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CAPITOLO PRIMO:
QUADRO GENERALE DEI GRUPPI ETNICI IN CINA
1.1.1 LE 少 数民族 (Shǎoshù mínzú): LE MINORANZE NAZIONALI
La Cina è lo stato più popoloso dell’intero pianeta, stando ai risultati dell’ultimo censimento
(effettuato nel 2010) la popolazione cinese ha infatti raggiunto 1 miliardo e 339 milioni di
abitanti
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. Un numero così elevato di abitanti rappresenta un’arma a doppio taglio per questo
gigante asiatico: se da un lato costituisce una delle cause principali della sua predominanza a
livello internazionale, in particolare sul piano economico e strategico,d’altra parte la stabilità
politica di questo paese viene tuttora minata da scontri violenti tra il Governo Centrale e
alcune popolazioni che sono in rivolta per cercare di ottenere l’indipendenza, come ad
esempio gli scontri persistenti che coinvolgono gli abitanti del Tibet e la popolazione degli
Uiguri nella regione autonoma dello Xinjiang.
Come si compone la popolazione di un paese che comprende etnie, culture, tradizioni, usi,
costumi,religioni e anche idiomi tra loro tanto differenti?
La Repubblica Popolare Cinese può essere definita come uno stato unitario e multietnico, al
suo interno vengono infatti ufficialmente riconosciuti 56 gruppi etnici o 民族(mínzú):
-gli 汉 (Hàn) rappresentano il gruppo etnico principale e costituiscono all’incirca il 91.56%
del totale della popolazione cinese
- i restanti 55 gruppi etnici costituiscono delle minoranze nazionali e vengono denominate 少
数民族 (Shǎoshù mínzú), tale espressione, tradotta letteralmente, significa “minoranza
nazionale”.
Alcuni studiosi sostengono che le mínzú presenti in Cina non siano in realtà 56, con
l’annessione di Hong Kong (1997) e di Macao (1999) alla lista delle nazionalità ufficialmente
riconosciute andrebbero aggiunti inglesi, portoghesi, indiani e filippini (tutti dotati di doppio
passaporto cinese).
I gruppi etnici minoritari sono caratterizzati da cultura,religione,tradizioni,usi e costumi
propri,che li distinguono dall’etnia Hàn, la differenza più sostanziale si colloca a livello
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Dati ufficiali reperiti su http://www.tuttocina.it/tuttocina/minetn/
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linguistico: le minoranze etniche parlano un vero e proprio idioma nazionale che, nella
maggior parte dei casi, è assai diverso dall’ 汉语 (hànyǔ) espressione con la quale viene
indicata “la lingua parlata dagli. Tali differenze vengono però superate parzialmente
attraverso l’elaborazione del concetto di 中华民族 (Zhōnghuá Mínzú) , che idealmente
rappresenta la fusione tra l’etnia principale rappresentata dagli Hàn
e le Shǎoshù mínzú, sostanzialmente con questa espressione si intende sostenere che le 56
nazionalità, che vengono ufficialmente riconosciute all’interno della Cina, in realtà sono solo
le particelle costituenti di un’unica grande etnia: la “nazione cinese”.
1.1.2 LA 中 华民 族 (Zhōnghuá Mínzú): LA NAZIONE CINESE
L’espressione cinese 中 华民族 (Zhōnghuá Mínzú) letteralmente tradotta significa “nazione
cinese”, come è già stato detto con essa si intende indicare il concetto di un’unica grande etnia
che è costituita da tutte le nazionalità che sono presenti sul territorio cinese, partendo dal
presupposto fondamentale che afferma che la Cina è uno stato che racchiude in sé il una
componente ideologica di unitarietà così come quella di pluralismo etnico.
