Analisi della fluidodinamica di miscele di polveri in letti fluidizzati
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impedenze e resistenze, le tecniche PIV e tante altre). In particolare le tecniche di
Analisi di Immagine Digitale (DIAT) hanno mostrato un vantaggio significativo
rispetto alle altre sia in termini di accuratezza dei risultati che di costi.
Inoltre, bisogna sottolineare che l’indagine relativa al comportamento delle bolle è
stata svolta soprattutto per il caso di sistemi particellari mono-dispersi, mentre la
maggior parte delle apparecchiature industriali operano con miscele di particelle.
Prove sperimentali con particelle fluidizzate polidisperse sono attualmente al
centro di indagini che si occupano del comportamento di miscelazione-
segregazione delle miscele e della previsione delle transizioni dei regimi
fluidodinamici. In pratica si assiste ad una carenza di conoscenze nelle analisi
sperimentali di misure di bolle di sistemi polidispersi.
Oggetto di questo lavoro di tesi è stato, quindi, quello di effettuare mediante una
procedura di analisi di immagine digitale, misurazioni delle dinamiche di bolle in
un letto fluidizzato bi-disperso bollente al fine di ricavare parametri fondamentali
per lo studio delle bolle, come l’evoluzione del diametro, la velocità di risalita, la
distribuzione del loro numero, e molti altri. In particolare è stato analizzato il
comportamento di una miscela costituita da particelle di uguale densità e diverso
diametro fluidizzate con diverse velocità di gas in ingresso.
Vengono riportati di seguito gli argomenti che sono stati trattati nel seguente
lavoro di tesi.
ξ Nel capitolo primo vengono riportate le generalità relative alla
fluidizzazione di sistemi monodispersi. In particolare vengono descritti i
regimi di fluidizzazione e le loro grandezze caratteristiche, viene discussa
la classificazione delle particelle e l’importanza del regime di bubbling.
ξ Nel capitolo secondo vengono trattati i sistemi polidispersi. I meccanismi
di mixing e segregazione vengono analizzati per mezzo della distinzione
tra size segregating system e density segregating system. Infine, viene
Analisi della fluidodinamica di miscele di polveri in letti fluidizzati
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riportato ciò che è presente in letteratura relativamente ai sistemi bi-
dispersi in regime di bubbling, approfondendone aspetti caratteristici.
ξ Nel capitolo terzo viene effettuata una rassegna di letteratura relativamente
alle tecniche di analisi di immagine utilizzate per lo studio dei letti
fluidizzati. Dopo avere effettuato la distinzione tra tecniche di tipo
intrusivo e tecniche di tipo estrusivo viene introdotta la tecnica utilizzata
nel seguente lavoro di tesi.
ξ Nel capitolo quarto vengono descritti l’apparato sperimentale utilizzato per
condurre le prove, i sistemi bi-dispersi analizzati e le modalità di
conduzione delle prove.
ξ Nel capitolo quinto viene descritta più dettagliatamente la procedura
utilizzata per il processamento delle immagini e viene presentata
un’analisi critica dei risultati sperimentali ottenuti.
CAPITOLO I: Il fenomeno della fluidizzazione
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CAPITOLO I
IL FENOMENO DELLA FLUIDIZZAZIONE
1.1 INTRODUZIONE
La fluidizzazione è quell’operazione unitaria, condotta all’interno di letti
fluidizzati, mediante cui un solido particellare viene ad essere sospeso da una
corrente fluida, liquida o gassosa, e come conseguenza di ciò assume le
caratteristiche tipiche di un liquido bollente.
Il comportamento di sistemi fluidizzati solido-gas risulta più complesso di quello
dei sistemi fluidizzati liquido-gas, infatti quest’ultimi mostrano una transazione
graduale da una condizione di letto fisso ad una di letto fluidizzato seguito dal
trasporto pneumatico di particelle, con una serie di regioni di transizione e con
una espansione del letto e cadute di pressione ragionevolmente vicine ai valori
calcolati nei sistemi ideali. Parte delle complicazioni nei sistemi gas-solido
derivano dal fatto che le forze puramente idrodinamiche, che agiscono sulle
particelle, sono relativamente piccole se confrontate con le forze di attrito tra le
particelle, le forze elettrostatiche e le forze interfacciali che giocano un ruolo ben
più dominante quando le particelle sono molto piccole.
All’aumentare della velocità del gas in un letto fluidizzato solido-gas il sistema
tende ad attraversare vari stadi:
a) Letto fisso (fixed bed), nel quale le particelle rimangono a contatto l’una
con l’altra e l’intera struttura del letto rimane stabile fino a che la velocità
aumenta al punto in cui la caduta di pressione uguaglia il peso per unità di
area delle particelle; tale velocità è definita velocità di minima
fluidizzazione (umf).
b) Fluidizzazione particolata (particulate regime) in cui si ha una regolare
espansione sopra un range limitato di velocità di gas.
c) Una regione bollente (bubbling regime), caratterizzata da un’ampia
quantità di gas che attraversa il letto sotto forma di bolle causando una
CAPITOLO I: Il fenomeno della fluidizzazione
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rapida miscelazione della fase particellare densa. La velocità in cui
incominciano a formarsi le prime bolle è definita velocità di minima
ebollizione (umb).
d) Successivamente le bolle coalescono, aumentano di dimensioni e risalgono
attraverso il letto, questo regime è chiamato di slugging. Per particelle
grosse la porzione di letto al disopra delle bolle è spinta in alto come da un
pistone. Mentre una pioggia di particelle scende giù dallo slug, che si
dissolve, un altro slug si forma. Questo movimento instabile oscillatorio si
ripete e prende il nome di flat slug.
e) Una regione turbolenta (turbulent regime), nella quale le bolle di gas
tendono a coalescere perdendo la loro identità.
f) Una regione in cui il modello di flusso dominante è un flusso di particelle
a pistone verticale (fast fluidization). Questa condizione è definita come
fluidizzazione veloce e può essere considerata al di fuori della comune
fluidizzazione.
