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Capitolo 1
Stato dell'Arte: dai Grattacieli degli anni '80
ad oggi
1.1 I Grattacieli degl'anni '80
L'immagine del Grattacielo
Il confronto tra i grattacieli costruiti nelle metropoli americane all‟inizio del „900, nel
1930, nel 1960 e nel 1980 ci mostra come i grattacieli siano capaci di cambiar volto in pochi anni.
Le forme art deco (che vestono il grattacielo degli anni ‟30) si affiancano a quelle international
style o modern (1950-60) e a quelle post modern (1980). Ma si potrebbe risalire ancora più
indietro nel tempo e aggiungere le immagini dei grattacieli costruiti nel 1880-90 per scoprire un
nuovo contrasto. C‟è una ragione precisa in questo continuo mutare della forma del grattacielo,
indipendentemente dalla struttura e dalla sua funzione (che sono rimaste sostanzialmente le
stesse), una ragione soltanto se si considera il sistema economico a cui interamente appartiene il
grattacielo. Kenneth Turney Gibbs, della Cornell University, ha condotto un interessante studio
sull‟uso dell‟immagine del business building dal 1870 al 1930. L‟autore legge i vari cambiamenti
della forma del grattacielo come risposte date da parte del mondo del business a diversi
atteggiamenti dell‟opinione pubblica. Secondo Gibbs l‟apparire di forme flamboyant ha
corrisposto a periodi in cui l‟opinione pubblica si dimostrava piuttosto critica nei confronti della
dimensione del business; così come l‟apparire di forme semplici e essenziali si è verificato in
periodi in cui i businessmen avevano a che fare con un‟opinione pubblica abbastanza positiva, su
cui non c‟era la forte necessità di intervenire. I cambiamenti di forma del grattacielo (ma è più
giusto dire immagine: il grattacielo rimane infatti un edificio di gigantesca altezza, e quindi non
muta sostanzialmente di forma) sono quindi il frutto di un‟efficace strategia seguita dai grandi
businessmen per accattivarsi l‟opinione pubblica. A partire dal 1976 il grattacielo ha assunto una
nuova immagine, battezzata con i termini post modern. Si tratta di un‟immagine flamboyant
formatasi in opposizione all‟immagine essenziale dei grattacieli degli anni ‟50-‟60 (i grattacieli
modern). Analizzare questa sua recente trasformazione ci può aiutare a capire alcuni aspetti del
mondo del business e della multinazionali americane di questi anni, mondo di cui il grattacielo è
prodotto e spazio.
In questa analisi il grattacielo viene quindi usato come lente d‟ingrandimento attraverso cui
osservare la società americana. La nuova immagine post modern non è un fenomeno puramente
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formale, ma piuttosto la punta visibile di un iceberg. Le ragioni di questo singolare stile (o moda)
vanno cercate nelle leggi che regolano il potere economico americano e nella mentalità che
quest‟ultimo ha prodotto.
Mass Media
Stiamo parlando di un‟architettura strettamente legata alla logica dei mass media. I
grattacieli costituiscono un‟architettura rivolta a uomini e donne abituati a forti stimoli visivi. Le
forme dei grattacieli post modern assolvono la precisa funzione di colpire l‟attenzione. Gli
articoli sembrano avere dunque lo stesso valore referenziale dei registri verbali per le immagini
pubblicitarie. Sono i mezzi attraverso cui si parla all‟opinione pubblica, alla gente
dell‟architettura. O meglio, la stampa è il mezzo di comunicazione usato per far sapere cos‟è che
si deve pensare di questa architettura. Ma i grattacieli vanno intesi qui in senso simbolico, perché
è chiaro che l‟opinione pubblica deve essere favorevole a quello che i grattacieli rappresentano: il
mondo de business. Insieme la stampa e il grattacielo post modern costituiscono un potente
mezzo di comunicazione di massa.
La stampa d’architettura
La Lever House progettata da Skydmore, Owings and Merill e il Seagram Building
progettato da Mies Van Der Rohe, costruiti a New York rispettivamente nel 1952 e nel 1958,
vengono considerati dai giornalisti d‟architettura americani i più importanti rappresentanti dei
grattacieli modern o intenational style, e quindi i diretti responsabili della proliferazione di
scatole di vetro che ha investito le metropoli americane negli anni ‟60. Gli americani sembrano
addirittura individuare in questo fenomeno una delle cause principali dei mali che tormentano le
metropoli americane.
