2 
 
Prefazione 
 
 
Il  presente lavoro e si inserisce in un progetto esistente tra il Ministero di Grazia e 
Giustizia e il Dipartimento Di Energetica,  Termofluidodinamica applicata e Condizionamenti 
ambientali dell’Università Federico II di Napoli.  
La sicurezza antincendio ha conosciuto un rapido sviluppo durante l’ultimo decennio. In 
questo periodo, infatti, anche la legislatura italiana si è attrezzata per far fronte ai problemi 
derivanti dalla progettazione tradizionale nel campo della prevenzione incendi. L’approccio 
prestazionale-ingegneristico, già ampiamente diffuso nei paesi anglosassoni,  è stato 
affiancato al tradizionale approccio prescrittivo usualmente utilizzato in Italia. Il pregio 
maggiore di quest’ultimo risiede senza dubbio alcuno nella sua estrema semplicità, nella 
garanzia di una certa omogeneità di applicazione, nella possibilità di erogare in tempi 
ragionevoli una formazione uniforme ed accettabile agli addetti ai controlli. Il suo limite più 
evidente consiste, invece, nella rigidità, talora eccessiva, delle prescrizioni normative e delle 
procedure di calcolo. L’approccio ingegneristico (Fire Safety Engineering) si basa sulla 
dinamica evolutiva dell’incendio mediante l’applicazione di opportuni modelli di calcolo. 
Tale approccio consente di progettare con maggiore efficacia nell’ambito di attività produttive 
prive di norme tecniche specifiche, permette, inoltre, l’ottenimento di deroghe di prevenzione 
incendi per le attività normate. L’approccio prestazionale consente una valutazione 
quantitativa più raffinata rispetto ai metodi tradizionali, prevedendo l’evoluzione degli incendi 
nelle varie fasi e valutando aspetti importanti quali, ad esempio, l’esposizione delle persone o 
delle cose al calore e ai gas di combustione o le conseguenze delle strutture al contatto con le 
fiamme. Allo stato attuale in Italia il ricorso alla Fire Engineering è di fatto circoscritto alle 
applicazioni per le quali non esiste una specifica norma prescrittiva (decreto ministeriale 9 
maggio 2007), in particolare la valutazione del rischio in attività a rischio di incidente 
rilevante e la fire investigation; talora essa è impiegata  per la valutazione della sicurezza 
equivalente in occasione di richiesta di deroga a norme prescrittive. Il vantaggio principale 
derivante dall’utilizzo di tale tecnica di progettazione è senza dubbio l’estrema flessibilità, 
avendo la possibilità di simulare anche incendi di complessità elevata previa valutazione di un 
insieme di dati di input da inserire nel modello.
3 
 
In particolare devono essere valutati a priori la geometria del dominio di calcolo e le 
caratteristiche dei materiali di cui è costituito,  le condizioni di ventilazione, il tipo e la 
quantità di combustibile, la curva del rilascio di potenza termica (Heat Release Rate). 
 
I vantaggi che derivano da questo tipo di approccio sono: 
 Possibilità di progettare con maggiore semplicità edifici di particolare interesse 
architettonico o con destinazione non soggetta a norme prescrittive. 
 Verificare la validità di progetti antincendio proposti. 
 Evitare ridondanze impiantistiche e sprechi di materiale. 
 Valutare e verificare i piani di emergenza disponendo di tutte le informazioni 
necessarie a garantire la sopravvivenza delle persone.
5 
 
Sommario 
 
L’obiettivo di questo lavoro di tesi è di analizzare le conseguenze di eventuali incendi in 
locali adibiti ad uffici pubblici mediante l’approccio ingegneristico. Il lavoro sarà focalizzato 
su un compartimento di un edificio del Palazzo di Giustizia di Napoli. 
 Gli aspetti fondamentali di questo lavoro sono i risultati numerici ricavati dalle 
simulazioni effettuate con il codice di calcolo FDS. 
Il presente lavoro è stato articolato in quattro capitoli che andiamo, brevemente a descrivere: 
Nel capitolo 1 verrà descritto l’approccio ingegneristico-prestazionale alla sicurezza 
antincendi con riferimenti alle normative vigenti in materia. 
 
