CAPITOLO 1
IL TURISMO E LA STATISTICA
Capitolo 1 Il turismo e la statistica
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1. Introduzione
Il turismo può essere considerato il petrolio dell’Italia. La natura, ma
soprattutto la storia hanno dotato l’Italia di un patrimonio di attrattive
che non ha eguali, in nessun altro Paese del mondo. Nessun Paese può
dunque competere meglio dell’Italia sul mercato turistico
internazionale. L’Italia e’ infatti il quarto Paese più visitato del
mondo ed e’ anche il quarto nella graduatoria mondiale delle entrate
valutarie derivanti dal turismo pari a quasi 30 miliardi di dollari. Solo
gli Stati Uniti, la Spagna e la Francia riescono a guadagnare più di noi
(fonte Omt 1999). Il turismo costituisce quindi per l’economia italiana
un importante settore. La presente tesi si pone proprio l’obiettivo di
analizzare la domanda turistica in Italia. Per fare ciò e’ però necessario
affrontare i diversi problemi metodologici relativi alla statistica del
turismo.
2. Statistica del turismo: problemi metodologici
I problemi metodologici che sono peculiari alla statistica del turismo
sono:
1) La definizione del turismo e dei turisti;
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Questo problema e’ molto importante. Infatti per poter studiare
correttamente la domanda turistica e’ necessario dare una definizione
precisa del turismo e dei turisti. A tal riguardo esistono diverse
definizioni di turismo. Tra le prime vi e’ quella di Jafari che afferma:
“il turismo e’ lo studio dell’uomo (il turista) al di fuori del suo
ambiente usuale, delle infrastrutture e del mondo ordinario (non
turistico) e non ordinario (turistico) nei loro rapporti dialettici.”
Un’altra definizione e’ quella data da Brikart e Medlik: “sono turismo
tutte le relazioni e i fenomeni legati con il soggiorno di stranieri in una
località in cui essi non esercitano un importante, permanente o
temporanea, attività remunerata.” Queste definizioni sono
difficilmente applicabili dal punto di vista operativo. Più facilmente
applicabile e’ sicuramente la seguente definizione proposta nel 1937
dalla Società delle Nazioni: “ e’ considerato turista un soggetto che
trascorre un periodo di almeno 24 ore in un Paese diverso da quello
abituale di residenza.” Tuttavia la precedente definizione e’
fortemente limitativa in quanto esclude tutti gli spostamenti
giornalieri. Un forte impulso per una precisa e corretta definizione di
turismo e’ stata dato dall’ONU e dal World Tourism Organization
(WTO). Questi organismi hanno, infatti , spezzato l’identità tra
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turismo e attività di vacanza per inserire le attività turistiche nel
contesto più generale della mobilita’ della popolazione. Secondo
questi due organismi: “il turismo comprende le attività delle persone
che viaggiano e soggiornano al di fuori del proprio ambiente abituale
per meno di 12 mesi consecutivi ed il cui scopo principale del viaggio
sia diverso rispetto all’esercizio di un’attività remunerata all’interno
del luogo visitato.” Affinché si abbia turismo e’ necessaria quindi, la
presenza di tre elementi:
- lo spostamento di individui sul territorio (MOBILITA’);
- il MOTIVO che ha determinato lo spostamento;
- la DURATA dello spostamento.
In relazione al connotato della mobilita’, vanno distinte due possibili
categorie di persone che si spostano sul territorio, cioè:
™ i PASSEGGERI che si spostano con qualsiasi mezzo all’interno
delle agglomerazioni o aeree da essi frequentate;
™ i VIAGGIATORI che si spostano fuori degli ambienti frequentati
abitualmente.
