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Capitol o 1
Il commercio internazionale dal
Dopoguerra ad oggi. Cambiamenti
strutturali e analisi dei dati.
1.1 Le caratteristiche del commercio
internazionale: evoluzione storica e
globalizzazione.
Il commercio internazionale è senza dubbio uno dei principali fenomeni
che caratterizzano l’economia contemporanea: esso si pone come una
delle principali espressioni della globalizzazione in chiave economica,
dal momento che ne rappresenta le sue principali dinamiche e le
caratteristiche.
Obiettivo di questa breve anteprima alla tematica affrontata è quello di
introdurre le vicende e gli elementi associati al commercio
internazionale descrivendo entrambi dal punto di vista storico e
verificando la relazione che sussiste tra le relazioni commerciali ed il
livello di integrazione economica conseguito sullo scenario
internazionale. Verrà inoltre presentata una panoramica generale dei
contenuti che saranno successivamente approfonditi nei prossimi
9
paragrafi, in modo particolare la metodologia di analisi ed il percorso
logico seguito per descrivere ed argomentare le caratteristiche
principali del commercio internazionale.
Nel corso della trattazione verranno presi in esame i dati relativi ai
flussi commerciali bilaterali registrati dal secondo Dopoguerra in poi,
da cui verranno tratte delle informazioni rilevanti per lo studio del
fenomeno attraverso opportuni strumenti di indagine, tanto a livello di
metodologia di ricerca quanto di analisi operativa dei dati. La precisa
scelta dell’arco temporale considerato è finalizzata esplicitamente ad
osservare il periodo di maggior espressione del commercio
internazionale: infatti, dal termine della Seconda Guerra Mondiale, i
flussi commerciali hanno iniziato ad incrementare in modo deciso,
tanto nei volumi esportati quanto nel valore dei beni e servizi oggetto di
scambio, e tuttora questo processo prosegue nel suo trend,
coinvolgendo un numero crescente di Paesi in un ancor maggiore
numero di relazioni commerciali e ponendosi come elemento
irrinunciabile per lo sviluppo economico di ciascuna nazione.
In generale, il contesto storico esaminato corrisponde al periodo di
maggiore affermazione dei legami commerciali, presentando una serie
di eventi che condizionano in modo positivo l’apertura commerciale di
ciascun Paese verso l’estero. Questa lunga epoca di prosperità
economica è stata caratterizzata dall’elevato grado di stabilità politica e
sociale che ha interessato la storia contemporanea dalla fine della
Seconda Guerra Mondiale, da un tendenziale orientamento delle
politiche economiche della governance mondiale verso la
liberalizzazione dei mercati e dalle innovazioni tecnologiche prodotte,
in particolare Internet e le altre forme di comunicazione e trasporto su
scala globale.
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Citando alcuni autorevoli economisti, Sachs e Warner affermano “The
years between 1970 and 1995….have witnessed the most remarkable
institutional harmonization and economic integration among nations in
world history”
1
.
Inoltre, proprio nei riguardi delle politiche commerciali tipicamente
utilizzate dai Paesi, Krugman riflette sul rapport tra commercio e
protezionismo affermando: “Nonetheless, there is no question that the
general profile of world protectionism since the early twentieth century
has been the inverse of that of world trade…from World War II onward
there has been a general trend toward freer trade”
2
.
Nel corso della trattazione verrà piø volte osservata l’egemonia
commerciale che caratterizza storicamente un ristretto gruppo di
economie, in particolare Europa e Stati Uniti, le cui rendite di posizione
acquisite nel tempo hanno permesso di consolidare il loro ruolo sulla
scena internazionale, mentre lo sviluppo economico raggiunto ha
consentito di sviluppare l’esportazione di servizi e beni ad alto valore
aggiunto. Al contempo, alcuni Paesi in Via di Sviluppo hanno
incrementato la loro capacità di produrre grandi quantitativi di beni
manifatturieri per l’esportazione, avvantaggiati dal basso costo della
1
Citazione tratta da: Sachs J., Warner A. (1995), “Economic Reform and the Process of
Global Integration”, The Brookings Institution, Brookings Papers on Economic Activity,
Volume 26, Washington. La ricerca si focalizza sulle caratteristiche delle vicende storiche
contemporanee legate al processo di globalizzazione economica. In questa epoca, per la
prima volta, la stabilità delle relazioni internazionali ha consentito l’affermazione di
organismi sovranazionali a tutela dell’integrazione economica, anche nel campo del
commercio internazionale (vedi Gatt, 1947). Gli stessi autori, nel testo riportato, hanno
inoltre dimostrato empiricamente quanto stretto sia il legame tra crescita economia e
liberalizzazione dei commerci.