Nel capitolo 2 verrà realizzata un’analisi preliminare sui luoghi oggetto del lavoro, in 
particolare, sarà realizzata una caratterizzazione strutturale e impiantistica dell’edificio. 
 
Nel capitolo 3 verrà fatta una panoramica sui modelli di calcolo maggiormente utilizzati, 
descrivendo in maniera dettagliata il software utilizzato per effettuare le simulazioni 
numeriche FDS (Fire Dynamics Simulator). 
 
Il capitolo 4 verterà sulla modellazione geometrica dell’edificio con la caratterizzazione dei 
materiali presenti e dell’impianto di estinzione automatico. Nella seconda parte del capitolo 
verrà effettuata un’analisi di sensibilità della mesh computazionale alla scopo di definire le 
dimensioni della griglia da utilizzare per le successive simulazioni numeriche. 
 
Il capitolo 5 verterà, infine, sulle simulazioni numeriche effettuate. Nella prima parte 
verranno descritti gli scenari di incendio considerati, nella seconda parte verranno 
rappresentati i risultati di tali scenari. Nell’ultima parte verranno, infine, effettuate diverse 
comparazioni tra i risultati delle simulazioni effettuate.
CAPITOLO 1                            Introduzione all’ approccio ingegneristico della sicurezza antincendio  
 
7 
 
CAPITOLO 1 
 
INTRODUZIONE ALL’APPROCCIO INGEGNERISTICO DELLA SICUREZZA 
ANTINCENDIO (Fire Safety Engineering) 
 
Il Decreto Ministeriale del 9 maggio 2007 ha sancito l’ufficializzazione dell’approccio 
ingegneristico o prestazionale per la sicurezza antincendio anche in Italia. Tale metodo è 
stato, quindi, riconosciuto come equivalente e alternativo al tradizionale approccio 
prescrittivo che si basa sull’applicazione di norme tecniche che stabiliscono in maniera 
vincolante le misure di protezione da adottare. Nell’approccio prestazionale è ritenuto più 
importante verificare il rispetto delle prestazioni che l’edificio deve garantire (ad esempio, le 
persone devono essere evacuate dal compartimento prima che il livello dei fumi arrivi ad una 
quota di 2 m). 
 
 
1.1 Quadro normativo 
 
La prima legge emanata in materia di sicurezza antincendio è stata la legge n. 966 del 1965 
che ha istituito il certificato di prevenzione incendi. Tale decreto è stato successivamente 
integrato dal D.P.R. n. 577 del 1982 che obbligava la richiesta dell’esame del progetto delle 
attività soggette ai controlli di prevenzione incendi. 
Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è stato designato come organo preposto alla 
vigilanza in materia di rischi di incendio con il Decreto Legislativo 626 del 1994. Tale organo 
è stato pienamente coinvolto nel processo dei controlli relativi sia all’adempimento delle 
documentazioni sia all’attuazione delle misure di sicurezza. 
Il D.P.R. 37/98 è stata la prima legge che ha apportato sostanziali modifiche in materia di 
sicurezza antincendio con la riduzione dei tempi massimi da 90 a 45 giorni per l’esame del 
progetto e da 365 a 90 giorni per il rilascio del certificato di prevenzione incendi. 
Tale decreto, inoltre, ha introdotto la possibilità del rinnovo del certificato senza l’obbligo 
del sopralluogo da parte dei Vigili del Fuoco, la possibilità della dichiarazione del titolare 
dell’attività per l’esercizio provvisorio in attesa del sopralluogo dei Vigili del Fuoco. Infine, 
sono state snellite le procedure e i tempi per la conclusione dei procedimenti di deroga.
CAPITOLO 1                            Introduzione all’ approccio ingegneristico della sicurezza antincendio  
 
