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INTRODUZIONE
a questione della mobilità è uno dei nodi piø delicati e controversi
nel dibattito sviluppatosi negli ultimi decenni. In particolar modo
le problematiche relative alla mobilità privata ed al rapporto
cittadino-auto-città hanno assunto risvolti forse inimmaginabili fino a pochi
anni fa.
Il fine ultimo è proprio questo: condividere il sogno di un veicolo a zero
emissioni (per il quale viene utilizzato l’acronimo Zev), sfruttando le
conoscenze sulle nuove tecnologie, di cui già si è in possesso, e su quelle
che verranno in futuro sviluppate.
Il notevole utilizzo dei combustibili fossili è fortemente legato ai
processi di produzione di energia, agli impianti di riscaldamento e, in
particolar modo, al modello attuale di mobilità incentrato sui veicoli
tradizionali a combustione interna (diesel e benzina), responsabili di un
decimo della produzione totale di CO
2
; la seguente tabella è utile a fornire
l’idea dell’andamento crescente negli ultimi due secoli per quanto concerne
la produzione di CO
2
1
.
Periodo storico Quantità di CO
2
nell’atmosfera
Fine 1800 280 parti per milione (ppm)
Metà del 1900 316 ppm
Fine 1900 367 ppm
Nel 2006 370 ppm
1
“LA STRADA PER KYOTO”, Convegno a cura della Commi ssione Tecnica dell’ACI
L
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Le case automobilistiche, già sotto pressione per la crisi del credito e
dell’economia reale, sono ora costrette, dal crollo della domanda e dalla
rinnovata attenzione alla qualità dell’aria e della vita, a ripensare le
strategie per il futuro ed a concentrare gli sforzi sulla progettazione di una
nuova generazione di macchine, piø vicine alle esigenze dei clienti e
dell’ambiente.
La questione delle emissioni è un aspetto fondamentale nella prospettiva
della nuova idea di auto “rispettosa”: il rispetto deve difatti essere la linea
guida, e va configurandosi come rispetto verso l’ambiente, per le
generazioni future, per le esigenze dei cittadini, al fine di acquisire una
coscienza ambientale, ma senza comunque perdere la libertà di potersi
spostare con il proprio veicolo.
Iniziando da queste considerazioni, possono così essere tracciate le
caratteristiche che la nuova concezione di auto dovrebbe possedere:
sostenibile e inoltre, se possibile, preferibilmente elettrica: cioè
con l’obiettivo di sfruttare in modo diretto ed indiretto tutte le fonti
rinnovabili, alla ricerca del migliore mix possibile, e possibilmente
prendendo come punti di riferimento l’energia solare, quella elettrica
ottenibile per mezzo di batterie ricaricabili a basso consumo e l’idrogeno.
La soluzione elettrica, per l’appunto, è considerata da preferirsi in quanto il
fine ultimo non è quello di minimizzare l’impatto ambientale, ma di
arrivare ad annullare completamente le emissioni;
ecologica e completamente riciclabile: non si mira solamente ad
azzerare le emissioni di gas inquinanti e di CO
2
all’interno dei centri urbani
(il che sarebbe già un piø che ottimale traguardo), ma anche a ridurre
l’impatto sull’ambiente durante l’intero ciclo di vita del prodotto, dalla fase
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di produzione alla fase finale di smaltimento, concentrandosi ovviamente
su quella di utilizzo;
economica: ovvero in grado di raggiungere livelli di efficienza
chilometrica 10 volte superiori rispetto ad un veicolo equivalente
alimentato a benzina.
Forte è ormai la consapevolezza che “tocca al verde” dare il segnale
della ripartenza in un settore che non può piø sperare negli incentivi eterni,
pur vivendo come un incubo la possibilità di una loro mancata
riproposizione.
Negli anni recenti si è così incominciato a lavorare allo sviluppo di auto
sostenibili, ecologiche ed economiche, e risultati piø che soddisfacenti si
sono potuti già constatare su alcuni prototipi funzionanti ad energia
elettrica.
Altre alternative sotto analisi sono costituite da veicoli ad energia solare
in grado di catturare la luce del sole per mezzo di pannelli solari posti al di
sopra del prototipo stesso, oppure veicoli che sfruttano combustibili
ecologici quali l’idrogeno o i biocarburanti (ad esempio mais ed alghe).
Tutto ciò sarà comunque possibile solo se si troveranno finanziamenti
per questi progetti, tutti caratterizzati dalla nota negativa degli alti costi di
investimento.