Tali regimi vengono esemplificati nella fig.1.1:
Fig. 1.1 Regimi fluidodinamici. (Perry’s Chemical Engineers’ Handbook, 8th edt.)
CAPITOLO I: Il fenomeno della fluidizzazione
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Confrontati con altri metodi di contatto gas-solido i letti fluidizzati hanno molti
vantaggi, grazie a questo trovano importanti applicazioni industriali.
Al fine di descrivere i regimi di fluidizzazione si ricorre all’equazione di Ergun
(1952) (eq.1.1), che permette di mettere in relazione le perdite di carico, che un
fluido (gas) subisce nell’attraversamento di un letto poroso, con la velocità
superficiale del gas :
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22 175.11150 Η Η ΥΗ Η Π ∋ pflpf dLudLuLP
(1.1)
In essa è possibile distinguere un primo termine valido in regime laminare
(relazione di Blake-Kozeny), e un secondo termine valido nel campo del flusso
inerziale (relazione di Burke-Pulmmer).
La fluidizzazione interviene nel momento in cui la differenza di pressione ai capi
del letto eguaglia il peso delle particelle al netto della forza di galleggiamento:
gLP flp Υ Υ Η ∋ 1 (1.2)
come è possibile ricavare da un bilancio di forze sull’intero letto di particelle.
La velocità superficiale del fluido, uf, può essere cosi ottenuta uguagliando
l’equazione di Ergun con l’espressione delle perdite di carico:
322 175.111501 Η Η ΥΗ Η Π Υ Υ Η pflpfflp dLudLu (1.3)
CAPITOLO I: Il fenomeno della fluidizzazione
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E’ possibile valutare in forma grafica l’andamento, in coordinate logaritmiche
delle perdite di carico in funzione della velocità superficiale del fluido, come
mostrato in fig.1.2 :
Fig. 1.2 Andamento delle cadute di pressione in funzione della velocità del gas. (Coulson &
Richardson’s Chemical Engineering Vol.2, 5th edt.)
Si osserva una relazione lineare tra le perdite di carico del letto e la velocità del
gas fino al punto in cui si assiste ad una graduale espansione del letto (punto A),
in tale punto vige la condizione di equilibrio tra il peso delle particelle e le perdite
di carico. La pendenza della curva poi diminuisce gradualmente lungo il tratto AB
a causa di una situazione di instabilità del letto, durante la quale si osserva il
rimescolamento delle particelle, al fine di rendere minima la resistenza al
passaggio del fluido. All’aumentare della velocità del gas le cadute di pressione
raggiungono un massimo (punto B, detto punto di fluidizzazione), in cui si ha
l’inizio del moto delle particelle e in cui la corrispondente velocità superficiale
della fase fluida è detta velocità minima di fluidizzazione umf. La caduta di
pressione diminuisce gradualmente fino al punto C, in cui si ha dapprima il
propagarsi della condizione di moto a tutte le particelle del letto e dopo l’attestarsi
ad un valore approssimativamente costante, indipendente dalla velocità del fluido
(tratto CD) che si mantiene tale fino al raggiungimento della velocità di
trascinamento del solido utr.
CAPITOLO I: Il fenomeno della fluidizzazione
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Se analizziamo il diagramma nel verso della riduzione della velocità, il letto si
contrae fino a che si raggiunge la condizione in cui le particelle sono adagiate le
une sulle altre. La caduta di pressione del letto fisso che si è ricostituito (tratto EF)
risulta essere inferiore di quella che si aveva nel verso di incremento della
velocità. In un letto fluidizzato ideale la caduta di pressione corrispondente al
tratto ECD equivale al peso delle particelle sospese per unità di area, nei sistemi
reali si devia apprezzabilmente da un valore costante a causa di incanalamenti del
gas e dell’attrito tra le particelle e la parete del letto. Il punto B giace in un punto
superiore a CD a causa della forza di attrito che le particelle hanno prima che si
verifica il riarrangiamento del letto.
Si definiscono letti fluidizzati convenzionali i sistemi che operano con velocità del
fluido comprese tra umf e utr, poiché in essi le particelle solide non sono trasportate
dal fluido al di fuori del letto in quantità significativa, mentre si definiscono letti
fluidizzati circolanti (CFB) i sistemi con velocità della fase fluida superiore a utr.
1.2 VELOCITÀ DI MINIMA FLUIDIZZAZIONE, UMF
La velocità di minima fluidizzazione, umf, è una caratteristica idrodinamica
importante dei letti fluidizzati in quanto segna la transizione da sistema impaccato
a sistema fluidizzato. Il letto viene considerato in uno stato di incipiente
fluidizzazione o al minimo della fluidizzazione quando aumentando la velocità del
fluido le forze di attrito tra le particelle e il fluido controbilanciano il peso delle
particelle, la componente verticale della forza di compressione tra le particelle
adiacenti scompare, e le cadute di pressione attraverso ogni sezione del letto sono
uguali al peso del fluido e delle particelle in quella sezione.
La velocità di minima fluidizzazione può essere determinata utilizzando
l’equazione di Ergun:
322 175.111501
mf
mf
p
mffl
mf
mf
p
mff
flpmf d
Lu
d
Lu Η Η ΥΗ Η Π Υ Υ Η (1.4)