La dottrina della cosiddetta “nazione cinese” emerge durante l’ultima parte dell’epoca
coloniale
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, quando, come reazione al controllo del territorio da parte di potenze straniere, tra
le fila di alcuni gruppi intellettuali emerse l’idea di ridefinire e attualizzare sul piano politico
l’unità imperiale, facendo cioè coincidere i confini territoriali dello stato cinese con quelli che
erano stati definiti precedentemente sotto la guida degli imperatori, sul piano ideologico ciò
rappresentava un nostalgico ritorno al passato ma anche una lieve speranza per il futuro:
l’intenzione era quella di cancellare l’invasione delle nazioni straniere affermando la
millenaria potenza dell’impero cinese; tale ideologia fu poi sancita in seguito alla rivoluzione
del 1911 e poi con la nascita della Repubblica, e fu inoltre adottata e reinterpretata dal Partito
Comunista Cinese che in particolare negò alle minoranze nazionali il principio di
autodeterminazione dei popoli e, di conseguenza, la possibilità di una separazione dalla
madrepatria, in modo da non minare la potenza territoriale della neonata Repubblica Popolare
Cinese. Le forti tensioni politiche,che sono sfociate in vere e proprie guerre civili tra Governo
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Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo
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cinese e regioni come il Tibet e lo Xinjiang, che sono tornate alla ribalta nell’arena delle
relazioni internazionali in particolare negli ultimi tre anni, hanno creato non pochi contrasti,
sul piano intellettuale ed ideologico, tra Cina e Occidente, analizzando la questione in maniera
più accurata si potrebbe in realtà dedurre che la causa di tali tensioni è apparentemente molto
semplice :negli stati occidentali, i confini di uno stato-nazione coincidono, o almeno
dovrebbero coincidere, con quelli di un determinato gruppo etnico, l’idea di “nazione cinese”
poggia invece sul concetto di assimilazione culturale,tecnica ed economica da parte del
governo centrale.
1.1.3 LA QUESTIONE ETNICA CINESE E LA PREDOMINANZA DEGLI Hàn
In Cina la questione etnica affiorò per la prima volta come teoria durante l’era del
Colonialismo
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, divenne però una problematica vera e propria solo successivamente, nel 1949
quando cioè il Partito Comunista Cinese riuscì a portare a termine il ripristino della
supremazia della Cina sul territorio compreso all’interno dei confini definiti in epoca
imperiale. Idealmente i comunisti cinesi avevano stabilito che il mandato era quello di
mantenere inalterata l’identità pluralistica della nazione cinese,decidendo di sancire
ufficialmente l’uguaglianza sul piano giuridico e l’autonomia di ogni nazionalità; in realtà
l’idea del rispetto delle molteplici componenti della nazione cinese non fu mai realizzata, fu
invece confermata la vera e propria egemonia sociale ed economica della nazionalità Hàn.
La definizione del ruolo principale dell’etnia Hàn storicamente non è basata su principi legati
al concetto di appartenenza ad un gruppo etnico, bensì sul riconoscimento di un modello di
vita comune sul piano economico e pratico e della condivisione della cultura confuciana, che
era volta ad una cristallizzazione delle relazioni politiche. In epoca coloniale la predominanza
culturale degli Hàn venne invece indebolita, e altre nazionalità acquisirono un’importanza
maggiore, questo fatto sottolineò l’importanza di un controllo politico sul territorio nazionale
accanto alla centralità di una nazionalità a livello culturale. In seguito all’analisi di alcune
fonti storiche e ritrovamenti archeologici, è stato inoltre stabilito che il lungo processo che ha
portato alla costruzione della Zhōnghuá Mínzú non è altro che il risultato di molteplici
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In particolare nella prima metà del XIX secolo
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scambi,risalenti all’epoca neolitica,tra culture provenienti da diversi luoghi della Cina; tali
contatti si realizzavano tramite scontri armati a cui però seguivano alleanze e veri e propri
processi di integrazione e fusione che,a poco a poco, resero le differenti culture tra loro
interdipendenti. L’etnia Hàn tuttavia si distinse dalle altre data la sua superiorità per quanto
riguarda il progresso culturale e tecnico, fu proprio l’emergere di questo gruppo nazionale a
rendere stabile l’unità dell’impero cinese fino all’epoca moderna,poiché gli Hàn dimostrarono
di essere in grado di accogliere le caratteristiche particolari proprie di ogni
nazionalità,riuscendo per esempio a far coesistere la fede islamica con quella buddhista.