I pionieri o i prototipi del grattacielo post modern sarebbero stati alcuni grattacieli costruiti
intorno alla metà degli anni ‟70, la cui forma, a differenza del disegno a scatola di vetro dei
grattacieli post modern, presentava delle variazioni quali: top spezzati, angoli smussati, basi
allargate… Vengono citati a questo proposito l‟Ids Center e il Pennzoil Place progettati da Philip
Johnson e John Burgee, costruiti rispettivamente nel 1972 a Minneapolis e nel 1976 a Houston; il
Transamerica Building progettato da William Pereira e costruito a San Francisco nel 1977; il
Citicorp Building progettato da Hugh Stubbins and Associates, e costruito a New York nel 1977.
Ma è l‟ At&t il primo vero grattacielo post modern. La variazione nella forma del grattacielo
modern, all‟inizio, era limitata ad un insieme di variazioni geometriche. Con il progetto dell‟
At&t Philip Johnson ha introdotto un nuovo tipo di variazione: ha aggiunto la “citazione storica”.
Quando la American Telephone & Telegraph Company nel 1078 accettò il disegno di P. Johnson
e J. Burgee per un grattacielo di 37 piani, ricoperto di granito, da costruirsi nel centro di
Manhattan, con una base ispirata al Rinascimento e un top ispirato al Chippendale, questo fu un
evento significativo – una sorta di inizio di questo viaggio – il primo riconoscimento di quella
che è stata chiamata architettura post modern da parte di una ricca e potente multinazionale (The
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New York Times, 18 aprile 1982). Se il Pennzoil Place ha rivoluzionato le scatole di vetro
moderniste, Republic Bank of America Center, come l‟At&t, non solo simbolizza la noia degli
architetti per tali scatole, ma rivela anche il loro desiderio di ridare fascino al grattacielo…
Il parere dei giornalisti d’architettura
La maggior parte dei giornalisti d‟architettura americani ha salutato l‟avvento del post
modern come la fine di un lungo periodo di noia, e come l‟inizio di una nuova fase
dell‟architettura americana. Paul Goldberger, nel suo libro dedicato ai grattacieli, si limita ad
affermare che l‟international style, il corporate style degli anni ‟50-‟60, ha finito la sua storia
poiché non era più in grado di rispondere alle esigenze dei suoi clienti. Afferma che sono state
ragioni economiche e non soltanto estetiche a determinare questo cambiamento nella forma del
grattacielo, ma non va oltre con il discorso.
Il parere dei businessmen
Una immagine architettonica di successo può costituire un potentissimo strumento
pubblicitario. E un‟immagine architettonica di successo è innanzitutto un‟immagine che colpisce
l‟attenzione pubblica. Il post modern style soddisfa tali esigenze, l‟international style non più.
Questo affermano i businessmen. Nel 1976 il Pennzoil Place, modificando la forma dei
grattacieli modern, mostrò chiaramente quali reazioni può produrre sul pubblico una eye-catching
form – letteralmente una forma che colpisce gli occhi. La forma abbagliante del Pennzoil riuscì
infatti ad aumentare il valore immobiliare del grattacielo e a creare un‟immagine di successo per
la Pennzoil Corporation (che registrò un forte aumento di domande di lavoro in seguito alla sua
costruzione). Ma gli effetti provocati dal Pennzoil non dipesero tanto dalla peculiarità della sua
forma quanto dal fatto che tale forma venne costruita all‟interno di un contesto formato da
grattacieli dalla semplice forma a parallelepipedo. Una forma che colpisce gli occhi è infatti una
forma che si differenzia fortemente dal contesto in cui è inserita. E questo è un punto molto
importante nella storia dei cambiamenti d’immagine del grattacielo.