2
Notevole è l’apporto di Krugman sul tema del protezionismo economico. La citazione è
tratta da: Krugman P. (1995), “Growing World Trade: Causes and Consequences”, The
Brookings Institution, Brookings Papers on Economic Activity, Volume 1, Washington.
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loro manodopera e dall’ampia disponibilità di materie prime, mentre
per altre nazioni si registra l’incapacità di inserirsi nello scenario
commerciale ed il loro contributo resta piuttosto marginale.
Questa pluralità di contributi al fenomeno commerciale coesistono con
la volontà di ciascun Paese di contrastare il proprio livello di
isolamento economico: per tale ragione vengono intraprese politiche di
promozione dell’export nazionale, mentre lo scenario internazionale si
connota per la presenza di un crescente numero di trattati ed accordi
commerciali, elementi che hanno permesso l’armonizzazione dei
sistemi economici e la tendenza verso un’economia che sta assumendo
una dimensione mondiale.
Nonostante questa ricerca si concentrerà soltanto sugli ultimi decenni di
commercio internazionale, il periodo storico di riferimento consente di
registrare l’incremento esponenziale verificatosi dalla seconda metà del
secolo scorso in termini di valore dei flussi e nel numero delle relazioni
commerciali registrate.
Tuttavia, non si può negare che tale fenomeno abbia profonde radici
storiche e non sia esclusivaemnte circoscritto all’epoca
contemporanea
3
. Fin dall’antichità le relazioni commerciali hanno
consentito di sopperire alla carenza di beni a disposizione, o erano
sviluppate in modo piø organizzato attraverso basi commerciali e
colonie, tali da assoggettare l’economia di un Paese al proprio controllo
3
Per una panoramica generale sulla storia dell’economia internazionale si consiglia: A
Ashworth A. ( 1987), “A Short History of the International Economy Since 1850”,
4°edizione, Longman. Dalla lettura emerge il ruolo preponderante dei commerci per lo
sviluppo economico e l’affermazione delle attuali potenze economiche, le cui rendite di
posizione si sono consolidate sulla base del potere coloniale e delle rivoluzioni industriali.
Altro testo fondamentale sulla storia delle politiche economiche è: Bairoch P. (1993),
“Economics and World History”, Harvester-Wheatsheaf, Londra.
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diretto ed al fine di garantirsi un mercato di sbocco o
approvvigionamento. Successivamente, di pari passo con lo sviluppo
tecnologico, l’aumento dei prodotti disponibili nei mercati domestici
permise un incremento dell’export: tale processo è proseguito nella
prima metà del Novecento, nonostante i conflitti bellici si siano poste
come ostacolo allo sviluppo delle economie nazionali.
Le relazioni economiche che si sono generate tra le varie nazioni nel
corso della storia sono state in seguito consolidate dagli accordi
internazionali e dalla crescita economica del secondo dopoguerra, e
tutti i cambiamenti sociali e politici avvenuti durante il secolo scorso
sono andati a convergere in un processo ampio e plurale, che ha
contribuito a caratterizzare il fenomeno della “globalizzazione”
4
.
Nonostante si tratti di un processo incrementale, come affermato per i
commerci, la sua portata non è limitabile nell’estensione temporale agli
ultimi decenni: le sue radici sono risalenti al 19esimo secolo, e la
Seconda Guerra Mondiale ha rappresentato il principale spartiacque che
sancisce la divisione in due differenti ondate del fenomeno
5
.
4
Numerose ricerche sono state svolte sulle varie tematiche della globalizzazione. In
particolare, un’interessante contributo introduttivo viene fornito da: De Benedictis L.,
Helg R. (2002), “Globalizzazione”, Rivista di Politica Economica, pagg. 139-209, Roma.
Tale termine, in una prospettiva economica, ha un accezione generalmente positiva, pur
non differendo particolarmente da termini quali “convergenza” o “integrazione”. Per tale
motivo la trattazione in oggetto si focalizza più sugli aspetti sostanziali ed sul contributo
dei commerci piuttosto che nella terminologia formale. Altra interessante comparazione
dei costi e dei benefici associati alla globalizzazione, da cui emerge il ruolo preponderante
del commercio internazionale, è in: Thompson R. (2007), “Globalization and the benefits
of trade”, Essays on Issues, Federal Reserve Bank of Chicago, No. 236, Chicago.