Le connotazioni del turismo vanno tuttavia ricercate all’interno
dell’ampia categoria dei viaggiatori che per essere definiti turisti
devono presentare gli altri due elementi. Per aversi turismo e’ infatti
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necessario che il motivo dello spostamento sia diverso dal
trasferimento (definitivo o temporaneo) della residenza o dallo
svolgimento di un lavoro retribuito nello stesso luogo in cui e’ svolto
(ad esempio emigrati, diplomatici, rifugiati, militari, nomadi
ecc…).Dall’ampia categoria dei viaggiatori otteniamo cosi’ la
categoria dei VISITATORI che costituisce la prima importante
approssimazione all’aggregato reale dei turisti. Visitatore e’, quindi,
ogni persona che si trasferisce in un luogo diverso da quelli
solitamente frequentati (ambiente abituale) per un periodo di durata
inferiore ad un anno e per un motivo (principale) diverso
dall’esercizio di attività remunerata nel luogo visitato. Tutti gli
spostamenti di durata superiore all’anno sono ritenuti, per definizione
adottata in sede ONU, migratori. I criteri per distinguere un visitatore
dagli altri viaggiatori sono quindi i seguenti:
a) il viaggio deve avere come meta un luogo diverso dall’ambiente
usuale;
b) la durata del soggiorno nel luogo visitato non deve superare 12
mesi;
c) lo scopo principale del viaggio deve essere diverso dall’esercizio di
un’attività remunerata nel luogo visitato.
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Il terzo ed ultimo elemento che concorre a definire il fenomeno
turistico e’ la durata dell’allontanamento. A tal riguardo si distingue
tra:
™ TURISTA: visitatore che trascorre almeno una notte nel luogo
visitato;
™ ESCURSIONISTA: visitatore che non trascorre neppure una notte
nel luogo visitato.
Si distingue inoltre tra:
™ TURISMO DI VACANZA: comporta almeno 4 giorni e 4 notti
consecutive di permanenza al di fuori della propria abitazione e
dai luoghi frequentati abitualmente;
™ BREVE TURISMO DI VACANZA: la durata e’ inferiore al
limite suddetto, ma comunque superiore ad una notte.
2) La mobilità dei turisti e quindi dei collettivi statistici da osservare.
I turisti per loro definizione sono sempre in movimento. Quindi anche
quando si riesce a dare una definizione precisa di turismo, si
incontrano difficoltà nell’osservare i collettivi statistici dei turisti. Per
risolvere questo problema bisogna distinguere tra turismo nazionale e
turismo internazionale. I turisti di provenienza internazionalepossono
essere rilevati statisticamente nelle seguenti fasi:
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™ l’attraversamento della frontiera;
™ la fase “bancaria” in cui i turisti direttamente o indirettamente
scambiano la loro valuta con moneta del Paese visitato. Tuttavia
con l’introduzione dell’Euro questa fase ha perso parte della sua
importanza;
™ la domanda di alloggio per soggiorno turistico.
Per il turismo nazionale le opportunità di rilevare statisticamente i
fenomeni statistici si presentano:
™ presso le famiglie residenti;
™ nella fase della domanda di alloggio per il soggiorno turistico;
™ nella fase “bancaria”, in cui i turisti nazionali che si recano
all’estero acquistano le monete dei Paesi da visitare.
3) L a commistione tra atti ed attività turistici e non tursticie quindi la
non completa riconoscibilità degli uni rispetto agli altri.
I collettivi dei turisti non sono facilmente osservabili a causa
dell’impossibilità di distinguere le loro azioni. Infatti le azioni dei
turisti non si distinguono obiettivamente da quelle dei non turisti: un
individuo che acquista materiale fotografico o sigarette può essere un
turista o un non turista. Inoltre molte azioni, pur compiute da turisti,
non hanno la connotazione di atti turistici in quanto sono rivolte ad
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altri scopi (ad esempio acquisto di un immobile).L’eterogeneità
dell’attività turistica non consente quindi, di concepire il turismo come
un settore economico ben definito. Nonostante ciò si è tentato di
individuare una industria del turismo in senso propriamente
economico, proponendo diverse classificazioni. Quella che merita una
maggiore attenzione è stata proposta dalle Nazioni Unite e dal World
Tourism Organization. Tale classificazione prende il nome di
Standard International Classification of Tourism Activities abbreviata
con la sigla SITCA.