Il Transamerica progettato da Pereira a San Francisco nel 1977 confermò lo stesso fatto: fu la
singolarità della sua forma (e non la sua bellezza, o la sua funzionalità o altro) a decretare il suo
successo. Un‟altra conferma degli effetti positivi (nel campo degli affari) provocati dalla
modificazione dell‟immagine del grattacielo modern venne data, sempre nel 1977, dal Citicorp
Center progettato da Hugh Stubbins & Associates. L‟enorme top obliquo del Citicorp, infatti
ponendosi come segno ben riconoscibile dello skyline di Manhatta, ha permesso un rialzo del
valore immobiliare del grattacielo e ha creato un‟immagine efficace per la Citibank. In quasi tutte
le sue pubblicità l‟importante istituto di credito americano usa l‟immagine del grattacielo
progettato da Stubbins come sua raffigurazione.
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Modern – Post Modern
Il grattacielo modern, nella sua forma a parallelepipedo, si poneva come un oggetto
isolato nella città, il grattacielo post modern (affermano) s‟inserisce nel contesto. Il disegno
modern ha dato forma ai grattacieli che sono il risultato della rarefazione della forma, della
distruzione dei valori formali; il disegno post modern dà forma a grattacieli vari, colorati,
decorati. I grattacieli modern quasi non si differenziarono l‟uno dall‟altro, i grattacieli post
modern si distinguono, sono originali, posseggono (affermano) un‟identità. Nei grattacieli
modern sono state eliminate quelle parti dedicate alla percezione estetica (la parte basamentale e
quella di coronamento), la loro facciata è un susseguirsi di piani identici; nei grattacieli post
modern l‟intera forma è dedicata alla percezione estetica. Il disegno modern, trasformando i
grattacieli in semplici parallelepipedi di vetro, ha tolto significato al linguaggio architettonico; il
disegno post modern (affermano) ne ha reinventato uno nuovo.
Affermare che i grattacieli post modern conferiscono identità alle città e ai loro abitanti significa
riconoscere loro, in qualche modo, un impegno sociale (infatti l‟elogio di questi grattacieli è
spesso seguito da un attacco nei confronti dei grattacieli modern, colpevoli, a causa della loro
forma a scatola di vetro, di avere reso le città indistinguibili l‟una dall‟altra e di averle quindi
private della loro identità).
Allo stesso modo, il considerare le forme di questi grattacieli come immagini con valore
simbolico significa voler attribuire a questa architettura grandi capacità comunicative. Esempio:
se è rivestita di lastre di granito o limestone, anziché vetro, significa che la società è forte e
solida; se il grattacielo si trova in una zona centrale della città significa che la corporation occupa
un posto chiave nella società; se la forma del grattacielo riecheggia in qualche modo le forme
dell‟architettura del passato vuol dire che la corporation ha delle forti tradizioni.
Notiamo che la lettura del grattacielo avviene tramite le sensazioni o le emozioni che crea in chi
lo guarda. D‟altra parte lo scopo della forma di questi grattacieli è proprio quello di provocare
emozioni quali sorpresa, stupore, esaltazione. Si deve tener presente, parlando del grattacielo, una
sua caratteristica fondamentale: l’altezza. La quantità di lavoro necessaria per progettare e
costruire un grattacielo è enorme, soprattutto se si considerano i tempi brevissimi in cui questa
quantità di lavoro viene compressa. L‟ At&t scioccava perché ha un coronamento , prodotto di
una deformazione di un motivo decorativo universalmente noto. E la deformazione di immagini
familiari produce effetti di straniamento e quindi fortemente scioccanti. Johnson però ha solo
iniziato, ci sono stati in seguito tanti studi che hanno usato le forme architettoniche del passato
(deformandole) per disegnare i grattacieli.
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Il metodo progettuale
Il disegno della facciata del 57th Street and Lexington Avenue, progettato nel 1983 da
Kohn, Pedersen, Fox Associates per Madison Equities Inc. e costruito nel cuore di Manhattan, è il
risultato di un collage di immagini. E‟ difficile capire quali siano state le fonti, perché hanno
subito una grande trasformazione nel venire adattate alle nuove esigenze. Le forme
dell‟architettura del passato come oggetti trovati…stimolanti, senza tempo e, necessariamente,
transculturali. Il metodo progettuale di Kohn, Pedersen, Fox è simile a quello seguito dalla
maggior parte degli studi d‟architettura americani. Non viene considerata la storia o il significato,
ma il disegno. La forma di un castello o di una cattedrale possono servire a rivestire interamente
un grattacielo, un dettaglio può formare il coronamento o la base. Possono venir fatti veri e propri
mixage.