5
Una descrizione delle due ondate di globalizzazione (1820-1914 e dal 1960 in poi) e delle
loro caratteristiche in termini di commercio internazionale, investimenti e convergenza
economica viene fornita in: Baldwin R., Martin P. (1999), “Two Waves of Globalization:
Superficial Similarities, Fundamental Differences”, NBER Working Paper, No. 6904, NBER,
Cambridge, MA. Le somiglianze tra le due fasi riguardano la dinamicità dei flussi
commerciali e dei capitali su scala internazionale e la riduzione delle barriere al libero
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Per quanto riguarda la terminologia, il suo significato non appare
univoco e neppure condiviso: numerose sono le chiavi di lettura fornite
dall’interpretazione di storici ed economisti. In generale, si fa
riferimento alle tre dinamiche principali che governano l’azione
economica degli individui: si è notato negli ultimi decenni un evidente
incremento relativo alla mobilità dei fattori produttivi, intesi come beni,
capitali e forza lavoro, oltre al ruolo preponderante della tecnologia e
dei mutamenti sociali
6
.
Limitandoci al caso di studio in questione, si ritiene ragionevole
considerare l’interpretazione di Braudel come la piø completa, in
quanto capace di focalizzarsi su alcuni aspetti propri del fenomeno
commerciale, e che verranno trattati di seguito nel corso della ricerca
7
.
Il commercio internazionale, oltre ad essere l’emblema in chiave
economica della globalizzazione, rappresenta per molte regioni del
mondo l’unica strategia in grado di sviluppare la propria economia.
commercio, mentre profonde differenze si segnalano relativamente all’impatto delle
politiche adottate sul commercio internazionale: la prima manifestazione del fenomeno
interessava prevalentemente economie agrarie o di recente industrializzazione, mentre la
globalizzazione attuale coinvolge un economia che presenta un evidente dualismo tra
Nord e Sud del mondo e registra la netta contrapposizione tra commercio manifatturiero
dei servizi.
6
Altra utile raccolta di testi sul tema della globalizzazione e dei suoi impatti nel corso della
storia sul sistema economico è presente in Bordo M., Taylor A., Williamson J. (2003),
“Globalization in Historical Perspective”, NBER e University of Chicago Press, Cambridge,
MA. La considerazione relativa alla mobilità dei fattori riprende l’introduzione del testo.
7
Lo storico Braudel considera il termine Weltwirtschaft o economia-mondo nel suo libro:
Braudel N. (1977), “La dinamica del capitalismo”, pagg. 78-79, Il Mulino, Bologna.
Nel corso della trattazione il termine viene distinto da “economia mondiale”, termine
considerato dallo storico come sinonimo di “mercato globale”. Il termine Weltwirtschaft
viene attribuito a qualsiasi economia locale che assuma connotati globalizzanti:
occupazione di uno spazio geografico definito e limitato, presenza di un polo centrale
rappresentato da uno o più soggetti dominanti, suddivisione in zone centrali e periferiche
a seconda della partecipazione dell’area rispetto al fenomeno considerato.
14
Come affermato da Stiglitz “Opening up to international trade has
helped many countries grow far more quickly than they would
otherwise have done. International trade helps economic development
when a country’s exports drive its economic growth”
8
.
Rispetto a quanto accadeva in passato, dopo il 1945 sono presenti
alcuni elementi che caratterizzano la struttura delle relazioni
commerciali internazionali: in particolare l’analisi introduttiva proposta
nei paragrafi a seguire si concentra sulle serie storiche relative ai
principali elementi ed indicatori di commercio internazionale, in modo
da verificare la dinamica e l’andamento storico delle componenti degli
scambi mondiali: in particolare emergerà il ruolo della geografia e degli
accordi internazionali, sulla scia delle nuove teorie del commercio
internazionale sviluppate negli ultimi decenni.
Per quanto riguarda l’incidenza della distanza nelle relazioni
commerciali, tale elemento ha sempre avuto un certo impatto sulla
propensione al commercio di ciascun Paese. La scienza economica ha
cercato di formalizzare tramite il modello gravitazionale l’incidenza
della variabile sulla base dell’analisi empirica svolta, riscontrando una
proporzionalità inversa tra i quantitativi esportati ed il grado di
perifericità dell’economia nazionale
9
.
La ricerca in questione andrà a verificare la prevalenza di flussi
commerciali con partner particolarmente distanti a livello geografico, o
8
Citazione tratta da Stiglitz J. (2002), “Globalization and its discontents”, W.W. Norton &
Company, New York.