3. Il sistema statistico italiano sul turismo
A causa dei problemi, precedentemente esaminati, che il turismo crea
alle applicazioni della statistica, si hanno solo osservazioni statistiche
parziali o specifiche. Non esistono, infatti, statistiche generali “del
turismo”, ma piuttosto statistiche “sul turismo” che riguardano singoli
aspetti del fenomeno: vacanze dei nazionali, viaggiatori che
attraversano le frontiere, clienti negli esercizi alberghieri ecc…Detto
ciò vediamo quando un sistema statistico per il turismo può essere
considerato adeguato. A tal proposito, si ritiene che possa rispondere
adeguatamente ai bisogni di analisi del settore, un sistema di
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rilevazioni e di elaborazioni statistiche che individuano i seguenti
aspetti del fenomeno:
™ aspetti quantitativi e qualitativi del turismo dei nazionali attraverso
indagini svolte presso le famiglie;
™ movimenti dei viaggiatori stranieri transitati alle frontiere ( aspetti
quantitativi);
™ aspetti qualitativi dei viaggiatori stranieri transitati presso le
frontiere;
™ patrimonio ricettivo (alberghiero e complementare);
™ movimento dei clienti negli esercizi ricettivi alberghieri e
complementari;
™ spesa turistica e bilancia valutaria del turismo;
™ risultati economici dell’attività turistica;
Nessun Paese realizza per intero, coerentemente e regolarmente
l’impianto di rivelazioni descritto. In tale ambito il Sistema Statistico
Italiano e’, pur con alcune lacune, uno dei più evoluti. Tale sistema
costruito in relazione al fatto che l’Italia e’ un Paese a prevalente
offerta turistica interna, si basa su quattro rilevazioni principali:
1) Le indagini sulle vacanze degli italiani
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La prima indagine fu effettuata dall’ISTAT con riferimento all’anno
1959 e fu estesa anche alla pratica dello sport. Successivamente
l’indagine e’ stata limitata al fenomeno delle vacanze ed e’ stata
ripetuta ad intervalli pluriennali. Le indagini sulle vacanze sono
effettuate mediante interviste dirette alle famiglie. Il metodo adoperato
e’ quello delle indagini campionarie. Il campione delle famiglie
intervistate si componeva di un numero di famiglie che dal 1959 al
1978 e’ cresciuto da 80000 a 92000. Le persone di cui si sono assunti i
dati hanno oscillato fino al 1978 intorno alle 300000. Nel 1982 e nel
1985, invece, sono stati utilizzati campioni di famiglie più piccoli che
nel passato: 28500 famiglie comprendenti 85000 persone. Nonostante
ciò il campione utilizzato in Italia e più vasto di quello adoperato in
altri Paesi per indagini analoghe. I caratteri osservati nell’indagine
sono:
a) caratteri personali dei componenti le famiglie (residenza, sesso, età,
condizione professionale, posizione nella professione e branca di
attività economica, eventuali motivi per cui non si e’ andati in
vacanza);
b) caratteri della vacanza di almeno quattro giorni (tipo di vacanza,
destinazione, mese, motivo della scelta del periodo, mezzo di trasporto
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adoperato, distanza percorsa, alloggio utilizzato, organizzazione del
viaggio, durata, numero di vacanze fruite nell’anno);
c) caratteri relativi ai brevi soggiorni di vacanza ed altri viaggi
(destinazione, motivo del viaggio o del soggiorno, durata)
Questo tipo di indagini presenta contemporaneamente alcuni limiti e
alcuni pregi. I limiti sono: l’attendibilità dei risultati scema man mano
che aumenta il loro livello di dettaglio; si fermano al dettaglio
regionale non fornendo quindi risultati a livello provinciale; la
mancanza nelle indagini svolte almeno fino al 1982, di informazioni
sulle spese sostenute dalle famiglie o dalle persone per le vacanze e
sulla classe di reddito delle stesse famiglie o persone. I pregi invece
sono: la numerosità dei caratteri quantitativi e qualitativi osservati e
quindi la completezza delle informazioni prodotte intorno ad un
fenomeno così vasto e complesso; l’elevata attendibilità e la
trasparenza dei risultati, almeno per quanto riguarda tutte le stime
nazionali e le principali stime regionali delle frequenze assolute. In
linea generale si può affermare che tale indagine ha una attendibilità
maggiore delle altre rilevazioni effettuate sul turismo.