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I- PANORAMICA EUROPEA
Una percentuale risulta significativa nella comprensione del problema
della mobilità: secondo un’indagine della Commissione Europea, quasi il
75 % della popolazione del Vecchio Continente vive in aree urbane, e 9
cittadini su 10 chiedono una migliore gestione del traffico, nonchØ delle sue
implicazioni a livello ambientale.
E’ difatti provato che il traffico urbano genera all’incirca il 40 % delle
emissioni di CO
2
e il 70 % di emissioni connesse ad altri agenti inquinanti,
dannose tanto per il sistema ambientale quanto per l’organismo umano
2
.
La Comunità Europea ha recentemente approvato un regolamento
complesso che fissa il livello medio di emissioni di CO
2
delle auto nuove a
130 grammi di CO
2
/Km a partire dal 2012 (corrispondente ad una
diminuzione delle emissioni stesse del 20 %), da ottenere grazie a
miglioramenti tecnologici dei motori
3
.
Secondo le statistiche pubblicate da ACEA (European Automobile
Manufacturer’s Association), il 91 % degli europei usa l’auto per una
percorrenza giornaliera inferiore ai 100 Km, mentre di questi il 75 % la usa
per fare meno di 50 Km: sulla base di questi dati, un veicolo elettrico
capace di garantire un’autonomia giornaliera di almeno 100 Km
risulterebbe in grado di soddisfare le esigenze di mobilità quotidiana della
maggior parte degli automobilisti europei.
Si prevede che entro il 2015 il numero dei veicoli elettrici in Europa
raggiungerà le 480.000 unità; tuttavia questo risultato sarà ottenibile solo se
2
http://ec.europa.eu del 30/09/2009, “TRASPORTI PIÙ ECONOMICI ED EFFICI ENTI IN CITTÀ”
3
http://www.terraonlus.it del 12/06/2009, “F.A.Q. CO
2
”
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verrà attivato un piø incisivo intervento dei governi europei in materia di
mobilità sostenibile.
Infatti molti Paesi, come ad esempio la Germania, non riescono a
coprire la domanda di mercato con sussidi adeguati (lo Stato di Berlino si
limita solamente ad esentare il consumatore dal pagamento delle tasse
automobilistiche per cinque anni, senza alcun ulteriore incentivo).
In Italia invece le esenzioni sulle tasse e gli aiuti sono limitati solamente
ad alcune regioni.
Chi sta facendo “qualcosina in piø” è il governo inglese, il quale
garantisce al consumatore un sussidio per l’acquisto di un’auto elettrica
fino a 5.000 sterline (circa 5.600 euro)
4
.
Anche la Francia si sta fortemente orientando verso il trasporto
sostenibile: l’obiettivo del Ministro per l’Energia Jean-Louis Borloo è
proprio quello di arrivare a 2 milioni di vetture elettriche per le strade
francesi entro il 2020, investendo circa un miliardo di euro per la
costruzione delle infrastrutture necessarie a supportare questo fine, come le
stazioni di ricarica. L’obiettivo di breve termine punta invece ad
incentivare la vendita di almeno 50.000 veicoli elettrici entro l’autunno
2009
5
.
In aggiunta agli incentivi economici, i governi dovrebbero anche
mobilitarsi al fine di assicurare ai cittadini la presenza sul territorio
nazionale di tutte le infrastrutture necessarie alla diffusione delle auto
elettriche, come ad esempio un adeguato numero di stazioni di ricarica e
sostituzione delle batterie.
4
http://www.quattroruote.it del 9/06/2009, “FUTURO ELETTRICO? DIPENDE DAI GOVE RNI”
5
http://www.100motori.it del 1/10/2009, “FRANCIA: 2 MILIONI DI AUTO ELETTRI CHE SULLE STRADE NEL
2020” di Paolo Torretta
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La ricerca europea si sta fortemente attivando nel perseguimento di una
mobilità urbana il piø possibilmente sostenibile, tale da rendere le città piø
confortevoli, verdi e vivibili per i suoi cittadini.
Con l’espressione “mobilità sostenibile” si intende l’esigenza di avere
un sistema di mobilità (urbana ed extraurbana) che, pur consentendo per
ciascuno l’esercizio del proprio diritto alla mobilità, sia tale da non gravare
eccessivamente sul sistema sociale in termini delle seguenti esternalità:
inquinamento atmosferico ed emissioni di gas serra;
inquinamento acustico;
congestione dovuta al traffico veicolare;
incidentalità.