I giornalisti d‟architettura affermano che i grattacieli post modern ben si inseriscono nel contesto
in cui vengono costruiti. E‟ molto strano: se c‟è una caratteristica ad esempio dell‟ At&t è il fatto
che si differenzia nettamente dal disegno di tutti i grattacieli che li circondano. Esiste una
maggior attenzione per la parte basamentale del grattacielo, ma inserirsi in un contesto ha un
significato più complesso. I grattacieli del post modern non si legano al contesto per il semplice
motivo che hanno come scopo il distinguersi, il rimbalzare immediatamente fuori da esso. E
infatti, in che modo l‟At&t o il Ppg o l‟Humana Building si legano al contesto per il quale sono
stati progettati? Magari viene usato lo stesso materiale dell‟edificio di fronte o di lato, magari
vengono ripetuti i colori di alcune costruzioni che si trovano nei paraggi, e forse anche alcune
forme o alcuni dettagli decorativi, ma in modo talmente deformato e diverso che essi risultano
praticamente irriconoscibili. Quando ci si trova di fronte al prodotto finito si ha la netta
sensazione di non aver mai visto mai nulla di simile al mondo fino a quel momento. Eppure il
contestualismo è uno degli assiomi del post modern style.
Viene affermato che i grattacieli post modern – a differenza dei grattacieli international style –
rispettano la scala umana. Eppure si tratta di grattacieli più grandi e più alti. A sostegno di questa
tesi, viene portato il fatto che l‟introduzione di set backs e variazioni nella forma a
parallelepipedo rompe la scala del grattacielo e quindi la riduce. Lo stesso effetto produrrebbe la
cura rivolta alla parte basamentale del grattacielo. Ma una maggior attenzione per la parte
basamentale non può molto sullo spazio creato dal grattacielo. Non si può disegnare una città a
scala umana, sulla parte basamentale e comunque sulla superficie di tipologie che danno vita a
una città del tutto fuori scala. Come se l‟uomo, camminando per la città non percepisse la scala
gigantesca di questi grattacieli.
Nel grattacielo esiste una profonda spaccatura tra apparenza e contenuto. Quello che esiste
all‟interno non viene mostrato dal grattacielo. La forma non parla di quello che il grattacielo è in
quanto dimensione spaziale, la forma risponde ad altre logiche, esprime altri significati. Nel
grattacielo la forma non si fonda con lo spazio, non ne è espressione; forma, ma sarebbe meglio
dire immagine, e spazio sono incollati insieme. A questo punto potremmo notare come i
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grattacieli international style sintetizzino, forse più di ogni altra forma, questa dicotomia tra
immagine e spazio. In quanto sembrano opporsi, con quella forma elementare di parallelepipedi
di vetro, alla vita frammentata e nervosa che appartiene allo spazio del grattacielo.
I modelli
Nella progettazione della forma e della facciata di un grattacielo prevale una tecnica di
rappresentazione in particolare: il modello. Naturalmente vengono fatti schizzi, piante, sezioni,
alzati, assonometrie… ma il modello sembra qui soddisfare, meglio del disegno, le esigenze di
rappresentazione. La forma e la facciata vengono disegnate tramite i modelli: una grande quantità
di modelli, di diversi materiali e scale. Per le fasi di elaborazione del lavoro vengono usati
modelli in plastilina e in cartone (i cosiddetti progressive models). Il modello in plastilina serve a
plasmare rapidamente la forma del grattacielo; il modello in cartone, invece, ben si presta alla
tecnica di assemblaggio e collage seguita per definire il disegno della facciata. I modelli in
plexiglass, infine, servono a cristallizzare le fasi soddisfacenti della ricerca e , naturalmente,
quelle conclusive. Il materiale morbido della plastilina serve per plasmare rapidamente la forma
del grattacielo e controllare subito l‟effetto nel panorama urbano. E‟ un problema di volumi e di
masse quello che deve essere affrontato in questa fase della progettazione, e di punti di vista;
Il grattacielo headquarters
Esiste un‟importante differenza tra il grattacielo commerciale e il grattacielo
headquarters. Il grattacielo commerciale è la sede di un‟infinità di società diverse. Il grattacielo
headquarters è la sede principale di una società in particolare. Può verificarsi che all‟interno di un
headquarters si trovino anche uffici di altre società. Moltissimi tra i grattacieli che popolano le
metropoli americane sono headquarters, e comunque lo sono i grattacieli più importanti. A
differenza del grattacielo commerciale, l‟immagine del grattacielo headquerters non ha solo il
compito di pubblicizzare lo spazio interno e rialzarne il valore del mercato, ma anche quello di
raffigurare la corporation di cui ospita il quartiere generale.