8 
 
Il Decreto del 4 maggio 1998, emanato ai sensi del D.P.R. 37/98, ha chiarito gli aspetti 
procedurali per le documentazioni necessarie, con lo scopo di uniformare sul territorio 
nazionale l’iter burocratico. Esso ha definito, infatti, la forma e il contenuto delle domande da 
sottoporre ai Vigili del Fuoco (certificati di prevenzione incendi, richieste di deroghe, esami 
di progetto), ha introdotto, infine, gli obiettivi di sicurezza in caso di incendio. 
Il decreto ministeriale del 10 marzo 1998 rappresenta la prima legge, in materia di 
sicurezza antincendio, contenente disposizioni di tipo prestazionale. 
Tale decreto, infatti, ha introdotto vari aspetti innovativi relativi a: 
 nuovi criteri per svolgere la valutazione dei rischi,  
 misure preventive, protettive e precauzionali da adottare in esercizio,  
 modalità di controllo e manutenzione degli impianti e delle attrezzature di           
soppressione,  
 modalità di designazione degli addetti al primo intervento e alla gestione del piano di 
emergenza.  
 
1.2 Il Decreto Ministeriale 22 febbraio 2006 
 
Il decreto ministeriale del 22/02/2006 rappresenta la norma di riferimento per la 
prevenzione antincendi relativi alla progettazione, alla costruzione e all’esercizio di edifici e/o 
locali adibiti ad uffici. Gli uffici non sono ritenuti particolarmente pericolosi dal puto di vista 
della sicurezza antincendio, pertanto vi è una distinzione tra i locali destinati ad uso ufficio. 
La distinzione è riferita al numero di persone presenti, in particolare gli uffici che 
presentano meno di 500 persone nello stesso complesso non necessitano del certificato di 
prevenzione incendi, mentre i locali che presentano un numero di dipendenti maggiore di 500 
hanno l’obbligo di richiesta di tale documento. Vi sono ulteriori distinzioni relative agli 
edifici appartenenti alla prima fascia in base al grado di pericolosità che tali locali possono 
presentare, ad esempio, le autorimesse con più di 9 auto o le centrali termiche hanno l’obbligo 
di richiedere il certificato a prescindere dal numero di dipendenti. 
I locali che hanno l’obbligo di richiesta del certificato perché presentano un numero di 
dipendenti superiore a 500 sono normati dal D.M. del 22/02/2006. 
Tale decreto “ha per oggetto le disposizioni di prevenzione incendi riguardanti la progettazione, 
la costruzione e l’esercizio di edifici e/o locali destinati ad uffici con oltre 25 persone
CAPITOLO 1                            Introduzione all’ approccio ingegneristico della sicurezza antincendio  
 
9 
 
presenti, ad esclusione degli uffici di controllo e gestione diretta annessi o inseriti in reparti 
di lavorazione e/o deposito di attività industriali e/o artigianali”. 
Le disposizioni del decreto si applicano ai locali destinati ad uffici di nuova realizzazione, 
agli uffici esistenti alla data di entrata in vigore di tale decreto che sono oggetto di modifiche 
sostanziali relativi a ristrutturazioni edilizie. I locali esistenti destinati ad uffici che sono 
soggetti alla richiesta del certificato di prevenzione antincendi e che non ne sono ancora in 
possesso, hanno l’obbligo di adeguamento alle disposizioni contenute negli allegati tecnici di 
tale decreto. 
Il complesso giudiziario di Napoli ricade in quest’ultima categoria, in particolare l’edificio 
denominato “torre A”,  appartenente al 2° lotto del complesso, è stato interamente ristrutturato 
sia dal punto di vista architettonico che dal punto di vista della prevenzione incendi; gli edifici 
denominati “torre B” e “torre C” sono soggetti ad adeguamento e saranno ristrutturati sulla 
base delle modifiche apportate alla torre A. 
 
