguati strumenti di intervento nei
quali rientrano quelli normativi.
1.2 Gli inquinanti e le emissioni
Tradizionalmente si è soliti effettuare una distinzione tra inquinanti primari e
inquinanti secondari: i primi sono rappresentati da quelle sostanze presenti nelle
emissioni e che intervengono direttamente sulla salute umana quali il monossido di
carbonio (CO), l’ossido di azoto (NO), gli idrocarburi, l’SO
2
ed il particolato; i secondi,
invece, sono le sostanze frutto di reazioni tra inquinanti primari o tra inquinanti primari
e i componenti naturali dell’atmosfera.
Tendenzialmente, gli inquinanti primari presentano le concentrazioni atmosferiche
più elevate durante le ore di punta del traffico urbano (Fig. 1.1) sebbene possano essere
osservati dei valori notevoli anche nelle ore notturne quando l’intensità del traffico è più
contenuta. Ciò può essere associato alle condizioni di forte stabilità atmosferica che è in
grado di causare livelli più alti di questi inquinanti. Quindi la componente
meteorologica gioca un ruolo di fondamentale importanza, come si vedrà in seguito. Al
contrario degli inquinanti primari, gli ossidanti fotochimici, in quanto prodotti secondari
dell’inquinamento da traffico, aumentano nelle ore più soleggiate. Un aspetto molto
importante è la correlazione esistente tra la concentrazione degli ossidanti fotochimici e
l’interazione fra la topografia e il regime dei venti e della stabilità atmosferica (Gisotti,
2007).
Nei paragrafi successivi vengono brevemente illustrati gli inquinanti trattati in questo
lavoro.