Gli uffici degli impiegati
La pianta libera adottata nei tipical office floors si adegua all‟alta mobilità dell‟attività
dell‟ufficio. Crea uno spazio flessibile, duttile, capace di dilatarsi e restringersi velocemente, a
seconda delle necessità. L‟uso dei pannelli e work stations permette di modificarne
continuamente la forma.
Il tipical office floors è uno spazio trasparente, complessivamente visibile e facilmente
attraversabile; è in sostanza un unico grandissimo ufficio privo di barriere visive e motorie. Non
vi sono muri o pareti a separare gli spazi ma pannelli isolanti a forma di paravento che
consentono all‟impiegato la minima privacy visiva e acustica necessaria per lavorare. Per il resto
lo spazio deve stimolare e favorire l‟interazione tra gli impiegati. Avere visivamente presente il
lavoro degli altri eccita la propria disponibilità al lavoro. I pannelli a media altezza delle work
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stations consentono la visibilità complessiva del grande ambiente e, allo stesso tempo,
consentono all‟impiegato di avere un proprio territorio. Un piccolo potere che però pare sia in
grado di mettere in moto un meccanismo illusorio capace di far credere all‟impiegato di aver
maggior potere di quanto in effetti abbia. Ricercatori americani studiano questo singolare
meccanismo umano in un campo chiamato illusione di controllo. E‟ un modo per proteggere gli
impiegati da situazioni mentali negative per la produttività. Nell‟ headquarters le necessità
funzionali si intrecciano in continuazione con quelle psicologiche.
Caffetterie - sale da pranzo
La cafeteria all‟interno dell‟headquarters non ha solo il compito di evitare perdite di tempo in
spostamenti, ha anche il compito di rafforzare il processo di coesione tra gli impiegati. E‟ un
ambiente che deve rilassare e allo stesso tempo stimolare – mediante colori, effetti luminosi,
piante, quadri, fontane… gli impiegati potranno così tornare a lavoro ricaricati.
Anche negli spazi riservati al pranzo viene mantenuta la differenziazione gerarchica che
contraddistingue l‟headquarters. I dirigenti mangiano in propri spazi, solitamente di piccole
dimensioni, con pochi tavoli frugalmente lussuosamente imbanditi.
I percorsi
Le vie di circolazione vengono studiate in modo da permettere spostamenti veloci ma anche per
ricaricare lo spirito di chi li percorre. Gli spazi destinati alla circolazione, inoltre, sono spazi
neutri che hanno il compito di separare diverse funzioni. Non essendo territorio di nessuno,
consentono a chi li percorre una maggiore facilità nell‟esprimere i propri pensieri. I leader
tendono strategicamente a favorire questi incontri, da una parte per rendere più forte il sentimento
di coesione tra gli impiegati della società e dall‟altra perché, stimolando scambi di idee questi
incontri possono trasformarsi in importanti meeting di lavoro.
Le sale di riunione
Nella stanza per conferenze, e in particolare nella boardroom (la stanza per conferenze
gerarchicamente più importante) vengono decise le strategie delle corporation, negoziati i
contratti, presi gli accordi, resi i rapporti …
Lo spazio qui non viene progettato dall‟architetto: l‟architetto traduce in spazio le esigenze
stabilite dai businessmen. Sono i grandi manager delle corporation e gli studiosi del
comportamento umano a stabilire come deve venir organizzato lo spazio.