9
La prima formulazione del modello gravitazionale applicato al commercio internazionale
e la verifica in termini econometrici delle ipotesi teorizzate è avvenuta sul report di: J
Tinbergen J. (1962), “Shaping the World Economy”, The International Executive,
Washington. Da notare come la distanza tra due Paesi incida negativamente sui flussi
commerciali da essi movimentati.
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al contrario la maggiore capacità di stabilire relazioni con Paesi
limitrofi. Al contempo, per verificare l’ampiezza del fenomeno ed il
grado di coinvolgimento dei Paesi si è ritenuto opportuno proporre una
suddivisione geografica delle varie regioni del mondo, per evidenziare i
flussi che si svolgono internamente ed esternamente rispetto a ciascuna
area e quindi per quantificare la prevalenza di dinamiche locali,
espressione di flussi commerciali limitati e concentrati a livello
regionale, o al contrario di smentire questa assunzione.
Il secondo elemento qualitativo caratterizzante le dinamiche
commerciali riguarda la presenza di accordi commerciali preferenziali o
di libero scambio, intrapresi dai vari Paesi per armonizzare le
condizioni commerciali ed eliminare eventuali disparità di trattamento.
Il principio ispiratore di questi strumenti si basa sul rigetto delle teorie
protezionistiche adottate nei primi decenni del Novecento e
dell’autarchia come forma di sviluppo economico nazionale, a favore
della liberalizzazione e della diffusione dei commerci internazionali.
L’auspicio era di sopperire all’isolamento dei Paesi ed alla complessa
ricostruzione economica del Dopoguerra, inserendo il commercio
internazionale come uno dei maggiori driver di sviluppo per le nazioni.
Analizzando le fasi e le vicende legate a questo genere di accordi, lo
scopo è quello di osservare se e quanto la loro presenza ha inciso nel
determinare la struttura commerciale contemporanea, e se l’apporto
odierno di tali strumenti risulta davvero determinante come nelle
intenzioni dei sottoscrittori.
L’obiettivo dell’analisi dei dati che verrà svolta nei paragrafi a seguire
per introdurre l’ampia tematica affrontata è quello di interpretare in
chiave statistica le informazioni riguardanti il fenomeno e le sue
principali dinamiche, in modo da effettuare un’analisi in grado di
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fornire la massima completezza informativa possibile. La base di dati
utilizzata per la ricerca proposta registra un’estrema completezza sia dal
punto di vista temporale, sia in termini di copertura geografica delle
osservazioni, ed in buona sostanza consente di ottenere informazioni
con un livello di dettaglio particolarmente elevato. Inoltre, l’utilizzo di
opportuni grafici consente di informare il lettore circa l’andamento
temporale degli elementi analizzati, mentre la descrizione a margine di
tali elementi consente di ricondurre le informazioni ottenute ai vari
aspetti della teoria economica lungamente approfonditi dagli studiosi.
La parte introduttiva della trattazione è dunque incentrata sull’analisi
della dinamica strutturale
10
, per determinare quali fattori, in modo lento
ed irreversibile, coinvolgono le principali grandezze economiche su
questo argomento. L’azione di queste forze tende a modificare le
relazioni fondamentali tra gli elementi costitutivi del sistema: un
esempio di ciò è proprio la globalizzazione, che determina variazioni
strutturali irreversibili all’interno di fenomeni sociali ed economici
11
.
10
La definizione è tratta e riadattata da: Scazzieri R. (1993), “Ciclo Economico e
Cambiamenti Strutturali nell’Economia” Centro Studi Bancari, Lugano.
Particolarmente utile è stato il contributo osservato nel report della Banca Mondiale sulle
principali metodologie di dati relativi al commercio internazionale: gran parte degli indici
utilizzati in questa sede prendono spunto dai criteri maggiormente utilizzati per valutare e
stimare questo specifico fenomeno macroeconomico.
Si consiglia la lettura di Cadot O., (2010), “A Guide to Trade Data Analysis”, The World
Bank’s International Trade Deparment, Washington.
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Lo studio dei cambiamenti strutturali e del loro impatto sul commercio internazionale
presenta una vasta letteratura. Da segnalare la ricerca di: Ben-David D., Papell D. H.
(1997), "International Trade and Structural Changes”, NBER Working Paper, No. 6096,
NBER, Cambridge, MA. Altra trattazione utile per analizzare la relazione tra cambiamenti
strutturali nel commercio mondiale, specializzazione produttiva di ciascun Paese e
capacità di ciascuna Nazione di adattarsi e reagire ai cambiamenti è la seguente:
Fagerberg J., Shrolec M. (2004), “Structural Changes in International Trade”, Presses de
Sciences Po, Parigi.