Esistono enormi differenze (come è già stato detto nel precedente paragrafo) tra il modello
occidentale di stato-nazione e il concetto di “nazione cinese”, in quanto quest’ultimo si basa
sull’unione di entità tra loro assai diverse, che sono però tra loro legate da vincoli molto
forti,basati su una comune memoria storica ed una coscienza nazionale che rende questa
coesione necessaria per la sopravvivenza dell’intera nazione cinese. La “nazione cinese” è
dunque basata sui fondamenti di unitarietà e pluralità che, in seguito ad un’analisi
superficiale, parrebbero essere in netta contrapposizione, c’è un’unica soluzione per far fronte
a alla distanza che intercorre tra questi due principi: un’equilibrata coesistenza delle due
componenti,facendo in modo che nessuna delle due prevarichi l’altra.
1.2.1 BREVE QUADRO STORICO SULLE 少数民族 (Shǎoshù mínzú) E PROCESSO
DI INTEGRAZIONE TRA Hàn E MINORANZE NAZIONALI
Non è scorretto affermare che le problematiche relative all’esistenza di gruppi etnici
minoritari in Cina siano emerse realmente a partire dagli ultimi due secoli e mezzo,
l’annessione di un gran numero di minoranze nazionali all’interno del territorio cinese viene
fatta risalire intorno alla seconda metà del XVIII secolo,ed in particolare nel periodo di tempo
compreso tra il 1755 e il 1792, l’impero cinese portò avanti una serie di campagne militari e
di guerre contro la maggior parte delle popolazioni che abitavano nelle zone di frontiera, tali
imprese ebbero esito positivo,e nell’anno 1795,alla fine del regno dell’imperatore Qianlong
(dinastia Qing), l’impero cinese comprendeva l’intera Cina meridionale da Taiwan allo
Yunnan, il Tibet, La Mongolia e il Turkestan cinese. Attualmente la Repubblica Popolare
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Cinese presenta gli stessi confini geografici e la medesima composizione etnica di allora;
quest’ultimo fatto costituisce una delle cause principali della questione etnica cinese: i
territori conquistati durante la dinastia Qing (che hanno un’estensione molto maggiore
rispetto a quella delle conquiste della dinastia Han) erano e sono tuttora abitate da popolazioni
totalmente diverse dagli Hàn per lingua,cultura,tradizioni,usi e costumi.
Le problematiche collegate al processo di integrazione delle minoranze nazionali, sono
emerse solo nel corso degli ultimi cento anni di storia circa, con la fine cioè dell’era del
Colonialismo e la presa di potere del Partito Comunista Cinese, quando fu deciso di far
coincidere i confini del territorio cinese con quelli che includevano anche le ultime annessioni
dell’impero.
E’ possibile affermare che la questione del processo di integrazione tra Hàn e Shǎoshù mínzú
sia in realtà una conseguenza dell’impatto della modernizzazione sulla Cina,questa
nazione,in particolare nel corso degli ultimi decenni, ha mostrato un atteggiamento di
“apertura” nei confronti di nuovi modelli economici in primis, ma anche politici e culturali,
questo fatto ha portato ad una serie di profondi mutamenti all’interno della società cinese, si
può affermare che,forse, sta cambiando la modalità di approccio a realtà che sono
nuove,diverse,esterne rispetto alla tradizione che per millenni ha caratterizzato questo gigante
asiatico. L’apertura nei confronti delle realtà diverse che sono rappresentate dalle minoranze
nazionali diventa,di conseguenza, una tappa obbligata e necessaria in un’epoca,come quella
attuale, in continua evoluzione ed innovazione, diversamente si corre il rischio di cadere nella
contraddittorietà: se infatti esiste una sorta di “apertura” nei confronti di ciò che è diverso sul
piano politico,economico,sociale e culturale, per quale motivo si dovrebbe mostrare un
atteggiamento diverso nei confronti delle minoranze etniche?
1.2.2 GEOGRAFIA DEI GRUPPI ETNICI IN CINA
La nazionalità Hàn è presente praticamente in ogni regione della Cina,è però principalmente
concentrata nella parte centrale e orientale del paese, in particolare nella Pianura Songliao a
nord-est del paese, nelle valli del Fiume Giallo ( 黄河 Huánghé ), del Fiume Azzurro ( 长江
Chángjiāng espressione che significa “fiume lungo”) o Yangtze ( 扬子江 Yángzǐ Jiāng) e del