L’atrio
Solitamente lo spazio dove si trova l‟entrata principale dell‟edificio, l‟atrium è un grande spazio
che si apre per diversi piani. Percorso da rampe, scale, scale mobili, ascensori, permette la
percezione del formicolare dell‟attività interna. Ha il compito di infondere un senso di unità a chi
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lavora, di facilitare il formarsi della sensazione di appartenere a un insieme e quindi di
identificarsi con esso. L‟atrium può trovarsi al centro del headquerters ed essere il perno intorno a
cui si articola lo spazio dell‟intero edificio. Ma può trovarsi anche in un punto qualsiasi dello
spazio. Che non si trova al centro lo si capisce solo guardando la pianta dell‟edificio. Entrando si
avrà comunque la sensazione di essere in uno spazio centrale e collettivo. L‟atrium è l‟entrata, la
piazza, il luogo dei rapidi incontri e della stimolazione visiva. Qui, come negli uffici per gli
impiegati, lo spazio non intralcia ma anzi favorisce gli incontri e gli scambi tra il personale. Ma
non è uno spazio che favorisce le relazioni umane; favorisce solo un particolare tipo di relazione
umana.
Gli uffici dei dirigenti
L‟area dei dirigenti è un‟area a parte dell‟headquarters. E‟ la sola parte isolata e racchiusa da
pareti. E‟ la parte che ha la funzione più rappresentativa, in quanto rimanda all‟immagine
generale della corporation. Possiede caratteristiche marcatamente simili a quelle di un
appartamento, anzi possiamo dire che è vistosamente abbigliata da lussuoso appartamento. La
suddivisione spaziale comprende un susseguirsi di ambienti racchiusi, ognuno con una sua
specifica funzione: la reception, le sale da pranzo, le cucine e i bagni. Le sale di attesa somigliano
a grandi soggiorni. Le sale da pranzo hanno lo scopo di creare un ambiente familiare e raccolto
per le colazioni di lavoro.
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1.2 Soluzioni Strutturali adottate nel corso della storia
Gabbia d'acciaio semirigida (10-15 piani)
La struttura portante e le solette sono collegate con chiodature o bullonature; ne deriva
una struttura semirigida che rende l‟edificio inadatto a superare certe altezze. Infatti le
deformazioni indotte dall‟aumento di peso e dall‟azione del vento sarebbero troppo sensibili.
Questa struttura, utilizzata a fine ottocento per i primi grattacieli a Chicago, è tuttora usata per
edifici di piccola mole.
Era basato su uno scheletro semirigido di acciaio, rapido da costruire e solido, ma altamente
flessibile (Figura1).
Figura 1. Reliance Building, Chicago, U.S.A., 1895
Gabbia d'acciaio rigida (30-40 piani)
Concettualmente simile alla precedente, ma più rigida in virtù di collegamenti più solidi e
numerosi tra le parti dello scheletro metallico, divenne di uso comune negli anni ‟30 ed è tuttora
usata per costruzioni multipiano di media dimensione.
La forma a doppia lastra – una orizzontale e una verticale – dell‟edificio denuncia con chiarezza
il principio costruttivo su cui è basato: una gabbia omogenea di travi e pilastri rigidamente
connessi (Figura 2).
Figura 2. Lever House, New York, U.S.A., 1952
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Gabbia d'acciaio controventata (40 piani)
La struttura metallica flessibile, che regge i carichi verticali, ha al centro un rigido nucleo
in calcestruzzo armato, costituito dal vano per le scale e gli ascensori, che resiste alle
sollecitazioni orizzontali. Tale nucleo, profondamente infisso nel terreno, garantisce al complesso
la necessaria rigidità. Recente, ma progettata con le forme eclettiche dell‟Ottocento, questa torre
per ufficiai 28 piani è basata su una struttura metallica irrigidita al centro da un nucleo in
calcestruzzo (Figura 3).
Figura 3. 225 West Washington, Chicago, U.S.A., 1986
Gabbia controventata a corpo doppio (50 piani)
Estensione del concetto precedente, semplicemente con un nucleo in calcestruzzo più
grosso e un raddoppio dei telai in metallo. L‟aumento della rigidezza così ottenuto consente di
aumentare di una decina di piani l‟altezza senza gravi aumenti di costo (Figura 4).
Figura 4. Natwest Bank Tower, Londra, Gran Bretagna, 1980.