1.3 Il Decreto Ministeriale 9 maggio 2007 
 
Il primo provvedimento normativo con cui in Italia si consente esplicitamente la possibilità 
di utilizzare l’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio è un decreto, che regola, 
essenzialmente, i passi di tipo amministrativo e le caratteristiche della documentazione 
allegata alle domande rivolte ai Vigili del Fuoco. Il decreto 9 maggio 2007 “ Direttive per 
l’attuazione dell’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio” stabilisce un nuovo 
percorso procedurale, che si affianca ma che non sostituisce le procedure vigenti per 
l’approvazione dei progetti o per le domande di deroga.  
Con il nuovo decreto, i titolari delle attività soggette ai controlli di sicurezza antincendio 
hanno facoltà di presentare domande seguendo l’iter specifico introdotto dal nuovo 
provvedimento per le domande supportate da una valutazione ingegneristica. Le sue 
previsioni, però, non obbligano titolari e professionisti a seguire questo approccio, ma 
delineano i passi da compiere nel caso si intenda utilizzare, a supporto delle scelte di 
sicurezza compiute, delle considerazioni basate sul nuovo approccio di tipo prestazionale.
CAPITOLO 1                            Introduzione all’ approccio ingegneristico della sicurezza antincendio  
 
10 
 
 
 
Fig.1.1 - Flussi dei procedimenti ordinari e di quelli previsti dal D.M. 9 maggio 2007 
Domanda di rilascio del certificato 
di prevenzione incendi  
Dichiarazione di inizio attività  
Domanda di rilascio del certificato 
di prevenzione incendi verifica del 
SGSA da parte dei Vigili del Fuoco  
Dichiarazione di inizio attività 
integrazione con impegni coerenti 
con il SGSA 
Rinnovo del CPI anche con 
autodichiarazione 
Domanda di deroga 
documentazione ex DPR 37/98 
Rinnovo del CPI anche con 
autodichiarazione; verifica del 
SGSA da parte dei Vigili del Fuoco 
 
Domanda di deroga 
documentazione ex DPR 37/98 
integrata da documenti ex DM 
9/05/07 
Domanda di parere di conformità 
documentazione ex DPR 37/98 il 
Comando può acquisire il parere 
della Direzione regionale dei Vigili 
del Fuoco 
Domanda di parere di conformità 
documentazione ex DPR 37/98 
integrata da documenti ex 
DM9/05/07 
Approccio ordinario Approccio ingegneristico
CAPITOLO 1                            Introduzione all’ approccio ingegneristico della sicurezza antincendio  
 
11 
 
 
 
Il campo di applicazione del decreto esplicita in modo chiaro gli ambiti nel quale potrà 
essere utilizzata la metodologia introdotta dal nuovo provvedimento :  
 
 In presenza di insediamenti di tipo complesso o a tecnologia avanzata;  
 
 Nel caso di edifici o attività di particolare rilevanza architettonica e/o costruttiva;  
 
 Agli edifici pregevoli per arte o storia o alle attività ubicate in tali edifici;  
 
 Agli edifici ubicati in ambiti urbanistici di particolare specificità. 
 
 
Il nuovo provvedimento si occupa di definire le caratteristiche della documentazione da 
produrre, i cui requisiti sono specificati negli articolo 3 e 4. In particolare, questi articoli 
chiedono che la documentazione prevista dall’art. 2 e dall’art 5 del decreto 4 maggio 1998 sia 
integrata con ulteriori informazioni. In questo punto viene introdotto il sistema di gestione 
della sicurezza (denominato SGSA), che diventa uno degli adempimenti ai quali divengono 
soggette le attività trattate con l’approccio ingegneristico. La verifica al sistema di sicurezza 
dell’attività riveste, all’interno del decreto, una importanza notevole.  Nella nuova norma è 
previsto anche l’istituzione di un organo destinato al monitoraggio dell’uso del nuovo 
approccio nel contesto nazionale. Pertanto, presso il Dipartimento dei Vigili del Fuoco sarà 
costituito l’Osservatorio per l’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio, che ha tra 
gli obiettivi quello di favorire la massima integrazione tra tutti i soggetti chiamati 
all’attuazione delle disposizioni inerenti l’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio. 
L’osservatorio dovrà svolgere una attività di monitoraggi, dovrà suggerire l’adozione di 
misure tese ad uniformare le modalità attuative dell’approccio prestazionale al procedimento 
di prevenzione incendi e, provvederà a fornire gli indirizzi e supporto agli organi territoriali 
del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco perché possano svolgere nel modo più efficiente la 
propria azione di controllo.
CAPITOLO 1                            Introduzione all’ approccio ingegneristico della sicurezza antincendio  
 