Questa ricerca deve però necessariamente passare anche attraverso una
maggiore consapevolezza ed un crescente apprezzamento dei cittadini
stessi per gli sforzi compiuti dalla Comunità Europea in questo campo, e di
quelli compiuti per riflesso dai singoli Stati membri.
II- PANORAMICA AMERICANA
Una situazione analoga di necessità di intervento immediato è
riscontrabile anche nel mercato automotive americano: l’artefice della
“New Green Deal” degli USA è il presidente stesso, Barack Obama, il
quale ha piø volte annunciato che per l’America "E' arrivata l'ora di
mettere fine alla nostra dipendenza dal petrolio", specie se si tiene conto
del fatto che fino ad ora, anche a detta dello stesso Obama, Ҭ stato fatto
- 12 -
troppo poco per aumentare l’efficienza energetica delle automobili
americane”
6
.
Proprio grazie alla nuova politica ambientale, gli USA puntano alla
riduzione di ben 900 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra,
invertendo la rotta che era stata invece seguita dalla precedente
amministrazione Bush, la quale non aveva sicuramente posto fra i suoi
principali obiettivi di governo la lotta al riscaldamento del pianeta; questa
“mission” a cui mira l’amministrazione Obama dovrebbe condurre al
risparmio di circa 1,8 miliardi di barili di petrolio
7
.
La manovra americana si sta così muovendo in una duplice direzione:
verso una maggiore produzione di energia elettrica partendo da energie
pulite e prettamente rinnovabili quali quella solare e quella eolica, e verso
l’inizio di una dotazione di auto elettriche, che si suppone possa
incominciare già dal 2012
8
.
Proprio in questa ottica di sviluppo delle auto elettriche è da spiegarsi lo
stanziamento da parte del Tesoro americano di 2,4 miliardi di dollari, tali
da permettere un’accelerazione nei programmi inerenti le auto elettriche a
batterie
9
; questo stanziamento è stato così ripartito:
1,5 miliardi di dollari verranno investiti in progetti finalizzati
all’aumento della durata delle batterie (che ha sempre rappresentato il
6
http://www.repubblica.it del 19/05/2009, “OBAMA: STORICO PIANO PER TAGLIO E MISSIONI”
7
http://www.swissinfo.com del 19/05/2009, “AUTO: OBAMA ACCELERA SU TAGLIO CO NSUMI, NORME
PIÙ SEVERE”
8
http://www.lastampa.it del 5/12/2008, “DAL 2012 TUTTI IN AUTO ELETTRICA”
9
http://www.quattroruote.it del 13/08/2009, “AUTO ELETTRICHE. OBAMA STANZIA 2, 4 MILIARDI DI
DOLLARI”
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punto piø critico per lo sviluppo e la commercializzazione dell’auto
elettrica);
500 milioni indirizzati alla produzione di componenti e motori ad
azionamento elettronico;
400 milioni stanziati invece per incentivare l’acquisto di veicoli
elettrici per test dimostrativi e per le infrastrutture di alimentazione delle
auto elettriche
10
.
III- PANORAMICA ORIENTALE
Particolarmente di rilievo è l’andamento nel mercato auto cinese: infatti
la Cina sembrerebbe finalmente intenzionata ad imporre nuove regole al
fine di limitare il consumo di benzina delle auto nazionali
11
.
Ma dietro quello che sembrerebbe un tentativo di ridurre le emissioni di
gas serra del proprio pacchetto auto ci sarebbero ben altre motivazioni: il
desiderio di apportare un netto miglioramento alla devastata situazione
ambientale delle città cinesi, ma in particolar modo la volontà di ridurre in
maniera significativa il proprio tasso di dipendenza energetica
12
.
Ciò nonostante è possibile notare il profilarsi di una situazione
contrastante in questo mercato: difatti se da un lato, in ossequio ai sovra
citati obiettivi dello Stato cinese, esso contribuirà ad accollarsi fino all’80
% dei costi di produzione di veicoli elettrici, dall’altro è possibile osservare
un’impennata nelle vendite di auto in Cina, sicuramente non a basso
10
http://www.wired.it del 6/08/2009, “OBAMA: L’INNOVAZIONE PARTE DALL’AU TO ELETTRICA” di
Martino De Mori
11
http://www.quattroruote.it del 3/06/2009, “ANCHE LA CINA PENSA A NUOVE REGOLE ”
12
http://www.finanzaeborse.it del 15/07/2009, “CINA, BOOM NELLA VENDITA DI AUTO”