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Controventatura interna a traliccio (40 piani)
La gabbia esterna, non abbastanza rigida per sopportare le sollecitazioni indotte dal vento,
è rafforzata da una serie di travature reticolari piane disposte parallelamente ai lati corti e correnti
da una faccia all‟altra. Questi tralicci verticali aumentano la rigidità del complesso pur
mantenendo un peso limitato. E‟ la struttura alla base di molti dei più famosi grattacieli,
dall‟Empire State Building al Chrysler Building. Richiede tuttavia una quantità di ferro di un
buon terzo superiore a quella utilizzata da strutture di concezione più moderna (Figura 5).
Figura 5. Chicago Civic Center, Chicago, U.S.A., 1965
Doppia controventatura a traliccio (60 piani)
In questo tipo di edifici la controventatura verticale è integrata da controventature
orizzontali inserite in alcuni punti strategici della costruzione. Queste cinture, alte uno o più
piani, irrigidiscono l‟insieme e gli consentono di raggiungere altezze notevoli senza aumentare di
molto il peso complessivo (Figura 6).
Figura 6. First Wisconsin Center, Milwaukee, U.S.A., 1974
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Doppio guscio di calcestruzzo (70 piani)
Si basa su una doppia gabbia di travi e pilastri in calcestruzzo, a maglia molto fitta. La
prima è disposta al centro, la seconda all‟esterno, in corrispondenza della facciata. I due tubi
coassiali così ottenuti sostengono le solette, dando origine a una struttura di notevole rigidezza,
che si comporta come una mensola verticale infissa nel terreno (Figura 7).
Figura 7. Olympia Center, Chicago, U.S.A., 1986
Guscio metallico (90-100 piani)
Questo tipo di struttura funziona, in pratica, come le fusoliere degli aeroplani: si tratta di
una scocca o guscio metallico, formato da una fitta maglia di travi e pilastri, che corre lungo tutta
la superficie esterna dell‟edificio. Ne deriva una sorta di grande tubo dotato di notevole resistenza
flessionale (Figura 8).
Figura 8. World Trade Center, New York, U.S.A., 1972
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Guscio a controventatura esterna (100 piani)
Si tratta in sostanza di un perfezionamento della struttura precedente, consistente
nell‟aggiungere una massiccia controventatura esterna al guscio metallico della facciata. Il
traliccio così aggiunto aumenta la rigidità del guscio, consentendo di accrescere l‟altezza
dell‟edificio (Figura 9).
Figura 9. John Hancock Center, Chicago, U.S.A.,1969
Fascio di gusci (120 piani)
La struttura a fascio, che riunisce lungo i lati comuni una serie di gusci o tubi addossati
l‟uno all‟altro, conferisce alla costruzione una immensa rigidezza flessionale e torsionale, che si
traduce nella possibilità di altezze vertiginose.
Figura 10. Sears Tower, Chicago, U.S.A.,1969
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1.3 Morfologie e Simbologie della Modernità
Burj Al Arab, Dubai
Situato a circa 15 km in direzione sud rispetto al centro di Dubai su di un‟isola artificiale
appositamente realizzata e collegata alla terra ferma da un ponte di 280 metri, il Burj Al Arab (in
arabo Torre degli Arabi) è uno degli alberghi più lussuosi al mondo, nonché più alto, con i suoi
321 metri. Al suo interno si trovano 202 situes con affaccio vetrato sul mar, disposte su due
livelli, ambienti la cui superficie varia dai 170 ai 180 metri quadri. La pianta trapezoidale è
strutturata per consentire alla hall dell‟albergo di svilupparsi, incuneata tra le due ali destinate alle
camere, per uno spazio di 180 metri di altezza. Progettato a partire da un architetto inglese Tom
Wright per la società di ingegneria e architettura Atkins, l‟edificio è stato inaugurato nel 1999.