12 
 
1.4 L’approccio ingegneristico della sicurezza antincendio 
 
L’approccio prestazionale si suddivide in due fasi, nella prima dovranno essere 
formalizzati gli atti che conducono ad individuare le condizioni più rappresentative del rischio 
al quale l’attività è esposta, previa la definizione degli obiettivi di sicurezza antincendio e dei 
livelli di prestazione che l’edificio deve assicurare. In questa prima fase, che si conclude con 
la predisposizione di un documento, si deve sintetizzare il processo seguito per individuare gli 
scenari di incendio ed i livelli di prestazione. Nella seconda fase del processo prestazionale 
compare l’analisi quantitativa degli effetti dell’incendio e si confrontano i risultati ottenuti dal 
calcolo con i livelli di prestazione individuati precedentemente. Sulla base di questo 
confronto, si definisce il progetto da sottoporre alla approvazione definitiva da parte dei Vigili 
del Fuoco.  La definizione degli scenari costituisce indubbiamente il cuore del procedimento 
ingegneristico, in quanto, in un certo senso, in questa fase il professionista si sostituisce allo 
Stato, decidendo quali sono le condizioni sotto le quali devono essere verificati gli edifici. La 
determinazione degli scenari è compito dei valutatori, infine deve essere accettata dall’Organo 
di controllo. 
I punti da esaminare, in questa fase, riguardano la definizione dei vincoli progettuali 
derivanti da previsioni normative o da esigenze peculiari dell’attività, l’individuazione dei 
pericoli di incendio connessi con la destinazione d’uso prevista, la descrizione delle 
condizioni ambientali per l’individuazione dei dati necessari per la valutazione degli effetti 
che si potrebbero produrre. Completa questa fase l’analisi delle caratteristiche delle persone 
presenti nell’edificio in relazione alla tipologia di edificio ed alla destinazione d’uso prevista. 
Fa parte di questa fase l’identificazione degli obiettivi di sicurezza antincendio, che deve 
essere esplicita nel documento in conformità alle disposizioni di prevenzione incendi, ma 
anche tenendo conto delle specifiche esigenze dell’attività e dell’edificio da esaminare. Gli 
obiettivi servono come punti di riferimento per stabilire i livelli di prestazione.  I parametri 
rispetto ai quali verificare i risultati dei calcoli devono essere scelti evidentemente in funzione 
della progettazione e possono includere un campo molto vasto di dati: temperature massime 
dei gas, livelli di visibilità, livelli di esposizione termica per le persone o per i materiali. 
Compiuto questo passo, si devono definire i livelli di prestazione. In questa fase, sono stabiliti 
i valori di soglia rispetto ai quali verificare il progetto.
CAPITOLO 1                            Introduzione all’ approccio ingegneristico della sicurezza antincendio  
 
13 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Definizione del progetto
•vincoli progettuali
•pericoli di incendio
•condizioni ambientali
•caratteristiche occupanti
Identificazione degli obiettivi di sicurezza 
antincendio
Individuazione dei livelli di prestazione
•norma ISO/TR 13387
•norma BS 7974
•DM del 09/06/2001
Individuazione degli scenari di incendio di progetto
•stato, tipo e quantitativo di combustibile
•curva HRR
•tasso di sviluppo prodotti della combustione
•caratteristiche dell'edificio
•caratteristiche degli occupanti
Analisi preliminare
CAPITOLO 1                            Introduzione all’ approccio ingegneristico della sicurezza antincendio  
 