2) Statistica dei viaggiatori stranieri entrati in Italia
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In questo caso la raccolta dei dati elementari e’ effettuata dagli organi
di polizia di frontiera ai diversi valichi: portuali, aeroportuali, stradali,
ferroviari. I caratteri osservati nella rilevazione sono:
a) la nazionalità di provenienza del viaggiatore;
b) il mese del viaggio;
c) il tipo di frontiera attraversata;
d) la via di accesso.
Il principale limite di questo tipo di rilevazioni e’ la scarsa
attendibilità delle rilevazioni soprattutto terrestri (ferroviaria e
stradale). Infatti alcuni valichi di frontiera, specialmente stradali, sono
attraversati, in alcuni periodi, da flussi intensissimi di persone e
l’intenzione di favorirne i movimenti ne ha via via ridotto i canali
amministrativi. Inoltre nulla si rileva sul soggiorno del viaggiatore
straniero in Italia. Questo tipo di indagine non fornisce neanche
informazioni sugli aspetti qualitativi della domanda turistica di
provenienza internazionale. Ciò rappresenta la lacuna più importante
di tutto l’impianto di statistiche del turismo attuato in Italia. La
medesima lacuna e’, peraltro, presente nella grandissima parte dei
Paesi
3) Statistiche dell’attività ricettiva
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Le statistiche degli esercizi ricettivi hanno lo scopo di quantificare
l’attività delle imprese che forniscono alloggio a pagamento a turisti e
viaggiatori. Gli esercizi ricettivi vengono distinti in due categorie:
alberghi e altre strutture ricettive. Le rilevazioni ci permettono di
conoscere:
a) la consistenza degli esercizi ricettivi (numero degli esercizi, delle
camere, dei letti installati, dei bagni, tipo e categoria, distribuzione
territoriale)
b) il movimento dei clienti negli esercizi ricettivi
Costituiscono oggetto di rilevazione: gli arrivi (ogni volta che un
cliente si presenta a chiedere alloggio nell’esercizio
indipendentemente dal tempo che poi vi rimarrà); le partenze (ogni
volta che il cliente lascia l’esercizio); le presenze (ciascuna notte
trascorsa dal cliente nell’esercizio); la provenienza dei clienti, indicata
dalla provincia di residenza per i clienti nazionali e dal Paese estero di
nazionalità o residenza per i clienti stranieri. Con questo tipo di
rilevazioni si può quindi desumere la permanenza media dei clienti
negli esercizi ricettivi (espressa dal rapporto tra presenze e arrivi) e il
numero medio di presenze per letto offerto (espresso dal rapporto tra
le presenze registrate in un anno ed i letti esistenti ad una certa data
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dell’anno). Il principale limite della rilevazione del movimento dei
clienti negli esercizi ricettivi deriva dalla possibilità di dichiarazioni
incomplete da parte degli operatori per evadere il fisco. Inoltre questo
tipo di rilevazioni non ci permette di conoscere il motivo per cui i
clienti prendono alloggio negli esercizi; non e’ quindi possibile
distinguere i movimenti propriamente turistici da quelli effettuati per
motivi non turistici.
4) Statistiche della spesa turistica dei nazionali e degli stranieri
I metodi statistici che possono essere utilizzati per misurare la spesa
turistica sono:
a) metodi di rilevazione diretta della spesa
Si effettuano indagini campionarie mediante intervista diretta dei
turisti. Questo tipo di indagine presenta le seguenti limitazioni:
riguarda solo le spese turistiche degli italiani; ha per oggetto solo il
turismo di vacanza; ha contenuto solo moderatamente analitico.
b) metodo bancario
Questo metodo permette di conoscere solo la spesa di quei turisti
stranieri che devono cambiare la propria moneta con quella del Paese
di destinazione. L’introduzione dell’euro ha ridotto però l’utilizzo del
metodo bancario.