Nel 2006 la struttura del Burj Al Arab è sprofondata di oltre 70 cm, probabilmente a causa della
scarsa solidità dell‟isola artificiale su cui l‟albergo è stato costruito, costringendo i progettisti a
rinforzare le fondazioni al fine di impedire ulteriori collassi. La stabilità dell‟isola è stata
perseguita mediante ingenti opere di fondazione in cemento armato rinforzato, che raggiungono
una profondità di 230-240 metri sotto la sabbia. L‟edificio è esplicitamente rivolto verso il mare,
e collocato in modo tale che la sua ombra non incida sulla spiaggia dinnanzi all‟hotel. La struttura
esterna, articolata mediante travature reticolari e montanti, rafforza ulteriormente la metafora
nautica, conferendo all‟edificio un singolare aspetto futuristico. La forma a vela, che contiene il
volume a tutta altezza dell‟atrio centrale, è realizzata con una membrana costituita da una doppia
pelle di PTFE (coated fiberglass – manto di fibre di vetro) con camera d‟aria di 500 millimetri,
pretensionata su archi a struttura reticolare, oltre a garantire il confort interno dell‟atrio, assolve
anche un comportamento di natura mediatica, in qualità di schermo per la proiezione di effetti
scenografici.
LOCALIZZAZIONE: Dubai, Emirati Arabi Uniti
PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA: Tom Wright, WS Atkins
PROGETTAZIONE STRUTTURALE: WS Atkins
CRONOLOGIA: 1993 progetto – 1999 realizzazione
ALTEZZA: 321 metri (1053 ft)
PIANI: 60
COMMITTENTE: Jumeirah Beach Resort – Sahid Khalid
DESTINAZIONE FUNZIONALE: ricettivo
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Stato dell'Arte: dai Grattacieli degl'anni '80 ad oggi
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St. Mary Axe, Londra
Il grattacielo realizzato da Sir Norman Foster per la compagnia di servizi finanziari Swiss
Re è il sesto edificio più alto di Londra, 180 metri. La caratteristica forma architettonica, nella
quale probabilmente risiede la ragione del suo grande successo, nasce da considerazioni di natura
aerodinamica, al fine di ridurre la pressione dei venti alla base della struttura. Il diametro della
pianta circolare aumenta progressivamente a partire dal basamento, per poi diminuire in ragione
dell‟altezza, riducendo in tal modo la spinta del vento, secondo uno schema ingegnerizzato
attraverso sofisticate prove di laboratorio. Strutturalmente , il grattacielo è sostenuto da un nucleo
centrale di forma circolare, mentre esternamente una maglia tubolare diagonale in acciaio a
spicchi triangolari irrigidisce l‟edificio, definendo la geometria dei prospetti. La sagoma
spiraliforme vetrata sviluppata dall‟involucro rappresenta anche una risposta efficace ai requisiti
di illuminazione e ventilazione naturale, permettendo la vista a 360° del contesto urbano.
L‟edificio applica metodologie di risparmio energetico che consentono un consistente risparmio
di consumi (tra il 40% e il 50% dell‟energia normalmente necessaria ad un insediamento di tale
entità), grazie ai sistemi denominati lightwells (sorgenti di luce), intercapedini che salgono a
spirali attraverso la torre, generando un sistema di ventilazione naturale all‟interno degli uffici e
degli ambienti. Le condotte estraggono l‟aria calda dal manufatto durante l‟estate, raffreddandone
la temperatura, e riscaldano in inverno, utilizzando un sistema solare passivo. Lo schema
strutturale garantisce uno spazio interno flessibile e libero. Per ottenere la forma rastremata in
sommità, i cavedi a servizio dei vani ascensore non giungono ai livelli più alti; i progettisti hanno
risolto il problema facendo giungere l‟ascensore principale solo fino al 34° piano, e inserendo un
elevatore a sollevamento dal basso verso il 39° piano, ove si colloca un ristorante esclusivo.
L‟integrazione di alta tecnologia e design ha definito l‟immagine, anche a livello commerciale e
di marketing urbano, di quello che è stato proclamato il primo grattacielo sostenibile di Londra,
nonché icona di un rinnovato approccio formale al tema della verticalità.
LOCALIZZAZIONE: Londra, Regno Unito
PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA: Foster and Partners
PROGETTAZIONE STRUTTURALE: Jhon Brazier, Arup
CRONOLOGIA: 1997_2000 progetto – 2004 realizzazione
ALTEZZA: 180 metri (590 ft)
PIANI: 40
COMMITTENTE: Swiss Re Consultants
DESTINAZIONE FUNZIONALE: uffici