14 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fig. 1.2 Schematizzazione analisi preliminare e analisi quantitativa (D.M. 9  maggio 2007) 
 
 
Scelta dei modelli
Risultati delle elaborazioni
Individuazione del progetto 
finale
Documentazione di progetto
•modelli utilizzati
•parametri e valori associati
•origine e caratteristiche dei codici di calcolo
•confronto fra risultati e livelli di prestazione
Analisi quantitativa
CAPITOLO 1                            Introduzione all’ approccio ingegneristico della sicurezza antincendio  
 
15 
 
 
La seconda fase della verifica prestazionale prevede delle valutazioni quantitative, che 
possono essere realizzate sia manualmente che con programmi automatici. In questa parte del 
processo, una delle criticità riguarda la scelta dei modelli di calcolo. Tali modelli riguardano 
sia la valutazione dello sviluppo dell’incendio e delle sue possibili conseguenze, sia la 
valutazione delle condizioni di esodo.  
Svolta questa fase, il progettista può aggiungere alla documentazione il progetto che 
intende sottoporre all’esame.  
 
1.4.1 L’analisi preliminare  
L’analisi preliminare può essere descritta evidenziando i principali aspetti che andranno 
analizzati prima di passare alla fase progettuale. 
 Dovranno essere innanzi tutto prese in considerazione le caratteristiche del progetto. 
L’individuazione dei dati caratteristici progettuali deve infatti tenere conto degli aspetti legati 
a:  
 vincoli imposti da prescrizioni normative e da esigenze peculiari dell’attività;  
 pericoli d’incendio connessi alla destinazione d’uso prevista per gli edifici e i locali;  
 fattori ambientali specifici collegabili alle conseguenze dello sviluppo dell’incendio;  
 caratteri e comportamenti delle persone presenti in relazione alla tipologia di edificio 
prescelta e alla destinazione d’uso prevista.  
Il passo successivo riguarda la definizione degli obiettivi di sicurezza. L’identificazione 
di tali obiettivi va eseguita in conformità alle disposizioni in materia di prevenzione incendi e 
in relazione alle specifiche esigenze dell’attività in esame. Tali esigenze possono 
comprendere i punti che seguono:  
 le persone presenti devono essere in grado di lasciare l’opera o, altrimenti, di essere 
soccorse;  
 deve essere presa in considerazione la sicurezza delle squadre di soccorso;  
 la capacità portante dell’edificio deve essere garantita per un periodo di tempo 
prefissato in relazione all’evoluzione dell’incendio;  
 la produzione e la propagazione del fuoco e del fumo all’interno delle opere deve 
essere limitata;  
 la propagazione del fuoco alle opere vicine deve essere limitata.
CAPITOLO 1                            Introduzione all’ approccio ingegneristico della sicurezza antincendio  
 
16 
 
Individuati gli obiettivi di sicurezza bisogna scegliere i parametri significativi presi a 
riferimento per garantire il soddisfacimento degli obiettivi stessi. Tali parametri generalmente 
includono le temperature massime dei gas in ambiente, i livelli di visibilità, i livelli di 
radiazione termica, i livelli di concentrazione delle specie tossiche, i livelli minimi di 
ossigeno. Tale fase riguarda quindi la definizione dei cosiddetti livelli di prestazione.  
Tutti i parametri utilizzati per rappresentare i livelli di prestazione devono essere desunti 
dalla normativa tecnica internazionale o da specifiche disposizioni legislative (come ad 
esempio: BS 7974 Application of  Fire Safety Engineering to the Building Design; ISO/TR 
13387 Fire Safety Engineering; Decreto Ministero dei Lavori Pubblici del 9 maggio 2001 
Requisiti minimi di sicurezza per aree interessate da stabilimenti a rischio di incidente 
rilevante).  
 
Parametro Soglia di accettabilità 
Temperatura ambiente 50 °C 
Livello di visibilità 9 m 
Concentrazione di ossigeno 15 (%) 
Anidride carbonica 0.5 (%) 
Monossido di carbonio 500 ppm 
 
Tab.1.1 Valori di soglia per visibilità, concentrazione dei prodotti di combustione e temperatura 
 
In base alle caratteristiche individuate dell’incendio, delle persone presenti e dell’edificio, 
si può racchiudere la schematizzazione degli eventi in scenari, opportunamente definiti. 
Ovviamente nella scelta di uno scenario considerano le condizioni più gravose per lo sviluppo 
e la propagazione delle fiamme, la conseguente sollecitazione strutturale, la tutela delle 
persone presenti e la sicurezza delle squadre di soccorso, tra quelle realisticamente 
ipotizzabili. 
Il termine scenario indica pertanto l’insieme di condizioni con riferimento alle quali si 
intende effettuare la simulazione.  
Ogni scenario deve comprendere almeno le tre componenti che seguono:  
 caratteristiche del fuoco: stato, tipo e quantitativo delle sostanze combustibili, loro 
disposizione e configurazione, profilo temporale del rilascio termico e picco di potenza 
termica sviluppata (HRR
max
 dove HRR sta per Heat Release Rate). In rapporto alla velocità di
CAPITOLO 1                            Introduzione all’ approccio ingegneristico della sicurezza antincendio  
 
17 
 
sviluppo, è possibile, ad esempio, caratterizzare diversi modelli di incendio (detti 
rispettivamente a crescita lenta, media o veloce), prendendo a base della caratterizzazione il 
tempo necessario a raggiungere un rilascio termico pari a 1000 kW:  
 incendio a crescita lenta:         1000 kW in 600 s; 
 incendio a crescita media:         1000 kW in 300 s; 
 incendio a crescita rapida:         1000 kW in 150 s; 
 incendio a crescita ultrarapida:    1000 kW in 75 s. 
 caratteristiche dell’edificio: geometria dei locali, composizione e proprietà termiche 
delle pareti, degli arredi e delle tappezzerie, strutture edilizie, condizioni di ventilazione 
interna ed esterna, stato di apertura o chiusura di porte e finestre;  
 caratteristiche delle persone presenti: affollamento massimo, stato psico-fisico, 
presenza di disabili, familiarità con i luoghi, stato di veglia o sonno, ecc.  
Per restringere il numero di casi di studio dall’infinità di scenari ipotizzabili in riferimento 
a un edificio a quelli che effettivamente rappresentano le situazioni più pericolose per il 
fabbricato e i suoi occupanti in termini di possibili condizioni di innesco e di propagazione 
delle fiamme, c’è bisogno del giudizio competente sia del progettista che delle autorità. I 
possibili scenari individuati si aggiungono agli otto scenari descritti dalle norme NFPA 10 l - 
Life Safety Code e NFPA 5000 - Building Construction and Safety Code, nei quali trovano 
collocazione, con possibilità di integrazione da parte del progettista, i vari problemi inerenti le 
vie d’esodo, la presenza di persone, la propagazione dell’incendio agli edifici adiacenti, le 
caratteristiche dei materiali combustibili e, infine, le misure di protezione attiva e passiva.  
 
1.4.2 L’analisi quantitativa 
La realizzazione di un progetto edilizio che aderisca perfettamente agli obiettivi di 
sicurezza propri dei livelli di prestazione stabiliti durante l’analisi preliminare, comporterà a 
svolgere delle analisi di tipo quantitativo tramite l’utilizzo di programmi di calcolo attraverso 
i quali si può verificare il reale soddisfacimento dei livelli di prestazione prefissati. Infine si 
sceglieranno, tra le soluzioni proposte, quelle più soddisfacenti con l’obiettivo di ottimizzare 
tali soluzioni.